Buongiorno, descrivo brevemente la mia situazione. Relazione di quasi 4 anni con convivenza a casa
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Buongiorno,
descrivo brevemente la mia situazione. Relazione di quasi 4 anni con convivenza a casa mia a totale carico mio come spese. Lui appena separato dalla moglie e con in testa un progetto: "cambiare lavoro e girare il mondo". Proprio questo all'inizio mi ha fatto desistere dall'iniziare una frequentazione ma la sua volontà di conoscermi e stravolgere i suoi piani alla fine mi hanno convinta e abbiamo iniziato una bellissima storia fatta di tantissima complicità, viaggi e compatibilità su ogni livello. Nei primi due anni quasi ogni 4 mesi ha avuto delle crisi che lo hanno portato ad andare via da casa mia da un giorno all'altro dicendomi che doveva seguire la sua natura e che da solo "funzionava meglio". In totale disaccordo lo lascio andare chiedendogli totale distacco. Dopo 2 settimane ritorna e cerco questa volta di fargli capire che dobbiamo risolvere questo nodo e che in fondo questo malessere è solo nella sua testa perché io non ho mai negato a lui di fare viaggi in solitaria o anche altre esperienze che per qualche mese potessero portarlo lontano da me. Insomma decidiamo di ritornare insieme. Dopo alcuni mesi si licenzia e io gli sono stata molto vicina indicandogli anche un percorso di riqualificazione da poter seguire in modo da intraprendere un lavoro a lui più congeniale. Gli ho suggerito di prendere le patenti e di fare l'autotrasportatore. Certo ero consapevole del fatto che avremmo passato molto meno tempo insieme e considerato che pur vivendo h24 andavamo molto d'accordo la cosa un po' mi pesava. Ma poi pensavo al fatto che sarebbe stato così felice e non ci pensavo più. Gli avevo anche detto che poteva fare esperienze di lavoro all'estero e che ci saremmo organizzati. Del resto, molto spesso, dopo aver consumato un'esperienza la soddisfazione arriva. Bene circa 3 mesi fa ha iniziato questo nuovo lavoro... Dopo appena 2 mesi scarsi, una mattina dal nulla inizia a piangere e a dirmi che dobbiamo chiudere e tutte le solite cose sempre dette in passato. Ossia che prova malessere nello stare in relazione, che non può stare con nessuno, che deve seguire la sua natura che è quella del viaggiatore che non programma e che vive un po' in un paese, un po' in un altro, che non può limitare i suoi sogni per starmi accanto, etc.ect. Ho acconsentito in malo modo ovviamente e ho chiuso definitivamente. Ho saputo che ha subito provato a cambiare lavoro e a settembre inizierà una tratta all'estero pur rimanendo di base nella città in cui viviamo. Ho descritto solo questa parte della sua personalità...Ve ne è un'altra, invece, che palesemente mostra interesse per una vita sana, che preveda la cura del corpo, l'allenamento, il mangiar sano, il curarsi esteticamente e quant'altro... Ho omesso di dire che non ha mai passato periodi da single dato che per quasi tutta la vita dai 18 anni ai 36 è stato con la sua ex moglie prima da fidanzato e poi da sposato, intervallando la storia con un'altra frequentazione perché la sua ex moglie lo lasciò attorno ai 22 anni per un altro per poi riapparire dopo 4 anni e lui se la riprese immediatamente lasciando la ragazza che frequentava così come ha fatto con me. Credo di aver sbagliato nel sottovalutare queste sue problematiche dato che ora mi ritrovo totalmente svuotata e con grande difficoltà nell'accettare una fine del genere dato che non trovo una spiegazione logica... Chiedo solo un minimo di interpretazione perché per me è tutto incoerente... E' un aiuto per continuare il mio percorso che prevede il totale distacco e chiusura completa senza possibilità nemmeno in futuro di un saluto. Mi ha ferito oltremodo e in questo momento per pensare alla comprensione.
Grazie mille.
Alessandra
descrivo brevemente la mia situazione. Relazione di quasi 4 anni con convivenza a casa mia a totale carico mio come spese. Lui appena separato dalla moglie e con in testa un progetto: "cambiare lavoro e girare il mondo". Proprio questo all'inizio mi ha fatto desistere dall'iniziare una frequentazione ma la sua volontà di conoscermi e stravolgere i suoi piani alla fine mi hanno convinta e abbiamo iniziato una bellissima storia fatta di tantissima complicità, viaggi e compatibilità su ogni livello. Nei primi due anni quasi ogni 4 mesi ha avuto delle crisi che lo hanno portato ad andare via da casa mia da un giorno all'altro dicendomi che doveva seguire la sua natura e che da solo "funzionava meglio". In totale disaccordo lo lascio andare chiedendogli totale distacco. Dopo 2 settimane ritorna e cerco questa volta di fargli capire che dobbiamo risolvere questo nodo e che in fondo questo malessere è solo nella sua testa perché io non ho mai negato a lui di fare viaggi in solitaria o anche altre esperienze che per qualche mese potessero portarlo lontano da me. Insomma decidiamo di ritornare insieme. Dopo alcuni mesi si licenzia e io gli sono stata molto vicina indicandogli anche un percorso di riqualificazione da poter seguire in modo da intraprendere un lavoro a lui più congeniale. Gli ho suggerito di prendere le patenti e di fare l'autotrasportatore. Certo ero consapevole del fatto che avremmo passato molto meno tempo insieme e considerato che pur vivendo h24 andavamo molto d'accordo la cosa un po' mi pesava. Ma poi pensavo al fatto che sarebbe stato così felice e non ci pensavo più. Gli avevo anche detto che poteva fare esperienze di lavoro all'estero e che ci saremmo organizzati. Del resto, molto spesso, dopo aver consumato un'esperienza la soddisfazione arriva. Bene circa 3 mesi fa ha iniziato questo nuovo lavoro... Dopo appena 2 mesi scarsi, una mattina dal nulla inizia a piangere e a dirmi che dobbiamo chiudere e tutte le solite cose sempre dette in passato. Ossia che prova malessere nello stare in relazione, che non può stare con nessuno, che deve seguire la sua natura che è quella del viaggiatore che non programma e che vive un po' in un paese, un po' in un altro, che non può limitare i suoi sogni per starmi accanto, etc.ect. Ho acconsentito in malo modo ovviamente e ho chiuso definitivamente. Ho saputo che ha subito provato a cambiare lavoro e a settembre inizierà una tratta all'estero pur rimanendo di base nella città in cui viviamo. Ho descritto solo questa parte della sua personalità...Ve ne è un'altra, invece, che palesemente mostra interesse per una vita sana, che preveda la cura del corpo, l'allenamento, il mangiar sano, il curarsi esteticamente e quant'altro... Ho omesso di dire che non ha mai passato periodi da single dato che per quasi tutta la vita dai 18 anni ai 36 è stato con la sua ex moglie prima da fidanzato e poi da sposato, intervallando la storia con un'altra frequentazione perché la sua ex moglie lo lasciò attorno ai 22 anni per un altro per poi riapparire dopo 4 anni e lui se la riprese immediatamente lasciando la ragazza che frequentava così come ha fatto con me. Credo di aver sbagliato nel sottovalutare queste sue problematiche dato che ora mi ritrovo totalmente svuotata e con grande difficoltà nell'accettare una fine del genere dato che non trovo una spiegazione logica... Chiedo solo un minimo di interpretazione perché per me è tutto incoerente... E' un aiuto per continuare il mio percorso che prevede il totale distacco e chiusura completa senza possibilità nemmeno in futuro di un saluto. Mi ha ferito oltremodo e in questo momento per pensare alla comprensione.
Grazie mille.
Alessandra
Buongiorno Alessandra,
mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo e per l’impatto emotivo che questa relazione ha avuto su di lei. Dal suo racconto emerge come abbia investito profondamente in questa storia, mostrando disponibilità, flessibilità e apertura verso i bisogni del suo compagno, senza però ricevere in cambio la stessa stabilità e coerenza.
Il comportamento che descrive — alternanza di avvicinamento e allontanamento, difficoltà a mantenere impegni a lungo termine, necessità costante di cambiare contesto — potrebbe riflettere difficoltà personali legate alla gestione della vicinanza emotiva e alla paura di sentirsi vincolato. Questo non giustifica le sue azioni, ma può spiegare parte dell’incoerenza che lei ha percepito.
La sua decisione di mantenere un distacco totale appare sana, perché le permetterà di proteggere la sua serenità e recuperare energia per sé stessa. Le insicurezze e le ferite emotive non spariscono dall’oggi al domani, ma si possono superare con il tempo, prendendone consapevolezza e costruendo un nuovo equilibrio.
Resto a disposizione per supportarla in questo percorso di comprensione e ricostruzione personale.
mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo e per l’impatto emotivo che questa relazione ha avuto su di lei. Dal suo racconto emerge come abbia investito profondamente in questa storia, mostrando disponibilità, flessibilità e apertura verso i bisogni del suo compagno, senza però ricevere in cambio la stessa stabilità e coerenza.
Il comportamento che descrive — alternanza di avvicinamento e allontanamento, difficoltà a mantenere impegni a lungo termine, necessità costante di cambiare contesto — potrebbe riflettere difficoltà personali legate alla gestione della vicinanza emotiva e alla paura di sentirsi vincolato. Questo non giustifica le sue azioni, ma può spiegare parte dell’incoerenza che lei ha percepito.
La sua decisione di mantenere un distacco totale appare sana, perché le permetterà di proteggere la sua serenità e recuperare energia per sé stessa. Le insicurezze e le ferite emotive non spariscono dall’oggi al domani, ma si possono superare con il tempo, prendendone consapevolezza e costruendo un nuovo equilibrio.
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Cara Alessandra,
Sono una psicologa e ricevo sia in studio a Verona sia online.
Ho letto con attenzione il tuo racconto e comprendo quanto questa situazione ti stia pesando, lasciandoti con una sensazione di svuotamento e disorientamento. Queste emozioni sono comuni quando si interrompe una relazione nella quale si è investito molto.
La sensazione di “svuotamento” che descrivi può derivare non solo dalla perdita della relazione, ma anche dalla brusca interruzione di progetti, abitudini e aspettative che avevi costruito nel tempo. In questi casi, spesso non è solo la persona a mancare, ma tutto un “mondo condiviso” che si era creato.
Chiedi una spiegazione logica: a volte, la logica delle relazioni affettive non coincide con la nostra. Nel suo caso, dalle tue parole emerge che il tuo ex compagno ha mostrato fin dall’inizio una certa titubanza nello stare in una relazione stabile. Non avendo mai realmente sperimentato periodi da solo, può essere che in questa fase della sua vita senta il bisogno di esplorare la propria indipendenza, seguendo una spinta personale di libertà e movimento. Questo non rende la sua scelta meno dolorosa per te, ma può dare un senso alla sua coerenza interna, anche se esternamente appare contraddittorio.
Mi colpisce che tu senta la necessità di un distacco “netto e definitivo”. Questa può essere una strategia di tutela emotiva, ma ti invito a chiederti come mai preferisci una chiusura immediata rispetto a un distacco graduale? Forse, per te, il contatto rischierebbe di prolungare anche la sofferenza?
Infine, quando dici “mi ha ferito oltremodo per pensare a una comprensione”, mi chiedo a quale ferita ti riferisca. È una ferita legata al senso di rifiuto? Alla percezione di non essere stata scelta fino in fondo? A volte, dare un nome preciso alla ferita aiuta a capire come prendercene cura.
Il tuo percorso di totale distacco può essere un passo importante, ma parallelamente può essere utile lavorare sull’elaborazione di questo dolore, sul riconoscimento dei tuoi bisogni affettivi e sull’accettazione del fatto che alcune scelte dell’altro non dipendono da te e non definiscono il tuo valore.
Se senti il bisogno di approfondire questi aspetti in un contesto protetto, possiamo parlarne in un percorso di supporto psicologico, sia in studio a Verona sia online, per aiutarti a dare senso a questa esperienza e trasformarla in un’occasione di consapevolezza e forza personale.
Sono una psicologa e ricevo sia in studio a Verona sia online.
Ho letto con attenzione il tuo racconto e comprendo quanto questa situazione ti stia pesando, lasciandoti con una sensazione di svuotamento e disorientamento. Queste emozioni sono comuni quando si interrompe una relazione nella quale si è investito molto.
La sensazione di “svuotamento” che descrivi può derivare non solo dalla perdita della relazione, ma anche dalla brusca interruzione di progetti, abitudini e aspettative che avevi costruito nel tempo. In questi casi, spesso non è solo la persona a mancare, ma tutto un “mondo condiviso” che si era creato.
Chiedi una spiegazione logica: a volte, la logica delle relazioni affettive non coincide con la nostra. Nel suo caso, dalle tue parole emerge che il tuo ex compagno ha mostrato fin dall’inizio una certa titubanza nello stare in una relazione stabile. Non avendo mai realmente sperimentato periodi da solo, può essere che in questa fase della sua vita senta il bisogno di esplorare la propria indipendenza, seguendo una spinta personale di libertà e movimento. Questo non rende la sua scelta meno dolorosa per te, ma può dare un senso alla sua coerenza interna, anche se esternamente appare contraddittorio.
Mi colpisce che tu senta la necessità di un distacco “netto e definitivo”. Questa può essere una strategia di tutela emotiva, ma ti invito a chiederti come mai preferisci una chiusura immediata rispetto a un distacco graduale? Forse, per te, il contatto rischierebbe di prolungare anche la sofferenza?
Infine, quando dici “mi ha ferito oltremodo per pensare a una comprensione”, mi chiedo a quale ferita ti riferisca. È una ferita legata al senso di rifiuto? Alla percezione di non essere stata scelta fino in fondo? A volte, dare un nome preciso alla ferita aiuta a capire come prendercene cura.
Il tuo percorso di totale distacco può essere un passo importante, ma parallelamente può essere utile lavorare sull’elaborazione di questo dolore, sul riconoscimento dei tuoi bisogni affettivi e sull’accettazione del fatto che alcune scelte dell’altro non dipendono da te e non definiscono il tuo valore.
Se senti il bisogno di approfondire questi aspetti in un contesto protetto, possiamo parlarne in un percorso di supporto psicologico, sia in studio a Verona sia online, per aiutarti a dare senso a questa esperienza e trasformarla in un’occasione di consapevolezza e forza personale.
Buongiorno gentile Alessandra, comprendo il dolore e la frustrazione che prova, soprattutto di fronte a una storia che, nonostante momenti di forte complicità e progetti condivisi, è stata segnata da ripetuti allontanamenti e ripensamenti. Quello che descrive lascia emergere una dinamica complessa: da un lato il suo desiderio di costruire stabilità e progettualità, dall’altro il bisogno dell’altra persona di sentirsi libero, non vincolato da piani a lungo termine, con un modello di vita più orientato al cambiamento e alla sperimentazione.
Questo tipo di incompatibilità non è legata alla mancanza di valore della vostra relazione, ma piuttosto a differenze profonde nei bisogni e nelle modalità di vivere l’affettività. In alcuni individui, il desiderio di libertà e movimento non è una fase passeggera, ma una caratteristica radicata che può rendere difficile mantenere un legame continuativo senza percepire un senso di limitazione. Ciò che per lei rappresenta vicinanza e condivisione, per lui può essere stato vissuto, nei momenti di difficoltà, come una minaccia alla propria identità di “viaggiatore”, indipendentemente dal fatto che lei gli avesse concesso ampi spazi di autonomia.
L’incoerenza che lei percepisce nasce dal fatto che nei momenti di ritorno e intimità lui sembrava disponibile a un progetto comune, ma la parte di sé che lo spingeva a ricercare cambiamento e distacco tornava a prevalere. È una forma di oscillazione che spesso non ha una logica lineare per chi la subisce, perché è frutto di bisogni emotivi in conflitto all’interno della stessa persona.
La decisione di mantenere un distacco netto, in una situazione come questa, appare funzionale alla sua tutela emotiva. Continuare a cercare spiegazioni razionali a comportamenti dettati da dinamiche interne così contraddittorie rischierebbe di tenerla legata a un passato doloroso, anziché favorire il processo di elaborazione e di ricostruzione personale.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Questo tipo di incompatibilità non è legata alla mancanza di valore della vostra relazione, ma piuttosto a differenze profonde nei bisogni e nelle modalità di vivere l’affettività. In alcuni individui, il desiderio di libertà e movimento non è una fase passeggera, ma una caratteristica radicata che può rendere difficile mantenere un legame continuativo senza percepire un senso di limitazione. Ciò che per lei rappresenta vicinanza e condivisione, per lui può essere stato vissuto, nei momenti di difficoltà, come una minaccia alla propria identità di “viaggiatore”, indipendentemente dal fatto che lei gli avesse concesso ampi spazi di autonomia.
L’incoerenza che lei percepisce nasce dal fatto che nei momenti di ritorno e intimità lui sembrava disponibile a un progetto comune, ma la parte di sé che lo spingeva a ricercare cambiamento e distacco tornava a prevalere. È una forma di oscillazione che spesso non ha una logica lineare per chi la subisce, perché è frutto di bisogni emotivi in conflitto all’interno della stessa persona.
La decisione di mantenere un distacco netto, in una situazione come questa, appare funzionale alla sua tutela emotiva. Continuare a cercare spiegazioni razionali a comportamenti dettati da dinamiche interne così contraddittorie rischierebbe di tenerla legata a un passato doloroso, anziché favorire il processo di elaborazione e di ricostruzione personale.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve, lei ha investito in una relazione che le restituiva complicità, ma anche instabilità e incoerenza. Il comportamento del suo ex compagno appare segnato da una difficoltà a tollerare la continuità affettiva e la stabilità, probabilmente legata a dinamiche di evitamento dell’intimità e dell’impegno, che si ripetono nel tempo con modalità simili.
La sua scelta di chiudere è un atto di rispetto verso sé stessa, anche se ora fa male. In questi casi, un lavoro in psicoterapia umanistica può aiutarla ad elaborare il senso di vuoto, a rimettere al centro i suoi bisogni e a ridefinire i propri confini relazionali. Ciò che oggi sembra illogico ha spesso una logica emotiva più profonda, che non dipende da lei, né dai suoi sforzi.
Riconoscere il proprio valore anche in assenza dell'altro è parte del processo di guarigione. Si conceda il tempo ed eventualmente un breve percorso di psicoterapia per attraversare questo dolore, senza cercare subito spiegazioni razionali: a volte la chiarezza arriva nel silenzio del distacco.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La sua scelta di chiudere è un atto di rispetto verso sé stessa, anche se ora fa male. In questi casi, un lavoro in psicoterapia umanistica può aiutarla ad elaborare il senso di vuoto, a rimettere al centro i suoi bisogni e a ridefinire i propri confini relazionali. Ciò che oggi sembra illogico ha spesso una logica emotiva più profonda, che non dipende da lei, né dai suoi sforzi.
Riconoscere il proprio valore anche in assenza dell'altro è parte del processo di guarigione. Si conceda il tempo ed eventualmente un breve percorso di psicoterapia per attraversare questo dolore, senza cercare subito spiegazioni razionali: a volte la chiarezza arriva nel silenzio del distacco.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno Alessandra,
comprendo quanto questa storia ti abbia lasciata svuotata e confusa, soprattutto per l’alternanza tra vicinanza e distacco che hai vissuto più volte. Questi cicli possono generare un forte senso di incoerenza e minare la fiducia, ma il tuo desiderio di chiudere e proteggere il tuo benessere è un passo importante.
In un percorso insieme potremmo esplorare il significato che questa relazione ha avuto per te, dare un senso a ciò che è accaduto e rafforzare le tue risorse interiori, così da proseguire con maggiore serenità e fermezza nella tua decisione di distacco.
comprendo quanto questa storia ti abbia lasciata svuotata e confusa, soprattutto per l’alternanza tra vicinanza e distacco che hai vissuto più volte. Questi cicli possono generare un forte senso di incoerenza e minare la fiducia, ma il tuo desiderio di chiudere e proteggere il tuo benessere è un passo importante.
In un percorso insieme potremmo esplorare il significato che questa relazione ha avuto per te, dare un senso a ciò che è accaduto e rafforzare le tue risorse interiori, così da proseguire con maggiore serenità e fermezza nella tua decisione di distacco.
Buongiorno Alessandra, comprendo profondamente il dolore e la confusione che stai vivendo. La fine di una relazione così intensa, con tutta la sua complessità, lascia spesso un senso di vuoto e di smarrimento che può sembrare insormontabile e tu racconti una dinamica fatta di grandi momenti di complicità ma anche di una profonda ambivalenza da parte del tuo partner, che sembra spinto da un bisogno quasi irrefrenabile di libertà e indipendenza, che però fatica a gestire senza ferire chi gli sta accanto.
Questo continuo andare e venire, questa alternanza di vicinanza e distacco, è una modalità che spesso nasconde un conflitto interno tra la paura di perdere sé stessi nella relazione e il desiderio di restare legati. È come se lui vivesse una lotta interiore tra due parti di sé, una che anela a stabilità e intimità, e un’altra che teme di sentirsi intrappolata, spingendolo a fuggire per poi tornare quando il senso di solitudine diventa troppo pesante. Questo crea una situazione di instabilità che a te ha tolto sicurezza e serenità.
Dal tuo racconto emerge anche una profonda difficoltà a lasciar andare questa storia, soprattutto perché è rimasta in sospeso, senza una chiusura chiara e definitiva. Questo fa sì che la tua mente torni continuamente a interrogarsi su cosa sarebbe potuto essere, evidenziando solo gli aspetti positivi, quasi a costruire un’immagine idealizzata di lui e della relazione, mentre si perdono di vista le ragioni che vi hanno portato a separarvi. È un meccanismo molto comune che agisce per proteggere il cuore dal dolore, ma che rischia di prolungare la sofferenza.
Il senso di vuoto e di “non riuscire a essere felice” che descrivi, nonostante i tuoi successi e le nuove opportunità che stai costruendo, è parte di un processo più ampio di elaborazione e riorganizzazione emotiva. È normale che, anche con la voglia di guardare avanti, ci siano momenti in cui il passato si ripresenta con forza, soprattutto quando la relazione ha rappresentato un punto fermo e un riferimento importante per te.
Riconoscere la complessità di questi sentimenti, accoglierli senza giudizio e concederti il tempo per integrarli è fondamentale. La paura di non essere capace di amare o di non trovare un’altra persona non deve oscurare il fatto che stai facendo un percorso di crescita, che hai già mostrato forza e capacità di affrontare le difficoltà. Ricorda che ogni esperienza, anche quella dolorosa, può diventare occasione per conoscersi più a fondo e per imparare a costruire relazioni più sane e autentiche.
Ti invito a considerare la possibilità di un percorso terapeutico che possa sostenerti in questo momento delicato, aiutandoti a comprendere le tue emozioni, a ricostruire la tua autostima e a definire ciò che davvero desideri per te stessa, fuori da schemi e paure. È un investimento prezioso per il tuo benessere e per la tua serenità futura.
Ti ringrazio per la fiducia con cui hai voluto condividere la tua storia. Rimango a disposizione per accompagnarti in questo cammino di guarigione e rinascita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Questo continuo andare e venire, questa alternanza di vicinanza e distacco, è una modalità che spesso nasconde un conflitto interno tra la paura di perdere sé stessi nella relazione e il desiderio di restare legati. È come se lui vivesse una lotta interiore tra due parti di sé, una che anela a stabilità e intimità, e un’altra che teme di sentirsi intrappolata, spingendolo a fuggire per poi tornare quando il senso di solitudine diventa troppo pesante. Questo crea una situazione di instabilità che a te ha tolto sicurezza e serenità.
Dal tuo racconto emerge anche una profonda difficoltà a lasciar andare questa storia, soprattutto perché è rimasta in sospeso, senza una chiusura chiara e definitiva. Questo fa sì che la tua mente torni continuamente a interrogarsi su cosa sarebbe potuto essere, evidenziando solo gli aspetti positivi, quasi a costruire un’immagine idealizzata di lui e della relazione, mentre si perdono di vista le ragioni che vi hanno portato a separarvi. È un meccanismo molto comune che agisce per proteggere il cuore dal dolore, ma che rischia di prolungare la sofferenza.
Il senso di vuoto e di “non riuscire a essere felice” che descrivi, nonostante i tuoi successi e le nuove opportunità che stai costruendo, è parte di un processo più ampio di elaborazione e riorganizzazione emotiva. È normale che, anche con la voglia di guardare avanti, ci siano momenti in cui il passato si ripresenta con forza, soprattutto quando la relazione ha rappresentato un punto fermo e un riferimento importante per te.
Riconoscere la complessità di questi sentimenti, accoglierli senza giudizio e concederti il tempo per integrarli è fondamentale. La paura di non essere capace di amare o di non trovare un’altra persona non deve oscurare il fatto che stai facendo un percorso di crescita, che hai già mostrato forza e capacità di affrontare le difficoltà. Ricorda che ogni esperienza, anche quella dolorosa, può diventare occasione per conoscersi più a fondo e per imparare a costruire relazioni più sane e autentiche.
Ti invito a considerare la possibilità di un percorso terapeutico che possa sostenerti in questo momento delicato, aiutandoti a comprendere le tue emozioni, a ricostruire la tua autostima e a definire ciò che davvero desideri per te stessa, fuori da schemi e paure. È un investimento prezioso per il tuo benessere e per la tua serenità futura.
Ti ringrazio per la fiducia con cui hai voluto condividere la tua storia. Rimango a disposizione per accompagnarti in questo cammino di guarigione e rinascita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Buon pomeriggio Alessandra, situazioni come quella che descrive, caratterizzate da alti e bassi emotivi e da un continuo alternarsi di vicinanza e allontanamento, possono lasciare un senso di confusione, dolore e smarrimento molto intensi.
Da quanto racconta, sembra che il suo ex partner viva una profonda lotta interiore tra il desiderio di stabilità e un bisogno altrettanto forte di libertà e autonomia, che si manifesta nella sua idea di “seguire la propria natura da viaggiatore”. Questa ambivalenza può essere difficile da comprendere e accettare. È importante ricordare che i comportamenti e i sentimenti dell’altro non sono sempre riconducibili a una logica coerente o facilmente interpretabile, spesso sono il risultato di vissuti personali, paure, insicurezze e bisogni profondi che possono sfuggire alla nostra comprensione diretta.
Lei ha dimostrato grande maturità nel cercare di sostenerlo e nel voler trovare soluzioni condivise, ma la sua sofferenza è legittima e merita attenzione. Il percorso di distacco che ha deciso di intraprendere rappresenta un atto di rispetto verso se stessa e verso la sua salute emotiva, fondamentale per ricostruire un equilibrio e ritrovare serenità.
Può essere utile, in questa fase, dedicarsi a se stessa e ai suoi bisogni, cercando di elaborare il dolore e le ferite lasciate da questa relazione con il supporto di amici, familiari o, se lo desidera, di un professionista che possa accompagnarla in questo cammino. La comprensione di quanto accaduto arriverà nel tempo, e intanto l’importante è prendersi cura di sé con gentilezza e pazienza.
Un caro saluto.
Da quanto racconta, sembra che il suo ex partner viva una profonda lotta interiore tra il desiderio di stabilità e un bisogno altrettanto forte di libertà e autonomia, che si manifesta nella sua idea di “seguire la propria natura da viaggiatore”. Questa ambivalenza può essere difficile da comprendere e accettare. È importante ricordare che i comportamenti e i sentimenti dell’altro non sono sempre riconducibili a una logica coerente o facilmente interpretabile, spesso sono il risultato di vissuti personali, paure, insicurezze e bisogni profondi che possono sfuggire alla nostra comprensione diretta.
Lei ha dimostrato grande maturità nel cercare di sostenerlo e nel voler trovare soluzioni condivise, ma la sua sofferenza è legittima e merita attenzione. Il percorso di distacco che ha deciso di intraprendere rappresenta un atto di rispetto verso se stessa e verso la sua salute emotiva, fondamentale per ricostruire un equilibrio e ritrovare serenità.
Può essere utile, in questa fase, dedicarsi a se stessa e ai suoi bisogni, cercando di elaborare il dolore e le ferite lasciate da questa relazione con il supporto di amici, familiari o, se lo desidera, di un professionista che possa accompagnarla in questo cammino. La comprensione di quanto accaduto arriverà nel tempo, e intanto l’importante è prendersi cura di sé con gentilezza e pazienza.
Un caro saluto.
Buongiorno Alessandra, capisco quanto sia difficile per lei dare un senso a una storia che, almeno in alcuni momenti, le è sembrata solida e ricca di complicità. Quando una relazione si interrompe in modo ripetitivo e con motivazioni che sembrano sempre le stesse, può diventare logorante sia emotivamente sia mentalmente. La mente cerca una logica, una coerenza che però, in certi casi, non è possibile trovare, perché i comportamenti dell’altra persona derivano da dinamiche interne che non dipendono da lei e che possono essere molto radicate nella sua storia di vita. Dal racconto emerge che il suo ex compagno vive una forte ambivalenza: da un lato desidera vicinanza, stabilità e condivisione, dall’altro percepisce un bisogno irrinunciabile di libertà e di spostamento, non solo fisico ma anche emotivo. Questa alternanza tra il volere un legame e il sentirsi oppresso da esso è spesso legata a schemi personali che si attivano indipendentemente dalla qualità della relazione. Lei stessa sottolinea di non aver mai imposto limiti alle sue esperienze, e questo rende evidente che il problema non era tanto nelle regole della vostra convivenza, quanto nel conflitto interiore che lui portava con sé. Il fatto che nella sua vita non abbia avuto lunghi periodi da single e che tenda a passare da una relazione all’altra senza tempi di reale elaborazione può indicare una difficoltà a confrontarsi con sé stesso al di fuori di un rapporto di coppia. Allo stesso tempo, il bisogno di “scappare” quando la relazione diventa stabile può essere una strategia, anche inconsapevole, per evitare di affrontare paure o responsabilità emotive che la vicinanza inevitabilmente porta. Questi schemi possono sembrare incoerenti dall’esterno, ma per chi li vive rappresentano un equilibrio fragile e provvisorio che si mantiene solo a costo di continue rotture. La sua fatica e il senso di svuotamento che prova oggi sono reazioni comprensibili, soprattutto dopo aver investito tanto e aver cercato di comprendere e supportare i suoi bisogni. La tentazione di cercare una spiegazione razionale è naturale, ma rischia di intrappolarla in un processo di analisi infinita che le toglie energia. In un’ottica cognitivo-comportamentale, può essere utile accettare che la coerenza che cerca non sta nelle sue azioni, né nella vostra compatibilità, ma nel modo in cui lui gestisce le proprie contraddizioni interne. Il percorso che ha scelto, fatto di distacco e di chiusura, è una strategia protettiva che può aiutarla a interrompere il ciclo di riavvicinamenti e separazioni. Non si tratta di negare ciò che avete vissuto, ma di riconoscere che per proteggere il suo benessere emotivo è necessario non riaprire canali che potrebbero riportarla in una dinamica dolorosa. Col tempo, il bisogno di una spiegazione potrebbe lasciare spazio alla consapevolezza che non tutte le storie finiscono perché qualcuno ha sbagliato di più o di meno, ma perché i bisogni, i tempi e i modi di vivere la vita non si allineano in modo stabile. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Alessandra, quello che descrivi è la storia di una relazione segnata da un pattern ricorrente: momenti di intensa connessione seguiti da fughe improvvise.
La sua difficoltà non sembra essere legata a ciò che tu offrivi, ma a un bisogno profondo di sentirsi libero da legami stabili, probabilmente per preservare una sensazione di autonomia e identità che percepisce minacciata nella convivenza.
Il fatto che abbia alternato relazioni lunghe senza reali periodi di solitudine, e che abbia “ripreso” rapporti interrotti senza elaborare davvero le separazioni, può indicare una scarsa capacità di stare da solo e di elaborare i legami in modo stabile. Al tempo stesso, la sua narrativa di “seguire la natura del viaggiatore” può essere un modo per razionalizzare un disagio interno che non riesce o non vuole affrontare.
Questa incoerenza che tu percepisci è in realtà coerenza con il suo schema di funzionamento: alternare vicinanza e fuga, attrazione per la stabilità e paura di essa. Non ha a che fare con un tuo errore o con una mancanza da parte tua, ma con dinamiche personali che solo lui potrebbe scegliere di affrontare.
Il tuo percorso di distacco è corretto: accettare che non tutto trova una spiegazione logica e che, anche se alcune sue parti sembravano compatibili con te, altre erano incompatibili in modo strutturale. Riconoscere questo ti aiuterà a liberarti dall’idea che sarebbe bastato “fare di più” per farlo restare.
Un caro saluto
La sua difficoltà non sembra essere legata a ciò che tu offrivi, ma a un bisogno profondo di sentirsi libero da legami stabili, probabilmente per preservare una sensazione di autonomia e identità che percepisce minacciata nella convivenza.
Il fatto che abbia alternato relazioni lunghe senza reali periodi di solitudine, e che abbia “ripreso” rapporti interrotti senza elaborare davvero le separazioni, può indicare una scarsa capacità di stare da solo e di elaborare i legami in modo stabile. Al tempo stesso, la sua narrativa di “seguire la natura del viaggiatore” può essere un modo per razionalizzare un disagio interno che non riesce o non vuole affrontare.
Questa incoerenza che tu percepisci è in realtà coerenza con il suo schema di funzionamento: alternare vicinanza e fuga, attrazione per la stabilità e paura di essa. Non ha a che fare con un tuo errore o con una mancanza da parte tua, ma con dinamiche personali che solo lui potrebbe scegliere di affrontare.
Il tuo percorso di distacco è corretto: accettare che non tutto trova una spiegazione logica e che, anche se alcune sue parti sembravano compatibili con te, altre erano incompatibili in modo strutturale. Riconoscere questo ti aiuterà a liberarti dall’idea che sarebbe bastato “fare di più” per farlo restare.
Un caro saluto
Buongiorno Signora Alessandra. Grazie di aver condiviso la sua esperienza in questo spazio. Parto col dirle che mi dispiace molto che la sua relazione sia giunta al termine. Non deve sentirsi in colpa perché era il suo ex ad avere dei "problemi". Ho letto che dai 18 anni fino ai 36 anni è sempre stato coinvolto in una relazione, quella con la sua ex moglie, e che non ha mai avuto modo di trascorrere qualche periodo da single per capire come sarebbe stato. E' come se la capacità di rimanere da solo non ce l'avesse. Questa sua incapacità l'ha portato a sbagliare e ci è andata di mezzo lei perché ha sofferto molto per quella situazione. Probabilmente se il suo ex chiedeva aiuto ad uno specialista la sua vita si sarebbe evoluta diversamente. L'aiuto di un professionista serve per conoscere meglio sé stessi e a capire cosa si vuole dalla vita. Si conoscono pensieri, emozioni, desideri inesplorati ... come un lungo ed avventuroso viaggio. Il suo campanello d'allarme iniziale era corretto. A volte il nostro istinto già sa se la persona che abbiamo di fronte è quella giusta oppure no perché ad inizio della frequentazione si parla di tante cose e da queste cose si capisce se ne vale la pena o meno. Lei però non si senta in colpa per aver voluto comunque provare ad intraprendere la relazione perché solo con l'esperienza si imparano determinate cose. L'esperienza ci aiuta a capire gli errori da non ripetere in futuro. Lei in questa relazione ha annullato completamente sé stessa per il suo ex perché lo amava. Non è un bene annullare sé stessi per nessuno. E' possibile scendere a compromessi di tanto in tanto ma senza annullarsi. Da quel che leggo si capisce che ha fatto davvero di tutto per lui ed è davvero ammirevole. Ripeta a sé stessa che è davvero una bella persona! Lui sembra amare ancora la sua ex moglie da quanto scrive. Lo si intuisce nella frase che dice "la ex moglie lo lasciò attorno ai 22 anni per un altro uomo per poi riapparire dopo 4 anni e lui la riprese immediatamente lasciando la ragazza che frequentava così come ha fatto con me". E' molto probabile che nella sua testa ci sia ancora l'ex moglie nonostante sentisse di voler stare da solo. Capisco molto bene il suo senso di vuoto che il suo ex le ha lasciato. Spero solo di averla aiutata a trovare una spiegazione logica per questa triste fine. L'aiuto che potrei offrirle è un sostegno psicologico, potrei aiutarla a ritrovare sé stessa esplorando insieme a lei desideri nascosti, le sue passioni. Solo tornando a centrare l'attenzione su sé stessa riuscirà a distaccarsi completamente dal suo ex perché metterà al centro prima lei. Non dovrà fare altro che pensare al suo benessere. Rimarrò a sua completa disposizione. Se dovesse avere bisogno di intraprendere questo percorso interiore e di sostegno psicologico mi scriva, ok? Le auguro una buona giornata e un buon ferragosto.
Dott.ssa Angela Atlante
Dott.ssa Angela Atlante
Salve Alessandra, grazie per aver descritto al meglio quello che è successo. Intanto volevo sottolineare che sei stata una compagna che l'ha davvero sostenuto e non è da dare per scontato, anzi è da valorizzare e penso che questa sia una tua qualità molto bella. Il sostegno e la presenza è qualcosa di molto radicato in te. D'altra parte da quello che descrivi forse lui sta attraversando una fase in cui è davvero alla ricerca di sè: stare così tanto tempo con l'ex moglie, anche se con alti e bassi, poi ritrovarsi da solo o con un altra persona è come ricrearsi un nuovo mondo e un nuovo sè stesso. Provo a capire e comprendere che tu ci hai investito e alla fine ti sei ritrovata da sola ma in questo caso lui non era forse pronto a ristabilirsi.
Di lui ad oggi non ti puoi occupare ma col giusto tempo puoi risanare te stessa e accogliere quello che è stato.
Rimango a disposizione per qualunque cosa.
Dott.ssa Casumaro Giada
Di lui ad oggi non ti puoi occupare ma col giusto tempo puoi risanare te stessa e accogliere quello che è stato.
Rimango a disposizione per qualunque cosa.
Dott.ssa Casumaro Giada
Ciao Alessandra,
da ciò che racconti sembra che la relazione si sia conclusa in modo definitivo e capisco quanto possa essere difficile fare i conti con una chiusura così dolorosa e confusa.
È del tutto naturale, in momenti come questi, cercare di dare un senso a ciò che è successo, cercare spiegazioni che possano placare il dolore e l’incredulità.
Mi sento però di invitarti a fermarti un momento e porre delle domande a te stessa:
quello che sto cercando di capire è qualcosa che posso davvero controllare?
È qualcosa su cui posso agire concretamente, o mi sta solo consumando?
I pensieri, le ambivalenze e le contraddizioni del tuo ex compagno non sono cose su cui puoi intervenire, perché riguardano il suo mondo interno, la sua storia.
Quello che invece puoi fare, e meriti di fare, è prenderti cura di te.
Provare a capire come ti ha fatto sentire tutto questo, cosa ha smosso in te, che bisogni ha toccato, quali ferite ha riattivato.
Non si tratta di trovare colpe nell'altro, ma di cercare una nuova consapevolezza spostando il focus da lui a te.
Concediti tempo, spazio e magari anche un sostegno professionale per attraversare questo momento.
Spero di esserle stata utile e le auguro di ritrovare il suo equilibrio.
da ciò che racconti sembra che la relazione si sia conclusa in modo definitivo e capisco quanto possa essere difficile fare i conti con una chiusura così dolorosa e confusa.
È del tutto naturale, in momenti come questi, cercare di dare un senso a ciò che è successo, cercare spiegazioni che possano placare il dolore e l’incredulità.
Mi sento però di invitarti a fermarti un momento e porre delle domande a te stessa:
quello che sto cercando di capire è qualcosa che posso davvero controllare?
È qualcosa su cui posso agire concretamente, o mi sta solo consumando?
I pensieri, le ambivalenze e le contraddizioni del tuo ex compagno non sono cose su cui puoi intervenire, perché riguardano il suo mondo interno, la sua storia.
Quello che invece puoi fare, e meriti di fare, è prenderti cura di te.
Provare a capire come ti ha fatto sentire tutto questo, cosa ha smosso in te, che bisogni ha toccato, quali ferite ha riattivato.
Non si tratta di trovare colpe nell'altro, ma di cercare una nuova consapevolezza spostando il focus da lui a te.
Concediti tempo, spazio e magari anche un sostegno professionale per attraversare questo momento.
Spero di esserle stata utile e le auguro di ritrovare il suo equilibrio.
Buongiorno, credo che per quell'uomo, lei abbia "annullato" se stessa e i suoi desiderii. Le consiglio quindi da ripartire da lì, con l'aiuto di un percorso psicologico. Cordiali saluti.
Cara Alessandra, è vero, sembra "tutto incoerente"...
Le emozioni che prova, la delusione e la voglia di distacco emergono chiaramente dalle Sue parole e dal modo in cui racconta la Sua storia. Non è semplice affrontare tutto ciò, soprattutto dopo aver vissuto una relazione intensa e duratura.
Sono a Sua disposizione per aiutarLa, in questa fase così delicata, ad elaborare e metabolizzare ciò che è successo per poter continuare a vivere serenamente la Sua vita.
Le emozioni che prova, la delusione e la voglia di distacco emergono chiaramente dalle Sue parole e dal modo in cui racconta la Sua storia. Non è semplice affrontare tutto ciò, soprattutto dopo aver vissuto una relazione intensa e duratura.
Sono a Sua disposizione per aiutarLa, in questa fase così delicata, ad elaborare e metabolizzare ciò che è successo per poter continuare a vivere serenamente la Sua vita.
Buongiorno Alessandra, è comprensibile sentirsi svuotata e confusa quando una relazione, nonostante i tanti sforzi e la complicità, si interrompe in modo così doloroso e apparentemente incoerente. A volte, alcune persone faticano a conciliare il desiderio di stabilità con il bisogno di libertà e cambiamento. Questo può portare a comportamenti contraddittori, che lasciano chi sta accanto con molte domande irrisolte. Tuttavia, ciò che ora conta non è trovare tutte le risposte sul perché, ma proteggere il suo equilibrio e dare valore a ciò che lei desidera davvero in una relazione. Il percorso che ha scelto di intraprendere — quello del distacco e della chiusura — appare come un modo per tutelarsi ed iniziare a rimettere al centro se stessa. Col tempo potrà trasformare questo dolore in consapevolezza e in nuove risorse. Un caro saluto
Cara Alessandra,
colgo nel tuo racconto tutta la fatica e il senso di svuotamento che stai vivendo, insieme al bisogno di dare un senso a ciò che appare incoerente. Da come descrivi la relazione, sembra che tu abbia dato molto, con presenza e apertura, mentre dall’altra parte emergeva un continuo oscillare tra desiderio di vicinanza e bisogno di fuga. È naturale che tu oggi senta dolore e confusione.
A volte ci sentiamo attratti proprio da ciò che inconsapevolmente tocca un nostro bisogno profondo: può essere il desiderio di “salvare” qualcuno, di sentirsi indispensabili, o anche la fascinazione per chi porta con sé un senso di libertà e avventura che noi stessi desideriamo.
Domandarti cosa ti abbia colpita di questa persona e a quali tuoi bisogni abbia dato risposta la scelta di questa relazione può diventare un modo per conoscerti meglio, nell’ottica di comprendere come orientarti verso legami che sappiano nutrire stabilmente quelle parti di te che cercano vicinanza, rispetto e sicurezza.
Ti faccio i miei migliori auguri e ti incoraggio a rivolgerti a un professionista che sappia aiutarti a comprendere e a comprenderti.
Un caro saluto, Dott.ssa Alessandra Mascellani
colgo nel tuo racconto tutta la fatica e il senso di svuotamento che stai vivendo, insieme al bisogno di dare un senso a ciò che appare incoerente. Da come descrivi la relazione, sembra che tu abbia dato molto, con presenza e apertura, mentre dall’altra parte emergeva un continuo oscillare tra desiderio di vicinanza e bisogno di fuga. È naturale che tu oggi senta dolore e confusione.
A volte ci sentiamo attratti proprio da ciò che inconsapevolmente tocca un nostro bisogno profondo: può essere il desiderio di “salvare” qualcuno, di sentirsi indispensabili, o anche la fascinazione per chi porta con sé un senso di libertà e avventura che noi stessi desideriamo.
Domandarti cosa ti abbia colpita di questa persona e a quali tuoi bisogni abbia dato risposta la scelta di questa relazione può diventare un modo per conoscerti meglio, nell’ottica di comprendere come orientarti verso legami che sappiano nutrire stabilmente quelle parti di te che cercano vicinanza, rispetto e sicurezza.
Ti faccio i miei migliori auguri e ti incoraggio a rivolgerti a un professionista che sappia aiutarti a comprendere e a comprenderti.
Un caro saluto, Dott.ssa Alessandra Mascellani
Alessandra, da quanto descrivi, la situazione che hai vissuto appare coerente con un modello di personalità e di funzionamento emotivo dell’altro, più che con qualcosa che tu avresti potuto “prevedere” o controllare.
Il suo comportamento ricorrente – partire da una relazione intensa e poi allontanarsi improvvisamente quando sente “malessere nel vincolo”, per poi tornare, e successivamente chiudere definitivamente – può essere interpretato come un bisogno di autonomia assoluta e difficoltà a gestire intimità prolungate, piuttosto che come incoerenza nei tuoi confronti. Il fatto che tu abbia sempre cercato di supportarlo e comprendere le sue esigenze non rende il distacco meno doloroso, ma evidenzia la tua disponibilità e responsabilità emotiva, che purtroppo non viene corrisposta in questo momento.
Il suo bisogno di viaggiare, sperimentare e non programmare la vita a lungo termine con un partner sembra radicato, probabilmente anche influenzato dal lungo periodo di relazioni stabili precedenti, in cui non ha mai sperimentato la condizione di singolo adulto autonomo. Questo può spiegare la dicotomia che percepisci tra la sua cura per sé stesso e la sua incapacità di restare in una relazione stabile: si tratta di due aspetti della personalità che convivono, ma che non trovano armonia in un legame duraturo.
Il tuo senso di vuoto e difficoltà nell’accettare la fine è naturale e coerente con l’attaccamento emotivo e con la profondità della relazione. Il fatto che tu stia cercando di comprendere e dare un senso a ciò che sembra “incoerente” rientra nella normale elaborazione di un distacco doloroso. In questa fase, il focus principale è prendersi cura di te stessa, rispettare il bisogno di chiusura completa e proteggere i tuoi confini emotivi. Non serve razionalizzare ogni sua scelta per guarire dal dolore; comprendere il quadro generale del suo funzionamento può aiutarti a evitare di assumere responsabilità emotive che non ti appartengono.
La sua incoerenza apparente non è un errore tuo né un riflesso del tuo valore, ma piuttosto un limite della sua capacità di gestire intimità e indipendenza simultaneamente. La chiusura totale, sebbene dolorosa, è coerente con la necessità di rispettare i tuoi confini e proseguire nel tuo percorso di crescita e distacco emotivo.
Il suo comportamento ricorrente – partire da una relazione intensa e poi allontanarsi improvvisamente quando sente “malessere nel vincolo”, per poi tornare, e successivamente chiudere definitivamente – può essere interpretato come un bisogno di autonomia assoluta e difficoltà a gestire intimità prolungate, piuttosto che come incoerenza nei tuoi confronti. Il fatto che tu abbia sempre cercato di supportarlo e comprendere le sue esigenze non rende il distacco meno doloroso, ma evidenzia la tua disponibilità e responsabilità emotiva, che purtroppo non viene corrisposta in questo momento.
Il suo bisogno di viaggiare, sperimentare e non programmare la vita a lungo termine con un partner sembra radicato, probabilmente anche influenzato dal lungo periodo di relazioni stabili precedenti, in cui non ha mai sperimentato la condizione di singolo adulto autonomo. Questo può spiegare la dicotomia che percepisci tra la sua cura per sé stesso e la sua incapacità di restare in una relazione stabile: si tratta di due aspetti della personalità che convivono, ma che non trovano armonia in un legame duraturo.
Il tuo senso di vuoto e difficoltà nell’accettare la fine è naturale e coerente con l’attaccamento emotivo e con la profondità della relazione. Il fatto che tu stia cercando di comprendere e dare un senso a ciò che sembra “incoerente” rientra nella normale elaborazione di un distacco doloroso. In questa fase, il focus principale è prendersi cura di te stessa, rispettare il bisogno di chiusura completa e proteggere i tuoi confini emotivi. Non serve razionalizzare ogni sua scelta per guarire dal dolore; comprendere il quadro generale del suo funzionamento può aiutarti a evitare di assumere responsabilità emotive che non ti appartengono.
La sua incoerenza apparente non è un errore tuo né un riflesso del tuo valore, ma piuttosto un limite della sua capacità di gestire intimità e indipendenza simultaneamente. La chiusura totale, sebbene dolorosa, è coerente con la necessità di rispettare i tuoi confini e proseguire nel tuo percorso di crescita e distacco emotivo.
Alessandra, quello che racconti mostra una dinamica che in realtà ha una sua coerenza interna, anche se dall’esterno – e soprattutto da chi ha dato tanto come te – appare profondamente contraddittoria e dolorosa.
Il tuo ex compagno sembra vivere un conflitto tra due parti di sé. Da una parte c’è il bisogno di stabilità, di condivisione, di costruzione di una quotidianità sana fatta di cura di sé, complicità, affetto: quella parte che con te ha trovato spazio e che vi ha permesso di vivere momenti intensi e sereni. Dall’altra c’è un nucleo molto forte di inquietudine e di fuga, legato all’idea di libertà assoluta, di viaggi senza legami, di non dover rendere conto a nessuno.
Questo conflitto non è nato con te: ha attraversato la sua storia precedente, con la ex moglie e con la ragazza che ha lasciato improvvisamente per tornare indietro. Lui non ha mai davvero imparato a stare solo, eppure sogna costantemente un’immagine di sé come uomo indipendente e libero. È come se oscillasse tra il timore di perdersi dentro una relazione e l’incapacità di reggere la solitudine.
Ogni volta che la parte “viaggiatore solitario” prende il sopravvento, lui fugge, salvo poi cercare nuovamente il contenimento e l’affetto che la relazione gli dava. Questo spiega le sue crisi cicliche, le fughe improvvise, i ritorni repentini. Il fatto che tu lo abbia sostenuto, che gli abbia dato possibilità concrete per cercare un equilibrio, non è stato inutile: ma la sua instabilità non nasce dalle circostanze esterne, quanto da un conflitto interno che nessun partner può risolvere al posto suo.
Il dolore che provi ora è quello di aver dato molto e di vederti “tagliata fuori” nonostante la disponibilità, la pazienza e i compromessi. Ma la spiegazione non è nella tua mancanza, né in errori tuoi: è nel suo bisogno di inseguire una libertà che non riesce mai a vivere davvero senza dover rompere i legami.
Il distacco totale che hai scelto è una forma di protezione necessaria, perché continuare a restare disponibile significherebbe esporsi di nuovo alle sue oscillazioni. La coerenza che cerchi non la troverai nelle sue parole o nei suoi progetti, ma nella consapevolezza che il suo comportamento riflette la sua fragilità, non il tuo valore.
Il passo che ti aiuterà è spostare l’attenzione dal chiederti “perché lui” al chiederti “come io posso proteggere me stessa da questo schema” e “cosa ho imparato su ciò che voglio in un partner”. Non sei stata ingenua: sei stata generosa. È lui a non avere gli strumenti per mantenere ciò che ha costruito.
Dott.ssa De Pretto
Il tuo ex compagno sembra vivere un conflitto tra due parti di sé. Da una parte c’è il bisogno di stabilità, di condivisione, di costruzione di una quotidianità sana fatta di cura di sé, complicità, affetto: quella parte che con te ha trovato spazio e che vi ha permesso di vivere momenti intensi e sereni. Dall’altra c’è un nucleo molto forte di inquietudine e di fuga, legato all’idea di libertà assoluta, di viaggi senza legami, di non dover rendere conto a nessuno.
Questo conflitto non è nato con te: ha attraversato la sua storia precedente, con la ex moglie e con la ragazza che ha lasciato improvvisamente per tornare indietro. Lui non ha mai davvero imparato a stare solo, eppure sogna costantemente un’immagine di sé come uomo indipendente e libero. È come se oscillasse tra il timore di perdersi dentro una relazione e l’incapacità di reggere la solitudine.
Ogni volta che la parte “viaggiatore solitario” prende il sopravvento, lui fugge, salvo poi cercare nuovamente il contenimento e l’affetto che la relazione gli dava. Questo spiega le sue crisi cicliche, le fughe improvvise, i ritorni repentini. Il fatto che tu lo abbia sostenuto, che gli abbia dato possibilità concrete per cercare un equilibrio, non è stato inutile: ma la sua instabilità non nasce dalle circostanze esterne, quanto da un conflitto interno che nessun partner può risolvere al posto suo.
Il dolore che provi ora è quello di aver dato molto e di vederti “tagliata fuori” nonostante la disponibilità, la pazienza e i compromessi. Ma la spiegazione non è nella tua mancanza, né in errori tuoi: è nel suo bisogno di inseguire una libertà che non riesce mai a vivere davvero senza dover rompere i legami.
Il distacco totale che hai scelto è una forma di protezione necessaria, perché continuare a restare disponibile significherebbe esporsi di nuovo alle sue oscillazioni. La coerenza che cerchi non la troverai nelle sue parole o nei suoi progetti, ma nella consapevolezza che il suo comportamento riflette la sua fragilità, non il tuo valore.
Il passo che ti aiuterà è spostare l’attenzione dal chiederti “perché lui” al chiederti “come io posso proteggere me stessa da questo schema” e “cosa ho imparato su ciò che voglio in un partner”. Non sei stata ingenua: sei stata generosa. È lui a non avere gli strumenti per mantenere ciò che ha costruito.
Dott.ssa De Pretto
Buongiorno Carissima Alessandra, hai fatto bene a scrivere quanto ti è successo. Spesso mettere nero su bianco le nostre emozioni ci aiuta a fare chiarezza e a osservarle con uno sguardo nuovo. Mi è dispiaciuto tanto leggere questa tua storia, ho sentito tanta fatica e tanto dolore. E' assolutamente comprensibile provare sentimenti così intensi, soprattutto quando ci troviamo davanti a situazioni che ci sembrano profondamente incoerenti, e ancora di più quando in ballo ci sono i sentimenti. Mi è sembrato anche di leggere una sfumatura di senso di colpa, come se ti rimproverassi per non avere agito diversamente. Ma ci tengo a dirti con fermezza che il comportamento del tuo ex fidanzato non è in alcun modo una tua responsabilità, tu non hai fatto nulla di sbagliato! Il suo comportamento riguarda qualcosa di suo, qualcosa su cui se vorrà potrà lavorare. Se il tuo malessere persiste, ti suggerisco di considerare il supporto di uno psicologo, potrebbe aiutarti a esplorare queste emozioni in profondità e a ritrovare quella luce che, anche se forse ora ti sembra debole, è lì dentro di te e aspetta solo di tornare a splendere! Se vuoi contattami, ti accompagno volentieri in questo viaggio! Un abbraccio, Arianna
Buongiorno Alessandra, dalle sue parole emerge con chiarezza quanto questa relazione l’abbia coinvolta e quanto impegno abbia messo nel sostenerla. Da ciò che racconta rispetto al suo ex compagno, è comprensibile che lei percepisca incoerenza, ma spesso queste oscillazioni riflettono una fatica interna della persona a trovare un equilibrio tra desiderio di intimità e bisogno di autonomia.
Il dolore che sente ora è assolutamente legittimo: ha investito tanto e si ritrova con un vuoto difficile da spiegare in modo razionale. In questi casi, più che cercare una logica nelle scelte dell’altro, può esserle utile focalizzarsi su di sè, sul prendersi cura di sé, riconoscere i propri bisogni, elaborare la perdita e rafforzare i confini che le permettano in futuro di proteggersi da relazioni che la fanno soffrire.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla ad attraversare questo momento, a dare senso a quanto accaduto e a recuperare energie per sé e per i suoi futuri progetti di vita.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
Il dolore che sente ora è assolutamente legittimo: ha investito tanto e si ritrova con un vuoto difficile da spiegare in modo razionale. In questi casi, più che cercare una logica nelle scelte dell’altro, può esserle utile focalizzarsi su di sè, sul prendersi cura di sé, riconoscere i propri bisogni, elaborare la perdita e rafforzare i confini che le permettano in futuro di proteggersi da relazioni che la fanno soffrire.
Un supporto psicologico potrebbe aiutarla ad attraversare questo momento, a dare senso a quanto accaduto e a recuperare energie per sé e per i suoi futuri progetti di vita.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
Salve Alessandra, è difficile ipotizzare una qualche interpretazione da un racconto fatto da terzi. Certo è che parliamo di un uomo con evidenti difficoltà sul piano relazionale, potrebbero esser frutto di vissuti con la sua ex moglie, o nella sua famiglia d'origine, questo è molto difficile da dedurre dal suo racconto. Provi a chiedersi perché ha tanto bisogno di questa "interpretazione" per poter proseguire nel suo percorso verso il distacco. Non potrebbe aver scelto lei di non proseguire una relazione con un uomo che non ha la sua stessa maturità affettiva? Ha bisogno di sapere se sta soffrendo davvero perché in quel caso sentirebbe di doverlo aiutare? Delinei un percorso per sé verso il suo benessere e lo persegua, sarà certamente in grado di sciogliere alcuni nodi e di decidere se, indipendentemente dall'interpretazione dei comportamenti, lei sente che ha bisogno di "stare con" e non di "stare per" un uomo.
Resto a disposizione. In bocca al lupo!
Resto a disposizione. In bocca al lupo!
Buongiorno Alessandra, la ringrazio per aver condiviso una storia così complessa e, lo capisco bene, emotivamente devastante. Il suo racconto è lucido e dettagliato, e rivela una grande forza d'animo nell'aver resistito e tentato di comprendere una persona con schemi comportamentali così incoerenti e dolorosi.
Comprendo perfettamente che lei si senta totalmente svuotata e che stia cercando disperatamente una spiegazione logica a una fine che sembra non averne. È normale: la mente cerca ordine, e quando si scontra con l'irrazionalità altrui, l'unica cosa che può fare è cercare la colpa in sé stessi per ritrovare un senso di controllo ("credo di aver sbagliato nel sottovalutare...").
È cruciale spostare il focus: la spiegazione logica non è in ciò che lei ha sbagliato, ma nei pattern emotivi e comportamentali del suo ex compagno.
La situazione che descrive non è una "storia d'amore finita male", ma una dinamica relazionale fortemente influenzata da un profondo conflitto interiore e da un probabile stile di attaccamento insicuro o evitante dell'altra persona.
Quando lui le dice che "da solo funzionava meglio" o "non può stare con nessuno", in realtà sta cercando di dirle: "Non riesco a gestire l'intimità profonda, quindi scappo prima di essere intrappolato o ferito."
Questo schema – avvicinarsi, stabilizzarsi, sentire il panico, scappare, pentirsi e tornare – è un ciclo doloroso ma prevedibile che si ripete da anni nella sua vita, anche prima di lei (il ritorno con l'ex moglie). Non appena una relazione diventa troppo vera, stabile e "casa", lui la sabota. Lei non è la causa, ma il destinatario di questa sua incapacità di sostenere un legame adulto e duraturo.
Alessandra, lei ha dato il 100% per un uomo che non era emotivamente disponibile a ricevere. È tempo di incanalare quella stessa energia per proteggere e ricostruire sé stessa.
Lei è già nella fase più importante: quella del totale distacco e chiusura completa. Questo è l'unico modo per interrompere il suo doloroso "schema del ritorno".
Le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia individuale quanto prima, per prendersi cura di sè stessa.
Comprendo perfettamente che lei si senta totalmente svuotata e che stia cercando disperatamente una spiegazione logica a una fine che sembra non averne. È normale: la mente cerca ordine, e quando si scontra con l'irrazionalità altrui, l'unica cosa che può fare è cercare la colpa in sé stessi per ritrovare un senso di controllo ("credo di aver sbagliato nel sottovalutare...").
È cruciale spostare il focus: la spiegazione logica non è in ciò che lei ha sbagliato, ma nei pattern emotivi e comportamentali del suo ex compagno.
La situazione che descrive non è una "storia d'amore finita male", ma una dinamica relazionale fortemente influenzata da un profondo conflitto interiore e da un probabile stile di attaccamento insicuro o evitante dell'altra persona.
Quando lui le dice che "da solo funzionava meglio" o "non può stare con nessuno", in realtà sta cercando di dirle: "Non riesco a gestire l'intimità profonda, quindi scappo prima di essere intrappolato o ferito."
Questo schema – avvicinarsi, stabilizzarsi, sentire il panico, scappare, pentirsi e tornare – è un ciclo doloroso ma prevedibile che si ripete da anni nella sua vita, anche prima di lei (il ritorno con l'ex moglie). Non appena una relazione diventa troppo vera, stabile e "casa", lui la sabota. Lei non è la causa, ma il destinatario di questa sua incapacità di sostenere un legame adulto e duraturo.
Alessandra, lei ha dato il 100% per un uomo che non era emotivamente disponibile a ricevere. È tempo di incanalare quella stessa energia per proteggere e ricostruire sé stessa.
Lei è già nella fase più importante: quella del totale distacco e chiusura completa. Questo è l'unico modo per interrompere il suo doloroso "schema del ritorno".
Le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia individuale quanto prima, per prendersi cura di sè stessa.
Ciao Alessandra, non trovi una spiegazione logica perché purtroppo nelle relazioni c'è ben poco di logico e i sembra di capire che questa relazione ti abbia prosciugato l'energia, quindi forse ora, lavorerei sul recuperare la tua energia e trasformarla per vedere e fare qualcosa per te e non sulla logica della relazione, lascia che faccia male ma poi cerca di farti del bene.
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