Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 18 anni e nell’ultimo anno ho dovuto chiudere i rapporti co

24 risposte
Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di 18 anni e nell’ultimo anno ho dovuto chiudere i rapporti con alcune amiche d’infanzia.
Anche se questo tipo di situazione non viene spesso considerata un “problema grave”, per me ha avuto un impatto molto forte. Da allora ho iniziato ad avere seri problemi di sonno, e sogno queste ex amiche ogni notte.
Mi sento mentalmente esausta, costantemente sotto stress, e questo influisce sulla mia vita quotidiana.

Mi sono ritrovata costretta a troncare questi rapporti (ci conoscevamo tutte tra di noi) a causa di situazioni gravi che si trascinavano da mesi. Purtroppo ho sempre avuto la tendenza a giustificare gli altri, anche a mio discapito, ma alla fine col cuore in gola ho dovuto mettere un limite - le mancanze di rispetto erano sempre più difficili da ignorare.

Queste amicizie per me erano fondamentali: erano i pilastri della mia vita. Eppure col tempo si sono rivelate dannose, persino sabotanti. Ci penso tutti i giorni da mesi, e ho iniziato ad avere attacchi di panico legati anche alla solitudine e all’insicurezza.

Mi mancano, anche se so che non ricucirò mai i rapporti in quanto ripeto, si sono rivelate diverse da quello che credevo fossero sempre state.

Mi sento bloccata nei ricordi, mi sento sola, mentre temo che loro mi prendano in giro alle spalle. Ho il terrore di essere vista come quella “cattiva”, fredda, che ha chiuso anni di amicizia come se niente fosse. So che molte persone a me vicine mi dicono che non dovrebbe più importarmi e non dovrei colpevolizzarmi — anzi, che probabilmente dovrebbero essere loro a sentirsi in colpa — ma non riesco a scrollarmi di dosso tutto questo dolore.
Vi ringrazio tanto per l’attenzione.
(Mi scuso in anticipo se ci sono errori grammaticali o di forma, è davvero difficile riuscire a esprimere tutto questo in poche parole.)
Dott.ssa Federica Battista
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
Quello che racconti è molto comune e profondo. Chiudere rapporti affettivi significativi può lasciare dentro un vuoto doloroso, fatto di nostalgia, senso di colpa e insicurezza. Il fatto che tu riesca a riconoscere con lucidità ciò che hai vissuto dimostra una grande maturità emotiva.

È del tutto comprensibile che questo passaggio stia avendo un impatto sul tuo benessere: quando relazioni così importanti finiscono, il nostro equilibrio interiore può vacillare. In momenti come questo, confrontarsi con qualcuno che possa aiutarti a dare un senso a ciò che provi e sostenerti nel ricostruire fiducia e serenità.

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Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Gentile,
ha descritto con grande lucidità e sensibilità una ferita che merita attenzione. Perdere delle amicizie profonde, soprattutto quando sono legate all’infanzia, può essere doloroso quanto una separazione affettiva. I sintomi che sta vivendo — insonnia, sogni ricorrenti, ansia, attacchi di panico — sono segnali che il suo mondo interno sta ancora cercando di elaborare questa rottura.

Mettere un limite, anche quando è necessario, può lasciare un senso di colpa: non perché si è sbagliato, ma perché si è scelto di proteggersi.
Se sente il bisogno di parlarne con uno sguardo esterno e senza giudizio, sono disponibile per un colloquio. A volte, anche un solo incontro può aiutare a fare un po’ di chiarezza e sollievo.
Gentile utente, grazie per la sua condivisione; non deve essere stato facile mettere nero su bianco il suo bagaglio emotivo.
Chiudere dei rapporti comporta sempre un notevole sforzo, soprattutto se si tratta di rapporti d'infanzia: ad essi sono legati ricordi di una vita trascorsa insieme, per cui non si colpevolizzi e non si giudichi se le sta costando tanta fatica. "Ho il terrore di essere vista come quella “cattiva”, fredda, che ha chiuso anni di amicizia come se niente fosse." In questo caso, si chieda se quando ha chiuso i rapporti con le sue amiche ha esternato ciò che provava. Ha parlato di situazioni gravi e di mancanze di rispetto: è riuscita a dire loro tutto ciò che pensava a riguardo? Se la risposta è positiva, cerchi di focalizzarsi su questo: è stata sincera e trasparente. Se al contrario il rammarico l'ha portata a tenersi dentro parte di questo dolore, anche i sogni ricorrenti possono essere legati a ciò: è come se queste situazioni fossero state chiuse solo in modo parziale, come una porta socchiusa.
Punterei l'attenzione sui suoi attacchi di panico legati a sentimenti di solitudine e insicurezza: il corpo risponde a ciò che emotivamente diviene difficile sostenere, per cui ogni cosa parla di sé. In questo caso è importante prendersene cura quanto prima in modo che questi episodi non diventino ricorrenti: allo stesso tempo, le suggerisco di indagare meglio le cause, magari è convinta che questi attacchi di panico siano legati a questi pensieri, ma non necessariamente sono una conseguenza diretta.
In merito allo scrollarsi di dosso il dolore che sta provando, la chiave si trova proprio in questo: non deve farlo. Ogni emozione, per quanto scomoda, merita di essere pienamente vissuta, non ignorata né tantomeno allontanata con forza. Non esistono tempistiche esatte, né tantomeno protocolli da seguire in seguito a una chiusura. La fine di un'amicizia, proprio come ogni altro rapporto, merita di essere elaborato con i propri tempi. Non cerchi di cacciare via la sensazione di vuoto, piuttosto, provi a domandarsi, ad esempio, quali aspetti influivano invece positivamente su di sé, o se non riesce a individuarli inizi a domandarsi quali sono gli aspetti per lei determinanti in un rapporto d'amicizia. In questo modo avrà ulteriori strumenti per instaurare in futuro dei rapporti che possano arricchirla e che possano rappresentare dei pilastri, i quali non devono necessariamente essere ricercati nel passato.
Dott.ssa Anna Lapolla
Psicologo, Psicologo clinico
Calitri
Buon pomeriggio, innanzitutto, volevo dirti, che comprendo a pieno il tuo stato emotivo.
Come dici tu, per molti, questa situazione può non esser vista come un "problema grave".
Tuttavia, non importa, la percezione degli altri, importa la tua e per te ha avuto "un impatto molto forte". A parer mio, questo "impatto molto forte" l'avrebbero accusato molte persone, la maggior parte, se fossero state nei tuoi panni. Però noto, positivamente, che hai piena consapevolezza della situazione in quanto scrivi "Queste amicizie per me erano fondamentali: erano i pilastri della mia vita. Eppure col tempo si sono rivelate dannose, persino sabotanti.". Sei stata coraggiosa a troncare queste amicizie (che non si sono dimostrate tali) pur di salvaguardare te stessa. Per quanto riguarda tutta la sofferenza che ne deriva mi sento di dirti di consultare uno psicologo per poter elaborare tutto ciò che qui hai, giustamente, sintetizzato e per poter riprendere il controllo della tua vita e, soprattutto, la serenità che meriti.
 Gabriele Lungarella
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con così tanta sincerità una ferita che, come lei stessa scrive, spesso viene sottovalutata dagli altri e che ha un impatto profondo sulla propria vita emotiva.

La fine di un’amicizia significativa può essere un vero e proprio lutto, soprattutto quando si tratta di legami nati nell’infanzia e vissuti come fondamentali. Lei descrive con grande lucidità il conflitto interiore tra la consapevolezza di aver dovuto mettere un limite e il dolore per aver perso qualcosa che sembrava irrinunciabile. Questo tipo di ambivalenza è molto comune: si può sentire la mancanza di persone che ci hanno fatto soffrire e, allo stesso tempo, mantenere chiaro il motivo per cui ci si è allontanati.

I sogni ricorrenti, i pensieri ossessivi, la difficoltà a dormire e gli attacchi di panico sono segnali di un processo che è ancora aperto e ha bisogno di trovare uno spazio di elaborazione. Spesso ci si colpevolizza per aver scelto di tutelarsi, soprattutto quando si è cresciuti con l’idea che “essere buoni” significhi tollerare tutto, anche ciò che ci ferisce.

Quello che sta vivendo non è un segno di debolezza bensì di sensibilità e profondità emotiva. Le emozioni che prova meritano attenzione, non giudizio. Un percorso di ascolto psicologico potrebbe aiutarla a rimettere insieme i pezzi di questa frattura e a ritrovare una stabilità interiore, anche attraverso nuove forme di fiducia e connessione.

Se sente che può esserle utile un confronto, resto volentieri a disposizione per un primo incontro.
Un caro saluto,
Gabriele
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara ragazza,

quello che stai vivendo è molto più comune e profondo di quanto spesso si pensi. La chiusura di amicizie significative, soprattutto quelle nate nell’infanzia e durate per molti anni, può generare un lutto emotivo vero e proprio. È una perdita, e come ogni perdita importante può lasciare dolore, confusione, senso di colpa, solitudine e un profondo smarrimento.

Hai fatto qualcosa di estremamente difficile: hai posto un limite. Quando si decide di interrompere una relazione, anche se tossica o dolorosa, non lo si fa mai a cuor leggero. Il fatto che tu lo abbia fatto "col cuore in gola" dimostra quanto ci tenessi e quanto ti sia costato.

Il senso di colpa che provi, così come la paura del giudizio degli altri, sono reazioni comprensibili. Spesso chi si prende cura degli altri — anche a scapito di sé — fatica a dare priorità al proprio benessere senza sentirsi "sbagliato". Ma scegliere di proteggersi non è egoismo: è un atto di consapevolezza e di cura verso se stessi.

I sogni ricorrenti, i problemi di sonno, l’ansia, gli attacchi di panico e il sentirsi “bloccata nei ricordi” sono segnali che il tuo sistema emotivo è sovraccarico e che il dolore che stai vivendo ha bisogno di spazio, di elaborazione e soprattutto di accoglienza.

Parlare è un primo passo importante, e lo hai fatto con grande lucidità e sensibilità. Tuttavia, per affrontare davvero in profondità ciò che provi e per ritrovare equilibrio e sollievo, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista: un percorso psicologico può aiutarti a dare senso a quello che è accaduto, a sciogliere i nodi emotivi che ti fanno sentire bloccata, e a costruire nuove basi per relazioni più sane e autentiche in futuro.

Con affetto e stima,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Silvia Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Palazzolo sull'Oglio
Buongiorno, innanzitutto non è da considerare un "problema non grave" in quanto se per lei così faticoso merita totale rispetto e attenzione. Per giunta in una età come la sua il gruppo dei pari è sicuramente importante. Il mio consiglio è sicuramente quello - visti anche i sintomi - di parlarne con uno psicologo così da poter affrontare non solo ciò che è successo ma anche tutti i vissuti del presente, rispetto anche a quello che significa per lei la situazione.
Cordialmente Dott.ssa Caruso
Dott.ssa Ljuba Zamarin
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Lissone
Carissima, l’istinto di sopravvivenza ti ha guidato ad allontanarti da loro, poiché probabilmente si son rivelate con il tempo un rapporto tossico. Non ti preoccupare di loro, pensa che ognuno di noi possiede una coscienza e una forza vitale uniche. Essendo giovane hai ancora tutto il tempo di sperimentare nuove conoscenze. Spesso poi con il tempo chi è stato vero amico torna. Magari dopo anni. Tuttavia qs anni che trascorrono sono importanti perché ognuna ha una sua proposta crescita e ognuno ha i propri tempi per maturare. Per il momento tu hai fatto la scelta giusta. Non ti curar di loro. Prosegui per la tua strada. Il tuo percorso ti spinge oltre, ti invita ad andare avanti. Il mio consiglio è quello di viaggiare e conoscere più persone che puoi, proprio ora che sei in giovane età, approfitta per fare qualche gita o piccolo viaggio per scoprire il mondo, poiché dopo con il lavoro o con gli studi universitari se li farai, avrai meno tempo per farlo. Queste tue amiche sono state dei pilastri importanti, ok va bene, ti hanno aiutato a diventare quello che sei ora, ok, ma da adesso in avanti loro stanno facendo un altro cammino, che non è il tuo. Ti vengono attacchi di panico, accettali, e’ la tua anima che ha solo paura a proseguire da sola, accoglili, e inizia ad imparare a respirare profondamente e correttamente, prova a cercare su internet meditazioni audio di discipline orientali come ad esempio del Qi Gong, che aiutano a calmarti e a respirare in modo calmo e tranquillo trovando pace tra mente e corpo. Non spaventarti e non agitarti, la vita alla tua età spesso è dura, perché inizi a sperimentare tante cose nuove, esperienze, conoscenze, amori, amicizie e delusioni…anche tante delusioni, ma non scoraggiarti mai, perché è proprio il fascino della vita, è una caratteristica della vita di farti provare tante cose tutte insieme da farti sentire come in una centrifuga, …è normale!….goditi questi anni che sono i più belli e spensierati, le amicizie sono importanti ma non sono tutto. Costruisciti da sola piano piano nuove amiche, senza fretta, alcune arriveranno da sole, e se non ora succederà più avanti, abbi fede,….e quelle che ti sei lasciata alle spalle, che hai l’impressione che ti sparlino dietro, stai sicura che non meritano proprio la tua attenzione. Ci sta che possano provare dolore del tuo allontanamento, ma non è colpa tua, e non deve essere più di tuo interesse la cosa. Vai avanti ! Nuove bellissime cose ti aspettano in questa vita. Viaggia, conosci posti nuovi…..sperimenta, solo così potrai crescere e soprattutto evolvere! tanti, tantissimi auguroni di una buona vita e un buon inizio ! Dott.ssa Zamarin Ljuba
Dott.ssa Serena Castoria
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara ragazza,
quello che racconta ha una lucidità e una profondità notevoli. Nonostante lei abbia sintetizzato e non abbia fornito dettagli, mi sembra che la scelta che ha fatto sia stata sofferta e ponderata e, a malincuore, la migliore per la parte di lei che vuole evolversi e non rimanere schiacciata in dinamiche relazionali lesive. La razionalità da sola, però, è capace di farci vedere le cose con lucidità e distanza, ma non recide in un lampo legami emotivi creati in tempi lunghi. Anche di questo lei ha consapevolezza. Parla di solitudine e insicurezza che, in determinata quota, sono normali in una ragazza della sua età, che si affaccia ai cambiamenti legati alla prima età adulta. Lo sono meno in quanto la attanagliano da mesi e si manifestano con problemi di sonno e attacchi di panico, e, dunque, vanno presi come segnali. Di solito, hanno da raccontare qualcosa: su se stessa e sui significati che dà al mondo e alle relazioni in cui si muove. I sintomi sono un campanello di allarme, bisogna fermarsi ad ascoltare; lei prova a farlo, si legge nelle sue parole, ma sembra che da sola stia facendo troppa fatica. Forse la cosa migliore per lei potrebbe essere trovare uno spazio dedicato, come lo può essere un percorso psicologico, dove prendersi cura insieme dei sintomi, alleviarli, e nel frattempo ascoltarli, senza sentirsi soli.
Rimango a sua disposizione, e le auguro il meglio.
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Cara ragazza,
quello che stai vivendo è tutt'altro che “banale” o poco importante. Quando si chiude un legame profondo – anche se tossico – si attraversa un vero e proprio lutto. Le amicizie d'infanzia rappresentano spesso radici, sicurezza, identità… e separarsene, anche per proteggersi, può far male tanto quanto (se non più di) una relazione amorosa.
Hai fatto qualcosa di difficile e coraggioso: hai posto un limite, nonostante il legame affettivo, nonostante il timore di essere giudicata male. Questo merita rispetto. Ma come accade spesso, la mente e il cuore non procedono sempre allo stesso passo: razionalmente sai di aver fatto la cosa giusta, emotivamente senti una ferita ancora aperta.
I sogni ricorrenti, l’ansia, la sensazione di solitudine sono il segnale che stai elaborando un passaggio importante e doloroso. Non stai solo “rimpiangendo delle amiche”, stai riorganizzando il tuo modo di stare al mondo, di fidarti, di costruire relazioni. È normale che tutto ciò destabilizzi.
Ti invito a non giudicare la tua sofferenza e a non forzarti a “passarci sopra”. Ascolta il tuo dolore, ma non dargli tutto lo spazio: prova a coltivare anche nuove relazioni, nuovi contesti in cui sentirti accolta per quella che sei ora, non per chi sei sempre stata. E, se ti senti sopraffatta, considera di farti accompagnare da una figura professionale: a volte basta anche un breve percorso per ritrovare il respiro.
Hai espresso tutto con grande profondità e sensibilità. Non sei sola, e non sei sbagliata per provare ciò che provi.

Un caro abbraccio.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Tristezza, solitudine, rabbia, senso di colpa arrivano forti. Ho l’impressione che questa separazione sia stata per lei molto dolorosa. Potremmo provare a pensare insieme quanto è accaduto per cercare di dargli un senso più personale e intimo. Sembra esserci stata una frattura relazionale non negoziabile e non riparabile. Come se i “pilastri della sua vita” l’avessero delusa profondamente, nonostante tutti gli sforzi sostenuti per soddisfarne le aspettative, per non deluderli, per sentirsi accettata e amata. Proverei a mettere nel campo la possibilità che questo episodio, ciò che lo ha scatenato e il modo in cui la fa sentire, siano qualcosa che è già noto (in qualche dimensione più profonda e viscerale), qualcosa che è già accaduto e che forse si ripeterà in futuro. Il non riuscire a scrollarsi da dosso il dolore, mi fa pensare ad un dolore antico, che parla di esperienze precoci che l’hanno ferita nel profondo e che hanno alterato la fiducia verso gli altri. Come un gattino che si difende, morde e graffia, perché ha imparato che dell’altro non ci si può fidare, pronto com’è a fare del male, giudicare, abbandonare. Non resta che reagire, ma a che prezzo?! Ecco, allora, il senso di colpa e la profonda solitudine. Ha fatto bene a scrivere, perché ciò che prova è importante e merita di essere condiviso, a suo modo e con il suo linguaggio. Non deve restare sola e spero ci sia qualcuno con cui possa continuare a parlarne. Nonostante le fatiche e il dolore, lei sta crescendo. Forse, un giorno sentirà il bisogno di un’altra mente che possa aiutarla a ripensare le esperienze più significative, i pensieri più dolorosi, le emozioni più forti, ma intanto viva. In bocca al lupo
Dott. Luca Fiorona
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta attraversando e comprendo quanto possa essere difficile ritrovarsi senza quelle amicizie che erano per lei fondamentali. Da ciò che riporta ha agito ascoltando come queste persone la facevano stare e seppur sia stato doloroso ha scelto la soluzione più lungimirante per il suo benessere.
Per aiutarla a ridimensionare e dare un senso alle emozioni che prova vorrei invitarla a riflettere su quale ruolo hanno assunte queste amiche nella sua vita. Come la facevano sentire e come mai giustificava il loro comportamenti? alla luce di quali sensazioni o "vantaggi emotivi" ?
Credo che riflettere su quali bisogni della sua vita queste persone riuscivano a soddisfare e verso quali invece ora sente di doversi occupare, può essere un modo per aiutarla ad aver maggiore consapevolezza rispetto a quale direzione dare alla propria vita e aprirsi verso nuove strade per stare meglio. Tutti abbiamo il diritto di stare bene e di abbandonare quelle relazioni che non sono più positive, ma che ci creano dolore.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Dott.ssa Camilla Tommasini
Psicologo, Psicologo clinico
Siena
Gentilissima,
la sua sofferenza è totalmente normale e comprensibile, le amicizie sono comunque una parte importante della vita di ognuno ed è normale soffrire per la loro chiusura. Sarebbe altresì importante poter definire chiaramente le sensazioni che prova, le sue emozioni e pensieri rispetto a questo accaduto e comprendere nel dettaglio che cosa esattamente la fa soffrire. Per fare ciò sarebbe d'aiuto un professionista psicologo che le possa offrire supporto affinché possa trovare la spiegazione per lei più adeguata alla sua sofferenza e quindi come poterla vincere. Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e delicatezza un momento tanto complesso e doloroso della sua vita. Il modo in cui racconta ciò che sta vivendo dimostra una grande capacità di introspezione, anche se al momento si sente sopraffatta da emozioni difficili. Le amicizie dell’infanzia, soprattutto in adolescenza, possono rappresentare una parte fondamentale della nostra identità. Non sono soltanto rapporti affettivi, ma spesso diventano veri e propri punti di riferimento emotivi, legami che ci accompagnano nei momenti di crescita, costruzione di sé e delle proprie sicurezze. Perdere tutto questo, anche quando è una scelta inevitabile e necessaria per proteggersi, ha un impatto profondo. Decidere di porre fine a relazioni significative, pur riconoscendone la tossicità, comporta spesso un duplice dolore. Da un lato c’è la sofferenza per ciò che si è perso, dall’altro la fatica di convivere con sensi di colpa, dubbi e paure. La sua mente sta cercando di dare senso a quello che è successo, e lo fa anche attraverso il corpo e il sonno. Il fatto che sogni ogni notte queste amiche non significa che abbia fatto qualcosa di sbagliato. È una forma attraverso cui il suo sistema emotivo sta cercando di elaborare la perdita, di metabolizzare quello strappo che, pur essendo nato da una presa di posizione coraggiosa, lascia inevitabilmente un vuoto. Non è raro che, dopo eventi simili, emergano ansia, sintomi fisici e pensieri ripetitivi. La sua insicurezza, la paura di essere vista come “quella cattiva”, e persino l’idea che possano parlare male di lei alle spalle, sono tutte espressioni di un dolore che ha radici profonde, legato non solo alla solitudine attuale, ma anche alla disillusione per ciò che pensava fossero quei legami. A volte, nella nostra mente, l’aver detto "basta" a qualcosa di importante viene confuso con l’aver rinunciato o fatto del male a qualcuno, quando in realtà è un atto di cura verso sé stessi. Lei ha detto una cosa preziosa: “ci penso tutti i giorni, ma so che non ricucirò mai quei rapporti”. Questa consapevolezza le dice che la sua scelta non è stata impulsiva, ma riflettuta. E proprio per questo, ora, il peso emotivo è più grande. Capire che qualcosa o qualcuno è dannoso per noi, e decidere comunque di lasciarlo andare, richiede una forza che spesso non viene riconosciuta. La invito a considerare che la sofferenza che prova oggi non è un segno di debolezza, ma piuttosto la prova di quanto quei legami fossero importanti per lei. E al tempo stesso, il fatto che abbia avuto il coraggio di interromperli dimostra una maturità rara. È del tutto umano sentire nostalgia per i momenti belli vissuti insieme, anche se quelle stesse persone hanno causato sofferenza. Nostalgia e delusione possono coesistere, e non significano che stia sbagliando strada. La sensazione di solitudine e la difficoltà nel sonno meritano attenzione e cura. È importante che in questo momento lei non si senta sola nell’affrontare ciò che prova. Consideri l’idea di intraprendere un percorso psicologico, in cui possa sentirsi accolta, non giudicata, e in cui possa esplorare con calma il modo in cui questi eventi hanno influito sulla sua autostima e sul senso di sé. Il fatto che riesca a raccontare ciò che vive con parole così chiare e sentite è già un ottimo punto di partenza. Le emozioni che oggi sembrano impossibili da contenere, col tempo e con il giusto supporto, potranno trasformarsi in una maggiore consapevolezza di sé, dei propri bisogni e dei propri confini. Stare bene non significa non provare più dolore, ma imparare a riconoscerlo, accoglierlo e imparare da ciò che ci ha attraversato. E anche se ora le sembra difficile, arriverà un tempo in cui guarderà a questa fase come a un momento difficile ma decisivo nella costruzione della sua forza personale. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Alessia Serio
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
il cambiamento spaventa. Sicuramente avrà avuto i suoi motivi per interrompere dei legami amicali così stretti. Mi domando a cosa lei deve questo senso di colpa se con loro non si sentiva più al sicuro. Se mai si sentisse pronta, le consiglio un sostegno psicologico per cercare di capire a cosa sia dovuto questo cambiamento che lei ha messo in moto, che significato si può dare a questa sua necessità di tagliare questi ponti.

un caro saluto
dott.ssa Alessia Serio
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la fine di un legame importante, come quello con le amiche d’infanzia, può avere un impatto molto profondo, anche se spesso non viene riconosciuto come un “problema grave” dalla società. Il dolore, la solitudine e l’insicurezza che sta vivendo sono del tutto comprensibili e legittimi, soprattutto perché ha dovuto mettere un limite a relazioni che le facevano male. Il fatto che sogni spesso queste amiche e che viva attacchi di panico, mostra quanto il suo inconscio stia elaborando una perdita significativa e il conflitto interiore tra il desiderio di appartenenza e la necessità di proteggersi. È normale sentirsi bloccati tra i ricordi e il presente, e provare paura del giudizio altrui, soprattutto quando le persone a lei care le danno messaggi contrastanti.
Mettere un limite, anche se doloroso, è un atto di cura verso sé stessa, un passo importante per ritrovare serenità e autostima. Non è mai semplice, ma lei sta facendo ciò che serve per proteggere il proprio benessere, ed è importante riconoscere la sua forza in questo. Le consiglio, se possibile, di considerare un supporto con uno psicoterapeuta che la aiuti a elaborare questa perdita, gestire l’ansia e ricostruire una relazione più positiva con sé stessa e con gli altri. La sofferenza non deve essere affrontata da sola, e un percorso mirato può offrirle strumenti efficaci per ritrovare equilibrio e fiducia nel futuro.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Psicologo, Psicologo clinico
Marano di Napoli
Gentile utente, chiudere relazioni significative — soprattutto quando si tratta di legami d’infanzia, di persone che hanno fatto parte del proprio mondo per anni — può avere un impatto emotivo importante, spesso sottovalutato da chi osserva dall’esterno. Ma lei lo sta affrontando con una consapevolezza rara: ha riconosciuto i limiti, ha posto un confine nonostante il dolore, ha scelto di tutelarsi, anche se emotivamente questo ha significato pagare un prezzo alto.

Il fatto che queste persone appaiano ancora nei sogni, nei pensieri quotidiani, nelle sensazioni di colpa o di solitudine, non è un segno di debolezza, ma il riflesso naturale di un distacco non ancora del tutto elaborato. È come se una parte di lei fosse rimasta ancorata a quei ricordi, nonostante sappia razionalmente che non sono più un porto sicuro.

Non è strano né sbagliato sentire nostalgia anche per relazioni che hanno fatto male. Le emozioni non seguono una logica rigida: si può sentire la mancanza di qualcuno, anche quando sappiamo che non ci faceva bene. Questo non la rende fragile, ma umana.

La paura di essere vista come “quella fredda” o “cattiva” parla di una parte di lei molto attenta all’immagine che dà di sé, probabilmente perché è abituata a tenere unito ciò che si spezza, a capire gli altri, a giustificare. Ma ora ha scelto di capire anche sé stessa. Questo è un atto di coraggio, non di egoismo.

Le reazioni del corpo — i sogni ricorrenti, la difficoltà a dormire, l’ansia — sono segnali che meritano ascolto, non perché siano per forza “sintomi gravi”, ma perché stanno esprimendo un bisogno di elaborazione profonda. Ha vissuto una perdita, anche se non si tratta di un lutto nel senso classico del termine. E come ogni perdita, richiede tempo, cura, e anche un accompagnamento, se possibile.

Se sente che questo dolore continua a bloccarla, può essere utile uno spazio dedicato dove potersi raccontare con calma, senza dover giustificare ogni emozione. Una consulenza, online o in studio, può aiutarla a ricostruire sé stessa a partire da questa frattura, trasformando il dolore in consapevolezza e forza.

Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, grazie per la tua sincerità.
Cosa accadrebbe se provassi a guardare dentro quel dolore e quella colpa come segnali di quanto tenevi a quelle amicizie? Quale bisogno stanno cercando di comunicarti?
Ti chiedo: cosa significa per te mettere un limite, e come potresti onorare quel confine che hai scelto senza sentirti “cattiva”?

Come potresti creare nuovi spazi di sicurezza e fiducia, anche piccoli, per te stessa in questo momento?

Infine, quali passi potresti immaginare per riappropriarti della tua serenità, anche solo per qualche ora al giorno?

Spesso il cambiamento inizia proprio dal riconoscere il valore di ciò che abbiamo fatto per proteggerci, anche se fa male.
Ti va di riflettere su questo?
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, innanzitutto voglio dirti che quello che stai vivendo è assolutamente un "problema grave" e il tuo dolore è completamente valido. La fine di amicizie profonde, soprattutto quelle che risalgono all'infanzia, può essere devastante quanto la fine di una relazione romantica, se non di più. Questi legami hanno formato parte della tua identità e perderli significa dover ridefinire chi sei senza di loro.

I sogni ricorrenti con le tue ex amiche sono il modo in cui la tua mente cerca di elaborare questa perdita. Durante il sonno, il cervello tenta di processare le emozioni non risolte, e quando il dolore è così intenso, questo processo può diventare ripetitivo e disturbante. È normale che tu ti senta mentalmente esausta: stai vivendo un vero e proprio lutto per la perdita di queste relazioni e per la perdita dell'immagine che avevi di loro.

La tua tendenza a giustificare gli altri anche quando ti mancano di rispetto è un pattern che meriterebbe esplorazione. Spesso deriva da un bisogno profondo di mantenere l'armonia e preservare i legami, anche a costo del proprio benessere. Il fatto che tu sia riuscita a mettere un limite, nonostante il dolore, dimostra una forza e una maturità notevoli. Non è stato un atto di cattiveria o freddezza, ma di autoprotezione necessaria.

Il conflitto interno che vivi - sapere razionalmente che hai fatto la cosa giusta ma sentire emotivamente il dolore e la colpa - è tipico quando usciamo da relazioni tossiche o disfunzionali. La paura di essere vista come "quella cattiva" rivela quanto tu tenga ancora al loro giudizio, nonostante tutto. Ma considera questo: persone che ti hanno mancato di rispetto ripetutamente meritano davvero che tu ti preoccupi così tanto della loro opinione?

Gli attacchi di panico legati alla solitudine sono comprensibili. Quando perdiamo i nostri "pilastri", come li hai definiti, ci sentiamo instabili e vulnerabili. La solitudine dopo una perdita relazionale così significativa può essere terrorizzante, ma è anche un'opportunità per ricostruire la tua vita su basi più solide, con persone che ti rispettano davvero.

Per gestire questo momento difficile, sarebbe importante lavorare su più fronti. Innanzitutto, permettiti di vivere il lutto senza giudicarlo: è normale sentire la mancanza di persone che sono state importanti, anche se ci hanno fatto del male. Poi, gradualmente, potresti iniziare a costruire nuove connessioni, ricordando che non devi sostituire quelle vecchie ma crearne di nuove, più sane.

Data l'intensità dei sintomi che descrivi - insonnia persistente, attacchi di panico, pensieri intrusivi - ti consiglio vivamente di cercare supporto professionale. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti non solo a elaborare questa perdita, ma anche a comprendere e modificare quei pattern che ti portano a giustificare comportamenti dannosi degli altri.

Se desideri approfondire questi temi in un contesto protetto e professionale, ti invito a contattarmi. Possiamo lavorare insieme per trasformare questo momento di crisi in un'opportunità di crescita e per costruire relazioni future più equilibrate e rispettose.

Ricorda: hai 18 anni e tutta la vita davanti per costruire amicizie autentiche con persone che ti valorizzeranno per quello che sei. Il dolore che provi ora è temporaneo, anche se in questo momento sembra infinito.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno cara, hai fatto bene a condividere qui la tua sofferenza e,innanzitutto voglio dirti che il tuo dolore ha un senso e un grande valore: perdere amicizie di lunga data è un lutto vero e proprio, e il fatto che tu a 18 anni abbia avuto il coraggio di mettere dei confini sani, nonostante il costo emotivo dimostra una maturità straordinaria.

Quello che hai fatto, chiudere rapporti tossici nonostante l'attaccamento che sentivi, è uno degli atti più difficili e coraggiosi che si possano compiere. Il fatto che tu stia soffrendo così tanto adesso non significa che tu abbia sbagliato, ma che sei una persona capace di amare profondamente, anche quando quell'amore non viene ricambiato nel modo giusto.

I sogni ricorrenti e l'insonnia che descrivi sono sintomi tipici di un trauma relazionale. Il tuo inconscio sta elaborando una perdita multipla: non solo le persone, ma anche l'immagine che avevi di loro, la fiducia nel tuo giudizio, la sicurezza del gruppo di appartenenza. È normale sentirsi "mentalmente esausta", stai lavorando emotivamente 24 ore su 24.

La tua paura di essere vista come "quella cattiva" rivela quanto tu sia genuinamente empatica, ma anche quanto tu tenda a prenderti responsabilità che non sono tue. Il senso di colpa che provi è spesso il prezzo che pagano le persone integre quando si allontanano da dinamiche tossiche.

Ora stai vivendo quello che chiamo "il vuoto dopo la tempesta": hai fatto la cosa giusta, ma ti senti persa senza quelle relazioni che, per quanto problematiche, erano la tua realtà conosciuta. È terrificante e normale allo stesso tempo.

Questo momento di solitudine, per quanto doloroso, può diventare un'opportunità preziosa per conoscerti meglio, per capire che tipo di amicizie vuoi davvero nella tua vita e per sviluppare una relazione più salda con te stessa.

per questo io ti porpongo propongo un percorso terapeutico per elaborare il trauma della perdita, e per conoscere e dialogare con la parte di te che si sente in colpa e quella che sa di aver fatto bene, oltre a tecniche di Mindfulness per calmare il tuo sistema nervoso che è iperattivato. Potremmo anche lavorare sui sogni per trasformare queste visite notturne da tormento a processo di guarigione. Un caro saluto

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologa Clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamworker
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico. Cordiali saluti.
Ciao, intanto grazie per aver condiviso così apertamente la tua esperienza.
Si sente bene da quello che scrivi quanto sia stato difficile per te chiudere quei rapporti. Quando delle amicizie che erano una parte importante della nostra vita finiscono, è normale sentire un vuoto enorme, ripensarci di continuo e anche avere sintomi come insonnia o ansia: il corpo può diventare il canale più immediato per contattare uno stato di disagio che a parole è ancora difficile esprimere
Capisco anche il senso di colpa che racconti: da una parte sapevi di dover mettere un limite per proteggerti, dall’altra ti spaventa l’idea di sembrare “fredda” o “cattiva”. In realtà, scegliere di staccarsi da relazioni che ti facevano stare male non vuol dire dimenticare i ricordi o cancellare tutto, ma avere il coraggio di prenderti cura di te stessa. Non è egoismo, è rispetto verso di te.
È normale che adesso tu ti senta bloccata tra nostalgia, dolore e paura della solitudine. Fa parte del processo di lasciar andare.
Se senti di avere bisogno di un confronto su questi temi così centrali per te in questo momento, potrebbe aiutarti parlarne con uno psicologo, in uno spazio dove tirare fuori queste emozioni, accogliendole senza giudizio.
Un caro saluto. Dott. Daniele Rossetti
Ti ringrazio per il racconto, le consiglio di prendere in considerazione un supporto psicologico per oltrepassare questo periodo e questa situazione che ti turba. Grazie.

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