Buonfiorno lo so che non e la prima volta che faccio un post del genere ma vorrei capire da 4 mesi a

24 risposte
Buonfiorno lo so che non e la prima volta che faccio un post del genere ma vorrei capire da 4 mesi a questa parte cosa mi sia successo, inizio con il dire che non ho deliri o allucinazioni e tutto quello che sento so che non e reale, quindi volevo sapere se già da questo si può escludere che sia psicosi o demenza senile.. io da 4 mesi a questa parte il sintomi principale che mi sento e la confusione che tutto quello che guardo si lo riconosco, ma sembra come se lo guardo da dietro un vetro, o una bolla, come se sono bloccato, accampagnato a tutto ciò ho vuoti di memoria, tipo stamattina dovevo prendermi le cose che mi servivano per lavorare e mi sentivo tipo rimbambito come se non sapevo più che fare, oppure certe volte devo prendere l'acqua e per sbaglio vado da un'altra parte forse perchè sono con pensieri sempre su questa confusione, come ultimo sintomo in questo periodo quello che mangio lo sento con meno gusto.... in più certe volte questo non sempre ho pensieri di fare del male a me oppure a chi ho vicino... volevo chiedere sarà solo ansia oppure psiscosi, o demenza? ma come ho detto a l'inizio visto che mi rendo conto di tutto ciò e non ho ne deliri ne allucinazioni si può escludere la psicosi?
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la tua esperienza in modo così aperto e sincero.

I sintomi che descrivi — la sensazione di confusione, la percezione di vivere “dietro un vetro” o dentro una bolla, i vuoti di memoria, la difficoltà nel concentrarti sulle azioni quotidiane, la perdita di gusto e i pensieri intrusivi — possono essere associati a diverse condizioni psicologiche, tra cui ansia generalizzata, depersonalizzazione/derealizzazione, o stati depressivi.

Il fatto che tu sia consapevole di ciò che stai vivendo (quindi senza perdita di contatto con la realtà, né deliri o allucinazioni) è un elemento importante che può escludere la presenza di una psicosi vera e propria. Anche la demenza senile è poco probabile alla tua età, salvo casi molto rari e specifici, e comunque si manifesta con caratteristiche diverse e progressive, spesso osservabili da chi ti sta vicino.

Detto ciò, è fondamentale non cercare di autodiagnosticarsi, soprattutto in presenza di pensieri disturbanti o idee intrusive che ti preoccupano. Questi pensieri, anche se non li desideri, vanno ascoltati e compresi nel loro significato emotivo e psicologico, senza spaventarti.

Per questo motivo, sarebbe utile e consigliato per approfondire la situazione rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarti a comprendere meglio ciò che stai vivendo, attraverso un colloquio clinico accurato e un eventuale percorso di supporto o psicoterapia.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, data la sintomatologia di carattere dissociativo riportata le consiglio di intraprendere dei colloqui con un terapeuta al fine di diagnosticare e trattare la sintomatologia.
Cordiali saluti.
Dott. Simone Matarese
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Roma
Le sensazioni che descrive – confusione, distacco dalla realtà, difficoltà di concentrazione, alterazione del gusto e pensieri intrusivi – possono essere molto destabilizzanti, ma il fatto che lei ne abbia consapevolezza è già un segnale importante: non indica psicosi né demenza.

Tuttavia, questi sintomi potrebbero essere espressione di un'ansia intensa, di stress cronico o di uno stato dissociativo legato a vissuti profondi non ancora elaborati. È un momento che merita attenzione e ascolto.

Un percorso terapeutico può aiutarla a ritrovare chiarezza, stabilità e contatto con sé. Se lo desidera, possiamo affrontarlo insieme, con un lavoro centrato su consapevolezza e presenza.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Sembra che in questi mesi tu stia vivendo una condizione di ansia intensa che offusca la mente, genera vuoti, disorientamento e riduzione della percezione sensoriale senza alterare la realtà. La sensazione di vivere “da dietro un vetro”, potrebbe essere un campanello d’allarme del tuo cervello che è in allerta continua. Non hai deliri né amnesie gravi e riconosci il reale, perciò è altamente improbabile si tratti di psicosi o demenza.
Un percorso breve di supporto psicologico, tecniche di gestione dell’ansia e piccoli cambiamenti quotidiani possono già restituirti chiarezza mentale. Rimango a disposizione, qualora volessi.

Dott.ssa Valentina Annesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, comprendo quanto le cose che le succedono possano essere destabilizzanti ed indurle molta ansia. Mi sento di dirle che è positivo che lei riconosca che non sono reali le cose che pensa o vede o sente. Non mi sento però di dirle altro perchè non è possibile fare una diagnosi senza conoscere la persona e senza approfondire ulteriormente.
Credo sia importante che lei si rivolga ad un professionista per un colloquio di persona.
Buona serata, Valentina Annesi
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e sincerità quello che sta vivendo.

Da quello che descrive, sembra che stia attraversando un periodo di forte disagio psicologico, caratterizzato da sintomi come confusione mentale, sensazione di irrealtà (quella “bolla” di cui parla viene spesso chiamata derealizzazione), difficoltà di concentrazione e memoria, cambiamenti nella percezione del gusto, e pensieri intrusivi anche disturbanti.

Vorrei rassicurarla su un punto: il fatto che lei sia consapevole di ciò che le accade, che non presenti deliri o allucinazioni, e che mantenga senso critico rispetto ai suoi pensieri e sensazioni, è un elemento molto importante che tende ad escludere una psicosi vera e propria. Lo stesso vale per la demenza, che ha caratteristiche molto diverse (progressiva perdita di abilità cognitive, disorientamento, perdita di autonomia, ecc.) e che è improbabile alla sua età, a meno di condizioni mediche molto specifiche.

I sintomi che descrive sono invece frequenti nei disturbi d’ansia o in condizioni di forte stress psicofisico. La derealizzazione e i vuoti di memoria, ad esempio, possono essere reazioni del cervello quando si trova in uno stato prolungato di allerta o sovraccarico emotivo. Anche i pensieri aggressivi o autodistruttivi non significano necessariamente che lei “li voglia mettere in atto”: possono essere pensieri ossessivi legati all’ansia, molto spaventosi ma non per forza pericolosi.

Tuttavia, proprio perché questi sintomi sono persistenti da mesi e stanno impattando sulla sua quotidianità, il mio consiglio è di non affrontarli da solo. Sarebbe utile una valutazione approfondita da parte di uno specialista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, per chiarire meglio l’origine di questi sintomi e capire quale percorso intraprendere, anche per ritrovare un senso di stabilità e benessere.

Ha già fatto un passo importante nel chiedere aiuto. Non trascuri questo segnale che il suo corpo e la sua mente le stanno dando: è il momento giusto per prendersene cura.

Resto a disposizione se ha bisogno di altri chiarimenti.
Un caro saluto.
Dott.ssa Emanuela Solli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Frosinone
Da ciò che descrive, è evidente che lei si sta confrontando con un malessere che merita attenzione e ascolto.
La sensazione di “confusione” che riferisce, la percezione alterata della realtà come se fosse dietro un vetro, i vuoti di memoria e le difficoltà di concentrazione, così come il calo della percezione del gusto e la comparsa, seppur saltuaria, di pensieri disturbanti, sono tutti segnali che indicano un disagio importante. Tuttavia, è fondamentale ricordare che solo una valutazione clinica diretta e approfondita da parte di un professionista della salute mentale può chiarire la natura di ciò che le sta accadendo.
Il fatto che lei sia lucido, che si renda conto di quello che prova e che riconosca la non realtà di certi vissuti può certamente fornire elementi importanti al clinico durante la valutazione. Tuttavia, non è sufficiente per escludere o confermare condizioni come la psicosi, la demenza o un disturbo d’ansia, perché queste condizioni possono manifestarsi in modi anche molto sfumati e diversi da persona a persona.
La cosa più importante in questo momento è non affrontare tutto da solo: le consiglio caldamente di rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra, che potrà raccogliere tutte le informazioni utili, approfondire la sua storia personale e fornire un inquadramento accurato del problema, oltre che un eventuale percorso di supporto.
Prendersi cura di sé è un atto di coraggio. E il primo passo, quello che ha già compiuto scrivendo qui, è spesso il più importante.
Gentile Utente,
capisco che ciò che sta vivendo è davvero difficile e posso immaginare quanto sia importante per lei trovare una spiegazione. La sensazione di confusione, i vuoti di memoria, il sentirsi come “dietro un vetro” o distante da ciò che la circonda sono esperienze comuni in momenti di forte stress emotivo. Il fatto che lei riesca a parlarne con lucidità è un segno di grande consapevolezza, e questo è un ottimo punto di partenza.
Anche quei pensieri che la spaventano, proprio perché li riconosce come disturbanti e non li desidera, meritano attenzione e comprensione. È normale che facciano paura, e il fatto che lei riesca a considerarli come qualcosa di estraneo a sé è molto importante.
So che desidera avere una risposta chiara, un nome per quello che sta vivendo, e questo è un bisogno del tutto naturale. Tuttavia, spesso il passo più utile è iniziare a parlarne con qualcuno che possa aiutarla a comprendere e a gestire queste sensazioni, più che cercare subito una diagnosi precisa.
Un percorso con uno psicologo o uno psicoterapeuta può essere un valido supporto: non solo per cercare risposte, ma soprattutto per accompagnarla nel ritrovare un equilibrio e per aiutarla a vivere meglio giorno dopo giorno, qualunque sia la causa di questo malessere.
Se vuole, sono qui per ascoltarla e per aiutarla a iniziare questo percorso.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

si apra alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, attraverso dei colloqui di valutazione potrebbe ricevere risposte in merito al suo stato di salute psichica. Potrebbe poi seguire un percorso psicoterapico al fine di poter meglio esplorare la provenienza del suo malessere.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, mancano alcune informazioni fondamentali come ad esempio l'età. Descrive un sintomo di derealizzazione che può avere soglie e frequenze nella norma o afferire alla sfera psicotica quando aumenta di intensità e impatto sul funzionamento. Questo non vuol dire poi entrare per forza in uno stato psicotico, potrebbe anche non peggiorare e rimanere come sintomo "intermittente" nei momenti di stress. Farei comunque una valutazione psichiatrica e valuterei un supporto farmacologico a basso dosaggio se il sintomo persiste e/o dovessero aggiungersene degli altri.
Buongiorno gentile utente, grazie per aver posto la domanda su questo portale.
E' complesso darle una risposta chiara, perché mancano alcuni dati, quali ad esempio la sua età (poiché parla di demenza), e la sua vita attuale (che tipo di lavoro fa, le sue relazioni etc.).
Per quello che riferisce, mi sento di dirle che si parla di delirio quando c'è una convinzione falsa e immodificabile della realtà, per cui se lei mette in dubbio ciò che prova, questo già ce lo fa escludere. Tuttavia per definire l'origine dei suoi sintomi, s e siano legati allo stress o a qualche altro motivo, serve un'anamnesi più accurata della sua situazione attuale e della sua storia.
La inviterei pertanto a prendere appuntamento per un percorso psicologico, che le permetterebbe di indagare in maniera più specifica cosa le sta succedendo in questo momento.
Cordiali saluti
Gentile utente,
non è possibile dare delle risposte così su due piedi, senza conoscere la sua storia personale e approfondire il suo quadro sintomatologico. L'unico modo per escludere qualsiasi dubbio è rivolgersi a un professionista.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Lisa Cendron
Psicoterapeuta, Psicologo
Treviso
Buongiorno, la psiccosi è un disturbo grave che porta con sè molti sintomi importanti che sembrano non manifestarsi nella sua situazione come la descrive. Così la demenza, che va valutata con un parere medico. A volte dietro la confusione mentale o l'impressione di vedere la realtà come in una bolla, ci sono problematiche più semplici e facilemente risolvibili, come un periodo molto stressante, un evento che ci ha particolarmente provato oppure dell'ansia. Le consiglio di riferire al suo medico di base quanto le accade e scegliere uno psicoteraputa con cui approfondire la sua situazione e valutarla al meglio. buona giornata!
Buonasera, leggendo questa domanda credo di aver riconosciuto un altro quesito molto simile da lei posto. Mettendo insieme le cose, mi sembra di cogliere una grande paura della psicosi. La cosa che mi sento di dirle è di rivolgersi ad uno psichiatra e psicoterapeuta per capire insieme di cosa si tratta, senza timori. Come sottolinea lei, la consapevolezza è una buona carta, ma anche il primo passo per provare a risolvere ciò che non va. Quindi non abbia paura di approfondire, poiché solo con un approccio più approfondito si può tentare d rispondere alle sue domande e non su un forum come questo, per quanto molto utile.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per la fiducia che ha dimostrato scrivendo e descrivendo con così tanta precisione e sincerità quello che sta provando. Le sue parole trasmettono il forte disagio che sta vivendo e, allo stesso tempo, la grande lucidità e determinazione con cui sta cercando di capire e di affrontare quello che le sta accadendo. Già il fatto che lei sia capace di descrivere con così tanto dettaglio le sue sensazioni e i suoi pensieri, e che stia riflettendo con attenzione sulla loro origine e sul loro significato, è un segnale molto importante e positivo. Da quanto racconta, i sintomi che la stanno preoccupando, come la confusione, la sensazione di vivere dietro un vetro o dentro una bolla, i vuoti di memoria legati più che altro alla distrazione e al rimuginio, e la percezione alterata del gusto, sono esperienze che molte persone riferiscono in stati di ansia elevata o in condizioni di stress psicofisico prolungato. Questo stato viene talvolta descritto come depersonalizzazione o derealizzazione: sono modi con cui la nostra mente, sotto pressione, cerca di proteggersi da un sovraccarico emotivo o da un'ansia eccessiva. È come se una parte di sé volesse creare una distanza, un filtro, tra lei e il mondo, per evitare di sentirsi sopraffatta. Il fatto che lei riconosca che queste sensazioni non corrispondono alla realtà, che abbia mantenuto un contatto con la realtà intatto e che non riferisca deliri, allucinazioni o convinzioni false e rigide, come dice giustamente lei, permette di escludere con buona probabilità un quadro psicotico. Allo stesso modo, la demenza senile, che tipicamente riguarda persone più avanti con l'età e si manifesta con un deterioramento progressivo delle capacità cognitive, non corrisponde a quello che lei sta descrivendo, anche perché lei è consapevole dei suoi vuoti di memoria e delle sue difficoltà, cosa che spesso nelle demenze non accade nelle fasi iniziali. Mi preme però sottolineare una cosa importante: i pensieri che riferisce, quelli legati al fare del male a se stesso o agli altri, sono pensieri che possono emergere proprio in stati di ansia intensa, depressione o forte stress e spesso generano molta paura proprio perché sono in contrasto con i propri valori e il proprio modo di essere. Sono pensieri intrusivi, automatici, che spaventano perché appaiono improvvisi e indesiderati. Il dato importante è che lei se ne accorge, ne è spaventato e non vuole metterli in atto: questo conferma che si tratta di pensieri legati all’ansia o al disagio emotivo e non a una reale intenzione o perdita di controllo. Nella terapia cognitivo-comportamentale si lavora proprio per aiutare la persona a riconoscere questi pensieri per ciò che sono, semplici prodotti della mente che non devono per forza essere veri o avere un significato minaccioso, e per ridurre il potere che hanno nel generare paura. Quello che sta vivendo merita certamente attenzione e cura, ma non deve farla sentire in pericolo di perdere il controllo della sua mente. Il mio consiglio è di rivolgersi quanto prima a uno specialista, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, per un confronto diretto e per valutare insieme come affrontare al meglio questo periodo. Il lavoro terapeutico potrebbe aiutarla a ridurre l’ansia, interrompere il circolo vizioso dei pensieri intrusivi e delle sensazioni di irrealtà e ritrovare quella serenità e quella chiarezza che ora le sembra così difficile raggiungere. La sua capacità di riflettere su quello che le accade è una risorsa preziosa e sarà un punto di forza nel percorso che sceglierà di intraprendere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, è evidente che sta vivendo un periodo di grande sofferenza, e sono contenta che scelga di appoggiarsi ad una piattaforma di professionisti per avere maggiore chiarezza rispetto a tale sofferenza. Lei descrive una serie di sintomi molto disturbanti: la sensazione di vivere “dietro un vetro”, i vuoti di memoria, la difficoltà a concentrarsi, l’attenuazione delle percezioni e anche pensieri di fare del male a sé o agli altri. È comprensibile che tutto questo la spaventi. In qualità di psicologa, le dico che non è in alcun modo possibile fare diagnosi differenziali e precise attraverso questa modalità di domanda pubblica. Le consiglio caldamente di rivolgersi al suo medico di base e/o a uno psichiatra per un colloquio approfondito con l'obiettivo non di etichettare la sua sofferenza, ma di darle uno spazio sicuro in cui comprendere pienamente quanto le sta accadendo e prendersene cura nel modo migliore possibile. Non c’è nulla di “sbagliato” in ciò che sta vivendo. Il suo malessere merita ascolto e rispetto, ma anche un aiuto concreto. Le domande che pone qui sono un primo passo importante, ma ora è fondamentale che ne faccia uno in più: cercare un confronto diretto con uno specialista, per prendersi davvero cura di sé in modo pieno e profondo.
Un caro saluto.
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, la confusione che lei prova e la "lontananza" da una connessione sono dei sintomi precisi di carattere psicologico che possono avere a che fare con un attacco psicotico, così come anche la componente sensoriale da lei esposta. In ogni caso, dato che per ora lei sembra ancora orientato, prima di agire con un intervento psicoterapeutico , sarebbe più utile al momento eseguire un esame neurofisiologico, per poter escludere che vi siano in essere cause organiche. Cordiali saluti.
Dott.ssa Anna Tosi
Psicologo, Psicologo clinico
Caldiero
Buongiorno, grazie per la sua domanda. Capisco la sua preoccupazione, queste sensazioni sono spesso sgradevoli e disorientanti. Le sensazioni che descrive, come di "guardare le cose da dietro un vetro", di vivere con distacco il mondo reale e anche avere vuoti di memoria, possono rientrare in esperienze dissociative, che si verificano come sintomo in risposta a un malessere più profondo, spesso di natura stressante o ansiogena. Vediamola come un'emicrania dopo che si è stati tutto il giorno sotto il sole. Il corpo e la mente che vivono forti stress rispondono manifestando dei sintomi e questo ci serve per richiamare l'attenzione rispetto le cause che hanno scatenato il sintomo. Posso curare il mal di testa, però se continuo a stare sotto il sole o mi ricompare l'emicrania, oppure può emergere qualche altro sintomo. Allo stesso modo, nel suo caso, mi preoccuperei di capire cosa sta sotto queste sgradevoli sensazioni, cosa sta provocando in lei tanta sofferenza. Per questo penso che l'aiuto di un/una terapeuta possa esserle di grande aiuto per ridurre questo sintomo ed evitare la comparsa di altri. Rimango a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Dott.ssa Alessandra Barcella
Psicologo, Psicologo clinico
Gorlago
Buongiorno, grazie per aver condiviso ciò che sta vivendo. La sua consapevolezza è un aspetto importante. Per capire meglio questi sintomi e la situazione nel suo insieme, sarebbe utile un confronto con un professionista.
Rimango a disposizione se desidera approfondire.
Un caro saluto,
A.B.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, potrebbero anche essere sintomi di derealizzazione. Non si può fare diagnosi solo sulla base di ciò che descrive, occorre una visita specialistica. Per quanto riguarda la sintomatologia fisica, occorre rivolgersi al medico curante per escludere cause fisiologiche.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Thais Oliveira
Psicologo, Psicologo clinico
Trieste
Buongiorno, possiamo pensare che la sofferenza di cui parla è più importante della diagnosi in questo momento. Da quello che descrive, sembra che lei in questi momenti esprima una sofferenza che le disturba il pensiero e le sensazioni corporee e che possibilmente non riesce o non può condividere con parenti o persone vicine. Sarebbe importante cercare supporto in un servizio di salute mentale, dove potrà essere ascoltato e capito, questo potrebbe aiutare molto a gestire questi sintomi che descrive.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Lei mostra una grande lucidità nel raccontare ciò che prova, e questo è già un segnale importante. Si è mai chiesto cosa sta cercando di proteggere o nascondere quella “bolla” che la separa dal mondo? Cosa teme davvero, al di là delle etichette diagnostiche? Cosa succederebbe se provasse a restare in contatto con queste sensazioni, senza fuggirle o combatterle? Cosa le stanno chiedendo?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Monica Venanzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Certi vissuti meritano un delicato approfondimento, fosse anche soltanto per le emozioni che li accompagnano.
Certi sintomi non corrispondono automaticamente a una determinata diagnosi; sarebbe opportuno esplorare con un professionista la sua condizione attuale nonché la sua storia per saperne di più e poterlo aiutare.
Dott. Alessandro Rigutti
Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente, da ciò che descrive (la sensazione di confusione, il percepire il mondo come “attraverso un vetro”, la riduzione del gusto e i momenti di vuoto) sembra che stia vivendo una sintomatologia che può manifestarsi in periodi di intensa ansia o stress prolungato. Il fatto che lei si renda conto che tutto ciò che sente “non è reale” è un segnale importante: significa che mantiene il contatto con la realtà, e questo permette di escludere un quadro psicotico. Anche l’ipotesi di una demenza appare poco probabile, perché in quel caso si osserva un deterioramento progressivo delle funzioni mentali, non una sensazione di distacco come la sua. Quello che racconta però, compresi i pensieri di farsi del male o di farne agli altri, meritano attenzione e uno spazio personale e sicuro in cui poterne parlare. Le consiglio di contattare un professionista, come uno psicoterapeuta, per condividere assieme a lui o lei ciò che sta sperimentando in questo periodo. Non è un segno di debolezza, ma un modo per prendersi cura di sé e alleggerire la sofferenza. Un caro saluto

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