Buonasera, mi rivolgo a voi per provare a comprendere una situazione complessa. Come si potrebbe

45 risposte
Buonasera,
mi rivolgo a voi per provare a comprendere una situazione complessa.

Come si potrebbe spiegare l'insorgere della tossicodipendenza nel figlio di un narcisista contro-dipendente che pure si dice e appare piuttosto presente e coinvolto nei tentativi di guarigione del figlio?
Per complezza, aggiungo che la madre è sempre stata assorbita dal lavoro e, di fronte ai numerosi tradimenti del marito narcisista e dipendente sessuale, ha deciso a un certo punto di mandarlo via di casa.

Ringrazio anticipatamente,
C.
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, ho letto attentamente la sua lettera, non chiarisce che età ha il ragazzo e da quanto tempo è tossicodipendente. Molto probabilmente il ragazzo con la sua dipendenza sta cercando di chiedere aiuto e di far presente il suo disagio ai suoi genitori troppo presi dai loro problemi, al padre narcisista preso da se stesso e dalla sua dipendenza sessuale e alla madre troppo presa dal suo lavoro. Il ragazzo dovrà fare un lungo lavoro psicologico su di sè, contemporaneamente una terapia famigliare per poter comunicare fra loro e poter aiutare il ragazzo. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
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Dott.ssa Barbara Pagliari
Psicologo, Psicoterapeuta
Villasanta
Purtroppo la tossicodipendenza è un disturbo multi-problematico, che comprende non solo l'insorgenza di un meccanismo di dipendenza ma anche, molto spesso, l'esito di una dinamica familiare tipica. Ogni caso è diverso come ogni essere umano è diverso e generare un'unica teoria della tossicodipendenza è rischioso, perchè può non tener conto della singolarità del caso di cui lei parla.
Aggiungo inoltre che diventa quasi impossibile "spiegare" da esterno a un membro della famiglia (e potenzialmente co-autore della dinamica venutasi a creare) i perchè della tossicodipendenza del figlio: si attivano resistenze volte a proteggerci dai nostri fallimenti che richiedono più tempo e attenzione (e l'interesse a farlo), che una terza persona potrà scalfire con difficoltà.
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buonasera. Spesso la tossicodipendenza ha il connotato dell'automedicazione all'interno di sistemi familiari disfunzionali. Le suggerisco la letteratura, in merito, di Cancrini e del suo laboratorio, così come può avere spiegazioni anche di natura più neuropsicologica quali il sistema del piacere, e la rimando agli studi del prof. Gessa e altri. Questo per dire che nel caso di questo ragazzo possiamo trovare mille spiegazioni. La cosa però fondamentale è la sua intenzione è motivazione a smettere di assumere sostanze. Qualora lo fosse, può contattare, anche in forma anonima, sempre un professionista della salute mentale
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi colpisce molto la sua proprietà di linguaggio, debbo essere sincero.
Cerco di riassumere vediamo se ho capito: in questa famiglia abbiamo un figlio che ha da un lato un padre narcisista, controdipendente, dipendente sessuale e dall'altro una madre assente molto presa dal lavoro, incline a tollerare i tradimenti del marito.
inoltre questo figlio ad un certo punto si vede sbattuto fuori di casa insieme al padre.
Ho capito bene?
Questi dati potrebbero spiegare i motivi per l'insorgere di un disagio psicologico importante.
nel caso di questo figlio la dipendenza potrebbe contenere un messaggio da decifrare. tenga anche conto che il consumo di sostanze è spesso un tentativo di "curare" o trovare sollievo da una situazione di profonda prostrazione e sofferenza.
tuttavia il padre "appare presente e coinvolto" nella guarigione del figlio questo è un dato positivo. Potrebbe essere l'inizio di un percorso che vede coinvolto non solo il figlio ma anche l'intera famiglia. Per ulteriori chiarimenti puo' scrivermi. Cordiali Saluti. Dottor Grilli
Dott.ssa Simonetta Sarro
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Magenta
Buongiorno, la tossicodipendenza è, come le altre forme di dipendenza, indice di un bisogno, di una mancanza, di un vuoto che in qualche maniera devo colmare..
Indica spesso una personalità insicura e con privazioni affettive.
Sale poche informazioni a disposizione si può pensare ad un nucleo familiare che ha comportato carenze affettive nel figlio,
Un percorso psicoterapico individuale, o una presa in carico familiare potrebbero aiutare nel processo di guarigione.
Dott.ssa Laura Costa
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Gentilissimo/a C. dalle sue parole si evincono nozioni e terminologie prettamente “nostre”!
Che dirle...onestamente la situazione estremamente forte da lei accennata, richiederebbe, a mio modesto parere, che si interfacciassero più figure specializzate.
Infine per rispondere alla sua domanda servirebbe un grande lavoro terapeutico.
La saluto caramente augurandole il meglio!
Dott.ssa Costa
Dott.ssa Caterina Cresciullo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vallo della Lucania
Gentile Signora, di 'spiegazioni' potremmo ipotizzarne tante, ma per la vera 'comprensione ' della situazione vi è bisogno di tante altre informazioni e precisazioni...in che modo il padre risulta presente e coinvolto? come viene vissuto da questo ragazzo? quale funzione ha la tossicodipendenza in questo nucleo familiare? cosa ha attivato realmente la madre 'sempre assorbita dal lavoro' a mandar via il marito di casa? ed in fine...quanto è forte la motivazione di questo ragazzo ad uscire da questa situazione? Cordialmente
Dott. Feliciano Lizzadro
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Potenza
Salve, rispetto alla sua richiesta purtroppo ci mancano molte informazioni; altre ci sono, ma fanno riferimento a disturbi della personalità, che, però, non sappiamo se siano stati diagnosticati da uno psicologo oppure sono delle autodiagnosi. Infine, senza una visita del paziente e del nucleo familiare è quasi impossibile ipotizzare alcunché di fondato. Cordiali saluti, Dott. Feliciano Lizzadro
Dott.ssa Silvia Vagnati
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Albiano Magra
buonasera,
quante diagnosi in questa sua domanda...
consiglio un professionista per avviare una attenta analisi delle dinamiche relazionali all'interno di questa famiglia per riuscire a ipotizzare un possibile significato di un comprtamento così disfunzionale.
rimango a disposizione.
dott.sa Vagnati Silvia
Dott.ssa Isabella Sampalmieri
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Modena
Buonasera,
leggendo la sua domanda e al tempo stesso descrizione di uno scenario familiare credo la risposta implichi una complessità difficile da sviluppare in questo spazio.
Visto che sono state già dette diverse cose voglio solo mettere in evidenza un punto importante a proposito di dipendenza e relative famiglie, relativo al fatto che se un membro (in questo caso figlio) sviluppa una problematica di questo genere sta manifestando un sintomo di una problematica più ampia e profonda che riguarda l'intero sistema familiare.
Quindi l'approccio al problema stesso dovrà essere per forza complesso ed a più livelli.
Dot.ssa I. Sampalmieri
Dott.ssa Rossana Putignano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Credo se lo sia spiegata da sola :) quando esiste un problema di coppia spesso i figli vanno per conto loro ma non é detto, sono molto i fattori che intervengono. Anche se scrive in terza persona presumo che si tratti di lei, mi corregga se sbaglio; traspare molta rabbia e delusione verso quest' uomo ' narcisista'. Se vuole aiutare suo figlio cerchi di aiutare se stessa in primis nella elaborazione della delusione. Auguri.
Dr. Francesco Botti
Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico legale
La Spezia
Per capire le cause della tossicodipendenza di suo figlio bisognerebbe parlare con lui
Dott. Stefano Polidori
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve. La tossicodipendenza in una famiglia disfunzionale di solito colpisce il membro che possiamo definire il "paziente designato": egli incarna tutta la disfunzionalità della famiglia, come se lui fosse l'unico problema da risolvere. Egli, con la sua tossicodipendenza, in realtà esprime il disagio per quello che sente che non va in famiglia, una sorta di segnale di allarme e di aiuto, ma di solito non viene ascoltato in tal senso e viene considerato dagli altri membri della famiglia come l'unico "problema" da affrontare. Per questo, consiglio a tutta la famiglia di intraprendere un percorso di psicoterapia familiare.
Dott. Daniel Michael Portolani
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, le spiegazioni e i motivi alla base dei comportamenti umani non seguono una linea unica e comune. Ipotizzare un motivo che giustifichi l'insorgenza di un'esperienza complessa come la dipendenza alla luce di un'etichetta diagnostica (Altrettanto complessa) di un familiare vorrebbe dire riferire le esperienze umane a un sistema causa-effetto che è valido solo per gli oggetti e le cose del mondo, non certo per gli individui. Per comprendere i motivi di quanto chiede è necessario calare la sofferenza entro la storia di vita di questa persona, laddove è certamente probabile che avere avuto esperienze di un genitore con queste caratteristiche abbia giocato un ruolo importante e di sicuro impatto, ma a priori non è possibile pensare di utilizzare questo unico dato a giustificazione o spiegazione della dipendenza. Consigli a questa persona, se ne riconosce il bisogno, di rivolgersi a un SERT dove potrà svolgere anche un percorso psicologico volto alla comprensione dei bisogni cui la dipendenza sopperisce. In bocca al lupo, cordialità. DMP
Dott.ssa Alessia Rita Candiloro
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Professional counselor
Napoli
Mi colpisce sinceramente il modo in cui scrive :impersonale, tecnico. A scrivere è la madre, il padre narcisista o qualcuno di esterno?
In ogni caso dato che pare fornito/a di competenze, saprà di certo che alla base della tossicodipendenza c'è la ricerca del piacere e psicologicamente un meccanismo di 'anestesia' dai problemi quotidiani frutto di un copione di vita strutturatosi in base a scelte e ingiunzioni (analisi transazionale). Cosa vuole sapere con tale domanda? Come si può spiegare l'insorgenza? Dipende. Chieda tali informazioni ad un terapeuta e lavori lei sul suo vissuto emotivo che si è attivato davanti a tale realtà della tossicodipendenza.
Dr. Fabio Marinozzi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Probabilmente la strada più utile ad analizzare queste tematiche sarebbe quella di far iniziare un percorso psicoterapico al ragazzo. Al fine che riconosca i propri meccanismi autolesivi ed automatici. Saluti
Dott.ssa Sabrina Marini
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
come primo passo ritengo che sia fondamentale comprendere l'esordio dell'uso di sostanze di suo figlio e la spiegazione che si è dato: indagare quale sia l'effetto ricercato per il quale si affida alla sostanza.
In un secondo momento potrebbe essere utile e funzionale coinvolgere anche lei e la madre per un lavoro familiare.
Dr. Michele Dal Bo
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Verona
Buongiorno, il suo linguaggio e il suo "modo " di presentare la situazione è sinonimo di una certa già propensione alla diagnosi. Il tema è molto più complesso dei termini che usa e non lo nasconderei dietro le sue parole.
La dipendenza va curata e gestita, non elencata. Le consiglio di iniziare un percorso per tutti i membri della famiglia per dare un aiuto concreto al figlio.
Cordiali saluti. Dott. Dal Bo
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, come lei stesso/a dice la situazione sembrerebbe essere molto complessa. Mi servirebbe raccogliere molte informazioni per avere un quadro chiaro, quindi darle una risposta ora è veramente difficile e soprattuto sarebbe poco professionale e rispettoso verso la complessità di questa situazione. L'unica osservazione che posso fare, non so se lei è uno specialista o un amico di famiglia, è che sembrerebbe essere una famiglia in cui c'è bisogno di avere dipendenze. Quindi potrebbe approfondire che funzione ha e a cosa serve avere una dipendenza in questa famiglia. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sono d'accordo con il mio collega, bisognerebbe parlarne con il diretto interessato per avere maggiori informazioni.
Come è evoluta la situazione?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. A mio avviso sarebbe essenziale intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa identificare e riconoscere cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, ha citato tematiche complesse che meriterebbero una conoscenza ed uno studio più approfondito. Non esiti a rivolgersi ad un professionista che sappia individuare le cause principali di questi comportamenti e successivamente, porli rimedio.
MMM
Dott. Saber Sassi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Buongiorno. Ogni quadro psicopatologico che riguardi l'età evolutiva andrebbe letto in un ottica che tenga conto delle dinamiche famigliari.
Spesso il sintomo in questi casi è la punta dell'iceberg e si tende a cercare di risolverlo perché è l'aspetto più manifesto. Ma dietro ci sono molti altri fattori di cui tener conto.
L'inquadramento iniziale del caso è fondamentale, pertanto mi permetto di consigliare di rivolgersi ad un professionista. Solo dopo un assessment completo si può pensare a come trattare il problema.
Porgo i migliori auguri.

Dott. Sassi
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, il tossicodipendente sostituisce ad una figura genitoriale (spesso la madre) la sostanza stupefacente, sempre presente e capace di nutrire il soggetto.
L'insicurezza interna di chi soffre di questo disturbo, fa in modo che percepisca la sua insufficienza di fronte alla realtà' esterna e usi la droga come agente deresponsabilizzante.

Cordialmente

Dottor Mauro Vargiu
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
gentilissima/o se viene in studio le posso spiegare come funziona la spiegazione e in che campo della vita è utile.
Un saluto cordiale
dr.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Buonasera, in merito alla sua gentile richiesta molte informazioni non sono presenti. è presente un riferimento ad un disturbo di personalità, mi chiedevo se fosse un disturbo diagnosticato da uno specialista o se, invece, sia un'autodiagnosi.
Ci sono diversi elementi che potrebbero essere alla base della tossicodipendenza ma non è possibile in alcun modo generalizzare.
A mio avviso sarebbe necessario intraprendere un percorso psicologico al fine di approfondire, comprendere ed identificare le cause di questo disturbo e del funzionamento di questa famiglia.
Resto a disposizione, buona serata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
La tossicodipendenza del figlio potrebbe essere interpretata all'interno di un quadro relazionale complesso che coinvolge i genitori e la dinamica familiare. Il fatto che il padre sia un narcisista contro-dipendente potrebbe avere influenzato il modo in cui il figlio ha sviluppato la sua identità e la sua capacità di relazionarsi con gli altri. Il padre potrebbe aver trasmesso al figlio dei modelli disfunzionali di relazione, basati sull'auto-centrismo e sull'incapacità di stabilire legami sani e stabili.
La madre, al contrario, potrebbe aver rappresentato un modello di distacco emotivo e di assenza, a causa del suo coinvolgimento e assorbimento nel lavoro e della decisione di mandare via il marito a causa dei tradimenti. Questo potrebbe aver generato nel figlio un senso di abbandono e di solitudine, che potrebbe aver contribuito al suo ricorso alle sostanze come meccanismo di coping.
Inoltre, il coinvolgimento e il supporto del padre nei tentativi di guarigione del figlio potrebbero essere ambigui e ambivalenti, poiché potrebbero essere motivati da un bisogno di controllo o dall'esigenza di soddisfare il proprio narcisismo piuttosto che da una genuina preoccupazione per il benessere del figlio.
In questo contesto, potrebbe essere importante esplorare le dinamiche relazionali e comunicative presenti all'interno della famiglia, così come le modalità con cui ciascun membro cerca di soddisfare i propri bisogni e le proprie vulnerabilità. Un approccio psicologico sistemico relazionale potrebbe essere utile per comprendere in profondità le dinamiche in atto e individuare modalità di intervento che possano favorire un cambiamento positivo all'interno della famiglia. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buonasera, sicuramente spiegare l'origine di una condizione come quella della tossicodipendenza necessiterebbe di ulteriori informazioni rispetto a quelle che ci ha fornito. Spesso infatti è meglio parlare di "cause", intendendo la tossicodipendenza, in questo caso, come il risultato di un insieme complesso di fattori che ne hanno determinato l'insorgenza. Sicuramente sarebbe opportuno fornire al ragazzo il giusto sostegno emotivo per cercare di uscire dalla dipendenza e comprendere come affrontare ciò che in questo momento lo fa soffrire. Intraprendere un percorso psicologico può essere un buon modo per fare ciò. Se lo vorrà, sono a sua disposizione anche online. Cordialmente, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
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Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, grazie per aver condiviso questa complessa situazione. L'insorgere della tossicodipendenza in un figlio può essere influenzato da molteplici fattori, tra cui dinamiche familiari problematiche come quelle da Lei descritte. La presenza di un padre narcisista contro-dipendente e una madre assorbita dal lavoro potrebbe aver creato un ambiente emotivamente instabile, influenzando lo sviluppo del figlio. La Terapia Breve Strategica potrebbe essere un approccio efficace per comprendere e affrontare questa situazione. Questa terapia si focalizza sull'interrompere i comportamenti disfunzionali e sulle interazioni familiari che possono contribuire alla tossicodipendenza, aiutando a creare un cambiamento concreto nel comportamento del figlio e nelle dinamiche familiari. Sarebbe utile coinvolgere l'intera famiglia in questo percorso terapeutico per supportare il figlio nel suo percorso di guarigione.
Dott.ssa Aurora Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile, è una situazione complessa che richiede un'analisi più approfondita. Molto spesso l'agito verso la tossicodipendenza nasconde una storie di ferite e sofferenza, che spesso coinvolgono l'intero sistema familiare in maniera consistente e soverchiante.
Un percorso personale o familiare è sicuramente il più indicato per andare ad indagare il sintomo manifestato.

Rimango a disposizione.

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Dott.ssa Alice Fazzina
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Salve, grazie per aver condiviso la situazione. La tossicodipendenza (come altre forme di dipendenza) è indice di di sofferenza, di un "vuoto" che in qualche maniera va colmato. Sarebbe opportuno dare al ragazzo il supporto emotivo per cercare di uscire dalla dipendenza: l'approccio sistemico relazionale potrebbe essere utile per comprendere in profondità le dinamiche familiari in atto e individuare modalità di intervento che possano favorire un cambiamento positivo all'interno della famiglia. Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Persico
Psicologo, Sessuologo, Neuropsicologo
Carrara
Buonasera!

la sua domanda tocca temi complessi che coinvolgono dinamiche familiari profonde. L'insorgere della tossicodipendenza in un contesto come quello che descrive può trovare spiegazione in diversi aspetti psicodinamici.

Nel caso di un genitore narcisista contro-dipendente, nonostante possa apparire presente, il figlio potrebbe percepire una mancanza di autentica connessione emotiva. Il narcisista contro-dipendente tende infatti a oscillare tra vicinanza e distanza, e spesso il proprio coinvolgimento è più orientato a soddisfare un'immagine di sé come "genitore devoto", piuttosto che un impegno empatico e stabile nei bisogni emotivi del figlio. Questa dinamica potrebbe contribuire a far sentire il figlio emotivamente trascurato, nonostante la presenza fisica e l’apparente sostegno del padre.

A tutto ciò si aggiunge l’assenza emotiva della madre, dedita al lavoro e sopraffatta dai tradimenti del partner. Di fronte a questo quadro, è possibile che il figlio cerchi di colmare il senso di vuoto, di alienazione o di disorientamento attraverso l'uso di sostanze. La tossicodipendenza diventa allora un mezzo per gestire o “anestetizzare” il dolore, i sentimenti di inadeguatezza o i conflitti interni derivanti da una famiglia in cui i bisogni emotivi autentici sono stati in qualche modo ignorati o minimizzati.

Anche il fatto che la madre abbia allontanato il marito, sebbene rappresenti una scelta di indipendenza, può aver creato una frattura difficile da elaborare per il figlio. Spesso, in questi casi, i figli si sentono intrappolati in dinamiche di lealtà divisa o di conflitto irrisolto tra le figure genitoriali, e possono sviluppare sensi di colpa o sentimenti di abbandono, che possono contribuire all’insorgere di una dipendenza.

Per aiutare il figlio in un percorso di guarigione, sarebbe utile esplorare queste radici emozionali in uno spazio terapeutico che possa affrontare la tossicodipendenza non solo come dipendenza chimica, ma come risposta a carenze affettive e ferite psicologiche più profonde.

Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.

Un caro saluto,
Dott.ssa Camilla Persico
Dott. Daniele Morandin
Psicologo, Psicologo clinico
Monfalcone
Buongiorno,
Dal testo che ha scritto non si capisce il tipo di legame che ha Lei con le persone che descrive.
Credo sia una questione importante per comprendere la sua domanda e il motivo della stessa.

Un caro saluto, Dott. Daniele Morandin
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentilr C., grazie per aver condiviso questa complessa situazione. Comprendo quanto sia difficile affrontare e cercare di comprendere dinamiche familiari così profonde e dolorose.
L'insorgere della tossicodipendenza potrebbe essere interpretato alla luce di molteplici fattori, tenendo conto sia della vulnerabilità individuale che del contesto familiare. Le dinamiche relazionali descritte sembrano caratterizzate da conflitti e da un'instabilità emotiva che potrebbero aver contribuito a creare un ambiente complesso per lo sviluppo del figlio. Comprenderà che non si tratta di un tema da poter approfondire in questo tipo di contesto ed al quale le consiglio di dedicare un luogo ed un tempo ad hoc con un professionista. Cordialmente,
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, non esistono formule e trattamenti generalizzati validi per ogni contesto e persona. Non so lei che ruolo abbia nella situazione, ma quello che le posso dire è che, in primis per poter cambiare le dinamiche e i processi in un sistema familiare, dove c'è l'espressione di un sintomo così importante come la tossicodipendenza, bisogna volere fortemente cambiare ed evolvere dentro di sè, tra i protagonisti attivi del sistema, altrimenti non succede niente, ma si replicano ciclicamente i meccanismi che non funzionano nella famiglia e ci si fa del male a sè e agli altri.
Un primo passo è permettere alle persone coinvolte di fargli vedere che se non riescono a stare bene da soli e stanno passando un periodo di particolare difficoltà, possono rivolgersi a dei professionisti per farsi supportare e sostenere per ritrovare un equilibrio e sciogliere i nodi non risolti dentro di sè.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott. Niccolò Orsi Bandini
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile utente, la ringrazio per il suo post.
La risposta alla sua domanda è alquanto complessa, e non credo sia possibile darne ragione a priori, senza conoscere la situazione nel dettaglio.
innanzitutto bisognerebbe capire chi abbia fatto questa diagnosi, infatti il narcisismo è una patologia molto complessa, che si può esprimere in tante forme e differenti livelli di gravità. Anche il tradimento seriale e la dipendenza sessuale sono comportamenti che possono dipendere da una moltitudine di fattori.
per questa ragione è impossibile rispondere al suo quesito in poche righe, purtroppo l'unico modo di scoprire le cause e le dinamiche che sono attive in questa particolare relazione è necessario che venga esplorata e seguita da un terapeuta, che potrà usare le proprie competenze per andare a capire quali sono le aree di criticità e di possibile intervento.
Dico questo in quanto, come sopra accennato, il narcisismo è forse, ancora più che una patologia specifica, riducibile a pochi criteri a cui corrispondere, un tema che riguarda squilibri più o meno patologici in aree come: bassa autostima e come regolarla tramite meccanismi di idealizzazione e svalutazione, qualità delle relazioni, capacità empatiche manchevoli e utilizzo delle persone come oggetti-sè a scopo di nutrimento narcisistico, negazione della dipendenza, investimento in un falso sè patologico, manipolazione, rabbia, affetti di vergogna e invidia fino a manifestazione francamente antisociali.
Ebbene, il narcisismo più che altre patologie richiede di essere esplorato in terapia, anche per la tendenza che hanno queste persone a non vedere la loro patologia e attribuire colpe sempre all'esterno, senza mai prendere in considerazione la loro responsabilità a riguardo.
E' quindi possibile che in questa situazione il figlio abbia cercato conforto nell'abuso di sostanze per difendersi da una relazione con entrambi i genitori che non sentiva realmente sintonizzata a livello emotivo, per proteggersi da un forte senso di confusione emotiva derivato dal fatto che le parole di interesse del padre non corrispondono alla realtà emotiva percepita.
Infatti i narcisisti ,spesso, dietro ai loro spergiuri di interesse lasciano un senso di annichilimento, come se non esistessero e non venissero visti per le persone che sono, ma solamente fino a quando siano disposti a rispecchiare l'idea che il narcisista ha di sè stesso.
D'altronde quelle da me scritte sono solo ipotesi, sarebbe anche da approfondire il ruolo della madre, che dal messaggio sembra molto assente e poco parte di una vicenda che ruota attorno alla dinamica padre/figlio, ma che comunque nella sua presenza o assenza ha contribuito allo sviluppo emotivo e psicologico del figlio.
In conclusione rinnovo quindi l'invito a rivolgersi a uno specialista, l'aiuto che lei può dare a questo ragazzo (soprattutto se maggiorenne) è quello di provare a proporgli un percorso terapeutico, alternativamente può sempre provare a rivolgersi ai genitori; in particolare se il padre (soffrendo di questa patologia) potrebbe negare le proprie responsabilità e i problemi del figlio, la madre, riuscita ad affrancarsi da questa situazione, potrebbe dimostrarsi più ricettiva.
Si ricordi anche che la tossicodipendenza è da prendere molto seriamente, per quanto l'ambito psicologico sia di estrema importanza, vi è anche una preoccupazione medica di base, è assolutamente imperativo che questo ragazzo venga anche seguito da medico e medico psichiatra,; sia per la parte della salute organica che per prendere in considerazione una terapia farmacologica che vada di pari passo col percorso psicologico.
La tossicodipendenza è meglio affrontata se si riesce ad essere seguiti da più specialisti che possono collaborare e da una rete di sostegno territoriale, e soprattutto va affrontata il prima possibile, prima che consumi la persona e la possa anche esporre al rischio di overdose e morte. In caso si può rivolgere al SerT, dove le sapranno dare indicazioni più dettagliate.
Auguro il meglio al ragazzo e a lei, grazie ancora e saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile C.,
la situazione che descrive è certamente complessa e coinvolge dinamiche familiari profonde che possono aver influito in modo significativo sul vissuto emotivo e sul comportamento di suo figlio. Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutare ad approfondire le connessioni tra i fattori relazionali e l’insorgere della dipendenza, offrendo uno spazio di comprensione e orientamento.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio.
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Salve,
per rispondere dovrei sapere che persona è questo "marito", e le reazioni che potrebbe avere. Dire narcisista non è come sapere già tutto di quella persona, quindi per risponderle dovrei avere qualche informazione aggiuntiva.
se vuole mi scriva in privato

dottssa serena vitale
Dott.ssa Gabriella Montanari
Psicologo, Psicologo clinico
Ravenna
Buonasera, innanzitutto è importante conoscere l'età del ragazzo/ragazza (minorenne o maggiorenne) ed effettuare una raccolta anamnestica il più possibile completa (familiare, personale, fisiologica, patologica remota e prossima), inclusiva della storia di tossicodipendenza. In un secondo momento, anche grazie all'ausilio di un uso mirato di test, si andrebbero a indagare il funzionamento psichico, la personalità e le dimensioni eventualmente compromesse del figlio. A questo punto, sempre tramite colloqui, sarebbe possibile concentrarsi sui vissuti personali e sulle dinamiche relazionali (in primis quelle familiari) cercando di individuare i fattori predisponenti e precipitanti l'uso delle sostanze e le risorse personali e di rete di cui dispone il giovane. Il tutto, quindi, secondo un approccio bio-psico- sociale che tenga conto degli elementi di diversa natura che, combinati, hanno avuto come esito l'insorgenza della dipendenza.
Dr. Raffaello Pinelli
Psicologo, Psicologo clinico
Reggello
Buonasera,
la sua domanda è molto interessante e tocca dinamiche profonde del funzionamento familiare.

L’insorgere di una dipendenza nel figlio può essere letto non solo come un comportamento disfunzionale, ma anche come un modo di esprimere e compensare una sofferenza relazionale non elaborata. In contesti dove uno dei genitori presenta tratti narcisistici e contro-dipendenti, i figli spesso crescono oscillando tra un bisogno intenso di approvazione e la paura di non essere mai “abbastanza”.

Anche se il padre appare coinvolto e premuroso, la sua presenza può essere ambivalente: affettivamente altalenante, centrata sul proprio ruolo di “salvatore” più che su un ascolto autentico del figlio. Questo può generare nel ragazzo una forma di vuoto affettivo mascherato da vicinanza, che favorisce la ricerca di stimoli esterni (come le sostanze) per colmare un dolore interno indefinito.

La madre, a sua volta, essendo stata assorbita dal lavoro e provata da una relazione complessa, può aver offerto una base affettiva intermittente: non assente, ma forse poco contenitiva rispetto al caos emotivo familiare. In queste condizioni, la tossicodipendenza può rappresentare un tentativo inconscio di regolare emozioni troppo intense o contraddittorie, spesso legate al bisogno di essere visti e riconosciuti.

In un percorso terapeutico, il lavoro più utile è spesso quello sistemico e familiare, volto a ricostruire significati e ruoli, e a restituire al figlio la possibilità di sentirsi “intero”, non definito dal sintomo.

Un caro saluto,
Dott. Raffaello Pinelli – Psicologo clinico
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la tossicodipendenza in un contesto familiare così complesso può essere vista come una risposta al vissuto emotivo, spesso legata a dinamiche di controllo, mancanza di stabilità e difficoltà relazionali. Un genitore narcisista contro-dipendente, anche se apparentemente presente, può trasmettere inconsapevolmente tensioni e insicurezze che il figlio può cercare di gestire attraverso comportamenti di dipendenza.
La presenza della madre, pur impegnata nel lavoro e nelle scelte difficili, è importante ma non sempre sufficiente a compensare queste dinamiche. Un percorso di psicoterapia umanistica o EMDR per tutta la famiglia può aiutare a sciogliere nodi emotivi e a costruire nuove modalità di relazione più autentiche e sane. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno, credo sia difficile 'spiegare', senza entrare nel labirinto, delle interpretazioni, il comportamento umano. Non conoscendo la storia, ne l'attore.
Siamo tutti padroni del nostro dolore, la domanda di 'senso' è cosa ne vogliamo fare della nostra sofferenza...
Le auguro una meravigliosa Vita.
Dott.ssa Giulia Spilli
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Le tossicodipendenze hanno diverse origini. Il mio approccio mi porterebbe a fare un'indagine famigliare per cui quello che penso sia necessario per questo ragazzo è cominciare un percorso di recupero che includa una psicoterapia familiare.
Gentile C.,
​La ringrazio per aver posto una domanda così complessa e delicata. È fondamentale sottolineare che l'insorgenza di una tossicodipendenza non ha mai una causa singola, ma è il risultato di una complessa interazione di fattori individuali, ambientali e relazionali, in particolare quelli legati al sistema familiare. ​Le dinamiche tra un padre narcisista/contro-dipendente e una madre distante possono creare un ambiente invalidante per il figlio.
Nell'ottica del mio orientamento psicoterapeutico, Costruttivista Intersoggettivo, la dipendenza non è considerata semplicemente un sintomo da eliminare, ma una strategia (sebbene disfunzionale e autodistruttiva) che il soggetto ha costruito per dare un senso e gestire la sua realtà emotiva interna. La sostanza non è vista come una "fuga", ma come un tentativo, appreso in un contesto relazionale caotico, di autoregolazione emotiva. In mancanza di un genitore che abbia offerto un contenimento stabile, la sostanza diventa un partner affidabile e immediato per anestetizzare il dolore, la rabbia o la confusione. Il figlio potrebbe non aver potuto costruire un Senso di Sé solido e coerente. La tossicodipendenza diventa allora un'identità rigida in cui rifugiarsi, un modo per essere visti (anche se in modo negativo) o per esprimere la disperazione che non si poteva comunicare a parole.
​​Il cuore dell'approccio Costruttivista Intersoggettivo è la relazione terapeutica. La guarigione non avviene solo cambiando i comportamenti, ma creando un nuovo contesto relazionale in cui il paziente possa:
- ​sentirsi accolto incondizionatamente: sperimentare finalmente una relazione autentica (quella con il terapeuta) basata sulla comprensione.
​- riscoprire il proprio senso: comprendere che la dipendenza era una scelta dolorosa, ma necessaria, per la sua sopravvivenza emotiva, e, partendo da questa comprensione, costruire nuovi e più funzionali significati del proprio essere e del proprio futuro.
​In conclusione, la tossicodipendenza in questo contesto familiare può essere letta come un disperato tentativo di auto-salvezza in un sistema che non forniva le basi emotive necessarie. Per superarla, è consigliabile un percorso (individuale o familiare) che lo aiuti non solo a smettere di usare la sostanza, ma a ricostruire la sua storia e la sua identità in modo più sano.

Dott.ssa Sabrina Battaglia
Buonasera,
la situazione che descrive coinvolge dinamiche familiari complesse, che possono avere un forte impatto sul benessere emotivo di un figlio. La tossicodipendenza, infatti, non nasce mai da un unico fattore: spesso è il risultato di difficoltà nella regolazione emotiva, ambienti familiari instabili o relazioni segnate da conflitti e mancanze affettive.

Un padre emotivamente fragile o centrato su di sé, una madre molto assorbita da impegni e vissuti dolorosi, e un clima familiare carico di tensioni possono rappresentare elementi che contribuiscono alla vulnerabilità del ragazzo. La dipendenza può diventare, così, un modo per gestire emozioni difficili o colmare un vuoto interno.

Un percorso di supporto psicologico può aiutare a comprendere meglio l’origine del disagio e offrire strumenti più adeguati per affrontarlo.

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