Salve mio figlio un anno dipendenza cocaina curato cn terapia TMS. Autonomo anni 30 già manager banc

8 risposte
Salve mio figlio un anno dipendenza cocaina curato cn terapia TMS. Autonomo anni 30 già manager banca tutto ok come risultati. Mi sembrava un sogno ma nemmeno ha finito ha ripreso sono disperata cosa posso fare?
Buongiorno, la terapia TMS non è una psicoterapia, non stupisce quindi che gli effetti siano stati di così breve durata. Ci dice che è disperata per la situazione di suo figlio: e’ comprensibile che la dipendenza dalla cocaina del proprio figlio sia motivo di grande preoccupazione e dolore per una madre. E’ quindi prima di tutto giusto che la sua angoscia venga accolta da un ascolto attento e professionale: può contattare lei stessa uno psicoterapeuta in modo da confrontarsi con lui e trovare il modo di aiutare prima di tutto se stessa e poi suo figlio. In ogni caso il sintomo “dipendenza da cocaina” sottende molto probabilmente un malessere in suo figlio. Una psicoterapia e’ il contesto elettivo per lavorare sulle questioni psicologiche che stanno alla base dell’uso che fa della sostanza stupefacente, e sarebbe certamente bene che lui ne iniziasse una: il fatto che suo figlio sia efficace e affermato nel contesto lavorativo non significa che non ci sia un problema di carattere psicologico alla base. Anzi, spesso la cocaina viene utilizzata proprio per potenziare le proprie prestazioni, anche in ambito lavorativo. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, un caro saluto, Marta Corradi.

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Buongiorno, lei è una mamma affranta e comprendo la sua disperazione.
Sono convinta che il nodo centrale sia la MOTIVAZIONE al cambiamento. Nessun intervento si dimostra veramente efficace senza questo pre-requisito.
In questo momento, se suo figlio non si mostra "pronto" a intraprendere un percorso concreto di astensione, può essere utile per lei chiedere aiuto ad un/una professionista per comprendere l'atteggiamento migliore da adottare.
Isabella Vecchi
Salve, è molto doloroso per una madre constatare che il proprio figlio non riesca ad uscire da questa dipendenza, nonostante, come lei scrive nella sua domanda, sia inserito nel mondo del lavoro con buoni risultati. Lei dovrebbe farsi aiutare psicologicamente per poter accettare e capire cosa sta succedendo a suo figlio e cercare di coinvolgere anche il ragazzo ad intraprendere un percorso psicologico per capire per quale motivo ha bisogno di questa stampella per andare avanti, a che cosa le serve e perchè non riesce a farne a meno. Dovrebbe fare un lungo lavoro su di sè, ma solo lui potrà decidere, gli dovrà scattare la voglia di cambiare e percepire che la vita va affrontata anche senza aiuti. Tale sostanza, inizialmente ci fa sentire forti, invincibili, lavorare tanto e non sentire la stanchezza, ma dopo poco si diventa dipendenti, diventando dannosa e distruttiva, spero che suo figlio ne possa uscire al più presto, ma senza un aiuto sarà difficile, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
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Gentilissima Signora comprendo il suo sconforto e il senso di impotenza rispetto al problema di suo figlio. La stimolazione TMS è un approccio d'intervento breve che, come già sottolineato nelle risposte precedenti, potrebbe non dare benefici sul lungo periodo soprattutto per determinati problemi quali le dipendenze. Il trattamento della dipendenza da cocaina è difficile e richiede interventi multipli, non ultimo la presa in considerazione di una riabilitazione in comunità. La motivazione deve essere forte e il sostegno importante. In alternativa è percorribile la strada di accesso al SERT (servizio territoriale per le tossicodipendenze e le ludopatie) pubblico o privato e in associazione un percorso psicoterapeutico. A mio avviso infatti il problema della dipendenza da sostanze può svilupparsi come risultato di problemi e conflitti emotivi sottostanti.
Può trovare un sostegno anche lei, signora, rivolgendosi ad un professionista iscritto all'Ordine degli Psicologi.
Le porgo cordiali saluti e rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Dr. Omar Vitali
Salve. La mia idea sulla tossicodipendenza è che essa riguardi spesso il contesto familiare: anche se il tossicodipendente è uno, egli, con la sua problematica, esprime i problemi di tutta la sua famiglia; in altre parole suo figlio è il "paziente designato", colui che deve portare tutto ciò che non va nella sua famiglia sulle spalle. Per questo le consiglierei di intraprendere una psicoterapia sistemico-familiare in modo che ciò che non va in famiglia possa avere uno spazio in cui poter esprimersi. Sentirsi tutti responsabili della cosa potrebbe aiutare suo figlio a non sentirsi come l'unico portatore del problema e, in questo modo, motivarlo a smettere.
Cordiali saluti
Dott. Stefano Polidori
Buongiorno. Purtroppo la dipendenza da sostanze è un problema assai complesso che richiede un lungo periodo di trattamento in psicoterapia, in quanto il problema va oltre alla motivazione al cambiamento. Innanzitutto il primo consiglio valido che posso darle è di consigliare la presa in carico al SerT (servizio dipendenza territoriale), potete chiedere al vostro medico di base maggiori informazioni.
Buonasera signora, capisco la sua preoccupazione, mi sento di dirle che sicuramente la presa in carico deve avvenire su un doppio binario come hanno suggerito i miei colleghi: quello del Sert e quello della psicoterapia. Questo perchè il primo andrà ad occuparsi del controllo della sostanza e la psicoterapia della regolazione delle emozioni, dei vissuti e nel costituirsi in primo luogo come sostituto affettivo alla dipendenza, per poi avviare un processo più maturo del legame, esplorandolo in un contesto relazionale. Resto a disposizione, un caro saluto
Buonasera signora,
pienamente comprensibile la sua angoscia.
Un genitore non sempre possiede gli strumenti per aiutare il proprio figlio per questo è importantissimo rivolgersi ad un professionista.
Per quanto riguarda tale circostanza, sarebbe utile intraprendere sia una psicoterapia individuale per il ragazzo che un percorso di sostegno psicologico o, se necessario, psicoterapico alla famiglia.
I miei più sinceri auguri.
Dott.ssa Mariella Marotta

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