Buonasera ho problemi con mio figlio, ha perso il lavoro per colpa del gioco, lo stipendio non gli d

21 risposte
Buonasera ho problemi con mio figlio, ha perso il lavoro per colpa del gioco, lo stipendio non gli durava un giorno, inoltre non fa che chiedere soldi hai parenti e amici per poi giocarli, non c è la faccio più ha solo 21 anni come posso aiutarlo ad uscire da questo incubo?
Gentile utente, e’ più che comprensibile quanto sia estenuante per lei come genitore vivere tutto ciò che comporta la dipendenza da gioco di suo figlio. Naturalmente la cosa più opportuna sarebbe che suo figlio iniziasse un percorso di psicoterapia per lavorare sul suo problema e risolverlo, ma questo implica consapevolezza da parte di suo figlio del problema stesso, consapevolezza che spesso non è presente in che soffre di dipendenza. Può in ogni caso provare a parlare a suo figlio di questa possibilità e, se questo non portasse il risaltato sperato, può provare a rivolgersi lei stesso ad uno psicoterapeuta che sappia consigliarla. In questo modo potrà cercare di trovare assieme al terapeuta delle modalità che possano favorire l’inizio di un percorso di terapia da parte di sui figlio. Inoltre potrà avere dal terapeuta stesso delle indicazioni, anche di carattere pratico (vedi ad esempio per la gestione del denaro) per voi genitori, nella gestione della dipendenza di suo figlio. Un saluto, Marta Corradi

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Gentile Utente,
il gioco d'azzardo patologico è un vortice che risucchia, e suo figlio è probabile che sia smarrito al suo interno essendo così giovane. Il problema deve essere affrontato secondo due prospettive distinte: quella di suo figlio, che riconoscendo il problema deve intraprendere una psicoterapia (la motivazione alla cura del ragazzo è fondamentale); e quello delle rete familiare intorno a lui, che deve essere guidata nel rivelargli la problematicità dei suoi comportamenti e nel comprendere in che modo porsi rispetto al suo problema e le sue richieste. E' un intervento a tutto tondo che muove il primo passo nella presa di coscienza di qualcuno vicino, come sta facendo lei, e che poi si allarga a tutto il resto del nucleo fino a comprendere il ragazzo stesso. Un caro augurio di buona fortuna
Comprensibilissima la sua condizione di angoscia e di preoccupazione: il disturbo da gioco d'azzardo è una forma di dipendenza molto problematica in quanto travolge non solo la dimensione psicologica ed emotiva dell'individuo (che come suo figlio è arrivato a perdere il lavoro e probabilmente a contrarre anche piccoli o grandi debiti) ma soprattutto investe tutta la sfera familiare circostante portando a complicazioni di natura non solo economica ma in particolare portando esasperazione (come dice lei "non ce la faccio più") allarme, preoccupazione e angoscia che risucchiano le energie emotive e psichiche di tutti i familiari coinvolti. Giustamente la domanda "come uscire da questo "incubo" ?" non è di immediata e facile risposta (sono molti i fattori che possono influenzare l'esito di un qualsiasi tipo di intervento, e tra questi il più importante è la collaborazione del soggetto stesso) ma sicuramente l'aspetto incoraggiante è che ci sono sicuramente vie d'uscita percorribili ed efficaci: psicoterapia individuale e\o di gruppo, terapia familiare e sistemica, gruppo di mutuo-auto-aiuto (di stampo simile agli A.A. Alcolisti Anonimi ma focalizzati sul gioco d'azzardo: G.A.) oppure centri di residenzialità per il recupero delle dipendenze da gioco (si informi sul territorio potrà trovarne alla voce "DGA" Disturbo gioco d'azzardo - oppure Ludopatia). Per quanto poco possa consolare questa considerazione le posso garantire che non è solo suo figlio che è caduto in questa spirale di dipendenza: purtroppo questa è una "piaga" culturale che colpisce trasversalmente tutta la società ed in particolare in Italia che è al 2° posto nel mondo per quantità di giocatori problematici, ma questo le darà la garanzia di poter trovare sul suo territorio (spero nelle vicinanze) se cerca bene anche Centri specializzati nel trattamento di questa specifica problematica. Difficile però consigliarle una scelta tra questi percorsi avendo così poche informazioni per poter valutare serenamente in scienza e coscienza sul da farsi, ma si può garantire che la cosa essenziale: potrebbero essere necessari diversi tentativi prima di trovare il percorso più adatto a suo figlio, e sicuramente le consiglierei di non desistere e di non perdere il coraggio nel cercare una soluzione, ma di provare anche più di un approccio. Un buon fattore prognostico è la giovane età di suo figlio che fa ben sperare sulle possibilità di un pieno recupero e una riabilitazione esistenziale. Certo bisognerà armarsi di molta pazienza e di coraggio in quanto potrebbe essere che inizialmente il ragazzo non voglia collaborare attivamente verso una psicoterapia (ad esempio) e si faccia auto.ingannare negando ostinatamente di avere un problema oppure con l'illusione di onnipotenza di potercela fare ad uscirne "da solo" rifiutando ogni forma di aiuto, oppure "giurando" che non giocherà mai più (salvo poi dover continuare a mentire a sè e agli altri pur di continuare a giocare). Ripeto: la dinamica delle dipendenze appare sempre complessa e resistente al cambiamento ma non per questo ne consegue che sia impossibile uscirne (anzi) ma questo "adagio" che mi sento di ribadire qui è dovuto al fatto di non alimentare inutili illusioni che sia facile o che basti un semplice sforzo di volontà per superare quello che può sembrare solo un "vizio" e un peccato (come si pensava nel lontano passato "moraleggiante") bensì si configura come un "disturbo psicologico" complesso e profondo che va risolto e curato con le dovute accortezze metodologiche e con la dovuta profondità di azione di una psicoterapia intensiva e prolungata che possa garantire la completa estinzione della "compulsione" all'azzardo. Non mi dilungo oltre, anche se potrebbe da dire molto altro, ma per abbozzare una risposta alla sua vitale domanda spero di averle dato spunti di riflessione e valutazione che siano il più possibile significativi per orientarla verso la ricerca di un "Percorso" che possa favorire l'uscita dall'Incubo per poter ritornare a respirare un'aria di serenità e una nuova alba di vita luminosa dopo la lunga notte d'angoscia esistenziale, colorandola di speranza e coraggio. Rimanendo a sua disposizione per ogni eventuale richiesta di chiarimento o approfondimento le auguro ogni Bene, per lei e suo figlio. Possa la Luce ispirare i vostri passi e le vostre scelte indirizzandovi verso l'inizio di quello che potrà essere un "Viaggio" di Liberazione.
Buonasera, sarebbe interessante approfondire la situazione di suo figlio in un colloquio terapeutico; da ciò che descrive si tratta, probabilmente, di dipendenza dal gioco d'azzardo. Lo potrebbe aiutare indirizzandolo al Serd . Ci faccia sapere cosa ne pensa il ragazzo: da lì si potrà valutare meglio il percorso da proporre. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Dal suo racconto e dal punto in cui sembra arrivato suo figlio, dubito che riusciate da soli ad affrontare la situazione. Avete bisogno di un servizio che si occupi di voi, familiari e figlio in difficoltà. Credo che sia necessario al più presto provare a trovare nel vostro territorio, o nelle vicinanze, un servizio che si occupa di gioco patologico, di solito hanno più professionisti che si occupano dei diversi aspetti della questione. Non disperi e non abbiate paura di farvi aiutare.
Gentile Signora purtroppo solo suo figlio può lavorare su se stesso per uscire da questa situazione. Il primo passo è sempre legato al sentire il disagio di una situazione e chiedere aiuto per uscirne. Nonostante tutta la sua buona volontà difficilmente potrà essere lei a porre fine al desiderio di suo figlio di giocare. Senza creare una situazione di conflitto ma strutturando una alleanza può solo cercare con molta cautela e delicatezza di far riflettere suo figlio sul disagio che crea questa dipendenza ma non è una cosa semplice quando il suo dolore e la sua preoccupazione sono molto presenti. Si ricordi che suo figlio ha sempre ben presente l'idea di cercare denaro per giocare e che non sembra provare nessun disagio per questa situazione. Condivido le indicazioni relative alle strutture residenziali che si occupano di dipendenze. Provi a contattarli a volte un incontro con una persona che ha avuto il nostro stesso problema e che ne è uscito può essere importante anche se le ripeto che il primo passo è sempre quello di sentire il disagio e chiedere aiuto per uscirne. Valuti anche un aiuto per se stessa in quanto sembra molto preoccupata per questa situazione. Mi permetto anche di consigliarle di valutare anche gli aspetti reali e concreti di questa situazione che hanno forti ricadute anche sul piano patrimoniale, ma questo non è un campo di mia pertinenza e non sono in grado di fornirle nessuna indicazione. Un cordiale saluto
Gentile signora nonostante le poche righe che a scritto si sente molto non solo la sua preoccupazione ma anche la sua esasperazione per la situazione di suo figlio. Il primo passo da compiere è quello di verificare se suo figlio voglia essere aiutato. In tal caso è possibile rivolgersi al Ser.D di zona che le saprà indicare i servizi pubblici o del privato sociale che si occupano del gioco d'Azzardo. Sicuramente è la strada più complessa perchè la consapevolezza di avere un problema di dipendenza è un passaggio che avviene con il tempo e da quello che scrive suo figlio ad oggi non la ha. Le suggerisco di cercare l'aiuto di uno psicoterapeuta che si occupa di dipendenze per essere accompagnata prima di tutto lei in un percorso che possa aiutarla a comprendere cosa fare e cosa non fare per aiutare suo figlio. A volte si creano delle dinamiche soprattutto all'interno della famiglia che sembrano funzionali a risolvere il problema ma che invece, alimentate da paure e preoccupazioni, non fanno altro che alimentarlo.
Succede sempre e non è colpa di nessuno. E' importante però farsi dare una mano a riconoscerle per trovare nuove strade.
Un caro saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Gent.ma, è comprensibile il suo disagio, purtroppo a volte è molto difficile gestire questo tipo di problematiche che spesso si configurano come veri e propri disturbi. Provi a rivolgersi alla più vicina unità territoriale ASL che si occupa di dipendenze patologiche. Cordialmente.
Buongiorno, il problema è molto serio. Si rivolga alla sua Asl per informarsi su eventuali gruppi di auto aiuto per questo tipo di dipendeza di cui suo figlio soffre e si faccia indicare il nome di uno specialista che si occupa di queste problematiche, preferibilmente medico per un possibile approccio anche farmacologico. Auguri
Buongiorno, quando si arriva ad avere una dipendenza così importante è necessario l'intervento di un professionista. Sicuramente rivolgersi ad un* psicolog* è una delle soluzioni possibili, o anche direttamente alla Asl o SERT della sua zona.
Gentile utente,
Concordo con quanto sopra detto dai miei colleghi.
È importante rivolgersi ad un professionista che si occupi specificamente di dipendenza da gioco patologica (GAP). A mio avviso i servizi territoriali SERD sono valide risorse, hanno approcci diversificati e inoltre in questi casi di solito accolgono anche le richieste che arrivano dai soli familiari, quando la persona con questo disturbo non formula una sua richiesta di aiuto, e possono dare consigli e suggerimenti su come comportarsi e strategie da adottare.
Un caro saluto
MT
Gentile utente,
innanzitutto si comprende l'ansietà e il senso di impotenza che ad un genitore deriva dall'avere a che fare con questo tipo di problemi.
Ovviamente l'ideale sarebbe che suo figlio si rivolgesse ad un terapista, ma appare ovvio che se è lei a chiedere aiuto, lo sta facendo al posto di suo figlio.
Se suo figlio non si fa aiutare, il suo dovere/affetto paterno la dovrebbe portare a rivolgersi lei stesso presso uno psicoterapeuta, un professionista che la possa aiutare a lavorare sul sistema che ruota intorno al suo figliolo, lei incluso. Un terapeuta la può sicuramente aiutare anche a fare i conti con quel senso di impotenza e di ansiogena frustrazione che le deriva da questa situazione: magari aiutando se stesso può riuscire a impostare meglio una comunicazione con suo figlio, il quale per essere fermato ha sicuramente bisogno di un container autorevole.
Un caro saluto
Buongiorno, la dipendenza da gioco è un tema sempre più presente nel mondo dei giovani. Fortunatamente esistono però servizi sanitari e professionisti specializzati in questa tematica. Potrebbe intanto provare a parlare con suo figlio sondando la sua disponibilità a riconoscere il problema e farsi aiutare, in alternativa potreste consultare (lei e il padre del ragazzo) uno specialista che potrebbe aiutarvi nel comprendere meglio la difficoltà di vostro figlio e provare a migliorare l'alleanza con lui al fine di modificare il comportamento.
Un saluto.
Gentile utente di mio dottore,

sarebbe opportuno in casi come quello di suo figlio contattare quanto prima un SERD territoriale che possa prendere in carico la vostra domanda. I servizi del ASL possono supportare questo genere di richieste di aiuto a 360 gradi prendendo in carico sia il soggetto affetto dalla dipendenza che i familiari chiaramente coinvolti nel disagio e nella sofferenza.
Un approccio integrato quello adottato dai servizi, che approfondisce sia l'aspetto psicologico/psichiatrico che quello sociale risulterebbe esser particolarmente indicato per poter fronteggiare una problematica cosi assai delicata e difficile.
Non esiti a rivolgersi ad un centro specializzato come quello di cui sopra, vedrà potra darle l'occasione di guardare al problema di suo figlio con maggior fiducia.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Signora,
si rivolga a qualche collega o a un centro per le dipendenze sul suo territorio.
Nel frattempo la invito a prendere in considerazione di farsi sostenere anche lei nel suo difficilissimo lavoro di madre/sostegno...è difficile stare dietro a un figlio con queste difficoltà.
Resto a sua disposizione.
Cordialmente
Cara mamma, comprendo la sua angoscia e il suo dolore e le consiglio di rivolgersi al centro più vicino specializzato per giocatori d'azzardo. E' vero che dovrebbe essere suo figlio a rendersi conto del disagio che vive e ad intraprendere un percorso, ma in questi centri sapranno supportarla e consigliarla al meglio. Ci sono servizi appositi anche per i familiari . Se ha bisogno mi scriva in privato e vedrò come aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente, immagino quanto possa essere doloroso sentirsi impotenti davanti alle difficoltà di un figlio. Per il trattamento, come le hanno già indicato i colleghi, deve far riferimento ad un centro che si occupi di dipendenze nella zona in cui vive, sono certa che li oltre a dare un supporto a lei come genitore potranno anche aiutarla a parlare con suo figlio affinché prenda consapevolezza del suo problema e chieda aiuto.
Un cordiale saluto
Gentile utente, comprendo bene la sua preoccupazione per la dipendenza di suo figlio per il gioco d'azzardo.
innanzitutto sarebbe indispensabile che suo figlio iniziasse un percorso di psicoterapia e questo implica un precedente passaggio di riconoscimento del problema.
Lei, da mamma, quello che può fare è stare vicina a suo figlio in modo ematico, comprensivo e non giudicante.
resto a disposizione per eventuali chiarimenti
le porgo i miei più cari saluti
Dott.ssa Riazzola Alice
La Ludopatia coinvolge tutto il nucleo familiare e non solo. Comprendo il suo stato d'animo. Personalmente la invito a rivolgersi ai servizi territoriali della sua città che si occupano di questo chiedendo a loro come potersi muovere. Come riferito da altri colleghi la ludopatia spesso vede la persona affetta inconsapevole del problema. Chi si trova a vivere accanto a queste situazioni viene invitato, dal servizio di riferimento, a comprendere le cause e le manifestazioni della dipendenza da gioco d'azzardo e viene istruito per quanto riguarda i comportamenti da mantenere. Dott.ssa Cinzia Borrello
Buonasera,
la descrizione che riporta orienta verso un disturbo da gioco d’azzardo piuttosto importante e invalidante. Sarebbe opportuna una valutazione più approfondita, anche per verificare la compresenza o meno di forme di disagio psichico che a volte accompagnano questo disturbo. In merito al trattamento, è purtroppo frequente che non sia il diretto interessato a chiedere aiuto, ma un familiare che a propria volta è coinvolto nella sofferenza: per questo motivo è utile che sia lei a prendere contatti con un servizio territoriale della sua zona e costruire insieme a questo una via che porti suo figlio a sentire e riconoscere il proprio problema. SG
Gentile utente, posso solo immaginare la difficoltà/dolore che prova un genitore per situazioni di dipendenza.
Da quello che ha scritto immagino che suo figlio non ha ancora una consapevolezza del problema, pertanto non è ancora pronto per affidarsi ad un professionista o un centro pubblico (Ser-D).
Non conosco a che livello di gravità si presenta il problema, da quanto dura il comportamento di dipendenza.
L'aiuto che può darli è convincerlo a farsi aiutare, facendo leva sulle conseguenze negative del gioco che comporta: perdita del lavoro, assenza di legami sociali, inclinazione delle relazioni familiari.
Le auguro di venire a capo della situazione in bocca al lupo!
Buona serata

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