Salve a tutti. Scrivo in quanto mi rendo conto di aver bisogno di un supporto psicologico. Premetto
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Salve a tutti. Scrivo in quanto mi rendo conto di aver bisogno di un supporto psicologico. Premetto che ho intenzione di iniziare un percocorso di terapia ma spero di ricevere già un piccolo aiuto scrivendo qui ... Ho 31 anni e scrivo in quanto sto vivendo da diverso tempo (un paio di anni forse) un profondo senso di insoddisfazione lavorativa che mi genera forte ansia e malumore condizionando le mie giornate e i mie rapporti personali. Sono laureata da 4 anni ormai e mi ritrovo intrappolata in un lavoro che non mi da soddisfazione (o almeno mi sono sentita gratificata solo nella fase iniziale); questa insoddisfazione mi crea ansia e un forte senso di inadeguatezza. Durante il mio percorso di studi avevo forti aspirazioni che sento di non essere riuscita a raggiungere: volevo fare un determinato lavoro ed invece faccio altro che non mi piace, volevo trasferirmi dalla mia città e invece sono rimasta intrappolata qui dove ero. Vivo giorni di alti e bassi in cui cambio spesso atteggiamento di fronte al problema:ci sono giorni in cui mi colpevolizzo per non aver avuto forse io troppo coraggio nel compiere determinate scelte, ci sono giorni in cui sono felice e serena della vita che faccio e altri in cui vivo di rimorsi. alcune volte mi capita di pensare che forse è tutto nella mia mente ed il problema alla base è il continuo confronto che faccio con altri (specialmente con mio fratello con una carriera avviata e brillante) e alle aspettative che mi ero prefissata nella mia mente durante il percorso di studi (forse volevo solo rendere i miei genitori orgogliosi di me?). Non so cosa voglio realmente. So solo che questa condizione influenza il mio benessere mentale dato che mi genera un continuo e perenne loop di pensieri negativi capaci di abbassare giornalmente il tono dell'umore e il rapporto con il mio fidanzato dato che collego a lui il mio sentirmi 'intrappolata' e vincolata qui, dove avevo deciso di non essere (anche se lui mi ha sempre lasciata libera di prendere tutte le mie decisioni). Spero che nelle vostre parole possa io alleviare almeno un poco la mia sofferenza.
Salve,
capisco il profondo senso di insoddisfazione che sta vivendo, e come questo sembri un vero e proprio "ciclo" che continua a ripetersi. È interessante notare come lei faccia riferimento al continuo confronto con gli altri, in particolare con suo fratello, e con le aspettative che aveva durante il percorso di studi. Che cosa accadrebbe se provasse a considerare quelle aspettative non come "fissi obiettivi" da raggiungere, ma come delle possibilità che ha esplorato lungo il cammino? Forse la sua ricerca di soddisfazione potrebbe non essere tanto nel raggiungere un risultato preciso, ma nel ritrovare la libertà di scegliere nuovi significati in quello che sta facendo oggi. Come si sentirebbe se accettasse che la sua vita non debba seguire un determinato copione, ma che può riscrivere il proprio percorso anche partendo dalle scelte di oggi?
Se interessato ad approfondire ed intraprendere il percorso, io sono disponibile, anche online.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
capisco il profondo senso di insoddisfazione che sta vivendo, e come questo sembri un vero e proprio "ciclo" che continua a ripetersi. È interessante notare come lei faccia riferimento al continuo confronto con gli altri, in particolare con suo fratello, e con le aspettative che aveva durante il percorso di studi. Che cosa accadrebbe se provasse a considerare quelle aspettative non come "fissi obiettivi" da raggiungere, ma come delle possibilità che ha esplorato lungo il cammino? Forse la sua ricerca di soddisfazione potrebbe non essere tanto nel raggiungere un risultato preciso, ma nel ritrovare la libertà di scegliere nuovi significati in quello che sta facendo oggi. Come si sentirebbe se accettasse che la sua vita non debba seguire un determinato copione, ma che può riscrivere il proprio percorso anche partendo dalle scelte di oggi?
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Un caro saluto,
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Gentile.
Oggi viviamo in un contesto socio/culturale nel quale siamo inconsciamente portati a raggiungere degli standard nonché a soddisfare delle aspettative entro tempi che la società definisce come predefiniti. Il confronto, l'insoddisfazione e i paragoni sono all'ordine del giorno , delle volte ci chiudiamo anche in cose che non ci piacciono pur di trovare una soluzione (seppur , a conti fatti, non tale se ci fa sentire così male). La conseguenza è un continuo loop di rimorsi e colpevolizzazione nel quale ci sentiamo schiacciati dal quale però si può uscire una volta presa coscienza di tutto quello che le ho scritto.
Ha 31 anni, è giovane e ha tutto il tempo per dedicarsi a ciò che le fa battere il cuore.
Saluti.
Oggi viviamo in un contesto socio/culturale nel quale siamo inconsciamente portati a raggiungere degli standard nonché a soddisfare delle aspettative entro tempi che la società definisce come predefiniti. Il confronto, l'insoddisfazione e i paragoni sono all'ordine del giorno , delle volte ci chiudiamo anche in cose che non ci piacciono pur di trovare una soluzione (seppur , a conti fatti, non tale se ci fa sentire così male). La conseguenza è un continuo loop di rimorsi e colpevolizzazione nel quale ci sentiamo schiacciati dal quale però si può uscire una volta presa coscienza di tutto quello che le ho scritto.
Ha 31 anni, è giovane e ha tutto il tempo per dedicarsi a ciò che le fa battere il cuore.
Saluti.
Buongiorno,
Devo dire che mi da piacere che lei sia arrivata al punto dove pensi e credi che hai bisogno di un aiuto profesionale di un Terapeuta. Vivere con l'ansia e l'insoddisfazione del lavoro che fai non è bello neanche salutare. Genera pensieri negativi e un tonno del umore basso che influenza le relazioni.
Devo dire che mi da piacere che lei sia arrivata al punto dove pensi e credi che hai bisogno di un aiuto profesionale di un Terapeuta. Vivere con l'ansia e l'insoddisfazione del lavoro che fai non è bello neanche salutare. Genera pensieri negativi e un tonno del umore basso che influenza le relazioni.
Buongiorno gentile utente, in riferimento a quanto da lei scritto, mi lasci dire che la sua non è una condizione così inusuale e la decisione di intraprendere un percorso psicologico è sicuramente positiva per lei.
Come lei stessa riporta infatti ci sono diversi elementi che le provocano sofferenza: aspettative personali deluse, un confronto impari con suo fratello, un lavoro che non le piace e che al momento non la soddisfa. Elaborare quanto è successo e comprendere cosa non ha funzionato potrà sicuramente agevolarla per le sue decisioni future, che al momento sono bloccate. Tenga presente però che il modo in cui vediamo la realtà e in cui ci raccontiamo la nostra storia ha un’influenza sulla nostra capacità di affrontarla, portandoci ad avere una visione più cupa o migliore a seconda delle circostanze.
Questa non è la sede per dei consigli più strutturati, ma posso dirle che a volte fare anche dei piccoli cambiamenti può essere d’aiuto per modificare la propria visione e viversi meglio la quotidianità, in modo da avere più energia per fare quei “grandi cambiamenti” necessari per avere una piena soddisfazione.
Ogni persona ha le potenzialità per migliorarsi!
Le faccio i migliori auguri per il suo percorso.
Come lei stessa riporta infatti ci sono diversi elementi che le provocano sofferenza: aspettative personali deluse, un confronto impari con suo fratello, un lavoro che non le piace e che al momento non la soddisfa. Elaborare quanto è successo e comprendere cosa non ha funzionato potrà sicuramente agevolarla per le sue decisioni future, che al momento sono bloccate. Tenga presente però che il modo in cui vediamo la realtà e in cui ci raccontiamo la nostra storia ha un’influenza sulla nostra capacità di affrontarla, portandoci ad avere una visione più cupa o migliore a seconda delle circostanze.
Questa non è la sede per dei consigli più strutturati, ma posso dirle che a volte fare anche dei piccoli cambiamenti può essere d’aiuto per modificare la propria visione e viversi meglio la quotidianità, in modo da avere più energia per fare quei “grandi cambiamenti” necessari per avere una piena soddisfazione.
Ogni persona ha le potenzialità per migliorarsi!
Le faccio i migliori auguri per il suo percorso.
Buonasera,
La ringrazio per aver condiviso la tua esperienza così apertamente. Mi sembra che stia attraversando un periodo molto difficile, in cui il senso di insoddisfazione e di conflitto interiore sembra dominare le tue giornate. È normale sentirsi smarriti e disorientati quando ci si trova lontani dalle aspettative che ci eravamo prefissati, sia in termini di carriera che di vita personale. Questi momenti di incertezza possono essere davvero difficili da affrontare, ma il fatto che tu stia cercando aiuto e stia cercando di capire cosa c’è alla base di questi sentimenti è già un grande passo verso il cambiamento.
Quello che hai menzionato riguardo al confronto con gli altri e alle aspettative familiari è molto significativo. Spesso, ci carichiamo di aspettative non solo nostre, ma anche delle persone a cui teniamo. Ma questo può essere un peso, soprattutto quando queste aspettative non si allineano con i nostri desideri più profondi. La domanda su ciò che “realmente” vuoi potrebbe essere centrale in questo momento della tua vita. Non è raro trovarsi in questa situazione a 31 anni, quando ci si guarda indietro e ci si accorge che le scelte fatte non corrispondono alle proprie aspettative.
I pensieri negativi, il rimorso e la sensazione di non essere dove “dovresti” essere sono spesso il frutto di un continuo confronto che non ci aiuta, ma ci limita. Perché il “dovrei” può diventare una prigione che ci fa sentire sempre inadeguati, nonostante i progressi che abbiamo fatto. Un piccolo passo potrebbe essere quello di iniziare a riconoscere e sfidare questi pensieri, ricordandoti che il tuo percorso è unico, e che la strada che hai intrapreso ti ha portato fin qui, con esperienze che ti stanno insegnando cose importanti, anche se non sempre è facile vederle.
Capisco anche che la tua situazione lavorativa e il legame con il tuo fidanzato possano aggiungere un ulteriore strato di difficoltà. È comprensibile che tu possa percepire come una limitazione il fatto di non sentirti “libera” di prendere le decisioni che desideri, soprattutto se senti che la tua vita professionale e la tua posizione geografica non rispecchiano i tuoi sogni.
Ti suggerisco di iniziare a riflettere su Cosa ti appassiona davvero, al di là delle aspettative degli altri? Cosa ti dà energia e ti fa sentire autentica? Cosa potresti fare per iniziare a fare dei piccoli passi verso quella direzione, anche se la strada sembra difficile o incerta?
Iniziare con piccoli passi concreti, come parlare con un terapeuta (come già intendi fare) o prendere delle decisioni anche piccole, ma significative per te, potrebbe essere un modo per rompere il ciclo di pensieri negativi.
Non è mai facile cambiare la propria vita, soprattutto quando ci si sente incastrati tra ciò che si è fatto e ciò che si sperava di fare, ma ricorda che sei ancora in tempo. Questo processo di comprensione e accettazione di sé è un viaggio che merita pazienza e gentilezza verso se stessi. E, a volte, il primo passo è proprio essere onesti con se stessi riguardo a ciò che non va, come hai fatto tu scrivendo qui.
Se ti va, possiamo continuare a riflettere insieme su come affrontare questi pensieri e sentimenti.
La ringrazio per aver condiviso la tua esperienza così apertamente. Mi sembra che stia attraversando un periodo molto difficile, in cui il senso di insoddisfazione e di conflitto interiore sembra dominare le tue giornate. È normale sentirsi smarriti e disorientati quando ci si trova lontani dalle aspettative che ci eravamo prefissati, sia in termini di carriera che di vita personale. Questi momenti di incertezza possono essere davvero difficili da affrontare, ma il fatto che tu stia cercando aiuto e stia cercando di capire cosa c’è alla base di questi sentimenti è già un grande passo verso il cambiamento.
Quello che hai menzionato riguardo al confronto con gli altri e alle aspettative familiari è molto significativo. Spesso, ci carichiamo di aspettative non solo nostre, ma anche delle persone a cui teniamo. Ma questo può essere un peso, soprattutto quando queste aspettative non si allineano con i nostri desideri più profondi. La domanda su ciò che “realmente” vuoi potrebbe essere centrale in questo momento della tua vita. Non è raro trovarsi in questa situazione a 31 anni, quando ci si guarda indietro e ci si accorge che le scelte fatte non corrispondono alle proprie aspettative.
I pensieri negativi, il rimorso e la sensazione di non essere dove “dovresti” essere sono spesso il frutto di un continuo confronto che non ci aiuta, ma ci limita. Perché il “dovrei” può diventare una prigione che ci fa sentire sempre inadeguati, nonostante i progressi che abbiamo fatto. Un piccolo passo potrebbe essere quello di iniziare a riconoscere e sfidare questi pensieri, ricordandoti che il tuo percorso è unico, e che la strada che hai intrapreso ti ha portato fin qui, con esperienze che ti stanno insegnando cose importanti, anche se non sempre è facile vederle.
Capisco anche che la tua situazione lavorativa e il legame con il tuo fidanzato possano aggiungere un ulteriore strato di difficoltà. È comprensibile che tu possa percepire come una limitazione il fatto di non sentirti “libera” di prendere le decisioni che desideri, soprattutto se senti che la tua vita professionale e la tua posizione geografica non rispecchiano i tuoi sogni.
Ti suggerisco di iniziare a riflettere su Cosa ti appassiona davvero, al di là delle aspettative degli altri? Cosa ti dà energia e ti fa sentire autentica? Cosa potresti fare per iniziare a fare dei piccoli passi verso quella direzione, anche se la strada sembra difficile o incerta?
Iniziare con piccoli passi concreti, come parlare con un terapeuta (come già intendi fare) o prendere delle decisioni anche piccole, ma significative per te, potrebbe essere un modo per rompere il ciclo di pensieri negativi.
Non è mai facile cambiare la propria vita, soprattutto quando ci si sente incastrati tra ciò che si è fatto e ciò che si sperava di fare, ma ricorda che sei ancora in tempo. Questo processo di comprensione e accettazione di sé è un viaggio che merita pazienza e gentilezza verso se stessi. E, a volte, il primo passo è proprio essere onesti con se stessi riguardo a ciò che non va, come hai fatto tu scrivendo qui.
Se ti va, possiamo continuare a riflettere insieme su come affrontare questi pensieri e sentimenti.
Buonasera,
La ringrazio di cuore per aver condiviso con così tanta sincerità quello che sta vivendo e che sta provando. La decisione di scrivere qui, mettendo nero su bianco pensieri ed emozioni, è un gesto importante e coraggioso, che indica quanto lei stia ascoltando la sofferenza che avverte e quanto stia cercando di prendersene cura.
Ciò che descrive è qualcosa che molte persone, magari in silenzio, si trovano a vivere: quel senso di insoddisfazione che si insinua lentamente, quel divario tra ciò che immaginavamo per noi e la realtà che poi ci troviamo a vivere, quel confronto con gli altri e le loro vite, o con le aspettative che avevamo su noi stessi o che avevano altri per noi.
I sentimenti che lei prova sono legittimi, umani e comprensibili: è normale attraversare momenti in cui ci si sente confusi, bloccati e inadeguati, soprattutto quando la strada che si sta percorrendo non rispecchia davvero i propri desideri profondi.
Ciò che però che emerge dalle sue parole è una volontà autentica di capire sé stessa e di stare meglio, sono i presupposti per iniziare un percorso di svolta importante.
Spesso non è facile far pace con scelte passate, che ora magari non si sentono più così vicine a sé stessi, con il senso di colpa, con l’idea di "non essere che avremmo voluto essere e dove avremmo voluto essere".
Ogni consapevolezza però, anche se inizialmente dolorosa, può essere un primo passo verso il cambiamento.
Iniziare un percorso di terapia le sarà senz'altro di grande aiuto, sarà uno spazio sicuro in cui potrà esplorare questi pensieri ed emozioni senza giudizio, con la profondità che queste questioni meritano e con un sostegno professionale.
Se questo piccolo spazio che ha deciso di utilizzare le può dare conforto, sono felice di poter essere di supporto in questo delicato momento.
Non sottovaluti di ascoltare la sua voce, i suoi bisogni e la sua voglia di ritrovarsi, merita ascolto, comprensione e gentilezza (anche e soprattutto da sé stessa).
Resto a disposizione qualora ne avesse bisogno e le auguro di riuscire presto ad alleviare questo peso che sente.
Saluti,
Dott.ssa Valentina Casu.
La ringrazio di cuore per aver condiviso con così tanta sincerità quello che sta vivendo e che sta provando. La decisione di scrivere qui, mettendo nero su bianco pensieri ed emozioni, è un gesto importante e coraggioso, che indica quanto lei stia ascoltando la sofferenza che avverte e quanto stia cercando di prendersene cura.
Ciò che descrive è qualcosa che molte persone, magari in silenzio, si trovano a vivere: quel senso di insoddisfazione che si insinua lentamente, quel divario tra ciò che immaginavamo per noi e la realtà che poi ci troviamo a vivere, quel confronto con gli altri e le loro vite, o con le aspettative che avevamo su noi stessi o che avevano altri per noi.
I sentimenti che lei prova sono legittimi, umani e comprensibili: è normale attraversare momenti in cui ci si sente confusi, bloccati e inadeguati, soprattutto quando la strada che si sta percorrendo non rispecchia davvero i propri desideri profondi.
Ciò che però che emerge dalle sue parole è una volontà autentica di capire sé stessa e di stare meglio, sono i presupposti per iniziare un percorso di svolta importante.
Spesso non è facile far pace con scelte passate, che ora magari non si sentono più così vicine a sé stessi, con il senso di colpa, con l’idea di "non essere che avremmo voluto essere e dove avremmo voluto essere".
Ogni consapevolezza però, anche se inizialmente dolorosa, può essere un primo passo verso il cambiamento.
Iniziare un percorso di terapia le sarà senz'altro di grande aiuto, sarà uno spazio sicuro in cui potrà esplorare questi pensieri ed emozioni senza giudizio, con la profondità che queste questioni meritano e con un sostegno professionale.
Se questo piccolo spazio che ha deciso di utilizzare le può dare conforto, sono felice di poter essere di supporto in questo delicato momento.
Non sottovaluti di ascoltare la sua voce, i suoi bisogni e la sua voglia di ritrovarsi, merita ascolto, comprensione e gentilezza (anche e soprattutto da sé stessa).
Resto a disposizione qualora ne avesse bisogno e le auguro di riuscire presto ad alleviare questo peso che sente.
Saluti,
Dott.ssa Valentina Casu.
Buongiorno, indipendentemente dai "desiderata" consiglio un percorso psicoterapeutico per aumentare la fiducia in se stessa, l'autostima ed, in definitiva, la capacità di scegliere. Ricordiamoci sempre che per poter scegliere si deve anche poter rinunciare, se permangono dubbi vuole dire che non è stato fatto uno dei due passaggi o magari pure entrambi. Temo cioè che farebbe lo stesso identico ragionamento se si trovasse in difficoltà nell'altra alternativa, cioè puntando su una certa carriera lontana da casa.
Buonasera,
immagino quanto per lei possa essere difficile affrontare emotivamente questo peso dato da una sensazione di stallo e di immobilità in cui sembra non riuscire a intravedere possibilità evolutive.
Questo momento di dubbio e difficoltà può divenire per lei preziosa opportunità per trovare una sua direzione, senza porsi aspettative predefinite ( su di sè e sulle sue scelte) quanto piuttosto aprendosi alla possibilità di un ascolto più attento e centrato di se stessa, dei suoi bisogni e dei suoi desideri. Dalle sue parole emergono spunti interessanti su cui potrebbe essere impostato un lavoro di sostegno e di maggior consapevolezza di sè, in primis in relazione alla sua rete sociale, affettiva e famigliare.
Consideri anche che il passaggio al mondo del lavoro è un momento importante anche nel processo di progressiva autonomia e, di conseguenza, di potenziale svincolo dalla propria famiglia di origine. In questo scenario è possibile entrino in campo aspettative su se stessi e vissuti emotivi complessi, per cui ulteriore spunto di riflessione da cui partire potrebbe essere quello di indagare cosa il lavoro, e una sua realizzazione in questo campo, potrebbe rappresentare per lei sia in termini di possibilità e apertura al futuro, sia in termini di "perdita" nei confronti del suo contesto di appartenenza.
In tal senso i pensieri negativi che riferisce sembrerebbero poter avere la funzione di tenerla agganciata a questa condizione di stallo e impossibilità di movimento.
Credo che una terapia ad approccio sistemico-relazionale potrebbe esserle utile in tal senso per cogliere la complessità di questa delicata fase e far leva sulle sue risorse.
Resto a sua disposizione qualora volesse contattarmi, anche senza impegno per un confronto più dettagliato.
Dott.ssa Livia Del Monte
immagino quanto per lei possa essere difficile affrontare emotivamente questo peso dato da una sensazione di stallo e di immobilità in cui sembra non riuscire a intravedere possibilità evolutive.
Questo momento di dubbio e difficoltà può divenire per lei preziosa opportunità per trovare una sua direzione, senza porsi aspettative predefinite ( su di sè e sulle sue scelte) quanto piuttosto aprendosi alla possibilità di un ascolto più attento e centrato di se stessa, dei suoi bisogni e dei suoi desideri. Dalle sue parole emergono spunti interessanti su cui potrebbe essere impostato un lavoro di sostegno e di maggior consapevolezza di sè, in primis in relazione alla sua rete sociale, affettiva e famigliare.
Consideri anche che il passaggio al mondo del lavoro è un momento importante anche nel processo di progressiva autonomia e, di conseguenza, di potenziale svincolo dalla propria famiglia di origine. In questo scenario è possibile entrino in campo aspettative su se stessi e vissuti emotivi complessi, per cui ulteriore spunto di riflessione da cui partire potrebbe essere quello di indagare cosa il lavoro, e una sua realizzazione in questo campo, potrebbe rappresentare per lei sia in termini di possibilità e apertura al futuro, sia in termini di "perdita" nei confronti del suo contesto di appartenenza.
In tal senso i pensieri negativi che riferisce sembrerebbero poter avere la funzione di tenerla agganciata a questa condizione di stallo e impossibilità di movimento.
Credo che una terapia ad approccio sistemico-relazionale potrebbe esserle utile in tal senso per cogliere la complessità di questa delicata fase e far leva sulle sue risorse.
Resto a sua disposizione qualora volesse contattarmi, anche senza impegno per un confronto più dettagliato.
Dott.ssa Livia Del Monte
Gentile utente buonasera.
Ha già raggiunta una soglia critica di energie mentali che finora le sono servite per "sopravvivere" in una condizione lavorativa insoddisfacente e oltremodo stressante. Si evince dal suo livello di consapevolezza del problema e dal desiderio di chiedere un supporto psicologico per affrontare questo momento così difficile.
Più che alleviare la sua sofferenza, potrei suggerirle di capire che segnali le sta inviando. I momenti di crisi devono essere motivo di cambiamento e il suo rendersi conto che la vita ora come ora non la soddisfa può indirizzarla a ridefinire le sue priorità di benessere psicofisico e lo scopo che vuole dare alla sua vita.
La sua mente la sta intrappolando in viziosi circoli di preoccupazione-ruminazione-ricerca di rassicurazione-nuova preoccupazione... come un cane che si morde la coda. Il cervello ansioso si auto-alimenta e la costringe a "obbedire" all'ansia, per esempio tentando di cambiare un passato che non può essere cambiato, oppure convincendosi di non saper quello che vuole o di rinunciare ai suoi sogni. Il supporto psicologico le sarà molto utile in questo senso per osservare da vicino la sua ansia, senza cercare di scacciarla via o di obbedirle, ma provando a leggere tra le righe e ricavare le informazioni utili, che riguardano le sue motivazioni più profonde, i suoi bisogni, le sue potenzialità.
E' importante credere nella possibilità di realizzare se stessi attraverso le attività che realmente ci fanno sentire bene e ci coinvolgono a pieno, le attività in cui possiamo lasciare un segno tangibile del nostro passaggio, dove le nostre qualità migliori trovano modo di manifestarsi. Ma questa fiducia nelle potenzialità personali deve convivere anche con le preoccupazioni, con la paura di sbagliare, con la necessità di imparare cose nuove, nuove competenze; è importante sapersi mettere in discussione e avere una mente resiliente di fronte alle difficoltà. In questo, è importante poter contare anche sulle persone significative che la circondano per sentirsi supportata nelle scelte che vorrà fare per migliorare la qualità della sua vita e il suo benessere psicologico.
Mi auguro che attraverso il percorso psicologico che vorrà intraprendere riuscirà a sviluppare strategie efficaci per sentirsi più soddisfatta della sua vita, che è ciò che conta di più in assoluto.
Se vuole sono a sua disposizione per un supporto professionale, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Ha già raggiunta una soglia critica di energie mentali che finora le sono servite per "sopravvivere" in una condizione lavorativa insoddisfacente e oltremodo stressante. Si evince dal suo livello di consapevolezza del problema e dal desiderio di chiedere un supporto psicologico per affrontare questo momento così difficile.
Più che alleviare la sua sofferenza, potrei suggerirle di capire che segnali le sta inviando. I momenti di crisi devono essere motivo di cambiamento e il suo rendersi conto che la vita ora come ora non la soddisfa può indirizzarla a ridefinire le sue priorità di benessere psicofisico e lo scopo che vuole dare alla sua vita.
La sua mente la sta intrappolando in viziosi circoli di preoccupazione-ruminazione-ricerca di rassicurazione-nuova preoccupazione... come un cane che si morde la coda. Il cervello ansioso si auto-alimenta e la costringe a "obbedire" all'ansia, per esempio tentando di cambiare un passato che non può essere cambiato, oppure convincendosi di non saper quello che vuole o di rinunciare ai suoi sogni. Il supporto psicologico le sarà molto utile in questo senso per osservare da vicino la sua ansia, senza cercare di scacciarla via o di obbedirle, ma provando a leggere tra le righe e ricavare le informazioni utili, che riguardano le sue motivazioni più profonde, i suoi bisogni, le sue potenzialità.
E' importante credere nella possibilità di realizzare se stessi attraverso le attività che realmente ci fanno sentire bene e ci coinvolgono a pieno, le attività in cui possiamo lasciare un segno tangibile del nostro passaggio, dove le nostre qualità migliori trovano modo di manifestarsi. Ma questa fiducia nelle potenzialità personali deve convivere anche con le preoccupazioni, con la paura di sbagliare, con la necessità di imparare cose nuove, nuove competenze; è importante sapersi mettere in discussione e avere una mente resiliente di fronte alle difficoltà. In questo, è importante poter contare anche sulle persone significative che la circondano per sentirsi supportata nelle scelte che vorrà fare per migliorare la qualità della sua vita e il suo benessere psicologico.
Mi auguro che attraverso il percorso psicologico che vorrà intraprendere riuscirà a sviluppare strategie efficaci per sentirsi più soddisfatta della sua vita, che è ciò che conta di più in assoluto.
Se vuole sono a sua disposizione per un supporto professionale, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Buona sera cara utente, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo e capisco il suo disagio e la sua insoddisfazione. I progetti e le aspirazioni lavorative quando non si concretizzano creano un senso di frustrazione e inadeguatezza. Il suo punto di forza è stato il coraggio di aver riconosciuto il bisogno di intraprendere un percorso di psicoterapia. Penso che possa essere utile avere uno spazio tutto per sé, in cui esprimere le proprie emozioni e angosce, senza filtri. Per qualsiasi dubbio o se avesse qualche domanda, non esiti a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, dott.ssa Cristina Sinno.
Salve, l'insoddisfazione che descrive sembra sia associata alla confusione di significati che al momento lei attribuisce alla sua realtà.
Mi sembra che lei abbia bisogno di capire chi è davvero e che cosa vuole per sé, indipendentemente dagli altri.
Come ha detto all'inizio della domanda, per capire il suo disagio, andare incontro ai suoi bisogni e realizzare ciò che desidera, è necessario intraprendere un percorso.
Se vuole sono disponibile per un primo colloquio online.
Buona serata
Mi sembra che lei abbia bisogno di capire chi è davvero e che cosa vuole per sé, indipendentemente dagli altri.
Come ha detto all'inizio della domanda, per capire il suo disagio, andare incontro ai suoi bisogni e realizzare ciò che desidera, è necessario intraprendere un percorso.
Se vuole sono disponibile per un primo colloquio online.
Buona serata
Salve,
Comprendo il disagio che sta vivendo e il peso che questa situazione ha sulla sua vita quotidiana e sulle sue relazioni. Il senso di insoddisfazione lavorativa, unito ai rimpianti per scelte non compiute e al confronto con gli altri, può generare una forte ansia e un abbassamento del tono dell'umore, alimentando un circolo vizioso di pensieri negativi.
È importante riconoscere che ciò che sta provando non è raro: molte persone, soprattutto dopo anni di studio e sacrifici, si trovano a fare i conti con aspettative disattese e con la difficoltà di individuare un percorso realmente appagante. Il confronto con gli altri, specialmente con figure vicine come un fratello, può accentuare questo senso di inadeguatezza, ma ogni percorso è unico e personale.
Un aspetto positivo è che ha già preso consapevolezza del problema e ha intenzione di intraprendere un percorso terapeutico. La terapia potrà aiutarla ad esplorare meglio le sue emozioni, a comprendere le sue reali aspirazioni e a trovare strategie per gestire l'ansia e il senso di frustrazione. Lavorare sulla sua percezione di sé e sulle sue aspettative potrebbe aiutarla a ritrovare una maggiore serenità ea prendere decisioni più in linea con i suoi bisogni autentici.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa supportarla nell'affrontare questa situazione con gli strumenti adeguati.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Comprendo il disagio che sta vivendo e il peso che questa situazione ha sulla sua vita quotidiana e sulle sue relazioni. Il senso di insoddisfazione lavorativa, unito ai rimpianti per scelte non compiute e al confronto con gli altri, può generare una forte ansia e un abbassamento del tono dell'umore, alimentando un circolo vizioso di pensieri negativi.
È importante riconoscere che ciò che sta provando non è raro: molte persone, soprattutto dopo anni di studio e sacrifici, si trovano a fare i conti con aspettative disattese e con la difficoltà di individuare un percorso realmente appagante. Il confronto con gli altri, specialmente con figure vicine come un fratello, può accentuare questo senso di inadeguatezza, ma ogni percorso è unico e personale.
Un aspetto positivo è che ha già preso consapevolezza del problema e ha intenzione di intraprendere un percorso terapeutico. La terapia potrà aiutarla ad esplorare meglio le sue emozioni, a comprendere le sue reali aspirazioni e a trovare strategie per gestire l'ansia e il senso di frustrazione. Lavorare sulla sua percezione di sé e sulle sue aspettative potrebbe aiutarla a ritrovare una maggiore serenità ea prendere decisioni più in linea con i suoi bisogni autentici.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa supportarla nell'affrontare questa situazione con gli strumenti adeguati.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Benvenuta in un mondo di necessaria ricerca di realizzazione di sé e dove è possibile ottenere risultati...
Il loop di cui parla si chiama rimuginio, ed è un sintomo molto diffuso che si può prendere in considerazione.
La sua insoddisfazione può essere un punto di partenza in cui trovare una buona spinta a cambiare in direzioni magari oggi impensabili.
In ogni caso lei si rivolge qui in questa piattaforma e quindi chiede aiuto. E secondo me fa bene, perché ci sono passaggi nella nostra vita in cui abbiamo bisogno di aiuto per riordinarci emozioni e pensieri, per fare nuove scelte.
Quindi le propongo un colloquio, anche online, per vedere insieme come approfondire questi temi.
Il loop di cui parla si chiama rimuginio, ed è un sintomo molto diffuso che si può prendere in considerazione.
La sua insoddisfazione può essere un punto di partenza in cui trovare una buona spinta a cambiare in direzioni magari oggi impensabili.
In ogni caso lei si rivolge qui in questa piattaforma e quindi chiede aiuto. E secondo me fa bene, perché ci sono passaggi nella nostra vita in cui abbiamo bisogno di aiuto per riordinarci emozioni e pensieri, per fare nuove scelte.
Quindi le propongo un colloquio, anche online, per vedere insieme come approfondire questi temi.
Salve, dal racconto che fa delle sue esperienze trapela consapevolezza e una buona capcità di auto-riflessione ma anche dei limiti, che solo lei sembrerebbe essersi costruita. Ci sono dei motivi per cui tendiamo a costruirci delle "scatole mentali", a volte dei veri e propri pregiudizi su noi stessi..che alla fine, come scrive, diventano " trappole". Ma spesso hanno un senso e uno scopo (o anche più di uno). Il suo sembrerebbe legato alla scelta e al vincolo, due facce della stessa medaglia. Purtoppo non è possibile andare oltre, anche nel rispetto delle sue riflessioni, le auguro di trovare il suo percorso. Cordialità
Buongiorno gentile Utente, capisco quanto possa essere frustrante sentirsi intrappolati in una situazione che non corrisponde alle aspettative che aveva per sé stessa. Il suo malessere sembra radicarsi in una discrepanza tra ciò che desiderava e ciò che vive attualmente, e questo la porta a un ciclo di pensieri negativi che alimentano l’insoddisfazione e il senso di inadeguatezza. È assolutamente normale attraversare momenti di crisi, soprattutto quando si ha l’impressione di non aver raggiunto gli obiettivi prefissati, ma vorrei invitarla a considerare che il percorso di vita non è mai lineare e spesso le scelte che ci sembrano “errori” sono semplicemente tappe di un cammino più complesso.
Mi sembra significativo il fatto che il confronto con gli altri, in particolare con suo fratello e le aspettative che i suoi genitori avevano su di lei, giochi un ruolo importante nel suo stato d’animo. È possibile che una parte del suo disagio derivi dalla sensazione di dover dimostrare qualcosa, più che da un autentico desiderio personale? Forse sarebbe utile provare a distinguere ciò che vuole realmente per sé stessa da ciò che pensa di dover volere per essere all’altezza di un’immagine ideale.
La percezione di essere “vincolata” alla sua città e al suo lavoro potrebbe essere amplificata dal malessere che prova. Spesso, quando ci si sente bloccati, il cambiamento appare come l’unica via d’uscita, ma prima di intraprendere strade drastiche potrebbe essere utile lavorare su ciò che la fa sentire insoddisfatta nel presente. Magari, esplorando cosa le manca davvero nel lavoro o nella sua quotidianità, potrebbe trovare alternative che non implicano necessariamente un cambiamento radicale, ma che le permettano di recuperare entusiasmo e senso di realizzazione.
È positivo che stia pensando di iniziare un percorso terapeutico, perché potrà aiutarla a dare un significato più chiaro ai suoi vissuti e a trovare strategie per migliorare il suo benessere. Nel frattempo, provi a concedersi un po’ di gentilezza: non ha fallito, sta solo cercando la sua strada e questo è un processo che richiede tempo.
Dott. Luca Vocino
Mi sembra significativo il fatto che il confronto con gli altri, in particolare con suo fratello e le aspettative che i suoi genitori avevano su di lei, giochi un ruolo importante nel suo stato d’animo. È possibile che una parte del suo disagio derivi dalla sensazione di dover dimostrare qualcosa, più che da un autentico desiderio personale? Forse sarebbe utile provare a distinguere ciò che vuole realmente per sé stessa da ciò che pensa di dover volere per essere all’altezza di un’immagine ideale.
La percezione di essere “vincolata” alla sua città e al suo lavoro potrebbe essere amplificata dal malessere che prova. Spesso, quando ci si sente bloccati, il cambiamento appare come l’unica via d’uscita, ma prima di intraprendere strade drastiche potrebbe essere utile lavorare su ciò che la fa sentire insoddisfatta nel presente. Magari, esplorando cosa le manca davvero nel lavoro o nella sua quotidianità, potrebbe trovare alternative che non implicano necessariamente un cambiamento radicale, ma che le permettano di recuperare entusiasmo e senso di realizzazione.
È positivo che stia pensando di iniziare un percorso terapeutico, perché potrà aiutarla a dare un significato più chiaro ai suoi vissuti e a trovare strategie per migliorare il suo benessere. Nel frattempo, provi a concedersi un po’ di gentilezza: non ha fallito, sta solo cercando la sua strada e questo è un processo che richiede tempo.
Dott. Luca Vocino
Buongiorno, mi piacerebbe poterla aiutare e immagino la necessità di “sollievo” che avverte in questi momenti di forte disagio.
Per quanto sarebbe idealmente bello poterle offrire ciò che vuole nell’immediato, non credo le sarebbe particolarmente utile.
Credo la sua premessa(la psicoterapia) sia il miglior regalo che si possa fare in questo momento di “spaesamento”, buon inizio!
Per quanto sarebbe idealmente bello poterle offrire ciò che vuole nell’immediato, non credo le sarebbe particolarmente utile.
Credo la sua premessa(la psicoterapia) sia il miglior regalo che si possa fare in questo momento di “spaesamento”, buon inizio!
Salve, capisco profondamente il peso di ciò che sta vivendo e il senso di insoddisfazione che si è insinuato nella sua quotidianità, condizionando non solo la sua percezione del lavoro, ma anche il rapporto con se stessa e con le persone che le stanno accanto. È evidente che sta affrontando un conflitto interiore molto intenso, tra ciò che aveva immaginato per il suo futuro e la realtà che si trova a vivere. E quando il divario tra aspettative e realtà diventa troppo grande, spesso nasce un senso di frustrazione, di fallimento, di inadeguatezza. Il fatto che stia pensando di intraprendere un percorso di terapia è un passo importante, perché significa che ha già riconosciuto il bisogno di affrontare questa situazione con consapevolezza e con strumenti adeguati. Nel frattempo, vorrei offrirle qualche spunto di riflessione che potrebbe aiutarla a dare un po’ più di ordine ai suoi pensieri. La prima cosa che emerge è la tendenza a colpevolizzarsi. Si chiede se sia mancato il coraggio nelle sue scelte, se avrebbe dovuto fare qualcosa di diverso, se forse ha deluso le aspettative di qualcuno. Ma si è mai chiesta quanta pressione ha messo su se stessa nel tentativo di costruire un percorso “giusto”? Spesso, le nostre aspettative non nascono esclusivamente dai nostri desideri, ma sono influenzate da modelli esterni, dal confronto con gli altri, dalle richieste implicite (o percepite) della società o della famiglia. Non è facile distinguere ciò che vogliamo davvero da ciò che crediamo di dover volere per sentirci "a posto", per sentirci validi agli occhi degli altri. Ecco perché il confronto con suo fratello la fa soffrire tanto. Lui ha un percorso avviato e brillante, e questo, in qualche modo, la porta a svalutare il suo. Ma ciò che spesso dimentichiamo è che ogni percorso è unico, e non esiste una sola definizione di successo o di realizzazione. Se continua a misurare il suo valore con il metro della carriera altrui, rischia di non riconoscere i suoi traguardi, le sue capacità, ciò che la rende una persona con un valore che va ben oltre il lavoro che svolge. Un altro aspetto che noto nelle sue parole è la sensazione di essere “intrappolata”, come se non avesse più margine di movimento. Ma è davvero così? O è possibile che la sua mente stia amplificando questa percezione, facendole credere che sia troppo tardi per cambiare, che ormai le scelte fatte l’abbiano incatenata a una strada senza via d’uscita? Una delle caratteristiche dell’ansia è proprio questa: restringere il campo visivo, farci sentire bloccati anche quando, in realtà, delle alternative esistono. Certo, cambiare non è semplice, ma forse potrebbe provare a chiedersi: quali piccoli passi potrei fare, già ora, per avvicinarmi a una direzione che mi fa sentire più in sintonia con me stessa? Anche se non ha ancora chiaro cosa desidera realmente, sperimentare nuove strade, anche solo a piccoli passi, può aiutarla a scoprirlo. Infine, c’è il tema del rapporto con il suo fidanzato. Il fatto che associ a lui il senso di vincolo, nonostante sappia che non le ha mai impedito nulla, suggerisce che forse il problema non è la relazione in sé, ma la paura di assumersi la responsabilità di un cambiamento. A volte, quando abbiamo paura di fare scelte difficili, tendiamo inconsciamente a proiettare il nostro senso di blocco su chi ci sta accanto, come se fosse lui il motivo per cui non possiamo muoverci. Ma è possibile che sia più una resistenza interna che un vero impedimento esterno. Forse potrebbe iniziare a osservare i suoi pensieri con un po’ più di distanza, senza prenderli sempre come verità assolute. Ogni volta che si ritrova nel loop del rimuginio, potrebbe provare a chiedersi: questa convinzione è utile per me? Mi sta aiutando o mi sta solo facendo sentire peggio? Se non è utile, allora forse non merita tutta la sua attenzione. Questa fase di insoddisfazione può diventare anche un’opportunità per conoscersi meglio, per ridefinire i suoi bisogni, per smettere di vivere secondo aspettative rigide e concedersi la libertà di esplorare nuove possibilità. Non ha fallito, e non è bloccata per sempre. È semplicemente in un momento di transizione, e ha il diritto di darsi il tempo di capire quale direzione prendere. Resto a disposizione. Dott. Boggero Andrea
Cara utente, da ciò che scrive non sento che lei sia poco coraggiosa o non abbia avuto il coraggio di compiere determinate scelte. Molte domande se la sta ponendo e sta riflettendo attentamente su quanto sta accadendo nei vari aspetti della sua vita, due anni non sono pochi per chi si sente insoddisfatto dal punto di vista lavorativo e immagino quanto possa essere faticoso e sono d’accordo con lei, che sia importante affrontare tutto questo in un percorso di supporto psicologico o psicoterapia così che tutte queste domande trovino uno spazio e un significato. Mi colpisce molto questo descriversi come intrappolata e allo stesso tempo legarlo a delle figure importanti per lei come il suo fidanzato ma anche quanto pensa, forse, di assecondare le aspettative altrui che molto spesso è difficile accontentare soprattutto se si è in costante confronto con gli altri. Ognuno ha la propria storia e i propri tempi per capire realmente in che direzione andare, però è difficile comprenderlo a fondo se la nostra mente è occupata solo da ciò che gli altri vorrebbero per noi o quanto noi dobbiamo sentirci all’altezza per gli altri. È importante invece che lei parta da sé stessa: come e dove si immagina se non avesse questi vincoli? Cosa potrebbe aiutarla a sentirsi più soddisfatta, nel lavoro e non solo?
Resto disponibile per qualsiasi chiarimento, cari saluti. Dott.ssa Sara Vento
Resto disponibile per qualsiasi chiarimento, cari saluti. Dott.ssa Sara Vento
Comprendo che sia difficile sentire questo senso di insoddisfazione e sofferenza.
Mi sembra importante che si stia facendo delle domande, per comprendere l'origine di questo malessere, che forse meritano di trovare chiarezza in uno spazio tutto suo, come quello della terapia.
Le auguro di riuscire a trovare questo spazio e di sentire alleviata la sua sofferenza.
Un caro saluto.
Mi sembra importante che si stia facendo delle domande, per comprendere l'origine di questo malessere, che forse meritano di trovare chiarezza in uno spazio tutto suo, come quello della terapia.
Le auguro di riuscire a trovare questo spazio e di sentire alleviata la sua sofferenza.
Un caro saluto.
Gentile utente, mi dispiace tanto per le dinamiche raccontate, spero possa intraprendere presto un percorso di supporto psicologico per trovare risposte alle sue domande.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Capisco il tuo malessere ed è positivo che tu stia pensando ad un percorso di psicoterapia. Ti senti intrappolata in un lavoro che non ti soddisfa e in una vita che non rispecchia le tue aspettative, alimentando ansia e confronto con gli altri (soprattutto tuo fratello).
Prova a chiederti cosa puoi cambiare concretamente? Esplorare nuove opportunità lavorative, corsi o esperienze può essere un primo passo.
Il trasferimento è ancora un desiderio reale? O è un’idea legata al passato?
Il confronto con gli altri ti aiuta o ti blocca? Concentrati su cosa vuoi davvero, senza paragonarti.
Ci sono aspetti positivi nella tua vita attuale? Valorizzarli può ridimensionare il malessere.
Non hai fallito, sei solo in un momento di transizione.
Un saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Prova a chiederti cosa puoi cambiare concretamente? Esplorare nuove opportunità lavorative, corsi o esperienze può essere un primo passo.
Il trasferimento è ancora un desiderio reale? O è un’idea legata al passato?
Il confronto con gli altri ti aiuta o ti blocca? Concentrati su cosa vuoi davvero, senza paragonarti.
Ci sono aspetti positivi nella tua vita attuale? Valorizzarli può ridimensionare il malessere.
Non hai fallito, sei solo in un momento di transizione.
Un saluto
Dott.ssa Noretta Lazzeri
Salve, innanzitutto voglio riconoscere il coraggio che sta dimostrando nell’esprimere un suo disagio attuale e nel considerare un percorso terapeutico.
Da quello che scrive, sembra che lei si trovi in un momento di disallineamento tra le aspettative che aveva per se stessa e la realtà che sta vivendo. Questo può generare quel senso di insoddisfazione e inadeguatezza di cui parla, alimentando un circolo di autocritica e confronto con gli altri. È possibile che lei si sia costruita un’idea rigida del successo, legata a determinate tappe (il lavoro dei sogni, il trasferimento in un’altra città), e che il fatto di non averle raggiunte nei tempi e nei modi che immaginava la faccia sentire bloccata o “indietro”. Ma la buona notizia è che questa condizione non è definitiva: ha ancora pieno controllo sulle sue scelte e sul suo futuro!
Ma vorrei invitarla a riflettere su alcuni punti:
- Di chi sono realmente queste aspettative? Sono davvero i suoi desideri più autentici o in parte rispondono al bisogno di confermare il suo valore agli occhi della sua famiglia (come lei stessa ha ipotizzato) e della società (che ci bombarda con l'idea del raggiungimento del successo)?
- Il confronto con gli altri è utile? Guardare il percorso di suo fratello o di altre persone è davvero un metro di giudizio valido per la sua realizzazione, o rischia di farle perdere di vista ciò che è davvero importante per lei?
- Quanto la paura dell’incertezza sta frenando il cambiamento? A volte, quando siamo insoddisfatti, restiamo immobili perché il cambiamento comporta il rischio di fallire o di uscire dalla nostra zona di comfort.
Inoltre, il fatto che lei colleghi il suo fidanzato alla sensazione di sentirsi “intrappolata” è interessante: potrebbe essere utile esplorare più a fondo se è davvero il rapporto a vincolarla, o se invece è una proiezione del suo stato d’animo, in cui ogni elemento della sua vita attuale le appare come un limite.
Un percorso psicologico potrà sicuramente aiutarla a ridefinire i suoi obiettivi, esplorare meglio i suoi desideri e mettere in linea un piano d'azione per raggiungerli. Nel frattempo, può provare a spostare il focus da ciò che sente di aver “perso” a ciò che può ancora costruire. La sua strada non è chiusa, è semplicemente da riscrivere con nuove consapevolezze.
Le auguro di trovare il suo equilibrio, e se ha bisogno di ulteriori spunti di riflessione sono a disposizione.
Dott.ssa Fiengo Marika
Da quello che scrive, sembra che lei si trovi in un momento di disallineamento tra le aspettative che aveva per se stessa e la realtà che sta vivendo. Questo può generare quel senso di insoddisfazione e inadeguatezza di cui parla, alimentando un circolo di autocritica e confronto con gli altri. È possibile che lei si sia costruita un’idea rigida del successo, legata a determinate tappe (il lavoro dei sogni, il trasferimento in un’altra città), e che il fatto di non averle raggiunte nei tempi e nei modi che immaginava la faccia sentire bloccata o “indietro”. Ma la buona notizia è che questa condizione non è definitiva: ha ancora pieno controllo sulle sue scelte e sul suo futuro!
Ma vorrei invitarla a riflettere su alcuni punti:
- Di chi sono realmente queste aspettative? Sono davvero i suoi desideri più autentici o in parte rispondono al bisogno di confermare il suo valore agli occhi della sua famiglia (come lei stessa ha ipotizzato) e della società (che ci bombarda con l'idea del raggiungimento del successo)?
- Il confronto con gli altri è utile? Guardare il percorso di suo fratello o di altre persone è davvero un metro di giudizio valido per la sua realizzazione, o rischia di farle perdere di vista ciò che è davvero importante per lei?
- Quanto la paura dell’incertezza sta frenando il cambiamento? A volte, quando siamo insoddisfatti, restiamo immobili perché il cambiamento comporta il rischio di fallire o di uscire dalla nostra zona di comfort.
Inoltre, il fatto che lei colleghi il suo fidanzato alla sensazione di sentirsi “intrappolata” è interessante: potrebbe essere utile esplorare più a fondo se è davvero il rapporto a vincolarla, o se invece è una proiezione del suo stato d’animo, in cui ogni elemento della sua vita attuale le appare come un limite.
Un percorso psicologico potrà sicuramente aiutarla a ridefinire i suoi obiettivi, esplorare meglio i suoi desideri e mettere in linea un piano d'azione per raggiungerli. Nel frattempo, può provare a spostare il focus da ciò che sente di aver “perso” a ciò che può ancora costruire. La sua strada non è chiusa, è semplicemente da riscrivere con nuove consapevolezze.
Le auguro di trovare il suo equilibrio, e se ha bisogno di ulteriori spunti di riflessione sono a disposizione.
Dott.ssa Fiengo Marika
Carissima, comprendo appieno il suo malessere per questa insoddisfazione lavorativa che le sta portando tanta ansia e influenza negativamente le sue giornate e i suoi rapporti. Sembra proprio che ci sia un forte divario tra quelle che erano le sue aspirazioni quando studiava e la realtà che sta vivendo ora, e questo naturalmente può generare un senso di frustrazione e di non sentirsi realizzata.
È molto comune, in queste situazioni, ritrovarsi a fare i conti con sensi di colpa, rimorsi per scelte fatte o non fatte, e magari anche a confrontarsi con il percorso di altre persone, come suo fratello. Tutto questo non fa che alimentare un circolo vizioso di pensieri negativi che abbassano l'umore e rendono più difficile anche il rapporto con il suo fidanzato, a cui, forse ingiustamente, ricollega questo suo sentirsi "intrappolata".
Un percorso di supporto psicologico mirato potrebbe davvero aiutarla a fare chiarezza dentro di sé. Potremmo insieme esplorare più a fondo le radici di questa sua insoddisfazione, capire quali sono i suoi veri valori e desideri professionali e personali, e trovare strategie concrete per gestire l'ansia e i pensieri negativi. Lavoreremo anche sui sensi di colpa e sui confronti, per aiutarla a distinguere i suoi sogni autentici dalle aspettative esterne. Infine, potremmo valutare insieme le opzioni per il suo futuro, che si tratti di un cambiamento lavorativo o di un modo diverso di vivere la sua situazione attuale, migliorando anche il rapporto con il suo fidanzato.
Per aiutarla a iniziare questa riflessione, potrebbe chiedersi: qual era esattamente quel lavoro che sognava di fare dopo la laurea e cosa la attraeva così tanto? Qual è l'aspetto del suo lavoro attuale che le pesa di più? Se potesse cambiare una cosa della sua vita in questo preciso momento, cosa sceglierebbe? E cosa le sembra che la blocchi dal prendere le decisioni che vorrebbe davvero prendere?
Spero che queste mie parole le offrano un primo piccolo conforto. Iniziare una terapia è un passo importante e sono convinta che potrà aiutarla a ritrovare la serenità e a costruire una vita più in linea con ciò che desidera veramente.
È molto comune, in queste situazioni, ritrovarsi a fare i conti con sensi di colpa, rimorsi per scelte fatte o non fatte, e magari anche a confrontarsi con il percorso di altre persone, come suo fratello. Tutto questo non fa che alimentare un circolo vizioso di pensieri negativi che abbassano l'umore e rendono più difficile anche il rapporto con il suo fidanzato, a cui, forse ingiustamente, ricollega questo suo sentirsi "intrappolata".
Un percorso di supporto psicologico mirato potrebbe davvero aiutarla a fare chiarezza dentro di sé. Potremmo insieme esplorare più a fondo le radici di questa sua insoddisfazione, capire quali sono i suoi veri valori e desideri professionali e personali, e trovare strategie concrete per gestire l'ansia e i pensieri negativi. Lavoreremo anche sui sensi di colpa e sui confronti, per aiutarla a distinguere i suoi sogni autentici dalle aspettative esterne. Infine, potremmo valutare insieme le opzioni per il suo futuro, che si tratti di un cambiamento lavorativo o di un modo diverso di vivere la sua situazione attuale, migliorando anche il rapporto con il suo fidanzato.
Per aiutarla a iniziare questa riflessione, potrebbe chiedersi: qual era esattamente quel lavoro che sognava di fare dopo la laurea e cosa la attraeva così tanto? Qual è l'aspetto del suo lavoro attuale che le pesa di più? Se potesse cambiare una cosa della sua vita in questo preciso momento, cosa sceglierebbe? E cosa le sembra che la blocchi dal prendere le decisioni che vorrebbe davvero prendere?
Spero che queste mie parole le offrano un primo piccolo conforto. Iniziare una terapia è un passo importante e sono convinta che potrà aiutarla a ritrovare la serenità e a costruire una vita più in linea con ciò che desidera veramente.
Buongiorno,
il lavoro è un aspetto molto importante della vita da adulti al pari dell'avere una casa e dell' avere una relazione sentimentale stabile. Quando non è si è pienamente soddisfatti di dove si è collocati possono cominciare alcuni problemi. Intraprendere un percorso di psicoterapia la aiuterà ad affrontare meglio la situazione. Potrà riuscire a guardare alcuni aspetti della sua vita da una angolazione completamente differente.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
il lavoro è un aspetto molto importante della vita da adulti al pari dell'avere una casa e dell' avere una relazione sentimentale stabile. Quando non è si è pienamente soddisfatti di dove si è collocati possono cominciare alcuni problemi. Intraprendere un percorso di psicoterapia la aiuterà ad affrontare meglio la situazione. Potrà riuscire a guardare alcuni aspetti della sua vita da una angolazione completamente differente.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, io penso che lei stia giustamente cercando chiarezza e che le domande che si pone sono inerenti e costituirebbero un buon punto di partenza. Il sentirsi insoddisfatti altro non è che allineare i desideri più profondi a ciò che si mette in pratica nella vita. Inizi un percorso e avrà le risposte che cerca. Non abbia paura, perché quando si fa ciò che si desidera nel profondo, non si può stare che bene e senza rimpianti.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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