Non so più come uscire da questa situazione , nonostante io cerchi di andare avanti in realtà poi ri
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Non so più come uscire da questa situazione , nonostante io cerchi di andare avanti in realtà poi rimango sempre ferma.
Mi sento bloccata, senza forze, senza energie, senza motivazioni per andare avanti, non sono riuscita a costruirmi niente fino ad ora , gli anni passano e io sono sempre piu chiusa in me, passo le mie giornate chiusa in casa, quando esco non vedo l'ora di tornare a casa, mi sento sola, ma poi non riesco mai a fidarmi delle persone e ad instaurare dei rapporti penso sempre ognuno ti usa solo fin quando gli fai comodo, non riesco mai a percepire dell'affetto sincero da parte degli altri.
Questo fà si che non mi piaccia mai nessuno e rimango sempre da sola pur di non instaurare rapporti finti anche d'amicizia
Dulcis in fundo, ciliegina sulla torta che nom fa altro che aumentare la mia fragilità, anni fa ero fidanzata, non andavamo d'accordo e ci siamo lasciati in malo modo per telefono, io ho sbagliato perchè ad ogni suo tentativo di riconciliazione ho alzato un muro e questo ha portato a lasciarci per telefono, dopo un anno lui si rifà sentire tramite messaggi, io rispondo perchè avevo voglia di risentirlo, mi era mancato molto ma in cuor mio continuavo a vedere tutto nero e a pensare che comunque era una storia che non poteva funzionare, quindi i messaggi sono rimasti tali, la storia non si è evoluta e anzi, lui anzichè capire perchè, pur avendogli risposto, avessi dei dubbi, non mi ha risposto più neanche ai messaggi per poi scoprire che si era fidanzato com un'altra... ora si sposeranno e io sto a pezzi. In questi anni ho sempre pensato che ho sbagliato a non vivermi la storia perche io avrei voluto darci una seconda possibilità ma per paura non ci sono riuscita, è stata colpa mia se l'ho perso perche quando c 'era non ho mai fatto un passo verso di lui perchè ormai mi ero convinta che non andassimo d'accordo, ora penso di aver perso l'unica persona che mi ha amato e non riuscirò mai a trovare qualcun altro da amare e forse non sono neanche capace di amare. Perchè quando stavamo insieme vedevo tutto nero, e ora lo vedo come una persona quasi perfetta che mi sono fatta scappare? Io sto impazzendo non so più come uscirne e soprattutto non so se ho fatto bene e questo pensiero non mi fa piu dormire la notte nonostante io non abbia piu il diritto di pensarlo visto che lui presto avrà una moglie che non sono io. Non riesco a capire se lui mi abbia amato veramente e poi si è stancato di me, oppure stava con me solo per non stare da solo visto che mi ha "mollata" solo quando ha trovato un'altra persona. Però questa persona se la sta sposando. Non so piu che pensare , so solo che mi manca tanto e non sono piu riuscita a parlargli perchè in quel periodo non ha mai piu risposto ai miei messaggi, nella mia testa è rimasto tutto cosi irrisolto, come si fa ad andare avanti con 300mila dubbi in testa a cui pensi tutti i minuti della giornata? E a cui mai riuscirò a dare una spiegazione visto che mai ci riparlerò con questa persona? Penso a come sarebbe potuta essere la nostra vita, mi vengono in mente solo le cose che mi piacevano di lui e non mi vengono piu in mente le cose che mi hanno spinta a lasciarci
Io adesso penso fermamente che il problema sono io, sono passati anni e ancora sto a rimuginare sempre sulle stesse cose mentre lui è andato avanti. Ho vinto un concorso sto per iniziare questo nuovo percorso ma non riesco ad essere felice sempre perche penso a lui, ho mille ansie e paure per tutto perchè penso di non essere una persona costante e che si stanca facilmente delle cose e se questo dovesse succedere anche al lavoro? Ho sempre mollato tutto dopo poco tempo, l'unica cosa che sono riuscita a finire è l'università laureandomi però a 29 anni, mi sento persa, vuota
Volevo sposarmi, avere dei figli ma quando stavo con lui c'era una sensazione che mi faceva percepire che lui non fosse quello giusto perchè a volte mi dava la sensazione che stesse con me solo per non rimanere da solo, altre volte invece era la persona perfetta che tutte vorrebbero, sono confusa non so piu come uscirne. Però mi dava sicurezza quella sicurezza che ora non ho, sto investendo su di me, proprio per non dovermi aggrappare a nessuno , per questo ho deciso di studiare per i concorsi perchr se poi quel qualcuno si sposta cadi a terra e ti fai male ma nonostante questo niente mi fa stare meglio
Mi sento bloccata, senza forze, senza energie, senza motivazioni per andare avanti, non sono riuscita a costruirmi niente fino ad ora , gli anni passano e io sono sempre piu chiusa in me, passo le mie giornate chiusa in casa, quando esco non vedo l'ora di tornare a casa, mi sento sola, ma poi non riesco mai a fidarmi delle persone e ad instaurare dei rapporti penso sempre ognuno ti usa solo fin quando gli fai comodo, non riesco mai a percepire dell'affetto sincero da parte degli altri.
Questo fà si che non mi piaccia mai nessuno e rimango sempre da sola pur di non instaurare rapporti finti anche d'amicizia
Dulcis in fundo, ciliegina sulla torta che nom fa altro che aumentare la mia fragilità, anni fa ero fidanzata, non andavamo d'accordo e ci siamo lasciati in malo modo per telefono, io ho sbagliato perchè ad ogni suo tentativo di riconciliazione ho alzato un muro e questo ha portato a lasciarci per telefono, dopo un anno lui si rifà sentire tramite messaggi, io rispondo perchè avevo voglia di risentirlo, mi era mancato molto ma in cuor mio continuavo a vedere tutto nero e a pensare che comunque era una storia che non poteva funzionare, quindi i messaggi sono rimasti tali, la storia non si è evoluta e anzi, lui anzichè capire perchè, pur avendogli risposto, avessi dei dubbi, non mi ha risposto più neanche ai messaggi per poi scoprire che si era fidanzato com un'altra... ora si sposeranno e io sto a pezzi. In questi anni ho sempre pensato che ho sbagliato a non vivermi la storia perche io avrei voluto darci una seconda possibilità ma per paura non ci sono riuscita, è stata colpa mia se l'ho perso perche quando c 'era non ho mai fatto un passo verso di lui perchè ormai mi ero convinta che non andassimo d'accordo, ora penso di aver perso l'unica persona che mi ha amato e non riuscirò mai a trovare qualcun altro da amare e forse non sono neanche capace di amare. Perchè quando stavamo insieme vedevo tutto nero, e ora lo vedo come una persona quasi perfetta che mi sono fatta scappare? Io sto impazzendo non so più come uscirne e soprattutto non so se ho fatto bene e questo pensiero non mi fa piu dormire la notte nonostante io non abbia piu il diritto di pensarlo visto che lui presto avrà una moglie che non sono io. Non riesco a capire se lui mi abbia amato veramente e poi si è stancato di me, oppure stava con me solo per non stare da solo visto che mi ha "mollata" solo quando ha trovato un'altra persona. Però questa persona se la sta sposando. Non so piu che pensare , so solo che mi manca tanto e non sono piu riuscita a parlargli perchè in quel periodo non ha mai piu risposto ai miei messaggi, nella mia testa è rimasto tutto cosi irrisolto, come si fa ad andare avanti con 300mila dubbi in testa a cui pensi tutti i minuti della giornata? E a cui mai riuscirò a dare una spiegazione visto che mai ci riparlerò con questa persona? Penso a come sarebbe potuta essere la nostra vita, mi vengono in mente solo le cose che mi piacevano di lui e non mi vengono piu in mente le cose che mi hanno spinta a lasciarci
Io adesso penso fermamente che il problema sono io, sono passati anni e ancora sto a rimuginare sempre sulle stesse cose mentre lui è andato avanti. Ho vinto un concorso sto per iniziare questo nuovo percorso ma non riesco ad essere felice sempre perche penso a lui, ho mille ansie e paure per tutto perchè penso di non essere una persona costante e che si stanca facilmente delle cose e se questo dovesse succedere anche al lavoro? Ho sempre mollato tutto dopo poco tempo, l'unica cosa che sono riuscita a finire è l'università laureandomi però a 29 anni, mi sento persa, vuota
Volevo sposarmi, avere dei figli ma quando stavo con lui c'era una sensazione che mi faceva percepire che lui non fosse quello giusto perchè a volte mi dava la sensazione che stesse con me solo per non rimanere da solo, altre volte invece era la persona perfetta che tutte vorrebbero, sono confusa non so piu come uscirne. Però mi dava sicurezza quella sicurezza che ora non ho, sto investendo su di me, proprio per non dovermi aggrappare a nessuno , per questo ho deciso di studiare per i concorsi perchr se poi quel qualcuno si sposta cadi a terra e ti fai male ma nonostante questo niente mi fa stare meglio
Buongiorno,
Da quello che mi racconta, sento tutto il peso della fatica che sta vivendo: il senso di blocco, la solitudine, i rimpianti e la difficoltà a vedere un futuro sereno. È comprensibile che un legame rimasto irrisolto lasci dentro di sé tanti dubbi e nostalgie, soprattutto quando l’altra persona è andata avanti. Non è “sbagliata” per provare queste emozioni: sono il segno di un dolore che non ha ancora trovato spazio per essere elaborato.
A volte, prima di “andare avanti”, serve concedersi il tempo e il sostegno per fare pace con la propria storia e con se stessi. Lei non è definita solo da ciò che è accaduto o da ciò che teme, ma anche dalla possibilità — ancora intatta — di costruire relazioni e significati nuovi.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Da quello che mi racconta, sento tutto il peso della fatica che sta vivendo: il senso di blocco, la solitudine, i rimpianti e la difficoltà a vedere un futuro sereno. È comprensibile che un legame rimasto irrisolto lasci dentro di sé tanti dubbi e nostalgie, soprattutto quando l’altra persona è andata avanti. Non è “sbagliata” per provare queste emozioni: sono il segno di un dolore che non ha ancora trovato spazio per essere elaborato.
A volte, prima di “andare avanti”, serve concedersi il tempo e il sostegno per fare pace con la propria storia e con se stessi. Lei non è definita solo da ciò che è accaduto o da ciò che teme, ma anche dalla possibilità — ancora intatta — di costruire relazioni e significati nuovi.
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Buongiorno,
ho sentito in quello che scrivi quanto dolore, solitudine e confusione ti stiano accompagnando da tempo. È comprensibile che, con pensieri così ricorrenti e pesanti, sia difficile sentirsi liberi di vivere il presente e guardare avanti con fiducia.
Non c’è nulla di “sbagliato” in te: a volte restiamo bloccati perché alcune ferite e paure hanno bisogno di essere accolte, comprese e rielaborate con calma.
In un percorso insieme potremmo creare uno spazio sicuro in cui dare voce a tutto ciò che tieni dentro, mettere ordine nei pensieri e alleggerire quel peso che sembra sempre con te. Passo dopo passo, potresti scoprire nuove prospettive e ritrovare la forza di investire su di te, con più serenità.
ho sentito in quello che scrivi quanto dolore, solitudine e confusione ti stiano accompagnando da tempo. È comprensibile che, con pensieri così ricorrenti e pesanti, sia difficile sentirsi liberi di vivere il presente e guardare avanti con fiducia.
Non c’è nulla di “sbagliato” in te: a volte restiamo bloccati perché alcune ferite e paure hanno bisogno di essere accolte, comprese e rielaborate con calma.
In un percorso insieme potremmo creare uno spazio sicuro in cui dare voce a tutto ciò che tieni dentro, mettere ordine nei pensieri e alleggerire quel peso che sembra sempre con te. Passo dopo passo, potresti scoprire nuove prospettive e ritrovare la forza di investire su di te, con più serenità.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno gentile Utente, quella che sta vivendo è una condizione di forte sofferenza emotiva in cui il passato, non pienamente elaborato, continua a occupare gran parte del suo presente. È comprensibile che una storia interrotta in maniera improvvisa e con molti aspetti irrisolti lasci dietro di sé dubbi, domande e rimpianti, e che questi, nel tempo, possano trasformarsi in un pensiero costante e difficile da interrompere. Il meccanismo del rimuginio, che lei descrive così bene, tende a farle rivedere selettivamente solo alcuni aspetti della relazione, spesso quelli idealizzati, lasciando in ombra le difficoltà reali che invece, all’epoca, l’avevano spinta a dubitare della compatibilità con quella persona. Questo può farle sembrare di aver perso “l’unica occasione”, quando in realtà si tratta di un’immagine parziale, costruita e rafforzata dal tempo e dalla distanza.
Allo stesso tempo, colgo una forte autocritica verso di sé, come se tutto il peso di quanto accaduto ricadesse unicamente sulle sue spalle. È importante sottolineare che le dinamiche di coppia sono sempre il frutto dell’incontro (e talvolta dello scontro) di due persone, e non di un’unica responsabilità. Questo modo di vedere, così severo verso se stessa, rischia di alimentare non solo la tristezza, ma anche la sensazione di blocco e di sfiducia nel poter costruire un futuro diverso.
Mi sembra che oggi lei si trovi sospesa tra due forze opposte: da un lato il desiderio di proteggersi da nuove delusioni, che la porta a chiudersi e a ridurre al minimo i rapporti; dall’altro il bisogno di contatto, affetto e sicurezza che non riesce però a trovare nella sua quotidianità. Questo conflitto interno può portare, nel tempo, a un ritiro sociale e a una perdita di motivazione che si ripercuotono anche sul resto della vita.
Il fatto che lei abbia vinto un concorso è una conquista importante e concreta, che dimostra che possiede capacità di impegno e di raggiungimento degli obiettivi. Poter dare un significato personale a questo nuovo inizio potrebbe essere un passo fondamentale per interrompere il legame emotivo con un passato che non può essere cambiato. Tuttavia, per riuscire a farlo, potrebbe essere necessario intraprendere un percorso di sostegno psicologico che la aiuti a elaborare la fine della relazione, ridurre il rimuginio e rafforzare l’autostima, così da potersi aprire gradualmente a nuove esperienze relazionali e personali.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Allo stesso tempo, colgo una forte autocritica verso di sé, come se tutto il peso di quanto accaduto ricadesse unicamente sulle sue spalle. È importante sottolineare che le dinamiche di coppia sono sempre il frutto dell’incontro (e talvolta dello scontro) di due persone, e non di un’unica responsabilità. Questo modo di vedere, così severo verso se stessa, rischia di alimentare non solo la tristezza, ma anche la sensazione di blocco e di sfiducia nel poter costruire un futuro diverso.
Mi sembra che oggi lei si trovi sospesa tra due forze opposte: da un lato il desiderio di proteggersi da nuove delusioni, che la porta a chiudersi e a ridurre al minimo i rapporti; dall’altro il bisogno di contatto, affetto e sicurezza che non riesce però a trovare nella sua quotidianità. Questo conflitto interno può portare, nel tempo, a un ritiro sociale e a una perdita di motivazione che si ripercuotono anche sul resto della vita.
Il fatto che lei abbia vinto un concorso è una conquista importante e concreta, che dimostra che possiede capacità di impegno e di raggiungimento degli obiettivi. Poter dare un significato personale a questo nuovo inizio potrebbe essere un passo fondamentale per interrompere il legame emotivo con un passato che non può essere cambiato. Tuttavia, per riuscire a farlo, potrebbe essere necessario intraprendere un percorso di sostegno psicologico che la aiuti a elaborare la fine della relazione, ridurre il rimuginio e rafforzare l’autostima, così da potersi aprire gradualmente a nuove esperienze relazionali e personali.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno cara, leggo e sento il dolore, la confusione e la fatica che attraversi in questo momento così delicato della tua vita. È comprensibile che il senso di perdita, la paura di non essere mai abbastanza e il rimuginare sul passato generino un senso di blocco e di solitudine che si riflette anche nelle tue relazioni e nella capacità di fidarti degli altri e di te stessa. Spesso accade che, di fronte a una storia d’amore finita male, soprattutto se rimangono questioni irrisolte e sentimenti ambivalenti, la mente fatichi a trovare pace e continui a rivivere situazioni e pensieri in un circolo apparentemente senza fine.
Il fatto che tu riconosca di aver alzato un muro per proteggerti e che ora senti il rimpianto per le occasioni perse è segno di una consapevolezza importante, anche se dolorosa. Le relazioni affettive sono complesse e difficili da decifrare, perché intrecciano emozioni, paure, aspettative e bisogni spesso in conflitto tra loro e tu non sei l'unica nel sentirti smarrita di fronte a questo intreccio e nel provare a capire cosa sia davvero successo e cosa significhi per te andare avanti.
Il percorso di crescita personale che hai intrapreso, con lo studio e l’impegno verso un futuro professionale, lo trovo importantissimo, è un passo prezioso e coraggioso. Perchè investire su te stessa, sul tuo benessere e sulla tua autonomia è la base più solida su cui costruire una nuova stabilità emotiva, indipendentemente dal passato. Allo stesso tempo, è importante non trascurare le emozioni irrisolte che continuano a influenzarti, perché riconoscerle e lavorarci dentro può aiutarti a elaborare quel lutto affettivo e a ritrovare una serenità più profonda.
Ti suggerisco perciò di valutare l’opportunità di un percorso terapeutico, dove potrai esplorare questi sentimenti, sciogliere i nodi del passato e rafforzare la fiducia in te stessa e nelle tue capacità. La terapia può offrirti uno spazio sicuro e accogliente in cui riprendere contatto con le tue emozioni, imparare a gestire l’ansia e le paure, e costruire nuove modalità di relazione con te stessa e con gli altri.
Ricorda che non è mai troppo tardi per ritrovare la propria strada, e il fatto che tu sia qui, a raccontare la tua storia, è già un segnale di speranza e di voglia di cambiamento.
Resto a disposizione se vorrai approfondire o intraprendere questo cammino di crescita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Il fatto che tu riconosca di aver alzato un muro per proteggerti e che ora senti il rimpianto per le occasioni perse è segno di una consapevolezza importante, anche se dolorosa. Le relazioni affettive sono complesse e difficili da decifrare, perché intrecciano emozioni, paure, aspettative e bisogni spesso in conflitto tra loro e tu non sei l'unica nel sentirti smarrita di fronte a questo intreccio e nel provare a capire cosa sia davvero successo e cosa significhi per te andare avanti.
Il percorso di crescita personale che hai intrapreso, con lo studio e l’impegno verso un futuro professionale, lo trovo importantissimo, è un passo prezioso e coraggioso. Perchè investire su te stessa, sul tuo benessere e sulla tua autonomia è la base più solida su cui costruire una nuova stabilità emotiva, indipendentemente dal passato. Allo stesso tempo, è importante non trascurare le emozioni irrisolte che continuano a influenzarti, perché riconoscerle e lavorarci dentro può aiutarti a elaborare quel lutto affettivo e a ritrovare una serenità più profonda.
Ti suggerisco perciò di valutare l’opportunità di un percorso terapeutico, dove potrai esplorare questi sentimenti, sciogliere i nodi del passato e rafforzare la fiducia in te stessa e nelle tue capacità. La terapia può offrirti uno spazio sicuro e accogliente in cui riprendere contatto con le tue emozioni, imparare a gestire l’ansia e le paure, e costruire nuove modalità di relazione con te stessa e con gli altri.
Ricorda che non è mai troppo tardi per ritrovare la propria strada, e il fatto che tu sia qui, a raccontare la tua storia, è già un segnale di speranza e di voglia di cambiamento.
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Un caro saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Buongiorno sono una psicologa e ricevo Online a in presenza a Verona,
ho letto con attenzione e rispetto le tue parole, che raccontano un vissuto molto intenso, fatto di dolore, rimpianti e senso di smarrimento. Quello che stai attraversando non è “esagerato” né “sbagliato”: è il segno di un nodo emotivo profondo che merita spazio, ascolto e comprensione.
Ciò che descrivi – il sentirsi bloccata, sola, in dubbio costante, con una relazione passata che continua a pesare – non è solo sofferenza: è anche una richiesta interna di cambiamento e guarigione. I tuoi pensieri non ti stanno punendo, ma stanno cercando, in modo confuso e doloroso, di farti arrivare a un punto di verità e consapevolezza.
Da quello che emerge, è possibile che alcune ferite relazionali del passato abbiano lasciato dentro di te una sfiducia profonda verso gli altri e forse anche verso te stessa. Ma non sei “incapace di amare”: sei, probabilmente, ancora nella fase di elaborazione di una perdita mai chiusa, che oggi riemerge con forza.
Questo tipo di vissuti può trovare uno spazio più sicuro e contenuto all’interno di un percorso psicologico, dove potremo – se lo vorrai – esplorare insieme tutte queste emozioni, dare un senso al passato e alleggerire il peso che stai portando.
Hai già fatto qualcosa di molto importante: mettere in parole tutto questo. E ti assicuro che non è poco.
Resto a disposizione per accompagnarti in questo percorso, un passo alla volta, con rispetto e senza giudizio.
Un caro saluto.
ho letto con attenzione e rispetto le tue parole, che raccontano un vissuto molto intenso, fatto di dolore, rimpianti e senso di smarrimento. Quello che stai attraversando non è “esagerato” né “sbagliato”: è il segno di un nodo emotivo profondo che merita spazio, ascolto e comprensione.
Ciò che descrivi – il sentirsi bloccata, sola, in dubbio costante, con una relazione passata che continua a pesare – non è solo sofferenza: è anche una richiesta interna di cambiamento e guarigione. I tuoi pensieri non ti stanno punendo, ma stanno cercando, in modo confuso e doloroso, di farti arrivare a un punto di verità e consapevolezza.
Da quello che emerge, è possibile che alcune ferite relazionali del passato abbiano lasciato dentro di te una sfiducia profonda verso gli altri e forse anche verso te stessa. Ma non sei “incapace di amare”: sei, probabilmente, ancora nella fase di elaborazione di una perdita mai chiusa, che oggi riemerge con forza.
Questo tipo di vissuti può trovare uno spazio più sicuro e contenuto all’interno di un percorso psicologico, dove potremo – se lo vorrai – esplorare insieme tutte queste emozioni, dare un senso al passato e alleggerire il peso che stai portando.
Hai già fatto qualcosa di molto importante: mettere in parole tutto questo. E ti assicuro che non è poco.
Resto a disposizione per accompagnarti in questo percorso, un passo alla volta, con rispetto e senza giudizio.
Un caro saluto.
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza) psicologonapoli org info su PROFILO di MioDottore
Quando la mente rimane intrappolata nel passato e nei “se” irrisolti, il contatto con il corpo si riduce quasi a zero. Si vive “tutto nella testa”, tra pensieri e scenari ipotetici, e questo amplifica il senso di vuoto e immobilità.
La via d’uscita parte dal corpo: camminare, cambiare ambiente, incontrare persone nuove, fare esperienze anche piccole ma concrete. Il contatto fisico con il mondo — movimento, luce, spazi aperti — riduce la ruminazione e crea nuove memorie emotive che progressivamente prendono il posto di quelle dolorose.
Parallelamente, un percorso psicoterapeutico aiuta a sciogliere i tratti di dipendenza affettiva e a ridurre i pensieri intrusivi legati alla relazione passata, restituendo libertà e possibilità di scelta.
Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta. I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo. E io ci sono, se vuoi farli insieme.
Quando la mente rimane intrappolata nel passato e nei “se” irrisolti, il contatto con il corpo si riduce quasi a zero. Si vive “tutto nella testa”, tra pensieri e scenari ipotetici, e questo amplifica il senso di vuoto e immobilità.
La via d’uscita parte dal corpo: camminare, cambiare ambiente, incontrare persone nuove, fare esperienze anche piccole ma concrete. Il contatto fisico con il mondo — movimento, luce, spazi aperti — riduce la ruminazione e crea nuove memorie emotive che progressivamente prendono il posto di quelle dolorose.
Parallelamente, un percorso psicoterapeutico aiuta a sciogliere i tratti di dipendenza affettiva e a ridurre i pensieri intrusivi legati alla relazione passata, restituendo libertà e possibilità di scelta.
Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta. I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo. E io ci sono, se vuoi farli insieme.
Buongiorno, quello che sta vivendo è un momento di grande fatica emotiva e comprendo quanto possa sentirsi stanca, confusa e svuotata. Quando si rimane bloccati su un evento del passato, specialmente se legato a una relazione significativa, la mente tende a ripercorrere continuamente i ricordi alla ricerca di risposte che però non arrivano mai. Questo meccanismo, chiamato rimuginio, può diventare un circolo vizioso che alimenta dolore e senso di impotenza, e finisce per togliere spazio ed energie al presente. Il fatto che oggi lei provi a ricostruire la storia solo attraverso i lati positivi dell’altra persona, dimenticando quelli che l’avevano portata a mettere in discussione il rapporto, è un processo molto comune quando subentra la nostalgia. Non significa che all’epoca non ci fossero problemi reali, ma che oggi il bisogno di sicurezza e di stabilità possa farle vedere il passato in una luce diversa, quasi idealizzata. In questi casi, il dolore non riguarda solo la persona in sé, ma anche ciò che lei rappresentava per lei: un senso di protezione, un progetto di vita, un punto di riferimento che ora le sembra mancare. Il dubbio costante sul “se avessi fatto diversamente” rischia di tenerla ancorata a un passato che non può più cambiare, impedendole di guardare al futuro con lucidità. Una prospettiva utile in un’ottica cognitivo-comportamentale è quella di distinguere ciò che è sotto il suo controllo da ciò che non lo è. Le scelte di quell’uomo, il fatto che oggi sia con un’altra persona e che abbia preso una strada diversa, non dipendono più da lei. Quello su cui può invece agire è la sua vita attuale, le sue abitudini quotidiane e il modo in cui gestisce i pensieri che la tengono ferma. La sensazione di essere “bloccata” e di non riuscire a fidarsi delle persone sembra radicata anche in una visione del mondo in cui gli altri sono percepiti come pronti a usare e poi a lasciare. Questa convinzione, pur essendo frutto di esperienze passate, può influenzare molto le relazioni future e portarLa a chiudersi ancora prima che un legame possa crescere. Interrompere questo schema richiede un lavoro graduale, fatto di piccole esposizioni a situazioni nuove, imparando a tollerare un po’ di incertezza senza subito ritirarsi. Il concorso che ha vinto è un segnale importante delle sue capacità e della sua perseveranza, anche se oggi le ansie e i pensieri legati al passato le impediscono di godere pienamente di questo traguardo. La paura di non essere costante e di “stancarsi” è un pensiero che può essere gestito con strategie pratiche, come fissare obiettivi concreti e realistici, monitorare i progressi e rinforzare ogni passo avanti, per dimostrarle che può mantenere impegni anche a lungo termine. Non c’è una soluzione immediata per far sparire dolore e confusione, ma può iniziare a lavorare per ridurre il tempo e lo spazio che questi pensieri occupano nella sua giornata. Ogni volta che la mente torna su quella relazione, può provare a riportare l’attenzione su qualcosa di concreto che sta facendo nel presente, costruendo così un nuovo equilibrio che non dipenda dal bisogno di un’altra persona per sentirsi sicura. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve, la ringrazio per aver condiviso le sue esperienze, da quello che mi racconta capisco quanto il passato sia ancora vivo dentro di lei e quanto abbia toccato parti profonde come il bisogno di sentirti al sicuro, la paura di fidarsi e il timore di sbagliare e di restare sola, è come se lei fosse rimasta ferma in un tempo emotivo che non ha ancora trovato modo di chiudersi, questo la porta a rimuginare e a colpevolizzarsi, quindi da quello che scrive deduco lei fatichi a vedere il futuro con chiarezza. Il Suo nuovo lavoro e il fatto che oggi sia consapevole di ciò che prova rappresentano già un passo importante, è necessario lavorare su questo, capire meglio i suoi schemi e rafforzare la fiducia in se' stessa e lasciare andare ciò che la tiene bloccata per dare spazio ad altre possibilità. Le consiglio un percorso per lavorare su queste dinamiche.
Saluti
Saluti
Gentile paziente, quello che vivi è il risultato di due fattori: la tendenza a rimuginare sul passato e l’idealizzazione di ciò che hai perso.
Nella relazione c’erano sia aspetti positivi che dubbi reali, ma ora la nostalgia amplifica solo il bello e ti fa pensare di aver perso “l’unica occasione”.
Non serve trovare tutte le risposte su di lui: il passo decisivo è accettare che alcune resteranno senza soluzione e spostare l’energia sul presente.
Il nuovo percorso lavorativo può essere l’occasione per interrompere il ciclo di pensieri e ricostruire sicurezza in te stessa, un passo alla volta.
Un caro saluto.
Nella relazione c’erano sia aspetti positivi che dubbi reali, ma ora la nostalgia amplifica solo il bello e ti fa pensare di aver perso “l’unica occasione”.
Non serve trovare tutte le risposte su di lui: il passo decisivo è accettare che alcune resteranno senza soluzione e spostare l’energia sul presente.
Il nuovo percorso lavorativo può essere l’occasione per interrompere il ciclo di pensieri e ricostruire sicurezza in te stessa, un passo alla volta.
Un caro saluto.
Buongiorno. Quanto ha scritto è molto toccante. Non si senta in colpa per quanto le sta succedendo perché oggigiorno viviamo in un mondo di individualisti dove ognuno pensa per sé e pare si faccia molta fatica ad instaurare delle relazioni serie e durature. Si ha la sensazione di sentirsi sempre sbagliati o nel torto. Si ha la sensazione che attorno a noi ci sia tanta falsità e superficialità semplicemente perché noi siamo molto profondi e desideriamo avere rapporti sani, duraturi, sinceri e senza ipocrisia. Lei fa bene a desiderare tutto questo perché la fa stare bene. Tuttavia, ci sono dei pensieri che lei fa e che sono "disfunzionali" e non l'aiutano ad andare avanti. La frase che dice "non sono riuscita a costruirmi niente fino ad ora" non può essere vera per il semplice fatto che è riuscita a proseguire gli studi e a vincere un concorso. I suoi pensieri ossessivi per quel ragazzo la fanno stare male. Lei si sente in colpa ad aver chiuso una storia che lei stessa ha affermato che non poteva andare bene. Molto spesso la prima sensazione che si ha è quella corretta. Ora lei si sente sprofondare la terra sotto i piedi perché ha avuto una sola relazione ed era con lui. Probabilmente si sentiva lusingata di avere delle attenzioni da lui, tuttavia si è accorta che non era la persona giusta. Magari ciò che sente per lui è solo un profondo affetto e niente di più. Per questa ragione potrebbe non aver funzionato. Ora si sente così sola perché nella sua vita c'è stato solo lui. L'ossessione che ancora oggi ha per lui svanirà un po' per volta. Ciò che posso offrirle è un sostegno psicologico. Potrei aiutarla a capire le risorse che ha per affrontare questo lungo viaggio di "distaccamento" da quel ragazzo e a concentrarsi su sé stessa, sulle sue passioni e desideri. Se riesce a riportare l'attenzione su sé stessa e a mettersi al primo posto potrebbe trovare la serenità e un po' di pace. E' ciò che si merita davvero perché è una bella persona e non deve far altro che ripeterselo tutti i giorni come primo passo. Potrebbe esserle utile la psicoterapia cognitivo-comportamentale e in tal caso dovrà rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Se invece pensa di aver bisogno solo di un sostegno psicologico allora resterò a disposizione. Se ha bisogno mi scriva, ok? Nel frattempo la saluto e le auguro di passare un buon ferragosto.
Dott.ssa Angela Atlante
Dott.ssa Angela Atlante
Quello che stai vivendo è un intreccio di lutto emotivo irrisolto, bassa autostima e paura del futuro, che ti tiene bloccata sia sul piano affettivo che su quello personale.
Quando una storia finisce senza un vero chiarimento, la mente tende a riempire i vuoti con “e se…”: idealizzi le parti belle, sminuisci le ragioni della rottura e, col passare del tempo, costruisci un’immagine di lui molto più perfetta di quanto fosse nella realtà. Questo succede perché il dolore non ha trovato uno spazio di elaborazione completo: non c’è stata una chiusura chiara e dentro di te la relazione resta “aperta”, come una ferita che non cicatrizza.
Questi pensieri costanti ti danno l’illusione di cercare risposte, ma in realtà ti tengono legata a una persona e a una fase della tua vita che non c’è più, impedendoti di fare spazio a nuove esperienze.
Alcuni punti chiave da considerare:
• Non è colpa solo tua. Nelle relazioni la responsabilità è sempre condivisa. A volte la paura o i dubbi ci frenano, ma questo non significa che da sola avresti potuto cambiare l’esito della storia.
• Idealizzazione post-rottura. Quando perdi qualcuno, soprattutto se lui ha “andato avanti”, è naturale ricordare solo i momenti belli e dimenticare le parti che ti facevano stare male. Ma quelle parti c’erano, e ti avevano portato a dubitare della relazione.
• Bisogno di sicurezza. Più che lui, forse ti manca la sensazione di stabilità che provavi con lui. Ma quella sicurezza non può essere affidata unicamente a un’altra persona: va costruita dentro di te, passo dopo passo.
• Autocritica eccessiva. Ti stai raccontando che “il problema sono io” e che “non sono costante”: questo alimenta ansia e paura di fallire. In realtà hai dimostrato di saper portare a termine obiettivi importanti (come la laurea) e ora anche un concorso vinto.
Per cominciare a uscire da questo loop:
1. Accetta che le risposte definitive non arriveranno. Il capitolo con lui si è chiuso senza un chiarimento, e l’unico modo per liberartene è smettere di cercare spiegazioni da lui e iniziare a dare spiegazioni a te stessa.
2. Riconosci i pensieri intrusivi. Quando parte il film mentale sul “come sarebbe potuto essere”, prova a interromperlo con un’attività concreta che ti riporta al presente.
3. Focalizzati sul nuovo lavoro come investimento su di te. È un’opportunità per costruire sicurezza interna e indipendenza.
4. Valuta un lavoro terapeutico mirato sul lutto e sull’autostima. Non solo per “superarlo”, ma per capire come non rimanere più bloccata in dinamiche simili.
Ora lui si sta per sposare: non significa che fosse “quello giusto” e tu l’hai perso, ma che la sua vita ha preso una strada diversa. Il tuo compito ora è permettere anche alla tua di muoversi.
Dott.ssa De Pretto
Quando una storia finisce senza un vero chiarimento, la mente tende a riempire i vuoti con “e se…”: idealizzi le parti belle, sminuisci le ragioni della rottura e, col passare del tempo, costruisci un’immagine di lui molto più perfetta di quanto fosse nella realtà. Questo succede perché il dolore non ha trovato uno spazio di elaborazione completo: non c’è stata una chiusura chiara e dentro di te la relazione resta “aperta”, come una ferita che non cicatrizza.
Questi pensieri costanti ti danno l’illusione di cercare risposte, ma in realtà ti tengono legata a una persona e a una fase della tua vita che non c’è più, impedendoti di fare spazio a nuove esperienze.
Alcuni punti chiave da considerare:
• Non è colpa solo tua. Nelle relazioni la responsabilità è sempre condivisa. A volte la paura o i dubbi ci frenano, ma questo non significa che da sola avresti potuto cambiare l’esito della storia.
• Idealizzazione post-rottura. Quando perdi qualcuno, soprattutto se lui ha “andato avanti”, è naturale ricordare solo i momenti belli e dimenticare le parti che ti facevano stare male. Ma quelle parti c’erano, e ti avevano portato a dubitare della relazione.
• Bisogno di sicurezza. Più che lui, forse ti manca la sensazione di stabilità che provavi con lui. Ma quella sicurezza non può essere affidata unicamente a un’altra persona: va costruita dentro di te, passo dopo passo.
• Autocritica eccessiva. Ti stai raccontando che “il problema sono io” e che “non sono costante”: questo alimenta ansia e paura di fallire. In realtà hai dimostrato di saper portare a termine obiettivi importanti (come la laurea) e ora anche un concorso vinto.
Per cominciare a uscire da questo loop:
1. Accetta che le risposte definitive non arriveranno. Il capitolo con lui si è chiuso senza un chiarimento, e l’unico modo per liberartene è smettere di cercare spiegazioni da lui e iniziare a dare spiegazioni a te stessa.
2. Riconosci i pensieri intrusivi. Quando parte il film mentale sul “come sarebbe potuto essere”, prova a interromperlo con un’attività concreta che ti riporta al presente.
3. Focalizzati sul nuovo lavoro come investimento su di te. È un’opportunità per costruire sicurezza interna e indipendenza.
4. Valuta un lavoro terapeutico mirato sul lutto e sull’autostima. Non solo per “superarlo”, ma per capire come non rimanere più bloccata in dinamiche simili.
Ora lui si sta per sposare: non significa che fosse “quello giusto” e tu l’hai perso, ma che la sua vita ha preso una strada diversa. Il tuo compito ora è permettere anche alla tua di muoversi.
Dott.ssa De Pretto
Gentile Utente,
dalle sue parole emerge chiaramente quanta sofferenza stia vivendo. Si sente “bloccata”, senza energie, con pensieri che tornano continuamente al passato e a quella relazione rimasta irrisolta. È naturale che, col passare del tempo, la memoria selezioni solo alcuni aspetti dell’altro: ciò che ci dava sicurezza o che ci faceva sentire speciali. Spesso, però, questo porta a idealizzare la persona che non c’è più, dimenticando le difficoltà ed i motivi che avevano reso il rapporto insoddisfacente.
Questo non significa che i sentimenti non siano stati veri, ma che oggi la sua mente sta cercando di colmare un vuoto riportando in primo piano solo i ricordi positivi: è comprensibile che in questo modo l’ex compagno le appaia “quasi perfetto” e che senta di aver perso “l’unica persona che l'ha amata”. Allo stesso tempo, il fatto che durante la relazione lei percepisse spesso un senso di insoddisfazione e vedesse “tutto nero” non va dimenticato: erano segnali importanti che oggi rischiano di passare in secondo piano proprio perché il dolore del distacco rende più difficile tenere a mente anche le ombre.
Ciò che potrebbe aiutarla è iniziare a guardare a questa esperienza con uno sguardo più realistico e gentile verso se stessa. Non è l’altro a definire il suo valore... rimanere ancorata al “come sarebbe potuto essere” rischia di tenerla ferma al passato, impedendole di riconoscere le risorse che già possiede e la possibilità di creare rapporti diversi, forse più autentici e più vicini a ciò che realmente desidera.
Un percorso psicologico potrebbe darle lo spazio per rielaborare questi vissuti e ritrovare una base di fiducia nella possibilità di guardare avanti. Il fatto che abbia trovato il coraggio di scrivere tutto questo è già un primo passo importante.
Rimango a disposizione qualora desiderasse intraprendere questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
dalle sue parole emerge chiaramente quanta sofferenza stia vivendo. Si sente “bloccata”, senza energie, con pensieri che tornano continuamente al passato e a quella relazione rimasta irrisolta. È naturale che, col passare del tempo, la memoria selezioni solo alcuni aspetti dell’altro: ciò che ci dava sicurezza o che ci faceva sentire speciali. Spesso, però, questo porta a idealizzare la persona che non c’è più, dimenticando le difficoltà ed i motivi che avevano reso il rapporto insoddisfacente.
Questo non significa che i sentimenti non siano stati veri, ma che oggi la sua mente sta cercando di colmare un vuoto riportando in primo piano solo i ricordi positivi: è comprensibile che in questo modo l’ex compagno le appaia “quasi perfetto” e che senta di aver perso “l’unica persona che l'ha amata”. Allo stesso tempo, il fatto che durante la relazione lei percepisse spesso un senso di insoddisfazione e vedesse “tutto nero” non va dimenticato: erano segnali importanti che oggi rischiano di passare in secondo piano proprio perché il dolore del distacco rende più difficile tenere a mente anche le ombre.
Ciò che potrebbe aiutarla è iniziare a guardare a questa esperienza con uno sguardo più realistico e gentile verso se stessa. Non è l’altro a definire il suo valore... rimanere ancorata al “come sarebbe potuto essere” rischia di tenerla ferma al passato, impedendole di riconoscere le risorse che già possiede e la possibilità di creare rapporti diversi, forse più autentici e più vicini a ciò che realmente desidera.
Un percorso psicologico potrebbe darle lo spazio per rielaborare questi vissuti e ritrovare una base di fiducia nella possibilità di guardare avanti. Il fatto che abbia trovato il coraggio di scrivere tutto questo è già un primo passo importante.
Rimango a disposizione qualora desiderasse intraprendere questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Salve,
da quello che riporta si denota probabilmente un periodo di forte incertezza che pervade il suo vivere quotidiano, l'incertezza è capace di abbassare l'umore di certo e di condurci a volte nella cosiddetta "visione a tunnel", come se tutto derivasse da un unico evento e come se questo preveda una unica soluzione o via d'uscita.
Molto spesso, invece, più fattori possono soggiacere sotto quel substrato di ansia e preoccupazione che genera quell'incertezza, quella sensazione di inadeguatezza, che pervade tutta la persona.
Sarebbe opportuno, nel suo caso, poter far luce su questi aspetti, ove ci siano, insieme ad un professionista che la affianchi.
Infine, mi farebbe piacere sottolineare che il fatto che lei si senta "ferma", "sola" e "senza energie" ha comunque provocato il lei lo stimolo a muoversi nuovamente nel mondo, in quanto il fatto che abbia concluso l'università e che abbia fatto un concorso per garantirle una nuova posizione occupazionale denota ottime qualità di adattamento e di auto-sviluppo, a scapito delle caratteristiche da lei sopraelencate.
Per cui, sarebbe opportuno, lavorare probabilmente di più sulla sua autostima per aiutarla ad affrontare al meglio le sfide che la vita ci pone davanti, quotidianamente.
da quello che riporta si denota probabilmente un periodo di forte incertezza che pervade il suo vivere quotidiano, l'incertezza è capace di abbassare l'umore di certo e di condurci a volte nella cosiddetta "visione a tunnel", come se tutto derivasse da un unico evento e come se questo preveda una unica soluzione o via d'uscita.
Molto spesso, invece, più fattori possono soggiacere sotto quel substrato di ansia e preoccupazione che genera quell'incertezza, quella sensazione di inadeguatezza, che pervade tutta la persona.
Sarebbe opportuno, nel suo caso, poter far luce su questi aspetti, ove ci siano, insieme ad un professionista che la affianchi.
Infine, mi farebbe piacere sottolineare che il fatto che lei si senta "ferma", "sola" e "senza energie" ha comunque provocato il lei lo stimolo a muoversi nuovamente nel mondo, in quanto il fatto che abbia concluso l'università e che abbia fatto un concorso per garantirle una nuova posizione occupazionale denota ottime qualità di adattamento e di auto-sviluppo, a scapito delle caratteristiche da lei sopraelencate.
Per cui, sarebbe opportuno, lavorare probabilmente di più sulla sua autostima per aiutarla ad affrontare al meglio le sfide che la vita ci pone davanti, quotidianamente.
Gentile Utente,
Capisco quanto possa sentirsi bloccata e sopraffatta dai pensieri e dai rimpianti: ciò che descrive riguarda non solo la sua relazione passata, ma anche il senso di solitudine, la difficoltà a fidarsi e la paura di non riuscire a costruire un futuro sereno. È una sofferenza profonda, che da sola può diventare molto difficile da gestire.
Il primo passo per uscirne non è trovare subito tutte le risposte ai suoi dubbi, ma iniziare a dare spazio a sé stessa e alla sua storia con l’aiuto di un professionista. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a elaborare il passato, comprendere meglio le sue paure e ritrovare fiducia nelle relazioni e nelle sue risorse personali.
Ha già dimostrato di avere capacità e costanza (penso, ad esempio, al percorso universitario e al concorso vinto): partire da queste conquiste può essere la base per ricostruire sicurezza e motivazione. Non deve affrontare tutto da sola: chiedere supporto è un segno di forza, non di debolezza. Un caro saluto.
Capisco quanto possa sentirsi bloccata e sopraffatta dai pensieri e dai rimpianti: ciò che descrive riguarda non solo la sua relazione passata, ma anche il senso di solitudine, la difficoltà a fidarsi e la paura di non riuscire a costruire un futuro sereno. È una sofferenza profonda, che da sola può diventare molto difficile da gestire.
Il primo passo per uscirne non è trovare subito tutte le risposte ai suoi dubbi, ma iniziare a dare spazio a sé stessa e alla sua storia con l’aiuto di un professionista. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a elaborare il passato, comprendere meglio le sue paure e ritrovare fiducia nelle relazioni e nelle sue risorse personali.
Ha già dimostrato di avere capacità e costanza (penso, ad esempio, al percorso universitario e al concorso vinto): partire da queste conquiste può essere la base per ricostruire sicurezza e motivazione. Non deve affrontare tutto da sola: chiedere supporto è un segno di forza, non di debolezza. Un caro saluto.
Si percepisce dal profondo quanto tu stia soffrendo e quanto sia difficile affrontare tutte queste emozioni e dubbi che ti stanno tormentando. Il rimpianto per la tua relazione passata è del tutto comprensibile, ma è importante ricordare che le decisioni che hai preso allora erano quelle che ti sembravano giuste nel momento. Non è un errore irreparabile, e il dolore che provi non definisce chi sei o il tuo futuro. Le tue riflessioni, anche se dolorose, sono un segno che stai cercando di fare i conti con te stessa e con il passato, ma ti invito a non rimanere bloccata in un pensiero catastrofico che ti fa vedere quella relazione come l'unica fonte di felicità. Ogni relazione ha i suoi alti e bassi, e il fatto che ora tu veda lui come la persona "perfetta" non significa che non ci siano altre opportunità di vivere un amore vero in futuro. Le tue ansie riguardo al lavoro e alla paura di non essere costante sono altrettanto comprensibili, ma queste riflessioni nascono spesso da un pensiero perfezionista che ti fa temere di non essere all'altezza. Voglio rassicurarti che il percorso verso il cambiamento è graduale e che ogni passo, anche piccolo, è una vittoria. Non devi essere perfetta, ma solo continua nel tuo impegno. Inoltre, sebbene la solitudine ti faccia paura e tu non riesca a fidarti degli altri, è importante riconoscere che non tutte le persone ti useranno o ti deluderanno. Le esperienze di fiducia si costruiscono nel tempo e in modo graduale, ed è possibile iniziare a fare dei piccoli passi per riaprire il cuore a relazioni autentiche. La chiave è lavorare sulla tua autocritica e sulla gestione dell'ansia, affrontando questi pensieri negativi con la consapevolezza che non sono realtà oggettiva, ma distorsioni cognitive che possiamo modificare insieme. Ogni volta che ti sorprendi a pensare negativamente su te stessa o sul futuro, ti invito a fermarti e a chiederti se quello che stai pensando è realmente utile o se può essere reinterpretato in modo più positivo e costruttivo. La flessibilità psicologica è un concetto centrale in questo processo: imparare ad adattarti, accettare le emozioni difficili senza farti sopraffare da esse, e vivere il presente senza essere imprigionata nel passato. Non sei sola in questo percorso e, se lo desideri, puoi lavorare con un professionista per affrontare passo dopo passo questi temi, per portarti a una maggiore serenità e consapevolezza. Ogni piccolo cambiamento che fai, ogni passo che compi verso una nuova consapevolezza, è un passo verso una vita più piena e soddisfacente. Il tuo cammino di crescita è appena iniziato, e tu hai già dentro di te tutte le risorse per affrontarlo.
Buongiorno, le ribalto i piani... perchè non prova a ripartire da se? Se affidiamo la nostra sicurezza all'altro è probabile che come dice se l'altro va via che lei cada. Allora forse possiamo affidare a noi la nostra cura cosicchè anche nella solitudine cadiamo solo quando siamo noi a scegliere di cadere, non dipenderà più dall'altro. E' vero oggi le sembra tutto bloccato in una prospettiva passata ma questo concorso è il futuro che le può permettere di guardare avanti. Se lo può consentire? Se sente di non riuscire da sola allora per un po' può richiedere una "stampella terapeutica" che lascerà una volta che si sentirà in grado di camminare senza. Buona fortuna, quello che le serve è dentro di lei.
Lei porta un dolore che sembra andare oltre la storia con il suo ex, come se quella vicenda fosse diventata il simbolo di un senso di blocco che la accompagna da tempo. Da una parte sente la mancanza di sicurezza e affetto, dall’altra teme di affidarsi e si chiude dietro muri che la proteggono ma la fanno sentire sola. Questo continuo rimuginio, il pensare a ciò che avrebbe potuto essere e l’idealizzare ciò che invece l’aveva fatta soffrire, rischia di tenerla prigioniera del passato più che della persona stessa. Forse può chiedersi che cosa rappresentava davvero per lei quell’uomo, quale bisogno colmava e perché oggi sente di non poterlo trovare altrove. Lei dice di non riuscire a portare avanti nulla, eppure ha concluso un percorso di studi e ha vinto un concorso, non è poco, e mostra che non è così fragile come a volte pensa. Più che cercare risposte definitive sul perché quella storia è finita, può essere importante capire che posto hanno per lei oggi il rimpianto e la paura, e che cosa desidera costruire per sé al di là del passato. Un percorso di ascolto potrebbe aiutarla a dare voce a queste domande senza restarne intrappolata, per permettersi di aprirsi a qualcosa di nuovo.
Gentile Utente,
mi dispiace che stia passando un periodo così difficile. Nella sua condivisione si sente quanto peso abbiano avuto questi eventi nella sua vita, e come ancora oggi continuino a occupare spazio nei suoi pensieri.
Non penso possa esserle utile ora pensare a cosa avrebbe potuto o dovuto fare di diverso. Quello che può avere senso, invece, è trovare un contesto in cui queste domande possano esistere senza consumarla, un luogo in cui non doverle portare da sola.
Scrive di fare fatica a fidarsi delle persone: questa difficoltà torna anche nel modo in cui guarda alla relazione passata e a se stessa. Eppure, se in passato ha preso certe decisioni, significa che in quel momento le sentiva come necessarie, forse le uniche possibili per proteggersi o per andare avanti. Vederle oggi solo come errori le impedisce di riconoscere il senso che avevano per lei allora. Colpisce anche il fatto che, nonostante tutto questo peso, lei stia cercando di investire su di sé, con lo studio, con i concorsi, con il desiderio di non dover dipendere da nessuno. È un segnale prezioso, anche se oggi non le dà ancora il sollievo che vorrebbe.
C’è poi la paura che, senza qualcuno accanto, resti soltanto un vuoto difficile da colmare. È una paura profonda, comune e comprensibile, che tocca il timore di scoprire chi è lei, al di là del legame con l’Altro. Proprio questo, però, potrebbe diventare un punto centrale di un percorso terapeutico, per dare significato a ciò che è rimasto sospeso dentro di lei e iniziare a costruire un modo nuovo di stare con sé stessa e con gli altri.
Le auguro il meglio, un caro saluto.
mi dispiace che stia passando un periodo così difficile. Nella sua condivisione si sente quanto peso abbiano avuto questi eventi nella sua vita, e come ancora oggi continuino a occupare spazio nei suoi pensieri.
Non penso possa esserle utile ora pensare a cosa avrebbe potuto o dovuto fare di diverso. Quello che può avere senso, invece, è trovare un contesto in cui queste domande possano esistere senza consumarla, un luogo in cui non doverle portare da sola.
Scrive di fare fatica a fidarsi delle persone: questa difficoltà torna anche nel modo in cui guarda alla relazione passata e a se stessa. Eppure, se in passato ha preso certe decisioni, significa che in quel momento le sentiva come necessarie, forse le uniche possibili per proteggersi o per andare avanti. Vederle oggi solo come errori le impedisce di riconoscere il senso che avevano per lei allora. Colpisce anche il fatto che, nonostante tutto questo peso, lei stia cercando di investire su di sé, con lo studio, con i concorsi, con il desiderio di non dover dipendere da nessuno. È un segnale prezioso, anche se oggi non le dà ancora il sollievo che vorrebbe.
C’è poi la paura che, senza qualcuno accanto, resti soltanto un vuoto difficile da colmare. È una paura profonda, comune e comprensibile, che tocca il timore di scoprire chi è lei, al di là del legame con l’Altro. Proprio questo, però, potrebbe diventare un punto centrale di un percorso terapeutico, per dare significato a ciò che è rimasto sospeso dentro di lei e iniziare a costruire un modo nuovo di stare con sé stessa e con gli altri.
Le auguro il meglio, un caro saluto.
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione, credo che debba fare un pò di ordine nella sua vita per capire cosa vuole dal futuro ed elaborare le perdita che ha subito cercando di darle una collocazione all'interno della sua storia, capire come mai le cose sono giunte al termine per poter andare avanti, resto a sua disposizione
È normale rimuginare su una storia finita, soprattutto se non hai avuto risposte chiare e se ti sei sentita insicura all’epoca: il cervello tende a ricordare di più ciò che ci manca e a idealizzare le persone perdute.
Non sei “colpevole” per come sono andate le cose: hai agito secondo le tue paure e percezioni di allora, e nessuno può prevedere il futuro. Il rimuginio continuo però mantiene il dolore vivo e ti impedisce di vivere pienamente il presente. Accogli i tuoi sentimenti senza giudizio, ma prova a distinguerli dai fatti: ciò che senti non definisce chi sei né la tua capacità di amare o costruire legami.
Stai già facendo passi concreti: studiare, investire su te stessa, lavorare sui tuoi obiettivi. Questi passi rafforzano la tua autonomia emotiva e ti preparano a relazioni più serene in futuro. La guarigione richiede tempo quindi datti tempo è normale sentirsi fragili, ma ogni piccolo passo verso te stessa è un progresso.
Concentrati sul presente, accogli le emozioni senza giudizio, parla di ciò che senti in terapia e permettiti di costruire gradualmente fiducia e legami autentici. Non sei sola, e la tua capacità di amare non è persa: sta semplicemente crescendo insieme a te.
Non sei “colpevole” per come sono andate le cose: hai agito secondo le tue paure e percezioni di allora, e nessuno può prevedere il futuro. Il rimuginio continuo però mantiene il dolore vivo e ti impedisce di vivere pienamente il presente. Accogli i tuoi sentimenti senza giudizio, ma prova a distinguerli dai fatti: ciò che senti non definisce chi sei né la tua capacità di amare o costruire legami.
Stai già facendo passi concreti: studiare, investire su te stessa, lavorare sui tuoi obiettivi. Questi passi rafforzano la tua autonomia emotiva e ti preparano a relazioni più serene in futuro. La guarigione richiede tempo quindi datti tempo è normale sentirsi fragili, ma ogni piccolo passo verso te stessa è un progresso.
Concentrati sul presente, accogli le emozioni senza giudizio, parla di ciò che senti in terapia e permettiti di costruire gradualmente fiducia e legami autentici. Non sei sola, e la tua capacità di amare non è persa: sta semplicemente crescendo insieme a te.
Quello che descrive è tipico di chi si sente bloccato da ansia, rimuginio e paura di fidarsi: la chiusura, l’evitamento delle relazioni e il rimpianto per ciò che è perduto (o sospettato di esserlo) sono reazioni comprensibili a ferite affettive e insicurezze profonde. Il senso di vuoto, l’ipervigilanza verso gli altri (“mi useranno”) e la tendenza a rivivere all’infinito i «se» e i «forse» mantengono lo stato di immobilità: più resta concentrata su ciò che è andato storto, più perde energia per guardare al presente. Anche per questo, nonostante i risultati ottenuti (la laurea, il concorso), le risulta difficile sentire soddisfazione o fiducia.
In un percorso psicoterapeutico è possibile lavorare su più livelli: elaborare il lutto per la relazione non conclusa, riconoscere e trasformare gli schemi di sfiducia e ipercontrollo, rafforzare l’autostima e la capacità di investire nelle relazioni. Questo tipo di lavoro permette col tempo di ridurre il rimuginio, recuperare energia e sviluppare una maggiore libertà interiore.
Le auguro di trovare nello spazio terapeutico un punto di appoggio sicuro da cui ripartire con fiducia e serenità.
In un percorso psicoterapeutico è possibile lavorare su più livelli: elaborare il lutto per la relazione non conclusa, riconoscere e trasformare gli schemi di sfiducia e ipercontrollo, rafforzare l’autostima e la capacità di investire nelle relazioni. Questo tipo di lavoro permette col tempo di ridurre il rimuginio, recuperare energia e sviluppare una maggiore libertà interiore.
Le auguro di trovare nello spazio terapeutico un punto di appoggio sicuro da cui ripartire con fiducia e serenità.
Buongiorno,
La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto: emerge un dolore profondo, fatto di solitudine, senso di blocco, paura di non riuscire a costruire un futuro stabile e rimpianto per una relazione che per lei è rimasta irrisolta. Quello che descrive – il rimuginio costante, la sensazione di essere “ferma”, la difficoltà a fidarsi e a sentirsi amata – non è segno di debolezza, ma di un malessere che si è sedimentato nel tempo e che oggi merita ascolto e cura.
È normale che, di fronte a un grande dispiacere o a un’esperienza che percepiamo come “perduta”, la mente tenda a idealizzare il passato e a colpevolizzare sé stessi, soprattutto se ci sono aspetti rimasti in sospeso. Questo però non significa che lei sia incapace di amare o destinata a restare sola: significa piuttosto che ora il suo dolore ha bisogno di essere accolto e trasformato, non gestito in solitudine.
Investire su di sé, come sta già facendo con il concorso, è un segnale di forza e non di fragilità. Ma, accanto a questo, può essere molto utile intraprendere un percorso psicologico che le permetta di elaborare questa perdita, di sciogliere i dubbi che la tormentano e di ricostruire un’immagine di sé più solida e fiduciosa. In questo modo potrà dare significato a ciò che è successo, smettere di riviverlo ogni giorno e aprire gradualmente uno spazio nuovo per il suo benessere emotivo e le relazioni future.
Se lo desidera, sono disponibile ad affiancarla in questo percorso, aiutandola a lavorare sul senso di blocco e sui pensieri intrusivi che oggi la tengono ferma.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità il suo vissuto: emerge un dolore profondo, fatto di solitudine, senso di blocco, paura di non riuscire a costruire un futuro stabile e rimpianto per una relazione che per lei è rimasta irrisolta. Quello che descrive – il rimuginio costante, la sensazione di essere “ferma”, la difficoltà a fidarsi e a sentirsi amata – non è segno di debolezza, ma di un malessere che si è sedimentato nel tempo e che oggi merita ascolto e cura.
È normale che, di fronte a un grande dispiacere o a un’esperienza che percepiamo come “perduta”, la mente tenda a idealizzare il passato e a colpevolizzare sé stessi, soprattutto se ci sono aspetti rimasti in sospeso. Questo però non significa che lei sia incapace di amare o destinata a restare sola: significa piuttosto che ora il suo dolore ha bisogno di essere accolto e trasformato, non gestito in solitudine.
Investire su di sé, come sta già facendo con il concorso, è un segnale di forza e non di fragilità. Ma, accanto a questo, può essere molto utile intraprendere un percorso psicologico che le permetta di elaborare questa perdita, di sciogliere i dubbi che la tormentano e di ricostruire un’immagine di sé più solida e fiduciosa. In questo modo potrà dare significato a ciò che è successo, smettere di riviverlo ogni giorno e aprire gradualmente uno spazio nuovo per il suo benessere emotivo e le relazioni future.
Se lo desidera, sono disponibile ad affiancarla in questo percorso, aiutandola a lavorare sul senso di blocco e sui pensieri intrusivi che oggi la tengono ferma.
Un caro saluto
Dott.ssa Barcella
Gentile utente, le sue parole trasmettono tutta la fatica e il dolore che sta vivendo, e comprendo quanto possa essere difficile convivere ogni giorno con questi pensieri, con la sensazione di essere “ferma” e senza energie per andare avanti. Ciò che descrive — la difficoltà a fidarsi, il rimuginio continuo sul passato, la paura di non essere “abbastanza” — non è segno di debolezza, ma di una sofferenza emotiva profonda che merita ascolto e cura.
Quando si resta legati a una storia finita e a domande senza risposta, è facile che mente e cuore restino in un ciclo di colpa, rimpianto e idealizzazione. Non è raro che il dolore per una perdita affettiva, se non elaborato, si estenda anche ad altre aree della vita, rendendo difficile ritrovare fiducia in sé e negli altri.
In questo momento, più che cercare spiegazioni su cosa sia accaduto, potrebbe esserle utile un percorso psicologico di sostegno, che la aiuti a comprendere meglio le sue emozioni, a sciogliere questo legame interiore con il passato e a ricostruire, passo dopo passo, un senso di stabilità e di fiducia. Non deve affrontare tutto da sola: chiedere aiuto non è un segno di fragilità, ma di coraggio e di rispetto per sé stessa.
Le auguro di poter ritrovare, con l’aiuto giusto, serenità e speranza nel futuro.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Quando si resta legati a una storia finita e a domande senza risposta, è facile che mente e cuore restino in un ciclo di colpa, rimpianto e idealizzazione. Non è raro che il dolore per una perdita affettiva, se non elaborato, si estenda anche ad altre aree della vita, rendendo difficile ritrovare fiducia in sé e negli altri.
In questo momento, più che cercare spiegazioni su cosa sia accaduto, potrebbe esserle utile un percorso psicologico di sostegno, che la aiuti a comprendere meglio le sue emozioni, a sciogliere questo legame interiore con il passato e a ricostruire, passo dopo passo, un senso di stabilità e di fiducia. Non deve affrontare tutto da sola: chiedere aiuto non è un segno di fragilità, ma di coraggio e di rispetto per sé stessa.
Le auguro di poter ritrovare, con l’aiuto giusto, serenità e speranza nel futuro.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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