Dottori buon pomeriggio purtroppo soffro di derealizzazione e doc, solo che già è la 3 volta che mi

24 risposte
Dottori buon pomeriggio purtroppo soffro di derealizzazione e doc, solo che già è la 3 volta che mi succede una cosa strana, ieri appena mi sono messo a letto per dormire non riuscivo a dormire perché appena chiudevo gli occhi sentivo in testa quello che avevo fatto durante il giorno quindi sentivo il rumore della motofalce oppure mio padre che mi diceva fai taglia qui, ma non erano proprio suoni reali, esterni come quando uno lo sente realmente ma come se mi immaginavo io quello che avevo sentito durante il giorno mentre ero a lavoro, è un’altra volta mi è successo oggi ma oggi pomeriggio mi è successo con una canzone che ieri ero ad un concerto quindi oggi pomeriggio appena volevo sempre riposare sentire quella canzone in testa, vorrei capire se possibile cos'è dovuto? non credo allucinazioni visto che non li sento come fonte esterna ma in testa in loop... grazie
Caro paziente anonimo
Questo tipo di sintomi possono comparire in periodi stressanti ma visto che non è la prima volta che accade le consiglio di fare una consulenza con un terapeuta o un medico esperto al fine di avere una valutazione diagnostica adeguata che potrebbe richiedere uso di psicofarmaci... Meglio non sottovalutare il trattamento segue la valutazione diagnostica adeguata
In bocca al lupo
Dott Lorenzini Maria Santa psicoterapeuta


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Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza. Quello che descrivi non sono vere e proprie allucinazioni, ma piuttosto fenomeni legati alla memoria e alla fase di rilassamento (ad esempio i suoni che restano impressi dopo una giornata intensa o una canzone che torna in mente). Capisco che possano spaventarti, soprattutto considerando la derealizzazione e i pensieri ossessivi che già affronti. Proprio per questo la psicoterapia può esserti di grande aiuto: ti permetterà di comprendere meglio cosa accade, ridurre l’ansia che accompagna questi vissuti e acquisire strumenti pratici per gestirli. Se desideri possiamo fissare un primo colloquio, in cui avrai spazio per raccontarmi più nel dettaglio la tua storia e i tuoi sintomi, così da costruire insieme un percorso personale
A disposizione
Mariella Bellotto
Dott.ssa Francesca Cavara
Psicologo clinico, Psicologo
Este
Capisco la sua preoccupazione, grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la sua esperienza.
Da come lo descrive, sembra che la mente stia “riproducendo” alcuni suoni e parole vissuti durante la giornata, un po’ come succede quando ci rimane in testa una canzone o una scena che ci ha colpito.

Può capitare soprattutto nei momenti di stanchezza o quando ci si mette a riposo, perché il cervello inizia a rielaborare ciò che ha vissuto. Il fatto che lei li percepisca come “interni” e non come provenienti dall’esterno è un aspetto importante e abbastanza comune.

In generale, non è raro che la mente continui a far “girare in loop” stimoli recenti. Quando accade può essere utile provare a osservarli senza lottare contro di essi, lasciando che passino da soli; usare piccole strategie rilassanti prima di dormire (respirazione, musica calma, lettura leggera); parlarne con la persona che la segue nel suo percorso, così da inserirlo nel quadro più generale del suo benessere.

Queste esperienze, seppur fastidiose, non sono necessariamente pericolose o patologiche, qualora siano segno di una mente ancora attiva e impegnata ad elaborare ciò che ha vissuto.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buonasera, da quanto descrivi, ciò che stai vivendo rientra nel fenomeno delle rievocazioni uditive intrusive,spesso associate a DOC e derealizzazione. Non si tratta di allucinazioni vere e proprie, perché percepisci i suoni come interni alla tua mente e non come provenienti dall’ambiente esterno. In pratica, la tua mente “riproduce” suoni o frasi già percepiti durante la giornata, creando un effetto simile a un loop mentale.

Questi episodi sono comuni in chi ha DOC, ansia o derealizzazione, perché il cervello tende tende a elaborare continuamente stimoli recenti o significativi, soprattutto quando c’è stress, stanchezza o iperattenzione a dettagli sensoriali. La rievocazione uditiva può attivare ansia o sensazioni di distacco dalla realtà, ma non indica una perdita di contatto con la realtà o una malattia psicotica.

Potresti provare insieme alla tua psicoterapeuta a usare tecniche di grounding (es. focalizzarti su sensazioni corporee, respiro, oggetti attorno a te) ogni volta che questi suoni si presentano. Inoltre, esercizi di esposizione e interruzione del loop mentale, tipici del DOC, aiutano a ridurre l’intensità e la frequenza di queste rievocazioni. Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Virginia Banfi
Psicologo, Psicologo clinico
Saronno
Caro utente,
potrebbe essere una difficoltà a rilassarsi. Sarebbe opportuno approfondire le modalità con le quali si presentano tali episodi e quanto siano invasivi.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buon pomeriggio,

quello che descrivi sembra collegarsi a fenomeni abbastanza comuni, soprattutto nei momenti di rilassamento o quando si è molto stanchi: può capitare infatti che la mente riproponga in maniera vivida suoni, voci o canzoni ascoltate durante la giornata. Non si tratta di vere e proprie allucinazioni, ma piuttosto di un’attività della memoria e dell’immaginazione che continua anche quando ci si mette a riposo. È un po’ come quando una canzone “rimane in testa” e si ripete automaticamente senza che lo vogliamo.

Nel tuo caso, considerando che riferisci anche episodi di derealizzazione e DOC, questi fenomeni possono risultare più frequenti o percepiti con maggiore intensità. Possono infatti essere legati a uno stato di iperattivazione mentale, ansia o stanchezza, che rende più difficile “spegnere” i pensieri e lasciare andare le immagini o i suoni della giornata.

Non c’è motivo di pensare subito ad allucinazioni, perché tu stesso riconosci che i suoni non provengono dall’esterno, ma restano come “interni” alla tua mente. Tuttavia, per comprendere meglio la tua situazione specifica ed eventualmente trovare strategie per ridurre questi episodi, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, si come lei ha affermato sono sintomi dissociativi . Le consiglio quindi di intraprende un percorso con un professionista essendo lei consapevole di una sintomatologia mentale che le crea disagio.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
la sua condizione ha a che fare con una problematica di tipo ansioso. Provi ad affidarsi ad uno specialista, intraprenda un percorso di psicoterapia, la aiuterà con il tempo ad uscire dalla morsa dei suoi pensieri.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, le suggerirei di contattare uno psichiatra per una valutazione del caso. Inoltre per i sintomi di derealizzazione e il DOC, le suggerisco di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buon pomeriggio,
quello che descrivi non sembra avere le caratteristiche tipiche delle allucinazioni (che vengono percepite come stimoli esterni e reali), ma assomiglia di più a fenomeni comuni che molte persone sperimentano: ad esempio il “loop” di una canzone dopo un concerto o il riaffiorare nella mente di suoni e voci legati a esperienze recenti e intense. Sono processi che hanno a che fare con la memoria, l’attenzione e il fatto che il cervello, soprattutto nei momenti di rilassamento prima del sonno, tende a rielaborare ciò che hai vissuto durante la giornata.

Il fatto che tu viva già una condizione di derealizzazione e DOC può rendere queste esperienze ancora più fastidiose o fonte di preoccupazione, perché la mente tende a soffermarsi su di esse e a interpretarle come segnali di qualcosa di grave. In realtà, di per sé, sono fenomeni molto frequenti, che diventano un problema solo quando generano ansia o quando ci si concentra troppo sul loro significato.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a:

distinguere meglio ciò che è un’esperienza comune da ciò che alimenta il circolo dell’ansia,

gestire le preoccupazioni legate al DOC,

sviluppare strategie per ridurre l’impatto di questi pensieri e suoni intrusivi.

Io sono una psicologa e ricevo sia online che in presenza a Verona: se lo desideri, possiamo lavorare insieme su questi aspetti per aiutarti a ritrovare più serenità e sicurezza.

Un saluto, Dott.ssa Quintiliano Francesca Cristina
Dott.ssa Claudia Mesto
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Buon pomeriggio, potrebbe accadere, soprattutto nei momenti di quiete come prima di addormentarsi, di percepire internamente suoni, frasi o musiche vissute durante la giornata. Si tratta di una normale attività cognitiva legata alla memoria sensoriale e alla rielaborazione mentale.

Il cervello, in assenza di stimoli esterni, tende a riproporre esperienze recenti, specialmente se emotivamente intense o ripetitive. Questo processo può manifestarsi come un loop interno di suoni o immagini, percepiti chiaramente ma riconosciuti come provenienti dalla propria mente.

In alcuni casi, questi episodi possono risultare disturbanti o interferire con il riposo. Quando ciò accade, è consigliabile rivolgersi a un professionista che potrà aiutarla a comprendere meglio il fenomeno e offrire strategie personalizzate per gestirlo in modo efficace. Saluti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buon pomeriggio, le rispondo qui con chiarezza. Lei ha già avuto modo di iniziare un percorso, e in quell’occasione purtroppo non ha mostrato alcuna reale collaborazione. Non ha aderito ad alcuna prassi, senza rispondere ai miei tentativi di contatto. Questo comportamento rende evidente come, al di là delle sue lamentele sintomatologiche, non ci sia mai stata una reale disponibilità a intraprendere un lavoro terapeutico strutturato. Ora lei si ripresenta su questo forum, continuando a porre le stesse domande, ma questo non la aiuta e anzi rischia di rinforzare proprio quelle dinamiche disfunzionali che le creano sofferenza. Lei descrive fenomeni percettivi che possono essere comuni in condizioni di stanchezza o di particolare attivazione mentale, come quando i pensieri o le immagini della giornata si ripresentano in forma vivida prima del sonno. Non è affatto detto che abbiano un valore patologico. Ma soprattutto, ciò che va chiarito è che non è corretto parlare di DOC, dal momento che non mi ha permesso di formularle una reale diagnosi. Il disturbo ossessivo-compulsivo non è un’etichetta che ci si può attribuire da soli, né tanto meno da cui ci si può liberare semplicemente discutendone in spazi come questo. È una diagnosi clinica che richiede un’analisi approfondita, strumenti specifici e un contesto terapeutico serio e continuativo, che lei non ha mai accettato di costruire. Se davvero desidera comprendere meglio i suoi vissuti, la strada non è tornare a fare domande generiche online, ma assumersi la responsabilità che fino a questo momento ha rifiutato, ovvero impegnarsi in un percorso strutturato con un* collega, firmando un consenso, rispettando gli appuntamenti e affrontando anche le parti difficili del lavoro terapeutico. Senza questo, qualunque spiegazione che lei cerchi di ottenere rimarrà sterile, fine a sé stessa, e continuerà a ripetere il copione che l’ha già portata a fermarsi e a non cambiare nulla. Dott. Andrea Boggero
Salve. Questo fenomeno che descrive, dove sente rumori o voci "in testa" come un'eco delle attività della giornata, potrebbe trattarsi di ipnagogia o ipnopompia, a seconda che avvenga prima di addormentarsi o al risveglio. Questo fenomeno è solitamente innocuo, spesso legato a periodi di stress, ansia, o stanchezza. Il cervello sta semplicemente elaborando le informazioni e le esperienze del giorno.
Nel suo caso, il fatto che soffra già di derealizzazione e DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo) potrebbe rendere queste esperienze più evidenti e fastidiose. Il suo cervello, già "iper-vigile" a causa del DOC, potrebbe concentrarsi su questi eventi, creando un ciclo di ansia e i pensieri intrusivi. Le consiglio comunque di rivolgersi ad uno specialista. Saluti
Gentile utente, soffre di derealizzazione e doc, nel senso che è o è stato seguito da uno psicologo e ha quindi ricevuto una diagnosi? La cosa migliore in questi casi è parlarne con lo specialista che la segue, che saprà dare il riscontro più appropriato al suo specifico quesito.
Un caro saluto,
Dottoressa Persichetti
Dott.ssa Angelica Guido
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile utente,
quello che descrive non ha le caratteristiche di vere allucinazioni. Si tratta piuttosto di un fenomeno comune legato a ricordi uditivi ripetitivi che il cervello ripropone quando è stanco o sotto stress (ad esempio dopo un concerto o una giornata intensa). In presenza di derealizzazione e DOC, è normale che queste esperienze vengano vissute con forte preoccupazione e con la paura che possano significare qualcosa di grave.
Questi episodi sono espressione di un sistema attentivo-emotivo sovraccarico, che continua a elaborare stimoli già vissuti. Non indicano una perdita di contatto con la realtà, ma piuttosto un effetto dell’ansia e della tensione.
Un percorso terapeutico può aiutarla a ridurre l’ansia, dare meno peso a queste sensazioni e sentirsi più sicuro.
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Capisco bene la tua preoccupazione, soprattutto perché quando si vivono sintomi come derealizzazione o pensieri ossessivi si tende a osservare ogni dettaglio della propria esperienza con molta attenzione, temendo che possa significare “qualcosa di grave”. Quello che descrivi , sentire nella tua mente i rumori del lavoro, la voce di tuo padre o una canzone dopo un concerto, non ha le caratteristiche delle allucinazioni: si tratta piuttosto di ricordi sensoriali molto vividi che la mente ripropone quando è stanca o sotto stress, un po’ come accade quando una melodia ci resta in testa o quando riviviamo mentalmente situazioni intense della giornata. La differenza importante è che tu riconosci chiaramente che questi suoni provengono dalla tua mente e non dall’esterno, e questo è un segnale di consapevolezza che distingue queste esperienze dalle allucinazioni vere e proprie. Allo stesso tempo, capisco quanto possano risultare disturbanti e aumentare l’ansia, soprattutto se già tendi a controllare o rimuginare sulle tue sensazioni. In questi casi, un sostegno psicologico può aiutarti a comprendere meglio il significato di ciò che ti accade, ridurre la paura e interrompere quel circolo di attenzione e controllo che alimenta l’ansia. Se vuoi, possiamo fissare un primo incontro così da parlarne con calma in uno spazio sicuro e lavorare insieme su strategie che ti permettano di ritrovare maggiore serenità.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi non ha le caratteristiche delle allucinazioni, quindi puoi tranquillizzarti. Si tratta piuttosto di fenomeni molto comuni che assomigliano a “flashback sensoriali” o a un effetto chiamato earworm (la classica canzone che rimane in testa). Quando sei stanco o ansioso, il cervello tende a riprodurre in modo involontario suoni, frasi o melodie vissute durante la giornata, come se continuassero a girare in loop. Non vengono percepiti come voci o rumori provenienti dall’esterno, ma come ricordi sonori molto vividi dentro la mente.

Nel tuo caso la derealizzazione e il DOC possono amplificare la percezione e farti concentrare molto su questi episodi, trasformandoli in motivo di preoccupazione. In realtà sono esperienze frequenti in molte persone sane, solo che chi non è ansioso tende a lasciarle scivolare via senza darci peso.

La cosa migliore che puoi fare quando ti succede è non fissarti troppo sull’esperienza, magari spostando l’attenzione con un’attività semplice e concreta (una lettura leggera, ascoltare un brano diverso, fare un esercizio di respirazione). Se il fenomeno si ripete spesso e continua a spaventarti, parlarne con il tuo psicoterapeuta o psichiatra può aiutarti a ridimensionarlo e a trovare strategie per gestirlo meglio.

Dott.ssa De Pretto
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso. Quello che descrivi è una reazione abbastanza comune in chi, come te, vive episodi di ansia, pensieri ripetitivi o esperienze di derealizzazione. Quello che senti – il rumore della motofalce o la voce di tuo padre, o la canzone del concerto – non sono allucinazioni, perché sai che non provengono dall’ambiente esterno, ma sono percepiti come se fossero dentro la tua mente, quasi come un “eco” mentale.

Succede perché la mente tende a ripassare esperienze recenti, soprattutto quando sei stanco o sotto stress, e può creare un loop di pensieri o immagini che sembrano occupare tutta la tua attenzione. È naturale che questo possa risultare disturbante o farti sentire ansioso.

Può aiutare osservare questi pensieri senza giudicarli, riconoscendo che sono momentanei, e provare a spostare l’attenzione su qualcosa di rilassante o piacevole. Tenere un ritmo regolare tra sonno e veglia, o attività che ti calmano, può ridurre la loro intensità. Parlare di queste esperienze con uno psicologo può essere molto utile, perché ti dà strumenti concreti per interrompere questi loop e ridurre l’ansia associata.

Un caro saluto
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Dalle sue parole emerge la preoccupazione per alcune esperienze vissute “in testa”, come il riascoltare i rumori della giornata o una canzone del concerto. Lei stesso sottolinea come non si tratti di voci esterne, ma piuttosto di una sorta di ricordo sonoro che si ripresenta in modo insistente, quasi in loop. Questo vissuto, associato alla derealizzazione e al disturbo ossessivo che descrive, sembra spaventarla soprattutto per il timore che possa somigliare a “vere allucinazioni”.
Ciò che colpisce è la sua capacità di distinguere tra percezioni interne e realtà esterna: questa consapevolezza resta intatta, anche quando l’esperienza è intensa e fastidiosa. È comprensibile che il ripetersi di questi fenomeni la porti a interrogarsi e a sentirsi insicuro su cosa stia accadendo.
Più che il fenomeno in sé, sembra pesare l’interpretazione che ne dà, cioè la paura che rappresenti un segnale di “qualcosa di grave”. Esplorare insieme il significato che attribuisce a queste esperienze potrebbe aiutarla a ridurre l’angoscia e a ritrovare un senso di maggiore sicurezza dentro di sé.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto, Dott. Mauro Terracciano.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Quello che descrivi non sono vere allucinazioni, ma fenomeni piuttosto comuni chiamati ricordi uditivi intrusivi o “earworms”: il cervello ripropone suoni e frasi recenti (come la motofalce, tuo padre che parla, la canzone del concerto) in forma interna, quasi come se li riascoltassi. Con ansia, DOC e derealizzazione questo succede più facilmente perché la mente rimane “attiva” e tende a rimuginare anche a riposo.

Il punto importante è che tu riconosci che vengono “da dentro” e non dall’esterno: questo li distingue dalle allucinazioni. Di solito non sono pericolosi, ma possono diventare fastidiosi. Puoi gestirli con tecniche semplici: etichettarli come “pensieri intrusivi” per ridurne il peso, usare esercizi di grounding (portare l’attenzione a ciò che vedi, senti e tocchi attorno a te), fare respirazione lenta o ascoltare un suono diverso per interrompere il loop.
Se questi episodi diventano molto frequenti o ti impediscono di dormire e stare sereno, ti consiglio di parlarne con uno psicologo o psichiatra: un percorso cognitivo per il DOC e strategie per la derealizzazione possono aiutarti molto a ridurre questi fenomeni e ritrovare più equilibrio. Se ti va aggiornami :)
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo la sua preoccupazione e la ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata. Quello che descrive è un fenomeno che può essere particolarmente angosciante, specialmente quando si sovrappone a condizioni preesistenti come la derealizzazione e il disturbo ossessivo compulsivo. È molto preciso da parte sua notare che questi suoni non sembrano provenire da una fonte esterna, ma li percepisce "nella testa".
Posso ipotizzare che il fenomeno che sta vivendo è spesso chiamato eco del pensiero o, immaginario involontario. Non si tratta di allucinazioni nel senso clinico del termine, che sono percezioni sensoriali in assenza di uno stimolo esterno. Quello che lei descrive è più simile a un'intrusione di pensieri o ricordi sonori che si ripresentano in modo persistente e involontario. È come se il cervello, specialmente nei momenti di quiete come quando si sta per addormentare, rielaborasse le informazioni e le esperienze della giornata.
Considerando le sue condizioni preesistenti e la natura dei sintomi che descrive, le consiglio vivamente di intraprendere un percorso terapeutico specifico, che si concentri sull'integrazione di approcci che trattano sia il DOC che la derealizzazione.
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Buon pomeriggio,
quello che descrive – suoni, frasi o musiche che “risuonano” nella mente quando chiude gli occhi o sta per addormentarsi – è un fenomeno piuttosto comune. Si tratta spesso di una combinazione tra memoria e immaginazione: il cervello, soprattutto in condizioni di stanchezza o nella fase di addormentamento, tende a “riproporre” stimoli della giornata (voci, rumori, canzoni) in modo molto vivido. Non sono vere allucinazioni, ma esperienze interne, come ricordi particolarmente intensi.

Questo succede più facilmente se si è stressati, ansiosi o in periodi in cui il sonno è irregolare, perché la mente è più “carica” e fa più fatica a rilassarsi.

Non è un segno di “impazzire” o di avere allucinazioni, ma se questi episodi la preoccupano o diventano frequenti, parlarne con uno psicologo o con il medico di fiducia può aiutarla a capire meglio l’origine del fenomeno e a ridurre l’ansia.

Nel frattempo possono aiutare pratiche di rilassamento serale (respirazione lenta, luci basse, niente schermi prima di dormire) per favorire un sonno più tranquillo.
Dott.ssa Jessica Servidio
Psicologo, Psicologo clinico
Pesaro
Salve,
Da ciò che descrive sembra che questi “suoni in testa” non siano vere e proprie allucinazioni, ma piuttosto i residui di esperienze recenti: suoni, parole o melodie che la mente ripropone quando si trova in uno stato di semi-veglia. È qualcosa che può accadere a molte persone, ma nel suo caso, considerando la derealizzazione e il DOC, può diventare più disturbante perché tende a controllare e monitorare ciò che accade dentro di sé.
Quando l'attivazione psicofisiologica è elevata, la mente fatica a “staccare” e continua a riprodurre stimoli vissuti, come se volesse tenere viva la sensazione di realtà. Non si tratta di perdita di contatto con la realtà, ma di iperattività mentale legata alla tensione e al controllo.
All'interno di un percorso psicologico può essere utile esplorare cosa accade emotivamente nei momenti in cui prova a “lasciarsi andare”. Spesso dietro la derealizzazione c’è il bisogno profondo di restare vigili, per non perdere il senso di sé. Ma che cosa esattamente si va a perdere?
Resto a disposizione, Dott.ssa Jessica Servidio

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