Buongiorno, scrivo per un consulto su una situazione che mi genera ansia e difficoltà. Ho 50 anni,
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risposte
Buongiorno,
scrivo per un consulto su una situazione che mi genera ansia e difficoltà. Ho 50 anni, e pur avendo preso la patente a 18 anni, ho fin da subito avuto una specie di blocco e rifiuto nei confronti della guida, e quindi ho smesso di guidare. In tutti questi anni sono sempre riuscito a farne a meno (anche se con notevoli limitazioni nella mia vita sociale, e con un costante senso di vergogna nei confronti di questa situazione), ma ora mi trovo in una situazione, per esigenze familiari, in cui mi sarebbe quasi necessario riprendere a guidare. Ho pensato di rivolgermi a un'autoscuola per cominciare a prendere lezioni di guida, ma mi è difficile decidermi a fare questo passo e superare questo blocco e senso di vergogna: inoltre ho paura di non riuscire a imparare a guidare e quindi di provare ancora più frustrazione. Come si sarà capito, sono una persona assai insicura e ansiosa, e in particolare in questo momento mi sento abbastanza in difficoltà. Grazie.
scrivo per un consulto su una situazione che mi genera ansia e difficoltà. Ho 50 anni, e pur avendo preso la patente a 18 anni, ho fin da subito avuto una specie di blocco e rifiuto nei confronti della guida, e quindi ho smesso di guidare. In tutti questi anni sono sempre riuscito a farne a meno (anche se con notevoli limitazioni nella mia vita sociale, e con un costante senso di vergogna nei confronti di questa situazione), ma ora mi trovo in una situazione, per esigenze familiari, in cui mi sarebbe quasi necessario riprendere a guidare. Ho pensato di rivolgermi a un'autoscuola per cominciare a prendere lezioni di guida, ma mi è difficile decidermi a fare questo passo e superare questo blocco e senso di vergogna: inoltre ho paura di non riuscire a imparare a guidare e quindi di provare ancora più frustrazione. Come si sarà capito, sono una persona assai insicura e ansiosa, e in particolare in questo momento mi sento abbastanza in difficoltà. Grazie.
Capisco quanto possa essere difficile per lei affrontare questa situazione. Dopo molti anni di evitamento, è comprensibile che l’idea di tornare a guidare le provochi ansia e insicurezza. L’evitamento potrebbe essere stata una strategia utile per ridurre il disagio nel breve periodo, ma col tempo aver mantenuto e rafforzato il timore e la sfiducia nelle proprie capacità. Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere meglio i meccanismi che mantengono questo blocco e, attraverso un lavoro graduale di esposizione e ristrutturazione dei pensieri, a recuperare fiducia e autonomia nella guida, così come in altri scopi di vita e più in generale nella gestione dell’ansia. Un cordiale saluto.
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Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una situazione che, comprensibilmente, le genera ansia e disagio.
Quello che descrive è qualcosa che molte persone sperimentano, anche se spesso se ne parla poco. Non è una questione di “forza di volontà”, ma di un insieme di emozioni e pensieri che si sono consolidati nel tempo e che oggi la fanno sentire bloccato.
Il fatto che, nonostante la paura, lei stia pensando di affrontare la situazione e stia cercando un aiuto, è già un segnale molto importante di motivazione e desiderio di cambiamento. La decisione di riprendere a guidare non deve essere vissuta come una prova da superare, una sfida, ma come un percorso da costruire gradualmente, con rispetto per i propri tempi e limiti, senza sentirsi sbagliati o sotto pressione.
Ritengo che possa essere utile affrontare questa difficoltà su due piani paralleli.
Da un lato pratico, con un’eventuale autoscuola che la aiuti a riprendere confidenza con la guida in modo progressivo, da un lato psicologico con un percorso terapeutico che la aiuti a fare chiarezza sui motivi del suo blocco e, di conseguenza, capire come poterle gestire in modo più flessibile e meno giudicante.
Spesso, lavorare su questi aspetti permette non solo di affrontare la paura della guida, ma anche di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé, che lei stesso riconosce come fragili in questo momento.
Se lo desidera, possiamo approfondire insieme come impostare questo percorso, passo dopo passo, in modo che non si senta solo ad affrontarlo.
Cordialmente,
Chiara De Luca
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una situazione che, comprensibilmente, le genera ansia e disagio.
Quello che descrive è qualcosa che molte persone sperimentano, anche se spesso se ne parla poco. Non è una questione di “forza di volontà”, ma di un insieme di emozioni e pensieri che si sono consolidati nel tempo e che oggi la fanno sentire bloccato.
Il fatto che, nonostante la paura, lei stia pensando di affrontare la situazione e stia cercando un aiuto, è già un segnale molto importante di motivazione e desiderio di cambiamento. La decisione di riprendere a guidare non deve essere vissuta come una prova da superare, una sfida, ma come un percorso da costruire gradualmente, con rispetto per i propri tempi e limiti, senza sentirsi sbagliati o sotto pressione.
Ritengo che possa essere utile affrontare questa difficoltà su due piani paralleli.
Da un lato pratico, con un’eventuale autoscuola che la aiuti a riprendere confidenza con la guida in modo progressivo, da un lato psicologico con un percorso terapeutico che la aiuti a fare chiarezza sui motivi del suo blocco e, di conseguenza, capire come poterle gestire in modo più flessibile e meno giudicante.
Spesso, lavorare su questi aspetti permette non solo di affrontare la paura della guida, ma anche di rafforzare l’autostima e la fiducia in sé, che lei stesso riconosce come fragili in questo momento.
Se lo desidera, possiamo approfondire insieme come impostare questo percorso, passo dopo passo, in modo che non si senta solo ad affrontarlo.
Cordialmente,
Chiara De Luca
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua preoccupazione.
Immagino quanto possa essere frustrante e doloroso trovarsi in questa impasse.
Il blocco verso la guida che descrive, più che una semplice difficoltà pratica, sembra avere a che fare con un vissuto di insicurezza e con la paura di esporsi al giudizio o al fallimento.
Mi rendo conto che tutto sembri più difficile quando si è mossi dalla necessità, come mi sembra sia il suo caso, ma questo può anche portare ad una nuova forma di libertà e indipendenza.
Dopo tanti anni è normale che il pensiero di tornare a guidare possa riattivare sensazioni di vulnerabilità e un forte senso di vergogna per qualcosa che, in realtà, parla più di paura che di incapacità.
Ha pensato alla possibilità di intraprendere un percorso psicologico? Forse, più che “forzarsi” a guidare, potrebbe essere utile concedersi il tempo di esplorare cosa rappresenta per lei la guida e il timore di non essere all'altezza.
A volte comprendere il significato emotivo di un blocco è il primo passo per scioglierlo davvero.
Le auguro il meglio,
Dott. Daniele Migliore
Immagino quanto possa essere frustrante e doloroso trovarsi in questa impasse.
Il blocco verso la guida che descrive, più che una semplice difficoltà pratica, sembra avere a che fare con un vissuto di insicurezza e con la paura di esporsi al giudizio o al fallimento.
Mi rendo conto che tutto sembri più difficile quando si è mossi dalla necessità, come mi sembra sia il suo caso, ma questo può anche portare ad una nuova forma di libertà e indipendenza.
Dopo tanti anni è normale che il pensiero di tornare a guidare possa riattivare sensazioni di vulnerabilità e un forte senso di vergogna per qualcosa che, in realtà, parla più di paura che di incapacità.
Ha pensato alla possibilità di intraprendere un percorso psicologico? Forse, più che “forzarsi” a guidare, potrebbe essere utile concedersi il tempo di esplorare cosa rappresenta per lei la guida e il timore di non essere all'altezza.
A volte comprendere il significato emotivo di un blocco è il primo passo per scioglierlo davvero.
Le auguro il meglio,
Dott. Daniele Migliore
Buonasera,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e sensibilità la sua esperienza. Quello che descrive — il blocco verso la guida, la vergogna e il timore di fallire — è qualcosa che tocca aspetti profondi del vissuto personale e, come ha ben evidenziato, ha avuto un impatto concreto sulla sua vita quotidiana e sulle relazioni.
Spesso situazioni come queste non parlano solo della guida in sé, ma possono diventare il simbolo di qualcosa di più ampio, legato al senso di sicurezza, al controllo, o al timore di esporsi. Proprio per questo, affrontare questa difficoltà può diventare un’opportunità preziosa per conoscersi meglio e costruire nuove risorse personali.
Iniziare un percorso terapeutico potrebbe aiutarla ad affrontare gradualmente queste emozioni, esplorandole in un contesto accogliente e non giudicante, con l'obiettivo di capire quale significato si nasconde dietro questo blocco e come poterlo sciogliere.
Un passo alla volta, con i tempi giusti, è possibile dare spazio a un cambiamento.
Resto a disposizione,
Dottoressa Livia Sterza
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e sensibilità la sua esperienza. Quello che descrive — il blocco verso la guida, la vergogna e il timore di fallire — è qualcosa che tocca aspetti profondi del vissuto personale e, come ha ben evidenziato, ha avuto un impatto concreto sulla sua vita quotidiana e sulle relazioni.
Spesso situazioni come queste non parlano solo della guida in sé, ma possono diventare il simbolo di qualcosa di più ampio, legato al senso di sicurezza, al controllo, o al timore di esporsi. Proprio per questo, affrontare questa difficoltà può diventare un’opportunità preziosa per conoscersi meglio e costruire nuove risorse personali.
Iniziare un percorso terapeutico potrebbe aiutarla ad affrontare gradualmente queste emozioni, esplorandole in un contesto accogliente e non giudicante, con l'obiettivo di capire quale significato si nasconde dietro questo blocco e come poterlo sciogliere.
Un passo alla volta, con i tempi giusti, è possibile dare spazio a un cambiamento.
Resto a disposizione,
Dottoressa Livia Sterza
Gentile Utente, grazie per aver portato qui questo suo pensiero. Posso immaginare sia faticoso per lei riprendere in mano la patente e ricominciare a guidare. La voglio rassicurare sul fatto che l'ansia nei confronti della guida non è un vissuto poi così raro. Sono molte le persone che percepiscono con difficoltà l'attività della guida in sè, e provano emozioni spiacevoli che cercano di risolvere attraverso l'evitamento e l'abbandono del percorso finalizzato ad acquisire la patente. In realtà, se guardiamo al suo passato, ha già acquisito la patente in giovane età, nonostante poi non ne avesse fatto uso....si tratta quindi di un obiettivo per lei raggiungibile quindi!
Quello che però le chiedo, è se ha mai cercato di approfondire la natura propria di questa sua tensione nei confronti della patente. Va considerato che evitando, in qualche modo può essersi acuito il timore nei confronti della guida e, sebbene questa soluzione si sia rivelata utile fino ad oggi, va specificato che a volte (e in base al contesto) l'evitamento non appare la soluzione più funzionale nel lungo termine. Forse potrebbe beneficiare di un supporto psicologico finalizzato a comprendere le ragioni per cui sperimenta ansia e vergogna nei confronti della guida, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di una abilità già acquisita e sperimentata da lei in passato. Posso anticiparle che, oltre alla comprensione delle ragioni per cui oggi sperimenta con fatica il suo approccio alla guida, un supporto psicologico potrebbe facilitare l'individuazione di strategie finalizzate a gestire diversamente l'ansia alla guida quando si manifesta.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Quello che però le chiedo, è se ha mai cercato di approfondire la natura propria di questa sua tensione nei confronti della patente. Va considerato che evitando, in qualche modo può essersi acuito il timore nei confronti della guida e, sebbene questa soluzione si sia rivelata utile fino ad oggi, va specificato che a volte (e in base al contesto) l'evitamento non appare la soluzione più funzionale nel lungo termine. Forse potrebbe beneficiare di un supporto psicologico finalizzato a comprendere le ragioni per cui sperimenta ansia e vergogna nei confronti della guida, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di una abilità già acquisita e sperimentata da lei in passato. Posso anticiparle che, oltre alla comprensione delle ragioni per cui oggi sperimenta con fatica il suo approccio alla guida, un supporto psicologico potrebbe facilitare l'individuazione di strategie finalizzate a gestire diversamente l'ansia alla guida quando si manifesta.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buonasera,
grazie innanzitutto per la sua condivisione. Immagino che non deve essere semplice sentirsi così bloccati e sperimentare quel senso di vergogna. Il modo per vincere l'ansia è proprio l'esposizione: mettendosi alla guida si darebbe la possibilità di vedere e toccare con mano le sensazioni che per tanto tempo ha evitato e che probabilmente hanno assunto dimensioni molto ingombranti. Esporsi gradualmente e con un istruttore accanto le permetterebbe di farlo in sicurezza. La inviterei a riflettere sul fatto che le scuole guida offrono quel tipo di servizio perché probabilmente ci sono diverse persone nella sua condizione che non si mettono al volante da tempo e hanno bisogno riprendere manualità e fiducia al volante.
Potrebbe essere inoltre indicato l'affiancamento di un percorso di psicoterapia specifica per l'ansia, così da andare a ristrutturare e modificare i pensieri ansiosi che le creano questo disagio.
In bocca al lupo,
Dott.ssa Vernazza Fabiana
grazie innanzitutto per la sua condivisione. Immagino che non deve essere semplice sentirsi così bloccati e sperimentare quel senso di vergogna. Il modo per vincere l'ansia è proprio l'esposizione: mettendosi alla guida si darebbe la possibilità di vedere e toccare con mano le sensazioni che per tanto tempo ha evitato e che probabilmente hanno assunto dimensioni molto ingombranti. Esporsi gradualmente e con un istruttore accanto le permetterebbe di farlo in sicurezza. La inviterei a riflettere sul fatto che le scuole guida offrono quel tipo di servizio perché probabilmente ci sono diverse persone nella sua condizione che non si mettono al volante da tempo e hanno bisogno riprendere manualità e fiducia al volante.
Potrebbe essere inoltre indicato l'affiancamento di un percorso di psicoterapia specifica per l'ansia, così da andare a ristrutturare e modificare i pensieri ansiosi che le creano questo disagio.
In bocca al lupo,
Dott.ssa Vernazza Fabiana
Buonasera, quello che descrive è molto più comune di quanto si pensi, molte persone, dopo aver preso la patente, finiscono per non guidare più a causa di un blocco legato all’ansia o al timore di non essere all’altezza. Con il tempo, però, il fatto di evitare la guida diventa una sorta di protezione che fa stare meglio nell’immediato, ma che alla lunga rafforza ancora di più la paura.
Il senso di vergogna che descrive è comprensibile, ma non c’è nulla di cui vergognarsi. Non si tratta di una mancanza, ma di una paura che in passato non è stata affrontata e che ora, con le nuove esigenze familiari, sta tornando a farsi sentire. È importante che lei voglia mettersi in gioco e provare ad affrontarla, è già un segnale di grande consapevolezza.
Forse potrebbe essere utile riprendere confidenza con la macchina poco per volta, in situazioni tranquille, magari salendo in auto da fermo o provando in zone sicure e poco trafficate. Quando si sentirà pronto, scegliere un istruttore, a cui spiegare fin da subito che per lei non si tratta solo di imparare a guidare, ma di superare un blocco, potrebbe fare una grande differenza.
Se poi dovesse accorgersi che l’ansia o la paura del giudizio restano troppo forti, potrebbe essere utile anche un breve percorso psicologico di sostegno, giusto per imparare a gestire meglio la tensione e la paura di non farcela.
Non pensi di dover dimostrare qualcosa a nessuno, questo percorso è per lei, per ritrovare una libertà che le è mancata e che può ancora conquistare. Guidare non è solo una questione di abilità, ma anche di fiducia in se stessi, e quella si può ricostruire, passo dopo passo. Un caro saluto
Il senso di vergogna che descrive è comprensibile, ma non c’è nulla di cui vergognarsi. Non si tratta di una mancanza, ma di una paura che in passato non è stata affrontata e che ora, con le nuove esigenze familiari, sta tornando a farsi sentire. È importante che lei voglia mettersi in gioco e provare ad affrontarla, è già un segnale di grande consapevolezza.
Forse potrebbe essere utile riprendere confidenza con la macchina poco per volta, in situazioni tranquille, magari salendo in auto da fermo o provando in zone sicure e poco trafficate. Quando si sentirà pronto, scegliere un istruttore, a cui spiegare fin da subito che per lei non si tratta solo di imparare a guidare, ma di superare un blocco, potrebbe fare una grande differenza.
Se poi dovesse accorgersi che l’ansia o la paura del giudizio restano troppo forti, potrebbe essere utile anche un breve percorso psicologico di sostegno, giusto per imparare a gestire meglio la tensione e la paura di non farcela.
Non pensi di dover dimostrare qualcosa a nessuno, questo percorso è per lei, per ritrovare una libertà che le è mancata e che può ancora conquistare. Guidare non è solo una questione di abilità, ma anche di fiducia in se stessi, e quella si può ricostruire, passo dopo passo. Un caro saluto
Buonasera,
comprendo molto bene la sua difficoltà: quella che descrive non è una semplice “paura di guidare”, ma un vero e proprio blocco emotivo che si è radicato nel tempo, alimentato da ansia, insicurezza e da un senso di vergogna che, purtroppo, tende a rinforzare la paura stessa.
La buona notizia è che non è mai troppo tardi per affrontare e superare questo tipo di blocco. Riprendere a guidare può diventare un’occasione preziosa non solo per conquistare maggiore autonomia, ma anche per lavorare su aspetti più profondi come l’autostima e la fiducia in sé.
Anche il fatto che stia valutando di rivolgersi a un’autoscuola è già un primo passo importante: significa che dentro di lei c’è il desiderio di cambiare, e questo è il segnale più significativo di crescita.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Susanna Minaldi
comprendo molto bene la sua difficoltà: quella che descrive non è una semplice “paura di guidare”, ma un vero e proprio blocco emotivo che si è radicato nel tempo, alimentato da ansia, insicurezza e da un senso di vergogna che, purtroppo, tende a rinforzare la paura stessa.
La buona notizia è che non è mai troppo tardi per affrontare e superare questo tipo di blocco. Riprendere a guidare può diventare un’occasione preziosa non solo per conquistare maggiore autonomia, ma anche per lavorare su aspetti più profondi come l’autostima e la fiducia in sé.
Anche il fatto che stia valutando di rivolgersi a un’autoscuola è già un primo passo importante: significa che dentro di lei c’è il desiderio di cambiare, e questo è il segnale più significativo di crescita.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Susanna Minaldi
Buongiorno, la situazione che descrive è più comune di quanto si pensi. Spesso dietro la difficoltà a guidare non c’è solo la paura dell’atto in sé, ma un insieme di emozioni più profonde, come il timore di perdere il controllo, la paura del giudizio o un senso di inadeguatezza, che nel tempo possono radicarsi e diventare un vero blocco.
È importante non leggere questa difficoltà come una “mancanza di forza di volontà”, ma come un segnale di un’ansia che merita comprensione e spazio di elaborazione. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere l’origine di questo blocco, ridurre la vergogna associata e costruire gradualmente una maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Anche piccoli passi, come il solo pensare di tornare a prendere lezioni, sono già parte del processo di cambiamento. Non si tratta di “riuscire o fallire”, ma di conoscersi meglio e affrontare con maggiore gentilezza le proprie paure.
Un caro saluto,
Dott. Simone Carpignano
È importante non leggere questa difficoltà come una “mancanza di forza di volontà”, ma come un segnale di un’ansia che merita comprensione e spazio di elaborazione. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a comprendere l’origine di questo blocco, ridurre la vergogna associata e costruire gradualmente una maggiore fiducia nelle proprie capacità.
Anche piccoli passi, come il solo pensare di tornare a prendere lezioni, sono già parte del processo di cambiamento. Non si tratta di “riuscire o fallire”, ma di conoscersi meglio e affrontare con maggiore gentilezza le proprie paure.
Un caro saluto,
Dott. Simone Carpignano
Gentile,
la difficoltà che descrive è molto più comune di quanto si pensi, anche tra persone che possiedono la patente da molti anni. Il blocco verso la guida non è semplicemente “paura dell’auto”, ma spesso rappresenta un meccanismo d’ansia legato al bisogno di controllo, al timore di sbagliare o di esporsi al giudizio altrui. È comprensibile, quindi, che oggi il pensiero di tornare alla guida riattivi sensazioni di insicurezza, vergogna e frustrazione.
Vorrei rassicurarla: non è mai troppo tardi per superare questo tipo di blocco, e la sua decisione di volerlo affrontare è già un passo molto importante. Il fatto che ne parli e che stia valutando un percorso graduale (come alcune lezioni con un istruttore) mostra una forte motivazione al cambiamento.
La vergogna che sente verso sé stesso è probabilmente più pesante del problema in sé. In realtà, la sua difficoltà non la definisce come persona: mostra solo che per lei la guida è un contesto associato a stress e paura, non a incapacità.
Le suggerisco di fare questo passo con gentilezza verso sé stesso: non servono risultati immediati, ma costanza e fiducia. Ogni piccolo progresso, anche solo risalire in auto o fare pochi minuti di pratica, sarà già una vittoria significativa.
Cordialmente,
Dottoressa Gloria Giacomin
la difficoltà che descrive è molto più comune di quanto si pensi, anche tra persone che possiedono la patente da molti anni. Il blocco verso la guida non è semplicemente “paura dell’auto”, ma spesso rappresenta un meccanismo d’ansia legato al bisogno di controllo, al timore di sbagliare o di esporsi al giudizio altrui. È comprensibile, quindi, che oggi il pensiero di tornare alla guida riattivi sensazioni di insicurezza, vergogna e frustrazione.
Vorrei rassicurarla: non è mai troppo tardi per superare questo tipo di blocco, e la sua decisione di volerlo affrontare è già un passo molto importante. Il fatto che ne parli e che stia valutando un percorso graduale (come alcune lezioni con un istruttore) mostra una forte motivazione al cambiamento.
La vergogna che sente verso sé stesso è probabilmente più pesante del problema in sé. In realtà, la sua difficoltà non la definisce come persona: mostra solo che per lei la guida è un contesto associato a stress e paura, non a incapacità.
Le suggerisco di fare questo passo con gentilezza verso sé stesso: non servono risultati immediati, ma costanza e fiducia. Ogni piccolo progresso, anche solo risalire in auto o fare pochi minuti di pratica, sarà già una vittoria significativa.
Cordialmente,
Dottoressa Gloria Giacomin
Buongiorno, le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per il trattamento di ansia e fobie. Cordiali saluti.
Buongiorno, la situazione che descrive è più comune di quanto possa immaginare, e il modo in cui ne parla mostra quanto la stia vivendo con consapevolezza e sincerità. È comprensibile che dopo tanti anni il solo pensiero di tornare a guidare possa riattivare sensazioni di ansia, insicurezza e vergogna. Spesso, quando per molto tempo si evita qualcosa che genera paura, quella stessa cosa finisce per diventare sempre più grande nella mente, come se assumesse un potere che in realtà non ha. Col tempo, l’idea di affrontarla può sembrare quasi insormontabile, e la vergogna per non esserci riusciti prima aggiunge un ulteriore peso emotivo. È importante però riconoscere che il fatto stesso di desiderare un cambiamento, di voler riprendere in mano la guida e di cercare un modo per farlo, rappresenta già un passo significativo. L’ansia che sente ora non è un segnale di incapacità, ma piuttosto una reazione comprensibile di fronte a qualcosa che ha imparato a evitare per proteggersi. Molte persone si trovano a vivere questo tipo di blocchi: non per mancanza di coraggio, ma perché l’ansia è riuscita a convincerle che affrontare quella situazione sarebbe stato troppo doloroso o pericoloso. In realtà, si può imparare a ridare alla mente e al corpo la fiducia che nel tempo si è un po’ spenta. Pensare di riprendere lezioni di guida è un’idea molto valida, ma può essere utile procedere con gradualità, senza porsi obiettivi troppo rigidi. Anche solo riavvicinarsi lentamente al mondo della guida, magari accompagnando qualcuno in macchina o osservando il traffico da passeggero in modo più consapevole, può rappresentare un primo passo per ridurre la distanza tra sé e quella paura. La gradualità, unita a un atteggiamento gentile verso se stessi, aiuta a non vivere ogni tentativo come una prova da superare, ma come un percorso di familiarizzazione. La vergogna che prova è un’emozione comprensibile, ma non deve diventare un giudizio su di sé. Ogni persona ha i propri punti di forza e le proprie fragilità, e il fatto di aver rinunciato a guidare in passato non cancella tutto ciò che ha saputo affrontare in altri ambiti della vita. Rimettersi in gioco, anche a 50 anni, è un segno di grande determinazione e non di debolezza. Con il tempo, l’obiettivo non sarà solo quello di guidare, ma di sentirsi di nuovo libero di scegliere, senza essere frenato dalla paura o dal giudizio. Ogni piccolo progresso, ogni momento in cui riuscirà anche solo a pensare alla guida con un po’ meno tensione, sarà già un traguardo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Salve Gentile Utente, la situazione che descrive è molto più frequente di quanto si possa immaginare, anche se spesso chi ne soffre tende a viverla in silenzio, con un senso di vergogna o di inadeguatezza. Quello che sperimenta non è tanto un problema “tecnico” legato alla guida, quanto una forma di ansia anticipatoria e di autocritica intensa che si è consolidata e stratificata nel tempo. È come se la guida fosse diventata, nel suo mondo interno, un simbolo del giudizio altrui e del rischio di fallire, e non più solo un’abilità pratica. Molte persone che hanno interrotto la guida dopo le prime esperienze negative sviluppano una sorta di associazione tra “mettersi al volante” e “perdere il controllo” o “esporsi a un giudizio”. Col passare degli anni, il timore cresce proprio perché ci si sente “fuori allenamento” e si pensa che ormai sia troppo tardi per ricominciare, ma questo pensiero è in realtà un effetto dell’ansia, non un limite reale.
Il primo passo utile potrebbe essere spostare l’obiettivo: non pensi subito a dover tornare a guidare in modo autonomo, ma solo a prendere confidenza con la guida. Anche una singola lezione in autoscuola può avere valore riabilitativo, non tanto per imparare la tecnica, ma per fare esperienza diretta del fatto che può tollerare la tensione e che l’ansia è gestibile senza che interferisca con la guida. In genere, dopo i primi minuti di esposizione controllata, il livello di paura tende a diminuire spontaneamente, perché la mente si abitua e non percepisce più la situazione come una minaccia.
Se le sembra troppo difficile affrontare da solo questo passo, può parlarne con un terapeuta specializzato in disturbi d’ansia, per impostare un lavoro graduale di desensibilizzazione sistematica. A volte si lavora prima su visualizzazioni guidate o su esercizi di esposizione immaginativa, per poi passare a situazioni reali.
Il senso di vergogna che prova è un aspetto importante: spesso nasce da un dialogo interiore molto severo, in cui ci si giudica per non essere “come gli altri”. In realtà spesso l’insicurezza è un modo che la mente ha trovato per proteggersi da qualcosa che, in passato, ha vissuto come troppo intenso o spaventoso. Recuperare la capacità di guidare può diventare quindi anche un’occasione per riscoprire una parte di sé che ha smesso di fidarsi, ma che può lentamente tornare a farlo.
Qualora avesse ulteriori dubbi o domande, non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti.
Il primo passo utile potrebbe essere spostare l’obiettivo: non pensi subito a dover tornare a guidare in modo autonomo, ma solo a prendere confidenza con la guida. Anche una singola lezione in autoscuola può avere valore riabilitativo, non tanto per imparare la tecnica, ma per fare esperienza diretta del fatto che può tollerare la tensione e che l’ansia è gestibile senza che interferisca con la guida. In genere, dopo i primi minuti di esposizione controllata, il livello di paura tende a diminuire spontaneamente, perché la mente si abitua e non percepisce più la situazione come una minaccia.
Se le sembra troppo difficile affrontare da solo questo passo, può parlarne con un terapeuta specializzato in disturbi d’ansia, per impostare un lavoro graduale di desensibilizzazione sistematica. A volte si lavora prima su visualizzazioni guidate o su esercizi di esposizione immaginativa, per poi passare a situazioni reali.
Il senso di vergogna che prova è un aspetto importante: spesso nasce da un dialogo interiore molto severo, in cui ci si giudica per non essere “come gli altri”. In realtà spesso l’insicurezza è un modo che la mente ha trovato per proteggersi da qualcosa che, in passato, ha vissuto come troppo intenso o spaventoso. Recuperare la capacità di guidare può diventare quindi anche un’occasione per riscoprire una parte di sé che ha smesso di fidarsi, ma che può lentamente tornare a farlo.
Qualora avesse ulteriori dubbi o domande, non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza — già scrivere di questo blocco è un passo importante. Ciò che descrive non è raro: dietro alla difficoltà di guidare spesso non c’è solo la paura della guida in sé, ma il timore di perdere il controllo, di esporsi o di non sentirsi “abbastanza”.
La vergogna e la frustrazione che prova parlano di un conflitto profondo tra il desiderio di autonomia e la paura di fallire, due parti che meritano entrambe ascolto e comprensione. In Gestalt diremmo che questo blocco può diventare una porta: non un ostacolo da “forzare”, ma un modo per conoscersi meglio e riprendere contatto con la propria fiducia e capacità di scelta.
Affrontare questo tema in un percorso psicologico può aiutarla a ritrovare sicurezza e a vivere la guida — e più in generale l’autonomia — come un’esperienza più libera e possibile.
Un caro saluto,
Veronica De Iuliis
grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua esperienza — già scrivere di questo blocco è un passo importante. Ciò che descrive non è raro: dietro alla difficoltà di guidare spesso non c’è solo la paura della guida in sé, ma il timore di perdere il controllo, di esporsi o di non sentirsi “abbastanza”.
La vergogna e la frustrazione che prova parlano di un conflitto profondo tra il desiderio di autonomia e la paura di fallire, due parti che meritano entrambe ascolto e comprensione. In Gestalt diremmo che questo blocco può diventare una porta: non un ostacolo da “forzare”, ma un modo per conoscersi meglio e riprendere contatto con la propria fiducia e capacità di scelta.
Affrontare questo tema in un percorso psicologico può aiutarla a ritrovare sicurezza e a vivere la guida — e più in generale l’autonomia — come un’esperienza più libera e possibile.
Un caro saluto,
Veronica De Iuliis
Gentile utente buongiorno.
Grazie per avere condiviso la sua difficoltà. E' comprensibile che lei abbia questi sentimenti di paura e di vergogna verso un'abilità che la maggior parte delle persone acquisisce facilmente e nel suo caso, invece, appare un'ostacolo insormontabile. E' comune, però, che alcune persone sviluppino una forma di ansia specifica per la guida. Ciò accade per svariati motivi, ma l'aspetto rilevante del comportamento alla guida di un veicolo è il dover gestire le conseguenze delle proprie decisioni. Alla guida di un'auto si assumono delle responsabilità continuamente perché è chiaro che un errore può generare pericolo per sé stessi e per gli altri. Inoltre, il più delle volte, l'auto si guida dove ci sono altre persone e altri veicoli che possono esercitare pressione e giudizio con il loro comportamento (manovre brusche, suono del clacson, urla dall'abitacolo, eccetera).
Se non c'è padronanza del mezzo e delle procedure è evidente che si può generare molta ansia nel mettersi alla guida. La paura di non sapere e non saper fare può creare blocchi che portano all'evitamento di quel comportamento o alla possibilità di acquisire quell'abilità.
Per fortuna, da questo tipo di ansia ci si può liberare. Un percorso psicologico mirato alle gestione delle emozioni, alla comprensione degli stati mentali legati all'ansia e alla graduale esposizione al comportamento ansiogeno, consente nella maggioranza dei casi di liberarsi da questa schiavitù mentale.
Il fatto che lei abbia sottolineato di sentirsi una persona insicura e ansiosa può indicare che ci sono altri comportamenti o ambiti di vita in cui l'ansia si manifesta, anche se qui non ne parla apertamente. Valuti, quindi, la possibilità di un supporto professionale che consenta il trattamento dell'ansia sotto tutti i punti di vista. La percezione della qualità della vita e la soddisfazione cresceranno sicuramente.
Resto a disposizione per aiutarla in questo tipo di percorso, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Grazie per avere condiviso la sua difficoltà. E' comprensibile che lei abbia questi sentimenti di paura e di vergogna verso un'abilità che la maggior parte delle persone acquisisce facilmente e nel suo caso, invece, appare un'ostacolo insormontabile. E' comune, però, che alcune persone sviluppino una forma di ansia specifica per la guida. Ciò accade per svariati motivi, ma l'aspetto rilevante del comportamento alla guida di un veicolo è il dover gestire le conseguenze delle proprie decisioni. Alla guida di un'auto si assumono delle responsabilità continuamente perché è chiaro che un errore può generare pericolo per sé stessi e per gli altri. Inoltre, il più delle volte, l'auto si guida dove ci sono altre persone e altri veicoli che possono esercitare pressione e giudizio con il loro comportamento (manovre brusche, suono del clacson, urla dall'abitacolo, eccetera).
Se non c'è padronanza del mezzo e delle procedure è evidente che si può generare molta ansia nel mettersi alla guida. La paura di non sapere e non saper fare può creare blocchi che portano all'evitamento di quel comportamento o alla possibilità di acquisire quell'abilità.
Per fortuna, da questo tipo di ansia ci si può liberare. Un percorso psicologico mirato alle gestione delle emozioni, alla comprensione degli stati mentali legati all'ansia e alla graduale esposizione al comportamento ansiogeno, consente nella maggioranza dei casi di liberarsi da questa schiavitù mentale.
Il fatto che lei abbia sottolineato di sentirsi una persona insicura e ansiosa può indicare che ci sono altri comportamenti o ambiti di vita in cui l'ansia si manifesta, anche se qui non ne parla apertamente. Valuti, quindi, la possibilità di un supporto professionale che consenta il trattamento dell'ansia sotto tutti i punti di vista. La percezione della qualità della vita e la soddisfazione cresceranno sicuramente.
Resto a disposizione per aiutarla in questo tipo di percorso, anche tramite consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua difficoltà, che immagino le provochi non solo ansia ma anche un senso di frustrazione accumulato nel tempo. Ha già provato a chiedersi che cosa, in particolare, la spaventa dell’idea di guidare oggi, o che significato ha per lei quel senso di vergogna? Queste domande potrebbero essere un buon punto di partenza per comprendere meglio l’origine del suo disagio. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere le sue difficoltà per un graduale recupero dell’autonomia alla guida, in un contesto sicuro e rispettoso dei suoi tempi. Dott.ssa Rizzotti
Gentile utente, capisco bene quanto possa sentirsi in difficoltà: quello che sta vivendo è più comune di quanto sembri, ma spesso viene vissuto in silenzio, con molto giudizio verso se stessi. La paura di guidare, soprattutto dopo tanto tempo, non riguarda solo la guida in sé, ma tutto ciò che rappresenta: sentirsi esposti, non all’altezza, temere di sbagliare. Ma il fatto che stia pensando di affrontarlo è già un passo enorme. Non è mai troppo tardi per riprendere in mano qualcosa che si era lasciato indietro. E non serve farlo da solo: può cercare un’autoscuola accogliente, con istruttori abituati a chi riparte da zero, e magari concedersi un piccolo spazio per esplorare con più gentilezza le emozioni che emergono. Non deve dimostrare niente a nessuno. Può farlo, con i suoi tempi, e già il solo fatto di pensarci parla della sua forza. Buongiorno,
capisco bene quanto possa sentirsi in difficoltà: quello che sta vivendo è più comune di quanto sembri, ma spesso viene vissuto in silenzio, con molto giudizio verso se stessi.
La paura di guidare, soprattutto dopo tanto tempo, non riguarda solo la guida in sé, ma tutto ciò che rappresenta: sentirsi esposti, non all’altezza, temere di sbagliare. Ma il fatto che stia pensando di affrontarlo è già un passo enorme.
Non è mai troppo tardi per riprendere in mano qualcosa che si era lasciato indietro. E non serve farlo da solo: può cercare un’autoscuola accogliente, con istruttori abituati a chi riparte da zero, e magari concedersi un piccolo spazio per esplorare con più gentilezza le emozioni che emergono. Inoltre, se sente che le emozioni sono troppo forti o la bloccano, può essere utile parlarne con un professionista. Un caro saluto
capisco bene quanto possa sentirsi in difficoltà: quello che sta vivendo è più comune di quanto sembri, ma spesso viene vissuto in silenzio, con molto giudizio verso se stessi.
La paura di guidare, soprattutto dopo tanto tempo, non riguarda solo la guida in sé, ma tutto ciò che rappresenta: sentirsi esposti, non all’altezza, temere di sbagliare. Ma il fatto che stia pensando di affrontarlo è già un passo enorme.
Non è mai troppo tardi per riprendere in mano qualcosa che si era lasciato indietro. E non serve farlo da solo: può cercare un’autoscuola accogliente, con istruttori abituati a chi riparte da zero, e magari concedersi un piccolo spazio per esplorare con più gentilezza le emozioni che emergono. Inoltre, se sente che le emozioni sono troppo forti o la bloccano, può essere utile parlarne con un professionista. Un caro saluto
Buongiorno, quello che descrive è un vissuto comprensibile: la difficoltà a riprendere a guidare dopo molti anni può riattivare ansia, insicurezza e un forte senso di giudizio, soprattutto verso se stessi. Non è raro che, con il tempo, il “blocco” diventi qualcosa di più radicato, legato alla paura di non riuscire o di perdere il controllo.
Un primo passo importante è riconoscere la difficoltà, come sta già facendo: questo apre la possibilità di affrontarla con maggiore consapevolezza.
Un percorso psicologico, in un momento di cambiamento come questo, può offrirle un sostegno nella gestione dell’ansia, può aiutarla a comprendere meglio le origini di questa paura e può aiutarla a trovare le strategie per affrontare le sue paure gradualmente.
E' importante ricordare che chiedere aiuto è un segno di forza e di cambiamento.
Resto a disposizione, buona giornata!
Un primo passo importante è riconoscere la difficoltà, come sta già facendo: questo apre la possibilità di affrontarla con maggiore consapevolezza.
Un percorso psicologico, in un momento di cambiamento come questo, può offrirle un sostegno nella gestione dell’ansia, può aiutarla a comprendere meglio le origini di questa paura e può aiutarla a trovare le strategie per affrontare le sue paure gradualmente.
E' importante ricordare che chiedere aiuto è un segno di forza e di cambiamento.
Resto a disposizione, buona giornata!
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità una parte così delicata della sua esperienza. Già solo il fatto che abbia deciso di scrivere e raccontare quello che prova è un passo significativo, che merita attenzione.
La difficoltà che descrive – questo blocco legato alla guida – non è affatto rara e non è segno di debolezza, ma piuttosto il risultato di un vissuto emotivo che nel tempo si è radicato, generando ansia, insicurezza e, come lei stessa ha ben evidenziato, anche un senso di vergogna. Sono emozioni molto potenti, e affrontarle da soli può essere davvero faticoso.
Il desiderio di superare questo ostacolo, però, è chiaramente presente, così come la consapevolezza di quanto questa situazione incida sul suo benessere e sulla sua autonomia. Questo è un segnale importante, che ci dice che dentro di lei esiste già una motivazione, anche se oggi può sembrare ancora fragile o incerta.
In questi casi, un percorso di supporto psicologico può essere di grande aiuto. L’obiettivo non sarebbe solo quello di “tornare a guidare”, ma soprattutto di comprendere meglio le radici di questo blocco, di lavorare insieme sulle emozioni che lo accompagnano, e di rafforzare la fiducia in sé stessa, passo dopo passo, rispettando i suoi tempi e i suoi limiti. Non si tratta di forzarsi, ma di accompagnarsi con gentilezza verso un cambiamento possibile.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
La difficoltà che descrive – questo blocco legato alla guida – non è affatto rara e non è segno di debolezza, ma piuttosto il risultato di un vissuto emotivo che nel tempo si è radicato, generando ansia, insicurezza e, come lei stessa ha ben evidenziato, anche un senso di vergogna. Sono emozioni molto potenti, e affrontarle da soli può essere davvero faticoso.
Il desiderio di superare questo ostacolo, però, è chiaramente presente, così come la consapevolezza di quanto questa situazione incida sul suo benessere e sulla sua autonomia. Questo è un segnale importante, che ci dice che dentro di lei esiste già una motivazione, anche se oggi può sembrare ancora fragile o incerta.
In questi casi, un percorso di supporto psicologico può essere di grande aiuto. L’obiettivo non sarebbe solo quello di “tornare a guidare”, ma soprattutto di comprendere meglio le radici di questo blocco, di lavorare insieme sulle emozioni che lo accompagnano, e di rafforzare la fiducia in sé stessa, passo dopo passo, rispettando i suoi tempi e i suoi limiti. Non si tratta di forzarsi, ma di accompagnarsi con gentilezza verso un cambiamento possibile.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Buongiorno, da quello che scrive mi sembra che la difficoltà che sta provando ora molto probabilmente rimanda ad una situazione di malessere che prova da tempo. Mi sento di dirle che in questo momento della sua vita, attraverso il "ho la necessità di riprendere a guidare" e il relativo blocco che sente, si stia presentando la possibilità per lei di mettere mano ai suoi vissuti profondi, a quello che le sta accadendo, magari con l'aiuto di un professionista che la possa accompagnare in un percorso di comprensione e consapevolezza di sé e quindi di trovare modi più funzionali per vivere la sua vita.
Salve, ha mai fatto un percorso psicologico? Attraverso la terapia potrebbe capire da dove derivano queste insicurezze e come poter gestire queste sue paure. Le paure le abbiamo tutti e non spariscono , né vanno soppresse. La cosa difficile è guardarle ma soprattutto accettarle, per poi provare ad affrontarle. Bisognerebbe comprendere un pò di piùi come funzioniamo. Gia questo passo che ha fatto di richiesta di aiuto è già un passo verso la soluzione. Il suo sintomo le sta dicendo qualcosa, bisognerebbe andare a comprendere cosa. Buona fortuna
Gentile utente,
quello che descrive — il blocco verso la guida, la paura di sbagliare, il senso di vergogna e di inadeguatezza — non è un semplice “problema pratico”, ma l’espressione di qualcosa di più profondo: una modalità con cui l’ansia si lega all’idea di controllo e di esposizione.
Guidare, infatti, non è soltanto un atto tecnico: richiede di tenere in mano la direzione, di occupare uno spazio nel mondo, di essere visibili. Per molte persone ansiose o insicure, questa esperienza diventa simbolicamente minacciosa, perché mette in gioco proprio quelle funzioni che nel quotidiano si tende a delegare o a ridurre: il controllo, la decisione, la fiducia nelle proprie capacità.
Il fatto che tu sia riuscito per anni a “compensare” evitando la guida non indica debolezza, ma una strategia di protezione che ha funzionato fino a un certo punto. Ora che le circostanze familiari ti pongono di fronte alla necessità di riprendere in mano questa parte della tua autonomia, l’ansia si riattiva, come se una vecchia ferita tornasse a farsi sentire.
Il nucleo della difficoltà sembra essere proprio la paura di fallire di nuovo, più che la guida in sé: l’idea di mettersi alla prova e di non riuscire risveglia un antico senso di vergogna, quello di “non essere capace come gli altri”.
Ma è importante notare come tu, oggi, stia facendo qualcosa di diverso rispetto al passato: stai pensando di affrontare il blocco, non più di evitarlo. Già questo movimento, anche se ti appare fragile, rappresenta un cambiamento profondo.
Spesso, nella terapia, esperienze come questa vengono lette come momenti in cui il soggetto si trova di fronte al proprio limite simbolico: l’ansia non è un nemico, ma un segnale che segnala un passaggio, un confine da attraversare.
Il lavoro, quindi, non consiste nel “forzarsi a guidare”, ma nel comprendere che cosa la guida rappresenta per te: autonomia, esposizione, rischio, potere, o forse la paura di occupare un posto nel mondo.
Il desiderio di superare la vergogna è già la forma più autentica di coraggio: non è assenza di paura, ma la decisione di non lasciarle l’ultima parola.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
quello che descrive — il blocco verso la guida, la paura di sbagliare, il senso di vergogna e di inadeguatezza — non è un semplice “problema pratico”, ma l’espressione di qualcosa di più profondo: una modalità con cui l’ansia si lega all’idea di controllo e di esposizione.
Guidare, infatti, non è soltanto un atto tecnico: richiede di tenere in mano la direzione, di occupare uno spazio nel mondo, di essere visibili. Per molte persone ansiose o insicure, questa esperienza diventa simbolicamente minacciosa, perché mette in gioco proprio quelle funzioni che nel quotidiano si tende a delegare o a ridurre: il controllo, la decisione, la fiducia nelle proprie capacità.
Il fatto che tu sia riuscito per anni a “compensare” evitando la guida non indica debolezza, ma una strategia di protezione che ha funzionato fino a un certo punto. Ora che le circostanze familiari ti pongono di fronte alla necessità di riprendere in mano questa parte della tua autonomia, l’ansia si riattiva, come se una vecchia ferita tornasse a farsi sentire.
Il nucleo della difficoltà sembra essere proprio la paura di fallire di nuovo, più che la guida in sé: l’idea di mettersi alla prova e di non riuscire risveglia un antico senso di vergogna, quello di “non essere capace come gli altri”.
Ma è importante notare come tu, oggi, stia facendo qualcosa di diverso rispetto al passato: stai pensando di affrontare il blocco, non più di evitarlo. Già questo movimento, anche se ti appare fragile, rappresenta un cambiamento profondo.
Spesso, nella terapia, esperienze come questa vengono lette come momenti in cui il soggetto si trova di fronte al proprio limite simbolico: l’ansia non è un nemico, ma un segnale che segnala un passaggio, un confine da attraversare.
Il lavoro, quindi, non consiste nel “forzarsi a guidare”, ma nel comprendere che cosa la guida rappresenta per te: autonomia, esposizione, rischio, potere, o forse la paura di occupare un posto nel mondo.
Il desiderio di superare la vergogna è già la forma più autentica di coraggio: non è assenza di paura, ma la decisione di non lasciarle l’ultima parola.
Con delicatezza,
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
Psicologa – Psicoterapeuta in formazione
In presenza e online
Ciao, grazie per condiviso la tua storia, è un passo importante già questo. Molte persone si ritrovano esattamente nella tua situazione: hanno guidato, poi per anni non ce n’è stato bisogno… e quando torna la necessità, la testa e il corpo reagiscono come se fosse qualcosa di enorme. L’ansia, la vergogna, la paura di “non essere più capace” sono reazioni frequenti — non dicono nulla sul tuo valore, dicono solo che ora il sistema è arrugginito e sotto pressione.
Questo tipo di blocco si può sciogliere: lavorando prima su sicurezza interna e gestione dell’ansia, così che poi il ritorno alla guida sia sostenibile e non traumatico.
Se vuoi, possiamo fare un primo colloquio conoscitivo gratuito per capire meglio cosa ti blocca e da dove iniziare e come posso aiutarti. Lo puoi prenotare direttamente dal mio profilo su MioDottore, o se preferisci scrivimi un messaggio o una mail.
Quando te la senti, sono qui per aiutarti. Dott.ssa Alessandra Corti
Questo tipo di blocco si può sciogliere: lavorando prima su sicurezza interna e gestione dell’ansia, così che poi il ritorno alla guida sia sostenibile e non traumatico.
Se vuoi, possiamo fare un primo colloquio conoscitivo gratuito per capire meglio cosa ti blocca e da dove iniziare e come posso aiutarti. Lo puoi prenotare direttamente dal mio profilo su MioDottore, o se preferisci scrivimi un messaggio o una mail.
Quando te la senti, sono qui per aiutarti. Dott.ssa Alessandra Corti
Ci sono momenti nella vita in cui ciò che per altri appare semplice assume per noi un peso che sembra sproporzionato. La difficoltà che descrive non riguarda solo la guida in sé, ma qualcosa di più profondo, legato alla possibilità di affidarsi, di sentirsi al proprio posto, di occupare uno spazio nel mondo senza il timore di fallire o di essere giudicato. Il fatto che per anni abbia potuto “fare a meno” di guidare non indica un’evitazione banale, ma un modo, forse inconsapevole, per tenere a distanza una sensazione di vulnerabilità che la guida fa riaffiorare con forza. La vergogna e l’insicurezza che avverte non sono difetti, ma segnali di un conflitto interiore che merita ascolto. Iniziare un percorso per tornare a guidare non significa solo salire su un’auto, ma confrontarsi con un limite che parla di Lei, delle Sue paure e del desiderio di liberarsene. Un lavoro attento e rispettoso permette di accogliere questo blocco non come un fallimento, ma come un linguaggio del corpo e della mente che chiede di essere compreso. Nel mio modo di lavorare si offre uno spazio in cui tutto ciò può emergere senza giudizio, con la possibilità di dare significato a ciò che oggi sembra soltanto ansia o vergogna.
Se lo desidera, può contattarmi: troverà un luogo di ascolto profondo e sostegno autentico, in cui riprendere fiducia nei propri tempi e nelle proprie possibilità.
dottoressa Laura Lanocita
Se lo desidera, può contattarmi: troverà un luogo di ascolto profondo e sostegno autentico, in cui riprendere fiducia nei propri tempi e nelle proprie possibilità.
dottoressa Laura Lanocita
Buongiorno,
quanto descrive è comprensibile e comune in situazioni di blocco e ansia legate alla guida. La sensazione di vergogna e la paura di non riuscire a guidare possono rendere difficile affrontare il problema da soli. Per questo motivo, è consigliabile approfondire la situazione con uno specialista, che possa valutare le cause dell’ansia e aiutarla a trovare strategie mirate per affrontare gradualmente questo blocco. Un percorso guidato può ridurre il senso di frustrazione e aumentare la fiducia nelle proprie capacità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quanto descrive è comprensibile e comune in situazioni di blocco e ansia legate alla guida. La sensazione di vergogna e la paura di non riuscire a guidare possono rendere difficile affrontare il problema da soli. Per questo motivo, è consigliabile approfondire la situazione con uno specialista, che possa valutare le cause dell’ansia e aiutarla a trovare strategie mirate per affrontare gradualmente questo blocco. Un percorso guidato può ridurre il senso di frustrazione e aumentare la fiducia nelle proprie capacità.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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