buongiorno, ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di leggermi. onestamente sono così confusa in
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buongiorno, ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di leggermi. onestamente sono così confusa in questo momento che non credo neanche di aspettarmi una risposta, forse ho solo bisogno di sfogarmi. sono una ragazza di 23 anni e pochi giorni fa il mio ragazzo mi ha lasciata.
io e lui stavamo insieme da poco più di un anno e, praticamente dall’inizio della relazione, non abbiamo mai avuto quel “fuoco passionale” tipico di due persone a 25 anni. a volte siamo stati anche un mese senza avere rapporti, e a lungo andare questa cosa ha iniziato a pesarmi. ovviamente ne ho sempre parlato con la dovuta delicatezza e abbiamo sempre trovato un punto d’incontro, tranne l’ultima volta. lui si è appena laureato, e in procinto di cambiare casa e iniziare un nuovo lavoro, i genitori lo stanno pressando molto ecc.. in sintesi é molto stressato. pochi giorni fa gli tiro fuori lo stesso problema di sempre e questa volta lui non regge, sbotta e mi dice prima che ha bisogno di un periodo di pausa, poi che è meglio lasciarci. quella notte io mi faccio riaccompagnare a casa perché non riesco a dormire con lui, inoltre io sono molto sensibile all’abbandono ed ho delle reazioni esagerate, infatti ho vomitato e ancora mi vergogno di essermi fatta vedere così fragile. sto malissimo e non dormo, stessa cosa per i successivi due giorni quando mi scrive che gli è venuta la febbre per lo stress e che appena gli sarebbe passata ne avremmo parlato. io però volevo sapere subito se quella conversazione avrebbe portato ad una chiusura, quindi glielo chiedo e mi risponde di sì. allora gli rispondo che possiamo anche non vederci perché mi farebbe male. ieri però sentivo di aver bisogno di una chiusura definitiva quindi gli dico se vuole passare sotto casa per chiudere dal vivo. lui viene e la prima cosa che noto é una busta con tutte le cose che avevo a casa sua.. mi ha fatto malissimo. mi dice (con tono anche abbastanza scocciato, come se fosse stato lui quello ad essere lasciato da un giorno all’altro) che lui non ha altro da dirmi oltre quello che mi aveva scritto ma preferiva parlarne dal vivo. inizia dicendo che lui non avrebbe voluto lasciarmi ma sapendo come io vedo le pause, ha pensato fosse la cosa migliore. allora gli ho chiesto “e se accettassi questa pausa? magari hai bisogno di un periodo di stacco perché sei stressato ma questo non vuol dire che dobbiamo chiudere la relazione”, e lui ha risposto che no, in questo momento sente che ci dobbiamo lasciare. gli ho chiesto allora il favore di dirmi quantomeno che non è più innamorato, perché per me questo non è affatto amore. e lui invece mi ha fatto promettere di non pensare mai che non è innamorato di me, ma che abbiamo due modi diversi di vivere le relazioni e lui in questo momento pur essendo innamorato non riesce a starci con la testa.. per me questa cosa è assurda, non so se sono io ad avere una visione dell’amore troppo idealizzata. una parte di me però è rimasta aggrappata a questo e spera che tornerà prima o poi, e forse un po’ ne sono anche convinta.. sono stata la sua prima relazione, prima ragazza presentata in famiglia, parlava sempre di matrimonio ecc.. a meno che non sia un bravissimo attore, credo che il segno gli rimarrà. l’altra parte di me crede invece che si sia inventato tutto per non farmi soffrire troppo, perché davvero per me questo non può essere amore. sto veramente male e non so che pensare, mi sento confusa, abbandonata e spaesata proprio perché è successo tutto da un momento all’altro e non c’erano avvisaglie. il pomeriggio della rottura stavamo organizzando il capodanno insieme, e 4 ore dopo ha deciso di chiudere. ora, io dentro di me so che - pur supponendo che lui sia innamorato come dice - non è questo il tipo di relazione che voglio; per me l’amore è stare insieme nonostante i periodi di difficoltà (anzi, soprattutto), non scappare ogni qualvolta si presenti un problema. però una parte di me ha paura di rimanere ancorata alle sue ultime parole e, di conseguenza, alla speranza che prima o poi si rifarà vivo quando avrà trovato la stabilità e tranquillità che tanto cerca. ho paura di non essere forte abbastanza da dirgli di no, nonostante razionalmente io sappia che lui non fa per me, se è questo il suo modo di relazionarsi. mi sento tanto confusa.
io e lui stavamo insieme da poco più di un anno e, praticamente dall’inizio della relazione, non abbiamo mai avuto quel “fuoco passionale” tipico di due persone a 25 anni. a volte siamo stati anche un mese senza avere rapporti, e a lungo andare questa cosa ha iniziato a pesarmi. ovviamente ne ho sempre parlato con la dovuta delicatezza e abbiamo sempre trovato un punto d’incontro, tranne l’ultima volta. lui si è appena laureato, e in procinto di cambiare casa e iniziare un nuovo lavoro, i genitori lo stanno pressando molto ecc.. in sintesi é molto stressato. pochi giorni fa gli tiro fuori lo stesso problema di sempre e questa volta lui non regge, sbotta e mi dice prima che ha bisogno di un periodo di pausa, poi che è meglio lasciarci. quella notte io mi faccio riaccompagnare a casa perché non riesco a dormire con lui, inoltre io sono molto sensibile all’abbandono ed ho delle reazioni esagerate, infatti ho vomitato e ancora mi vergogno di essermi fatta vedere così fragile. sto malissimo e non dormo, stessa cosa per i successivi due giorni quando mi scrive che gli è venuta la febbre per lo stress e che appena gli sarebbe passata ne avremmo parlato. io però volevo sapere subito se quella conversazione avrebbe portato ad una chiusura, quindi glielo chiedo e mi risponde di sì. allora gli rispondo che possiamo anche non vederci perché mi farebbe male. ieri però sentivo di aver bisogno di una chiusura definitiva quindi gli dico se vuole passare sotto casa per chiudere dal vivo. lui viene e la prima cosa che noto é una busta con tutte le cose che avevo a casa sua.. mi ha fatto malissimo. mi dice (con tono anche abbastanza scocciato, come se fosse stato lui quello ad essere lasciato da un giorno all’altro) che lui non ha altro da dirmi oltre quello che mi aveva scritto ma preferiva parlarne dal vivo. inizia dicendo che lui non avrebbe voluto lasciarmi ma sapendo come io vedo le pause, ha pensato fosse la cosa migliore. allora gli ho chiesto “e se accettassi questa pausa? magari hai bisogno di un periodo di stacco perché sei stressato ma questo non vuol dire che dobbiamo chiudere la relazione”, e lui ha risposto che no, in questo momento sente che ci dobbiamo lasciare. gli ho chiesto allora il favore di dirmi quantomeno che non è più innamorato, perché per me questo non è affatto amore. e lui invece mi ha fatto promettere di non pensare mai che non è innamorato di me, ma che abbiamo due modi diversi di vivere le relazioni e lui in questo momento pur essendo innamorato non riesce a starci con la testa.. per me questa cosa è assurda, non so se sono io ad avere una visione dell’amore troppo idealizzata. una parte di me però è rimasta aggrappata a questo e spera che tornerà prima o poi, e forse un po’ ne sono anche convinta.. sono stata la sua prima relazione, prima ragazza presentata in famiglia, parlava sempre di matrimonio ecc.. a meno che non sia un bravissimo attore, credo che il segno gli rimarrà. l’altra parte di me crede invece che si sia inventato tutto per non farmi soffrire troppo, perché davvero per me questo non può essere amore. sto veramente male e non so che pensare, mi sento confusa, abbandonata e spaesata proprio perché è successo tutto da un momento all’altro e non c’erano avvisaglie. il pomeriggio della rottura stavamo organizzando il capodanno insieme, e 4 ore dopo ha deciso di chiudere. ora, io dentro di me so che - pur supponendo che lui sia innamorato come dice - non è questo il tipo di relazione che voglio; per me l’amore è stare insieme nonostante i periodi di difficoltà (anzi, soprattutto), non scappare ogni qualvolta si presenti un problema. però una parte di me ha paura di rimanere ancorata alle sue ultime parole e, di conseguenza, alla speranza che prima o poi si rifarà vivo quando avrà trovato la stabilità e tranquillità che tanto cerca. ho paura di non essere forte abbastanza da dirgli di no, nonostante razionalmente io sappia che lui non fa per me, se è questo il suo modo di relazionarsi. mi sento tanto confusa.
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità un momento così doloroso e complesso. Si percepisce chiaramente quanto lei stia soffrendo, e quanto questa rottura improvvisa abbia smosso non solo il dolore per la perdita del legame, ma anche timori personali legati all’abbandono, alla fragilità, al valore che sente di avere all’interno di una relazione.
Vorrei iniziare dicendole che la sua reazione non ha nulla di “esagerato” né di vergognoso. Quando una persona particolarmente sensibile al rifiuto vive una separazione inattesa, il corpo e la mente rispondono in maniera intensa perché si attiva una ferita antica, qualcosa che va ben oltre l’episodio concreto. Il vomito, l’insonnia, il sentirsi travolta emotivamente sono manifestazioni coerenti con un dolore che in quel momento diventa quasi fisico. Non c’è nulla di cui debba sentirsi in colpa.
Riguardo al suo ex compagno, dalle sue parole emerge una grande confusione anche da parte sua. Il fatto che parli di amore, ma allo stesso tempo scelga di interrompere la relazione “perché non ci sta con la testa”, indica che lui si trova sovraccarico emotivamente e probabilmente impreparato a reggere la complessità di un rapporto maturo. Alcune persone, soprattutto alle prime esperienze serie, idealizzano l’amore come qualcosa che dovrebbe funzionare spontaneamente, senza fatica, e quando si trovano a dover conciliare stress, responsabilità, difficoltà sessuali o emotive, entrano in cortocircuito.
Questo non significa che non provi affetto o che non abbia vissuto con sincerità ciò che avete condiviso. Significa però che, allo stato attuale, lui non è in grado di starci dentro. E, anche se fa male sentirlo, questo dice molto sulla sua capacità di reggere una relazione più di quanto dica sull’amore che prova. L’amore, da solo, non basta a far funzionare una coppia. Servono consapevolezza, continuità, capacità di comunicare e soprattutto di restare anche quando l’altra persona ci porta un disagio o un bisogno.
Capisco quanto siano destabilizzanti le sue parole “sono innamorato ma non riesco a starci con la testa”. Per chi ha un legame forte con la paura dell’abbandono, frasi così ambigue diventano un gancio potentissimo che alimenta speranza e sofferenza allo stesso tempo. È come se lui le avesse lasciato aperta una porta, ma senza esserci davvero dietro.
Lei però ha già compreso la cosa più importante: che questo modo di vivere le difficoltà non è compatibile con ciò che desidera e merita. Una relazione sana non si interrompe nel momento esatto in cui emerge un problema. Si attraversa, insieme. Il fatto che lui non sia riuscito a farlo non è una sua mancanza, né una prova che non valga abbastanza, ma un limite suo, del suo momento di vita, della sua maturità emotiva.
La parte di lei che spera è comprensibile, e nessuno può spegnerla con un ragionamento. Ma sarà il tempo, lentamente, a mostrare la verità: se anche lui dovesse tornare, sarebbe fondamentale chiedersi non “mi ama?”, ma “può stare davvero dentro una relazione, con continuità e responsabilità?”.
Per ora la cosa più importante è che lei si prenda tempo per elaborare ciò che è accaduto, che possa stare in contatto con le sue emozioni senza giudicarle e che non viva questa rottura come una conferma delle sue paure più profonde. Le separazioni improvvise lasciano un senso di vuoto, ma allo stesso tempo aprono uno spazio nuovo dove capire meglio se stessa, i propri bisogni e il tipo di amore che desidera costruire.
È normale sentirsi confusa adesso, ma questa confusione non durerà. E la parte più lucida di lei, quella che già oggi riesce a dire “non è questo ciò che voglio”, diventerà più forte man mano che le emozioni acute si attenueranno. Un giorno ripenserà a questo momento con più chiarezza e forse anche con una nuova consapevolezza del suo valore e dei suoi confini.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Vorrei iniziare dicendole che la sua reazione non ha nulla di “esagerato” né di vergognoso. Quando una persona particolarmente sensibile al rifiuto vive una separazione inattesa, il corpo e la mente rispondono in maniera intensa perché si attiva una ferita antica, qualcosa che va ben oltre l’episodio concreto. Il vomito, l’insonnia, il sentirsi travolta emotivamente sono manifestazioni coerenti con un dolore che in quel momento diventa quasi fisico. Non c’è nulla di cui debba sentirsi in colpa.
Riguardo al suo ex compagno, dalle sue parole emerge una grande confusione anche da parte sua. Il fatto che parli di amore, ma allo stesso tempo scelga di interrompere la relazione “perché non ci sta con la testa”, indica che lui si trova sovraccarico emotivamente e probabilmente impreparato a reggere la complessità di un rapporto maturo. Alcune persone, soprattutto alle prime esperienze serie, idealizzano l’amore come qualcosa che dovrebbe funzionare spontaneamente, senza fatica, e quando si trovano a dover conciliare stress, responsabilità, difficoltà sessuali o emotive, entrano in cortocircuito.
Questo non significa che non provi affetto o che non abbia vissuto con sincerità ciò che avete condiviso. Significa però che, allo stato attuale, lui non è in grado di starci dentro. E, anche se fa male sentirlo, questo dice molto sulla sua capacità di reggere una relazione più di quanto dica sull’amore che prova. L’amore, da solo, non basta a far funzionare una coppia. Servono consapevolezza, continuità, capacità di comunicare e soprattutto di restare anche quando l’altra persona ci porta un disagio o un bisogno.
Capisco quanto siano destabilizzanti le sue parole “sono innamorato ma non riesco a starci con la testa”. Per chi ha un legame forte con la paura dell’abbandono, frasi così ambigue diventano un gancio potentissimo che alimenta speranza e sofferenza allo stesso tempo. È come se lui le avesse lasciato aperta una porta, ma senza esserci davvero dietro.
Lei però ha già compreso la cosa più importante: che questo modo di vivere le difficoltà non è compatibile con ciò che desidera e merita. Una relazione sana non si interrompe nel momento esatto in cui emerge un problema. Si attraversa, insieme. Il fatto che lui non sia riuscito a farlo non è una sua mancanza, né una prova che non valga abbastanza, ma un limite suo, del suo momento di vita, della sua maturità emotiva.
La parte di lei che spera è comprensibile, e nessuno può spegnerla con un ragionamento. Ma sarà il tempo, lentamente, a mostrare la verità: se anche lui dovesse tornare, sarebbe fondamentale chiedersi non “mi ama?”, ma “può stare davvero dentro una relazione, con continuità e responsabilità?”.
Per ora la cosa più importante è che lei si prenda tempo per elaborare ciò che è accaduto, che possa stare in contatto con le sue emozioni senza giudicarle e che non viva questa rottura come una conferma delle sue paure più profonde. Le separazioni improvvise lasciano un senso di vuoto, ma allo stesso tempo aprono uno spazio nuovo dove capire meglio se stessa, i propri bisogni e il tipo di amore che desidera costruire.
È normale sentirsi confusa adesso, ma questa confusione non durerà. E la parte più lucida di lei, quella che già oggi riesce a dire “non è questo ciò che voglio”, diventerà più forte man mano che le emozioni acute si attenueranno. Un giorno ripenserà a questo momento con più chiarezza e forse anche con una nuova consapevolezza del suo valore e dei suoi confini.
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Buongiorno, dalle sue parole arriva tutta la delicatezza e la profondità con cui sta vivendo questo momento. La comprendo quando dice di sentirsi confusa e spaesata, perché ciò che ha attraversato è stato un vero terremoto emotivo, improvviso e difficile da raccapezzare. Quando una relazione finisce senza che ci siano state avvisaglie chiare, la mente fa fatica a trovare un senso e il cuore rimane sospeso tra dolore, speranza, rabbia e un forte bisogno di risposte. È naturale che il suo corpo abbia reagito in modo così intenso. Le emozioni, quando sentiamo minacciato un legame importante, possono farsi travolgenti e non devono farla vergognare. Quella reazione parla dell’investimento affettivo che aveva fatto, della vulnerabilità che aveva permesso a questa persona di vedere, e anche del timore profondo dell’abbandono che lei stessa riconosce. Non è un limite caratteriale, è una sensibilità che ha bisogno di cura e di sicurezza per poter stare tranquilla. Nella dinamica che descrive, colpisce quanto il suo ragazzo fosse in un periodo carico di pressioni. È possibile che la sua difficoltà sul piano intimo non fosse un rifiuto verso di lei, ma l’effetto della stanchezza, dei cambiamenti, delle aspettative da gestire. Per mesi avete cercato di trovare un modo per incontrarvi e questo le fa onore. Poi, nell’ultima discussione, lui si è trovato in una condizione emotiva che non è riuscito più a reggere. Quando una persona si sente sopraffatta, può reagire chiudendo, anche se prova affetto. Questo però non giustifica la rapidità con cui ha deciso e nemmeno la modalità con cui lo ha comunicato. La sua confusione nasce anche da un punto molto delicato: lui le ha detto di essere ancora innamorato, ma al tempo stesso ha scelto di interrompere la relazione. Capisco quanto questo messaggio sia difficile da integrare. Può sembrare contraddittorio, ma non è raro che qualcuno provi sentimenti sinceri e allo stesso tempo non riesca a sostenere il peso emotivo che la relazione porta con sé. Non significa per forza che abbia mentito, né che non l’abbia amata davvero. Significa che in questo momento la sua capacità di stare dentro un rapporto è limitata, e questo è qualcosa che nessun altro può compensare. Lei però pone una riflessione molto importante: anche se lui fosse innamorato, questo è il tipo di amore che desidera vivere? Per lei l’amore è presenza nei momenti difficili, è restare e non scappare. E questa è una visione legittima, sana, matura. Una relazione dovrebbe essere un posto in cui due persone trovano un equilibrio, non un luogo in cui uno dei due si disconnette appena sente la fatica. Il fatto che lui abbia reagito scegliendo la chiusura nonostante la possibilità di prendere una pausa insieme, dice qualcosa del suo modo di affrontare i legami quando sono in tensione. È normale che una parte di lei resti aggrappata alle sue parole. Quando c’è stato amore, quando è stata la prima relazione importante per entrambi, quando si sono condivisi progetti e quando il distacco arriva mentre si stava programmano il futuro, è quasi inevitabile sperare che ci sia un ritorno. Ma la speranza, così com’è ora, rischia di farle male perché la tiene ancorata all’idea di ciò che sarebbe potuto essere, non a ciò che è realmente. La forza non consiste nel non soffrire, ma nel riuscire passo dopo passo a riconoscere che merita un amore che resti, che affronti insieme, che comunichi anche nelle fasi più delicate. Lei lo ha già intuito razionalmente, ma è normale che il cuore sia più lento a seguirla. Non deve avere fretta e non deve forzarsi. Il dolore che prova oggi è anche il segno che sta separando ciò che ha vissuto da ciò che desidera per il futuro. È possibile che lui un giorno si rifaccia vivo. Succede spesso quando una persona ha preso una decisione drastica per tensione e non per reale chiusura emotiva. Ma questo non deve essere il punto centrale adesso. La domanda più importante è se, qualora accadesse, quel suo ritorno sarebbe davvero compatibile con il tipo di stabilità, cura e reciprocità che lei cerca. E questa risposta maturerà dentro di lei con il tempo, man mano che il dolore lascerà spazio a una maggiore lucidità. Ora ha bisogno di sostenersi, non di giudicarsi. Ha bisogno di accettare che questa fase è faticosa, ma che da questa confusione nascerà più consapevolezza di sé, dei suoi bisogni e dei suoi confini. Il fatto che riconosca che non vuole una relazione gestita con fughe e chiusure è un segnale molto importante della sua maturità emotiva. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
è comprensibile sentirsi smarrita e ferita dopo una rottura improvvisa, soprattutto quando le emozioni e le aspettative erano così coinvolgenti. Dal suo racconto emerge che lei ha bisogno di una relazione in cui ci sia continuità e condivisione anche nei momenti di difficoltà, mentre lui in questo momento non sembra avere gli stessi bisogni. Questo non significa che i suoi sentimenti non siano reali, ma che il suo modo di vivere la relazione non corrisponde ai suoi bisogni.
Può essere utile accogliere le emozioni che prova senza giudicarle, e riflettere su ciò che davvero desidera e merita in una relazione, evitando di rimanere aggrappata a speranze che possono prolungare il dolore. Prendersi tempo per elaborare la rottura, piuttosto che cercare conferme immediate, è un modo sano per ritrovare chiarezza.
Resto a disposizione,
Un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
è comprensibile sentirsi smarrita e ferita dopo una rottura improvvisa, soprattutto quando le emozioni e le aspettative erano così coinvolgenti. Dal suo racconto emerge che lei ha bisogno di una relazione in cui ci sia continuità e condivisione anche nei momenti di difficoltà, mentre lui in questo momento non sembra avere gli stessi bisogni. Questo non significa che i suoi sentimenti non siano reali, ma che il suo modo di vivere la relazione non corrisponde ai suoi bisogni.
Può essere utile accogliere le emozioni che prova senza giudicarle, e riflettere su ciò che davvero desidera e merita in una relazione, evitando di rimanere aggrappata a speranze che possono prolungare il dolore. Prendersi tempo per elaborare la rottura, piuttosto che cercare conferme immediate, è un modo sano per ritrovare chiarezza.
Resto a disposizione,
Un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
Innanzitutto, la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo. Posso immaginare quanto questa situazione stia causando un grande dolore e confusione, e voglio dirle che è assolutamente normale sentirsi così dopo una rottura, soprattutto quando arriva inaspettata e sembra senza avvisaglie. Le emozioni che sta provando, tra cui il senso di abbandono e la difficoltà a trovare una chiusura, sono completamente comprensibili.
Penso che il suo bisogno di intimità e di connessione, che evidentemente è rimasto frustrato dalla distanza fisica e emotiva che ha vissuto nella relazione, sia un aspetto centrale su cui riflettere. In effetti, quando una coppia non riesce a soddisfare reciprocamente i propri bisogni, capita che emergano insoddisfazioni. Mi sembra che, nonostante l’amore e la cura che probabilmente c’erano, il divario tra i vostri bisogni (anche in ambito sessuale e relazionale) abbia reso difficile trovare un punto d'incontro, soddisfacente per entrambi.
Quello che mi sembra importante, al di là delle parole che lui le ha detto, è capire cosa la faceva rimanere in questa relazione. Lei stessa ha scritto che il suo modo di vivere l’amore è diverso da quello del suo ex partner. Quindi la domanda che le suggerirei di porsi è: cosa la spingeva a restare in questa relazione? Era il legame affettivo profondo che si era creato o forse il timore di non avere vicinanza emotiva e affettiva in generale? Entrambe le possibili risposte sono valide, ma vale la pena riflettere su ciò che per lei davvero conta, ciò che desidera e ha bisogno in una relazione.
Sicuramente, la situazione le fa molto male, e mi sembra che la sua reazione emotiva – tra cui la nausea e il vomito – sia un segno di quanto sia travolgente questo momento. Tuttavia, se sente che questo impatto emotivo è particolarmente forte e difficile da gestire da sola, potrebbe essere utile considerare un percorso psicologico per lavorare su questi temi. Un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo mondo interiore, le sue emozioni, e anche il motivo per cui si sente così ferita e confusa. Non c’è nulla di sbagliato nel voler lavorare su se stessa, soprattutto quando ci si trova in un momento di crisi.
Per quanto riguarda la possibilità che lui torni, credo che sia importante che lei cerchi di vivere nel presente e di non concentrarsi un'ipotesi futura e rimanere concentrata su di sè.
Lei è giovane e ha tutta la vita davanti per incontrare persone nuove, per conoscere e amare in modo diverso, più in linea con i suoi bisogni. Non c'è fretta. Ogni relazione è una parte di un percorso di crescita personale. Anche se oggi può sembrare che la ferita non si rimarginerà mai, le assicuro che con il tempo, e con l’aiuto di sé stessa e, se necessario, di un professionista, il dolore diventerà più gestibile.
La invito quindi a dare spazio a se stessa, a prendersi cura dei propri bisogni emotivi, e a non soffermarsi troppo su ciò che potrebbe essere stato, ma piuttosto a vivere il momento presente e a pensare a come sta gestendo la propria vita in autonomia.
Se ha bisogno di ulteriore supporto, rimango a disposizione.
Penso che il suo bisogno di intimità e di connessione, che evidentemente è rimasto frustrato dalla distanza fisica e emotiva che ha vissuto nella relazione, sia un aspetto centrale su cui riflettere. In effetti, quando una coppia non riesce a soddisfare reciprocamente i propri bisogni, capita che emergano insoddisfazioni. Mi sembra che, nonostante l’amore e la cura che probabilmente c’erano, il divario tra i vostri bisogni (anche in ambito sessuale e relazionale) abbia reso difficile trovare un punto d'incontro, soddisfacente per entrambi.
Quello che mi sembra importante, al di là delle parole che lui le ha detto, è capire cosa la faceva rimanere in questa relazione. Lei stessa ha scritto che il suo modo di vivere l’amore è diverso da quello del suo ex partner. Quindi la domanda che le suggerirei di porsi è: cosa la spingeva a restare in questa relazione? Era il legame affettivo profondo che si era creato o forse il timore di non avere vicinanza emotiva e affettiva in generale? Entrambe le possibili risposte sono valide, ma vale la pena riflettere su ciò che per lei davvero conta, ciò che desidera e ha bisogno in una relazione.
Sicuramente, la situazione le fa molto male, e mi sembra che la sua reazione emotiva – tra cui la nausea e il vomito – sia un segno di quanto sia travolgente questo momento. Tuttavia, se sente che questo impatto emotivo è particolarmente forte e difficile da gestire da sola, potrebbe essere utile considerare un percorso psicologico per lavorare su questi temi. Un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo mondo interiore, le sue emozioni, e anche il motivo per cui si sente così ferita e confusa. Non c’è nulla di sbagliato nel voler lavorare su se stessa, soprattutto quando ci si trova in un momento di crisi.
Per quanto riguarda la possibilità che lui torni, credo che sia importante che lei cerchi di vivere nel presente e di non concentrarsi un'ipotesi futura e rimanere concentrata su di sè.
Lei è giovane e ha tutta la vita davanti per incontrare persone nuove, per conoscere e amare in modo diverso, più in linea con i suoi bisogni. Non c'è fretta. Ogni relazione è una parte di un percorso di crescita personale. Anche se oggi può sembrare che la ferita non si rimarginerà mai, le assicuro che con il tempo, e con l’aiuto di sé stessa e, se necessario, di un professionista, il dolore diventerà più gestibile.
La invito quindi a dare spazio a se stessa, a prendersi cura dei propri bisogni emotivi, e a non soffermarsi troppo su ciò che potrebbe essere stato, ma piuttosto a vivere il momento presente e a pensare a come sta gestendo la propria vita in autonomia.
Se ha bisogno di ulteriore supporto, rimango a disposizione.
Buongiorno,
è comprensibile quello che provi. Quando una relazione finisce così all’improvviso, senza segnali chiari, è normale sentirsi confusi, abbandonati e aggrapparsi anche alle parole che fanno più male. Non sei “esagerata” né fragile: stai solo soffrendo.
È possibile che lui provi ancora qualcosa e allo stesso tempo non sia in grado di stare in una relazione in questo momento. Le due cose, per quanto sembrino incompatibili, possono coesistere. Questo però non sminuisce il tuo bisogno legittimo di una relazione presente, sicura e condivisa.
Mi sembra molto lucido quello che hai scritto: sai già che non è questo il tipo di amore che desideri. La paura di rimanere legata alla speranza è comprensibile, ma pian piano, con delicatezza verso te stessa, potrai riportare il centro su di te e su ciò che meriti.Non sei sola, e quello che stai vivendo passerà, anche se adesso sembra impossibile
è comprensibile quello che provi. Quando una relazione finisce così all’improvviso, senza segnali chiari, è normale sentirsi confusi, abbandonati e aggrapparsi anche alle parole che fanno più male. Non sei “esagerata” né fragile: stai solo soffrendo.
È possibile che lui provi ancora qualcosa e allo stesso tempo non sia in grado di stare in una relazione in questo momento. Le due cose, per quanto sembrino incompatibili, possono coesistere. Questo però non sminuisce il tuo bisogno legittimo di una relazione presente, sicura e condivisa.
Mi sembra molto lucido quello che hai scritto: sai già che non è questo il tipo di amore che desideri. La paura di rimanere legata alla speranza è comprensibile, ma pian piano, con delicatezza verso te stessa, potrai riportare il centro su di te e su ciò che meriti.Non sei sola, e quello che stai vivendo passerà, anche se adesso sembra impossibile
Quello che stai vivendo è un dolore molto forte, e la tua confusione è comprensibile, dal momento che la rottura non è stata solo improvvisa: è arrivata in un momento in cui tu ti sentivi vulnerabile, legata, e in cui avevi investito emotivamente su un progetto di coppia. Quando un legame importante si interrompe bruscamente, la mente cerca disperatamente un perché, e si aggrappa a ogni frase che potrebbe attenuare il colpo.
Ma è importante distinguere due piani:
- ciò che lui prova,
- ciò che lui è in grado di fare in una relazione.
E le cose, purtroppo, non sempre coincidono...
La sua risposta “sono innamorato ma devo lasciarti” non è una contraddizione: è un modo di dire che il suo livello di stress, la sua rigidità e la sua difficoltà a reggere la pressione lo portano a chiudere invece che a restare e lavorare sulla relazione.
Questo spiega perché la sua decisione è stata così netta e così rapida: quando una persona ha uno stile evitante o poco tollerante allo stress, la fuga sembra una soluzione più semplice del confronto.
Non è un giudizio: è un funzionamento.
È altrettanto importante dirti una cosa: il modo in cui ti ha lasciata è già una risposta chiara sulla sua capacità di stare in una relazione adulta.
Capisco perché una parte di te spera:
- è stata la tua prima relazione importante,
- lui parlava di futuro,
- non c’erano litigi frequenti,
- le sue parole ti hanno lasciato uno spiraglio.
Ma lo spiraglio non è una promessa: è un modo per chiudere attenuando il senso di colpa.
E qui arriva il punto più importante per te:
Non devi giudicare il tuo dolore sulla base delle sue parole, ma sulla base dei suoi comportamenti.
Il dolore che provi oggi è un dolore di separazione, non un segnale che devi tornare indietro.
Il fatto che tu sia consapevole di meritare un amore che resta, che affronta, che regge, è un buon segno: significa che c’è già una parte di te che sa perfettamente che questa relazione, così com’è, non poteva nutrirti.
La tua forza sarà non tornare dove hai capito che non puoi essere veramente vista e protetta.
Rimango a disposizione.
Ma è importante distinguere due piani:
- ciò che lui prova,
- ciò che lui è in grado di fare in una relazione.
E le cose, purtroppo, non sempre coincidono...
La sua risposta “sono innamorato ma devo lasciarti” non è una contraddizione: è un modo di dire che il suo livello di stress, la sua rigidità e la sua difficoltà a reggere la pressione lo portano a chiudere invece che a restare e lavorare sulla relazione.
Questo spiega perché la sua decisione è stata così netta e così rapida: quando una persona ha uno stile evitante o poco tollerante allo stress, la fuga sembra una soluzione più semplice del confronto.
Non è un giudizio: è un funzionamento.
È altrettanto importante dirti una cosa: il modo in cui ti ha lasciata è già una risposta chiara sulla sua capacità di stare in una relazione adulta.
Capisco perché una parte di te spera:
- è stata la tua prima relazione importante,
- lui parlava di futuro,
- non c’erano litigi frequenti,
- le sue parole ti hanno lasciato uno spiraglio.
Ma lo spiraglio non è una promessa: è un modo per chiudere attenuando il senso di colpa.
E qui arriva il punto più importante per te:
Non devi giudicare il tuo dolore sulla base delle sue parole, ma sulla base dei suoi comportamenti.
Il dolore che provi oggi è un dolore di separazione, non un segnale che devi tornare indietro.
Il fatto che tu sia consapevole di meritare un amore che resta, che affronta, che regge, è un buon segno: significa che c’è già una parte di te che sa perfettamente che questa relazione, così com’è, non poteva nutrirti.
La tua forza sarà non tornare dove hai capito che non puoi essere veramente vista e protetta.
Rimango a disposizione.
Buonasera, da ciò che racconta, mi arriva soprattutto la confusione di una rottura arrivata in un momento in cui Lei non se l’aspettava. Stavate facendo progetti insieme e poche ore dopo lui ha preso una decisione netta: è normale che la mente cerchi di capire cosa sia successo, cosa significhino le sue parole, se davvero provi ancora qualcosa o se abbia cercato di proteggerLa.
In situazioni così, è molto facile che convivano due parti di sé: una che vorrebbe lasciarsi alle spalle ciò che è accaduto, perché riconosce che tutto è accaduto in modo improvviso e doloroso… e un’altra che rimane legata a ciò che lui ha detto per ultimo, come se quelle parole potessero cambiare il senso della separazione.
Questa ambivalenza non indica debolezza; è semplicemente il modo in cui la mente reagisce quando qualcosa si interrompe bruscamente. Lei sta cercando di dare un significato a un gesto che, per com’è arrivato, non gliene ha lasciato il tempo. È comprensibile sentirsi confusa, abbandonata e con la sensazione che qualcosa sia sfuggito. Rimango a disposizione, un saluto!
In situazioni così, è molto facile che convivano due parti di sé: una che vorrebbe lasciarsi alle spalle ciò che è accaduto, perché riconosce che tutto è accaduto in modo improvviso e doloroso… e un’altra che rimane legata a ciò che lui ha detto per ultimo, come se quelle parole potessero cambiare il senso della separazione.
Questa ambivalenza non indica debolezza; è semplicemente il modo in cui la mente reagisce quando qualcosa si interrompe bruscamente. Lei sta cercando di dare un significato a un gesto che, per com’è arrivato, non gliene ha lasciato il tempo. È comprensibile sentirsi confusa, abbandonata e con la sensazione che qualcosa sia sfuggito. Rimango a disposizione, un saluto!
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi ad un psicologo/a per aiutarla a superare questo momento di difficoltà e soprattutto a ritrovare se stessa.
Quello che stai vivendo è un dolore improvviso, destabilizzante, e non c’è nulla di strano nel sentirti così confusa. Quando una relazione finisce senza segnali evidenti, la mente cerca disperatamente un senso, una spiegazione, qualcosa a cui aggrapparsi. Ed è proprio in questi momenti che si rischia di scambiare la speranza per amore reciproco.
Ma c’è un punto importante che merita la tua attenzione: lui non ti ha lasciata perché non provava più nulla, ma perché non regge la responsabilità emotiva di una relazione. Questo non rende meno dolorosa la chiusura, ma spiega il paradosso che ti tormenta: può essere ancora innamorato e allo stesso tempo incapace di esserci davvero. L’amore, però, non basta a far funzionare un rapporto. Serve maturità, presenza, capacità di affrontare i problemi — proprio ciò che lui, oggi, non ha.
Tu stessa lo dici: l’amore per te è restare, non scappare. Allora fermati un attimo e chiediti: su cosa stai fondando la tua speranza? Su un uomo che ti ha lasciata due volte in due giorni, che ha preparato una busta con le tue cose prima ancora di guardarti negli occhi, che ha affrontato il conflitto solo quando non ha più potuto evitarlo?
Non è questo che desideri. Non è questo che meriti.
La paura di accettare la fine ti fa tenere stretta una narrazione idealizzata: “tornerà quando starà meglio”, “non è colpa sua”, “mi ama ma non ce la fa”. Ma ogni volta che ti aggrappi a questa idea, ti allontani da te stessa.
Il punto, ora, non è chiedersi se lui tornerà. È chiederti come proteggere te, come evitare di rientrare in un ciclo di speranza e delusione che ti farà soffrire ancora di più.
La parte di te che sa che questa non è la relazione che vuoi è già la tua ancora. Non devi essere “forte”: devi solo ascoltarla. È lei la parte sana, la parte matura, la parte che ti porterà fuori da questo dolore.
E sì, passerà. Anche se ora sembra impossibile.
Ma c’è un punto importante che merita la tua attenzione: lui non ti ha lasciata perché non provava più nulla, ma perché non regge la responsabilità emotiva di una relazione. Questo non rende meno dolorosa la chiusura, ma spiega il paradosso che ti tormenta: può essere ancora innamorato e allo stesso tempo incapace di esserci davvero. L’amore, però, non basta a far funzionare un rapporto. Serve maturità, presenza, capacità di affrontare i problemi — proprio ciò che lui, oggi, non ha.
Tu stessa lo dici: l’amore per te è restare, non scappare. Allora fermati un attimo e chiediti: su cosa stai fondando la tua speranza? Su un uomo che ti ha lasciata due volte in due giorni, che ha preparato una busta con le tue cose prima ancora di guardarti negli occhi, che ha affrontato il conflitto solo quando non ha più potuto evitarlo?
Non è questo che desideri. Non è questo che meriti.
La paura di accettare la fine ti fa tenere stretta una narrazione idealizzata: “tornerà quando starà meglio”, “non è colpa sua”, “mi ama ma non ce la fa”. Ma ogni volta che ti aggrappi a questa idea, ti allontani da te stessa.
Il punto, ora, non è chiedersi se lui tornerà. È chiederti come proteggere te, come evitare di rientrare in un ciclo di speranza e delusione che ti farà soffrire ancora di più.
La parte di te che sa che questa non è la relazione che vuoi è già la tua ancora. Non devi essere “forte”: devi solo ascoltarla. È lei la parte sana, la parte matura, la parte che ti porterà fuori da questo dolore.
E sì, passerà. Anche se ora sembra impossibile.
Carissima, capisco la difficoltà di questo momento di passaggio e cambiamento. Chiudere una relazione importante porta con sé questioni da osservare ed elaborare. La relazione in generale e quella sentimentale nel particolare, fanno emergere molti aspetti e spesso non per tutti è immediato riuscire a osservare ciò che emerge e lavorarci insieme. Detto questo, mi sembra importante che lei possa comprendere più a fondo le sue ferite, che questa rottura porta con sé e fa emergere. Se lo ritiene, uno spazio può essere un percorso psicologico in cui può andare più a fondo e conoscersi meglio. Un caro saluto
Gentilissima, quello che sta attraversando è davvero duro, capisco quanto possa farla sentire confusa e spiazzata. Una rottura improvvisa, soprattutto quando arriva in un momento in cui non se lo aspettava, può dare la sensazione di perdere completamente il terreno da sotto i piedi. Le reazioni che ha avuto non sono eccessi, sono il segno di quanto questa relazione fosse importante per lei. Da quello che racconta, lui è in un periodo di forte stress e sembra non avere le risorse emotive per stare dentro una relazione in modo stabile. Questo però non cancella il dolore che il suo modo di gestire la situazione le ha causato. E non significa che lei non vada bene, ma che lui non riesce, adesso, ad esserci davvero. E' comprensibile, inoltre, che una parte di lei speri che torni e un'altra parte invece sappia che questo non è il tipo di amore che vuole. Non deve forzarsi a scegliere subito, in momenti così è normale che ci siano due emozioni diverse che convivono per un po'. Credo che un percorso psicologico potrebbe aiutarla molto a condividere questi vissuti, all'interno di uno spazio di ascolto che possa farla sentire ascoltata, compresa e non giudicata. Col tempo sarà possibile ritrovare un po' di stabilità dentro di lei e sarà più chiaro comprendere cosa sente davvero e cosa desidera.
Un caro saluto, Dott. Alessandro Rigutti
Un caro saluto, Dott. Alessandro Rigutti
Buon pomeriggio. Mi rendo conto che la situazione sia estremamente dolorosa per lei e, pertanto, vorrei iniziare esprimendole la mia vicinanza.
Per quanto riguarda quello che ha scritto, direi che, anziché concentrarsi su come potranno essere le cose in futuro o su cosa possa pensare il suo ex ragazzo, potrebbe esserle più utile focalizzarsi su se stessa: sul perseguire suoi obiettivi, sul coltivare sue passioni, sul frequentare persone che le vogliano bene.
Nel lungo termine, invece, penso che potrebbe beneficiare di un percorso di psicoterapia, nel quale esplorare le sue modalità di funzionamento (anche in ambito relazionale) e le sue sensibilità, nell'ottica di un miglioramento del suo benessere.
Vorrei chiudere specificando che, anche se tutti l'abbiamo desiderato almeno una volta, non sia possibile controllare le azioni ed i pensieri degli altri (in questo caso, il suo ex ragazzo). Quello che ci è possibile fare, invece, è esercitare un controllo sulle nostre reazioni cognitive, emotive e comportamentali, per meglio allinearle ai nostri scopi e desideri e per raggiungere un maggior grado di benessere.
Le auguro una buona giornata!
Per quanto riguarda quello che ha scritto, direi che, anziché concentrarsi su come potranno essere le cose in futuro o su cosa possa pensare il suo ex ragazzo, potrebbe esserle più utile focalizzarsi su se stessa: sul perseguire suoi obiettivi, sul coltivare sue passioni, sul frequentare persone che le vogliano bene.
Nel lungo termine, invece, penso che potrebbe beneficiare di un percorso di psicoterapia, nel quale esplorare le sue modalità di funzionamento (anche in ambito relazionale) e le sue sensibilità, nell'ottica di un miglioramento del suo benessere.
Vorrei chiudere specificando che, anche se tutti l'abbiamo desiderato almeno una volta, non sia possibile controllare le azioni ed i pensieri degli altri (in questo caso, il suo ex ragazzo). Quello che ci è possibile fare, invece, è esercitare un controllo sulle nostre reazioni cognitive, emotive e comportamentali, per meglio allinearle ai nostri scopi e desideri e per raggiungere un maggior grado di benessere.
Le auguro una buona giornata!
Buongiorno,
è comprensibile che tu ti senta confusa e ferita dopo una rottura improvvisa, soprattutto in una relazione in cui c’erano legami affettivi profondi e aspettative importanti per il futuro. Le emozioni che descrivi – dolore, senso di abbandono, rabbia, confusione – sono normali in questa fase e non indicano fragilità o debolezza. Vomitare la propria frustrazione o sentirsi vulnerabile non è un segno di incapacità, ma una reazione naturale al trauma emotivo.
Dal tuo racconto emerge anche una dinamica relazionale importante: tu desideri un legame in cui affrontare le difficoltà insieme, mentre il tuo ex partner sembra percepire l’amore in maniera diversa e, in questo momento, sente di non riuscire a gestire la relazione a causa dello stress e dei cambiamenti nella sua vita. Questo non significa che tu abbia una visione “sbagliata” dell’amore, ma che i vostri modi di vivere le relazioni sono diversi. Riconoscere questa differenza può aiutarti a fare chiarezza su ciò che davvero vuoi e meriti in una relazione.
È naturale che una parte di te speri in un ritorno, soprattutto quando ci sono stati legami profondi e progetti condivisi. Tuttavia, nutrire questa speranza può prolungare il dolore se la relazione non è coerente con i tuoi bisogni emotivi. Cercare di affrontare il distacco gradualmente, accettando il dolore e dandoti il tempo di elaborarlo, può essere un passo fondamentale per ritrovare equilibrio e sicurezza.
In questo momento, può essere molto utile parlarne con uno specialista, che possa sostenerti nell’elaborazione della perdita, aiutarti a gestire le emozioni intense e a rafforzare la tua capacità di decisione nel rispetto dei tuoi bisogni affettivi.
Dottoressa Silvia Parisi
è comprensibile che tu ti senta confusa e ferita dopo una rottura improvvisa, soprattutto in una relazione in cui c’erano legami affettivi profondi e aspettative importanti per il futuro. Le emozioni che descrivi – dolore, senso di abbandono, rabbia, confusione – sono normali in questa fase e non indicano fragilità o debolezza. Vomitare la propria frustrazione o sentirsi vulnerabile non è un segno di incapacità, ma una reazione naturale al trauma emotivo.
Dal tuo racconto emerge anche una dinamica relazionale importante: tu desideri un legame in cui affrontare le difficoltà insieme, mentre il tuo ex partner sembra percepire l’amore in maniera diversa e, in questo momento, sente di non riuscire a gestire la relazione a causa dello stress e dei cambiamenti nella sua vita. Questo non significa che tu abbia una visione “sbagliata” dell’amore, ma che i vostri modi di vivere le relazioni sono diversi. Riconoscere questa differenza può aiutarti a fare chiarezza su ciò che davvero vuoi e meriti in una relazione.
È naturale che una parte di te speri in un ritorno, soprattutto quando ci sono stati legami profondi e progetti condivisi. Tuttavia, nutrire questa speranza può prolungare il dolore se la relazione non è coerente con i tuoi bisogni emotivi. Cercare di affrontare il distacco gradualmente, accettando il dolore e dandoti il tempo di elaborarlo, può essere un passo fondamentale per ritrovare equilibrio e sicurezza.
In questo momento, può essere molto utile parlarne con uno specialista, che possa sostenerti nell’elaborazione della perdita, aiutarti a gestire le emozioni intense e a rafforzare la tua capacità di decisione nel rispetto dei tuoi bisogni affettivi.
Dottoressa Silvia Parisi
Gentile Utente Anonimo,
da quello che racconta, il colpo che ha ricevuto è stato improvviso e profondo. Quando una relazione finisce così, senza un vero percorso che ci prepari, è normale sentirsi confusa, ferita, quasi come se le fosse mancato il terreno sotto i piedi. Il Suo corpo ha reagito in modo forte, ma non c’è nulla di cui vergognarsi: è la misura dell’intensità con cui ha vissuto questo legame.
Il comportamento del Suo ex non indica mancanza di sentimento, ma una fragilità nel gestire la pressione emotiva. In un periodo della vita già sovraccarico — la laurea, i cambiamenti, il futuro da costruire — la relazione è diventata qualcosa che non riusciva più a sostenere, anche se provava affetto. Per alcune persone, quando l’ansia e lo stress prendono il sopravvento, la fuga diventa l’unico modo che conoscono per respirare.
Questo però non significa che il Suo modo di amare sia sbagliato o “troppo”. Lei ha chiesto vicinanza, chiarezza, condivisione: sono richieste sane in una relazione.
La verità è che i vostri bisogni non si incontravano. Lei si affidava al legame per trovare stabilità; lui, nello stesso legame, iniziava a sentirsi sotto pressione.
La frase che lui Le ha lasciato — “non pensare mai che non sono innamorato” — è comprensibile, ma rischia di tenerLa ancorata a una speranza che oggi non La aiuta a guarire. Può essere stato sincero, ma l’amore, da solo, non basta se la persona non ha gli strumenti per restare.
E credo che Lei questo lo sappia: lo si sente nel modo in cui dice che non è questo il tipo di relazione che desidera.
Una parte di Lei però è ancora aggrappata all’idea che, quando lui starà meglio, potrebbe tornare. È una reazione molto umana. Ma tornare non significherebbe necessariamente cambiare.
Quello che è emerso qui, con tutta la sua durezza, è un’incompatibilità nei modi di affrontare le difficoltà.
Lei resta, lui si ritira. Lei cerca il dialogo, lui si spegne. Lei percepisce il legame come un luogo in cui appoggiarsi, lui come qualcosa che rischia di sopraffarlo.
Non c'è una colpa. C’è una distanza.
Capisco la Sua paura di non riuscire a dire “no” se lui dovesse ricontattarla. È un timore che nasce dalla ferita, non dalla mancanza di lucidità. Ma intanto riconoscere che questa relazione, così com’è, non può darle ciò di cui ha bisogno, è già un passo importante verso la Sua protezione emotiva.
Le suggerirei, ora, di prendersi tempo. Non per capire lui, ma per capire come può prendersi cura di sé dopo una rottura che l’ha colpita così in profondità.
Ciò che sente è legittimo. E passerà. E quando passerà, non sarà perché lui tornerà, ma perché avrà ritrovato il Suo centro.
Se sente che affrontare tutto questo da sola è troppo pesante oppure sente il desiderio di un confronto o di qualcuno che la possa accompagnare in questo momento, sono qui. Mi contatti pure privatamente.
Un caro saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
da quello che racconta, il colpo che ha ricevuto è stato improvviso e profondo. Quando una relazione finisce così, senza un vero percorso che ci prepari, è normale sentirsi confusa, ferita, quasi come se le fosse mancato il terreno sotto i piedi. Il Suo corpo ha reagito in modo forte, ma non c’è nulla di cui vergognarsi: è la misura dell’intensità con cui ha vissuto questo legame.
Il comportamento del Suo ex non indica mancanza di sentimento, ma una fragilità nel gestire la pressione emotiva. In un periodo della vita già sovraccarico — la laurea, i cambiamenti, il futuro da costruire — la relazione è diventata qualcosa che non riusciva più a sostenere, anche se provava affetto. Per alcune persone, quando l’ansia e lo stress prendono il sopravvento, la fuga diventa l’unico modo che conoscono per respirare.
Questo però non significa che il Suo modo di amare sia sbagliato o “troppo”. Lei ha chiesto vicinanza, chiarezza, condivisione: sono richieste sane in una relazione.
La verità è che i vostri bisogni non si incontravano. Lei si affidava al legame per trovare stabilità; lui, nello stesso legame, iniziava a sentirsi sotto pressione.
La frase che lui Le ha lasciato — “non pensare mai che non sono innamorato” — è comprensibile, ma rischia di tenerLa ancorata a una speranza che oggi non La aiuta a guarire. Può essere stato sincero, ma l’amore, da solo, non basta se la persona non ha gli strumenti per restare.
E credo che Lei questo lo sappia: lo si sente nel modo in cui dice che non è questo il tipo di relazione che desidera.
Una parte di Lei però è ancora aggrappata all’idea che, quando lui starà meglio, potrebbe tornare. È una reazione molto umana. Ma tornare non significherebbe necessariamente cambiare.
Quello che è emerso qui, con tutta la sua durezza, è un’incompatibilità nei modi di affrontare le difficoltà.
Lei resta, lui si ritira. Lei cerca il dialogo, lui si spegne. Lei percepisce il legame come un luogo in cui appoggiarsi, lui come qualcosa che rischia di sopraffarlo.
Non c'è una colpa. C’è una distanza.
Capisco la Sua paura di non riuscire a dire “no” se lui dovesse ricontattarla. È un timore che nasce dalla ferita, non dalla mancanza di lucidità. Ma intanto riconoscere che questa relazione, così com’è, non può darle ciò di cui ha bisogno, è già un passo importante verso la Sua protezione emotiva.
Le suggerirei, ora, di prendersi tempo. Non per capire lui, ma per capire come può prendersi cura di sé dopo una rottura che l’ha colpita così in profondità.
Ciò che sente è legittimo. E passerà. E quando passerà, non sarà perché lui tornerà, ma perché avrà ritrovato il Suo centro.
Se sente che affrontare tutto questo da sola è troppo pesante oppure sente il desiderio di un confronto o di qualcuno che la possa accompagnare in questo momento, sono qui. Mi contatti pure privatamente.
Un caro saluto,
Dott.ssa Susanna Brandolini
Buongiorno,
quello che sta vivendo è molto doloroso e la sua confusione è comprensibile.
Da ciò che racconta, la rottura non nasce da un singolo episodio ma da una difficoltà relazionale presente da tempo: poca passione, bisogni affettivi diversi, e una gestione dello stress che per lui passa dal ritiro e per lei dall’avvicinamento. Questo crea un’incompatibilità, soprattutto nei momenti critici.
È possibile che lui provi ancora dei sentimenti, ma amare non significa automaticamente saper stare in una relazione. Ci sono persone che, sotto pressione, si chiudono e scappano anche da ciò a cui tengono. Questo non rende l’altro “meno amabile”, ma rende il legame instabile.
Le sue parole finali, per quanto possano sembrare rassicuranti, rischiano di tenerla agganciata alla speranza. Non è detto che siano una bugia, ma non sono una base su cui costruire. Lei stessa riconosce che il tipo di relazione che desidera è diverso: più presenza, più condivisione, più continuità.
La sua reazione fisica ed emotiva intensa parla di una forte sensibilità all’abbandono, non di debolezza o vergogna. In questi casi il rischio maggiore è rimanere in attesa di un ritorno, anche quando razionalmente si sa che non sarebbe ciò di cui si ha bisogno.
Ora non deve essere “forte” né decidere nulla per sempre. L’unica cosa utile è proteggersi dalla speranza che la tiene ferma, prendendo distanza e permettendo al dolore di fare il suo corso. La chiarezza, col tempo, arriverà.
Non è confusa perché non capisce: è confusa perché sta lasciando andare qualcosa che emotivamente era importante, anche se non era giusto per lei.
quello che sta vivendo è molto doloroso e la sua confusione è comprensibile.
Da ciò che racconta, la rottura non nasce da un singolo episodio ma da una difficoltà relazionale presente da tempo: poca passione, bisogni affettivi diversi, e una gestione dello stress che per lui passa dal ritiro e per lei dall’avvicinamento. Questo crea un’incompatibilità, soprattutto nei momenti critici.
È possibile che lui provi ancora dei sentimenti, ma amare non significa automaticamente saper stare in una relazione. Ci sono persone che, sotto pressione, si chiudono e scappano anche da ciò a cui tengono. Questo non rende l’altro “meno amabile”, ma rende il legame instabile.
Le sue parole finali, per quanto possano sembrare rassicuranti, rischiano di tenerla agganciata alla speranza. Non è detto che siano una bugia, ma non sono una base su cui costruire. Lei stessa riconosce che il tipo di relazione che desidera è diverso: più presenza, più condivisione, più continuità.
La sua reazione fisica ed emotiva intensa parla di una forte sensibilità all’abbandono, non di debolezza o vergogna. In questi casi il rischio maggiore è rimanere in attesa di un ritorno, anche quando razionalmente si sa che non sarebbe ciò di cui si ha bisogno.
Ora non deve essere “forte” né decidere nulla per sempre. L’unica cosa utile è proteggersi dalla speranza che la tiene ferma, prendendo distanza e permettendo al dolore di fare il suo corso. La chiarezza, col tempo, arriverà.
Non è confusa perché non capisce: è confusa perché sta lasciando andare qualcosa che emotivamente era importante, anche se non era giusto per lei.
Ciao, è stato tutto travolgente e improvviso, è comprensibile che tu sia confusa, ma analizziamo la situazione: per lasciarti probabilmente i disagi c'erano da un po' di tempo, lui cercava di andare oltre ma poi ha ceduto al peso della situazione. Da come lo descrivi, forse i sentimenti ci sono da parte sua, ma non è nello stato mentale da essere supportivo per un'altra persona, oppure non riesce a dosare le energie, pensa solo ai problemi e non riesce ad essere presente come fidanzato, e così, anche per non logorare il rapporto, decide di interrompere. Questa scelta non sembra data dai sentimenti, ma dal razionale discorso "Non ce la faccio". Dall'altro canto forse anche tu non sei riuscita ad essere supportiva per lui, perché anche tu sei presa dai tuoi pensieri (che però riguardano la relazione). Non esiste una sfera di cristallo per prevedere come andrà, tu sei ferita perché non è una persona stabile - la relazione funziona finché entrambi state bene e crolla nel momento di difficoltà - e giustamente hai perso la fiducia. Possiamo dire che è plausibile che questa instabilità nelle difficoltà resti e che la differenza tra la rottura e la riconciliazione sta nella volontà condivisa di lottare per quello che provate.
Gentilissima, buongiorno.
La ringrazio dell’apertura che ha avuto.
Le sue propensioni al dialogo e al cercare di capirsi emotivamente sono due punti di forza importanti.
Ci sono numerosi punti di partenza che possono essere esplorati in una seduta conoscitiva, ad esempio:
-Come vorrebbe una relazione durante un periodo difficile, cioè determinata a superare le difficoltà attraverso il dialogo, senza vivere la sensazione che il proprio partner stia scappando.
-Affinare anche un proprio sentire, che le permettere di comprendere meglio come mai questa sua relazione sia terminata così velocemente, passando in 4 ore, dal dialogare del capodanno a non essere più insieme.
Tutti i cambiamenti importanti nella vita possono provocare una forte confusione e se inaspettati e spiacevoli, portare a delle reazioni somatiche molto importanti, come ad esempio il vomito.
Un percorso psicologico basato sulle tecniche attive, le può permettere di comprendere meglio cosa ricavare nelle relazioni, ascoltare in modo più efficace le sue emozioni e se ci sono delle avvisaglie che le possano far comprendere che il rapporto si sta incrinando e quali sono le aspettative che può riporre su di esso.
Con la mindfulness può sperimentare anche delle tecniche di meditazione, che le possano essere utili durante momenti di forte stress.
Se sente il bisogno di un ulteriore confronto o avesse altre necessità è la benvenuta.
La ringrazio dell’apertura che ha avuto.
Le sue propensioni al dialogo e al cercare di capirsi emotivamente sono due punti di forza importanti.
Ci sono numerosi punti di partenza che possono essere esplorati in una seduta conoscitiva, ad esempio:
-Come vorrebbe una relazione durante un periodo difficile, cioè determinata a superare le difficoltà attraverso il dialogo, senza vivere la sensazione che il proprio partner stia scappando.
-Affinare anche un proprio sentire, che le permettere di comprendere meglio come mai questa sua relazione sia terminata così velocemente, passando in 4 ore, dal dialogare del capodanno a non essere più insieme.
Tutti i cambiamenti importanti nella vita possono provocare una forte confusione e se inaspettati e spiacevoli, portare a delle reazioni somatiche molto importanti, come ad esempio il vomito.
Un percorso psicologico basato sulle tecniche attive, le può permettere di comprendere meglio cosa ricavare nelle relazioni, ascoltare in modo più efficace le sue emozioni e se ci sono delle avvisaglie che le possano far comprendere che il rapporto si sta incrinando e quali sono le aspettative che può riporre su di esso.
Con la mindfulness può sperimentare anche delle tecniche di meditazione, che le possano essere utili durante momenti di forte stress.
Se sente il bisogno di un ulteriore confronto o avesse altre necessità è la benvenuta.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso una parte così delicata della sua esperienza. Le rispondo con uno sguardo sistemico-relazionale, cercando di dare senso a ciò che è accaduto nel legame.
Le reazioni che descrive — il malessere fisico, l’insonnia, la confusione — non sono segni di debolezza, ma risposte comprensibili a una rottura improvvisa, soprattutto in presenza di una sensibilità all’abbandono. Quando un legame si interrompe bruscamente, l’intero sistema emotivo entra in allarme.
Dal suo racconto emergono due modalità relazionali diverse: la sua, orientata al confronto e alla tenuta del legame anche nelle difficoltà; la sua, più ritirata, che nei momenti di forte stress tende a sospendere o chiudere la relazione. Questa differenza può creare una dinamica dolorosa, in cui più lei cerca vicinanza e chiarezza, più lui si allontana.
La frase “sono innamorato ma non riesco a stare nella relazione” può apparire contraddittoria, ma per alcune persone il sentimento non coincide con la capacità di sostenere un legame. Anche ammettendo l’esistenza di un affetto, resta però un punto centrale: non è il tipo di relazione che lei desidera.
La parte di lei che resta aggrappata alla speranza non è ingenua, ma cerca continuità e senso dopo una rottura improvvisa. Il rischio è rimanere in attesa di qualcuno che, nei fatti, si è sottratto al legame. La paura di non riuscire un domani a dirgli di no non indica mancanza di forza, ma un nodo affettivo profondo che merita ascolto.
La consapevolezza che l’amore, per lei, significhi restare e affrontare le difficoltà è una bussola importante. Se sente che la confusione è troppo intensa, un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio ciò che si è attivato e a proteggere i suoi bisogni relazionali.
Non c’è nulla di sbagliato in ciò che sta provando: sta attraversando una frattura significativa che può, col tempo, diventare occasione di maggiore consapevolezza.
Spero di esserle stato di supporto e le auguro una buona serata.
la ringrazio per aver condiviso una parte così delicata della sua esperienza. Le rispondo con uno sguardo sistemico-relazionale, cercando di dare senso a ciò che è accaduto nel legame.
Le reazioni che descrive — il malessere fisico, l’insonnia, la confusione — non sono segni di debolezza, ma risposte comprensibili a una rottura improvvisa, soprattutto in presenza di una sensibilità all’abbandono. Quando un legame si interrompe bruscamente, l’intero sistema emotivo entra in allarme.
Dal suo racconto emergono due modalità relazionali diverse: la sua, orientata al confronto e alla tenuta del legame anche nelle difficoltà; la sua, più ritirata, che nei momenti di forte stress tende a sospendere o chiudere la relazione. Questa differenza può creare una dinamica dolorosa, in cui più lei cerca vicinanza e chiarezza, più lui si allontana.
La frase “sono innamorato ma non riesco a stare nella relazione” può apparire contraddittoria, ma per alcune persone il sentimento non coincide con la capacità di sostenere un legame. Anche ammettendo l’esistenza di un affetto, resta però un punto centrale: non è il tipo di relazione che lei desidera.
La parte di lei che resta aggrappata alla speranza non è ingenua, ma cerca continuità e senso dopo una rottura improvvisa. Il rischio è rimanere in attesa di qualcuno che, nei fatti, si è sottratto al legame. La paura di non riuscire un domani a dirgli di no non indica mancanza di forza, ma un nodo affettivo profondo che merita ascolto.
La consapevolezza che l’amore, per lei, significhi restare e affrontare le difficoltà è una bussola importante. Se sente che la confusione è troppo intensa, un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio ciò che si è attivato e a proteggere i suoi bisogni relazionali.
Non c’è nulla di sbagliato in ciò che sta provando: sta attraversando una frattura significativa che può, col tempo, diventare occasione di maggiore consapevolezza.
Spero di esserle stato di supporto e le auguro una buona serata.
Buongiorno,
leggendoti mi par di capire che siete alle prese con le prime comunicazioni d'amore e i primi passi per costruire insieme una storia che vi possa far star bene. Occorrerebbe un aiutino.
Un saluto cordiale
DOtt.ssa Marzia Sellini
leggendoti mi par di capire che siete alle prese con le prime comunicazioni d'amore e i primi passi per costruire insieme una storia che vi possa far star bene. Occorrerebbe un aiutino.
Un saluto cordiale
DOtt.ssa Marzia Sellini
Ciao, grazie per aver raccontato con tanta onestà e lucidità quello che stai vivendo. È una riflessione molto profonda e tutt’altro che banale.
Dopo una relazione tossica o fortemente ansiogena, il nostro sistema emotivo può essere “tarato” sull’intensità, sull’attivazione continua e sull’incertezza. Quando entri in una relazione più sana e tranquilla, il cervello può interpretare questa calma come assenza di sentimento, facendo emergere dubbi, pensieri intrusivi e bisogno di controllo.
Il fatto che con lei tu stia bene, ti senta naturale, non provi fastidio nel contatto fisico e che il tempo insieme ti faccia stare bene è un dato molto significativo. I pensieri che arrivano quando siete lontani sembrano più legati all’ansia e al confronto con il passato che a ciò che realmente provi nel presente.
I sentimenti non si misurano dall’urgenza o dalla costante mancanza, ma dalla qualità dell’esperienza quando si è insieme. Provare a osservare questi pensieri senza dar loro subito valore di verità può aiutarti a fare chiarezza, lasciando spazio all’esperienza invece che al dubbio.
Dopo una relazione tossica o fortemente ansiogena, il nostro sistema emotivo può essere “tarato” sull’intensità, sull’attivazione continua e sull’incertezza. Quando entri in una relazione più sana e tranquilla, il cervello può interpretare questa calma come assenza di sentimento, facendo emergere dubbi, pensieri intrusivi e bisogno di controllo.
Il fatto che con lei tu stia bene, ti senta naturale, non provi fastidio nel contatto fisico e che il tempo insieme ti faccia stare bene è un dato molto significativo. I pensieri che arrivano quando siete lontani sembrano più legati all’ansia e al confronto con il passato che a ciò che realmente provi nel presente.
I sentimenti non si misurano dall’urgenza o dalla costante mancanza, ma dalla qualità dell’esperienza quando si è insieme. Provare a osservare questi pensieri senza dar loro subito valore di verità può aiutarti a fare chiarezza, lasciando spazio all’esperienza invece che al dubbio.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso un vissuto così intenso e doloroso. Dalle sue parole emerge una grande confusione emotiva, comprensibile alla luce di una separazione avvenuta in modo improvviso e con messaggi che, per loro natura, risultano ambivalenti.
Può essere che non sia la sola fine di una relazione a generare la sofferenza che ci ha portato, l’assenza di una cornice chiara entro cui collocare quanto accaduto unite alle spiegazioni ricevute che lasciare aperti più significati contemporaneamente (amore sì / relazione no), possono rendere difficile per lei trovare un punto di stabilità emotiva.
È importante notare come lei stessa riconosca di avere un’idea di relazione in cui la presenza, soprattutto nei momenti di difficoltà, rappresenta un valore centrale. Questo non indica una visione “idealizzata” dell’amore, ma piuttosto un bisogno relazionale legittimo, che in questo momento sembra non incontrarsi con il modo in cui l’altra persona riesce a stare nella coppia.
La speranza che l’altro possa tornare, così come il timore di non riuscire a porre dei limiti qualora ciò accadesse, possono essere letti come tentativi di dare continuità a un legame che per lei è stato significativo. Allo stesso tempo, la sua riflessione mostra già una consapevolezza importante rispetto a ciò che desidera e a ciò che fatica ad accettare in una relazione.
In fasi come questa, più che cercare risposte definitive, può essere utile concedersi il tempo di riconoscere e dare senso alle emozioni che stanno emergendo, senza giudicarle né forzare conclusioni. La confusione che descrive non è un segno di debolezza, ma spesso una tappa di passaggio quando un legame rilevante si interrompe in modo brusco.
Le auguro di poter trovare, gradualmente, uno spazio di maggiore chiarezza e stabilità, nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni.
la ringrazio per aver condiviso un vissuto così intenso e doloroso. Dalle sue parole emerge una grande confusione emotiva, comprensibile alla luce di una separazione avvenuta in modo improvviso e con messaggi che, per loro natura, risultano ambivalenti.
Può essere che non sia la sola fine di una relazione a generare la sofferenza che ci ha portato, l’assenza di una cornice chiara entro cui collocare quanto accaduto unite alle spiegazioni ricevute che lasciare aperti più significati contemporaneamente (amore sì / relazione no), possono rendere difficile per lei trovare un punto di stabilità emotiva.
È importante notare come lei stessa riconosca di avere un’idea di relazione in cui la presenza, soprattutto nei momenti di difficoltà, rappresenta un valore centrale. Questo non indica una visione “idealizzata” dell’amore, ma piuttosto un bisogno relazionale legittimo, che in questo momento sembra non incontrarsi con il modo in cui l’altra persona riesce a stare nella coppia.
La speranza che l’altro possa tornare, così come il timore di non riuscire a porre dei limiti qualora ciò accadesse, possono essere letti come tentativi di dare continuità a un legame che per lei è stato significativo. Allo stesso tempo, la sua riflessione mostra già una consapevolezza importante rispetto a ciò che desidera e a ciò che fatica ad accettare in una relazione.
In fasi come questa, più che cercare risposte definitive, può essere utile concedersi il tempo di riconoscere e dare senso alle emozioni che stanno emergendo, senza giudicarle né forzare conclusioni. La confusione che descrive non è un segno di debolezza, ma spesso una tappa di passaggio quando un legame rilevante si interrompe in modo brusco.
Le auguro di poter trovare, gradualmente, uno spazio di maggiore chiarezza e stabilità, nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni.
Gentile utente,
quello che sta vivendo è comprensibilmente molto doloroso e la confusione che descrive è una reazione umana a una rottura improvvisa, avvenuta senza un percorso graduale e senza segnali preparatori. Quando una relazione finisce in modo repentino, soprattutto mentre si stava ancora progettando il futuro, il senso di spaesamento e di abbandono può essere intenso e destabilizzante, in particolare per chi, come Lei, è sensibile al tema della separazione.
È importante chiarire un punto centrale: le parole del Suo ex partner non vanno lette tanto per stabilire se “dice la verità” o meno sul suo essere innamorato, quanto per osservare i fatti. Al di là delle dichiarazioni, ciò che emerge è che di fronte a una difficoltà relazionale e a una fase di stress personale, lui ha scelto di sottrarsi alla relazione anziché restarci dentro e provare ad attraversarla insieme. Questo non rende falso ciò che ha provato, ma indica un modo di stare nei legami che oggi non è compatibile con il Suo bisogno di presenza, continuità e condivisione.
La speranza che lui possa tornare quando sarà più stabile è una reazione molto comune dopo una rottura, soprattutto quando l’altro lascia uno spiraglio emotivo dicendo di essere ancora innamorato. Tuttavia, questa speranza rischia di tenerLa bloccata in un’attesa che prolunga la sofferenza e ritarda l’elaborazione del distacco. Il punto non è se un giorno potrebbe rifarsi vivo, ma se Lei, conoscendo questo modo di affrontare le difficoltà, potrebbe davvero sentirsi al sicuro e serena in quella relazione.
La parte di Lei che riconosce che questo non è il tipo di amore che desidera è una parte lucida e importante. L’altra parte, più fragile, è quella ferita dall’abbandono e dalla perdita improvvisa, e tende ad aggrapparsi a ciò che resta per non sentire il vuoto. Entrambe meritano ascolto, ma è fondamentale non prendere decisioni future quando il dolore è ancora così vivo.
In questo momento non Le è richiesto di essere “forte” o di sapere già come reagire se lui dovesse tornare. È più utile concentrarsi su ciò che può aiutarLa ora a contenere l’angoscia, a ritrovare un minimo di stabilità emotiva e a dare un senso a quanto accaduto. Un percorso psicologico potrebbe offrirLe uno spazio protetto per lavorare sia sul vissuto di abbandono sia sulla costruzione di confini più solidi, affinché le Sue scelte future non siano guidate solo dalla paura di perdere l’altro.
La confusione che sente non è un segno di debolezza, ma il segnale di un legame che si è interrotto senza essere stato davvero “chiuso” dentro di Lei. Con il tempo e con un adeguato supporto, questa nebbia può diradarsi.
Un caro saluto
Dott.ssa Sara Petroni
quello che sta vivendo è comprensibilmente molto doloroso e la confusione che descrive è una reazione umana a una rottura improvvisa, avvenuta senza un percorso graduale e senza segnali preparatori. Quando una relazione finisce in modo repentino, soprattutto mentre si stava ancora progettando il futuro, il senso di spaesamento e di abbandono può essere intenso e destabilizzante, in particolare per chi, come Lei, è sensibile al tema della separazione.
È importante chiarire un punto centrale: le parole del Suo ex partner non vanno lette tanto per stabilire se “dice la verità” o meno sul suo essere innamorato, quanto per osservare i fatti. Al di là delle dichiarazioni, ciò che emerge è che di fronte a una difficoltà relazionale e a una fase di stress personale, lui ha scelto di sottrarsi alla relazione anziché restarci dentro e provare ad attraversarla insieme. Questo non rende falso ciò che ha provato, ma indica un modo di stare nei legami che oggi non è compatibile con il Suo bisogno di presenza, continuità e condivisione.
La speranza che lui possa tornare quando sarà più stabile è una reazione molto comune dopo una rottura, soprattutto quando l’altro lascia uno spiraglio emotivo dicendo di essere ancora innamorato. Tuttavia, questa speranza rischia di tenerLa bloccata in un’attesa che prolunga la sofferenza e ritarda l’elaborazione del distacco. Il punto non è se un giorno potrebbe rifarsi vivo, ma se Lei, conoscendo questo modo di affrontare le difficoltà, potrebbe davvero sentirsi al sicuro e serena in quella relazione.
La parte di Lei che riconosce che questo non è il tipo di amore che desidera è una parte lucida e importante. L’altra parte, più fragile, è quella ferita dall’abbandono e dalla perdita improvvisa, e tende ad aggrapparsi a ciò che resta per non sentire il vuoto. Entrambe meritano ascolto, ma è fondamentale non prendere decisioni future quando il dolore è ancora così vivo.
In questo momento non Le è richiesto di essere “forte” o di sapere già come reagire se lui dovesse tornare. È più utile concentrarsi su ciò che può aiutarLa ora a contenere l’angoscia, a ritrovare un minimo di stabilità emotiva e a dare un senso a quanto accaduto. Un percorso psicologico potrebbe offrirLe uno spazio protetto per lavorare sia sul vissuto di abbandono sia sulla costruzione di confini più solidi, affinché le Sue scelte future non siano guidate solo dalla paura di perdere l’altro.
La confusione che sente non è un segno di debolezza, ma il segnale di un legame che si è interrotto senza essere stato davvero “chiuso” dentro di Lei. Con il tempo e con un adeguato supporto, questa nebbia può diradarsi.
Un caro saluto
Dott.ssa Sara Petroni
Buongiorno,
ti ringrazio per aver condiviso un’esperienza così delicata. La confusione che stai vivendo è comprensibile: la rottura è avvenuta in modo improvviso, senza segnali graduali, e questo rende particolarmente difficile dare un senso a quanto è successo e riorganizzarti emotivamente.
Dal tuo racconto emergono alcuni aspetti centrali. Da una parte, una relazione che fin dall’inizio presentava una difficoltà sul piano dell’intimità e della sessualità, tema che hai cercato di affrontare nel tempo con attenzione e rispetto. Dall’altra, una fase di vita del tuo ex partner caratterizzata da forti pressioni e cambiamenti, che sembra aver ridotto la sua disponibilità emotiva e mentale a stare nella relazione.
La modalità con cui è avvenuta la separazione — prima la proposta di una pausa, poi la chiusura — ha probabilmente amplificato il tuo senso di smarrimento e di abbandono. Le reazioni emotive e corporee intense che descrivi non sono “eccessive”, ma coerenti con una sensibilità particolare alla perdita del legame, soprattutto quando questa avviene in modo repentino.
La frase che lui ti ha detto, cioè di essere innamorato ma di non riuscire a stare in una relazione, è oggettivamente ambigua. Dal punto di vista psicologico può rappresentare un conflitto interno: da un lato il legame affettivo, dall’altro l’incapacità, in questo momento, di sostenere l’impegno relazionale. È comprensibile che questa ambivalenza ti tenga ancorata alla speranza di un possibile ritorno, rendendo più difficile l’elaborazione della separazione.
È però significativo che tu stessa riconosca come, al di là delle sue parole, il tipo di relazione che emerge non corrisponda ai tuoi bisogni profondi. La tua idea di amore include la possibilità di restare e attraversare insieme i momenti di difficoltà, non di interrompere il legame quando emergono problemi o stress. Questo non indica una visione idealizzata, ma una buona consapevolezza dei tuoi valori relazionali.
La fatica nel lasciar andare del tutto è spiegabile dalla presenza di due livelli interni: uno più razionale, che vede i limiti della relazione, e uno più emotivo, che teme la perdita definitiva e l’abbandono. In questa fase non è necessario forzarti a “chiudere” emotivamente, ma può essere utile limitare i comportamenti che alimentano l’attesa e la speranza, così da permettere gradualmente un processo di elaborazione.
In questo momento la priorità non è comprendere fino in fondo le motivazioni di lui, ma prenderti cura del tuo equilibrio emotivo, riconoscendo il dolore per ciò che è stato e per ciò che avresti voluto fosse. Considerata la tua sensibilità al tema dell’abbandono, un percorso di supporto psicologico potrebbe offrirti uno spazio protetto per comprendere meglio queste dinamiche e rafforzare le risorse necessarie a tutelarti nelle relazioni future.
La sofferenza che stai attraversando non è segno di debolezza, ma di un investimento affettivo autentico. Con il tempo e il giusto sostegno, questa esperienza potrà tradursi in maggiore chiarezza su ciò che desideri e meriti in una relazione.
Un caro saluto.
Alma Magnani -Psicologa
ti ringrazio per aver condiviso un’esperienza così delicata. La confusione che stai vivendo è comprensibile: la rottura è avvenuta in modo improvviso, senza segnali graduali, e questo rende particolarmente difficile dare un senso a quanto è successo e riorganizzarti emotivamente.
Dal tuo racconto emergono alcuni aspetti centrali. Da una parte, una relazione che fin dall’inizio presentava una difficoltà sul piano dell’intimità e della sessualità, tema che hai cercato di affrontare nel tempo con attenzione e rispetto. Dall’altra, una fase di vita del tuo ex partner caratterizzata da forti pressioni e cambiamenti, che sembra aver ridotto la sua disponibilità emotiva e mentale a stare nella relazione.
La modalità con cui è avvenuta la separazione — prima la proposta di una pausa, poi la chiusura — ha probabilmente amplificato il tuo senso di smarrimento e di abbandono. Le reazioni emotive e corporee intense che descrivi non sono “eccessive”, ma coerenti con una sensibilità particolare alla perdita del legame, soprattutto quando questa avviene in modo repentino.
La frase che lui ti ha detto, cioè di essere innamorato ma di non riuscire a stare in una relazione, è oggettivamente ambigua. Dal punto di vista psicologico può rappresentare un conflitto interno: da un lato il legame affettivo, dall’altro l’incapacità, in questo momento, di sostenere l’impegno relazionale. È comprensibile che questa ambivalenza ti tenga ancorata alla speranza di un possibile ritorno, rendendo più difficile l’elaborazione della separazione.
È però significativo che tu stessa riconosca come, al di là delle sue parole, il tipo di relazione che emerge non corrisponda ai tuoi bisogni profondi. La tua idea di amore include la possibilità di restare e attraversare insieme i momenti di difficoltà, non di interrompere il legame quando emergono problemi o stress. Questo non indica una visione idealizzata, ma una buona consapevolezza dei tuoi valori relazionali.
La fatica nel lasciar andare del tutto è spiegabile dalla presenza di due livelli interni: uno più razionale, che vede i limiti della relazione, e uno più emotivo, che teme la perdita definitiva e l’abbandono. In questa fase non è necessario forzarti a “chiudere” emotivamente, ma può essere utile limitare i comportamenti che alimentano l’attesa e la speranza, così da permettere gradualmente un processo di elaborazione.
In questo momento la priorità non è comprendere fino in fondo le motivazioni di lui, ma prenderti cura del tuo equilibrio emotivo, riconoscendo il dolore per ciò che è stato e per ciò che avresti voluto fosse. Considerata la tua sensibilità al tema dell’abbandono, un percorso di supporto psicologico potrebbe offrirti uno spazio protetto per comprendere meglio queste dinamiche e rafforzare le risorse necessarie a tutelarti nelle relazioni future.
La sofferenza che stai attraversando non è segno di debolezza, ma di un investimento affettivo autentico. Con il tempo e il giusto sostegno, questa esperienza potrà tradursi in maggiore chiarezza su ciò che desideri e meriti in una relazione.
Un caro saluto.
Alma Magnani -Psicologa
Ciao,
grazie per aver raccontato con tanta sincerità quello che stai vivendo. Da ciò che descrivi emerge una rottura improvvisa, avvenuta in un momento per te molto delicato, che ha lasciato confusione, dolore e un forte senso di abbandono: è comprensibile sentirsi così quando le parole dell’altro non coincidono con i fatti e lasciano spazio alla speranza.
Al di là di cosa lui provi o dica di provare, è importante ascoltare anche ciò che tu senti e desideri in una relazione, e il fatto che tu riconosca che questo tipo di legame non è ciò che vuoi è già un punto di chiarezza importante.
Se temi di restare agganciata alla speranza o senti di avere difficoltà a tutelarti emotivamente in questo momento, parlarne in uno spazio di ascolto può aiutarti a orientarti e a ritrovare un po’ di stabilità.
Se vuoi possiamo fissare un colloquio conoscitivo gratuito, nel quale insieme proviamo a capire come posso aiutarti ad afforntare questo periodo che ti sta mettendo alla prova. Ti aspetto, Dott.ssa Alessandra Corti
grazie per aver raccontato con tanta sincerità quello che stai vivendo. Da ciò che descrivi emerge una rottura improvvisa, avvenuta in un momento per te molto delicato, che ha lasciato confusione, dolore e un forte senso di abbandono: è comprensibile sentirsi così quando le parole dell’altro non coincidono con i fatti e lasciano spazio alla speranza.
Al di là di cosa lui provi o dica di provare, è importante ascoltare anche ciò che tu senti e desideri in una relazione, e il fatto che tu riconosca che questo tipo di legame non è ciò che vuoi è già un punto di chiarezza importante.
Se temi di restare agganciata alla speranza o senti di avere difficoltà a tutelarti emotivamente in questo momento, parlarne in uno spazio di ascolto può aiutarti a orientarti e a ritrovare un po’ di stabilità.
Se vuoi possiamo fissare un colloquio conoscitivo gratuito, nel quale insieme proviamo a capire come posso aiutarti ad afforntare questo periodo che ti sta mettendo alla prova. Ti aspetto, Dott.ssa Alessandra Corti
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