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Esperienze
Per me la Psicologia non è la cura delle persone disturbate, ma un prezioso strumento offerto alle anime coraggiose, che ricercano autonomia e consapevolezza.
Nei percorsi di crescita, sia in Italia che all'estero, ho appreso che le persone raggiungono la felicità, la soddisfazione e l'equilibrio dando molta importanza alle relazioni, al rapporto con il corpo e le emozioni. Trovo molto gratificante come tutto questo si possa raggiungere, attraverso le Tecniche Attive e la Mindfulness.
Questi metodi danno la possibilità di essere più creativo e spontaneo nell'osservare il presente, ciò fa esprimere in modo chiaro e aperto i bisogni e i desideri, favorendo una maggiore espressione di sè e degli altri.
Offro ciò che mi contraddistingue: accoglienza e determinazione, per accompagnare chi ha voglia di cambiare, dare un senso ai propri disagi. Mutare le sofferenze in saggezze.
Iscritto nell'Albo del Piemonte. Numero iscrizione 11117
7 recensioni
Punteggio generale
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S.Z.
Professionista giovane ma di grande sensibilità. Anche grazie a tecniche mutuate dallo psicodramma moreniano, mi ha aiutato molto ad aprirmi su argomenti difficili. Gliene sono estremamente grato, e lo raccomando senza reserve.
F.S.
Ottima esperienza. Il Dott. Leone è riuscito a mettermi subito a mio agio. È stato accogliente, cortese e attento.
Alessandra
Mi sono sentita a mio agio a parlare con lui. Penso che iniziando un percorso con lui potrò superare tutto e sentirmi finalmente un po' più serena.
Dott. Luca Leone
La ringrazio, qualsiasi sua considerazione è benvenuta.
Rimango gentilmente in ascolto.
V.R.
Considero dottor Leone una persona molto delicata e cortese. Ha subito dimostrato un livello di attenzione che ha permesso di sentirmi accolta e ho avvertito la sua capacità di ascolto e sensibilità. Non era facile per me aprirmi con uno specialista (essendo la prima volta) in questo settore perché ho paura di toccare cose che mi feriscono e, soprattuto, affrontare aspetti dolorosi del mio passato. Ho trovato aiuto e sostegno in questo momento difficile, per questo motivo sono motivata a continuare questo percorso e inoltre ci tengo molto a ringraziarlo.
Dott. Luca Leone
La ringrazio per il suo messaggio. La maggior parte di ciò che sta riuscendo a ottenere è solo frutto del suo coraggio e della costanza.
Con stima.
A presto.
Francesca
Ho da poco iniziato un percorso di terapia con il dott. Leone e ne sono molto felice. Luca è dotato di una rara capacità di ascolto che mette a suo agio il paziente riuscendo a far parlare anche persone più timide e chiuse come me.
Soffro da sempre di disturbi di ansia quindi per me solitamente la terapia è un momento di grande vulnerabilità emotiva. Luca, con la sua innata empatia, riesce a mitigare questa difficoltà all'apertura e mi sta aiutando ad uscire da un brutto momento della mia vita.
Aggiungerei che la capacità di essere open minded e senza giudizi, sebbene sembri una cosa imprescindibile nello psicologo, è particolarmente spiccata nel dott. Leone.
Senza dubbio lo consiglierei a tutt*
Dott. Luca Leone
La ringrazio per questo commento. Ogni frutto che sta riuscendo a cogliere è merito di ciò che lei sta coltivando con pazienza e costanza. Io la sto solo accompagnando e gioendo insieme a lei di questi traguardi. Complimenti ancora.
Lorenzo
Ho conosciuto il dott Leone qualche anno fa e ho intrapreso con lui un percorso impegnativo e coraggioso. Con professionalità e creatività mi segue e mi accompagna nella strada del continuo cambiamento. Ero anche molto scettico riguardo alle tecniche di mindfulness, ma mi sono dovuto ricredere e le trovo sempre più indispensabili.
Sempre gentile e disponibile, il servizio non può che essere eccellente.
Giulia
Il Dottor Leone mi sta aiutando davvero molto ad attraversare un periodo un po' buio per me. Durante l'ora di terapia mi sento accolta ed ascoltata, sono contenta di aver intrapreso questo percorso con lui.
Inoltre ho sempre sentito parlare di mindfulness ma non ho mai saputo da dove iniziare, il Dottore mi sta insegnando delle tecniche che utilizzo durante la mia giornata, gliene sono grata.
Risposte ai pazienti
ha risposto a 3 domande da parte di pazienti di MioDottore
Buongiorno a tutti e grazie in anticipo per chi avrà tempo di leggermi ed aiutarmi.
Sono una ragazza di quasi trent’anni e da più di un mese sono uscita da una relazione tormentata di due anni che mi ha lasciata priva di forze, energia e voglia di vivere. Sto malissimo. Ho dato tutto per questa relazione e ne sono uscita devastata.
Ci siamo messi insieme circa due anni fa e i primi mesi di relazione sono stati probabilmente i più belli della mia vita: credevo di avere trovato la persona giusta, mi sentivo libera di essere me stessa e sentivo di essere amata e stimata proprio così come sono. Sono (ero) una persona molto allegra, solare, piena di iniziative, romantica, che ama sorprendere e fare ridere, che si occupa di mille cose contemporaneamente. Lui, molto affascinante, ha sempre avuto una fitta rete di amici che lo coinvolgono in mille attività, ma in quei primi mesi l’equilibrio tra i nostri mondi era perfetto: facevamo parte reciprocamente uno della vita dell’altro, ci interessavamo alle rispettive vite e tutto andava bene. Con il tempo il suo interesse è andato scemando, ho avuto problemi di salute e lui era assente. Preferiva passare il tempo con gli amici rispetto che con me, organizzava l’estate senza di me davanti ai miei occhi, io ne soffrivo e cercavo di parlarne ma venivo sempre etichettata come esagerata e pesante. Dopo circa 6 mesi dall’inizio della relazione, mi ha lasciata con una telefonata. Non mi amava più. Ho passato l’estate più brutta della mia vita, ho perso un sacco di peso, però dopo due mesi circa ci siamo rivisti per parlare. Da lì è cominciato nuovamente un calvario di sesso occasionale e sporadici contatti, per circa altri sei mesi, dopo i quali ha capito di amarmi davvero e tornare davvero con me. Inutile dire che la mia fiducia era ormai estremamente compromessa nonostante mi dicesse che le cose fossero diverse. Da quel momento siamo stati insieme un altro anno. Un anno fatto di momenti sicuramente molto speciali e altri, invece, che mi hanno sempre caricato di ansia, paura e tensione. La paura e la sensazione radicata di non essere davvero una priorità. Abbiamo fatto molti viaggi e molte cose nuove in questa “nuova fase”, ma mentirei se dicessi che quasi tutto il bello della nostra relazione l’ho costruito io, pensato io. Ero sempre io a voler condividere, a voler proporre, a cercare di rafforzare davvero la nostra unione. Lui ha sempre dato un po’ meno, si è sempre sbottonato un po’ meno. Anche quando stavo male sentivo quasi di disturbarlo. Cercavo di ritagliare momenti soltanto per lui, nonostante la mia vita così piena. Cercavo sempre di trovare spazio per la condivisione e sopratutto cercavo di sempre di capirlo.
Verso la fine della nostra storia le uniche proposte che mi venivano avanzate riguardavano passare il fine settimana insieme ai suoi amici. E a me andava bene, anche lui aveva una vita caotica e comprendevo che quel poco tempo libero voleva dedicarlo anche ad altri. Soltanto che ho sempre sentito che l’interesse per la vita degli altri era sempre maggiore rispetto a quello per me e per noi. Ogni mio entusiasmo veniva spento: ogni proposta per l’estate, ogni proposta di qualcosa di nuovo. Finché, circa quattro mesi fa, mi ha detto che non sa se mi ama. O meglio: dice di non riuscire ad amarmi come dovrebbe, per la persona che sono. Dice che sente che io lo amo di più, che per me non farebbe ciò che faccio io. Ma voleva continuare a stare con me, voleva che riuscissimo a ricostruirci. Diceva di sentirsi oppresso dalla sua vita lavorativa e di non avere tempo per dedicarsi ad amici, a me, a se stesso. In questi mesi orribili ho provato con tutte le mie forze a far funzionare le cose, accettando anche umiliazioni e mancanze di rispetto quando in giro con gli amici non mi degnava di attenzione. Quando mi diceva di essere confuso anche a distanza di mesi, come se ormai fosse una cosa normale. Estenuata dal suo atteggiamento sono stata io stessa a chiedergli di riflettere meglio e tornare da me con una risposta. Avevamo litigato il giorno prima e mi aveva detto cose splendide sul fatto che non vuole perdermi, ma sapevo di non poter reggere ancora in quel limbo di ansia che ormai aveva divorato tutte le mie giornate e le mie energie e il mio naturale entusiasmo per la vita. Dopo questa pausa, mi ha lasciata. Inizialmente è tornato sui suoi passi immediatamente, forse tormentato dalla mia reazione. Ma il giorno dopo mi ha definitivamente stroncata con un messaggio di addio. Ho accettato la sua decisione con grande dolore. Però gli ho chiesto un ultimo incontro per poterci salutare davvero. Me lo ha negato. Non lo vedo da più di mese e l’ultimo ricordo che ho di lui è un nostro “normale” saluto mattutino con un “ci sentiamo tra poco”. Il mio cuore è traumatizzato da questa storia.
Lui dice in giro che voleva sentirsi libero, anche a me diceva che si sentiva in trappola. Mi chiedo cosa significhi. Ho sempre rispettato i suoi spazi e le sue necessità, d’altronde non mi ha mai esplicitamente detto quando avrebbe preferito fare altro piuttosto che vedermi. Mi sento in colpa: sento di averlo oppresso, non so neanche perché. Sento di avere perso me stessa per riuscire a fare funzionare tutto, di avere perso attrattiva ai suoi occhi per questa mia completa dedizione. Io lo amavo e mi fidavo di lui quando mi diceva di voler ricostruire qualcosa, dunque mi impegnavo tanto. A volte mi diceva che se fossi stata più sfuggente o stronza avrebbe avuto più voglia di vedermi e passare del tempo con me: invece io c’ero sempre. Incastravo
Impegni, studio, lavoro e amici per avere tempo per noi. Gli sono stata vicina in tutti i suoi momenti critici.
Sono tornata in terapia da circa un mese, mi piace molto il mio psicologo ma sento di vivere un incubo costante e di peggiorare giorno dopo giorno. Sto malissimo. Ho una sessione di esami a breve e ho completamente perso la motivazione.
Passo le giornate a darmi colpe sul mio opprimerlo, non fidarmi di lui, esser ormai una donna scontata e banale ai suoi occhi. Cosa ho fatto di sbagliato? Per meritarmi anche il suo silenzio e le sue porte in faccia? Lui già cerca nuove ragazze come se tutto quello che siamo stati fosse ormai solo un ricordo.
Aiutatemi a capire come si può uscire da questo buio che mi sta divorando lentamente. L’idea di averlo perso per sempre mi fa male ma so che non potrà tornare mai più: la gente intorno a me vede quanto devastata io sia, quanto questo due anni mi abbiamo cambiata nel profondo. Anche se un giorno tornasse, sarei da sola contro il mondo.
Come si supera questa ansia?
Grazie
Buongiorno e soprattutto grazie per la sua condivisione.
Mi spiace molto per il periodo di sofferenza che sta passando.
Reputo che la descrizione dettagliata che ha fornito sia un punto molto positivo. Mi fa supporre che la terapia stia dando uno dei frutti più importanti, cioè la capacità di saper osservare: cosa è successo a lei, alle sue emozioni, come si è evoluta la relazione e cosa ne sta raccogliendo. Mi rendo conto che tirare le somme di una relazione finita sia molto doloroso ma è anche con questo che si fa esperienza. Si ricava saggezza per comprendere come evolvere al meglio, per raggiungere i propri traguardi relazionali, personali e lavorativi.
L’inizio di numerose terapie è molto doloroso, proprio perché si iniziano a osservare componenti disfunzionali proprie e altrui. Con il tempo, la pazienza e la costanza, potrà intraprendere percorsi nuovi e gratificanti, proprio perché lei sarà più consapevole.
Volutamente non esprimo pareri su di lei e il suo ex-compagno, poiché questo non è uno spazio di giudizio.
Trovo utile lasciare una lista di attività che si rivelano spesso utili per poter avere del supporto ma sento che con il suo terapeuta può crearne una molto più efficace.
-Attività fisica, specie in gruppo.
-Coltivare vecchi o nuovi hobby.
-Organizzare alcune cene o attività con persone con cui si può essere sereni.
-coltivare del tempo da sola o in compagnia: al cinema, museo, mostra o teatro.
-dei massaggi fatti da professionisti (ci sono dei siti che offrono cupon a prezzi accessibili), per intervenire sugli effetti che l’ansia lascia sul corpo.
-in numerose città sono offerte sessioni gratuite di psicodramma (psico: anima + dramma: azione. quindi mettere in scena la propria anima), è un metodo psicoterapeutico di gruppo, che le può permettere di passare del tempo in un ambiente protetto e ricaricante.
-meditazioni MBSR (per la riduzione dello stress e delle ansie). In 8 settimane è comprovata scientificamente la riduzione dell’ansia e dello stress. è necessaria costanza giornaliera nelle pratiche meditative proposte. il costo si potrebbe aggirare sui 300/350 euro ma sono tecniche meditative che le rimarrebbero e potrebbe continuare da sola.
-porre attenzione alla propria alimentazione, in modo da potersi nutrire al meglio e trovare gratificazione anche nei momenti in cui sta mangiando.
-studiare con persone umanamente stimolanti.
Le componenti di fondo sono lo stare in un gruppo e con persone che le danno sensazioni ed emozioni positive; prendersi cura del corpo; aumentare le capacità attentive (che riducono lo stress e le ansie, favorendo il cambiamento e la crescita personale).
Le auguro il meglio in ogni sua forma.
Dottor Luca Leone
Salve. Ho 32 anni e vivo da sola da quando ne avevo 19. I miei genitori sono sempre stati troppo presenti in tutte le mie scelte e decisioni. Premetto che sono stata adottata, e in me sento sempre, quando i miei pretendono qualcosa una sorta di obbligo. Non riesco a dire le cose, anche le più semplici e banali. Il tutto si è acuito nel momento in cui mi sono fidanzata. I miei non tollerano la convivenza (io e il mio fidanzato viviamo in due diverse città). Ogni volta che sono io a dover andare da lui mia madre inizia a fare storie. Lo sai che non voglio che vai lì, casa tua (comprata da loro) non è lì. Che cos’è la convivenza ecc ecc.. questo crea in me uno stato di ansia e agitazione. Ogni viaggio che faccio prima devo litigare perché non vuole.
Il Natale bisogna passarlo con loro, le vacanze estive con loro, insomma mi fanno pesare il fatto che io a volte scelga di andare dal mio fidanzato (nonche futuro marito) e non da loro. mi rinfacciano sempre che io da quando l'ho conosciuto non ho voglia di tornare a "casa". Premetto che la voglia di tornare non c'è mai stata, tornavo solo perche non avevo altre alternative. Non sono mai stata attaccata al paesino in cui sono cresciuta. Infatti sono scappata non appena ne ho avuto la possibilità. Vorrei poter vivere liberamente la mia vita e non sentirmi sempre in ansia o in apprensione perche i miei si arrabbiano con me per le cose appena descritte. Cosa suggerite?
Buonasera. Leggendo la sua situazione vedo che è già riuscita efficacemente a individuare numerosi aspetti relazionali e a fissarsi obiettivi a lungo termine. Questo è già un traguardo molto importante. Visto che non la conosco ancora bene, più che suggerimenti sarei incuriosito di porle altre domande. Per sancire insieme a lei, gli obiettivi nel breve periodo, che la possano aiutare a raggiungere i suoi bisogni relazionali. Le auguro di continuare questo percorso, in cui sta già riuscendo a osservare molto. La capacità di stare nelle situazioni e di osservarle è già la maggior parte della strada necessaria per raggiungere un cambiamento.
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