Buongiorno. Da ieri ho un pensiero che mi sta divorando: non so se lasciare il mio fidanzato o meno.

24 risposte
Buongiorno. Da ieri ho un pensiero che mi sta divorando: non so se lasciare il mio fidanzato o meno.
Parto subito con il dire che sono una ragazza autistica ad alto funzionamento (e sospetto il borderline) perciò voglio mettere in chiaro che, di base, c'è un funzionamento diverso che magari non tengo a mente o di cui non mi rendo conto che influenza i miei pensieri. Mi sembrava ragionevole dirlo.

Non ho con chi parlare di questa cosa oltre ai miei genitori... Ho umilmente (e un po' "urgentemente") bisogno di aiuto prima di prendere una decisione di cui mi possa pentire. È da quasi un anno che stiamo insieme e abbiamo entrambi 21 anni, facciamo la stessa università.
Ieri sera ho posto l'argomento del nostro futuro insieme, forse sbagliando ma dopo un anno e non essendo ragazzini di 15 anni, mi pareva ragionevole anche questo... A me piacerebbe convivere un giorno, nel caso migliore avere una famiglia ma la famiglia è appunto il caso migliore, non fondamentale.
Lui ha detto che prima di convivere, vuole vivere da solo ma che continueremo a vederci a prescindere.
Ha detto che forse vuole fare la magistrale fuori dalla nostra città ma io non penso di poter sopportare la distanza anche se ha detto che è solo un'ipotesi.
Ha detto che pensando alla nostra possibile convivenza, riflette su tutte le difficoltà che possono sorgere e gli ho risposto dicendo che se pensiamo a tutte le possibili difficoltà che possiamo incontrare non cominceremo mai nulla nella vita, in generale, e che se vuoi bene e ami l'altra persona diciamo che lo sforzo di superare le difficoltà lo fai, ci provi un minimo.
Ha detto che un futuro insieme gli piacerebbe ma non l'ha pianificato e onestamente non so cosa significhi e a ripensarci, mi fa molto male.
Ha detto che ci tiene alla relazione, ha detto che sono una delle cose sicure nella sua vita ma lo sono così poco da non pianificare un futuro insieme?
Sto sbagliando nell'approcciarmi a questa cosa? Ho sbagliato a parlare del nostro futuro?
E soprattutto, dovrei lasciarlo o no?
Non riesco a prendere questa decisione da sola. Qualche consiglio onesto basterebbe davvero.
Io mi sento molto ferita e arrabbiata in questo momento e la prima cosa che penso è "lo lascio perché tanto non mi vuole, così può stare da solo tutto il tempo che gli pare" oppure "va bene allora se è così lo lascio e basta" nel senso, tanto un futuro insieme non lo ha pianificato no?

Non so cosa fare... Io gli voglio bene e mi farebbe molto male lasciarlo infatti la cosa che mi blocca è che ha detto che continueremo a vederci anche se va a vivere da solo.
Sono molto triste ed arrabbiata e non voglio fare cose impulsive.
Ma più ci penso e più mi sento una cosa di contorno... Si, ci tiene alla relazione ma tanto quanto tieni ad un soprammobile, ad una cosa che se anche non c'è fa nulla, non cambia niente.
Mi dispiace se sembra una stupidaggine.... Probabilmente ho tralasciato dettagli che al momento non mi vengono in mente a causa della confusione e delle emozioni.

Grazie mille e scusatemi ancora...
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, quello che chiede è qualcosa che difficilmente le verrà dato in un contesto del genere.
Mi spiego meglio: il compito del terapeuta non è quello di dare consigli sulle scelte della vita privata ma piuttosto quello di aiutare e supportare la persona che si rivolge a noi, favorendo la capacità di riflettere su tutti gli aspetti e privilegiando un ascolto consapevole di se stessi per far sì che possa arrivare da sola
alla scelta più adeguata alla sua situazione.
Naturalmente tutto questo può essere fatto all’interno di un percorso terapeutico in cui si arriva a conoscersi meglio e ad avere una visione della situazione a partire dall’esplorazione di altri punti di osservazione.
Detto questo, comprendo il dilemma in cui si trova e la difficoltà di continuare a sentirsi del tutto a suo agio nella relazione e le auguro di trovare una/un terapeuta che la aiuti in questo momento di crisi a conoscersi meglio e decidere nel modo migliore.

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Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la prima cosa che vorrei dirle è che capisco quanto possa essere difficile ritrovarsi in un vortice di emozioni così intense e contrastanti. Quando si vuole bene a una persona e allo stesso tempo ci si sente confusi, feriti e spaventati, è naturale avere pensieri che cambiano di minuto in minuto. Non c’è niente di sbagliato in quello che sta provando, anzi: dice molto della sua sensibilità e del valore che attribuisce alle relazioni. Da ciò che racconta, emerge chiaramente un forte bisogno di sicurezza e chiarezza. È un bisogno profondamente umano, soprattutto quando una relazione per lei non è qualcosa di “leggero”, ma coinvolge il suo equilibrio emotivo, il suo modo di vivere i legami e il suo futuro. Porsi domande sul domani non significa essere impulsivi, significa desiderare stabilità. Ed è del tutto legittimo farlo dopo un anno insieme. Il suo fidanzato, da ciò che riferisce, non sembra negare i sentimenti che prova verso di lei, ma si trova in una fase diversa rispetto alla progettualità. Alla sua età significa che sta cercando di capire chi è, cosa vuole, quali passi fare per sentirsi realizzato. Il fatto che rifletta sulle difficoltà, che voglia prima vivere da solo, che non abbia pianificato un futuro di coppia, non necessariamente indica mancanza di amore. Potrebbe invece indicare un modo diverso di affrontare la vita, più cauto, più centrato su sé stesso e sulle proprie tappe. Diverso non significa giusto o sbagliato, significa semplicemente differente dal suo. Il punto che sta emergendo, però, è che questa differenza crea dolore. Lei sente di aver bisogno di segnali concreti, di un senso di direzione, di sentirsi scelta. E quando lui parla di possibilità, ipotesi, desideri non ancora chiari, questo la fa sentire instabile, quasi come se fosse una presenza accessoria. Questo fa molto male, perché tocca il cuore della sua paura di non essere importante come spera di essere. Vorrei rassicurarla su una cosa: parlare del futuro in una relazione non è sbagliato. Lei non ha commesso un errore nel voler condividere ciò che sente o nel chiedere come lui immagina il domani. Una relazione sana ha bisogno anche di confronti delicati, persino scomodi. E la sua sensibilità, compresa la modalità con cui descrive il suo funzionamento, non è un difetto. È una parte di lei che chiede rispetto, comprensione e presenza. La domanda se deve lasciarlo o meno non ha una risposta immediata, perché non si tratta di decidere “chi ha torto”. Si tratta di capire se i vostri bisogni possono incontrarsi. Al momento, ciò che pesa di più è che le sue emozioni sono talmente forti da spingerla verso soluzioni drastiche pur di non soffrire. E questo può farla sentire ancora più confusa. Può essere utile prendersi un momento per ascoltarsi con calma. Si chieda cosa la ferisce esattamente: il fatto che lui non sia pronto a progettare ora, o la paura che questo significhi che lei non è abbastanza importante. Spesso questi due piani si confondono, ma non sono la stessa cosa. Allo stesso tempo, riconosca che il suo bisogno di rassicurazione non è un capriccio, ma un bisogno reale che merita di essere considerato da chi le sta accanto. Prima di prendere una decisione definitiva, potrebbe essere utile parlarne di nuovo con lui, ma in un momento per lei più stabile dal punto di vista emotivo. Non per convincerlo o per convincersi, ma per esprimere con serenità come si è sentita e ascoltare davvero cosa può offrirle lui in questo momento della sua vita. A volte non è la mancanza di amore a separare due persone, ma il fatto che si trovano in fasi emotive e di vita molto diverse. Qualunque decisione prenderà, vorrei che ricordasse che non sta chiedendo troppo. Sta solo cercando una relazione che la faccia sentire al sicuro, considerata e vista. E questo è assolutamente legittimo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
è comprensibile sentirsi confusa e ferita quando si parla di futuro e di aspettative in una relazione, soprattutto se c’è una differenza di visione tra voi. Il fatto che lei si preoccupi del futuro insieme non significa che abbia sbagliato a parlarne: comunicare le proprie esigenze e aspettative è sempre importante. Dal racconto che fa, lui tiene alla relazione ma ha bisogno di tempi e spazi diversi, e questo non rende i suoi sentimenti meno reali, ma può generare in lei frustrazione e senso di insicurezza.
Può essere utile fermarsi a riflettere su ciò che per lei è non negoziabile in una relazione e su ciò che invece è flessibile, valutando se i bisogni e i tempi di entrambi sono compatibili.
Resto a disposizione,
Un caro saluto
Dott.ssa Elena Dati
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. È evidente quanto questa situazione le stia creando confusione, tristezza e anche paura, e voglio dirle fin da subito che le sue preoccupazioni sono assolutamente comprensibili. Parlare del futuro in una relazione è un passo importante e spesso emotivamente carico, soprattutto quando si ha un modo di sentire molto intenso e profondo.
Dalle sue parole emerge un elemento significativo: un tipo di pensiero dicotomico, cioè “bianco o nero”. Questo significa vedere la realtà come composta solo da due possibili scenari opposti: se il mio partner non rispecchia esattamente ciò che desidero, allora non mi ama; se non pianifica subito un futuro con me, allora non mi vede nella sua vita; se vuole fare un’esperienza autonoma, allora vuole stare senza di me.
Vorrei chiederle: ha provato a considerare altre possibilità oltre a quella che le fa più male? Per esempio: potrebbe essere che lui desideri davvero un futuro con lei, ma non sia pronto a definirlo ora? Che voglia fare esperienze di autonomia senza per questo escluderla? Queste sono possibilità altrettanto concrete, ma mi sembra che nella sua mente l’opzione più “realistica” sia automaticamente quella più dolorosa. Questo è un segnale che forse sarebbe utile fermarsi un momento, guardare i suoi pensieri da un punto più distaccato e provare a formulare interpretazioni meno assolute.
Vorrei anche sottolineare un aspetto importante: avete entrambi 21 anni. È bello e sano iniziare a parlare di futuro, ma è altrettanto normale che la prima volta che si affrontano questi temi non ci sia immediatamente una linea comune. Le relazioni sono fatte di compromessi, comunicazione, aggiustamenti progressivi.
Il suo partner si è sentito libero di essere sincero e questo è già un buon segnale relazionale. Ha verbalizzato che ha una progettualità un po’ diversa ora, ma senza negare la relazione o il suo affetto per lei.
È fisiologico che, a questa età, molte persone desiderino fare esperienze individuali: vivere da soli, tentare un percorso universitario altrove, scoprire chi si è al di fuori della famiglia o della coppia. Non è un disinvestimento affettivo: è un passaggio evolutivo tipico e cruciale tra i 20 e i 30 anni. Avere bisogni diversi non significa annullare l’amore, né svalutarlo.
Vorrei invitarla a riflettere su un punto che ho percepito con molta forza nel suo racconto: tollerare un’ipotetica distanza o un’eventuale separazione temporanea è per lei quasi intollerabile? Se sì, cosa teme in quel tipo di distanza? teme che lui la dimentichi? teme di non essere abbastanza? teme di restare sola? teme che, se non siete sempre vicini, l’amore svanisca?
Queste sono solo mie ipotesi e supposizioni a titolo esemplificativo, che spero potranno stimolare in lei una riflessione. In ogni caso, sono tutte paure comprensibili, ma è importante ricordare che le nostre paure più profonde non rispecchiano necessariamente la realtà dei fatti.
Quando il pensiero “non vuole esattamente ciò che voglio io” diventa automaticamente “quindi non mi ama e non valgo”, è probabile che stia toccando un punto molto sensibile nella sua storia emotiva. E quando l’unica soluzione che le sembra possibile è “allora lo lascio”, questo ci dice qualcosa più sulle sue paure e vulnerabilità che sulla qualità reale della vostra relazione.
Infine, vorrei dirle una cosa con molta sincerità e delicatezza: considerando la diagnosi di autismo che ha condiviso, e il suo sospetto legato a tratti borderline, un percorso terapeutico potrebbe davvero aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche interne, ad avere più strumenti per gestire le emozioni e vivere le relazioni con minore sofferenza. Non perché ci sia qualcosa di “sbagliato” in lei, ma perché è importante sentirsi sereni e sicuri dentro i legami che si costruiscono.
Resto a disposizione.

Un caro saluto
Buonasera, da quello che racconta, ciò che emerge con forza non è tanto una questione “giusta” o “sbagliata” riguardo a cosa dire o fare, quanto il senso di confusione e ferita che prova di fronte a ciò che sente come una distanza emotiva tra Lei e il Suo ragazzo.

Parlare del futuro in una relazione non è mai sbagliato: è naturale voler capire se i propri desideri e quelli dell’altra persona possono coesistere. La difficoltà nasce dal fatto che le risposte del partner non corrispondono pienamente alle Sue aspettative. Lei percepisce il desiderio di vicinanza e di un progetto comune come essenziale, mentre lui sembra voler procedere più gradualmente, senza pianificare concretamente il futuro. Questo genera un conflitto interiore: da una parte c’è l’affetto che prova, dall’altra il senso di non essere considerata prioritaria o centrale come vorrebbe.

La sensazione di sentirsi “una cosa di contorno” nasce proprio da questo scarto tra aspettative e realtà: non è un riflesso del Suo valore, ma della differenza di ritmi e prospettive tra Lei e lui. La reazione impulsiva di pensare a lasciarlo è comprensibile quando ci si sente feriti, ma il fatto che stia riflettendo attentamente mostra già una forma di consapevolezza e di cura verso sé stessa.

Al momento, ciò che può aiutare è distinguere due livelli: il *sentimento* che prova per lui (che c’è e Le crea dolore) e la *realtà della relazione* (i suoi bisogni, i suoi desideri, il modo in cui lui riesce a rispondere ad essi). Capire dove si trova la distanza tra i due può aiutare a non prendere decisioni dettate solo dalla rabbia o dalla tristezza momentanea.

Non c’è risposta unica sul “lasciarlo o meno”: la decisione dipende da quanto per Lei sia importante che i progetti futuri siano chiari e condivisi, e da quanto può accettare la gradualità e le incertezze dell’altro senza sentirsi messa da parte. Rimango a disposizione, un saluto!
Dott.ssa Sabrina Germi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Castegnero
Ciao, innanzitutto ti ringrazio per aver condiviso con me questo momento così carico di emozioni. La tua sincerità è importante e ti aiuta a riflettere su un tema tanto delicato come la relazione sentimentale e le scelte che stai cercando di fare.
Partiamo dal tuo punto di vista.
Quando scrivi che ti senti "ferita e arrabbiata", è chiaro che la reazione emotiva è forte e giustificata: hai parlato del futuro, hai espresso le tue aspettative e desideri, e la risposta che hai ricevuto ti ha fatto sentire non solo non ascoltata, ma anche poco valorizzata. Ti stai chiedendo se hai sbagliato nell'approccio, se l'argomento era prematuro, ma in realtà non è sbagliato parlare del futuro in una relazione, soprattutto quando si è insieme da un anno e si condivide anche un percorso di vita importante come l'università.

Quello che è importante, però, è come si affrontano certi temi e come l'altro risponde. Il fatto che il tuo fidanzato abbia espresso una sorta di indecisione sul futuro, mettendo in dubbio persino la convivenza, ti ha scosso molto. È come se avessi chiesto un impegno emotivo, ma lui abbia risposto con una visione più distante e meno chiara. E capisco quanto questo ti faccia sentire "una cosa di contorno", una presenza che non sembra avere lo stesso peso di quella che tu gli attribuisci.

1. Riconoscere la tua posizione e i tuoi bisogni

Mi sembra che tu abbia delle aspettative chiare, una volontà di costruire una vita insieme con un progetto a lungo termine (convivenza, famiglia), ma il tuo fidanzato sembra non condividere lo stesso senso di urgenza o impegno. È un tema molto delicato, soprattutto perché nella tua descrizione sembra che lui non abbia ancora messo a fuoco come vedrà il futuro insieme a te, nemmeno se la relazione è importante.

Questo tipo di disallineamento tra ciò che tu desideri e ciò che lui è disposto a dare crea confusione, frustrazione e senso di solitudine. Forse, un modo per affrontare la situazione è capire meglio cosa ti aspetti tu da questa relazione a lungo termine, oltre alla delusione immediata.

In un processo di riflessione personale, ti inviterei a considerare:
Cosa ti fa sentire amata e valorizzata all’interno della relazione, e cosa ti manca?
Cosa ti serve per essere felice, anche se questa relazione non evolvesse nel futuro che speri?
Quanto sei disposta ad adattarti ad un futuro che potrebbe essere diverso da quello che hai immaginato?

2. La tua emotività e il rischio di agire d’impulso

Quello che è bello della tua riflessione è che non vuoi fare scelte impulsive, ma ti senti sopraffatta dalle emozioni.
Nel mio lavoro con la psicoterapia breve strategica, uno degli strumenti che usiamo è proprio quello di differenziare il pensiero riflessivo da quello impulsivo. L’impulsività, in situazioni emotivamente cariche come questa, spesso porta a prendere decisioni che poi si rivelano poco funzionali o anche dannose.

Il tuo pensiero iniziale di dire "lo lascio" potrebbe essere una reazione protettiva, un modo per riprendere il controllo sulla situazione, come se mettendo fine alla relazione, avessi una certezza sulla quale basarti, che è il distacco, piuttosto che l'incertezza di non sapere come andrà. Quella sensazione di essere una "cosa di contorno" è dolorosa e non è banale: è legittimo sentire che la propria importanza e i propri desideri non sono riconosciuti.

Tuttavia, sarebbe utile pausare un attimo e chiederti:
Cosa ti fa sentire che, anche con le difficoltà, potresti essere felice insieme a lui?
Sei disposta ad affrontare la possibilità di una relazione in cui lui non ha un piano concreto, almeno per ora?

3. Una possibile strategia per affrontare la situazione
Nella psicoterapia breve strategica, invito i pazienti a pensare a soluzioni pratiche e possibili, piuttosto che rimanere intrappolati nel ciclo del pensiero ansioso e ripetitivo.

Cosa potresti fare adesso?
Parlare di nuovo con lui, in modo calmo: se ti senti pronta, prova a parlarne quando entrambe le emozioni si sono un po' calmate.

4. Lasciare o rimanere?
La domanda cruciale è se continuare o meno la relazione. La scelta finale spetta solo a te, ma ti invito a farla da una posizione di consapevolezza, non di reazione emotiva impulsiva. La tua tristezza e rabbia sono segnali di ciò che senti in questo momento, ma non devono definire tutta la tua decisione.
Riflettere su cosa ti serve realmente per stare bene, e confrontarti sinceramente con il tuo fidanzato su ciò che entrambi volete, può darti una chiave per fare chiarezza.

Se hai bisogno di un supporto più strutturato, un percorso terapeutico potrebbe aiutarti ad affrontare queste emozioni complesse, a capire come gestire le dinamiche relazionali, e a trovare un modo per non sentirti più "un soprammobile", ma una persona che ha il diritto di chiedere e ricevere ciò di cui ha bisogno in una relazione. Se lo desideri, posso aiutarti anche su questo aspetto. Il mio studio a Vicenza è sempre aperto per chi ha bisogno di un supporto concreto e immediato.
Un caro saluto
A volte parlare di futuro in una relazione non è un errore, ma un bisogno di chiarezza e sicurezza.
È normale sentirsi confusi quando i tempi o le modalità dell’altro non coincidono con i nostri.


Le tue emozioni — tristezza, rabbia, confusione — sono valide, ma sono anche segnali che é importante iniziare un percorso verso la consapevolezza, non necessariamente per ottenere risposte definitive, ma per capire se c’è uno spazio comune tra i vostri bisogni. Saluti
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, mi sembra che lei in queste righe sia preda di impulsività. Probabilmente state prendendo contatto con una diversità rispetto ad una possibile convivenza. Ma se lei tiene al suo ragazzo, chedendosi anche cosa prova può anche aspettarlo per un po', magari osservare cosa succede se lui andrà a vivere da solo, se ciò che sente adesso sarà confermato. Ci metta un po' di attesa, di pazienza. Se ha bisogno di aiuto psicologico riguardo le sue reazioni e la sua vita sono dispobibile anche online. Buona giornata! Dario Martelli
Buongiorno,
Considerata la giovane età, sono ancora molte le scelte e le decisioni che vi attendono per costruire il vostro futuro, a partire dalla prosecuzione degli studi, alla successiva collocazione lavorativa ecc., e perché no, anche esperienze individuali come andare a vivere per proprio conto prima di una convivenza, il cui desiderio non necessariamente indica una scarsa solidità del legame di coppia. Proceda un passo alla volta, se la vostra relazione resterà solida nel tempo crescerete insieme ed arriverete anche al momento in cui entrambi desidererete pianificare i passi futuri.
Dott. Alessandro Rigutti
Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile Utente, la domanda che pone è sicuramente molto personale, per cui risulterebbe rischioso darle una risposta concreta su cosa possa essere giusto fare o meno secondo la mia opinione. Immagino, però, che per lei questo tema sia molto importante e vedere il suo ragazzo indeciso le può aver generato molta rabbia e confusione. E' oltremodo importante sottolineare come queste domande, che toccano aspetti molto profondi e personali, possano smuovere in ognuno di noi delle risposte emotive differenti ed è possibile che il suo ragazzo possa aver riscontrato delle difficoltà, e magari anche delle paure, nell'immaginarsi in un qualcosa di così grande e importante. Non per forza questo vuol significare che non ci tenga alla vostra relazione. Credo che prima di ogni decisione netta e definitiva sarebbe importante che entrambi ne possiate parlare e che lei si possa concedere la possibilità di condividere con lui come si è sentita di fronte a queste sue risposte. Non è facile, lo immagino, ma poiché sembra che entrambi ci teniate molto a questa relazione credo che ne possa valere la pena prima di prendere decisioni più definitive. Se dovessero presentarsi ulteriori problemi o situazioni dolorose, le consiglio di rivolgersi ad uno (o una) psicoterapeuta, così da poter contare su uno spazio sicuro e privato in cui portare questi contenuti. Un caro saluto
Dott.ssa Cecilia Calamita
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentile utente,
mi dispiace per la sua rabbia e per la sua tristezza. Non tirerei conclusioni affrettate riguardo alla sua relazione. E' bello fantasticare un futuro insieme, ma lasciandosi aperte molto porte, senza che la relazione diventi un vincolo che preclude possibilità. Per progettare davvero un futuro condiviso, ci si deve trovare nella situazione immaginata, certo lo si può sognare, ma è difficile indovinare e decidere a priori dove starete e cosa farete tra molti anni. Vivendo intensamente il presente insieme potrete capire se gettare le basi per un proseguimento insieme, senza previsioni nette.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno — grazie per la tua chiarezza e per aver spiegato anche il contesto personale (autismo ad alto funzionamento e il sospetto di borderline). È una situazione dolorosa e confusa, e il fatto che tu voglia evitare decisioni impulsive è già un ottimo segno di cura verso te stessa. Di seguito trovi un aiuto pratico e onesto per orientarti.

Prima di tutto: valida le tue emozioni
È normale sentirsi ferita, arrabbiata, confusa e spaventata. Queste emozioni non sono "stupidaggini": ti stanno dicendo che qualcosa per te è importante e va chiarito.

Differenzia sentimenti, bisogni e paure

Sentimento: lo vuoi ancora; ti fa male l’incertezza.

Bisogno: sicurezza, chiarezza, vicinanza (o accordi sul futuro).

Paura: di essere lasciata, di sbagliare decisione, di soffrire.
Capire quali sono i tuoi bisogni aiuta a chiedere all’altro ciò che davvero ti serve per restare serena nella relazione.

Osserva i fatti più delle parole
Le frasi come “ci tengo” sono importanti, ma conta anche come si tradurranno in scelte concrete (tempo dedicato, impegni, disponibilità a discutere piani). Se lui dice “mi piacerebbe” ma non propone niente di concreto, chiedi esempi pratici: che tempistiche, che compromessi, quale idea di convivenza o di distanza.

Come parlarne senza esplodere (strategia praticabile subito)

Scegli un momento calmo e dì: “Vorrei capire insieme a te cosa intendiamo per futuro.”

Usa frasi in prima persona: “Io ho bisogno di…”, “Mi sento… quando…”.

Chiedi risposte concrete: “Se tu scegliessi la magistrale fuori, come immagini la nostra relazione?”

Richiedi un piccolo impegno temporale: “Possiamo parlarne di nuovo tra X settimane e decidere un piano?” (un limite temporale evita ansia infinita).

Evita scelte "per rabbia" o troppo impulsive
Lasciare subito per dimostrare un punto spesso porta rimpianti; restare per paura di perdere qualcuno può farti soffrire a lungo. Se ti senti molto destabilizzata, prenditi tempo per calmarti (giorni per non decidere sotto forte emozione), ma non rimandare per sempre la richiesta di chiarezza.

Piccoli esercizi utili ora

Fai una lista breve (5 righe) pro/contro della relazione concentrandoti su comportamenti osservabili (non solo sensazioni).

Metti un “terminale” temporale (es. 3-6 settimane) per rivedere insieme la situazione.

Scrivi cosa per te significherebbe “pianificare un futuro insieme” (concretamente: convivenza, progetto di vita, tempi).

Considera supporti esterni

Una seduta di coppia può aiutare a chiarire aspettative e a migliorare la comunicazione.

Un percorso individuale (psicoterapia) è utile soprattutto se senti che ansia, attaccamento o tratti che sospetti (es. borderline) interferiscono molto con le decisioni affettive. Questo può aiutarti a capire i tuoi schemi e prendere una decisione più allineata a te.

Se temi comportamenti impulsivi o autolesionistici
Se in qualche momento pensi di fare qualcosa di cui potresti pentirti o che ti potrebbe far male, chiedi subito aiuto (familiari, servizi locali, pronto soccorso o un professionista). La tua sicurezza viene prima di tutto.

In sintesi: non decidere di getto. Chiedi chiarezza con domande concrete, valuta i comportamenti (non solo le parole), datti un tempo per osservare i cambiamenti e valuta l’aiuto di una terapia individuale o di coppia per prendere la decisione più sana per te.

È consigliabile approfondire con uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Pietro Pignatelli
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Gentilissima, il confronto avuto con il suo fidanzato sul tema del futuro e della convivenza sembra averla toccata profondamente. Al di là di considerazioni su cosa sia “giusto” o “sbagliato” in relazione alla vostra età o alla durata della relazione, emerge chiaramente come per lei questo tema rappresenti un bisogno importante e carico di significato emotivo.
Le risposte del suo fidanzato: il desiderio di vivere da solo prima di una convivenza, l’ipotesi di una magistrale fuori città e quindi di una possibile relazione a distanza, sembrano aver attivato in lei una forte sofferenza. In particolare, l’idea di una separazione fisica e concreta appare assumere un valore rilevante nel suo modo di vivere e percepire il vostro legame affettivo. Questo non rende il suo vissuto “sbagliato”, ma indica quanto la vicinanza, la progettualità e la sicurezza relazionale siano per lei bisogni centrali.
Allo stesso tempo, per come lei riporta le parole del suo fidanzato, non emerge l’immagine di una relazione per lui priva di valore. Al contrario, egli afferma che lei rappresenta una delle certezze della sua vita. La difficoltà sembra piuttosto collocarsi su un piano diverso: quello dei tempi, delle priorità e dei progetti individuali. Lei appare pronta a pensare e forse anche a sperimentare una convivenza; lui, invece, sembra trovarsi in una fase in cui sente il bisogno di investire maggiormente sull’esplorazione di sé, sull’autonomia personale e/o su obiettivi formativi e professionali. Questo non implica necessariamente che lei venga messa da parte, ma indica che, al momento, lui probabilmente non si sente disponibile a fare questo passo specifico.
In questa prospettiva, non si tratta di stabilire chi abbia ragione e chi torto, bensì di riconoscere che su questo tema emergono valori, bisogni e visioni differenti. Perché la relazione possa proseguire in modo sufficientemente soddisfacente per entrambi, diventa necessario un processo di confronto e negoziazione: capire se esiste un compromesso possibile e quale assetto relazionale possa rispettare, almeno in parte, i bisogni di entrambi.
Per lei, il punto cruciale riguarda la possibilità di interrogarsi su quanto questa ferita sia “riparabile”: quanto siano per lei indispensabili alcuni bisogni (come la progettualità condivisa o la convivenza) e quanto il suo fidanzato sia disposto, ora e/o in futuro, a rivedere o negoziare le proprie posizioni. Questo richiede un dialogo aperto, non giudicante, in cui ciascuno possa provare a mettersi nei panni dell’altro e chiarire cosa è disposto a dare e cosa non può tollerare al momento. Qualora tale confronto non fosse possibile o mancassero le risorse emotive per affrontarlo, potrebbe essere necessario considerare anche l’ipotesi di una pausa o di una chiusura della relazione.
Arrivando alla domanda che lei pone con maggiore urgenza “dovrei lasciarlo o no?”, è comprensibile il desiderio di avere qualcuno che la aiuti a prendere questa decisione. Tuttavia, per quanto la situazione sia dolorosa e confusa, la risposta definitiva può arrivare solo da lei. Oggi è evidente che non dispone di una chiarezza sufficiente, e questo è legittimo. Il tempo, la riflessione personale e il confronto con persone per lei significative potranno aiutarla a comprendere meglio quale scelta sia più coerente con i suoi bisogni profondi. Ascoltare i pareri altrui può essere utile, purché vengano poi rielaborati in modo critico, per arrivare a una decisione che senta davvero come propria.
Infine, qualora la sofferenza emotiva dovesse diventare troppo intensa o pervasiva nella vita quotidiana, o se sentisse il bisogno di uno spazio di riflessione più strutturato, il confronto con uno psicologo potrebbe offrirle un supporto prezioso. Un percorso di questo tipo può aiutarla a esplorare i suoi vissuti, a osservare la dinamica relazionale da prospettive diverse e a comprendere meglio quali meccanismi interni si attivano nelle sue relazioni significative, favorendo una maggiore consapevolezza del suo modo di vivere i legami affettivi presenti e futuri.
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
provo a risponderle in modo chiaro e semplice.
Parlare di futuro non è stato un errore. Dopo un anno di relazione è legittimo chiedersi se si è orientati nella stessa direzione.
Da ciò che scrive, però, emerge una differenza di tempi, non necessariamente di sentimenti. Lui sembra voler costruire prima se stesso (vivere da solo, studiare fuori) e tenere la relazione senza pianificarla rigidamente. Questo non significa che “non la voglia”, ma che oggi non riesce a pensare in termini di progetto.
Il dolore che prova è comprensibile: quando una persona ha bisogno di sicurezza e chiarezza, l’incertezza viene vissuta come rifiuto. Questo è ancora più vero quando si è sensibili alle ambiguità emotive.
Il punto centrale non è se lui è sbagliato, ma se questa relazione, così com’è ora, è sostenibile per lei.
Chieda a sé stessa:
– posso stare in una relazione senza certezze sul futuro, almeno per ora?
– questa incertezza mi logora o riesco a tollerarla?
In questo momento non è il momento di decidere di lasciarlo. È molto arrabbiata e ferita, e le decisioni prese in questo stato rischiano di essere impulsive.
Il consiglio è: si prenda tempo, chiarisca con lui cosa significa per lui “non pianificare” e cosa invece per lei è irrinunciabile. Se i bisogni sono incompatibili, la risposta emergerà con più calma.
Non è una stupidaggine. Sta cercando sicurezza emotiva, ed è un bisogno legittimo.
Dott.ssa Serena Caroppo
Psicologo, Psicologo clinico
Martina Franca
Buongiorno,
provo a risponderle in modo breve e clinicamente corretto.

Da ciò che descrive non emerge un errore da parte sua nel parlare di futuro: è un tema legittimo dopo un anno di relazione. Quello che la sta facendo soffrire non è tanto cosa lui ha detto, ma la disallineazione tra il suo bisogno di progettualità e il suo bisogno di mantenere aperte le opzioni, unita al momento emotivo intenso in cui lei si trova. In questa condizione, prendere una decisione definitiva (lasciarlo o restare) rischia di essere guidato più dall’attivazione emotiva che dalla riflessione.

Il suo funzionamento neurodivergente può amplificare la ruminazione e la polarizzazione dei pensieri (“o tutto o niente”), ma questo non invalida il suo bisogno di chiarezza e sicurezza relazionale. Prima di decidere, è importante distinguere tra:
• ciò che lei desidera davvero,
• ciò che oggi è tollerabile per lei,
• ciò che invece le provoca una ferita costante.

Per questo le suggerisco di non prendere ora una decisione definitiva, ma di prendersi uno spazio di comprensione più strutturato. Un colloquio clinico on line può aiutarla a mettere ordine tra emozioni, bisogni e scenari futuri, evitando scelte impulsive di cui potrebbe poi pentirsi.

Se vuole, possiamo fissare un colloquio online per approfondire la questione in modo più chiaro e contenitivo.
Dott. Vincenzo Capretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
capisco perfettamente la tua confusione e quanto questa situazione ti stia ferendo. In un contesto come questo, su un forum, non è possibile prendere decisioni al posto tuo: solo tu puoi sapere cosa è davvero importante per te, cosa ti fa sentire rispettata e valorizzata, e quali compromessi sei disposta ad accettare.
Quello che emerge dal tuo racconto è che tu sai già cosa ti fa soffrire e cosa ti fa sentire insicura: il fatto che ti senti poco considerata nella pianificazione del futuro è un segnale importante. Non si tratta di colpe o errori da parte tua, ma di ascoltare le tue emozioni e capire cosa è in linea con i tuoi valori e bisogni.
Prova a chiederti: “Se continuo così, mi sento nutrita emotivamente o trascurata? Quale scenario mi fa stare meglio a lungo termine?” Le risposte a queste domande ti daranno già indicazioni chiare. Il resto sono opinioni esterne; tu conosci la tua relazione, tu sai cosa ti fa bene.
La scelta finale è tua, ma puoi avvicinarti a una decisione più chiara ascoltando sinceramente te stessa, senza giudicarti e senza agire d’impulso.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo la sua richiesta di una risposta fluida e senza interruzioni formali. In un momento così delicato, è fondamentale elaborare il quadro complessivo che lei mi ha esposto. Lei è una persona che, con grande lucidità e maturità, ha riconosciuto che l'età della spensieratezza e dell'assenza di progettualità è ormai alle spalle; non siete più ragazzi di quindici anni, e di conseguenza, ha sentito l'esigenza legittima di confrontarsi sul futuro della vostra unione. Il problema che emerge non è che lei abbia sbagliato a porre la domanda, anzi, ha fatto un gesto di responsabilità verso sé stessa e la relazione. La discrasia risiede nel fatto che, mentre lei è in una fase di progettualità avanzata – desidera la convivenza e non esclude la famiglia – il suo fidanzato, pur affermando un sincero attaccamento, sembra vivere la relazione con una mentalità ancora provvisoria o, per certi aspetti, adolescenziale, quasi come se l'impegno attuale fosse scollegato da qualsiasi costruzione futura. Lui la descrive come una "cosa sicura" nella sua vita, ma questa sicurezza appare circoscritta al presente, un punto fermo che però non interferisce con la sua libertà di pianificare un futuro autonomo: il desiderio di vivere da solo, l'ipotesi di una magistrale altrove, e soprattutto, l'affermazione che un futuro insieme "gli piacerebbe ma non l'ha pianificato". Questo atteggiamento suggerisce che il suo partner, pur volendole bene, sta vivendo la relazione come se fosse ancora un esperimento, un momento piacevole che, sebbene importante, non ha ancora la priorità assoluta di un impegno vincolante e strutturato. Questa differenza di approccio crea una disparità di maturità relazionale: lei è pronta a costruire un futuro "noi", lui è ancora concentrato a costruire un futuro "io". La sua lucidissima percezione di essere un "soprammobile" o "una cosa di contorno" nasce proprio da questa asimmetria: si sente valorizzata nel presente, ma marginale nella visione a lungo termine. Lei ha ben fatto a sollevare il problema ora, prima di investire anni in un percorso dove, al momento di voler concretizzare i suoi piani, potrebbe trovarsi di fronte a un partner che ha priorità del tutto diverse. Il vero interrogativo non è se lasciarlo o meno — una decisione che solo lei può prendere — ma se le è accettabile e se è sostenibile per il suo benessere emotivo continuare a investire in un uomo che ad oggi, pur amandola a suo modo, la considera una componente piacevole ma non ancora contemplata nel suo progetto di vita futuro, un uomo che ha dimostrato di non essersi ancora posto seriamente il problema di un "noi" duraturo. Deve capire se l'incertezza e la mancanza di proattività progettuale del suo partner siano compatibili con la sua necessità di concretezza e sicurezza.
Buongiorno. Voglio provare a darti un'altra prospettiva: lui forse ha bisogno di crescere e di mettersi alla prova, essere sicuro di se stesso prima di costruire un futuro con un'altra persona. Probabilmente con te sta bene, lui non immaginerebbe il suo futuro in coppia neanche se al posto tuo ci fosse un'altra, quindi non dipende da quello che prova per te, ma da quello che vuole per se stesso. Alla sua età è comprensibile voler pensare allo studio, al lavoro, a capire come funzione l'indipendenza, prima di convivere. Tu lo immagini perché vivi le emozioni intensamente, ti fanno stare bene e questa relazione ti fa sognare proprio per questo, tu sai quello che vuoi perché forse queste emozioni ti assorbono, ma se ti fermi un attimo a pensare anche tu magari puoi cominciare a vedere delle esperienze da sola come una priorità, cose formative per la tua persona e personalità. Credo che questo tema tu possa affrontarlo con lui, senza accusarlo, spiegargli che quelle parole ti sono rimaste impresse e ti hanno suscitato sentimenti negativi e vedere come lui ti risponde: in base a come ti sentirai con i suoi chiarimenti, allora potrai capire se lui è in grado di capire il tuo funzionamento e la tua emotività. Ricorda: non accusarlo, altrimenti si mette sulla difensiva e potrebbe attaccarti anziché spiegarsi. In bocca al lupo!
Dott. Fabio Nenci
Psicologo clinico, Psicologo
San Maurizio Canavese
Buongiorno,
mi pare di capire che il tuo fidanzato non abbia detto che non vuole stare con te , forse voleva dirti che ha bisogno di un pò più di tempo. Posso capire la tua sensazione di rifiuto , ma in realtà ho l'impressione che stiate parlando di qualcosa che non c'è per il momento e che lui preferirebbe parlarne al momento opportuno. Forse dovresti cercare di capire come mai sentivi la necessità di porre quella domanda. Non che la domanda avesse un qualcosa di sbagliato , ma è importante capire se stavi cercando rassicurazioni o stavi semplicemente cercando di capire quanto fosse pronto o altro...
Nelle relazione è importante capire i momenti ,purtroppo non sempre coincidono ma questo non sempre porta a una rottura.
Buona vita.
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Buongiorno, grazie per esserti aperta con così tanta sincerità. Si sente tutta la tua sofferenza, la confusione e il senso di smarrimento che una rottura così improvvisa può lasciare.
Quello che hai vissuto è stato un vero e proprio shock emotivo: l’assenza di segnali, il cambio repentino e le parole ambigue rendono molto difficile elaborare la fine. È possibile che lui provi affetto o amore, ma non tutte le persone sono in grado di sostenere una relazione quando sono sotto forte stress o pressione. Questo però non rende sbagliato il tuo modo di amare.
Tu descrivi un’idea di relazione basata sulla presenza, sull’attraversare insieme le difficoltà, non sull’allontanamento. È un bisogno legittimo. Il rischio ora è restare aggrappata alle sue ultime parole come a una speranza, anche se una parte di te sa che questo tipo di legame non ti farebbe stare bene nel lungo periodo.
La paura di non riuscire a dire di no è comprensibile, soprattutto quando la ferita dell’abbandono è ancora aperta. Ma la lucidità che mostri nel riconoscere ciò che desideri davvero è una risorsa importante. Proteggerla ora è un atto di cura verso te stessa. La confusione non durerà per sempre, anche se in questo momento sembra totalizzante.
Dott. Carmine Vincenzo Lambiase
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Superiore
Gentile,
Grazie per aver condiviso il suo vissuto. La sua esperienza è importante proprio perché è la sua e lo sforzo da lei fatto di darle voce, anche se la può far soffrire inizialmente o dubitare di sé stessa, è meritevole di rispetto e ammirazione.
Accettare le emozioni che proviamo e comprendere quello che le emozioni ci vogliono dire è il primo, ma importantissimo, passo per tornare a vivere gli eventi e le relazioni vedendone le sfumature. Come ha giustamente evidenziato, gli intensi alti e bassi emotivi non permettono di prendere scelte consapevoli. Un percorso potrebbe aiutarla a vedere tutta l'intensità dello spettro emotivo che è possibile sperimentare e non solo gli estremi, passando da una visione bidimensionale ad una maggiormente dettagliata e in 3D. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e le auguro ogni bene per le sue scelte.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

la confusione e l’intensità emotiva che descrive sono comprensibili, soprattutto considerando che il tema toccato riguarda il futuro, la stabilità e il sentirsi scelti. È importante però fermarsi un momento prima di trasformare questo dolore in una decisione definitiva, come Lei stessa sente il bisogno di fare.

Parlare del futuro dopo un anno di relazione non è sbagliato né eccessivo. È un bisogno legittimo, soprattutto se per Lei la progettualità rappresenta una forma di sicurezza emotiva. Allo stesso tempo, il fatto che il suo partner non pianifichi ora una convivenza o una vita insieme non equivale necessariamente a non volerLe bene o a considerarla “di contorno”. Molte persone, alla vostra età, vivono il futuro in modo più aperto e meno definito, senza che questo significhi svalutare la relazione presente. Il suo desiderio di certezze e il suo bisogno di continuità sembrano però diversi dal suo modo di pensare il legame, e questo è il punto centrale.

Il dolore che prova nasce dal significato che Lei attribuisce alle sue parole: per Lei, non pianificare equivale a non scegliere. Per lui, invece, potrebbe significare semplicemente non sentirsi ancora pronto a definire tappe che percepisce come impegnative o cariche di responsabilità. Nessuna delle due posizioni è “sbagliata”, ma se restano non riconosciute rischiano di creare ferite ripetute.

In questo momento è importante riconoscere che le emozioni di rabbia, tristezza e paura dell’abbandono possono spingerLa verso pensieri molto polarizzati, come “o mi vuole del tutto o non mi vuole affatto”. Quando l’attivazione emotiva è così alta, prendere una decisione drastica come lasciare il partner rischia di essere una risposta al dolore del momento più che a una valutazione profonda della relazione.

Prima di chiedersi se lasciarlo o meno, potrebbe essere più utile chiedersi se, così come stanno le cose oggi, Lei si sente ascoltata, rispettata nei suoi bisogni e sufficientemente al sicuro emotivamente. Se la risposta è no, questo merita attenzione e un confronto ulteriore, non necessariamente una rottura immediata. Se invece sente che, nonostante il bene, questa differenza di visione sul futuro Le provoca un dolore costante e una sensazione di svalutazione, allora sarà importante interrogarsi su quanto questa relazione possa essere sostenibile per Lei nel tempo.

Il fatto che Lei non voglia agire in modo impulsivo è un segnale di grande consapevolezza. Prendersi qualche giorno per far decantare le emozioni, magari scrivendo ciò che sente o chiarendo dentro di sé quali sono i suoi bisogni non negoziabili, può aiutarLa a fare una scelta meno dettata dalla paura di perdere e più dalla tutela di sé.

Non è una stupidaggine sentirsi così. Quando l’altro non riesce a offrirci il tipo di sicurezza di cui abbiamo bisogno, il dolore è reale e va preso sul serio. Un percorso psicologico potrebbe aiutarLa a distinguere ciò che nasce dal suo funzionamento emotivo da ciò che, invece, riguarda una reale incompatibilità di bisogni nella relazione, permettendole di scegliere con maggiore chiarezza e meno colpa.

Un caro saluto
Dott.ssa Sara Petroni
Dott.ssa Angela Borgese
Psicologo, Psicologo clinico
Gravina di Catania
Gentile utente, capisco quanto questo pensiero la stia travolgendo, ma è importante dirlo subito: non è una decisione da prendere nello stato emotivo in cui si trova ora. La sua sofferenza non nasce dal fatto che lui non la ami, ma da una diversa posizione rispetto al futuro e al legame.
Quindi, il punto non è se lui tenga a lei, ma che posto le dà nella sua vita. Lui sembra dirle: “tu sei importante per me, ma non sei ancora dentro un progetto”. Lei invece desidera sapere se è scelta, non solo “tenuta accanto”. È questo scarto che la ferisce.
Il suo funzionamento (autismo ad alto funzionamento) può rendere più difficile tollerare l’ambiguità e l’indefinito: quando il futuro non è nominato, l’angoscia cresce. Ma questo non significa che lei stia sbagliando o che stia “esagerando”. Sta chiedendo chiarezza sul suo posto.
Lasciarlo ora, in preda alla rabbia e al dolore, sarebbe un atto impulsivo per difendersi dall’angoscia di sentirsi “di contorno”. Restare, però, senza poter dire questa ferita, la farebbe stare altrettanto male.
La domanda non è: “Lo lascio o no?”
ma: “Posso stare in una relazione in cui il mio desiderio di futuro non trova risposta?”
Prima di decidere, provi a fermarsi, far decantare le emozioni e, se possibile, parlarne ancora con lui partendo da questo punto: non accusarlo, ma dire come si sente lei quando il futuro resta sospeso.
Non è una stupidaggine. È una domanda molto seria sul legame.
Un caro saluto.
Dott.ssa Caterina Lo Bianco
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Gentile ragazza,
la ringrazio per la fiducia e per la chiarezza con cui ha provato a raccontare qualcosa che, per come lo descrive, è emotivamente molto intenso e doloroso. Non c’è nulla di “stupido” in quello che sente: c’è una sofferenza autentica che merita rispetto e ascolto.
Provo a risponderle con ordine, tenendo insieme le emozioni che sta vivendo, il suo funzionamento personale e la dinamica di coppia, perché è proprio nell’incrocio di questi tre livelli che si gioca la sua confusione.
1. Non ha sbagliato a parlare di futuro
Parlare di futuro dopo quasi un anno di relazione, a 21 anni, non è affatto sbagliato né eccessivo. Non significa pretendere certezze rigide o promesse definitive, ma verificare se i due orizzonti emotivi camminano nella stessa direzione. Questo è un bisogno relazionale legittimo.
Il punto non è aver aperto il tema, ma come la differenza di visione tra voi due è stata vissuta e interpretata.
2. Due bisogni diversi, entrambi legittimi
Da ciò che racconta emergono due posizioni differenti:
• Lei ha un bisogno forte di continuità, progettualità, sicurezza affettiva. Sapere “verso dove si va” la aiuta a sentirsi scelta, importante, non accessoria.
• Lui sembra muoversi con un bisogno maggiore di esplorazione, autonomia e apertura delle possibilità. Dire “mi piacerebbe un futuro insieme ma non l’ho pianificato” non significa necessariamente “non ti voglio”, ma può voler dire “non sono ancora in grado o pronto a pensarmi dentro una progettualità definita”.
Il problema non è chi dei due abbia ragione, ma quanto questa differenza sia tollerabile per lei, oggi.
3. Attenzione a una trappola emotiva importante
Lei descrive molto bene una cosa cruciale: quando si sente ferita e insicura, il pensiero diventa rapidamente dicotomico e radicale:
“Allora lo lascio”, “non mi vuole”, “sono solo un contorno”.
Questo tipo di reazione non è una colpa né un difetto: è spesso una strategia di autoprotezione quando l’angoscia dell’incertezza diventa troppo forte. Meglio tagliare, decidere, chiudere, piuttosto che restare nel dubbio.
Ma proprio per questo, questa non è la condizione emotiva giusta per prendere una decisione definitiva.
4. Il dolore che sente non parla (solo) di lui
La ferita che descrive non nasce solo dalle parole del suo fidanzato, ma da ciò che quelle parole attivano dentro di lei:
• la paura di non essere prioritaria
• il timore di essere “facilmente sostituibile”
• il bisogno profondo di sentirsi scelta in modo chiaro
Queste sono corde molto sensibili, soprattutto quando si ha un funzionamento emotivo intenso e una grande attenzione ai segnali relazionali. È importante riconoscere che il suo dolore è reale, ma non va automaticamente trasformato in una sentenza sulla relazione o su di lei.
5. Lasciarlo ora sarebbe una scelta… o una fuga dal dolore?
La domanda centrale, più che “devo lasciarlo o no?”, è questa:
“Se lo lasciassi adesso, lo farei perché è davvero ciò che voglio o per smettere di sentire questo dolore e questa rabbia?”
Se la risposta è la seconda, allora fermarsi è un atto di cura verso se stessa.
6. Cosa può fare ora (in modo concreto)
Prima di qualsiasi decisione definitiva, le suggerirei tre passi:
1. Si dia tempo: qualche giorno in cui non decida nulla, ma ascolti cosa resta quando l’onda emotiva si abbassa.
2. Ritorni sul tema con lui, non per convincerlo o ottenere garanzie, ma per parlare di come lei si è sentita dopo quella conversazione, senza accuse.
3. Si chieda onestamente:
“Se questa relazione rimanesse così per un po’, senza certezze sul futuro, io potrei stare sufficientemente bene?”
Questa è una domanda più utile di qualsiasi “giusto/sbagliato”.
Un ultimo punto importante
Lei non è “di contorno” perché desidera progettualità. Ma potrebbe sentirsi così se resta in una relazione che non riesce, oggi, a nutrire i suoi bisogni emotivi fondamentali. Capirlo non significa dover lasciare subito, ma conoscersi meglio dentro la relazione.
Se sente che questa confusione e questa intensità emotiva tornano spesso nelle relazioni, un percorso psicologico potrebbe davvero aiutarla a distinguere ciò che nasce dal legame attuale da ciò che appartiene alla sua storia emotiva più profonda. Non per “aggiustarla”, ma per darle strumenti.
Le auguro di riuscire, prima di tutto, a non farsi violenza con decisioni affrettate. Prendersi tempo, in questo momento, non è debolezza: è maturità emotiva.
Rimango a disposizione per qualsiasi approfondimento.
Un caro saluto,
Dott.ssa Caterina Lo Bianco – Psicologa ad orientamento Sistemico-Relazionale

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