Buonasera, il mio nome è Andrea e ho 44 anni. Ho avuto una frequentazione con una ragazza lesbica di
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Buonasera, il mio nome è Andrea e ho 44 anni. Ho avuto una frequentazione con una ragazza lesbica di 35 anni (eccetto esperienze in adolescenza poi ha vuto solo donne) , nel senso che il suo linguaggio del corpo era talmente evidente anche al resto della compagnia, quando è entrata nel gruppo avevamo entrambi l'uno gli occhi per l'altro ma in smaliziata amicizia, per almeno un paio di anni il rapporto è evoluto lentamente fino a che lei ha iniziato a fantasticare sul "noi" per ogni cosa io dicessi o facessi, come per valutare quanto fosse possibile tale eventualità. Era sempre lei a prendere l'iniziativa per trascorrere del tempo assieme. Aveva occhi da innamorata (forse anche io magari), veramente felice, se le dicevo che sembravamo come quella coppietta sulla panchina lei non negava ma non confermava, sorrideva contenta, un giorno usciamo a cena sempre per sua iniziativa e ha avuto persino un gesto di gelosia nel cascarmi l'occhio su un'altra donna, ho pensato che allora veramente aveva interesse. Torniamo in macchina e nel salutarla amichevolmente la invito da me per un caffè, mi rimanda a un'altra occasione molto tranquillamente aggiungendo di preferire continuare a coltivare il rapporto e invitandomi a starle maggiormente vicino quando eravamo in gruppo. Le volte successive in gruppo mi avvicinavo, mi rispondeva ma era assente mentalmente, persa, come fosse depressa. È andata avanti un paio di settimane fino a che ho deciso di fare un passo indietro, nelle rare volte che ci vedevamo in gruppo tendeva sempre a sottolineare che non mi vedeva in quel modo pure se si parlava di calcio e anche se io non glielo avessi mai chiesto, nello sparire per non metterle pressione mi chiedeva spesso dove stessi. Abbiamo avuto un chiarimento abbastanza concitato facendole capire che non può dirmi di avvicinarmi e di coltivare il rappor (e me lo ha confermato, almeno quello...) per poi prendere le distanze anche se solo verbalmente, rifiutando dei regali che aveva sempre accettato, inviti a un caffe che avevamo sempre preso senza problemi, addirittura se accettava non voleva che glielo pagassi più io. E quando mi sono fatto da parte perché ho capito che stava elaborando (male) l'accaduto, lei ha iniziato a cercarmi con affanno, non era più lei. Ho ripreso la situazione in mano e sono rientrato nel rapporto sebbene più come spettatore e capire cosa le stesse succedendo. Trascorsi un paio di mesi veramente affannosi dal punto di vista emotivo per entrambi , lei mi fa capire di vivere un disagio interiore un caos interno mai provato prima (che per me era la conferma che provava qualcosa) non sapevo più come approcciarvi, del resto uscivamo col gruppo e anche qualcuno ha iniziato a chiedere come mai stessimo sempre lontani visto che eravamo sempre tazza e cucchiaio non solo per scelta mia. Fino a qualche mese fa, ci parliamo serenamente e la invito a esternare un po' di più le sue emozioni così da trovare un equilibrio e mi conferma che la sua psicologale chiede lo stesso, provo la carta delle scuse random per alleggerirla e vedere di sbloccarla psicologicamente, non per l'ultima serata e il mio invito a salire ma per altra situazione in cui molti mesi prima le feci notare come nonostante fosse sempre appiccicata a me non si chiedesse il motivo come invece avevo fatto io. Dal giorno dopo la ragazza è cambiata, ha iniziato a ricercarmi molto tranquillamente, se parlo con altre si fionda da me, se prendo il caffè me la ritrovo alle mie spalle per fare lo stesso, se mi apporto per una sigaretta me la ritrovo accanto per parlare. Risultato ottenuto per fortuna (ovvero armonia), MA.. quando capita deve sempre inserire l'argomento che a lei piacciono le donne, come per rimarcarlo (se lo rimarca senza che nessuno ti crei più stati di ansia, a parer mio significa che vuoi solo celare qualcosa), alternandolo comunque a qualche frase ambigua per stuzzircarmi. Ormai le ho pensate tutte, narcisista? Civetta? Non ha mai avuto un uomo che la corteggiasse seriamente, magari è andata in visibilio per poi fare ritirata una volta messa con le spalle al muro involontariamente? Magari voleva solo avere la certezza del mio interesse per alimentare il suo ego o capire di poter realmente interessare anche ai maschi? Ma se così fosse perché è andata in down emotivo? Adesso io mi sono sganciato emotivamente, praticato mindfulness, mare sole musica, sto molto meglio e oggettivamente pure se ha momenti ei appannamento non mi fa più lo stesso effetto, per il momento abbiamo un rapporto non sdolcinato come gli anni precedenti ma almeno ci trattiamo con maggiore equilibrio e continuità. Eccetto che ogni tre per due deve continuare a rimarcare che le piacciono le donne. Ma se non ti chiedo niente, anzi ho fatto io il passo indietro, che motivo hai di continuare a rimarcare? È possibile che dopo questa fase riesca a leggere meglio l'emotività del suo bambino interiore avuto versi di me e riuscire a completarsi? Oppure il volerlo soffocare, evitandolo, significa che ormai sarà per sempre così? Perché lo chiedo? Per capire se adesso che è tornata a riaffacciarsi a me e ogni tanto lancia qualche provocazione, se darle retta oppure metaforicamente mandarla a quel paese fregandomene altamente. A me di lei piace la sua anima, emotivamente è molto indietro, caratterialmente troppo sigillata.
Buonasera Signor Andrea, in funzione di quanto lei ha riportato è importante distinguere con chiarezza due aspetti: la sessualità e l’affettività di lei riguardano esclusivamente lei.
La sua identità sessuale, i suoi conflitti interiori, le sue preferenze o eventuali cambiamenti in ciò che prova sono questioni personali, che solo lei può chiarire con se stessa e con l’aiuto della psicologa. Non spetta a lei risolverle, né interpretarle a fondo, perché rischierebbe solo di perdersi nel tentativo di dare un senso a qualcosa che può chiarire solo lei in prima persona.
Altro aspetto importante riguarda invece ciò che prova lei, i suoi sentimenti, cosa è disposto a vivere ancora in questa relazione e cosa vuole da questo rapporto. In questo percorso di chiarimento, comprensione, approfondimento può confrontarsi direttamente con lei, in modo sereno ma sincero, raccontandole come ha vissuto tutto, come la sta vivendo ora, cosa ha capito di se stesso e cosa vorrebbe per il futuro.
La sua identità sessuale, i suoi conflitti interiori, le sue preferenze o eventuali cambiamenti in ciò che prova sono questioni personali, che solo lei può chiarire con se stessa e con l’aiuto della psicologa. Non spetta a lei risolverle, né interpretarle a fondo, perché rischierebbe solo di perdersi nel tentativo di dare un senso a qualcosa che può chiarire solo lei in prima persona.
Altro aspetto importante riguarda invece ciò che prova lei, i suoi sentimenti, cosa è disposto a vivere ancora in questa relazione e cosa vuole da questo rapporto. In questo percorso di chiarimento, comprensione, approfondimento può confrontarsi direttamente con lei, in modo sereno ma sincero, raccontandole come ha vissuto tutto, come la sta vivendo ora, cosa ha capito di se stesso e cosa vorrebbe per il futuro.
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Salve Andrea, quello che hai vissuto è un legame ambivalente con una persona evidentemente confusa o in una fase di grande fragilità identitaria. Le sue contraddizioni, vicinanza seguita da distanza, gelosia mista a rifiuto, slanci alternati a chiusure, ti hanno portato a interrogarti profondamente, e ti hanno messo indifficoltà.
Da quanto racconti, io non parlerei di narcisismo o civetteria pura, ma piuttosto di una persona che forse ha sperimentato attrazione emotiva e affetto verso di te, ma che non riesce a integrarlo nella propria identità sessuale o relazionale. Rimarcare che “le piacciono le donne” potrebbe essere un modo per rassicurare se stessa, più che per respingerti.
Il tuo passo indietro, la cura di te stesso e la nuova stabilità sono risposte mature e sane. Se oggi senti di non voler più investire nel “tentativo di decifrare” questa persona, è del tutto legittimo. Non devi salvare nessuno, e il rispetto per te stesso viene prima di tutto.
Se però senti ancora qualcosa di irrisolto, ricorda che è possibile affrontarlo in un percorso psicologico orientato a chiarire il tuo ruolo in questo legame, i tuoi bisogni affettivi. Io penso sia molto importante per te proteggere i tuoi sentimenti , ma prima di tutto chiarirli. pensaci seriamente. un cordiale saluto.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Da quanto racconti, io non parlerei di narcisismo o civetteria pura, ma piuttosto di una persona che forse ha sperimentato attrazione emotiva e affetto verso di te, ma che non riesce a integrarlo nella propria identità sessuale o relazionale. Rimarcare che “le piacciono le donne” potrebbe essere un modo per rassicurare se stessa, più che per respingerti.
Il tuo passo indietro, la cura di te stesso e la nuova stabilità sono risposte mature e sane. Se oggi senti di non voler più investire nel “tentativo di decifrare” questa persona, è del tutto legittimo. Non devi salvare nessuno, e il rispetto per te stesso viene prima di tutto.
Se però senti ancora qualcosa di irrisolto, ricorda che è possibile affrontarlo in un percorso psicologico orientato a chiarire il tuo ruolo in questo legame, i tuoi bisogni affettivi. Io penso sia molto importante per te proteggere i tuoi sentimenti , ma prima di tutto chiarirli. pensaci seriamente. un cordiale saluto.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Gentilissimo Andrea, non mi è chiaro come ciascuno di voi qualifica la relazione che vi lega. Sentite di avere un rapporto esclusivo o sentite di essere interessati ad altre persone per una relazione sentimentale? Nel gruppo di amici come vi considerano? Una coppia con un legame sentimentale? Due amici? Immagino che le risposte non siano chiarificatrici per cui la inviterei a stare sui suoi propri bisogni piuttosto che cercare di capire motivazioni dei comportamenti della ragazza.
Che cosa si aspetta da questa relazione? Davvero si immagina che possa sfociare in una relazione sentimentale? Con una ragazza con una "bella anima" ma "emotivamente molto indietro" e "caratterialmente troppo sigillata"? (tra virgolette, sono parole sue) che ribadisce (anche non richiesta) di essere interessata solo alle donne e le chiede di starle vicino quando state con gli amici? Chiede di capire "se darle retta"... Molto dipende dal significato che da al termine "Darle retta". E questo dipende da cosa vuole da questa relazione.
Che cosa si aspetta da questa relazione? Davvero si immagina che possa sfociare in una relazione sentimentale? Con una ragazza con una "bella anima" ma "emotivamente molto indietro" e "caratterialmente troppo sigillata"? (tra virgolette, sono parole sue) che ribadisce (anche non richiesta) di essere interessata solo alle donne e le chiede di starle vicino quando state con gli amici? Chiede di capire "se darle retta"... Molto dipende dal significato che da al termine "Darle retta". E questo dipende da cosa vuole da questa relazione.
Buonasera Andrea,
grazie per aver condiviso una storia così intensa e personale.
Il vissuto che descrivi è sicuramente complesso, carico di emozioni ambivalenti, segnali contraddittori e un continuo alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti che ti hanno coinvolto profondamente. Il tuo racconto rivela un’attenzione sincera e sensibile verso questa ragazza, ma anche un evidente disorientamento di fronte a dinamiche che sembrano sfuggire a un senso lineare.
Da quanto scrivi, emerge che questa ragazza vive una forte confusione interna, probabilmente legata non solo al proprio orientamento sessuale (che comunque pare dichiarato con chiarezza), ma anche a un’elaborazione emotiva più profonda che la porta a inviare segnali ambigui, come se oscillasse tra il desiderio di vicinanza e il bisogno di protezione/distanza.
Molte delle sue reazioni – il rimarcare con insistenza l’interesse per le donne, la gelosia implicita, il richiamo costante alla tua presenza, le frasi ambigue, il disagio psichico – potrebbero essere espressione di un conflitto interiore non risolto. È possibile che tu abbia rappresentato per lei una figura affettiva significativa, capace di evocare emozioni nuove o antiche, che però fatica a gestire. Questo non significa automaticamente che ci fosse o ci sia un reale interesse romantico o sessuale, ma può indicare un attaccamento profondo, non sempre consapevole, che lei stessa potrebbe non comprendere appieno.
Il tuo percorso di “sganciamento emotivo” e di riconnessione con te stesso è un passaggio molto sano e utile. È evidente che hai investito tanto, e ora stai giustamente cercando di capire se ci siano margini per riaprire quel canale – o se sia meglio lasciarlo andare per tutelarti.
Rispondendo alla tua domanda finale: potrebbe lei, col tempo, accedere a una maggiore consapevolezza e “completare” ciò che ora sembra spezzato? Forse sì, se intraprende un percorso di introspezione autentico e continuo, come pare stia facendo con l’aiuto di uno psicologo. Tuttavia, non è garantito né nei tempi né nei modi. La scelta più sana per te, a questo punto, sembra quella di mantenere il contatto se riesci a viverlo senza aspettative e senza ferirti, ma allo stesso tempo di proteggere i tuoi confini e non farti coinvolgere da ambiguità che possano riattivare antiche ferite o illusioni.
La tua sensibilità è una risorsa importante, ma per comprendere davvero ciò che è accaduto e per elaborare a fondo le implicazioni psicologiche ed emotive di questa relazione, sarebbe utile e consigliato approfondire il tema con l’aiuto di uno specialista.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso una storia così intensa e personale.
Il vissuto che descrivi è sicuramente complesso, carico di emozioni ambivalenti, segnali contraddittori e un continuo alternarsi di avvicinamenti e allontanamenti che ti hanno coinvolto profondamente. Il tuo racconto rivela un’attenzione sincera e sensibile verso questa ragazza, ma anche un evidente disorientamento di fronte a dinamiche che sembrano sfuggire a un senso lineare.
Da quanto scrivi, emerge che questa ragazza vive una forte confusione interna, probabilmente legata non solo al proprio orientamento sessuale (che comunque pare dichiarato con chiarezza), ma anche a un’elaborazione emotiva più profonda che la porta a inviare segnali ambigui, come se oscillasse tra il desiderio di vicinanza e il bisogno di protezione/distanza.
Molte delle sue reazioni – il rimarcare con insistenza l’interesse per le donne, la gelosia implicita, il richiamo costante alla tua presenza, le frasi ambigue, il disagio psichico – potrebbero essere espressione di un conflitto interiore non risolto. È possibile che tu abbia rappresentato per lei una figura affettiva significativa, capace di evocare emozioni nuove o antiche, che però fatica a gestire. Questo non significa automaticamente che ci fosse o ci sia un reale interesse romantico o sessuale, ma può indicare un attaccamento profondo, non sempre consapevole, che lei stessa potrebbe non comprendere appieno.
Il tuo percorso di “sganciamento emotivo” e di riconnessione con te stesso è un passaggio molto sano e utile. È evidente che hai investito tanto, e ora stai giustamente cercando di capire se ci siano margini per riaprire quel canale – o se sia meglio lasciarlo andare per tutelarti.
Rispondendo alla tua domanda finale: potrebbe lei, col tempo, accedere a una maggiore consapevolezza e “completare” ciò che ora sembra spezzato? Forse sì, se intraprende un percorso di introspezione autentico e continuo, come pare stia facendo con l’aiuto di uno psicologo. Tuttavia, non è garantito né nei tempi né nei modi. La scelta più sana per te, a questo punto, sembra quella di mantenere il contatto se riesci a viverlo senza aspettative e senza ferirti, ma allo stesso tempo di proteggere i tuoi confini e non farti coinvolgere da ambiguità che possano riattivare antiche ferite o illusioni.
La tua sensibilità è una risorsa importante, ma per comprendere davvero ciò che è accaduto e per elaborare a fondo le implicazioni psicologiche ed emotive di questa relazione, sarebbe utile e consigliato approfondire il tema con l’aiuto di uno specialista.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, mi sembra che lei metta in relazione il suo comportamento alle reazioni della ragazza, in un rapporto probabile di causa-effetto. In realtà non è possibile sapere cosa si agita dentro il suo animo, sta cercando di fare chiarezza con un percorso di psicoterapia per cui non credo possa darle spiegazioni consapevoli. La mia impressione è che il rapporto funzioni solo ad una determinata distanza, oltre la quale lei non riesce ad andare. In merito a lei che scrive, direi che sarebbe bene chiarirsi cosa vuole da questa donna e scegliere di riprovare solo avendo consapevolezza dell'eventuale frustrazione a cui può andare incontro. Dopo tale valutazione potrà decidere il da farsi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve Andrea, da quanto racconta, emerge con forza il suo desiderio di comprensione autentica, non solo della persona coinvolta, ma anche di sé stesso all’interno di questa relazione così sfumata.
È evidente che ha investito tempo, attenzione e sensibilità in questo legame, che si è sviluppato in modo graduale, lasciando spazio a una certa ambivalenza emotiva da parte della ragazza. Il comportamento che descrive – oscillante tra apertura, coinvolgimento, distanza e contraddizione – può essere letto come il segnale di un conflitto interno non risolto nella persona in questione, potenzialmente legato alla sua identità affettiva e sessuale, alla storia personale e ai suoi meccanismi di difesa. Il bisogno reiterato di ribadire il proprio orientamento, anche in assenza di domande o pressioni, può rappresentare una forma di rassicurazione interna, una modalità di autodifesa o un tentativo – forse inconscio – di mantenere il controllo su una dinamica relazionale percepita come intensa o destabilizzante. Non è raro, in alcune situazioni, che il timore di perdere la propria identità (soprattutto se faticosamente costruita) generi atteggiamenti ambigui o contraddittori, persino nel contesto di una relazione sincera.
Lei ha compiuto un percorso personale importante, che l’ha portato a un maggiore distacco emotivo e a una maggiore centratura. Il fatto che oggi riesca a mantenere lucidità e equilibrio è un segnale positivo, indice di maturità affettiva e di cura per il proprio benessere.
In merito alla sua domanda finale, è difficile prevedere se e come questa persona riuscirà a contattare e integrare pienamente il suo “bambino interiore” e le emozioni profonde che, forse, ha vissuto verso di lei. Tuttavia, è importante considerare che una relazione autentica e sana richiede reciprocità, chiarezza e disponibilità emotiva, non solo segnali ambigui o provocazioni.
Pertanto, il punto non è tanto “darle retta” o “fregarsene”, ma chiedersi: che tipo di relazione voglio oggi nella mia vita? Che spazio ha ancora questa persona nella mia crescita?
Se oggi sente di potersi relazionare in modo più consapevole, senza rinunciare alla propria serenità, allora potrà scegliere in libertà se mantenere un legame amicale o prendere le distanze con rispetto.
Un confronto psicologico e psicoterapeutico continuativo può aiutarla, qualora lo desideri, a esplorare ulteriormente queste dinamiche e a valorizzare pienamente il percorso che ha già compiuto. Le faccio notare cge, la mindfulness è sempre un percorso utile all’acquisizione di nuove consapevolezze. Resto a disposizione se volesse approfondire.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
È evidente che ha investito tempo, attenzione e sensibilità in questo legame, che si è sviluppato in modo graduale, lasciando spazio a una certa ambivalenza emotiva da parte della ragazza. Il comportamento che descrive – oscillante tra apertura, coinvolgimento, distanza e contraddizione – può essere letto come il segnale di un conflitto interno non risolto nella persona in questione, potenzialmente legato alla sua identità affettiva e sessuale, alla storia personale e ai suoi meccanismi di difesa. Il bisogno reiterato di ribadire il proprio orientamento, anche in assenza di domande o pressioni, può rappresentare una forma di rassicurazione interna, una modalità di autodifesa o un tentativo – forse inconscio – di mantenere il controllo su una dinamica relazionale percepita come intensa o destabilizzante. Non è raro, in alcune situazioni, che il timore di perdere la propria identità (soprattutto se faticosamente costruita) generi atteggiamenti ambigui o contraddittori, persino nel contesto di una relazione sincera.
Lei ha compiuto un percorso personale importante, che l’ha portato a un maggiore distacco emotivo e a una maggiore centratura. Il fatto che oggi riesca a mantenere lucidità e equilibrio è un segnale positivo, indice di maturità affettiva e di cura per il proprio benessere.
In merito alla sua domanda finale, è difficile prevedere se e come questa persona riuscirà a contattare e integrare pienamente il suo “bambino interiore” e le emozioni profonde che, forse, ha vissuto verso di lei. Tuttavia, è importante considerare che una relazione autentica e sana richiede reciprocità, chiarezza e disponibilità emotiva, non solo segnali ambigui o provocazioni.
Pertanto, il punto non è tanto “darle retta” o “fregarsene”, ma chiedersi: che tipo di relazione voglio oggi nella mia vita? Che spazio ha ancora questa persona nella mia crescita?
Se oggi sente di potersi relazionare in modo più consapevole, senza rinunciare alla propria serenità, allora potrà scegliere in libertà se mantenere un legame amicale o prendere le distanze con rispetto.
Un confronto psicologico e psicoterapeutico continuativo può aiutarla, qualora lo desideri, a esplorare ulteriormente queste dinamiche e a valorizzare pienamente il percorso che ha già compiuto. Le faccio notare cge, la mindfulness è sempre un percorso utile all’acquisizione di nuove consapevolezze. Resto a disposizione se volesse approfondire.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile Andrea, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia.
Da quello che lei ha descritto, io credo che questa ragazza nutra un grande sentimento di amicizia nei suoi confronti, sia per i comportamenti verso di lei sia per il tempo che avete passato insieme in questi anni. Probabilmente, se continua a rimarcarle il fatto di provare attrazione nei confronti delle donne, è effettivamente così, nonostante le voglia bene e si senta legata a lei. Però questo è soltanto un mio pensiero dovuto a questo piccolo racconto, non conoscendola non saprei se possa esserci altro.
Se desidera parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Da quello che lei ha descritto, io credo che questa ragazza nutra un grande sentimento di amicizia nei suoi confronti, sia per i comportamenti verso di lei sia per il tempo che avete passato insieme in questi anni. Probabilmente, se continua a rimarcarle il fatto di provare attrazione nei confronti delle donne, è effettivamente così, nonostante le voglia bene e si senta legata a lei. Però questo è soltanto un mio pensiero dovuto a questo piccolo racconto, non conoscendola non saprei se possa esserci altro.
Se desidera parlarne, sono a disposizione.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, le relazioni ambigue possono essere profondamente coinvolgenti ma anche destabilizzanti, soprattutto quando l’altra persona vive un conflitto identitario. È possibile che lei abbia provato qualcosa di autentico, ma non sia pronta – o non voglia – integrare quei sentimenti nel suo percorso. In questi casi è importante proteggere il proprio equilibrio emotivo, vale a dire accogliere ciò che c’è stato senza restare intrappolati nell’attesa che l’altro si definisca. Riconoscere i propri limiti e bisogni è un atto di cura verso di sé. Rimango a disposizione per altri approfondimenti.
Buonasera Andrea,
la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità questa esperienza, che emerge come molto intensa e complessa sul piano emotivo.
Il legame che descrive sembra aver avuto fin da subito una forte componente affettiva, forse ambigua nei confini, ma significativa per entrambi. La vicinanza crescente, gli scambi affettuosi, i gesti di gelosia e l’attenzione reciproca sembrano aver creato un tipo di intimità che può aver suscitato sentimenti confusi, non solo per lei, ma anche per l’altra persona coinvolta.
È possibile che la ragazza abbia vissuto una forma di apertura emotiva o affettiva nei suoi confronti che l’ha sorpresa o destabilizzata, soprattutto se in contrasto con l’orientamento sessuale che ha sempre riconosciuto come proprio. In questi casi, non è raro che la persona oscilli tra momenti di vicinanza e di chiusura, tra gesti di ricerca e tentativi di rimarcare confini.
Il fatto che lei oggi si senta più distaccato e sereno, dopo aver elaborato quanto accaduto, è un segnale importante: significa che è riuscito a rimettere al centro sé stesso e a leggere con maggiore lucidità la situazione. Tuttavia, il bisogno ancora attivo di capire “che cosa fosse” quello che c’è stato tra voi è del tutto comprensibile: quando i messaggi sono contraddittori, la nostra mente cerca coerenza, cerca senso.
A volte però, ed è questa la parte più difficile da accettare, non c’è una risposta univoca. L’altra persona può non avere piena consapevolezza di ciò che ha provato, può non volerlo esplorare, oppure può essersi fermata nel punto in cui il coinvolgimento diventava troppo intenso o spiazzante. Questo non rende “sbagliato” ciò che c’è stato, ma suggerisce che forse non c’erano (o non ci sono) le condizioni per un legame chiaro, reciproco e condiviso.
In merito alla sua domanda finale, se dare retta o “fregarsene”, le propongo un’alternativa: continui ad ascoltarsi. Se da questa persona sente di ricevere qualcosa che la fa stare bene, in un equilibrio sano, senza attendere risposte che non arrivano, può scegliere di esserci. Ma se invece si accorge che il rapporto la confonde, la logora, o la riporta in dinamiche già superate, forse è più rispettoso verso di sé lasciar andare, anche senza bisogno di rotture nette o rancore.
A volte il vero “completamento” non arriva dal chiarire l’altro, ma dal riconoscere quanto siamo cresciuti attraversando l’esperienza.
Un caro saluto
Dott.ssa Beatrice Carrara
la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità questa esperienza, che emerge come molto intensa e complessa sul piano emotivo.
Il legame che descrive sembra aver avuto fin da subito una forte componente affettiva, forse ambigua nei confini, ma significativa per entrambi. La vicinanza crescente, gli scambi affettuosi, i gesti di gelosia e l’attenzione reciproca sembrano aver creato un tipo di intimità che può aver suscitato sentimenti confusi, non solo per lei, ma anche per l’altra persona coinvolta.
È possibile che la ragazza abbia vissuto una forma di apertura emotiva o affettiva nei suoi confronti che l’ha sorpresa o destabilizzata, soprattutto se in contrasto con l’orientamento sessuale che ha sempre riconosciuto come proprio. In questi casi, non è raro che la persona oscilli tra momenti di vicinanza e di chiusura, tra gesti di ricerca e tentativi di rimarcare confini.
Il fatto che lei oggi si senta più distaccato e sereno, dopo aver elaborato quanto accaduto, è un segnale importante: significa che è riuscito a rimettere al centro sé stesso e a leggere con maggiore lucidità la situazione. Tuttavia, il bisogno ancora attivo di capire “che cosa fosse” quello che c’è stato tra voi è del tutto comprensibile: quando i messaggi sono contraddittori, la nostra mente cerca coerenza, cerca senso.
A volte però, ed è questa la parte più difficile da accettare, non c’è una risposta univoca. L’altra persona può non avere piena consapevolezza di ciò che ha provato, può non volerlo esplorare, oppure può essersi fermata nel punto in cui il coinvolgimento diventava troppo intenso o spiazzante. Questo non rende “sbagliato” ciò che c’è stato, ma suggerisce che forse non c’erano (o non ci sono) le condizioni per un legame chiaro, reciproco e condiviso.
In merito alla sua domanda finale, se dare retta o “fregarsene”, le propongo un’alternativa: continui ad ascoltarsi. Se da questa persona sente di ricevere qualcosa che la fa stare bene, in un equilibrio sano, senza attendere risposte che non arrivano, può scegliere di esserci. Ma se invece si accorge che il rapporto la confonde, la logora, o la riporta in dinamiche già superate, forse è più rispettoso verso di sé lasciar andare, anche senza bisogno di rotture nette o rancore.
A volte il vero “completamento” non arriva dal chiarire l’altro, ma dal riconoscere quanto siamo cresciuti attraversando l’esperienza.
Un caro saluto
Dott.ssa Beatrice Carrara
Buonasera Andrea, la sua lettera racconta una storia intensa, complessa e molto umana, fatta di emozioni profonde, connessioni autentiche, ma anche di confusione, aspettative disattese e un desiderio sincero di comprensione. Quello che emerge con chiarezza è il suo impegno a cercare di dare un senso a quanto è accaduto, non solo per un bisogno affettivo, ma anche per una ricerca interiore più ampia, che riguarda il rispetto, la chiarezza e la coerenza dei legami umani. Le sue parole restituiscono l'immagine di una relazione che, pur non essendo mai formalmente “di coppia”, ha avuto un'intensità emotiva e una profondità affettiva che non si possono ignorare. Il modo in cui descrive lo scambio di sguardi, le attenzioni, la condivisione e persino i silenzi, suggerisce una sintonia che ha avuto caratteristiche molto simili a quelle di una relazione sentimentale. E proprio per questo, quando questa dinamica ha cominciato a mutare, ad essere segnata da ambiguità, distanze improvvise e messaggi contraddittori, è naturale che lei si sia sentito disorientato e in parte ferito. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, può essere utile riflettere non solo sui comportamenti dell’altra persona, ma anche su come questi abbiano attivato in lei una serie di pensieri automatici, interpretazioni e aspettative che hanno alimentato il suo coinvolgimento e, allo stesso tempo, la sua sofferenza. È normale chiedersi “perché lo fa?”, “che cosa prova realmente?”, ma è altrettanto importante riuscire a spostare gradualmente il focus verso di sé, verso ciò che si prova, ciò che si desidera davvero, e ciò che si è disposti ad accettare o meno in una relazione, anche quando questa non è definita chiaramente. Lei mostra una grande consapevolezza del suo stato emotivo: ha riconosciuto il bisogno di prendere le distanze, ha messo in atto strategie di regolazione emotiva (come la mindfulness e la cura di sé), e ora osserva la situazione con uno sguardo più distaccato e critico. Questo è un passo fondamentale, perché la aiuta a riprendere potere personale, dopo un periodo in cui sembrava forse più immerso in dinamiche altrui. Per quanto riguarda l’altra persona, va considerato che potrebbe essere anch’essa in una fase di esplorazione, forse inconsapevole, forse ambivalente. È possibile che non abbia le idee chiare su ciò che prova, che non abbia strumenti sufficienti per gestire emozioni nuove e complesse, o che stia lottando tra ciò che sente e ciò che pensa di dover sentire, in base alla propria identità o alla propria storia. In certe situazioni, il bisogno di controllo o il continuo ribadire un'identità può essere una forma di difesa, un modo per gestire la paura di lasciarsi andare o di essere ferita. Questo, tuttavia, non giustifica comportamenti che confondono o che generano sofferenza nell’altro. Una relazione, anche se non definita sentimentalmente, ha comunque bisogno di coerenza e rispetto reciproco. E lei ha tutto il diritto di chiedersi se valga la pena continuare a dedicare tempo ed energia a una persona che, pur essendo affettuosa in certi momenti, continua a inviare segnali ambigui e a rifugiarsi dietro frasi di chiusura quando l’intimità si fa più vicina. Alla sua domanda finale, se dare ancora ascolto a questi segnali o lasciar andare, non posso dare una risposta univoca, ma posso dirle che sarà importante chiedersi se quello che riceve da questa relazione oggi è in linea con il modo in cui desidera essere trattato. Se si sente rispettato, valorizzato, libero. O se invece continua a vivere un’altalena emotiva che, nel tempo, rischia di consumare energia preziosa. L’anima, come dice lei, può essere una cosa bellissima. Ma perché ci sia un rapporto sano, ci vuole anche maturità emotiva, chiarezza, e volontà condivisa di prendersi cura l’uno dell’altro, non solo a intermittenza. Se ciò che lei ha dato è stato profondo e autentico, allora merita lo stesso. Sempre. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente di mio dottore,
lei è portatore di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che potrebbero esser sviscerate le tematiche qui riportate. Provi a parlarne alla sua compagna, potrebbe esser una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei è portatore di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che potrebbero esser sviscerate le tematiche qui riportate. Provi a parlarne alla sua compagna, potrebbe esser una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, credo che la sua amica abbia un notevole marasma emotivo interiormente che la rende instabile, ma comunque è in questo seguita da un professionista. Potrebbe aiutarla standole vicino nei momenti di deflessione emotiva, così da empatizzare per aiutarla a stabilizzarsi,e sono convinto che questo aiuterebbe anche lei a definire meglio ciò che prova veramente per la sua amica e per la vostra amicizia. Cordiali saluti.
Caro Andrea,
quello che descrivi è un legame complesso, fatto di affetto, ambiguità e molta confusione emotiva. Da come racconti, sembra che questa ragazza viva un conflitto interno tra ciò che prova e ciò che pensa di poter o dover provare, forse anche legato alla sua identità.
Il suo ribadire l’attrazione per le donne, pur senza che tu lo sollevi, può essere un modo per difendersi dal coinvolgimento o per rassicurare sé stessa. Questo però non toglie che tra voi ci sia stata una connessione reale, che l’ha messa in crisi, anche se non riesce o non vuole riconoscerla pienamente.
Hai fatto bene a prenderti uno spazio per te, a ritrovare equilibrio. Se ora lei torna con segnali ambigui, chiediti: ti farebbe stare bene riavvicinarti, oppure ti rimetterebbe in uno stato di incertezza?
Non tutte le connessioni intense sono fatte per diventare storie d’amore. Alcune ci servono per crescere, per capire meglio noi stessi.
Se scegli di restare, fallo solo con chiarezza e rispetto reciproco. Se scegli di andare, fallo senza sensi di colpa.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
quello che descrivi è un legame complesso, fatto di affetto, ambiguità e molta confusione emotiva. Da come racconti, sembra che questa ragazza viva un conflitto interno tra ciò che prova e ciò che pensa di poter o dover provare, forse anche legato alla sua identità.
Il suo ribadire l’attrazione per le donne, pur senza che tu lo sollevi, può essere un modo per difendersi dal coinvolgimento o per rassicurare sé stessa. Questo però non toglie che tra voi ci sia stata una connessione reale, che l’ha messa in crisi, anche se non riesce o non vuole riconoscerla pienamente.
Hai fatto bene a prenderti uno spazio per te, a ritrovare equilibrio. Se ora lei torna con segnali ambigui, chiediti: ti farebbe stare bene riavvicinarti, oppure ti rimetterebbe in uno stato di incertezza?
Non tutte le connessioni intense sono fatte per diventare storie d’amore. Alcune ci servono per crescere, per capire meglio noi stessi.
Se scegli di restare, fallo solo con chiarezza e rispetto reciproco. Se scegli di andare, fallo senza sensi di colpa.
Un caro saluto e in bocca al lupo.
Buongiorno Andrea,
Da quel che racconta si evince una storia complessa dove è difficile giudicare quale tipo di affetto ed emotività abbia preso il sopravvento in questa relazione. Lei Andrea si è esposto in modo molto onesto e immagino sia stato molto frustrante non riuscire a comprendere i segnali contraddittori mandati da lei. La domanda che deve porsi è come si è sentito e cosa le ha lasciato questa frequentazione. Il suo corteggiamento non è passato inosservato e almeno in parte la ragazza ha dato segni di gradire i suoi inviti e il tempo passato con lei, tuttavia rimane il dubbio che non fosse coinvolta abbastanza da entrare in intimità e approfondire la conoscenza. Ad oggi Il suo rimarcare continuamente che le piacciono le donne diventa sempre più sgradevole ed impedisce di costruire un'amicizia creando un muro di pregiudizio nei suoi confronti. Questo rimarcare inizia a darle fastidio perché la pone eternamente in una posizione di distanza nella quale è impensabile immaginare che questa ragazza voglia davvero conoscerla anche come amico.
Saluti
Da quel che racconta si evince una storia complessa dove è difficile giudicare quale tipo di affetto ed emotività abbia preso il sopravvento in questa relazione. Lei Andrea si è esposto in modo molto onesto e immagino sia stato molto frustrante non riuscire a comprendere i segnali contraddittori mandati da lei. La domanda che deve porsi è come si è sentito e cosa le ha lasciato questa frequentazione. Il suo corteggiamento non è passato inosservato e almeno in parte la ragazza ha dato segni di gradire i suoi inviti e il tempo passato con lei, tuttavia rimane il dubbio che non fosse coinvolta abbastanza da entrare in intimità e approfondire la conoscenza. Ad oggi Il suo rimarcare continuamente che le piacciono le donne diventa sempre più sgradevole ed impedisce di costruire un'amicizia creando un muro di pregiudizio nei suoi confronti. Questo rimarcare inizia a darle fastidio perché la pone eternamente in una posizione di distanza nella quale è impensabile immaginare che questa ragazza voglia davvero conoscerla anche come amico.
Saluti
Buonasera, il mio invito è di essere sincero e aprire la sua anima così da connettersi emotivamente con lei e trovare quell'affinità che rende speciale il vostro rapporto. Solo così a carte scoperte potrà avere le risposte che cerca, basta continuare con le interpretazioni e passi indietro per vedere le azioni dell'altro. La vita va vissuta intensamente e con energia positiva verso di sè, così potrà arrivare altra energia positiva e vitale di rimando.
Per questo, la invito ad essere sincero in primis con il suo bambino interiore e capire cosa vuole da questa persona e se la vede affine a lei come compagna e poi potrà agire di conseguenza per ascoltare le intenzioni della persona in questione.
I rapporti sono fatti da due persone, ognuno deve ascoltare l'altro per far funzionare l'equilibrio e la reciprocità.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Per questo, la invito ad essere sincero in primis con il suo bambino interiore e capire cosa vuole da questa persona e se la vede affine a lei come compagna e poi potrà agire di conseguenza per ascoltare le intenzioni della persona in questione.
I rapporti sono fatti da due persone, ognuno deve ascoltare l'altro per far funzionare l'equilibrio e la reciprocità.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Ciao Andrea, grazie per la tua condivisione dettagliata. Da quanto racconti, sembra che la ragazza stia oscillando tra il desiderio di vicinanza e la paura di esporsi, probabilmente legata a un conflitto interno profondo tra identità e sentimenti.
Quando lei rimarca spesso “mi piacciono le donne” potrebbe essere un modo per proteggersi da una vulnerabilità che ancora non riesce a gestire o per mantenere un controllo emotivo sulla situazione. Questo comportamento può creare confusione e tensione nel rapporto.
Il tuo lavoro di prendere distanza, coltivare la mindfulness e dare spazio all’equilibrio è molto utile e ti mette in una posizione più chiara per decidere cosa vuoi davvero da questa relazione.
Un possibile spunto è osservare se questo rapporto ti arricchisce o ti consuma emotivamente. Potresti chiederti: cosa ti fa stare bene in questo legame? Cosa ti fa sentire bloccato?
Se il rapporto resta incerto e lei non riesce a integrarsi con sé stessa, potrebbe essere necessario mettere dei limiti chiari per proteggere la tua serenità.
Ti va di riflettere su quale ruolo vuoi realmente avere per te stesso in questa dinamica?
Quando lei rimarca spesso “mi piacciono le donne” potrebbe essere un modo per proteggersi da una vulnerabilità che ancora non riesce a gestire o per mantenere un controllo emotivo sulla situazione. Questo comportamento può creare confusione e tensione nel rapporto.
Il tuo lavoro di prendere distanza, coltivare la mindfulness e dare spazio all’equilibrio è molto utile e ti mette in una posizione più chiara per decidere cosa vuoi davvero da questa relazione.
Un possibile spunto è osservare se questo rapporto ti arricchisce o ti consuma emotivamente. Potresti chiederti: cosa ti fa stare bene in questo legame? Cosa ti fa sentire bloccato?
Se il rapporto resta incerto e lei non riesce a integrarsi con sé stessa, potrebbe essere necessario mettere dei limiti chiari per proteggere la tua serenità.
Ti va di riflettere su quale ruolo vuoi realmente avere per te stesso in questa dinamica?
Buonasera Andrea,
la ringrazio per aver condiviso una storia così complessa e delicata, che coinvolge non solo sentimenti profondi ma anche dinamiche relazionali molto sfumate. È evidente quanta attenzione lei abbia posto nel leggere ogni gesto, parola o comportamento di questa persona, cercando di comprenderla e di darle uno spazio autentico nella sua vita.
Dalle sue parole emerge una grande sensibilità e una capacità notevole di ascoltare l’altro. Tuttavia, proprio per questo, la relazione che descrive sembra aver richiesto a lungo uno sforzo emotivo importante, al punto da farle perdere in alcuni momenti il contatto con i propri bisogni e confini. È positivo che ora si senta più centrato, più leggero, grazie anche alle risorse che ha saputo attivare (mindfulness, tempo per sé, distacco emotivo).
Rispetto al comportamento dell’altra persona, è difficile dare una spiegazione univoca. Potrebbero esserci conflitti interni profondi, legati alla sua identità affettiva o alla difficoltà di contatto autentico con le proprie emozioni. In alcuni casi, dinamiche come quelle che descrive (ambiguità, segnali contrastanti, bisogno di conferme, alternanza tra vicinanza e distanza) possono indicare una persona che sta ancora cercando sé stessa. Ma la verità è che non possiamo controllare o risolvere i nodi emotivi dell’altro — soprattutto se non c’è chiarezza, reciprocità o un dialogo autentico.
La domanda che lei si pone, alla fine, è molto significativa:
“Devo dare retta a questi segnali o lasciar andare?”
E forse la risposta più utile non sta tanto nel cercare di interpretare lei, ma nel chiedersi cosa davvero oggi fa bene a lei. Che tipo di relazione desidera? È disposto a restare in una posizione di incertezza o attende reciprocità, chiarezza e presenza reale?
Ha già fatto un grande passo sganciandosi emotivamente e tornando al suo centro. Continui a proteggere quel benessere. Se una persona la confonde, la sfianca o la mette in una posizione ambigua, è legittimo ,e a volte necessario mettere un confine, anche se una parte di noi è affezionata.
Se sente di voler approfondire queste dinamiche più in profondità, può essere molto utile uno spazio in cui esplorare con maggiore chiarezza i modelli relazionali e l’impatto emotivo che hanno su di lei.
Resto a disposizione
Un Caro Saluto
Dott.ssa Daisy Di Cello
la ringrazio per aver condiviso una storia così complessa e delicata, che coinvolge non solo sentimenti profondi ma anche dinamiche relazionali molto sfumate. È evidente quanta attenzione lei abbia posto nel leggere ogni gesto, parola o comportamento di questa persona, cercando di comprenderla e di darle uno spazio autentico nella sua vita.
Dalle sue parole emerge una grande sensibilità e una capacità notevole di ascoltare l’altro. Tuttavia, proprio per questo, la relazione che descrive sembra aver richiesto a lungo uno sforzo emotivo importante, al punto da farle perdere in alcuni momenti il contatto con i propri bisogni e confini. È positivo che ora si senta più centrato, più leggero, grazie anche alle risorse che ha saputo attivare (mindfulness, tempo per sé, distacco emotivo).
Rispetto al comportamento dell’altra persona, è difficile dare una spiegazione univoca. Potrebbero esserci conflitti interni profondi, legati alla sua identità affettiva o alla difficoltà di contatto autentico con le proprie emozioni. In alcuni casi, dinamiche come quelle che descrive (ambiguità, segnali contrastanti, bisogno di conferme, alternanza tra vicinanza e distanza) possono indicare una persona che sta ancora cercando sé stessa. Ma la verità è che non possiamo controllare o risolvere i nodi emotivi dell’altro — soprattutto se non c’è chiarezza, reciprocità o un dialogo autentico.
La domanda che lei si pone, alla fine, è molto significativa:
“Devo dare retta a questi segnali o lasciar andare?”
E forse la risposta più utile non sta tanto nel cercare di interpretare lei, ma nel chiedersi cosa davvero oggi fa bene a lei. Che tipo di relazione desidera? È disposto a restare in una posizione di incertezza o attende reciprocità, chiarezza e presenza reale?
Ha già fatto un grande passo sganciandosi emotivamente e tornando al suo centro. Continui a proteggere quel benessere. Se una persona la confonde, la sfianca o la mette in una posizione ambigua, è legittimo ,e a volte necessario mettere un confine, anche se una parte di noi è affezionata.
Se sente di voler approfondire queste dinamiche più in profondità, può essere molto utile uno spazio in cui esplorare con maggiore chiarezza i modelli relazionali e l’impatto emotivo che hanno su di lei.
Resto a disposizione
Un Caro Saluto
Dott.ssa Daisy Di Cello
Ciao Andrea, da quello che racconti, la relazione tra voi è stata segnata da segnali ambigui, avvicinamenti e allontanamenti, alternanza tra apertura e chiusura. Questo tipo di dinamica spesso genera confusione emotiva perché non c’è coerenza tra ciò che viene comunicato a parole e ciò che si esprime con il comportamento.
Il fatto che lei sottolinei ripetutamente la propria attrazione per le donne, anche senza sollecitazione, potrebbe essere un modo per ribadire confini e rassicurare sé stessa, oppure per evitare di affrontare eventuali sentimenti complessi. Potrebbe anche essere un meccanismo difensivo per gestire la vicinanza emotiva che percepisce da parte tua.
Dal tuo racconto emerge che tu hai già fatto un passo importante: ti sei sganciato emotivamente e hai ritrovato equilibrio. Mantenere questo assetto è fondamentale. Se le sue provocazioni o ambiguità ti riportano in uno stato di incertezza o aspettativa, rischi di tornare nella stessa spirale di frustrazione.
Il consiglio professionale è di dare priorità al tuo benessere: mantieni un rapporto cordiale e rispettoso, ma non investire energie emotive aspettandoti un cambiamento radicale da parte sua. L’evoluzione che descrivi, il “completarsi”, può avvenire solo se è lei a voler affrontare il proprio mondo emotivo, e non è qualcosa che tu puoi guidare o forzare.
Il fatto che lei sottolinei ripetutamente la propria attrazione per le donne, anche senza sollecitazione, potrebbe essere un modo per ribadire confini e rassicurare sé stessa, oppure per evitare di affrontare eventuali sentimenti complessi. Potrebbe anche essere un meccanismo difensivo per gestire la vicinanza emotiva che percepisce da parte tua.
Dal tuo racconto emerge che tu hai già fatto un passo importante: ti sei sganciato emotivamente e hai ritrovato equilibrio. Mantenere questo assetto è fondamentale. Se le sue provocazioni o ambiguità ti riportano in uno stato di incertezza o aspettativa, rischi di tornare nella stessa spirale di frustrazione.
Il consiglio professionale è di dare priorità al tuo benessere: mantieni un rapporto cordiale e rispettoso, ma non investire energie emotive aspettandoti un cambiamento radicale da parte sua. L’evoluzione che descrivi, il “completarsi”, può avvenire solo se è lei a voler affrontare il proprio mondo emotivo, e non è qualcosa che tu puoi guidare o forzare.
Andrea, da come racconti si percepisce quanto questa relazione ti abbia coinvolto e quante energie emotive ti abbia richiesto. Il quadro che descrivi mostra una ragazza piena di contraddizioni: ti cerca, mostra segnali di gelosia, alimenta ambiguità, ma allo stesso tempo ribadisce con forza che le piacciono le donne. Questo continuo rimarcare sembra avere due funzioni: da una parte rassicurare sé stessa, dall’altra tenerti a distanza da aspettative troppo chiare sul piano sentimentale o fisico.
Il suo “down emotivo” e il caos che ti ha confidato non sono incoerenti: possono indicare che davvero qualcosa si è mosso dentro di lei e l’ha messa in difficoltà rispetto alla sua identità consolidata. Allo stesso tempo, il fatto che continui a sottolineare la sua omosessualità dimostra che non vuole (o non riesce) ad aprirsi a un coinvolgimento con un uomo.
Ci sono alcuni aspetti da mettere a fuoco:
– non puoi sapere con certezza se la sua attrazione verso di te fosse reale o se fosse più un bisogno di attenzioni e di conferme;
– il fatto che tu ti sia sganciato emotivamente, praticando mindfulness e riprendendo spazi tuoi, è stata la mossa più sana, perché ti ha permesso di guardarla con più equilibrio e non farti travolgere;
– se oggi ti senti meno preso e più libero, hai già in mano la chiave per decidere: vuoi rientrare nel suo gioco di ambiguità o preferisci proteggere la tua stabilità emotiva?
Il rischio, continuando a darle corda, è di restare intrappolato in un tira e molla che alimenta più dubbi che certezze. Il guadagno, invece, è minimo, perché lei non sembra disponibile a spostarsi dalla sua posizione: vuole mantenere la sua identità, ma allo stesso tempo non rinuncia a ricevere attenzioni da te.
In sintesi: non aspettarti che “cresca emotivamente” fino a sciogliere questo nodo e aprirsi a te come partner. Potrebbe accadere, ma non dipende da te e non puoi costruire il tuo futuro su questa ipotesi. Quello che puoi fare è decidere se vuoi restare in un rapporto di amicizia sincera, con i suoi limiti, oppure se ti conviene tagliare del tutto per proteggere il tuo equilibrio.
La cosa certa è che non sei tu a doverla decifrare o completare: lei ha un suo percorso da fare. Tu hai già dimostrato di saper rientrare in te stesso e ritrovare serenità. Coltiva quello, perché è la parte che ti rende libero.
Dott.ssa De Pretto
Il suo “down emotivo” e il caos che ti ha confidato non sono incoerenti: possono indicare che davvero qualcosa si è mosso dentro di lei e l’ha messa in difficoltà rispetto alla sua identità consolidata. Allo stesso tempo, il fatto che continui a sottolineare la sua omosessualità dimostra che non vuole (o non riesce) ad aprirsi a un coinvolgimento con un uomo.
Ci sono alcuni aspetti da mettere a fuoco:
– non puoi sapere con certezza se la sua attrazione verso di te fosse reale o se fosse più un bisogno di attenzioni e di conferme;
– il fatto che tu ti sia sganciato emotivamente, praticando mindfulness e riprendendo spazi tuoi, è stata la mossa più sana, perché ti ha permesso di guardarla con più equilibrio e non farti travolgere;
– se oggi ti senti meno preso e più libero, hai già in mano la chiave per decidere: vuoi rientrare nel suo gioco di ambiguità o preferisci proteggere la tua stabilità emotiva?
Il rischio, continuando a darle corda, è di restare intrappolato in un tira e molla che alimenta più dubbi che certezze. Il guadagno, invece, è minimo, perché lei non sembra disponibile a spostarsi dalla sua posizione: vuole mantenere la sua identità, ma allo stesso tempo non rinuncia a ricevere attenzioni da te.
In sintesi: non aspettarti che “cresca emotivamente” fino a sciogliere questo nodo e aprirsi a te come partner. Potrebbe accadere, ma non dipende da te e non puoi costruire il tuo futuro su questa ipotesi. Quello che puoi fare è decidere se vuoi restare in un rapporto di amicizia sincera, con i suoi limiti, oppure se ti conviene tagliare del tutto per proteggere il tuo equilibrio.
La cosa certa è che non sei tu a doverla decifrare o completare: lei ha un suo percorso da fare. Tu hai già dimostrato di saper rientrare in te stesso e ritrovare serenità. Coltiva quello, perché è la parte che ti rende libero.
Dott.ssa De Pretto
Ciao Andrea, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza la tua esperienza. Capisco che questa situazione ti abbia fatto vivere emozioni molto intense e contrastanti: da un lato i segnali ambigui e la vicinanza, dall’altro le continue prese di distanza e il rimarcare la sua identità sessuale.
Quello che descrivi sembra più un conflitto interno suo che qualcosa che riguardi davvero te. Probabilmente si è sentita attratta, ma allo stesso tempo questo ha messo in discussione la sua immagine di sé, i suoi schemi di riferimento, e da qui possono nascere confusione, evitamenti, comportamenti contraddittori. Il “rimarcarti” che le piacciono le donne può essere un modo per rassicurare se stessa, più che un messaggio diretto a te.
Individua cosa ti fa stare bene e cosa no. Se il rapporto con lei ti arricchisce, puoi continuare a coltivarlo con i giusti confini, senza aspettative che vadano oltre quello che lei può darti. Se invece noti che torni a sentirti risucchiato in dinamiche ambigue e dolorose, la scelta più sana può essere quella di proteggere il tuo equilibrio emotivo e mettere distanza.
Quello che descrivi sembra più un conflitto interno suo che qualcosa che riguardi davvero te. Probabilmente si è sentita attratta, ma allo stesso tempo questo ha messo in discussione la sua immagine di sé, i suoi schemi di riferimento, e da qui possono nascere confusione, evitamenti, comportamenti contraddittori. Il “rimarcarti” che le piacciono le donne può essere un modo per rassicurare se stessa, più che un messaggio diretto a te.
Individua cosa ti fa stare bene e cosa no. Se il rapporto con lei ti arricchisce, puoi continuare a coltivarlo con i giusti confini, senza aspettative che vadano oltre quello che lei può darti. Se invece noti che torni a sentirti risucchiato in dinamiche ambigue e dolorose, la scelta più sana può essere quella di proteggere il tuo equilibrio emotivo e mettere distanza.
Salve Andrea, da quello che lei racconta sembra che questa ragazza, fino a quel momento certa del suo orientamento sessuale, abbia vissuto con lei un'intesa e un coinvolgimento molto travolgente. Si è mai chiesto se questo coinvolgimento assieme ad emozioni positive potrebbe averle fatto sperimentare un vissuto di angoscia e di smarrimento? ("chi sono io davvero? Mi piacciono gli uomini o le donne?")
La domanda che le faccio è: lei adesso sente di potersi sintonizzare con il malessere provato da questa donna e accoglierla?
In bocca al lupo!
La domanda che le faccio è: lei adesso sente di potersi sintonizzare con il malessere provato da questa donna e accoglierla?
In bocca al lupo!
Da quanto racconta, il rapporto con questa ragazza sembra molto complesso e oscillante, con alti e bassi legati alle sue incertezze emotive e alla difficoltà a gestire i propri sentimenti. Il fatto che lei continui a rimarcare la sua attrazione per le donne può riflettere confusione, bisogno di autoaffermazione o semplicemente il suo modo di proteggersi emotivamente. È positivo che lei abbia trovato maggiore equilibrio e benessere emotivo, con distacco e cura di sé. In questa fase, il modo più sano di approcciarsi è mantenere i propri confini, osservare il rapporto senza farsi trascinare da dinamiche ambigue e lasciare spazio alla ragazza per chiarire le proprie emozioni senza pressioni.
Quando una relazione diventa un “ti avvicino / ti allontano”, non è perché manca sentimento, ma perché c’è paura. Lei sembra aver provato qualcosa che l’ha spaventata, ed è entrata in confusione: avvicina quando sente il legame, si ritrae quando teme di perderne il controllo.
In questo momento però sei tu ad aver ritrovato equilibrio.
La mossa utile è mantenerlo: niente pressioni, niente interpretazioni. Solo confini chiari e gesti semplici.
Quando si sentirà sicura, si avvicinerà in modo più coerente.
Se invece continuerà a rimarcare “mi piacciono le donne” mentre ti cerca, significa che non è pronta.
Tu non devi “capire lei”: devi ascoltare come stai tu accanto a lei.
È lì la risposta.
In questo momento però sei tu ad aver ritrovato equilibrio.
La mossa utile è mantenerlo: niente pressioni, niente interpretazioni. Solo confini chiari e gesti semplici.
Quando si sentirà sicura, si avvicinerà in modo più coerente.
Se invece continuerà a rimarcare “mi piacciono le donne” mentre ti cerca, significa che non è pronta.
Tu non devi “capire lei”: devi ascoltare come stai tu accanto a lei.
È lì la risposta.
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