Buonasera a tutti mi chiamo Federica ho 29 anni e da circa 15 soffro di DCA. Premetto che sono neur
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Buonasera a tutti mi chiamo Federica ho 29 anni e da circa 15 soffro di DCA.
Premetto che sono neurodivergente (ADHD) e il mio DCA è insorto a causa di un disagio sociale legato alla mia poca autostima.
Avendo acquisito maggiore consapevolezza negli anni sta iniziando a pesarmi veramente molto e sono decisa a cambiare la mia vita.
Agli inizi questo disturbo si è manifestato sotto forma di anoressia per poi tramutare in binge eating sia davanti agli altri che nella mia solitudine notturna.
Sono riuscita a vivermi periodi maggiormente sereni e ad essere in pace con il mio corpo e le mie emozioni, ma l'anno successivo alla pandemia mi sono sentita nuovamente persa perché troppo insoddisfatta sotto il punto di vista lavorativo.
Da dopo la scorsa estate gli episodi di binge eating sono praticamente spariti perché ho incontrato la persona con cui sto attualmente ho una relazione e ho ritrovato maggior equilibrio ma lui mi sta facendo solo da cuscinetto non è di certo la cura di cui ho bisogno.
Per la paura di prendere peso mangio poco più di 1200/1300 kcal al giorno allenandomi 30 minuti 5/7 con i pesi.
I weekend(sabato e domenica), non per la fame ma per esigenza emotiva, tendo a perdere il controllo e fare pasti abbondanti ed esagerati perché tendo ad essere vorace senza gustarmi veramente le cose perché so che che sono "libera" e che posso consumare quanto cibo voglio a differenza dell'infrasettimana in cui riesco invece a controllarmi.
Ma io odio dovermi controllare, io vorrei semplicemente con libertà gestirmi la vita senza calcolare quanto ho mangiato il giorno prima o quanto mangerò il giorno dopo.
Sono consapevole che la mia ingordigia sia correlata all'ADHD, mangiare mi aiuta nei momenti sociali e/o a combattere la noia e le smanie, ma con questo meccanismo ovviamente il mio peso o rimane invariato o aumenta e quindi mi capita di dover fare una settimana (compreso il weekend) super controllata per recuperare.
Il mio obiettivo sarebbe perdere 3/4 kg, anche se sono in normopeso ed è molto difficile, e ritrovare un equilibrio che mi assicuri il mantenimento.
Con questo meccanismo arrivo ad assumere anche 15/16 mila kcal settimanali, ma un nutrizionista che mi ha visitata tempo fa mi disse che dovevo stare sulle 13mila (1800 kcal al giorno) indicativamente e concedermi tranquillamente quello che volevo quando l'occasione si creava.
Ma se adesso ne assumo 1200 al giorno e mi concedo quello che voglio il weekend, assumendone 1800 non so fino a quanto potrò concedermi il weekend, quando capisco che è troppo? come capisco se è il caso si fermarmi oppure no?
Intanto mi sono ripromessa di iniziare ad assaporare e a godermi ogni singolo boccone anche durante il fine settimana.
Però la paura di perdere il controllo c'è sempre.
Da dove devo partire? Ora che è giovedì cominciare subito ad alzare l'introito giornaliero e testare la mia forza il weekend?
Ho paura e ne ho tanta.
Vedo gli altri mangiare più di me e non ingrassare e quando a me capita una serata fuori controllo ho bisogno di due settimane ferree per riperdere quello che ho preso.
Esiste davvero il blocco del metabolismo?
Forse consumo poco di mio?
Le analisi vanno molto bene e non credo proprio di avere problemi di tiroide.
Ringrazio in anticipo chi saprà darmi una risposta che possa un minimo darmi quella speranza che anche io potrò vivere serena e libera un giorno.
Premetto che sono neurodivergente (ADHD) e il mio DCA è insorto a causa di un disagio sociale legato alla mia poca autostima.
Avendo acquisito maggiore consapevolezza negli anni sta iniziando a pesarmi veramente molto e sono decisa a cambiare la mia vita.
Agli inizi questo disturbo si è manifestato sotto forma di anoressia per poi tramutare in binge eating sia davanti agli altri che nella mia solitudine notturna.
Sono riuscita a vivermi periodi maggiormente sereni e ad essere in pace con il mio corpo e le mie emozioni, ma l'anno successivo alla pandemia mi sono sentita nuovamente persa perché troppo insoddisfatta sotto il punto di vista lavorativo.
Da dopo la scorsa estate gli episodi di binge eating sono praticamente spariti perché ho incontrato la persona con cui sto attualmente ho una relazione e ho ritrovato maggior equilibrio ma lui mi sta facendo solo da cuscinetto non è di certo la cura di cui ho bisogno.
Per la paura di prendere peso mangio poco più di 1200/1300 kcal al giorno allenandomi 30 minuti 5/7 con i pesi.
I weekend(sabato e domenica), non per la fame ma per esigenza emotiva, tendo a perdere il controllo e fare pasti abbondanti ed esagerati perché tendo ad essere vorace senza gustarmi veramente le cose perché so che che sono "libera" e che posso consumare quanto cibo voglio a differenza dell'infrasettimana in cui riesco invece a controllarmi.
Ma io odio dovermi controllare, io vorrei semplicemente con libertà gestirmi la vita senza calcolare quanto ho mangiato il giorno prima o quanto mangerò il giorno dopo.
Sono consapevole che la mia ingordigia sia correlata all'ADHD, mangiare mi aiuta nei momenti sociali e/o a combattere la noia e le smanie, ma con questo meccanismo ovviamente il mio peso o rimane invariato o aumenta e quindi mi capita di dover fare una settimana (compreso il weekend) super controllata per recuperare.
Il mio obiettivo sarebbe perdere 3/4 kg, anche se sono in normopeso ed è molto difficile, e ritrovare un equilibrio che mi assicuri il mantenimento.
Con questo meccanismo arrivo ad assumere anche 15/16 mila kcal settimanali, ma un nutrizionista che mi ha visitata tempo fa mi disse che dovevo stare sulle 13mila (1800 kcal al giorno) indicativamente e concedermi tranquillamente quello che volevo quando l'occasione si creava.
Ma se adesso ne assumo 1200 al giorno e mi concedo quello che voglio il weekend, assumendone 1800 non so fino a quanto potrò concedermi il weekend, quando capisco che è troppo? come capisco se è il caso si fermarmi oppure no?
Intanto mi sono ripromessa di iniziare ad assaporare e a godermi ogni singolo boccone anche durante il fine settimana.
Però la paura di perdere il controllo c'è sempre.
Da dove devo partire? Ora che è giovedì cominciare subito ad alzare l'introito giornaliero e testare la mia forza il weekend?
Ho paura e ne ho tanta.
Vedo gli altri mangiare più di me e non ingrassare e quando a me capita una serata fuori controllo ho bisogno di due settimane ferree per riperdere quello che ho preso.
Esiste davvero il blocco del metabolismo?
Forse consumo poco di mio?
Le analisi vanno molto bene e non credo proprio di avere problemi di tiroide.
Ringrazio in anticipo chi saprà darmi una risposta che possa un minimo darmi quella speranza che anche io potrò vivere serena e libera un giorno.
Ciao Federica, il tuo desiderio di cambiamento è un grande passo avanti.
Il metabolismo non si blocca, ma si adatta: nutrire il corpo in modo costante e adeguato lo aiuterà a funzionare meglio senza bruschi aumenti di peso. L’ADHD influisce sulle tue abitudini alimentari, quindi trovare strategie alternative per gestire la noia e l’impulsività può essere utile. Il tuo obiettivo deve essere la serenità con il cibo, non il controllo ossessivo. Con un percorso graduale e, se necessario, il supporto giusto, puoi raggiungere un equilibrio sostenibile. Questa tua volontà di cambiamento ti mette già sulla strada giusta. Il mio consiglio è quello di rivolgerti ad un Nutrizionista che con l'adeguato supporto di uno specialista psicoterapeuta saprà definire al meglio il suo percorso. In bocca al lupo, vedrà che ce la farà!
Il metabolismo non si blocca, ma si adatta: nutrire il corpo in modo costante e adeguato lo aiuterà a funzionare meglio senza bruschi aumenti di peso. L’ADHD influisce sulle tue abitudini alimentari, quindi trovare strategie alternative per gestire la noia e l’impulsività può essere utile. Il tuo obiettivo deve essere la serenità con il cibo, non il controllo ossessivo. Con un percorso graduale e, se necessario, il supporto giusto, puoi raggiungere un equilibrio sostenibile. Questa tua volontà di cambiamento ti mette già sulla strada giusta. Il mio consiglio è quello di rivolgerti ad un Nutrizionista che con l'adeguato supporto di uno specialista psicoterapeuta saprà definire al meglio il suo percorso. In bocca al lupo, vedrà che ce la farà!
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Ciao Federica,
ti ringrazio per la tua condivisione così sincera e profonda. Accompagnare persone che vivono un Disturbo del Comportamento Alimentare fa parte del mio lavoro quotidiano, e ti assicuro che ciò che stai vivendo ha un senso, anche se in questo momento ti sembra solo faticoso.
Le restrizioni caloriche che ti imponi durante la settimana, unite alla tua neurodivergenza, portano il tuo corpo e la tua mente a cercare sollievo nel weekend. Non è mancanza di forza di volontà, ma una risposta del tutto comprensibile a una condizione di controllo costante.
Aumentare gradualmente le calorie giornaliere può essere un primo passo importante, da fare però con attenzione e accompagnata da qualcuno che conosca davvero la complessità di un DCA.
La libertà che desideri – vivere senza contare, senza punirti, senza paura – è possibile. Non da sola, ma insieme. E soprattutto, con dolcezza.
Resto a disposizione se vorrai intraprendere questo percorso.
Un abbraccio,
Dott.ssa Cinzia Ciervo – Biologa Nutrizionista
Specializzata in DCA e alimentazione consapevole
ti ringrazio per la tua condivisione così sincera e profonda. Accompagnare persone che vivono un Disturbo del Comportamento Alimentare fa parte del mio lavoro quotidiano, e ti assicuro che ciò che stai vivendo ha un senso, anche se in questo momento ti sembra solo faticoso.
Le restrizioni caloriche che ti imponi durante la settimana, unite alla tua neurodivergenza, portano il tuo corpo e la tua mente a cercare sollievo nel weekend. Non è mancanza di forza di volontà, ma una risposta del tutto comprensibile a una condizione di controllo costante.
Aumentare gradualmente le calorie giornaliere può essere un primo passo importante, da fare però con attenzione e accompagnata da qualcuno che conosca davvero la complessità di un DCA.
La libertà che desideri – vivere senza contare, senza punirti, senza paura – è possibile. Non da sola, ma insieme. E soprattutto, con dolcezza.
Resto a disposizione se vorrai intraprendere questo percorso.
Un abbraccio,
Dott.ssa Cinzia Ciervo – Biologa Nutrizionista
Specializzata in DCA e alimentazione consapevole
Ciao Federica, grazie per aver condiviso la tua storia con tanta sincerità. Capisco quanto sia difficile convivere con un DCA, soprattutto quando si intreccia con l'ADHD e con il bisogno di controllo.
La prima cosa che voglio dirti è che il tuo metabolismo non è "bloccato". Il corpo si adatta alle restrizioni prolungate, quindi mangiare poco durante la settimana e poi avere episodi di abbuffata può creare un circolo vizioso. Il problema non è il tuo metabolismo, ma il modo in cui il tuo corpo reagisce alla privazione.
Aumentare gradualmente l'introito calorico giornaliero potrebbe aiutarti a rompere questo schema. Se il tuo obiettivo è perdere qualche chilo ma soprattutto trovare equilibrio, devi smettere di vedere il cibo come una lotta. Passare da 1200 a 1800 kcal in un giorno potrebbe spaventarti, quindi fallo gradualmente: aggiungi 100-200 kcal al giorno per una settimana e osserva come ti senti.
Il weekend diventa il momento in cui ti senti "libera" perché durante la settimana ti privi troppo. Se impari a nutrirti in modo costante ed equilibrato, il bisogno di esagerare il sabato e la domenica diminuirà spontaneamente. L'idea è che il cibo non deve essere una ricompensa o una trasgressione, ma semplicemente una parte della tua vita.
Il fatto che tu veda gli altri mangiare senza ingrassare è una percezione parziale: ognuno ha un metabolismo, un livello di attività e un rapporto col cibo diversi. Confrontarti con gli altri non ti aiuterà, ma capire cosa è giusto per te sì.
La paura di perdere il controllo è normale, ma tu hai già fatto passi enormi: riconosci il problema, sei consapevole delle tue dinamiche e vuoi cambiare. Il primo passo concreto potrebbe essere concederti ogni giorno qualcosa che ti piace senza sensi di colpa, in modo che il cibo non sia più un premio del weekend.
Non devi testare la tua "forza" questo fine settimana. Devi iniziare a fidarti del tuo corpo. Più ti fidi, meno avrai bisogno di compensare. E sì, puoi assolutamente arrivare a vivere serena e libera. Ci vorrà tempo, ma ne vale la pena.
La prima cosa che voglio dirti è che il tuo metabolismo non è "bloccato". Il corpo si adatta alle restrizioni prolungate, quindi mangiare poco durante la settimana e poi avere episodi di abbuffata può creare un circolo vizioso. Il problema non è il tuo metabolismo, ma il modo in cui il tuo corpo reagisce alla privazione.
Aumentare gradualmente l'introito calorico giornaliero potrebbe aiutarti a rompere questo schema. Se il tuo obiettivo è perdere qualche chilo ma soprattutto trovare equilibrio, devi smettere di vedere il cibo come una lotta. Passare da 1200 a 1800 kcal in un giorno potrebbe spaventarti, quindi fallo gradualmente: aggiungi 100-200 kcal al giorno per una settimana e osserva come ti senti.
Il weekend diventa il momento in cui ti senti "libera" perché durante la settimana ti privi troppo. Se impari a nutrirti in modo costante ed equilibrato, il bisogno di esagerare il sabato e la domenica diminuirà spontaneamente. L'idea è che il cibo non deve essere una ricompensa o una trasgressione, ma semplicemente una parte della tua vita.
Il fatto che tu veda gli altri mangiare senza ingrassare è una percezione parziale: ognuno ha un metabolismo, un livello di attività e un rapporto col cibo diversi. Confrontarti con gli altri non ti aiuterà, ma capire cosa è giusto per te sì.
La paura di perdere il controllo è normale, ma tu hai già fatto passi enormi: riconosci il problema, sei consapevole delle tue dinamiche e vuoi cambiare. Il primo passo concreto potrebbe essere concederti ogni giorno qualcosa che ti piace senza sensi di colpa, in modo che il cibo non sia più un premio del weekend.
Non devi testare la tua "forza" questo fine settimana. Devi iniziare a fidarti del tuo corpo. Più ti fidi, meno avrai bisogno di compensare. E sì, puoi assolutamente arrivare a vivere serena e libera. Ci vorrà tempo, ma ne vale la pena.
Ciao Federica,
prima di tutto, voglio riconoscere la grande consapevolezza che hai rispetto al tuo rapporto con il cibo. È già un enorme passo avanti!
Il problema non è il numero di calorie in sé, ma il fatto che il cibo sia diventato uno strumento di controllo e compensazione emotiva. Per questo motivo, più che concentrarti su quante calorie assumi ogni giorno o nel weekend, sarebbe utile iniziare un percorso di educazione alimentare, che ti aiuti a costruire un rapporto più equilibrato con il cibo, senza schemi rigidi o sensi di colpa.
Il primo consiglio che mi sento di darti è infatti quello di affidarti a un nutrizionista e di valutare un percorso di supporto psicologico. Questo potrebbe aiutarti a lavorare sulle paure, sulla gestione delle emozioni e sulla costruzione di un rapporto equilibrato con il cibo.
Dal punto di vista nutrizionale, il ciclo di restrizione e abbuffata che descrivi è molto comune e spesso alimentato da una dieta troppo rigida nei giorni feriali. Aumentare gradualmente il tuo introito calorico giornaliero potrebbe essere un passo chiave per ridurre il senso di privazione e il bisogno di compensare nei weekend. Il tuo corpo ha bisogno di energia costante e sufficiente, specialmente considerando che ti alleni regolarmente.
So che la paura di perdere il controllo è forte, ma il vero equilibrio arriva quando il cibo smette di essere un’ossessione e diventa semplicemente una parte della tua vita. Questo percorso richiede tempo e pazienza, ma ti porterà a vivere con più serenità e libertà. Ed è importante affrontarlo con professionisti qualificati.
Se senti il bisogno di un supporto personalizzato, sarei felice di aiutarti in un percorso di educazione alimentare.
prima di tutto, voglio riconoscere la grande consapevolezza che hai rispetto al tuo rapporto con il cibo. È già un enorme passo avanti!
Il problema non è il numero di calorie in sé, ma il fatto che il cibo sia diventato uno strumento di controllo e compensazione emotiva. Per questo motivo, più che concentrarti su quante calorie assumi ogni giorno o nel weekend, sarebbe utile iniziare un percorso di educazione alimentare, che ti aiuti a costruire un rapporto più equilibrato con il cibo, senza schemi rigidi o sensi di colpa.
Il primo consiglio che mi sento di darti è infatti quello di affidarti a un nutrizionista e di valutare un percorso di supporto psicologico. Questo potrebbe aiutarti a lavorare sulle paure, sulla gestione delle emozioni e sulla costruzione di un rapporto equilibrato con il cibo.
Dal punto di vista nutrizionale, il ciclo di restrizione e abbuffata che descrivi è molto comune e spesso alimentato da una dieta troppo rigida nei giorni feriali. Aumentare gradualmente il tuo introito calorico giornaliero potrebbe essere un passo chiave per ridurre il senso di privazione e il bisogno di compensare nei weekend. Il tuo corpo ha bisogno di energia costante e sufficiente, specialmente considerando che ti alleni regolarmente.
So che la paura di perdere il controllo è forte, ma il vero equilibrio arriva quando il cibo smette di essere un’ossessione e diventa semplicemente una parte della tua vita. Questo percorso richiede tempo e pazienza, ma ti porterà a vivere con più serenità e libertà. Ed è importante affrontarlo con professionisti qualificati.
Se senti il bisogno di un supporto personalizzato, sarei felice di aiutarti in un percorso di educazione alimentare.
Cara Federica, da quello che racconti, lo schema della privazione - abbuffata (nei weekend) è un ciclo molto comune nei DCA, soprattutto in chi tende a restringere molto durante la settimana. Il tuo corpo e la tua mente stanno cercando di compensare quella restrizione, e questo porta a mangiare in modo impulsivo quando la "gabbia" si allenta. Il punto di partenza è sicuramente di tipo psicologico e quindi affrontare i reali motivi che ti hanno spinto verso il cibo... poi direi di iniziare a comprendere che il cibo è un carburante per il tuo corpo, che ti permette di vivere, di sorridere, di fare esperienze, senza non potresti fare tante piccole cose giornaliere. In virtù di ciò, è essenziale aumentare gradualmente le calorie, così da far abituare il corpo ed uscire dalla "modalità di sopravvivenza" in cui si trova adesso stando così bassi a livello energetico. Mangiare di meno non ti assicura di essere magri, anzi, spinge il corpo a trattenere tutto quel poco che gli dai, il che potrebbe influenzare il metabolismo e portarti a conservare energia (non è un vero e proprio "blocco del metabolismo", ma un adattamento). Motivo per cui vedi gli altri mangiare di più e non ingrassare, perchè hanno un metabolismo che lavora proprio perchè mangiano e si nutrono di più (nutrienti che vengono metabolizzati, appunto, dal corpo per produrre energia). Il terzo punto è concederti quello che vuoi quando l’occasione si crea. Questo ti aiuterebbe a non vivere il weekend come una "zona libera" e il resto della settimana come una prigione. Se inizi ora ad alzare il tuo intake calorico giornaliero, il weekend potrebbe già risultare meno "urgente" dal punto di vista della fame emotiva, proprio perchè non ti stai privando di nulla. Inoltre, concentrati bene sui sapori, su come ti senti durante i pasti (stai mangiando per fame? per appetito? ti stai sfogando per qualcosa successa durante la giornata?) e non sui numeri e sulle calorie.
Il percorso dei DCA è lungo e tortuoso, ci saranno giorni belli e giorni meno belli ma l'importante è continuare a camminare. Ti consiglio di farti aiutare da un nutrizionista, anche per aumentare gradualmente le calorie, soprattutto per allontanarti dal controllo dei numeri e delle quantità; utilizza anche un diario alimentare, per tenere traccia dell'associazione cibo ed emozione. Rimango a disposizione, Dott.ssa Antonella Monteleone.
Il percorso dei DCA è lungo e tortuoso, ci saranno giorni belli e giorni meno belli ma l'importante è continuare a camminare. Ti consiglio di farti aiutare da un nutrizionista, anche per aumentare gradualmente le calorie, soprattutto per allontanarti dal controllo dei numeri e delle quantità; utilizza anche un diario alimentare, per tenere traccia dell'associazione cibo ed emozione. Rimango a disposizione, Dott.ssa Antonella Monteleone.
Buonasera Federica, quando si susseguono fasi in cui ci proviamo della giusta quantità di cibo alternate al binge eating, soprattutto se per lunghi periodi, può accadere che il metabolismo rallenti anche in modo rilevante. Ciò accade perchè il corpo si mette in protezione in caso di eventuali carenze di cibo, cercando di assicurarsi comunque la sopravvivenza. Chiaramente se ciò persiste il corpo inizia a risparmiare su funzioni che non sono strettamente vitali. Ti consiglio di fare una visita nutrizionale per conoscere adesso qual'è il tuo metabolismo basale ed esporre al professionista i tuoi obiettivi in modo che tu possa essere seguita senza dover tenere sotto controllo il consumo calorico e puoi procedere, alleggerita dal peso dell'ansia verso gli obiettivi condivisi, riguadagnando un rapporto sereno con il cibo.
Ciao Cara. Hai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? In questo caso un percorso multidisciplinare (nutrizionista e psicoterapeuta) può far a caso tuo. Far da sole può portare solo a eventuali peggioramenti. I professionisti possono individuare le cause e da li dare gli strumenti utili affinché la problematica venga risolta. Non posso darti informazioni circa il tuo fabbisogno perchè non ti conosco ma si sta parlando molto spesso di alimentazione intuitiva e insieme ad un Nutrizionista è possibile capirla e renderla tua (se fa al caso tuo ovviamente). Lo psicoterapeuta può invece aiutarti a capire le reali motivazioni che ti portano ad avere questo comportamento. Spero di esserti stata d'aiuto. Non abbiate paura a chiedere.
Cara Federica, grazie di cuore per aver condiviso con tanta sincerità e consapevolezza il tuo vissuto. Hai già fatto un enorme passo avanti nel tuo percorso: guardare in faccia le tue difficoltà, dare loro un nome, e chiedere aiuto.
È evidente che in questi anni hai maturato una comprensione profonda di te stessa, delle tue emozioni e dei meccanismi che si attivano in relazione al cibo. E questo è un punto di forza importantissimo.
Ci sono un paio di riflessioni importanti che ti invito a fare:
- Mangiare troppo poco durante la settimana crea inevitabilmente un rimbalzo nel weekend. Il tuo corpo non ti sta sabotando: sta cercando di proteggerti. La fame emotiva è acuita anche da quella fisica.
Il confronto con gli altri ("mangiano di più e non ingrassano") è comprensibile ma ingannevole: non sai cosa accade nel loro corpo, nella loro testa, né come vivano davvero il rapporto con il cibo.
Non sei sbagliata. Il fatto che tu abbia una diagnosi di ADHD cambia molto: la regolazione delle emozioni, l’impulsività, la noia... tutto questo può interferire col comportamento alimentare. Ma si può lavorare su questo in modo mirato.
Cosa potresti fare nel concreto?
Togli l’idea di "recuperare" o “compensare” il fine settimana. Non sei un saldo calorico. Piuttosto, punta a una regolarità sostenibile tutta la settimana, weekend compreso. Se il tuo corpo sente che non verrà più punito o privato, piano piano smetterà di “temere la carestia”.
Lavora sull’esperienza sensoriale del cibo come già hai intuito: rallenta, assapora, togli la colpa dal piatto. È un ottimo inizio per recuperare un rapporto più sereno.
Un lavoro psicologico integrato (meglio se con un* professionista che conosca i DCA e l’ADHD) ti aiuterebbe moltissimo. Hai già una mappa, ti serve solo un compagno di viaggio.
Per quanto riguarda il "blocco del metabolismo" beh... non è proprio così... Se il nostro metabolismo si bloccasse davvero non potremmo vivere. Quello che in realtà accade è che, in seguito a lunghi periodi di restrizione calorica, il metabolismo si adatta a quella condizione energetica e di nutrienti abbassando le sue necessità come meccanismo di sopravvivenza. Il tuo metabolismo non è rotto: è intelligente, sta cercando di difenderti.
Spero di esserti stata utile,
Un abbraccio
È evidente che in questi anni hai maturato una comprensione profonda di te stessa, delle tue emozioni e dei meccanismi che si attivano in relazione al cibo. E questo è un punto di forza importantissimo.
Ci sono un paio di riflessioni importanti che ti invito a fare:
- Mangiare troppo poco durante la settimana crea inevitabilmente un rimbalzo nel weekend. Il tuo corpo non ti sta sabotando: sta cercando di proteggerti. La fame emotiva è acuita anche da quella fisica.
Il confronto con gli altri ("mangiano di più e non ingrassano") è comprensibile ma ingannevole: non sai cosa accade nel loro corpo, nella loro testa, né come vivano davvero il rapporto con il cibo.
Non sei sbagliata. Il fatto che tu abbia una diagnosi di ADHD cambia molto: la regolazione delle emozioni, l’impulsività, la noia... tutto questo può interferire col comportamento alimentare. Ma si può lavorare su questo in modo mirato.
Cosa potresti fare nel concreto?
Togli l’idea di "recuperare" o “compensare” il fine settimana. Non sei un saldo calorico. Piuttosto, punta a una regolarità sostenibile tutta la settimana, weekend compreso. Se il tuo corpo sente che non verrà più punito o privato, piano piano smetterà di “temere la carestia”.
Lavora sull’esperienza sensoriale del cibo come già hai intuito: rallenta, assapora, togli la colpa dal piatto. È un ottimo inizio per recuperare un rapporto più sereno.
Un lavoro psicologico integrato (meglio se con un* professionista che conosca i DCA e l’ADHD) ti aiuterebbe moltissimo. Hai già una mappa, ti serve solo un compagno di viaggio.
Per quanto riguarda il "blocco del metabolismo" beh... non è proprio così... Se il nostro metabolismo si bloccasse davvero non potremmo vivere. Quello che in realtà accade è che, in seguito a lunghi periodi di restrizione calorica, il metabolismo si adatta a quella condizione energetica e di nutrienti abbassando le sue necessità come meccanismo di sopravvivenza. Il tuo metabolismo non è rotto: è intelligente, sta cercando di difenderti.
Spero di esserti stata utile,
Un abbraccio
Gentile Federica,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia così personale e profonda. È evidente quanto abbia riflettuto su se stessa e sul suo percorso, e questo è un primo passo importante verso il cambiamento che desidera.
Comprendo perfettamente le sfide che sta affrontando, soprattutto con la sua esperienza di disturbi alimentari e la complessità legata alla neurodiversità. È fondamentale riconoscere che il suo desiderio di libertà alimentare e di equilibrio è completamente legittimo e raggiungibile.
Iniziare ad aumentare l'apporto calorico giornaliero, come ha già pensato, può essere una strategia utile. Le consiglio di farlo gradualmente, ascoltando sempre il suo corpo. Non esiste una risposta universale su quanto cibo sia "troppo"; l'importante è prestare attenzione ai segnali di fame e sazietà che il suo corpo le invia. L'idea di assaporare ogni boccone è eccellente: dedicare tempo ai pasti può aiutarla a riconnettersi con il piacere del cibo, rendendo più facile gestire le emozioni legate all'alimentazione.
Per quanto riguarda la sua preoccupazione sulla perdita di controllo durante i weekend, potrebbe essere utile stabilire delle linee guida per aiutarla a rimanere in equilibrio. Potrebbe provare a pianificare i suoi pasti e i suoi snack, assicurandosi di includere cibi che le piacciono e che la soddisfano, senza sentirsi in colpa.
È importante considerare anche il supporto psicologico. Un professionista potrebbe offrirle strumenti e strategie per affrontare le emozioni che emergono durante il processo di cambiamento.
Infine, il concetto di "blocco del metabolismo" è complesso. È possibile che un apporto calorico molto basso possa influenzare il suo metabolismo nel tempo. Tuttavia, aumentando gradualmente le calorie e dando al suo corpo il nutrimento di cui ha bisogno, potrebbe riscontrare un miglioramento nel suo benessere generale.
Ricordi, non è sola in questo percorso: la sua volontà di cambiare è un segno di grande forza. Le auguro di trovare la serenità e la libertà che sta cercando.
Cordiali saluti,
Dott.ssa F.A.
la ringrazio per aver condiviso la sua storia così personale e profonda. È evidente quanto abbia riflettuto su se stessa e sul suo percorso, e questo è un primo passo importante verso il cambiamento che desidera.
Comprendo perfettamente le sfide che sta affrontando, soprattutto con la sua esperienza di disturbi alimentari e la complessità legata alla neurodiversità. È fondamentale riconoscere che il suo desiderio di libertà alimentare e di equilibrio è completamente legittimo e raggiungibile.
Iniziare ad aumentare l'apporto calorico giornaliero, come ha già pensato, può essere una strategia utile. Le consiglio di farlo gradualmente, ascoltando sempre il suo corpo. Non esiste una risposta universale su quanto cibo sia "troppo"; l'importante è prestare attenzione ai segnali di fame e sazietà che il suo corpo le invia. L'idea di assaporare ogni boccone è eccellente: dedicare tempo ai pasti può aiutarla a riconnettersi con il piacere del cibo, rendendo più facile gestire le emozioni legate all'alimentazione.
Per quanto riguarda la sua preoccupazione sulla perdita di controllo durante i weekend, potrebbe essere utile stabilire delle linee guida per aiutarla a rimanere in equilibrio. Potrebbe provare a pianificare i suoi pasti e i suoi snack, assicurandosi di includere cibi che le piacciono e che la soddisfano, senza sentirsi in colpa.
È importante considerare anche il supporto psicologico. Un professionista potrebbe offrirle strumenti e strategie per affrontare le emozioni che emergono durante il processo di cambiamento.
Infine, il concetto di "blocco del metabolismo" è complesso. È possibile che un apporto calorico molto basso possa influenzare il suo metabolismo nel tempo. Tuttavia, aumentando gradualmente le calorie e dando al suo corpo il nutrimento di cui ha bisogno, potrebbe riscontrare un miglioramento nel suo benessere generale.
Ricordi, non è sola in questo percorso: la sua volontà di cambiare è un segno di grande forza. Le auguro di trovare la serenità e la libertà che sta cercando.
Cordiali saluti,
Dott.ssa F.A.
Buongiorno. Il confronto con gli altri è sempre una pessima iniziativa che distrae da quelle che sono poi nell'effettivo le proprie esigenze. Il metabolismo non si blocca mai, altrimenti il corpo smetterebbe di funzionare. Può esserci in alcuni casi resistenza alla perdita di grasso ma qualsiasi cosa va valutata assieme ad un esperto e sempre nell'economia di un'alimentazione sana ed equilibrata. Saluti
Salve, sicuramente un percorso psicologo è fondamentale! Non esiste il metabolismo! Cerchi di stare tranquilla e serena! A presto!
La situazione che descrive è molto complessa ma altrettanto comune in persone che convivono con neurodivergenze come l’ADHD, dove il cibo può diventare un regolatore emotivo o uno strumento di controllo. È evidente una forte consapevolezza e motivazione al cambiamento, due elementi fondamentali per avviare un percorso di recupero.
Il suo schema attuale, caratterizzato da un introito calorico molto basso nei giorni feriali e abbuffate nel weekend, è tipico di una restrizione che alimenta il bisogno emotivo di compensazione. Aumentare gradualmente l’apporto calorico nei giorni feriali, come ha intuito, è un primo passo per stabilizzare il metabolismo e ridurre il rischio di perdita di controllo nei weekend.
Il consiglio è di non intraprendere questi passi da sola, ma affidarsi a un’équipe specializzata in DCA e ADHD, per un piano alimentare e psicologico strutturato. Esistono approcci come l'alimentazione intuitiva che, con il giusto supporto, aiutano a liberarsi dal conteggio ossessivo delle calorie e dal senso di colpa legato al cibo.
Esiste la possibilità concreta di vivere il cibo con serenità, senza paura.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Il suo schema attuale, caratterizzato da un introito calorico molto basso nei giorni feriali e abbuffate nel weekend, è tipico di una restrizione che alimenta il bisogno emotivo di compensazione. Aumentare gradualmente l’apporto calorico nei giorni feriali, come ha intuito, è un primo passo per stabilizzare il metabolismo e ridurre il rischio di perdita di controllo nei weekend.
Il consiglio è di non intraprendere questi passi da sola, ma affidarsi a un’équipe specializzata in DCA e ADHD, per un piano alimentare e psicologico strutturato. Esistono approcci come l'alimentazione intuitiva che, con il giusto supporto, aiutano a liberarsi dal conteggio ossessivo delle calorie e dal senso di colpa legato al cibo.
Esiste la possibilità concreta di vivere il cibo con serenità, senza paura.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Gentile paziente, mi dispiace molto leggere le sue parole in cui si può percepire lo stato di malessere che sta attraversando, ormai non più da poco tempo. Per quanto riguarda i DCA ha mai affrontato la questione dal punto di vista emotivo? Mi spiego meglio: se si dovesse basare solo sulle calorie assunte o su quello che le può segnare la bilancia, si troverà sempre in un punto di non ritorno, le ricordo che non è il peso che fa la differenza ma come questo sia distribuito all'interno del nostro corpo. Inoltre fissarsi troppo sulle calorie non la fa vivere serenamente dal punto di vista del pasto, che dovrebbe essere vissuto, oltre ad un qualcosa di necessario per svolgere quelle che sono le nostre esigenze giornaliere, con la massima serenità. Se vuole le propongo una consulenza online completamente gratuita e senza impegno solo per cercare di aiutarla in questo periodo difficile della sua vita. Resto a disposizione.
Buon pomeriggio
indipendentemente dall'introito calorico io cercherei di stare attenta alle scelte alimentari. Per cui le consiglio di stare tranquilla nel weekend come da indicazione della sua nutrizionista, viverla con tranquillità non tenendo conto tanto dell'introito calorico piuttosto scegliere gli alimenti e le quantità meno "dannose". La dieta è uno stile di vita, pian pian non sarà più necessario dover dosare il tutto ma diventerà un'abitudine.
Rimango a disposizione.
Cari saluti!
indipendentemente dall'introito calorico io cercherei di stare attenta alle scelte alimentari. Per cui le consiglio di stare tranquilla nel weekend come da indicazione della sua nutrizionista, viverla con tranquillità non tenendo conto tanto dell'introito calorico piuttosto scegliere gli alimenti e le quantità meno "dannose". La dieta è uno stile di vita, pian pian non sarà più necessario dover dosare il tutto ma diventerà un'abitudine.
Rimango a disposizione.
Cari saluti!
Gentile Federica,
prima di tutto… grazie.
Grazie per aver avuto il coraggio di raccontarti così, in modo profondo, sincero, senza filtri. Non è facile mettere nero su bianco tutto ciò che si prova dentro, soprattutto quando si è convinti di dover sempre “tenere tutto insieme”. Ma tu lo hai fatto, e questo significa una cosa sola: sei pronta.
Quello che stai vivendo non è solo un “problema col cibo”. È una lunga storia d’amore e conflitto con te stessa, con il bisogno di sentirti al sicuro, accettata, capita… e libera.
E sai una cosa? Hai già fatto tanta strada. Tantissima. Lo si legge tra le righe.
Hai conosciuto le forme più dure del DCA: l’anoressia, il binge eating, il controllo estremo, la fame emotiva. Ma hai anche conosciuto i momenti di pace, i tentativi riusciti di ascoltarti, la forza che hai trovato dentro te stessa e anche grazie a chi ti è stato vicino.
Tu sai cosa vuol dire combattere. E lo stai facendo ancora, solo che adesso… sei stanca. E non vuoi più combattere, giusto? Vuoi vivere.
Vuoi mangiare senza sentirti in colpa.
Vuoi allenarti per sentirti forte, non per compensare.
Vuoi essere libera, ma anche stabile.
Vuoi lasciarti andare senza temere di perderti.
Ed è tutto legittimo, tutto vero, tutto possibile.
Ma e qui te lo dico con la stessa dolcezza con cui si parla a una persona cara – non puoi farlo continuando a controllare ogni grammo di cibo.
1200 kcal al giorno sono una sopravvivenza, non una vita. E il tuo corpo – che pure è normopeso – te lo sta dicendo. Quando arriva il weekend, e tu ti “liberi”, lui non è ingordo: è affamato di spazio, di ascolto, di presenza, di amore. E anche, semplicemente… di cibo.
Hai già intuito tutto, Federica.
Hai già capito che il tuo bisogno di “esagerare” è il risultato diretto di quanto ti costringi nel resto della settimana.
Hai già capito che quel meccanismo di “controllo-ferocia-pentimento” ti tiene prigioniera.
E hai già capito che chi ti ama può accompagnarti, ma non può guarirti.
Da dove si comincia, allora?
Dal cominciare a nutrire, non solo a mangiare.
Dal permetterti di alzare poco alla volta il tuo introito giornaliero, non per perdere il controllo, ma per togliergli potere. Perché il vero controllo è potersi fidare, non trattenersi.
Dal portare dentro la settimana qualcosa di bello, di appagante, di gustoso, che non sia solo “concesso nel weekend”.
Dal fare pace col fatto che il tuo corpo cambia, che non devi “rientrare in qualcosa”, ma appartenerti.
E sì… magari cominci proprio da questo giovedì.
Aggiungi 100 kcal in più. Un cucchiaio di olio, una merenda in più, un piatto più pieno.
E poi osserva. Senza giudizio. Senza bilancia, se riesci. Solo ascoltandoti.
Tu non sei sbagliata, Federica. Non sei debole, non sei fragile. Sei viva. E hai una sensibilità bellissima, un’intelligenza emotiva che merita di essere accolta, non zittita con i sensi di colpa.
Sì, esiste un equilibrio. Sì, puoi essere serena. Ma serve un passo alla volta, con chi sa camminarti accanto. Non per dirti “quanto devi mangiare”, ma per aiutarti a fidarti di te, del tuo corpo e della tua fame.
Io ci sono, se lo vorrai.
E intanto… ti mando tutta la mia stima, la mia presenza, e un grande abbraccio.
Con affetto,
Dott.ssa Fabiola Diadema, Biologa Nutrizionista.
prima di tutto… grazie.
Grazie per aver avuto il coraggio di raccontarti così, in modo profondo, sincero, senza filtri. Non è facile mettere nero su bianco tutto ciò che si prova dentro, soprattutto quando si è convinti di dover sempre “tenere tutto insieme”. Ma tu lo hai fatto, e questo significa una cosa sola: sei pronta.
Quello che stai vivendo non è solo un “problema col cibo”. È una lunga storia d’amore e conflitto con te stessa, con il bisogno di sentirti al sicuro, accettata, capita… e libera.
E sai una cosa? Hai già fatto tanta strada. Tantissima. Lo si legge tra le righe.
Hai conosciuto le forme più dure del DCA: l’anoressia, il binge eating, il controllo estremo, la fame emotiva. Ma hai anche conosciuto i momenti di pace, i tentativi riusciti di ascoltarti, la forza che hai trovato dentro te stessa e anche grazie a chi ti è stato vicino.
Tu sai cosa vuol dire combattere. E lo stai facendo ancora, solo che adesso… sei stanca. E non vuoi più combattere, giusto? Vuoi vivere.
Vuoi mangiare senza sentirti in colpa.
Vuoi allenarti per sentirti forte, non per compensare.
Vuoi essere libera, ma anche stabile.
Vuoi lasciarti andare senza temere di perderti.
Ed è tutto legittimo, tutto vero, tutto possibile.
Ma e qui te lo dico con la stessa dolcezza con cui si parla a una persona cara – non puoi farlo continuando a controllare ogni grammo di cibo.
1200 kcal al giorno sono una sopravvivenza, non una vita. E il tuo corpo – che pure è normopeso – te lo sta dicendo. Quando arriva il weekend, e tu ti “liberi”, lui non è ingordo: è affamato di spazio, di ascolto, di presenza, di amore. E anche, semplicemente… di cibo.
Hai già intuito tutto, Federica.
Hai già capito che il tuo bisogno di “esagerare” è il risultato diretto di quanto ti costringi nel resto della settimana.
Hai già capito che quel meccanismo di “controllo-ferocia-pentimento” ti tiene prigioniera.
E hai già capito che chi ti ama può accompagnarti, ma non può guarirti.
Da dove si comincia, allora?
Dal cominciare a nutrire, non solo a mangiare.
Dal permetterti di alzare poco alla volta il tuo introito giornaliero, non per perdere il controllo, ma per togliergli potere. Perché il vero controllo è potersi fidare, non trattenersi.
Dal portare dentro la settimana qualcosa di bello, di appagante, di gustoso, che non sia solo “concesso nel weekend”.
Dal fare pace col fatto che il tuo corpo cambia, che non devi “rientrare in qualcosa”, ma appartenerti.
E sì… magari cominci proprio da questo giovedì.
Aggiungi 100 kcal in più. Un cucchiaio di olio, una merenda in più, un piatto più pieno.
E poi osserva. Senza giudizio. Senza bilancia, se riesci. Solo ascoltandoti.
Tu non sei sbagliata, Federica. Non sei debole, non sei fragile. Sei viva. E hai una sensibilità bellissima, un’intelligenza emotiva che merita di essere accolta, non zittita con i sensi di colpa.
Sì, esiste un equilibrio. Sì, puoi essere serena. Ma serve un passo alla volta, con chi sa camminarti accanto. Non per dirti “quanto devi mangiare”, ma per aiutarti a fidarti di te, del tuo corpo e della tua fame.
Io ci sono, se lo vorrai.
E intanto… ti mando tutta la mia stima, la mia presenza, e un grande abbraccio.
Con affetto,
Dott.ssa Fabiola Diadema, Biologa Nutrizionista.
Gentilissima Signora,
conosco approfonditamente il disturbo di cui soffre e le molteplici implicazioni che comporta, in particolare quelle legate all’asse psico-intestinale. Le patologie autoimmuni, infatti, tendono a compromettere in modo significativo l’equilibrio dell’intestino, con effetti a cascata sull’intero organismo.
Esiste un protocollo nutrizionale mirato, utilizzato anche nei disturbi dello spettro autistico, nell’ADHD e nei deficit dell’attenzione, che agisce non solo sul ripristino della salute intestinale, ma anche sulla riattivazione del metabolismo, favorendo la riduzione della massa grassa in eccesso.
Mi occupo da anni di questo ambito, seguendo con passione sia bambini che adulti con queste specifiche condizioni. Se lo desidera, può contattarmi in privato per un primo confronto, oppure può approfondire l’argomento visitando i miei profili social, dove condivido contenuti informativi.
Ci tengo a sottolineare che ogni percorso è sempre strettamente personalizzato. È fondamentale partire da un’attenta anamnesi clinica, supportata dalla documentazione sanitaria e da un’analisi tramite bioimpedenziometria avanzata, che consente di valutare con precisione la composizione corporea e le dinamiche metaboliche individuali.
Resto a sua completa disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un cordiale saluto.
conosco approfonditamente il disturbo di cui soffre e le molteplici implicazioni che comporta, in particolare quelle legate all’asse psico-intestinale. Le patologie autoimmuni, infatti, tendono a compromettere in modo significativo l’equilibrio dell’intestino, con effetti a cascata sull’intero organismo.
Esiste un protocollo nutrizionale mirato, utilizzato anche nei disturbi dello spettro autistico, nell’ADHD e nei deficit dell’attenzione, che agisce non solo sul ripristino della salute intestinale, ma anche sulla riattivazione del metabolismo, favorendo la riduzione della massa grassa in eccesso.
Mi occupo da anni di questo ambito, seguendo con passione sia bambini che adulti con queste specifiche condizioni. Se lo desidera, può contattarmi in privato per un primo confronto, oppure può approfondire l’argomento visitando i miei profili social, dove condivido contenuti informativi.
Ci tengo a sottolineare che ogni percorso è sempre strettamente personalizzato. È fondamentale partire da un’attenta anamnesi clinica, supportata dalla documentazione sanitaria e da un’analisi tramite bioimpedenziometria avanzata, che consente di valutare con precisione la composizione corporea e le dinamiche metaboliche individuali.
Resto a sua completa disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un cordiale saluto.
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