Buona sera ho 40 anni 4 figli. Mio figlio più piccolo a 14 anni . E da un paio di anni che le cose c

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Buona sera ho 40 anni 4 figli. Mio figlio più piccolo a 14 anni . E da un paio di anni che le cose come è lui stava cambiando. E molto aggressivo quando si parla di scuola . Da quando piccolo molto iperattivo a scuola ogni giorno lamentele, credevo che fosse la ita e prima o poi avessi passato ma le cose anno solo peggiorato. Ora lui c’è 14 anni dove mi chiedeva da portarlo via della scuola che tutte le maestra aveva con lui . Io lo dovevo amore di mamma deve studiare deve fare attenzione ma ogni giorno peggio . E sono andata a cercare aiuto di un medico e hanno diagnosticato ADHD mi hanno fatto un certificato dove ho dovuto portare la scula . E da meno di un mese e credetemi non faccio altro che piangere perché mi sento ignorante di non aver capito o cercato di aiutalo prima . Lui è innamorato di spagnolo dove la prof lo sapeva che avrei mandato in gita alla Spagna ma ancora nessun certificato alla scuola subito doppo a scula lo da una sospensione di 2 giorno doppo 1 mese. Mi chiama la prof perché dovrei firmare un’altra sospensione di 3 giorni . Io arrivo alla scuola con il certificato ADHD mi Fano fermare lo chiedo il motivo della sospensione. Voleva sputare su altri ragazzi . Sospensione se sa diritto di presenza. Così doppo altro mese parti una intera classe per la Spagna è mio figlio rimasto male in disaggio scluso . Ma cosa dovrei fare denunciare alla scuola ?
Gentile signora, ci racconta tante cose in questo suo messaggio. Ci dice che suo figlio manifesta delle difficoltà di carattere comportamentale nel contesto scolastico fin dall’infanzia (lo descrive come un bimbo “iperattivo”, la diagnosi di ADHD e’ invece recente) divenute ancora più evidenti ora che, quattordicenne, e’ entrato nell’adolescenza. Recentemente e’ stato sospeso in due occasioni, e’ questo ha comportato il suo essere escluso dalla possibilità di partecipare alla gita scolastica. E’ chiaro che non si tratta di denunciare la scuola ma di aiutare il ragazzo a stare finalmente bene: non è stato fatto quando era piccolo ma non è mai troppo tardi. Ci dice che lei piange sempre: e’ importante che lei per prima trovi uno spazio psicologico in cui dare spazio al suo comprensibile malessere. Il mio consiglio e’ quello di contattare uno psicoterapeuta al quale chiedere aiuto, per se stessa e per suo figlio. Un saluto, Marta Corradi

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Gentile Signora, nel suo messaggio sento tutta la sua fatica e il suo dolore . Avere la diagnosi di ADHD è un primo passo per poter dare un aiuto reale a suo figlio che nonostante gli atteggiamenti che manifesta, è in uno stato di malessere. E' importante che cerchi aiuto nei servizi rivolti agli adolescenti che le sapranno indicare i luoghi più adatti a cui rivolgersi , sia per suo figlio che per lei. Un saluto Marisca Guardanti
Buonasera. In realtà per quanto amara possa sembrare, questa è una fase di svolta. Il ragazzo è stato finalmente riconosciuto nella sua diversità. Ha diritto a delle interrogazioni programmate, a poter essere sostenuto rispetto ai tempi di attenzione etc etc. Molti ragazzi con Adhd hanno un'intelligenza superiore alla media, ma non hanno capacita di comprendere che devono fermarsi un po' prima di uscire dai limiti. Da questo punto di vista la scuola ha fatto la mossa corretta: ha dato un limite! Dovete però lavorare insieme: Famiglia_Scuola_Èquipe che ha in cura il ragazzo per programmare attività e modi univoci di comportamento. Utile spesso una terapia a supporto della famiglia e del ragazzo
Salve. Innanzitutto la scuola deve accettare il certificato e inserire il ragazzo nel programma BES della legge 170 che potrà tutelarlo sia didatticamente che per ciò che concerne il comportamento. Dopodiché sarebbe opportuno che un collega segua la sua situazione per dare a lei indicazioni psicoeducative relative alla gestione giornaliera del ragazzo e poter aiutare suo figlio a modificare i suoi comportamenti e renderli più adattivi. Il collega inoltre potrebbe intervenire anche nel contesto scuola per aiutare gli insegnati nella gestione
Salve, capisco quanto dolore stia provando nel aver constatato che suo figlio ha un problema e quindi si dispiace di non esserne accorta prima, ma non è mai troppo tardi. Sicuramente lei è in tempo per poter far aiutare il suo ragazzo, ha fatto bene a portare il certificato alla scuola così anche loro si documenteranno come comportarsi con la sindrome ADHD, che dovevano già fare ed essere anche loro preparati come comportarsi in queste situazioni. Quindi nella città dove abita vada in un centro dove si occupano di adolescenti con il disturbo di ADHD, potrebbero aiutare sia il ragazzo, lei e tutta la famiglia a come rapportarsi con il ragazzo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve signora la situazione che racconta é colorita di diverse emozioni: la difficoltà nella gestione di suo figlio, il disagio per non aver compreso cos'é il ADHD. Ciò che posso consigliarle è un servizio di neuropsichiatria infantile che sicuramente lei fornirà il sostegno adeguato non solo per comprendere Qual è il disturbo di cui affetto suo figlio ma anche un sostegno psicologico che possa aiutare lei e suo figlio stesso
Buongiorno, a prescindere dalle problematiche che suo figlio riscontra, l'età adolescenziale è già di per se un momento in cui il ragazzo sente di dover trovare il proprio posto nel mondo. La diagnosi di ADHD è un buon primo passo, non per farlo sentire diverso, ma per darsi delle risposte rispetto ad alcune domande che probabilmente si pone in merito al suo comportamento che spesso lo porta ad essere escluso. Certo è che le risposte che Lei e suo figlio cercate non sono racchiuse nella diagnosi di per se, ma a partire da questa dovreste cercare un aiuto, un tutor, o anche solamente uno psicologo specializzato che possa indicarvi i vari passi da fare per raggiungere una maggiore consapevolezza e una maggiore integrazione anche nel gruppo classe. Un saluto,
Federica Miccichè
Lo scoramento e i sensi di colpa che prova rientrano in una sorta di lutto "come questo può essere successo... perché proprio a me... dovevo accorgermene prima..." che potrebbe superare in modo autonomo con i processi autoriparativi propri di ogni essere umano, senza quindi ricevere alcun sostegno psicologico. Deve invece farsi aiutare per tutto il resto, per suo figlio e la diagnosi di Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (esistono precise scale di valutazione per gravità), per i metodi educativi da adottare per sostenerlo facilitarlo e restare con lui in una relazione salda e sicura, per gli aspetti sociali come quelli legati alla scuola. Potrebbe affidarsi a un presidio pubblico o convenzionato in modo da trovare tutte le figure necessarie all'intervento tra le quali il neuropsichiatra infantile che potrebbe suggerirle o non suggerirle un supporto farmacologico come il Metilfenidato. Saluti Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Gentile signora,

dal suo messaggio emerge chiaramente sia il suo dolore, che fuoriesce con le lacrime frequenti, sia la rabbia verso al scuola che ha preso una decisione che a voi certo non è piaciuta, sia il grande affetto che ha per suo figlio.
I comportamenti aggressivi (come lo sputare) di suo figlio sono probabilmente segnali di un disagio che va affrontato magari in una piscoterapia. Sarà poi eventualmente il collega che incontrerà che le dirà se il lavoro andrà fatto solo con suo figlio o con i genitori.
Capisco il suo dolore mentre si incolpa di non aver fatto nulla prima, ma ancora ha la possibilità di cambiare alcune cose e aiutare suo figlio a stare meglio e di conseguenze a ritrovare anche un suo benessere.
Buonasera signora, evidentemente suo figlio che oggi ha 14 anni, ha mostrato disagi sin da piccolo. I bambini con ADHD sono infatti quei bambini che si mostrano continuamente agitati, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano continuamente e che i genitori fanno fatica a tenere buoni. Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola la problematica si evidenzia; sono quei bambini che si alzano continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono a svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco, classe e talvolta scuola. Il loro rapporto con i coetanei, ma anche con gli adulti per la loro grande impulsività è difficile. Tutte queste difficoltà seppur percepite dai genitori e dagli insegnanti, spesso, non portano ad una diagnosi che in tanti casi viene completamente misconosciuta.
In realtà questi bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori. Solo con una giusto intervento clinico e l'attivazione di una rete intorno al bambino, questo potrà cambiare radicalmente il suo modo di vivere e cogliere la bellezza di una vita "normale".
Gentile signora mi dispiace moltissimo che lei si dia le colpe, presumibilmente senza sapere che il disturbo da deficit di attenzione con iperattività ha una componente genetica forte. Lei in ogni caso può aiutare suo figlio (anche se dovrà essere a sua volta guidata perché sappiamo bene quanto sia difficile e da soli non ci si fa).
Si affidi alle cure della Asl e vedrà che con il loro aiuto e con un percorso mirato di sostegno scolastico le cose miglioreranno alla grande in modo che si evitino punizioni talvolta perfino controproducenti senza capire meglio o aiutare il bambino a gestire le sue problematiche (difficili di certo anche per lui medesimo).
Se vuole possiamo parlane a voce.
Le invio i miei più cordiali saluti
F.G.
Salve, signora, queste diagnosi non sono mai facili da digerire anche perché spesso, come lei racconta, sono precedute da anni difficili in cui non è chiaro come aiutare un figlio. Il servizio che le ha dato la diagnosi saprà sicuramente indirizzarla per trovare qualcuno che aiuti il ragazzo - e lei - a raggiungere un buon equilibrio.
In bocca al lupo
Marta Calderaro
Buongiorno, Non aver compreso cos'é il ADHD e non aver saputo interpretare certi segnali che le inviava suo figlio, ha prodotto un senso di colpa che si aggiunge alle difficoltà con cui ci si trova quando c'è una diagnosi di questi tipo. Ha fatto bene a coinvolgere la scuola, che insieme a voi dovrà gestire e sostenere il percorso scolastico di suo figlio. Inoltre il professionista che ha fatto la diagnosi potrebbe indicarle una struttura pubblica specializzata nel lavoro con gli adolescenti. La invito anche a ritagliarsi uno spazio per sé, merita di essere sostenuta in questo momento. Un caro saluto
Buonasera! Capisco il suo malessere e la difficoltà della situazione. Non si senta in colpa se la diagnosi di ADHD è stata fatta solo di recente, capita più spesso di quanto possa immaginare. La sola diagnosi non è sufficiente ad aiutare il ragazzo. E' stata fatta dal neuropsichiatra? Da un centro specialistico?Cosa hanno scritto nello specifico? Sarebbe utile una valutazione da parte di uno psicoterapeuta che si metta a sua volta in contatto con chi ha fatto la diagnosi per organizzare un lavoro su misura su suo figlio.
Gentile signora,
nel suo messaggio si sentono emozioni forti che stanno attraversando la Sua Vita e la Sua relazione con suo figlio. Per prima cosa mi sento di suggerire a Lei uno spazio di accoglienza e ascolto con un terapeuta, in modo che possa mettere ordine dentro di sè. Da li si potranno valutare con eventuali altri passaggi che possano coinvolgere suo figlio oltre a quanto è già stato fatto.
Le auguro il Meglio,
Francesca Castelli
Buongiorno Signora, capisco la sua grande preoccupazione e anche il disagio di suo figlio in un contesto, la scuola, nel quale non sta bene, non si sente capito e fa fatica a starci.
Credo che suo figlio dovrebbe essere seguito da un'equipè, meglio da una U.O.N.P.I.A. di zona. Dove le hanno rilasciato il certificato per la ADHD non c'è la possibilità che lo prendano in carico? si informi e chieda a loro a chi possa rivolgersi se loro non possono farlo. Ci sarà anche tutto un lavoro da fare con la scuola o eventualmente trovare una scuola dove le difficoltà di suo figlio siano maggiormente riconosciute.
Rosanna De Pace
Gentile Signora, nel suo messaggio emerge tutta la sua fatica e il suo dolore . Avere la diagnosi di ADHD è un primo passo per poter dare un aiuto reale a suo figlio e le consiglio di procedere al più presto perché è un disturbo che evolvere in problematiche più importanti. Si rivolga prima di tutto ai servizi territoriali di zona e ad associazioni specifiche. Per qualsiasi cosa mi può contattare Un saluto Antonella
Gentile Sig.ra, dalle sue parole si percepiscono dolore e preoccupazione per suo figlio, i suoi atteggiamenti a scuola e le difficoltà che incontra ogni giorno. Ma l'ADHD è una difficoltà che, se affrontata con le adeguate risposte, sia a casa che a scuola, può essere fronteggiata con facilità. Innanzitutto con la diagnosi dello specialista si rivolga alla ASL di appartenenza. Richieda la documentazione per uso scolastico e poi consegni tutto a scuola. Vedrà che con un piano di lavoro semplificato suo figlio avrà meno difficoltà ad affrontare le richieste scolastiche e, probabilmente, i suoi atteggiamenti di ribellione e rifiuto verso la scuola diminuiranno. Buone cose. G.C.
Buon pomeriggio, leggo la sua domanda. Mi sembra di capire che suo figlio abbia avuto una diagnosi di ADHD. Ho la sensazione che forse non è stata presa in carico, dal punto di vista del trattamento, dall'ASL. Sono interventi mirati per la gestione delle problematiche comportamentali come quelle che ha descritto. Ad esempio, è stata rilevata l'efficacia dei gruppi di Coping Power a cui suo figlio potrebbe partecipare. A lei invece consiglio la partecipazione a gruppi di parent training mirati. Può contattare uno psicologo della sua zona e prendere informazioni al riguardo. La invito a visionare il sito dell'Associazione Italiana per i Disturbi di Attenzione e Iperattività. In merito alle sospensioni, invito a parlarne con lo specialistica che contatterà. Sono a disposizione per eventuali chiarimenti. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio
Buona sera, grazie per aver condiviso con noi le sue difficoltà. La sua storia e i suoi vissuti necessiterebbero sicuramente di essere ascoltati in un contesto appropriato in quanto ci sono vari aspetti da approfondire. Attraverso un percorso di psicoterapia avrà la possibilità di conoscersi meglio, di elaborare esperienze e acquisire strategie e competenze utili al fine di fronteggiare le difficoltà. Attraverso una buona alleanza terapeutica, avrà modo di mettersi a nudo con il suo terapeuta per riuscire a mettere in atto un reale cambiamento. Io sono a disposizione anche per consulenze online. Si dia la possibilità di volersi bene, di chiarire il suo vissuto e le situazioni che vive. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, un caro saluto. Dott.ssa Chiara De Battisti
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Gentile Signora, spesso si dice che quando un figlio riceve una diagnosi di ADHD un genitore si sente sollevato, poiché finalmente è stato dato un nome alla sofferenza, ai momenti difficili, alle giornate buie. Ma per una mamma il sollievo non è così vicino se nessuno la aiuta e la sostiene con strumenti adeguati non per un ragazzo iperattivo, ma per suo figlio. La scuola rappresenta sicuramente un luogo di scontro, dove spesso il ragazzo subisce risposte che non tengono conto di una reale conoscenza delle sue fragilità, spesso non si seguono le indicazioni date dagli Specialisti che lavorano per il ragazzo e con la famiglia. Il genitore non può farsi portavoce anche di questo, il ruolo di scambi con la scuola deve essere affidato ad uno Psicologo specializzato, che conosca il ragazzo, con le sue fragilità e i suoi punti di forza. La cosa migliore in questo momento è trovare un professionista che possa prendere in carico suo figlio ed aiutarlo nel fornirgli strumenti che lo aiutino non solo nelle difficoltà, ma che lo possano rendere sereno e autonomo negli ostacoli che potrebbe incontrare. Sono convinta però che ogni intervento non può mai escludere di coinvolgere la famiglia, i genitori, perchè anche lei non solo è una risorsa per suo figlio, ma deve imparare quale strada percorrere insieme a lui e qualcuno deve fornirle aiuti concreti ed efficaci anche per un ragazzo con una diagnosi di ADHD. Sono a disposizione per ogni eventuali chiarimenti. Un caro saluto Dott.ssa Francesca Romana Manni
Buonasera signora, immagino che per una mamma non deve essere facile vedere il disagio del proprio bambino.
Rispetto la situazione scolastica le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo per due motivi: uno per fissare un incontro scuola-famiglia in modo tale da scambiarsi le giuste indicazioni per il bambino; dall'altro per sostenere il ragazzo da un punto di vista psicologico e comprendere se vi sono elementi nascosti e latenti che il ragazzo si porta con sé.
E' importante non sottolineare al ragazzo SOLO le sue difficoltà, ma lodarlo per i piccoli successi raggiunti, anche se sono piccoli piccoli.
In tali casi è molto utile stabilire una buona alleanza scuola-famiglia-psicologo e lavorare insieme come una squadra.
Rimango a disposizione per dubbi e perplessità
Buona serata
Dott.ssa Melania Filograna
Buonasera comprendo e capisco tutto il suo dispiacere e malessere legato alla situazione in atto. L'essersi rivolta a professionisti del settore che hanno rilasciato la diagnosi da lei citata è stato già un grande passo in un'ottica di voler affrontare e prendere in carico la situazione di suo figlio.
Credo possa essere utile un lavoro di squadra in cui tutte le figure coinvolte (scuola famiglia e terapeuti) siano informate e si muovano condividendo obiettivi e strategie comuni. Allo stesso tempo credo possa esservi di aiuto rivolgervi a professionisti del settore che possano prendere in carico il ragazzo e offrire uno spazio di contenimento e accoglienza anche a lei e le sue emozioni; uno spazio nel quale anche lei possa acquisire informazioni sulle difficoltà riscontrate, aiutandola a trovare le giuste strategie di comunicazione e relazione con suo figlio.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Stella Tessicini
Gentile utente, ci sno molto cooperative o privati sociali che prendono in carico situazioni come la sua. Provi a rivolgersi a qualcuno di essi.
Cordialmente, Giada di veroli
Buonasera gentilissima, è sempre triste leggere messaggi di mamme che hanno difficoltà con i propri figli sarebbe davvero importante che voi abbiate un supporto concreto dietro una diagnosi così complessa, sicuramente dal suo messaggio sembrerebbe che la scuola non sia stata in grado di accogliere le difficoltà del ragazzo, ma questo non deve portarla a spendere energie verso una battaglia legale che non gioverebbe ne a lei e soprattutto a suo figlio, le consiglierei piuttosto degli incontri sulla genitorialità per imparare a gestire i comportamenti di suoi figlio e dove possa esprimere le sue emozioni senza essere giudicata dall'altra parte il ragazzo potrà essere aiutato per gestire l'impulsività e la rabbia, è un percorso lungo ma potete uscirne vincitori con impegno e costanza! in bocca al lupo, resto a disposizione, Dott.ssa Ilaria Pavoni
Gentile Signora, colgo nel suo messaggio tutta la sua fatica e il suo dolore, sembra strano a dirsi ma il riconoscimento di suo figlio nelle sue difficoltà e peculiarità è un punto di svolta, in quanto solo riconoscendo i bisogni si può comprendere come muoversi per aiutarlo. In altri termini, avere la diagnosi di ADHD è un primo passo per poter dare un aiuto reale a suo figlio che manifesta le sue difficoltà e le sue emozioni attraverso gli agiti comportamentali. In tal senso, è importante che cerchi aiuto nei servizi rivolti agli adolescenti che le sapranno indicare i luoghi più adatti a cui rivolgersi, sia per suo figlio che per lei.
Un caro saluto, Dott.ssa Emiliana Fariello
Buon giorno Signora, leggendo quanto ha scritto, Le posso solo rispondere non conoscendo la storia di suo figlio, che a 14 anni anni un ragazzo entra in maniera prepotente in un cambiamento enorme l' adolescenza.Situazione delicata sia per il ragazzo che per i genitori, che va affrontata con un sostegno per entrambi se questo porta disagi a tutto il nucleo familiare. Valuti un colloquio conoscitivo per vedere la situazione con più serenità.

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