Avevo già scritto della mia situazione. Era esattamente il gg 06 Gennaio 2019 quando ho fatto l'ulti
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Avevo già scritto della mia situazione. Era esattamente il gg 06 Gennaio 2019 quando ho fatto l'ultima giocata alle slot da bar. Premesso che gioco da almeno 10 anni, con perdita di cifre spaventose, chiedo se sono riuscito a smettere del tutto visto che ad oggi 18 Novembre 2019 (10 mesi) non ho più giocato nemmeno un'euro. Che sia la volta buona? Ringrazio di cuore e buona giornata
Bene, in bocca al lupo! Consideri però anche l’idea di fare un percorso su se stesso così da comprendere come sia finito su quella strada, e per evitare di ricascarci.
Saluti
Marta Calderaro
Saluti
Marta Calderaro
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Certo che potrebbe essere la volta buona. Importante sarebbe consolidare queste acquisizioni con un percorso ad hoc. Lo valuti. Cordiali saluti
Grazie della bella notizia!
Mi piacerebbe sapere come ha fatto: magari potrebbe insegnarlo a tutti noi perché nessuno più di lei è
competente in materia.
Le auguro di restare con il cuore allegro e, sia gentile, ogni tanto ci faccia sapere come sta. Sarebbe bello avere anche le prossime puntate.
Il problema (per quello che ne ho capito io) non è tanto il gioco ma trovare qualcosa di altrettanto importante per noi, così più importante da essere capace di renderlo noioso al confronto. Come quando le donne smettono di fumare perché aspettano un figlio.
Non uso mai le emoticon, anzi le detesto, ma per lei stasera ne un vagone intero.
grazie
Mi piacerebbe sapere come ha fatto: magari potrebbe insegnarlo a tutti noi perché nessuno più di lei è
competente in materia.
Le auguro di restare con il cuore allegro e, sia gentile, ogni tanto ci faccia sapere come sta. Sarebbe bello avere anche le prossime puntate.
Il problema (per quello che ne ho capito io) non è tanto il gioco ma trovare qualcosa di altrettanto importante per noi, così più importante da essere capace di renderlo noioso al confronto. Come quando le donne smettono di fumare perché aspettano un figlio.
Non uso mai le emoticon, anzi le detesto, ma per lei stasera ne un vagone intero.
grazie
La ludopatia é legata all'attivazione dei circuiti neuronali del piacere e perciò, come tutte le dipendenze, può essere facilmente soggetta a ricadute. Per ridurre al minimo tale rischio é fondamentale comprendere il significato che il gioco ha nella vita, prendere contatto con le proprie fragilità e imparare a prendersene cura. La psicoterapia é il luogo all'interno del quale fare questo lavoro, un luogo protetto nel quale ci si confronta con un professionista sui propri contenuti interiori, imparando a conoscersi, accettarsi e "proteggersi". Si faccia aiutare, non corra rischi inutili. Cordiali saluti.
Salve, come tutte le dipendenze patologiche anche la ludopatia implica il rischio di ricadute. Il fatto di essere riuscito ad astenersi in questi ultimi dieci mesi è senza dubbio un buon risultato. Ma attenzione, non è esente dal rischio di ricaduta. È per questo motivo che è opportuno iniziare un percorso terapeutico al fine di rafforzare sia il risultato da lei raggiunto sia i fattori protettivi che l'hanno reso responsabile in questo periodo.
Ci pensi bene. Cordialmente
Enza Marangella
Ci pensi bene. Cordialmente
Enza Marangella
Oltre ai complimenti è importante mantenere sempre la consapevolezza, la lucidità e la sensibilità. È stato veramente in gamba, ma ricordi la regola fondamentale dei 12 passi:chi ha un tratto di dipendenza deve controllarlo per tutta la vita, con questa coscienziosita' davvero sarà al riparo dalla ricaduta. Ad maiora
Grntile utente congratulazioni allora e in bocca al lupo per il futuro! Potrebbe comunque pensare di affrontare un percorso terapeutico sia per consolidare questo importante traguardo sia per indagare sulle motivazioni e le cause della passata dipendenza .
Di nuovo in bocca al lupo!
D.ssa Gemma Bosco
Di nuovo in bocca al lupo!
D.ssa Gemma Bosco
Un periodo di astensione dal gioco di dieci mesi è sicuramente un tempo sufficiente a permetterle di avere un termine di paragone su come si sentiva mentre giocava ed ora, che non sta giocando. Non ci conosciamo, ma mi permetto di invitarla a pensare al gioco anche come ad un sintomo di qualcosa che non funziona come potrebbe. Lei ora dispone di dieci mesi di "capitale", all'interno di quali ci sono esperienze, pensieri ed emozioni molto importanti per iniziare a comprendere di più di sé. Un caro saluto, dr. Adriano Purgato.
Salve! E' una bellissima notizia e il periodo di "astinenza" abbastanza lungo ma non dice come è riuscito? Ha fatto un percorso psicoterapeutico? In ogni caso è sempre bene essere consapevoli delle dinamiche che hanno portato a questo tipo di dipendenza per cui non escluda un punto di vista professionale a cui riferirsi anche periodicamente. Un caro saluto
Salve, bene è sicuramente un bel risultato che ha avuto, non ci scrive se in questo periodo è stato aiutato psicologicamente nel risolvere la sua dipendenza. Importante non abbassare mai la guardia, perchè è ancora un periodo delicato della sua vita, potrebbe ancora ricadere nella dipendenza di cui soffre. Se ancora non avesse intrapreso un percorso psicologico sarebbe il caso che lo inizi subito, è molto importante comprendere cosa nasconde la sua dipendenza, la ludopatia è un sintomo, ma bisogna sempre lavorare per capire cosa c'è dietro al sintomo.
Cmq le auguro di continuare nel suo percorso positivo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
Cmq le auguro di continuare nel suo percorso positivo, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, il fatto che scriva in questo spazio è forse perché sente che è una fase molto delicata e ha bisogno di essere sostenuto? Un caro saluto. Flavia Salierno
Salve, sempre bello sapere di qualcuno che c'è l'ha fatta! Le dipendenze però sono per definizione dell'oms tendenzialmente croniche e recidivanti. Sarebbe interessante sapere come è arrivato a questo traguardo, come ha detto un altro collega potrebbe essere di aiuto ad altre persone. Se già ha affrontato una psicoterapia oppure se non intende affrontarla le segnalo che ci sono i gruppi "narcotici anonimi" che si occupano di tutti i tipi di dipendenze, quelle vecchie e quelle nuove. Sono gruppi che offrono un percorso di autoaiuto dove l'assenza di giudizio è fondamentale e che a mio parere offrono ottimo supporto e accoglienza. In bocca al lupo e ci faccia sapere come prosegue.
Complimenti. Indipendentemente dalla strada che ha percorso per raggiungere questo importante traguardo, lei può considerarsi non dipendente dal gioco. Così come per tutte le dipendenze , il rischio di ricaduta zero non esiste. Per questo rileggere la propria storia, come è finito nella trappola della ludopatia, quali sono le parti fragili che hanno favorito questa dipendenza, quali fattori situazionali ne hanno consentito il mantenimento e quali risorse e motivazioni le hanno consentito di vivere libero è importante per prevenire le ricadute a lungo termine.
In ogni caso, ricordi che una ricaduta non è un fallimento.
Soprattutto se usiamo le nostre consapevolezze per rialzarci..immediatamente. Sia fiero di sé!! Bruno Ramondetti
In ogni caso, ricordi che una ricaduta non è un fallimento.
Soprattutto se usiamo le nostre consapevolezze per rialzarci..immediatamente. Sia fiero di sé!! Bruno Ramondetti
Caspita che forza d'animo. Il percorso per liberarsi da una dipendenza e sempre duro e tortuoso ma mi sembra lei si trovi sulla giusto strada!
Provi per un sostegno ancora Maggiore a cercare dei gruppi di ascolto con persone dipendenti da gioco d'azzardo come lei. Non può esserle d'aiuto!
Provi per un sostegno ancora Maggiore a cercare dei gruppi di ascolto con persone dipendenti da gioco d'azzardo come lei. Non può esserle d'aiuto!
Buongiorno,
ottimo risultato! Dev'essere fiero di lei per come sta conducendo questa sua battaglia!
Le consiglio però di non sottovalutare la dipendenza da gioco d'azzardo e di farsi comunque seguire da uno psicologo, che lei possa avere anche solo come punto di riferimento.
dott Tealdi
ottimo risultato! Dev'essere fiero di lei per come sta conducendo questa sua battaglia!
Le consiglio però di non sottovalutare la dipendenza da gioco d'azzardo e di farsi comunque seguire da uno psicologo, che lei possa avere anche solo come punto di riferimento.
dott Tealdi
Salve. Mi sembra un ottimo risultato! Si faccia monitorare e sostenere da un professionista della salute mentale per evitare ricadute!
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Salve,
lo spero per lei, in bocca la lupo e continui il suo percorso, non molli.
Saluti.
lo spero per lei, in bocca la lupo e continui il suo percorso, non molli.
Saluti.
Buongiorno, innanzitutto mi complimento per il traguardo raggiunto. Importante inoltre il fatto che lo stia comunicando a degli psicologi e che chieda loro un rimando. Concordo con i colleghi che sarebbe utile non sprecare il lavoro fatto, consolidandolo con un percorso che La aiuti a mantenere il risultato ottenuto. Un caro saluto
G.C
G.C
Salve, ottimo traguardo, complimenti.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Caro utente,
dieci mesi senza giocare non sono “solo” dieci mesi: sono un tempo psichico, un lavoro silenzioso che spesso non ci si riconosce, e che invece parla di una trasformazione profonda, anche se fragile, anche se ancora in costruzione.
Quando ci si chiede “sarà la volta buona?”, di solito non è solo un dubbio: è il bisogno di capire se dentro si è davvero cambiati, se quel gesto che per anni ha occupato lo spazio dell’ansia, del vuoto, della tensione, oggi ha meno presa o è ancora lì, dietro l’angolo, pronto a riemergere.
In un percorso come questo la ricaduta non è un destino scritto né la sua assenza una garanzia matematica: ciò che conta è come stai oggi quando pensi al gioco, che posto ha nella tua vita interna, se lo senti lontano, se lo temi, se lo desideri ancora in qualche angolo nascosto, o se avverti che qualcos’altro ha preso il suo posto.
Dieci mesi senza giocare possono essere l’inizio reale di una nuova posizione soggettiva: quella in cui il gioco non è più un rifugio, un anestetico, un modo per mettere a tacere qualcosa — ma rimane importante capire che cosa hai trovato al suo posto, quale equilibrio, quale sostegno, quale senso di te.
Il punto non è sapere se “non giocherai mai più”, ma riconoscere che oggi hai fatto un passo che non avevi mai fatto prima: una continuità, una disciplina, una rinuncia che parla di forza, non di fragilità.
Continua a osservarti con sincerità, senza assoluti, senza proclamazioni definitive, ma con quella cautela buona che permette di dire:
“Adesso sono qui. Oggi non gioco. Domani sarà un altro giorno.”
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
dieci mesi senza giocare non sono “solo” dieci mesi: sono un tempo psichico, un lavoro silenzioso che spesso non ci si riconosce, e che invece parla di una trasformazione profonda, anche se fragile, anche se ancora in costruzione.
Quando ci si chiede “sarà la volta buona?”, di solito non è solo un dubbio: è il bisogno di capire se dentro si è davvero cambiati, se quel gesto che per anni ha occupato lo spazio dell’ansia, del vuoto, della tensione, oggi ha meno presa o è ancora lì, dietro l’angolo, pronto a riemergere.
In un percorso come questo la ricaduta non è un destino scritto né la sua assenza una garanzia matematica: ciò che conta è come stai oggi quando pensi al gioco, che posto ha nella tua vita interna, se lo senti lontano, se lo temi, se lo desideri ancora in qualche angolo nascosto, o se avverti che qualcos’altro ha preso il suo posto.
Dieci mesi senza giocare possono essere l’inizio reale di una nuova posizione soggettiva: quella in cui il gioco non è più un rifugio, un anestetico, un modo per mettere a tacere qualcosa — ma rimane importante capire che cosa hai trovato al suo posto, quale equilibrio, quale sostegno, quale senso di te.
Il punto non è sapere se “non giocherai mai più”, ma riconoscere che oggi hai fatto un passo che non avevi mai fatto prima: una continuità, una disciplina, una rinuncia che parla di forza, non di fragilità.
Continua a osservarti con sincerità, senza assoluti, senza proclamazioni definitive, ma con quella cautela buona che permette di dire:
“Adesso sono qui. Oggi non gioco. Domani sarà un altro giorno.”
Dott.ssa Raffaella Pia Testa
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