Salve, Tempo fa ho iniziato una terapia(la psicologa aveva formazione janghiana) per risolvere la m

17 risposte
Salve,
Tempo fa ho iniziato una terapia(la psicologa aveva formazione janghiana) per risolvere la mia fobia di mangiare fuori. Premetto che anche i miei stati nervosi si sono sempre sfogati sul cibo, come difficoltà a mangiare, perdita di appetito, conati di vomito o nausee.La terapia è partita dal passato con evocazione di tutta la mia infanzia(che riporta traumi familiari gravi) arrivando ad analizzare un forte rapporto conflittuale con mia sorella.(rapporto da cui per varie ragioni non posso fisicamente liberarmi).dopo qualche mese ho dovuto sospendere tutto perché ero arrivata a vomitare, a non riuscire a mangiare, il tutto accompagnato da nausea per intere giornate.Sono ricorsa a dei tranquillanti da banco e solo dopo 4 mesi ho deciso di riprendere una terapia, scegliendo un percorso breve strategico, al fine di togliere la fobia, che al momento si presentava a volte anche a casa.La psicoterapeuta mi ha assegnato degli esercizi.Tra la terza e quarta seduta io ho visto scomparire la sintomatologia fobica almeno a casa. Va detto che in quel periodo io ho potuto non frequentare mia sorella.Alla quarta seduta la dottoressa ha integrato quindi la terapia con altri esercizi, che io trovavo molto impegnativi, in concomitanza ho avuto rapporti con mia sorella, che ha subito trovato modo di criticare le mie cure. Praticamente sono ricomparsi i sintomi, anche peggiori di inizio terapia, io sono andata in panico per la paura di non farcela e trovo insopportabile il giudizio di mia sorella.Mi è capitato anche di essere di nuovo sotto scacco della nausea per due giorni.Intanto la psicoterapeuta ha un problema e mi ha rimandato la seduta di parecchi giorni limitandosi a dirmi di continuare la terapia.Questo mi destabilizza.È possibile un peggioramento così, anche con una terapia breve strategica? È possibile che dietro la mia fobia ci sia in qualche maniera inconscia mia sorella? Grazie a chi vorrà rispondere.
Salve, difficile sbilanciarsi non conoscendo tutti i dettagli del suo rapporto con sua sorella. Mi domando se sia sufficiente tuttavia il suolo approccio psicoterapico e se invece non sia necessario un supporto farmacologico

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Salve, mi dispiace per la situazione che al momento sta vivendo. Scrive che ha già intrapreso un percorso di psicoterapia, forse sue conviene rivolgere queste domande direttamente al terapeuta che la segue (dopo questo breve stop forzato).
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Ne parli con la psicoterapeuta che la segue in modo da integrare il percorso che sta facendo con il vissuto che descrive qui. Distinti saluti
Salve, le direi che la terapia che segue sembra dare i primi risultati, dal momento che è stato individuato un problema centrale Il punto è che il processo terapeutico ha necessità di continuare, prima di raggiungere una discreta stabilità emotiva e comportamentale. Ne parli con la sua terapeuta, con l'obiettivo di riprendere il lavoro iniziato.
I miei auguri
Dr Cameriero Vittorio
Buonasera, mi sembra di capire che sta seguendo da qualche tempo un percorso di conoscenza su di sè, dovuto in particolare per la comparsa dei sintomi che ha descritto. Incredibile, come spesso dico ai miei pazienti, come il sintomo sia utile e oltre ad interpretarlo bisognerebbe sempre affiancarsi a questo. Ipotesi da psicoterapeuta sistemico-relazionale ne avrei tante, ma credo che in questo caso posso solo dirle di chiarire la sua difficoltà con la collega con cui ad oggi è in terapia...per qualsiasi supporto sono a disposizione. Saluti
Buonasera, dietro a un sintomo ci sono sempre dei motivi inconsci e quindi, chissà, forse anche cause all'interno del rapporto con sua sorella... Gli effetti della terapia strategica breve si stanno vedendo ma occorre proseguire per elaborare il tutto.
Perseveri, dopo la tempesta ritornerà l'equilibrio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve la terapia deve avere una continuità, capita spesso che il sintomo peggiori. Il sintomo ha sempre un significato e una funzione. Continui il percorso e successivamente pensi ad una terapia familiare.
Dott.ssa milvia verginelli
Gent.ma, chiede se la fobia abbia qualche attinenza con sua sorella. Nella sua specifica situazione, da qui, non è possibile dirlo. Però è vero che ogni sintomo, per quanto spiacevole e a volte invalidante, è parte dell’esperienza psichica e trova le proprie radici in una pluralità di motivazioni che, prima di un lavoro psicoterapeutico o analitico, a volte nemmeno si poteva sospettare di sé. SG
Gentile utente di mio dottore,
il sintomo da lei descritto è una manifestazione che caratterizza alcune tipologie di disturbi d'ansia.
I disturbi d' ansia possono esser trattati con successo attraverso l ausilio di un approccio integrato caratterizzato dalla farmacoterapia combinata alla psicoterapia. La prima interviene sul sintomo ridimensionandone l' entità la seconda guarda ad un benessere più a lungo termine consentendo al paziente di approfondire le funzioni relazionali del disagio. Continui comunque il percorso iniziato vedrà che con il tempo riuscirà a star meglio.

Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Il sintomo è sempre un segnalatore eccellente che ci riporta ad un’elaborazione del significato sotteso: lavori con pazienza in questa direzione.
Lavori in questa direzione.
Un caro saluto
Talvolta è proprio il riacutizzarsi dei sintomi che indica di essere di fronte al nodo da sciogliere e il posto migliore è proprio il percorso che ha intrapreso.
Sua sorella non può essere la causa del sintomo. Riformulando quello che dice s'intuisce che è particolarmente sensibile alle critiche di sua sorella. E questa dinamica profonda potrebbe avere un significato all'interno del contesto famigliare. Buona ricerca
Buonasera, da come parla, lei è convinta che sua sorella sia parte integrante dei suoi disturbi. Ne parli con la sua terapeuta appena possibile. Solo una domanda: cosa vorrebbe "vomitare" a sua sorella?
In bocca al.lupo
Un saluto
Claudia m
Buonasera, attualmente seguo una persona con una sintomatologia simile alla sua. Il mio consiglio è di rivolgere queste domande alla terapeuta che la segue e che è a conoscenza della sua storia e delle sue dinamiche. Il rischio di sentire troppi pareri diversi è quello di entrare ulteriormente in panico.
Dott.ssa Elisabetta Naboni
Buongiorno ,a mio parere avrebbe bisogno di una psicoterapia profonda e a lungo termine .Una psicoterapia breve non è sufficiente a risolvere le tematiche familiari con sua sorella e il disturbo alimentare che l accompagna... Resto a disposizione Dottssa Luciana Harari
Buongiorno,
la terapia breve strategica non sempre riesce, con un meccanismo a ritroso, a modificare i fattori più profondi alla base dei sintomi, tanto più quando se ne disinteressa. In questi casi è utile integrarla con strumenti terapeutici che vadano a risolvere questi fattori più profondi, nel suo caso probabilmente collegati a relazioni. Una terapia integrata strategico-gestaltica potrebbe esserle utile.
Salve, quando si ha davanti un disturbo di base ansiosa capita che l’andamento del sintomo non sia lineare, lei sembra aver raggiunto un’ottima consapevolezza, non si scoraggi e continui così. Può chiedere alla sua terapeuta se può consigliare una consulenza con uno psichiatra, magari può alleggerirsi dei sintomi nel frattempo. Un saluto. Dott.ssa Antonella Abate

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