Salve, sono una ragazza di 22 anni che soffre di attacchi di panico molto intensi e ansia generalizz

28 risposte
Salve, sono una ragazza di 22 anni che soffre di attacchi di panico molto intensi e ansia generalizzata 24 ore su 24. La psichiatra mi ha prescritto una compressa di Daparox la mattina insieme a una compressa di Trilafon da 2 mg. La sera invece una compressa di Trilafon e una di Depakin Ch 300 mg. In più mi ha associato 6 gocce di en per tre volte al giorno. Io prendevo circa 60 gocce di en al giorno perché avevo paura di assumere tanti farmaci, appunto per paura che mi peggiorassero i sintomi, visto che di per sé sono già molto invalidanti. Ora mi chiedo, la psichiatra mi ha detto che il Trilafon mi aiuterà a prendere meno goccine e a calmarmi l'ansia forte che ho visto che è potente. Davvero mi potrà aiutare ad essere più calma questa terapia? Sono disperata.
Gentile Signora,
mi sembra di capire che la terapia che sta seguendo la dovrebbe aiutare a gestire meglio il malessere che sta vivendo. Contestualmente La invito a consultare la Sua curante per ulteriori chiarimenti in merito, diversamente se ciò la rassicura potrebbe fare un consulto semplicemente per inquadrare la situazione in modo più completo.
Cordialmente La saluto.

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Buongiorno, ha fatto molto bene a ricercare un aiuto per la sua ansia, soprattutto se sente che questa sta diventando invalidante. Mi permetto però di suggerirle accanto al sostegno farmacologico un percorso più psicoterapeutico per imparare tecniche che le possano permettere di gestire al meglio tale sintomatologia e, in un secondo momento, comprendere le cause di tale emozione per evitare che si ripeta, magari sotto "forma" diversa.
Buongiorno e grazie per averci scritto. Il trattamento farmacologico è sicuramente utile in una fase acuta di malessere ma ritengo necessario una diagnosi psicopatologica che le permetta di comprendere le motivazioni sottostanti gli attacchi di panico e l'ansia generalizzata. Fatto questo, una psicoterapia, accompagnata alla cura farmacologica che potrebbe essere scalata nel tempo, la aiuterà ad affrontare il disagio psicologico ed a superarlo.
In bocca al lupo!
Buongiorno. Leggendo la sua problematica mi permetto, anche io, di suggerirle una attenta valutazione psicodiagnostica, utile a farle comprendere, e meglio gestire, questa sintomatologia. E' possibile che uno stile di personalità sottostante, particolarmente sensibile ad alcuni temi come il rifiuto, la separazione, addirittura il successo, possano spiegare questa situazione che sembra farmaco-resistente. Se crede può contattarmi
Vedrà che la terapia consigliata la aiuterà molto, ma l'ideale sarebbe associarla anche a dei colloqui psicologici in modo da affrontare la questione in tutta la sua complessità. In bocca al lupo
Buongiorno, sicuramente la cura che le ha dato la sua psichiatra la può aiutare a contenere lo stato d'ansia generalizzato e gli attacchi di panico. Le suggerisco di supportare la terapia farmacologica con la mediazione della psicoterapia che consente di accompagnarla attraverso il colloquio clinico verso una salute interiore sempre più strutturata e profonda. E non perda le sperenze di trovare una soluzione, la terapia che sta facendo è efficace e la psicoterapia nel suo caso aiuta molto. La saluto cordialmente e le auguro una buona giornata.
Concordo pienamente con i colleghi sopra:
1) inquadramento diagnostico
2) associazione farmacoterapia a psicoterapia (terapia combinata)

Dai malesseri psichici non si viene fuori solo col farmaco o solo con la psicoterapia. Occorre appunto seguire una cura che possa integrare entrambe le modalità curative!

Saluti
Buongiorno, le sue parole mi hanno molto colpito perché emerge si la stanchezza ma contemporaneamente anche Il bisogno e la voglia di stare meglio. La terapia farmacologica prescritta può aiutare a stare meglio e controllare i sintomi più "invalidanti", ma lavorare in profondità con una psicoterapia sarebbe utilissimo. I disturbi descritti si riscontrano con frequenza in giovani adulti e possono essere lo spunto per un bel lavoro di comprensione e crescita, capace di dare benefici nel lungo termine. In bocca al lupo per tutto e saluti.
Salve sig.ra, sicuramente l'importante terapia farmacologica la può aiutare a gestire la componente sintomatologica dell'ansia e delpanico, ma non a comprendere la radice del problema. Le suggerisco di integrare la terapia farmacologica con un intervento psicoterapico...Se vuole resto a sua completa disposizione
Gentilissima, concordo con i colleghi rispetto alla possibilità di affiancare il trattamento farmacologico (di competenza medica) con una psicoterapia mirata a meglio comprendere il significato della sintomatologia a cui accenna: l'ansia è un modo attraverso cui la mente e il corpo comunicano che c'è qualcosa da rivedere nella propria vita.
I migliori auguri.
Buongiorno sig.ra,
la terapia che le è stata prescritta dovrebbe aiutarla nel ridurre la sintomalogia invalidante che lei descrive; consideri che per avere un pieno effetto terapeutico sono necessari circa 15 giorni dall'inizio della nuova terapia.
Valuti eventualmente la possibilità di intraprendere anche una psicoterapia cognitivo-comportamentale che può aiutarla insieme alla terapia farmacologica nella gestione del suo quadro clinico.
Cordiali saluti
Buongiorno certamente è una situazione che richiede un aiuto e lei ha fatto il primo passo che è il più importante, però ci sono gli altri, non si può restare su una gamba sola! La sua giovane età suggerisce la possibilità di fare un ottimo lavoro in ambito psicoterapeutico che le fornisca uno spazio speciale di ascolto ed elaborazione di tutte le problematiche che ribollono sotto la superficie della sua ansia. Le auguro di trovare la decisione per avviarsi in questa strada così come è riuscita a rivolgersi ad una terapia farmacologica. Un caro saluto
Salve, il trattamento farmacologico consigliatole è sicuramente un rimedio funzionale nella gestione del suo stato problematico durante la quotidianità. A mio parere sarebbe consigliato affrontare la sua sofferenza con un trattamento psicoterapico (chiaramente affiancato a quello farmacologico), che le permetta di avere degli strumenti per modificare i contenuti e i processi dei pensieri che intervengono nel mantenimento del suo malessere.
Buongiorno, il Trilafon l'aiuterà senzaltro, il suo pieno effetto si manifesta dopo tre settimane dall'inizio dell'assunzione; resti in contatto col suo psichiatra e tenga presente che Daparox si può somministrare a dosaggi superiori.
Resto a disposizione e la saluto cordialmente, Maurizio Luppi.
Buongiorno, fermo restando che la terapia farmacologica è un valido supporto per far fronte a questo malessere, le suggerisco di valutare anche di affiancare una terapia psicologica per comprendere la natura di questo sintomo. L'ansia è il cervello che registra un qualche tipo di pericolo. Cosa la fa sentire in pericolo? comprendere la natura di questo pericolo potrebbe probabilmente esserle di aiuto. Un saluto.
Salve,
data la breve descrizione da lei fornita riguardo l'intensità dell'ansia credo che la terapia farmacologica sia assolutamente necessaria per lo meno per ridurre la forte sintomatologia ansiogena che al momento risulta essere invalidante. E' inoltre importante che lei abbia piena fiducia dello psichiatra che le ha prescritto la terapia in modo da poter essere collaborativa al massimo con lo specialista per bilanciare al meglio i farmaci che le sono stati prescritti. Questo significa che dovrà riportare tutti i miglioramenti o peggioramenti sintomatologici che rileva. Tenga presente che in media 15 giorni sono il tempo minimo per vedere i primi risultati apportati da un farmaco e che le associazioni vanno modulate nel tempo sino a trovare il giusto equilibrio farmacologico. Questo come primissimo approccio. Poi certamente a mio parere dovrebbe iniziare un percorso di psicoterapia, sempre con specialista ( differente dallo psichiatra che le somministra la farmacoterapia) che le infonda almeno un minimo grado di fiducia. Gli approcci terapeutici sono svariati e tutti validi se ben declinati dal professionista che li applica. Infine potrebbe essere utile una qualche pratica meditativa tipo Yoga anche quella atta ad apprendere degli strumenti che le permettano di incominciare a gestire l'ansia. Resta certamente come indicazione prima e indispensabile, l'associazione di farmacoterapia a psicoterapia per lavorare, attraverso quest'ultima, a livello profondo. Cordiali saluti.
Salve, nella sua domanda ci scrive che soffre di attacchi di panico e descrive dettagliatamente tutti i farmaci che le sono stati prescritti, ma non ci scrive che cosa stava succedendo in quel periodo quando le sono iniziati i suoi disturbi. E' molto importante sapere se ci sono stati degli avvenimenti o anche dei traumi che possono essere stati la causa dei suoi sintomi. Inoltre data la sua giovane età, cioè lei sta in piena adolescenza, può capitare che si abbiano i suoi sintomi, però non si dovrebbe delegare completamente ai farmaci. Sarebbe utile che lei facesse un percorso psicologico per capire le cause dei suoi disturbi, altrimenti quando sospenderà i farmaci, non si possono prendere a vita, potrebbero ritornare i sintomi. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buona sera! Ovviamente le cure farmacologiche fanno un grande lavoro sulle condizioni di sofferenza, ma da sole molto spesso non sono sufficienti al superamento di questi stati. Le possibili psicopatologie si originano nell'interazione quotidiana che obbligatoriamente ognuno di noi ha nel mondo, quindi nel merito delle relazioni interpersonali, del perseguimento dei nostri obiettivi tramite il nostro modo di fare ed agire, ecc. Seguire esclusivamente una cura farmacologica senza contemporaneamente un percorso psicoterapeutico equivale a cercare di contrastare un sintomo senza conoscere e cercare di eliminare la causa che lo ha generato. Le consiglio di effettuare qualche colloquio psicologico appunto per individuare dove si trovano le incongruenze nei sui modi di fare esperienza che, nel caso esistano, sono sicuramente causa del suo malessere.
Buonasera! Certo che si! Si affidi al suo psichiatra. Inoltre le consiglio di abbinare una psicoterapia, meglio se ad orientamento cognitivo-comportamentale. In tale contesto imparerà a gestire i pensieri e i comportamenti che la predispongono a tale instomatologia.
Cordialmente
Salvatore De Costanzo
Provi a fidarsi dello psichiatra e segua le sue indicazioni. Valuti con lui sia i risultati della farmaco terapia che l’eventualità di sostenere dei colloqui psicologici.
Gentilissima,
La terapia farmacologica può esserle d'aiuto per gestire questo suo stato d'ansia che sembra essere diventato per lei parecchio invalidante. Se dovesse avere dei dubbi, le consiglio di contattare il medico che le ha prescritto la terapia al quale potrà rivolgere tutte le domande e i suoi dubbi. Le consiglio anche, come anticipato da altri colleghi, di associare alla terapia farmacologica un percorso psicologico che la può aiutare a trovate modi efficaci di gestire l'ansia e prevenire attacchi di panico, partendo proprio dal riconoscimento di quelle situazioni e stimoli che che alimentano il suo stato ansioso.
Un caro saluto
Dott.ssa Andrea Carta
La terapia farmacologica è molto valida nella fase acuta dei sintomi, certamente, ma sarebbe auspicabile abbinarla ad un percorso di psicoterapia, per scoprire le cause ed i pensieri disfunzionali che portano ad avere questa sintomatologia così fortemente ansiosa. Mi permetto di consigliarle un percorso di terapia cognitivo comportamentale, la più indicata attualmente per il trattamento dei disturbi d'ansia. Un saluto, Dott.ssa Eleonora Di Nardo
Sei una ragazza molto giovane !! Io ti consiglio, oltre alla terapia farmacologica un percorso psicoterapico per capire cosa c'è sotto tanta ansia, così da cercare di risolvere i problemi alla base per poi con l'aiuto dello psichiatra riuscire piano piano a star meglio e diminuire i farmaci. Buona serata!!
Buonasera, vista la tua giovanissima età, mi permetto di darti del "tu" e potrei pensare che per te sarebbe utile affrontare questo problema anche attraverso un supporto psicologico individuale o in gruppo.
Attualmente una delle tecniche che affronta questo problema cercando di farti cambiare il tuo punto di vista sul problema (diciamo così ma è molto riduttivo), è la Mindfulness.
Di solito vengono organizzati piccoli gruppi in cui si imparano le pratiche Mindfulness che via via aggiungono qualcosa in più nella tua "cassetta degli attrezzi" per affrontare ansia e attacchi di panico.
Quando sarai pronta e lo ritieni opportuno, potresti rivolgerti ad un altro professionista (non lo stesso che conduce il gruppo Mindfulness) per approfondire quali siano le cause del tuo problema.
Una soluzione c'è, non sei sola.
In bocca al lupo!

Buongiorno, potrebbe aiutarla consultarsi con il suo psichiatra ed esporre eventuali ulteriori dubbi sulla terapia farmacologica. Si potrebbe abbinare alla terapia farmacologica anche un percorso psicologico per imparare a gestire l'ansia. cordiali saluti
Buongiorno, se si sente perplessa, provi a confrontarsi con il suo psichiatra senza timore, esponga le sue paure così potrà sentirsi più serena. Allo stesso tempo le consiglierei di valutare anche un percorso psicoterapeutico che le permetterà di elaborare questa ansia e di attingere a tutte le risorse che possiede per fronteggiarla e ritrovare la sua stabilità. Un saluto <dr.ssa Daniela Fierro
Buongiorno, mi chiedo se oltre ai farmaci, abbia intrapreso anche un percorso di psicoterapia che le permetterebbe di comprendere meglio e risolvere la sua ansia. Credo che sarebbe la scelta più adatta per affrontare il suo malessere.
Cordiali saluti
Dr.ssa
Buongiorno,

Lavorando presso una delle Cliniche Psichiatriche di riferimento per quanto riguarda disturbi di personalità e disuassefazione da sostanze (tra le quali le benzodiazepine di cui l’EN fa parte) una mia risposta mi pare appropriata. Mi sento di consigliarLe un percorso di disuassefazione, iniziando con un inquadramento diagnostico e continuando con monitoraggio della terapia e colloqui di supporto. Nella speranza di non risultare presuntuoso dalla terapia sopra descritta Lei potrebbe afferire ad una organizzazione di Personalità Borderline ed il trattamento di elezione in tal caso si chiama DBT (trattamento che applico quotidianamente dal grande potenziale terapeutico). Spero di esserLe stato utile.
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