Mio figlio inizierà la terza elementare, mi rendo conto che fa tanta fatica a studiare ad andare a s

37 risposte
Mio figlio inizierà la terza elementare, mi rendo conto che fa tanta fatica a studiare ad andare a scuola infatti spesso ha dei tic agli occhi e dice di avere mal di pancia ogni mattina prima di andare a scuola.
Iniziare l'anno con questo pensiero distrugge me ma anche lui. Cosa mi consigliate? Grazie a chi risponderà.
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione. Magari le chiedo qualcosa di scontato, ma.. ha provato a parlare direttamente con lui chiedendogli come sta, cosa c'è che lo turba? Ha sempre vissuto così la scuola/asilo? Le consiglio di prendere in considerazione la possibilità di parlare con un professionista, perché ci sarebbero varie cose da indagare per capire come mai il bambino provi quello che mi sembra uno stato di ansia...

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Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Cara mamma,
capisco la tua preoccupazione: vedere un figlio vivere la scuola con fatica e manifestare sintomi come tic o mal di pancia può essere molto doloroso anche per un genitore. Spesso, nei bambini, il corpo diventa il modo principale per esprimere emozioni che non trovano ancora parole.

Questi segnali ci raccontano che per tuo figlio la scuola non è soltanto un luogo di apprendimento, ma anche un contesto che suscita ansia e tensione. È importante accogliere le sue paure senza giudicarle o minimizzarle, offrendo uno spazio sicuro in cui possano essere ascoltate e comprese.

Se la situazione dovesse persistere, consiglio di lavorare con un professionista per trovare strategie concrete che aiutino lui – e anche te – a vivere l’inizio della scuola con più serenità.

Un caro saluto,
Veronica De Iuliis – Psicologa
Dott.ssa Vanessa Perez
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Palermo
Buongiorno,
capisco bene la sua preoccupazione: iniziare la scuola con queste difficoltà può essere impegnativo sia per suo figlio che per lei. Sintomi come i tic o i mal di pancia al mattino sono spesso segnali di tensione o di ansia legati alla scuola, e in molti bambini questa forma di disagio si esprime proprio attraverso il corpo.

È importante innanzitutto accogliere queste manifestazioni senza giudicarle, mostrando comprensione e rassicurazione.

Questi segnali meritano attenzione: parlarne con le maestre, con il pediatra e, se i sintomi persistono, anche con uno specialista dell’età evolutiva, può aiutare a capire meglio l’origine del disagio e a trovare insieme strategie di supporto.

Il fatto che lei colga subito la difficoltà di suo figlio è già un passo importante, perché la sua vicinanza sarà per lui una risorsa preziosa

Cordialmente
Dott.ssa Vanessa Perez
Capisco bene la sua preoccupazione... per molti bambini il rientro a scuola può essere un momento carico di tensione e il corpo spesso diventa il canale attraverso cui queste emozioni trovano espressione. Non è raro che compaiano piccoli malesseri fisici o comportamenti come i tic quando è ancora difficile descrivere a parole quello che si prova.
Ogni bambino ha la sua storia e le sue risorse e in questi casi uno spazio di ascolto può aiutare sia il bambino che la famiglia a trovare strumenti più sereni per vivere la scuola. Buona giornata!
Dott.ssa Federica Di Maggio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Gentile mamma, quello che descrive è un vissuto molto delicato, che riguarda non solo suo figlio, ma l’intero sistema familiare. Dal suo racconto emerge chiaramente quanto lei sia attenta e partecipe nel cogliere i segnali di disagio del bambino, e questa è già una risorsa preziosa.

I tic oculari e i mal di pancia ricorrenti prima della scuola possono essere manifestazioni psicosomatiche di ansia o stress scolastico. A quest’età i bambini spesso non riescono ancora a esprimere pienamente a parole ciò che sentono, e il corpo diventa uno strumento di comunicazione. È importante accogliere questi segnali senza allarmarsi, ma anche senza sottovalutarli.

Come terapeuta sistemica, ritengo utile osservare non solo il bambino, ma anche il contesto in cui è inserito: il clima familiare, il rapporto con la scuola, con i compagni, e l’eventuale presenza di aspettative, pressioni o conflitti. Talvolta un malessere può essere il modo che il bambino ha per dire "ho bisogno di essere ascoltato" o "qualcosa mi mette in difficoltà".
In primo luogo, normalizzi il suo vissuto: tanti bambini sperimentano difficoltà scolastiche, specialmente nei primi anni, ed è possibile affrontarle.

Cerchi di parlare con suo figlio in momenti sereni, chiedendo non solo “cosa non ti piace della scuola”, ma anche “cosa ti piace?”, “cosa ti fa stare bene?”, valorizzando le sue risorse, non solo le fatiche.

Può essere utile anche un confronto con gli insegnanti, per capire se notano comportamenti simili a scuola e se ci sono dinamiche di classe che possono influenzarlo.

Infine, se questi segnali persistono o aumentano, una consulenza psicologica familiare può offrire uno spazio di ascolto, di sostegno e di rielaborazione, per entrambi.

La scuola dovrebbe essere un luogo in cui i bambini possono crescere, imparare e sentirsi accolti. Se qualcosa in questo percorso diventa troppo pesante, è giusto chiedere aiuto, senza colpevolizzarsi.
Le auguro che questo nuovo anno scolastico possa trasformarsi in un’opportunità di crescita e di maggiore serenità, per suo figlio e per tutta la famiglia.

Dott.ssa Di Maggio Federica
Psicoterapeuta sistemico-relazionale
Dott. Tommaso Mangiò
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Buongiorno, sicuramente è importante prima di tutto, in un momento di tranquillità, chiedere direttamente a lui se c'è qualcosa che lo preoccupa, se non lo ha già fatto. Parlare con gli insegnanti per capire cosa sta succedendo a scuola (come si comporta, come sta con i compagni, se fa fatica a stare attento, ad esempio). Bisogna capire se il problema è ambientale o una sua difficoltà specifica o entrambe le cose. Quando è iniziato? E' solo legato all'andare a scuola o compare in altri contesti? Ci sono stati dei cambiamenti a casa ultimamente? sono tutte domande a cui è utile rispondere per comprendere meglio la natura del problema. In secondo luogo, potrebbe rivolgersi alla neuropsichiatria infantile di competenza della sua zona per una valutazione.
Dott.ssa Gessica Turiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Buongiorno signora,
da ciò che riporta. potrebbe essere il mal di pancia una somatizzazione di un malessere interiore che, sembrerebbe essere legato all'ambiente scuola, ma che sulla base di questi pochissimi elementi, non si può definire. La bella notizia è che lei come genitore, può fare tanta differenza. Una consulenza psicologica alla sua presenza, può sicuramente esserle d'aiuto nell'avere una visione a 360°, a districare le sue perplessità e a progettare insieme all'esperto, un eventuale intervento. Un caro saluto,
Dott.ssa G.T.
Dott. Armin Villa
Psicologo
Turano Lodigiano
Le consiglio di affidarsi ad uno specialista del settore. Succede talvolta che i figli abbiano necessità che esulano dalle competenze genitoriali, in tal caso è sempre bene affidarsi a chi ha più esperienza di noi in determinati ambiti. Qualsiasi problematica stia affrontando suo figlio è sicuramente bene prenderla in mano e affrontarla.
Caro utente,
sono sintomi che sarebbe utile indagare per capire se hanno, in primis, una causa medica oppure se sono di natura psicologica dato il momento di stress per l'inizio della scuola. In generale questo periodo per i bambini e i ragazzi porta molti pensieri e preoccupazioni che spesso trovano sfogo attraverso sintomi corporei visibili piuttosto che a parole o tramite emozioni facilmente riconoscibili.
Si sieda con suo figlio, provi a capire che tipo di mal di pancia è, provi a capire se arriva in determinate occasioni e faccia la stessa cosa con il tic agli occhi. Contatti anche il suo medico di base per un consulto e per essere meglio indirizzati.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buongiorno gentile utente. Ha provato a farlo visitare in ASL nel reparto della Neuropsichiatria Infantile? Lì suo figlio potrebbe fare un percorso fra i vari specialisti per capire se ha bisogno di un insegnante di sostegno a scuola. E' molto rassicurante sapere che a scuola ci sia una figura adulta come l'insegnante di sostegno che gli sta vicino. Potrebbe scoprire che magari si tratta solo di avere qualche Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA) e potrebbero applicargli il PDP a scuola le insegnanti per poter accedere a diversi strumenti compensativi e dispensativi come mappe concettuali, calcolatrice, essere dispensati dal copiare dalla lavagna, ecc. In caso di DSA non sarà possibile ottenere l'aiuto di un insegnante di sostegno perché un DSA ha il quoziente intellettivo (QI) nella norma e non necessita di questo tipo di aiuto ma solo degli strumenti sopra menzionati. Ad ogni modo non faccia sentire suo figlio da solo nello studio, lo affianchi sempre, gli faccia sentire la sua vicinanza perché lui ha bisogno di poter contare su di lei. In caso potrebbe sempre affidarsi ad un'educatrice che lo aiuta nel pomeriggio a fare i compiti. Ciò che potrei offrire io da psicologa è un sostegno psicologico a voi genitori e a vostro figlio se pensate di averne bisogno. Resto a vostra disposizione. Può scrivermi quando vuole per fissare un appuntamento on-line. Nel frattempo le auguro una buona giornata.

Dottoressa Angela Atlante
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, quello che descrivi sembra il quadro tipico di un bambino che vive la scuola con un forte carico di ansia. I tic agli occhi e i mal di pancia mattutini sono segnali corporei che esprimono la tensione che lui non riesce a verbalizzare: non sono “capricci”, ma modi in cui il corpo si fa portavoce di una fatica emotiva.

In situazioni di questo tipo il lavoro si muove su più fronti:

1. Rafforzare la sicurezza del bambino
– Crea dei piccoli rituali rassicuranti prima della scuola: preparare lo zaino insieme la sera, una colazione sempre uguale nei giorni feriali, una frase speciale da dirgli quando lo accompagni. La ripetizione crea prevedibilità, e la prevedibilità abbassa l’ansia.
– Evita di insistere sul “non ti devi preoccupare”: meglio riconoscere la sua paura (“vedo che stamattina ti senti agitato”) e accompagnarla, invece di negarla. Questo lo aiuta a sentirsi compreso e meno solo.

2. Lavorare sull’ansia con strategie pratiche
– Insegnagli semplici esercizi di respirazione: inspirare contando fino a tre, espirare contando fino a cinque, da fare insieme in macchina o davanti alla scuola.
– Può essere utile un oggetto transizionale: un piccolo braccialetto o una pietrina liscia che porti con sé, come “ponte” tra casa e scuola, che diventi un ancoraggio emotivo.

3. Collaborazione con la scuola
Parla con le maestre in modo chiaro: non deve sembrare che tuo figlio sia semplicemente “pigro” o “capriccioso”. Spiega che i sintomi sono il modo in cui esprime la sua ansia. Insieme agli insegnanti si può concordare una modalità di accoglienza più morbida al mattino (un saluto speciale, un piccolo compito da svolgere subito, un ruolo che lo faccia sentire utile).

4. Percorso terapeutico
Per ridurre la pressione su di lui e su di te, può essere molto utile iniziare un breve percorso di supporto psicologico infantile, che lavori sia con tuo figlio (insegnandogli tecniche di autoregolazione e rafforzando la fiducia in sé) sia con te come genitore (per aiutarti a gestire le tue preoccupazioni senza che lui se ne carichi). In casi come questi, spesso bastano pochi incontri mirati per sbloccare dinamiche che altrimenti rischiano di consolidarsi. SArebbe veramente importante affiancare alle strategie quotidiane un sostegno professionale che lo aiuti a imparare a gestire l’ansia, evitando che il corpo debba continuare a farsene carico.

Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve signora mi fa piacere leggere di un genitore che si preoccupa di un malessere, che sia un tic o il fatidico mal di pancia, anziché minimizzare.
Effettivamente è così che i bambini ci manifestano il loro disagio e le loro difficoltà a scuola.
Ha avuto modo di capire ed indagare cosa stia accadendo con le maestre ed i compagni di classe?
Magari potrà riflettere su qualcosa che stia accadendo in casa, che magari agita il bambino.
Sicuramente c'è molto di più di quanto si possa immaginare, mi creda.
In un valido rapporto di terapia potrebbe andare a capire cosa stia accadendo a lei a suo figlio.
Un caro saluto
Lavinia
Dott.ssa Valeria Oliveri
Psicologo, Psicologo clinico
Montespertoli
Gentile utente, per le poche informazioni a disposizione mi sento di consigliarle di monitorare il rientro a scuola e richiedere un consulto professionale qualora questa situazione si prolungasse. Potrebbe rivolgersi in prima battuta ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva. Saluti Dr.ssa Oliveri
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Salve, la preoccupazione e le conseguenze di questo suo sentire fa stare male entrambi. Proverei a capirne le cause con uno specialista andando a ripercorrere il passato e capire se è una difficoltà ad andare a scuola o se fa fatica a lasciare lei come mamma o la casa in generale. Aiutarlo e aiutarsi a comprendere meglio cosa sta accadendo lo aiuterà nel futuro evitando che gli subentrino ansie.
Rimango a disposizione se volesse approfondire l'argomento.
Dott.ssa Casumaro Giada
Gentile, capisco quanto possa farla preoccupare questa situazione.
Sarebbe opportuno approfondire meglio, per capire da dove origina il malessere di suo figlio, che con quei sintomi sta comunicando qualcosa.
Può essere utile rivolgersi ad uno/a psicologo/a o pedagogista. Può informarsi se a scuola è presente uno sportello psicopedagogico e, se le va, cominciare da lì.
Cordiali saluti
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara mamma,
capisco bene la sua preoccupazione e il peso che porta nel vedere suo figlio vivere con tanta fatica il momento della scuola. Non è raro che bambini della sua età esprimano il disagio attraverso il corpo: mal di pancia, tic, mal di testa o altri piccoli disturbi possono essere il segnale di una tensione più o meno forte legata all’ambiente scolastico. Non sempre si tratta di qualcosa di grave, ma è importante prenderne atto e non sottovalutare quello che il bambino comunica.
Un passo utile potrebbe essere confrontarsi con le maestre per avere un quadro più completo su come suo figlio vive le giornate scolastiche:
come interagisce con i compagni e se riesce a inserirsi nelle dinamiche di gruppo,come si rapporta con gli insegnanti e se mostra difficoltà a seguire le lezioni,se emergono atteggiamenti di chiusura, ansia, timidezza, irritabilità o momenti in cui sembra spegnersi o ritirarsi.
Allo stesso tempo, la invito a osservare come appare suo figlio quando esce da scuola: se esce spesso stanco, triste, irritabile o con poca voglia di raccontare la sua giornata. È normale che ogni tanto succeda, ma se queste reazioni diventano frequenti o persistenti, possono essere segnali di un disagio che merita attenzione.
In quel caso potrebbe essere molto utile proporre un incontro con uno psicologo dell’età evolutiva: in un contesto protetto e accogliente, suo figlio avrebbe lo spazio per esprimere vissuti che a casa o a scuola fatica a condividere.
Per qualsiasi dubbio o necessità non esiti a chiedere: oltre che come psicologa, le parlo anche come mamma e comprendo profondamente le sue preoccupazioni.
Un carissimo saluto.
Gentile utente, occorre capire meglio quali emozioni suo figlio prova in vista di andare a scuola e di ricominciare l'anno, solitamente le tensioni provate a scuola possono essere riconducibili a tematiche relazionali, provi a interpellare suo figlio sulla presenza di eventuali problematiche con i compagni di classe, oppure sul suo vissuto scolastico in maniera più generica. Il tema della fatica a studiare può vederlo lei stessa se quando è a casa mostra fatica nel fare i compiti o negli apprendimenti. Le consiglio ulteriormente di consultarsi con le insegnanti per avere da loro un feedback rispetto al suo modo di stare in classe.
Quando i bambini sono piccoli (ma succede anche gli adulti) se non vengono interpellati sui loro vissuti quotidiani, di cui la scuola è una fetta rilevante, nel caso di emozioni negative queste spesso possono manifestarsi a livello corporeo con il genere di manifestazioni che lei cita.
Le suggerirei di indagare direttamente con suo figlio la sorgente delle sue preoccupazioni, e solo se incontrasse ulteriori difficoltà o questi tic e mal di pancia non dovessero risolversi di consultare uno specialista. Resto a sua disposizione,
Dott.ssa Palumbo
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Gentile utente,
i sintomi che descrive (tic agli occhi, mal di pancia, rifiuto della scuola) possono essere segnali di ansia legata all’ambiente scolastico, ma spesso vengono amplificati anche da un uso eccessivo di dispositivi elettronici come smartphone o videogiochi, che riducono concentrazione e regolazione emotiva. Le suggerisco di monitorare con attenzione questi aspetti, ridurre i tempi davanti agli schermi e creare routine più regolari. Se le difficoltà dovessero persistere, un sostegno psicologico per suo figlio (e un confronto con la scuola) potrebbe aiutarlo a vivere con più serenità il percorso scolastico. Dr. Giuseppe Mirabella
Dott.ssa Antonella Di Paola
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
quella che descrive sembrerebbe essere una condizione di ansia prescolastica che si esprime attraverso sintomi fisici e che può essere legata a diversi fattori. Per aiutare suo figlio è fondamentale che gli parli con calma e che ascolti con attenzione le sue preoccupazioni senza giudizio, utilizzando un linguaggio comprensivo e rassicurante e cercando di comprendere il suo punto di vista. E' importante non sminuire i suoi sintomi ed evitare di esercitare pressioni o costrizioni.
Per ridurre l'ansia può adottare delle strategie, come ad esempio:
- preparare il bambino al rientro a scuola con anticipo;
- fornire un esempio positivo, dimostrando calma e sicurezza;
- mantenere un dialogo costante e offrire il proprio sostegno;
- insegnare e praticare insieme tecniche di rilassamento per la gestione dello stress, come la respirazione diaframmatica;
- comunicare con gli insegnanti, in modo da rendere la scuola un'alleata nel supportare il bambino.
Se i sintomi persistono o si aggravano, non esiti a chiedere un aiuto specialistico a uno psicologo/psicoterapeuta dell'età evolutiva per una valutazione e un supporto adeguato.
Nell'eventualità che si renda necessario un trattamento, la sua efficacia sarà maggiore con la collaborazione dei genitori, per comprendere le cause del problema, il suo funzionamento e le opzioni utili a supportare il bambino.
Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro genitore, i segnali di stress e ansia manifestati dai bambini nei confronti della scuola generano tensione tra membri della famiglia ed alimentano preoccupazioni di varia natura. I sintomi che lei descrive, tic agli occhi e il mal di pancia mattutino, potrebbero dipendere da diversi fattori: agitazione, problemi digestivi, tensione muscolare. Le suggerisco di consultare il pediatra per escludere possibili cause fisiologiche ed avere indicazioni più precise. Successivamente, potrebbe essere utile un colloquio con uno psicologo infantile per esplorare le radici dell'ansia e offrire a suo figlio gli strumenti per gestirla. In attesa, le propongo, vista anche l’imminente ripresa della scuola, di creare uno spazio fisico ed affettivo in cui il bambino possa sentirsi libero di dialogare con lei. Potrebbe chiedergli, ad esempio cosa lo preoccupa/spaventa adesso, chi desidera rivedere dopo le vacanze (compagni, maestri, collaboratori…), quali momenti della giornata scolastica ricorda con più piacere. L’obiettivo è scoprire se il disagio è determinato da difficoltà didattiche o relazionali. Una strategia molto efficace per affrontare qualsiasi problema è la collaborazione scuola-famiglia: chieda un colloquio personale, racconti i sintomi fisici che suo figlio manifesta, acquisisca informazioni sull’andamento didattico e relazionale del bambino, valuti con i docenti l’opportunità o meno di pianificare osservazioni al fine di programmare interventi futuri. Un approccio pratico è quel che serve per affrontare questo delicato momento così come la serenità dei genitori è sicurezza e supporto per i figli. La saluto con affetto.
Dott.ssa Chiara Lagi
Dott.ssa Chiara Puddu
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Gentile Utente, comprendo la preoccupazione di affrontare il nuovo anno scolastico con queste premesse. Potrebbe essere utile consultare uno specialista per escludere eventuali difficoltà di apprendimento; inoltre cercherei di comprendere quali siano i motivi sottostanti al disagio verso la scuola, per esempio approfondirei il tema del rapporto di suo figlio con compagni di classe ed insegnanti. Spero che insieme riusciate a rendere l'esperienza scolastica più serena, buon inizio. Rimango disponibile per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Chiara Puddu
Dott.ssa Barbara Trisciuoglio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Cara signora, richieda una consulenza per suo figlio. Potrebbe avere una piccola problematica di ansia e affrontarla potrebbe renderlo più sereno nel prosieguo degli studi. Meglio agire prendendo la situazione in tempo che quando diventa critica.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Capisco molto bene la sua preoccupazione, perché vedere il proprio figlio vivere con ansia e difficoltà un momento importante come la scuola può essere doloroso. I sintomi che descrive – i tic, il mal di pancia e la resistenza ad andare a scuola – spesso sono segnali di disagio emotivo, legati a stress o ansia. Non sempre i bambini riescono a esprimere a parole ciò che provano, perciò il corpo diventa un canale attraverso cui manifestano il malessere.

In questi casi è importante accogliere i suoi vissuti senza colpevolizzarlo, rassicurandolo e mostrando comprensione. Allo stesso tempo può essere utile lavorare su piccole routine mattutine più serene, valorizzare i suoi sforzi anche se minimi e mantenere un dialogo costante con le insegnanti per avere un quadro completo della situazione.

Poiché questi segnali si ripetono e sembrano impattare significativamente sul suo benessere, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno.
Il contesto scolastico genera ansia in molti bambini ma non sempre è la scuola la causa principale, sicuramente individuare l'origine reale di questi sintomi è il primo passo. Le consiglierei un percorso di valutazione psicodiagnostica.
Comprendo la sua preoccupazione, perché vedere un figlio che manifesta segnali di disagio legati alla scuola è qualcosa che tocca profondamente e fa sentire impotenti. Quello che descrive, i mal di pancia ricorrenti, i tic agli occhi, la difficoltà ad affrontare la routine scolastica, sembrano espressioni fisiche dell’ansia che suo figlio prova rispetto al contesto scolastico. Non è raro che i bambini, quando non riescono ancora a esprimere con le parole la loro fatica, lo facciano attraverso il corpo.
Un primo passo potrebbe essere quello di accogliere e legittimare ciò che sente, non dirgli che “non è niente”, piuttosto fargli capire che ha capito la sua difficoltà, che è normale avere paura o sentirsi a disagio e che lei è lì accanto a lui per aiutarlo. Spesso anche solo il sentirsi ascoltati e non giudicati riduce molto la tensione. Al tempo stesso, però, è fondamentale mantenere una cornice rassicurante e ferma, la scuola resta un impegno che va affrontato, ma non deve sentirsi solo nell’affrontarlo.
Può essere utile coinvolgere gli insegnanti, raccontando loro quello che accade a casa. La scuola è un ambiente importante e se i docenti ne sono consapevoli possono supportarlo con piccoli accorgimenti o attenzioni mirate. Inoltre, se i sintomi dovessero persistere o accentuarsi, un confronto con un pediatra e con uno psicologo potrebbe aiutarla a capire come gestire l’ansia in maniera più strutturata. Un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, quello che racconta è un vissuto molto comune tra i bambini che si trovano a vivere la scuola come fonte di fatica e di preoccupazione, e comprendo bene quanto possa essere doloroso per lei vedere suo figlio in difficoltà. I sintomi che descrive, come i tic agli occhi o il mal di pancia al mattino, sono segnali che spesso il corpo utilizza per esprimere un disagio emotivo. Nei bambini, infatti, ansia e stress si manifestano frequentemente attraverso il corpo, perché non sempre hanno ancora le parole per descrivere ciò che provano. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale è importante aiutare suo figlio a comprendere che le emozioni hanno un ruolo, che non sono sbagliate e che possono essere gestite. Un primo passo può essere quello di legittimare ciò che sente, senza sminuire i suoi malesseri ma nemmeno amplificarli. Accogliere il suo mal di pancia o la sua fatica con frasi come “capisco che non è facile per te” può trasmettergli il messaggio che non è solo in ciò che prova. Parallelamente, può essere utile accompagnarlo a riconoscere i momenti in cui invece si sente sereno o riesce a superare una difficoltà, per rinforzare la sua fiducia nelle proprie capacità. Spesso i bambini sviluppano ansia scolastica quando associano la scuola esclusivamente a doveri, pressioni o aspettative. Rendere l’apprendimento più leggero, introdurre pause, premiarlo per i piccoli successi e valorizzare i progressi, anche minimi, può ridurre il senso di pesantezza. Inoltre, stabilire una routine chiara e rassicurante al mattino, fatta di tempi ben definiti e di piccoli rituali positivi, aiuta a diminuire l’incertezza e quindi l’ansia. Un altro aspetto importante riguarda il suo vissuto di genitore. Lei scrive che iniziare l’anno con questo pensiero distrugge entrambi, ed è comprensibile che la sua preoccupazione influisca sul modo in cui vive il momento con suo figlio. Proprio per questo è importante cercare di mantenere un atteggiamento calmo e rassicurante, anche se dentro di lei prova ansia. I bambini sono molto sensibili al clima emotivo familiare e riescono a percepire facilmente le preoccupazioni dei genitori. Se la situazione dovesse protrarsi o intensificarsi, può essere utile un supporto psicologico per i bambini, mirato a fornire strumenti concreti di gestione dell’ansia e delle paure scolastiche, e parallelamente un sostegno a lei come genitore, per affrontare insieme questo percorso con strategie condivise. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio per suo figlia un consulto psicologico in presenza. Cordiali saluti.
Capisco la sua preoccupazione: vedere un figlio vivere con tanta fatica la scuola e mostrare segnali di disagio fisico ed emotivo può essere molto difficile per un genitore. I tic agli occhi, i mal di pancia e la resistenza a frequentare le lezioni sembrano il modo in cui suo figlio esprime la tensione che prova di fronte alla scuola e allo studio.
Nei bambini, infatti, ansia e stress possono tradursi facilmente in sintomi fisici: non significa che “finga”, ma che il corpo diventa il canale per raccontare una sofferenza che a parole è ancora difficile esprimere.
Può essere utile, in questo momento, mostrarsi accogliente e rassicurante con lui, cercando di non fargli sentire il peso delle nostre preoccupazioni, ma piuttosto andando a capire insieme a lui cosa gli pesa di più della scuola: le materie, i compiti, il distacco da casa, le relazioni con compagni o insegnanti. A volte già il fatto di sentire che un adulto lo ascolta e prende sul serio le sue emozioni riduce molto la tensione.
Potrebbe essere importante, confrontandosi anche con le insegnati, verificare che non ci siano delle difficoltà specifiche che rendono il suo percorso di apprendimento particolarmente faticoso.
Se sentisse il bisogno di un confronto su questi temi, potrebbe essere utile un percorso di accompagnamento con uno psicologo che si occupi di apprendimento scolastico.
Un caro saluto. Dott. Daniele Rossetti
Dott.ssa Melania Lattuada
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, comprendo quanto possa essere difficile da genitore vedere il proprio figlio in difficoltà. Data la sintomatologia, come primo passo suggerirei di consultare il pediatra in modo da escludere eventuali cause organiche. In seguito si potrebbe approfondire l'aspetto psicologico, andando ad indagare eventuali fattori di stress che possono rendere negativa l'esperienza scolastica. Inoltre, suggerisco di affiancare al percorso dedicato al bambino degli incontri di supporto alla genitorialità. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Melania Lattuada
Dott.ssa Aurora Ciervo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Genitore,
se ha già escluso eventuali cause mediche con il pediatra, la sintomatologia che descrive potrebbe essere il modo in cui suo figlio esprime - attraverso il corpo -qualcosa che forse non riesce ancora a dire con le parole. I tic agli occhi e il mal di pancia sembrerebbero indicare un disagio legato alla scuola e alle richieste che percepisce.
Sarebbe importante provare a capire che significato hanno per lui la scuola, il dovere, il desiderio di riuscire e, allo stesso tempo, la paura di non farcela. A volte, dietro questi segnali, c’è una richiesta: non tanto di soluzioni immediate, quanto di riconoscimento e comprensione.
Quello che mi sento di consigliarle è di rivolgersi a uno psicologo che possa accogliere non solo suo figlio, ma anche il vissuto di angoscia che, comprensibilmente, questa situazione suscita in lei.
Cordialmente
A.C.
Dott. Massimiliano Nardi
Psicologo clinico, Psicologo
Busto Arsizio
Gentile utente,

Capisco bene la sua preoccupazione: I sintomi che descrive, come i tic agli occhi e il mal di pancia al mattino, sono spesso segnali di ansia legata all’ingresso a scuola. Non si tratta necessariamente di un rifiuto vero e proprio, ma piuttosto di una difficoltà emotiva che il bambino esprime attraverso il corpo, perché a questa età è più semplice comunicare il disagio in questo modo che con le parole. Può essere utile creare una routine del mattino rassicurante e prevedibile, fatta di piccoli gesti affettuosi e sempre uguali, che lo aiutino a sentirsi al sicuro. Allo stesso tempo, è importante accogliere le sue emozioni senza minimizzarle, permettendogli di parlare delle sue paure e mostrandogli di essere compreso. Possono aiutare anche dei linguaggi alternativi come fiabe, immagini o cartoni animati (es. Inside Out) per dare la possibilità al bambino di esprimere quello che prova anche se non ha le parole adatte. Ogni piccolo passo e sforzo che riuscirà a fare andrebbe valorizzato, così che possa sentirsi capace e sostenuto. Può essere utile anche condividere queste osservazioni con gli insegnanti, in modo da costruire una rete di supporto intorno a lui. Se i segnali dovessero persistere o intensificarsi, un percorso psicologico potrebbe offrirvi uno spazio di ascolto e di aiuto, sia per suo figlio che per lei, così da comprendere meglio l’origine di queste paure e affrontarle insieme in maniera serena e costruttiva.

Un caro saluto.
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi dispiace per quello che state vivendo. Rivolgetevi ad uno/a psicoterapeuta familiare per approfondire il tutto. Un saluto
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un vissuto molto delicato e comprensibilmente doloroso sia per lei come genitore sia per suo figlio, che sembra manifestare attraverso il corpo (i tic agli occhi, i mal di pancia) un disagio legato alla scuola. Nei bambini, infatti, l’ansia o lo stress trovano spesso espressione proprio in sintomi fisici, che non vanno interpretati come capricci ma come segnali autentici di difficoltà.

Il fatto che suo figlio provi questa fatica ogni mattina suggerisce che il problema non è tanto nello “studiare” in senso stretto, quanto nel vissuto emotivo che accompagna la scuola: paura di sbagliare, timore del giudizio, ansia di prestazione, oppure altre preoccupazioni che al momento lui non riesce a comunicare con le parole. La sua sofferenza di mamma, “distrutta” come scrive, è comprensibile e mostra quanto lei sia coinvolta e attenta, ma è importante che non si senta sola in questo compito e che non porti da sola il peso della situazione.

Può essere molto utile parlarne con le insegnanti, osservare insieme come si comporta in classe e valutare se il disagio emerge solo al momento dell’ingresso a scuola o anche in altri contesti. In alcuni casi può essere indicato rivolgersi a uno psicologo dell’età evolutiva, che aiuti il bambino ad esprimere le sue paure e a trovare strategie più funzionali per affrontare la scuola, e sostenga anche lei nel capire come accompagnarlo al meglio.

Il primo passo concreto, quindi, è quello di accogliere i sintomi di suo figlio come una forma di comunicazione e non come un ostacolo da eliminare subito. Solo comprendendone il significato sarà possibile aiutarlo a vivere la scuola con meno paura e più serenità.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buonasera, i sintomi che descrive sono generici ma se sono legati alla scuola o comunque influenzano negativamente il rapporto che il bambino ha con la scuola, magari sarebbe opportuno parlarne col pediatra e programmare una visita da uno psicologo o un neuropsichiatra. In questo modo potrà fare chiarezza su quali sono le reali difficoltà del bambino e in che modo lo può aiutare, sia lei che la scuola.
Dott.ssa Melissa Angelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Torino
Buonasera,
vista la ripetitività della sintomatologia che suo figlio riporta, valuterei un consulto diagnostico da uno psicoterapeuta esperto in età evolutiva, che possa aiutarvi a far luce sulle possibili cause di tale sofferenza. In alternativa, può informarsi per un colloquio presso la Neuropsichiatria Infantile della sua zona di residenza.
Un caro saluto.
Salve, ti ringrazio per la descrizione. Mi sento di consigliarle un colloquio, poichè è importante dare al suo bambino la giusta importanza rispetto alle emozioni che prova e agli stati d'animo rispetto all'argomento. Si potrebbe fare un buon lavoro. Grazie.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, i sintomi che descrive, come mal di pancia, tic agli occhi e resistenza ad andare a scuola, possono indicare un vissuto di ansia legato al contesto scolastico, che è molto comune in età scolare, soprattutto nei bambini che affrontano cambiamenti o aspettative nuove. È importante ascoltare le sue paure senza minimizzarle e offrire rassicurazioni costanti, evitando pressioni e confronti che possano aumentare lo stress. Un percorso con uno psicologo psicoterapeuta può supportarlo nell’acquisire strumenti per gestire l’ansia, favorire strategie di rilassamento e migliorare la fiducia in sé stesso. Approcci come la psicoterapia umanistica o l’EMDR, se il disagio è collegato a esperienze di stress o paura, possono aiutare a elaborare emozioni difficili, mentre pratiche di Mindfulness semplici per bambini possono insegnargli a gestire la tensione quotidiana e a ritrovare calma prima della scuola. Lavorare insieme a scuola, con insegnanti informati e comprensivi, può inoltre creare un ambiente più sereno e sicuro per il bambino. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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