Ho 48 anni, ho una bimba di 6 anni. Sono ipocondriaco da sempre praticamente quella più brutta (evit
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Ho 48 anni, ho una bimba di 6 anni. Sono ipocondriaco da sempre praticamente quella più brutta (evito ogni esame se non strettamente necessario, addirittura esami del sangue banali da 5 anni), ho inoltre il terrore della morte (a maggior ragione ora che sono padre).la mia paura della morte è soprattutto in relazione all'agonia pre morte e il soffocamento conseguente al decesso. Recentemente ho letto di uno scrittore che ricorda la morte del padre malato terminale di tumore, quando lui aveva 14 anni e descrive in un libro l'agonia dovuta alla morte per soffocamento con descrizione di tutti i particolari. Subito dopo questo post numerose persone hanno commentato ricordando il decesso di persone care più o meno giovani spesso che soffocavano davanti a loro ed in un caso un parente che urlava di non respirare, di non lasciarlo morire, seguito dopo da gorgoglii, fino all'avvenuto decesso. Queste cose mi hanno messo in uno stato di agitazione ed ansia incredibile , ho passato la notte con incubi e mal di stomaco per il terrore.
Come posso superare questa cosa?
Come posso superare questa cosa?
Buongiorno,
capisco quanto le emozioni che sta vivendo siano intense e difficili da gestire. La sua ipocondria, la paura della morte e in particolare dell’agonia sono segnali di un’ansia profonda, che merita ascolto e comprensione, non giudizio.
La reazione che ha avuto leggendo quelle testimonianze drammatiche è comprensibile: quando siamo già vulnerabili su certi temi, anche contenuti letti o ascoltati possono avere un forte impatto emotivo, come se li vivessimo in prima persona.
Per affrontare questa sofferenza, le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicologico: non solo per gestire l’ansia, ma per esplorare e dare un significato più profondo alle sue paure. È importante anche imparare a proteggere il proprio spazio mentale, evitando esposizioni non necessarie a contenuti angoscianti.
Il suo desiderio di esserci per sua figlia è una forza preziosa: può diventare la spinta per prendersi cura di sé in modo più profondo. Dr. Giuseppe Mirabella
capisco quanto le emozioni che sta vivendo siano intense e difficili da gestire. La sua ipocondria, la paura della morte e in particolare dell’agonia sono segnali di un’ansia profonda, che merita ascolto e comprensione, non giudizio.
La reazione che ha avuto leggendo quelle testimonianze drammatiche è comprensibile: quando siamo già vulnerabili su certi temi, anche contenuti letti o ascoltati possono avere un forte impatto emotivo, come se li vivessimo in prima persona.
Per affrontare questa sofferenza, le consiglio vivamente di intraprendere un percorso psicologico: non solo per gestire l’ansia, ma per esplorare e dare un significato più profondo alle sue paure. È importante anche imparare a proteggere il proprio spazio mentale, evitando esposizioni non necessarie a contenuti angoscianti.
Il suo desiderio di esserci per sua figlia è una forza preziosa: può diventare la spinta per prendersi cura di sé in modo più profondo. Dr. Giuseppe Mirabella
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Buongiorno, comprendo il tuo stato di agitazione e quanto possa essere terribile e destabilizzante confrontarsi con narrazioni così crude sulla morte, soprattutto quando si intrecciano con le tue paure più profonde e la tua responsabilità genitoriale.
Quello che hai sperimentato è una forma di trauma vicario, l'esposizione a racconti traumatici altrui che riattiva e amplifica le tue angosce esistenziali preesistenti. La tua reazione psicosomatica (incubi, mal di stomaco) indica quanto il tuo sistema nervoso sia stato sovraccaricato da queste immagini mentali.
Dal punto di vista clinico, riconosco nel tuo racconto una dinamica tipica dell'ipocondria: la ricerca compulsiva di informazioni che, paradossalmente, alimenta l'ansia invece di rassicurarti. È come se la parte di te che cerca controllo attraverso la conoscenza finisse per nutrire proprio ciò che teme.
Per elaborare questo momento acuto, ti suggerisco:
NELL'IMMEDIATO: pratica tecniche di grounding per riportare il sistema nervoso in equilibrio. Respiri profondi, concentrazione sui sensi (cosa vedi, senti, tocchi ora), movimento dolce. La mindfulness può aiutarti a osservare questi pensieri senza identificarti completamente con essi.
IN SEGUITO: considera che queste narrazioni rappresentano casi estremi e che la moderna medicina palliativa ha fatto progressi enormi nella gestione del dolore e della sofferenza terminale. La maggior parte delle morti oggi avviene in condizioni molto più serene di quelle descritte.
Devi sapere inoltre che non è possibile evitare completamente l'ansia, ma è importante imparare ad attraversarla con consapevolezza. La tua paternità ha sicuramente amplificato queste paure, è naturale e comprensibile ma forse è il momento di considerare un percorso terapeutico specifico per elaborare questi temi, dato che stanno limitando significativamente la tua qualità di vita. prova a rifletterci seriamente.
Con cordiali saluti,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa Clinica - Voice Dialogue- Mindfulness - Dreamwork
Quello che hai sperimentato è una forma di trauma vicario, l'esposizione a racconti traumatici altrui che riattiva e amplifica le tue angosce esistenziali preesistenti. La tua reazione psicosomatica (incubi, mal di stomaco) indica quanto il tuo sistema nervoso sia stato sovraccaricato da queste immagini mentali.
Dal punto di vista clinico, riconosco nel tuo racconto una dinamica tipica dell'ipocondria: la ricerca compulsiva di informazioni che, paradossalmente, alimenta l'ansia invece di rassicurarti. È come se la parte di te che cerca controllo attraverso la conoscenza finisse per nutrire proprio ciò che teme.
Per elaborare questo momento acuto, ti suggerisco:
NELL'IMMEDIATO: pratica tecniche di grounding per riportare il sistema nervoso in equilibrio. Respiri profondi, concentrazione sui sensi (cosa vedi, senti, tocchi ora), movimento dolce. La mindfulness può aiutarti a osservare questi pensieri senza identificarti completamente con essi.
IN SEGUITO: considera che queste narrazioni rappresentano casi estremi e che la moderna medicina palliativa ha fatto progressi enormi nella gestione del dolore e della sofferenza terminale. La maggior parte delle morti oggi avviene in condizioni molto più serene di quelle descritte.
Devi sapere inoltre che non è possibile evitare completamente l'ansia, ma è importante imparare ad attraversarla con consapevolezza. La tua paternità ha sicuramente amplificato queste paure, è naturale e comprensibile ma forse è il momento di considerare un percorso terapeutico specifico per elaborare questi temi, dato che stanno limitando significativamente la tua qualità di vita. prova a rifletterci seriamente.
Con cordiali saluti,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa Clinica - Voice Dialogue- Mindfulness - Dreamwork
Buongiorno, posso solo immaginare quanto sia spaventosa una prospettiva del genere. Sembrerebbe abbastanza radicata da richiedere, se dovesse sentirne il bisogno, un consulto specialistico.
Un caro saluto,
dott.ssa Francomano Ilaria
Un caro saluto,
dott.ssa Francomano Ilaria
Capisco profondamente il tuo stato d’animo e la sofferenza che stai vivendo. Quello che descrivi è un vissuto molto intenso: l’ipocondria, la paura della morte e in particolare la paura dell’agonia legata al soffocamento, unite al fatto di essere diventato padre, rendono le tue preoccupazioni ancora più forti e difficili da gestire.
Il nostro cervello tende a reagire in maniera amplificata a ciò che legge o ascolta, soprattutto se tocca le nostre paure più profonde. Nel tuo caso, la lettura di esperienze di sofferenza legate alla morte ha attivato in modo potente le tue paure, portandoti ansia, agitazione e sintomi fisici come il mal di stomaco e gli incubi. Questo è un meccanismo comune: quando già si hanno timori o pensieri ipocondriaci, le informazioni a tema salute e morte possono diventare dei veri e propri “trigger” che rinforzano il circolo vizioso dell’ansia.
Per affrontare questo tipo di difficoltà è utile:
Limitare l’esposizione a contenuti ansiogeni (letture, post o testimonianze che riguardano sofferenza e morte).
Imparare tecniche di gestione dell’ansia come respirazione lenta, mindfulness o rilassamento muscolare, che possono aiutare a ridurre la reattività del corpo nei momenti di agitazione.
Ristrutturare i pensieri catastrofici: spesso il timore anticipatorio peggiora la paura più della realtà stessa. Lavorare su come interpretiamo i pensieri può alleggerire il peso che hanno su di noi.
Condividere queste emozioni con qualcuno di fiducia: parlare delle proprie paure può ridurre il senso di solitudine e aumentare la comprensione.
Tuttavia, vista l’intensità del tuo malessere e il fatto che questa paura ti accompagna da molto tempo, sarebbe molto utile e consigliato approfondire questo vissuto con l’aiuto di uno specialista, che possa offrirti un supporto mirato e strategie personalizzate per superare questa difficoltà.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Il nostro cervello tende a reagire in maniera amplificata a ciò che legge o ascolta, soprattutto se tocca le nostre paure più profonde. Nel tuo caso, la lettura di esperienze di sofferenza legate alla morte ha attivato in modo potente le tue paure, portandoti ansia, agitazione e sintomi fisici come il mal di stomaco e gli incubi. Questo è un meccanismo comune: quando già si hanno timori o pensieri ipocondriaci, le informazioni a tema salute e morte possono diventare dei veri e propri “trigger” che rinforzano il circolo vizioso dell’ansia.
Per affrontare questo tipo di difficoltà è utile:
Limitare l’esposizione a contenuti ansiogeni (letture, post o testimonianze che riguardano sofferenza e morte).
Imparare tecniche di gestione dell’ansia come respirazione lenta, mindfulness o rilassamento muscolare, che possono aiutare a ridurre la reattività del corpo nei momenti di agitazione.
Ristrutturare i pensieri catastrofici: spesso il timore anticipatorio peggiora la paura più della realtà stessa. Lavorare su come interpretiamo i pensieri può alleggerire il peso che hanno su di noi.
Condividere queste emozioni con qualcuno di fiducia: parlare delle proprie paure può ridurre il senso di solitudine e aumentare la comprensione.
Tuttavia, vista l’intensità del tuo malessere e il fatto che questa paura ti accompagna da molto tempo, sarebbe molto utile e consigliato approfondire questo vissuto con l’aiuto di uno specialista, che possa offrirti un supporto mirato e strategie personalizzate per superare questa difficoltà.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, ciò che lei ci riporta denota una grandissima difficoltà nel vivere il quotidiano. L'essere diventato padre significa avere la responsabilità di un nuovo nato che fa riferimento a lei, dunque all'ipocondria che riporta può essersi aggiunto il timore di abbandonare la sua famiglia a causa di un decesso. L'ipocondria ha radici profonde, spesso veicolando altri messaggi non ancora consapevoli. Sicuramente un percorso psicologico potrebbe aiutarla nella consapevolezza dei meccanismi alla base dell'ipocondria, nonchè ad identificare delle strategie per la gestione dei sintomi molto impattanti che lei riporta.
La tua reazione è molto comprensibile: quando si convive con una forte ansia legata alla salute e alla morte, anche solo leggere certe descrizioni può riattivare pensieri e sensazioni molto intense. La mente ipocondriaca tende a fissarsi su scenari estremi e dolorosi… e una volta innescata, è difficile “spegnerla”.
Quello che può aiutare, però, è distinguere tra ciò che accade fuori (come leggere una storia) e ciò che accade dentro, ovvero il modo in cui quella storia si intreccia con le tue paure più profonde. La mente non sempre distingue tra immaginazione e realtà, per questo il solo pensiero può sembrare minaccioso quanto l’evento stesso.
Ti propongo una semplice domanda per iniziare a disinnescare il meccanismo:
Se la tua paura potesse parlare, cosa vorrebbe proteggere? Da cosa ti sta cercando di salvare?
Spesso, dietro alla paura della morte, c’è un profondo attaccamento alla vita, agli affetti, al bisogno di controllo. Un percorso terapeutico può aiutarti a dare spazio a questa voce, senza farle guidare tutto il viaggio.
Quello che può aiutare, però, è distinguere tra ciò che accade fuori (come leggere una storia) e ciò che accade dentro, ovvero il modo in cui quella storia si intreccia con le tue paure più profonde. La mente non sempre distingue tra immaginazione e realtà, per questo il solo pensiero può sembrare minaccioso quanto l’evento stesso.
Ti propongo una semplice domanda per iniziare a disinnescare il meccanismo:
Se la tua paura potesse parlare, cosa vorrebbe proteggere? Da cosa ti sta cercando di salvare?
Spesso, dietro alla paura della morte, c’è un profondo attaccamento alla vita, agli affetti, al bisogno di controllo. Un percorso terapeutico può aiutarti a dare spazio a questa voce, senza farle guidare tutto il viaggio.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
le consiglio una terapia ad orientamento relazionale-sistemico per poter approfondire la sua storia personale e familiare.
un caro saluto
le consiglio una terapia ad orientamento relazionale-sistemico per poter approfondire la sua storia personale e familiare.
un caro saluto
L’ipocondria e la paura della morte sono molto logoranti, soprattutto quando ci si imbatte in racconti o testimonianze così forti come quelli che ha letto. In queste situazioni non è tanto il contenuto oggettivo a generare il malessere, quanto il modo in cui la mente lo trasforma in immagini e sensazioni vissute come se fossero imminenti e personali. Non è un difetto né una debolezza, è proprio il meccanismo ansioso che amplifica ogni stimolo collegandolo a sé stessi.
Può essere utile, intanto, proteggersi da contenuti che inevitabilmente scatenano queste reazioni. Non deve fare finta di nulla, ma deve tutelarsi da ciò che non fa che alimentare paure già radicate. Allo stesso tempo, quando emergono pensieri o immagini intrusive, provi a riportare l’attenzione al presente con qualcosa di concreto, ad esempio respirando lentamente e contando i respiri, oppure concentrandosi su un oggetto davanti a sé. Questo può sembrare banale, ma aiuta a interrompere il circolo della paura.
Va detto anche che le reazioni fisiche che sente, come il mal di stomaco, la tensione, gli incubi, potrebbero non essere segnali di una malattia in corso, ma conseguenze dell’ansia.
Naturalmente queste strategie pratiche possono dare un sollievo nell’immediato, ma la radice della paura merita di essere affrontata in un percorso più profondo, con un professionista che la aiuti a rielaborare il tema della morte e a ridurre l’impatto dei pensieri catastrofici. Non è semplice, ma non è impossibile, la sua consapevolezza e il fatto che stia cercando un modo per proteggere sé stesso e la sua famiglia sono già un punto di forza da cui partire.
Un caro saluto
Può essere utile, intanto, proteggersi da contenuti che inevitabilmente scatenano queste reazioni. Non deve fare finta di nulla, ma deve tutelarsi da ciò che non fa che alimentare paure già radicate. Allo stesso tempo, quando emergono pensieri o immagini intrusive, provi a riportare l’attenzione al presente con qualcosa di concreto, ad esempio respirando lentamente e contando i respiri, oppure concentrandosi su un oggetto davanti a sé. Questo può sembrare banale, ma aiuta a interrompere il circolo della paura.
Va detto anche che le reazioni fisiche che sente, come il mal di stomaco, la tensione, gli incubi, potrebbero non essere segnali di una malattia in corso, ma conseguenze dell’ansia.
Naturalmente queste strategie pratiche possono dare un sollievo nell’immediato, ma la radice della paura merita di essere affrontata in un percorso più profondo, con un professionista che la aiuti a rielaborare il tema della morte e a ridurre l’impatto dei pensieri catastrofici. Non è semplice, ma non è impossibile, la sua consapevolezza e il fatto che stia cercando un modo per proteggere sé stesso e la sua famiglia sono già un punto di forza da cui partire.
Un caro saluto
Gent.mo utente,
la sua è una forma di ansia per la salute che sicuramente le sta invalidando molto la vita.
Anche l'accesa paura della morte può essere un pensiero intrusivo e ridondante che può occupare molto spazio mentale, togliendo energie nervose preziose per gli altri ambiti della vita, non ultimo la condivisione di momenti importanti e belli con sua figlia.
L'ansia è un fenomeno psicologico di per sé normale e funzionale, perché ci mette in guardia da possibili minacce o pericoli dell'ambiente circostante o delle sensazioni fisiche interne. Proprio quest'ultime caratterizzano l'ansia per la salute: anche sintomi non evidenti o passeggeri vengono amplificati e diventano preoccupanti; si innescano comportamenti scatenati dall'emozioni di paura, come la ricerca continua di rassicurazioni, l'abuso di farmaci, oppure, come nel suo caso, un evitamento di approfondimenti che potrebbero confermare una patologia. Sorge nuovo stress per le conseguenze di questi comportamenti nella vita sociale e familiare, e il circolo vizioso ricomincia con la comparsa di un nuovo sintomo.
Le dico anche, però, che da questa catena negativa si può uscire e ci si può liberare da questa morsa dell'ansia. E' importante affidarsi a un supporto psicologico che possa guidarla nel trovare le giuste contromisure mentali e comportamentali e per gestire questi momenti di estrema preoccupazione e di panico.
Non si tratta di liberarsi dalla paura di ammalarsi o dalla paura di morire: questa paura e la conseguente ansia sono insite nel nostro cervello e ci ricordano quanto siamo legati alla vita e al concetto di benessere. La paura della morte ci può rendere entusiasti della vita, proprio perché siamo consapevoli che è un fine inevitabile per ogni essere umano. Ma è anche l'occasione per vivere una vita intensa, degna, ricca di significato, di momenti indelebili e di relazioni bellissime, come quelle che la legano alla sua famiglia.
Si tratta, allora, di imparare gradualmente a saper riconoscere queste minacce amplificate dall'ansia e assegnare loro il giusto valore, intervenendo anche sui comportamenti automatici che mette di solito in pratica in preda alle emozioni.
Con il giusto percorso psicologico può diventare abile e agile a prestare attenzione alle cose giuste, alle priorità, alla realtà vera, non quella spesso artefatta dalla mente primitiva.
Le consiglio di intraprendere quanto prima questo tipo di percorso. Se lo desidera sono a disposizione, anche online. Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
la sua è una forma di ansia per la salute che sicuramente le sta invalidando molto la vita.
Anche l'accesa paura della morte può essere un pensiero intrusivo e ridondante che può occupare molto spazio mentale, togliendo energie nervose preziose per gli altri ambiti della vita, non ultimo la condivisione di momenti importanti e belli con sua figlia.
L'ansia è un fenomeno psicologico di per sé normale e funzionale, perché ci mette in guardia da possibili minacce o pericoli dell'ambiente circostante o delle sensazioni fisiche interne. Proprio quest'ultime caratterizzano l'ansia per la salute: anche sintomi non evidenti o passeggeri vengono amplificati e diventano preoccupanti; si innescano comportamenti scatenati dall'emozioni di paura, come la ricerca continua di rassicurazioni, l'abuso di farmaci, oppure, come nel suo caso, un evitamento di approfondimenti che potrebbero confermare una patologia. Sorge nuovo stress per le conseguenze di questi comportamenti nella vita sociale e familiare, e il circolo vizioso ricomincia con la comparsa di un nuovo sintomo.
Le dico anche, però, che da questa catena negativa si può uscire e ci si può liberare da questa morsa dell'ansia. E' importante affidarsi a un supporto psicologico che possa guidarla nel trovare le giuste contromisure mentali e comportamentali e per gestire questi momenti di estrema preoccupazione e di panico.
Non si tratta di liberarsi dalla paura di ammalarsi o dalla paura di morire: questa paura e la conseguente ansia sono insite nel nostro cervello e ci ricordano quanto siamo legati alla vita e al concetto di benessere. La paura della morte ci può rendere entusiasti della vita, proprio perché siamo consapevoli che è un fine inevitabile per ogni essere umano. Ma è anche l'occasione per vivere una vita intensa, degna, ricca di significato, di momenti indelebili e di relazioni bellissime, come quelle che la legano alla sua famiglia.
Si tratta, allora, di imparare gradualmente a saper riconoscere queste minacce amplificate dall'ansia e assegnare loro il giusto valore, intervenendo anche sui comportamenti automatici che mette di solito in pratica in preda alle emozioni.
Con il giusto percorso psicologico può diventare abile e agile a prestare attenzione alle cose giuste, alle priorità, alla realtà vera, non quella spesso artefatta dalla mente primitiva.
Le consiglio di intraprendere quanto prima questo tipo di percorso. Se lo desidera sono a disposizione, anche online. Le auguro il meglio, Dott. Antonio Cortese
Salve, comprendo bene quanto ciò che descrive possa essere fonte di grande sofferenza. La paura della morte e delle malattie, soprattutto quando diventa persistente come nel caso dell’ipocondria, può condizionare profondamente la vita quotidiana. Nel suo racconto emerge chiaramente quanto l’essere diventato padre abbia acuito queste preoccupazioni, perché la responsabilità verso sua figlia rende ancora più intenso il timore di non esserci o di poterla lasciare sola. È importante validare questo sentimento: dietro l’ansia non c’è soltanto la paura della malattia, ma anche l’amore e il desiderio di proteggere la persona a lei più cara. Il fatto che abbia letto testimonianze molto crude e dettagliate ha probabilmente alimentato le sue paure, quasi come se la sua mente avesse registrato quelle immagini come un pericolo reale e imminente. Questo meccanismo è tipico dell’ansia: la fantasia e il ricordo di eventi altrui vengono interiorizzati come se fossero una minaccia diretta, e il corpo reagisce con agitazione, mal di stomaco, incubi e insonnia. È un circolo vizioso che rinforza la sensazione di fragilità e vulnerabilità. In un’ottica cognitivo comportamentale, uno dei passaggi fondamentali è imparare a riconoscere come i pensieri possano amplificare le emozioni e innescare sintomi fisici intensi. Il cervello tende a concentrarsi solo sugli scenari peggiori e a considerarli inevitabili, mentre in realtà sono solo una possibilità tra molte. Quando ci si confronta con racconti così forti, è come se la mente li assolutizzasse e li trasformasse in una previsione certa. Imparare a mettere in discussione questi pensieri, ad esempio chiedendosi se davvero siano rappresentativi di tutte le esperienze possibili o se invece siano episodi particolari e dolorosi, può aiutare a ridimensionare l’impatto emotivo. Allo stesso tempo, lavorare sull’evitamento è un aspetto cruciale. Lei mi dice di non sottoporsi ad esami da anni, ma questa strategia, anche se comprensibile, rischia di alimentare l’ansia. Più evitiamo di affrontare le situazioni che temiamo, più la mente registra quel gesto come una conferma che ci sia un pericolo reale. Affrontare gradualmente, con l’aiuto di un professionista, anche piccoli passi nella direzione opposta può diventare un esercizio che insegna al corpo e alla mente che si può reggere l’ansia e che questa tende a ridursi nel tempo. Un altro aspetto su cui si può lavorare è la gestione fisiologica dell’ansia. Tecniche di respirazione, rilassamento muscolare o mindfulness possono aiutare a ridurre il livello di attivazione del corpo quando l’ansia sale, evitando che le immagini disturbanti prendano il sopravvento e generino incubi o sintomi fisici. In questo modo si allena progressivamente una maggiore tolleranza all’incertezza, che è alla base delle paure ipocondriache. Infine, credo sia importante riconoscere che la sua paura non è segno di debolezza, ma di quanto lei tenga alla vita e alle persone che ama. Lavorare su questo tema in un percorso psicologico le permetterebbe non solo di ridurre la sofferenza legata all’ipocondria, ma anche di recuperare serenità e libertà di vivere con sua figlia senza che il pensiero della malattia o della morte oscuri i momenti quotidiani. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Ciao,
si sente tutta la fatica che stai portando e la paura che ti abita da tempo. Leggere certe descrizioni così crude può davvero lasciare addosso immagini difficili da gestire, soprattutto quando toccano corde così profonde come il tema della morte. È comprensibile che tu ti senta agitato, spaventato, in ansia.
Non è qualcosa che devi affrontare da solo: meriti di prenderti cura di te, della tua serenità e della tua vita accanto a tua figlia. Ti incoraggio a rivolgerti a un professionista che possa accompagnarti passo dopo passo a trovare modi nuovi per stare con queste paure senza che diventino un peso insopportabile. Non è un segno di debolezza, ma di coraggio e di amore verso te stesso e chi ti sta accanto.
si sente tutta la fatica che stai portando e la paura che ti abita da tempo. Leggere certe descrizioni così crude può davvero lasciare addosso immagini difficili da gestire, soprattutto quando toccano corde così profonde come il tema della morte. È comprensibile che tu ti senta agitato, spaventato, in ansia.
Non è qualcosa che devi affrontare da solo: meriti di prenderti cura di te, della tua serenità e della tua vita accanto a tua figlia. Ti incoraggio a rivolgerti a un professionista che possa accompagnarti passo dopo passo a trovare modi nuovi per stare con queste paure senza che diventino un peso insopportabile. Non è un segno di debolezza, ma di coraggio e di amore verso te stesso e chi ti sta accanto.
Buongiorno, le consiglio un percorso psicoterapico per il trattamento di ansia e fobie. Cordiali saluti.
Quello che ha letto sembra aver toccato un punto molto delicato dentro di lei, trasformando le parole in immagini che hanno alimentato l’angoscia già presente. Non è solo la paura della morte a spaventarla, ma il modo in cui immagina la sofferenza e il soffocamento, come se questa scena fosse diventata parte del suo immaginario. Mi colpisce come da una parte eviti gli esami per non confrontarsi con il timore della malattia, e dall’altra la mente continui a costruire scenari che la riportano lì. Forse potrebbe chiedersi che cosa significhi per lei proprio l’idea del soffocamento, cosa rappresenti rispetto al suo essere padre, al legame con sua figlia e al suo modo di vivere il tempo. L’angoscia non va soltanto respinta, ma può essere ascoltata come un messaggio che dice qualcosa di lei.
Buongiorno, dev'essere molto complicato affrontare queste paure soprattutto ora che si prende cura di un altro essere umano oltre lei.
Non c'è altro modo di vincere la paura se non quello di guardarla in faccia ed affrontarla, solo così potrà capire che è più forte lei e smetterà di conseguenza di monopolizzare la sua vita.
Per fare ciò c'è bisogno di una persona che l'accompagni in questo percorso trasmettendole la fiducia e la sicurezza necessarie.
Non c'è altro modo di vincere la paura se non quello di guardarla in faccia ed affrontarla, solo così potrà capire che è più forte lei e smetterà di conseguenza di monopolizzare la sua vita.
Per fare ciò c'è bisogno di una persona che l'accompagni in questo percorso trasmettendole la fiducia e la sicurezza necessarie.
Buongiorno gentile utente.
Mi dispiace molto che viva questa situazione, immagino sia faticoso nella quotidianità.
Credo possa esserle utile iniziare un percorso di psicoterapia e se i sintomi sono molto invalidanti valutare anche la possibilità di una terapia farmacologica che possa attenuarli per poter lavorare in terapia sulle cause di tali ansie e paure.
Spero di esserle stata utile, per qualsiasi chiarimento resto a disposizione.
Dott.ssa Tronchi
Mi dispiace molto che viva questa situazione, immagino sia faticoso nella quotidianità.
Credo possa esserle utile iniziare un percorso di psicoterapia e se i sintomi sono molto invalidanti valutare anche la possibilità di una terapia farmacologica che possa attenuarli per poter lavorare in terapia sulle cause di tali ansie e paure.
Spero di esserle stata utile, per qualsiasi chiarimento resto a disposizione.
Dott.ssa Tronchi
Salve, la ringrazio per la sua condivisione. Nell’ipocondria la preoccupazione può riguardare le funzioni corporee (per es. il battito cardiaco, la respirazione); alterazioni fisiche di lieve entità (per es. piccole ferite o una saltuaria allergia); oppure sensazioni fisiche indistinte o confuse (per es. “cuore affaticato”, “vene doloranti”).
La persona attribuisce questi sintomi o segni alla malattia sospettata ed è molto preoccupata per il loro significato e per la loro causa. Le preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente. Le consiglio di iniziare un percorso di supporto per alleviare questa situazione. Resto a sua disposizione.
La persona attribuisce questi sintomi o segni alla malattia sospettata ed è molto preoccupata per il loro significato e per la loro causa. Le preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente. Le consiglio di iniziare un percorso di supporto per alleviare questa situazione. Resto a sua disposizione.
Buongiorno gentile Utente, comprendo molto bene quanto possa essere difficile convivere con pensieri così angoscianti legati alla malattia e alla morte. L’ipocondria, come lei stesso descrive, tende a radicarsi nel tempo e spesso si intreccia con la paura di perdere il controllo di fronte alla sofferenza fisica e all’idea della fine. Leggere racconti così crudi e ricchi di particolari può avere un forte impatto emotivo, soprattutto per chi è già sensibile a questi temi: non è un segno di debolezza, ma un effetto naturale del modo in cui la mente reagisce a stimoli che toccano le sue paure più profonde.
La sua ansia non riguarda soltanto l’idea di morire, ma soprattutto l’anticipazione del “come” e delle sensazioni fisiche che lei immagina di dover provare. Questo è un meccanismo tipico dei disturbi d’ansia: la mente si concentra su scenari futuri, spesso estremizzati, e li vive come se fossero già reali, con sintomi fisici e grande sofferenza emotiva. È importante sottolineare che ciò che ha letto rappresenta esperienze soggettive, non una regola universale né tantomeno una previsione di ciò che accadrà a lei.
Un primo passo potrebbe essere quello di limitare l’esposizione a contenuti che parlano di morte in maniera traumatica e non filtrata, perché per lei rischiano di alimentare un circolo vizioso di ansia e iperfocalizzazione. Parallelamente, può essere molto utile un percorso psicoterapeutico, che la aiuti ad affrontare sia il tema della paura della morte, sia l’ipocondria che la porta a evitare controlli medici. In questo senso, un approccio integrato e basato sulle evidenze può offrirle strumenti concreti per gestire i pensieri intrusivi, ridurre l’ansia e ritrovare un senso di maggiore sicurezza.
Infine, non dimentichi che il suo ruolo di padre può diventare anche una motivazione positiva: prendersi cura di sé, affrontare gradualmente le sue paure e fare i controlli di salute non solo la protegge, ma rappresenta anche un esempio importante di responsabilità e coraggio per sua figlia.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
La sua ansia non riguarda soltanto l’idea di morire, ma soprattutto l’anticipazione del “come” e delle sensazioni fisiche che lei immagina di dover provare. Questo è un meccanismo tipico dei disturbi d’ansia: la mente si concentra su scenari futuri, spesso estremizzati, e li vive come se fossero già reali, con sintomi fisici e grande sofferenza emotiva. È importante sottolineare che ciò che ha letto rappresenta esperienze soggettive, non una regola universale né tantomeno una previsione di ciò che accadrà a lei.
Un primo passo potrebbe essere quello di limitare l’esposizione a contenuti che parlano di morte in maniera traumatica e non filtrata, perché per lei rischiano di alimentare un circolo vizioso di ansia e iperfocalizzazione. Parallelamente, può essere molto utile un percorso psicoterapeutico, che la aiuti ad affrontare sia il tema della paura della morte, sia l’ipocondria che la porta a evitare controlli medici. In questo senso, un approccio integrato e basato sulle evidenze può offrirle strumenti concreti per gestire i pensieri intrusivi, ridurre l’ansia e ritrovare un senso di maggiore sicurezza.
Infine, non dimentichi che il suo ruolo di padre può diventare anche una motivazione positiva: prendersi cura di sé, affrontare gradualmente le sue paure e fare i controlli di salute non solo la protegge, ma rappresenta anche un esempio importante di responsabilità e coraggio per sua figlia.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile utente, capisco come la morte, che è qualcosa di così sconosciuto, possa molto spaventare e inoltre leggere tutte quelle informazioni dettagliate non ha fatto altro che alimentare le sue paure. Spesso però quanto viene descritto rispetto a situazioni vissute in prima persona è "macchiato" dall'esperienza e dalla drammaticità personale di ognuno.
Inoltre ciò che mantiene la sua ansia potrebbe essere proprio l'evitamento degli esami che tanto le fanno paura. Il fatto di evitare di affrontare i medici e i vari controlli potrebbe mantenere nella sua mente delle idee, pensieri, valutazioni che magari non corrispondono alla realtà e non le permettono di capire che forse lei potrebbe tollerare la situazione e ottenere dati reali.
In questo caso le posso dire che l'aiuto di un professionista psicologo potrebbe essere di sostegno, sia per affrontare al meglio la sua paura nei confronti delle malattie e degli esami, sia per quanto riguarda il soffocamento e la morte.
Quello che lei può fare quotidianamente per cercare di abbassare l'ansia è non concentrarsi su racconti che trattano in modo dettagliato di questi temi e allenarsi a tecniche di respirazione profonda oppure di grounding (esercizi che aiutano a concentrarsi sull'ambiente che la circonda utilizzando i 5 sensi).
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
Inoltre ciò che mantiene la sua ansia potrebbe essere proprio l'evitamento degli esami che tanto le fanno paura. Il fatto di evitare di affrontare i medici e i vari controlli potrebbe mantenere nella sua mente delle idee, pensieri, valutazioni che magari non corrispondono alla realtà e non le permettono di capire che forse lei potrebbe tollerare la situazione e ottenere dati reali.
In questo caso le posso dire che l'aiuto di un professionista psicologo potrebbe essere di sostegno, sia per affrontare al meglio la sua paura nei confronti delle malattie e degli esami, sia per quanto riguarda il soffocamento e la morte.
Quello che lei può fare quotidianamente per cercare di abbassare l'ansia è non concentrarsi su racconti che trattano in modo dettagliato di questi temi e allenarsi a tecniche di respirazione profonda oppure di grounding (esercizi che aiutano a concentrarsi sull'ambiente che la circonda utilizzando i 5 sensi).
Spero di esserle stata d'aiuto, dott.ssa Ilaria Bresolin.
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, perché quello che racconta tocca un tema molto profondo e comprensibilmente difficile da affrontare.
È naturale che, leggendo descrizioni molto crude della morte e della sofferenza, la mente resti colpita e continui a riproporre quelle immagini, soprattutto quando toccano paure già presenti dentro di noi.
Le reazioni che descrive – agitazione, incubi, malessere fisico – non sono segno che stia accadendo qualcosa di pericoloso, ma piuttosto il riflesso dell’impatto emotivo che queste letture hanno avuto su di lei.
In situazioni come la sua, può essere davvero utile intraprendere un percorso psicologico che aiuti a dare un posto diverso a queste paure e a gestire meglio l’ansia che ne deriva. Allo stesso tempo, confrontarsi anche con uno psichiatra può offrire un sostegno importante, soprattutto se i sintomi diventano troppo intensi o faticosi da sostenere da soli. Non deve sentirsi solo di fronte a tutto questo: ci sono strumenti e percorsi che possono alleggerire molto il peso che porta.
Se lo desidera, io sono disponibile anche online per un supporto psicologico, così da poter iniziare insieme a lavorare su questi vissuti e aiutarla a ritrovare maggiore serenità.
È naturale che, leggendo descrizioni molto crude della morte e della sofferenza, la mente resti colpita e continui a riproporre quelle immagini, soprattutto quando toccano paure già presenti dentro di noi.
Le reazioni che descrive – agitazione, incubi, malessere fisico – non sono segno che stia accadendo qualcosa di pericoloso, ma piuttosto il riflesso dell’impatto emotivo che queste letture hanno avuto su di lei.
In situazioni come la sua, può essere davvero utile intraprendere un percorso psicologico che aiuti a dare un posto diverso a queste paure e a gestire meglio l’ansia che ne deriva. Allo stesso tempo, confrontarsi anche con uno psichiatra può offrire un sostegno importante, soprattutto se i sintomi diventano troppo intensi o faticosi da sostenere da soli. Non deve sentirsi solo di fronte a tutto questo: ci sono strumenti e percorsi che possono alleggerire molto il peso che porta.
Se lo desidera, io sono disponibile anche online per un supporto psicologico, così da poter iniziare insieme a lavorare su questi vissuti e aiutarla a ritrovare maggiore serenità.
Gentile utente mi dispiace tanto, non deve essere facile sopportare questa situazione.
Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico, potrebbe aiutarla.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico, potrebbe aiutarla.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
La ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza la sua esperienza. Quello che descrive è molto comune in chi soffre di **ipocondria e ansia legata alla morte**: leggere o ascoltare racconti drammatici può far riattivare in modo molto intenso le paure, fino a generare immagini intrusive, sintomi fisici e difficoltà nel sonno.
Ci sono alcuni passi che possono aiutarla:
* **Limitare l’esposizione a contenuti ansiogeni**: leggere testimonianze o descrizioni dettagliate di malattie e decessi rinforza il circolo della paura. È utile imparare a riconoscere e interrompere queste ricerche o letture.
* **Gestione dell’ansia nel corpo**: tecniche di respirazione lenta e profonda, esercizi di radicamento o rilassamento muscolare possono ridurre la sensazione di soffocamento che l’ansia stessa può generare.
* **Ristrutturare i pensieri catastrofici**: la mente tende a fissarsi sull’ipotesi peggiore, ma in realtà non tutti i percorsi di fine vita sono come le descrizioni lette, e la medicina palliativa ha strumenti per ridurre la sofferenza.
* **Supporto professionale**: un percorso di psicoterapia, in particolare cognitivo-comportamentale, può aiutarla a lavorare sulle paure legate alla salute e alla morte, riducendo l’evitamento (come quello degli esami medici) e insegnando strategie più efficaci di gestione dell’ansia.
Il fatto che lei abbia una figlia è un forte motivo per prendersi cura di sé: affrontare l’ipocondria non significa eliminare la paura della morte, ma ridurne l’impatto sulla qualità della vita e sulla relazione con chi le è caro.
Se vuole, può valutare un colloquio psicologico: potremmo esplorare insieme meglio le sue paure e costruire un percorso personalizzato per ridurne il peso.
Vuole che le prepari una spiegazione breve, in forma di risposta diretta da psicologa, che può eventualmente usare con i suoi pazienti?
Ci sono alcuni passi che possono aiutarla:
* **Limitare l’esposizione a contenuti ansiogeni**: leggere testimonianze o descrizioni dettagliate di malattie e decessi rinforza il circolo della paura. È utile imparare a riconoscere e interrompere queste ricerche o letture.
* **Gestione dell’ansia nel corpo**: tecniche di respirazione lenta e profonda, esercizi di radicamento o rilassamento muscolare possono ridurre la sensazione di soffocamento che l’ansia stessa può generare.
* **Ristrutturare i pensieri catastrofici**: la mente tende a fissarsi sull’ipotesi peggiore, ma in realtà non tutti i percorsi di fine vita sono come le descrizioni lette, e la medicina palliativa ha strumenti per ridurre la sofferenza.
* **Supporto professionale**: un percorso di psicoterapia, in particolare cognitivo-comportamentale, può aiutarla a lavorare sulle paure legate alla salute e alla morte, riducendo l’evitamento (come quello degli esami medici) e insegnando strategie più efficaci di gestione dell’ansia.
Il fatto che lei abbia una figlia è un forte motivo per prendersi cura di sé: affrontare l’ipocondria non significa eliminare la paura della morte, ma ridurne l’impatto sulla qualità della vita e sulla relazione con chi le è caro.
Se vuole, può valutare un colloquio psicologico: potremmo esplorare insieme meglio le sue paure e costruire un percorso personalizzato per ridurne il peso.
Vuole che le prepari una spiegazione breve, in forma di risposta diretta da psicologa, che può eventualmente usare con i suoi pazienti?
Gentile utente, il fatto che lei eviti esami e controlli è un segnale importante, l'ansia le dice che così si protegge, ma in realtà questo rinforza la paura, perché non avere conferme la lascia in balia dei pensieri peggiori. È un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire da soli.
Quello che lei sta vivendo non è una condanna, ma un possibile disturbo d’ansia che può essere affrontato. Non significa eliminare ogni pensiero sulla morte (che fa parte dell’esistenza), ma imparare a convivere con l’idea della finitezza senza esserne travolto, riscoprendo il valore del presente, del tempo con sua figlia, della vita concreta e non di quella immaginata dalla paura.
Un percorso psicologico mirato potrebbe offrirle gli strumenti giusti per spezzare questo circolo vizioso e restituirle la serenità che merita.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Quello che lei sta vivendo non è una condanna, ma un possibile disturbo d’ansia che può essere affrontato. Non significa eliminare ogni pensiero sulla morte (che fa parte dell’esistenza), ma imparare a convivere con l’idea della finitezza senza esserne travolto, riscoprendo il valore del presente, del tempo con sua figlia, della vita concreta e non di quella immaginata dalla paura.
Un percorso psicologico mirato potrebbe offrirle gli strumenti giusti per spezzare questo circolo vizioso e restituirle la serenità che merita.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Dalla sua descrizione emerge che una lettura e i commenti correlati hanno riattivato una paura profonda, con incubi, agitazione e sintomi corporei notturni.
Lei riferisce una storia di ipocondria e un timore intenso della morte, la paternità ha amplificato questa vulnerabilità.
Dettagli vividi e testimonianze possono risvegliare memorie associative e attivare una risposta di allarme che si manifesta nel corpo e nel sonno.
Queste reazioni sono segnali da prendere sul serio, non indicano una condanna inevitabile.
Può essere utile esplorare che cosa quelle immagini risvegliano in lei, quali paure antiche o significati emotivi la morte assume nella sua storia.
Lavorare su come corpo e mente gestiscono queste immagini può ridurre l’impatto notturno e restituire maggiore senso di sicurezza.
Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio per chiarire insieme questi temi e definire i passi successivi, anche online.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
Dalla sua descrizione emerge che una lettura e i commenti correlati hanno riattivato una paura profonda, con incubi, agitazione e sintomi corporei notturni.
Lei riferisce una storia di ipocondria e un timore intenso della morte, la paternità ha amplificato questa vulnerabilità.
Dettagli vividi e testimonianze possono risvegliare memorie associative e attivare una risposta di allarme che si manifesta nel corpo e nel sonno.
Queste reazioni sono segnali da prendere sul serio, non indicano una condanna inevitabile.
Può essere utile esplorare che cosa quelle immagini risvegliano in lei, quali paure antiche o significati emotivi la morte assume nella sua storia.
Lavorare su come corpo e mente gestiscono queste immagini può ridurre l’impatto notturno e restituire maggiore senso di sicurezza.
Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio per chiarire insieme questi temi e definire i passi successivi, anche online.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
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