Gentili Dottori, Chiedo consiglio a voi esperti, sto insieme al mio compagno da circa 1 anno, ha un

18 risposte
Gentili Dottori,
Chiedo consiglio a voi esperti, sto insieme al mio compagno da circa 1 anno, ha una figlia che ha all'incirca 22 anni, la figlia non accetta che il padre dopo 2 anni di separazione dalla madre lui abbia una relazione stabile, il padre sempre presente e la figlia vive h24 con lui, la mantiene in casa,torna a casa tutte le sere e lei è sempre con il fidanzato h24, da quando è iniziata la nostra relazione e quando ne è venuta a conoscenza anche lei ha praticamente fatto scenate in più di una occasione davanti a a me e al padre mettendo il padre in imbarazzo e facendogli perdere le staffe perché si è sentito frustrato, il padre è stato sincero dal primo giorno che stava frequentando una persona, ma sembra che la figlia voglia in tutti i modi sfidare il padre comportandosi come mi è stato confermato nello stesso modo della madre, capisco l'esempio sbagliato che ha avuto, ma la nostra relazione non è mai stata invadente nel rapporto padre e figlia, io non vado a casa sua, io non frequento i posti che frequenta lei e mantengo una certa distanza anche con chiamate quando il mio compagno è a casa e c'è la figlia.
Come dovrei comportarmi io in questa situazione e come dovrebbe comportarsi il padre visto tutti gli sforzi fatti, la ragazza continua a comportarsi in modo pessimo facendo scenate davanti a noi e davanti al fidanzato?
Premetto che è una ragazza purtroppo viziata da quello che ho capito, la madre l'ha abbandonata ma il padre è sempre stato presente, capisco anche che ha il timore che il padre l'abbandona ma questo è stato assodato rassicurandola.
Ma siamo sempre in brutte acque dopo un giorno felice, sembra quasi che non voglia vedere il padre felice.
Grazie per il vostro supporto e la vostra attenzione.
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Se ha bisogno di un parere può contattarmi così da valutare insieme quale sia il modo migliore per modificare questa situazione. Potrebbe essere necessario per il suo compagno trovare un supporto per affrontare questa difficoltà.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Gentile Utente, posso immaginare quanto sia difficile dover praticamente cercare autorizzazione nel proprio stare insieme da qualcun'altro, ancor più se una giovane di 22 anni. Lei stessa ha chiarito un nucleo importante: la ragazza ha già vissuto una dura esperienza di abbandono da parte della madre, ed è normale ci sia stato un grande investimento emotivo nella figura paterna. Purtroppo nessuna rassicurazione può davvero placare l'ansia della quale le scenate sono espressione, perché la ragazza porta con sé una ferita invisibile che da quello che racconta ancora sanguina. Comprensibilmente aggiungerei. Suggerirei di non tentare il canale delle spiegazioni, la ragazza non è convincibile sul piano razionale. Se da un lato possiamo immaginare e capire che vedere una nuova donna accanto al papà possa generarle timori, dall'altro va fatta riflettere sull'intensità con la quale li esprime, e che finisce col far sentire la vostra coppia in ostaggio del suo dolore. Il problema c'è, va capito e allo stesso tempo fatto notare; il passo successivo è che la ragazza possa elaborare le sue ferite in uno spazio di terapia, mentre il padre si mostrerà sufficientemente solido da problematizzarle senza accusare, resistendo alla tentazione di cedere per non ferirla. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
La ragazza sta sicuramente vivendo un disagio legato a questi cambiamenti meritevole di attenzione clinica pertanto credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL
Gentile Utente, mi colpisce la frase “sembra che non voglia vedere il padre felice”. Comprendo che, razionalmente e dal suo punto di vista, possa essere senza senso. Ma Lei e il suo compagno avete provato a riflettere su cosa possa farle paura della felicità del papà e dei relativi sentimenti di esclusione e di abbandono (l’ennesimo) che questa felicità può attivare?
Le può sembrare un cammino percorribile poter riflettere voi su questi temi per poter successivamente accompagnare la ragazza in questi pensieri?
Un caro saluto, Luisa
Buon giorno a Lei e grazie. Ci sono molti aspetti come hanno sottolineato i colleghi che lasciano riflettere. Quello che potreste fare è provare a riflettere insieme su quali strategie possa essere più opportuno adottare per il vostro benessere e per il rapporto padre figlia. Da non escludere la possibilità di un percorso di coppia volto alla ricerca dell equilibrio. In ogni caso sono convinto che la situazione sia risolvobile attraverso un buon lavoro clinico. Coraggio. A sua disposizione. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno, grazie per aver condiviso il suo vissuto. La situazione è sicuramente complessa e delicata, purtroppo queste situazioni richiedono un grande approfondimento per poter comprendere quali sono le dinamiche sottostanti a comportamenti di questo tipo. Ogni membro gioca un ruolo fondamentale e ogni comportamento messo in atto vuole comunicare qualcosa. Potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicologico sia individuale che di coppia.
Resto a disposizione per ogni altro tipo di chiarimento.
A presto
Dott.ssa Maida Simona
Buongiorno signora, da quello che racconta penso che la ragazza abbia un'estrema paura di venire abbandonata, di perder d'importanza, angoscia che non può essere gestita razionalmente e la porta a mettere in atto un comportamento di rifiuto e disfunzionale, volgendo all'attivo e facendo sentire l'altro come teme di sentirsi lei.
Buona giornata e se dovesse aver bisogno mi faccia sapere.
Dott. Mucciarelli
Gent.ma,
comprendo la frustrazione sua e del suo compagno nel ricevere tanta ostilità e rabbia da parte di una persona alla quale volete bene, che sembra opporsi alla vostra felicità. Come altri colleghi hanno rilevato le spiegazioni e le dichiarazioni della vostra intenzione che la relazione non interferisca con il rapporto con il padre possono non essere sufficienti a rassicurare emotivamente profondamente la ragazza. Se nell’infanzia, come potrebbe essere successo con la madre, ha avuto legittime aspettative o ha ricevuto rassicurazioni che sono state tradite dai fatti, può non avere costruito una buona fiducia negli altri. Inoltre è possibile che la reazione della figlia sia attivata dai cambiamenti sottili che inevitabilmente avvengono quando si investe in una nuova relazione positiva. In altre parole può essere non vero che nulla stia cambiando nella relazione con il padre, nonostante le vostre buone intenzioni e attenzioni, e che, per esempio, cambiamenti di umore in positivo possano attivare inconsciamente timori di abbandono o di non essere più al centro delle cure e dell’affetto del padre, che si manifestano con rabbia e aggressività. Sembra che altre modalità più evolute di esprimere i propri timori non siano ancora a disposizione della ragazza, che si trova in un’età nella quale sta costruendo la propria identità di donna adulta, che è in una relazione di coppia che sembra molto intensa, che non sembra orientata a costruire una propria autonomia economica, abitativa, relazionale, … e quindi forse anche psichica.
Ritengo comunque che le vostre attenzioni e rassicurazioni siano un importante tassello nel permettere alla figlia del suo compagno di elaborare la complessa realtà che un padre può provare affetto, trasporto e cura anche verso una compagna senza smettere di essere padre. Alcuni cambiamenti sono inevitabili e probabilmente auspicabili. Chissà se alla ragazza serve particolare attenzione e sostegno nei propri progetti di vita autonoma e di coppia, che giustamente può ritenere prioritari rispetto alla “seconda occasione” del padre. Alcune reazioni inconsce possono sembrare crudeli, a volte, ma nascere da una sofferenza sottostante.
Una consulenza psicologica, per voi come coppia, o forse ancor meglio per la famiglia (padre e figlia) potrebbe essere un modo per prendersi cura delle relazioni che possono crescere verso nuove forme adulte.
Un augurio di maggiore serenità
Buongiorno, lei dice che la relazione con il suo compagno non è invadente, quindi discreta e che mantiene con questa ragazza “ una distanza” al punto che neanche chiama quando lei è in casa, che cos’è che teme? La ragazza gioca il suo ruolo di figlia sofferente per la separazione dei suoi genitori, di questo lei non è responsabile, perché nascondersi?
Lei e il suo compagno ne avete parlato?
Forse non abbastanza
Un saluto
Gentile signora, capisco la sua difficoltà di essere coinvolta in tali dinamiche.
Se il tempo non cambierà la situazione, consiglio una consulenza psicologica, magari insieme al suo compagno.
Buona fortuna e cordiali saluti.
Giada Bruni
Gentile Utente, non è possibile essere precisi ed esaustivi fino in fondo in questo contesto ma descrive una ragazza che è stata abbandonata dalla madre, che si mostra legata in modo particolarmente intenso alle figure importanti della propria vita (padre e fidanzato), stando con loro h24.
Si può ipotizzare che la ragazza, a causa delle esperienze di vita, viva con difficoltà le esperienze di attaccamento.
Non si può non tener conto che la separazione è sì avvenuta che la ragazza era abbastanza grande ma è una cosa abbastanza recente ed il rapporto tra lei ed il padre della ragazza per quanto introdotto con tatto e trasparenza è anch'esso recente.
Quando si intraprende una relazione con un partner che ha una famiglia già presente le cose hanno un maggior livello di complessità e capisco che dal suo punto di vista le cosa possano creare un certo disagio.
Sicuramente avete provato ad adottare tutte le strategie che vi sono venute in mente ed avete utilizzato le risorse a vostra disposizione ma ritengo che se si trova qui a scrivere sia necessario coinvolgere un professionista: Un percorso individuale per la ragazza sarebbe la cosa ideale ma qualora non fosse possibile valutate un intervento familiare che coinvolga tutti e tre che potrebbe essere risolutivo o almeno favorire una motivazione, nella ragazza, per l'intervento individuale.
Cordiali Saluti
Buongiorno. La situazione in cui si trova non è semplice. La figlia del suo compagno sta vivendo con diffidenza la relazione del padre probabilmente a causa della paura di essere abbandonata dal padre dopo l'allontanamento della madre. Deve il suo compagno essere capace di far capire alla figlia che per lui ricostruire una vita affettiva non significa dedicare meno attenzioni anche se pur sempre di una ragazza di 22 anni parliamo e dovrebbe essere proiettata verso una vita propria. Se ciò non fosse possibile sarebbe consigliabile per la ragazza una richiesta d'aiuto presso uno psicologo o uno psicoterapeuta o anche un consulenza per voi come coppia per aiutarvi a superare questo momento difficile. Può contattarmi anche online se lo ritenesse necessario. Cordiali saluti. Dr.Roberto Clemenza
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che vive e comprendo quanto possa essere difficile e complessa, soprattutto perché non è l'unica a soffrire. La figlia del suo compagno sta mettendo in atto queste dinamiche dove esprime rabbia, che nascondono tanta, tanta sofferenza. Credo che riuscire a porsi con un atteggiamento accogliente e non intrusivo sia un primo passo, ma questo non è facile per nessuno, e soprattutto, non sufficiente. Provare a richiedere una consulenza psicologica, lei e il suo compagno nel frattempo. Rimango a sua disposizione. Cordialmente, dott.ssa Angela Ricucci
buongiorno,
dal suo racconto appare una situazione complicata da bordate aggressive da parte della figlia che mette in scacco la stabilità della sua coppia. questa aggressività, che sia lei che il suo compagno percepite come distruttive, originano da un dolore che la ragazza non sa dire e agisce.
purtroppo non si possono fare congetture sul motivo che spinge la ragazza ad agire in tal senso, ma ciò che mi sento di chiederle è come si posiziona lei rispetto al suo compagno e se sia lei che il suo compagno sareste disposti ad affrontare la questione in un'ottica di terapia di coppia e famigliare.
un caro saluto
Dott.ssa Villa
Buongiorno gentile signora,
La ringrazio per aver condiviso con noi la situazione purtroppo non facile che si sta trovando ad affrontare.
Comprendo che per lei sia molto frustrante e amareggiante vedere questa reazione così fortemente negativa da parte della figlia del suo compagno, a dispetto di tutti i suoi sforzi per non essere invadente nel rapporto padre-figlia e per non far sentire la ragazza "minacciata" dalla sua presenza o trascurata dal padre.
Non so se tra voi ne abbiate già parlato, ma forse la figlia del suo compagno potrebbe beneficiare molto di un percorso di psicoterapia, perchè è possibile che non abbia del tutto superato la separazione dei genitori e il conseguente abbandono della madre, che per lei sarà stato certamente dolorosissimo.
Per quanto riguarda invece l'atteggiamento che può tenere lei nei confronti della ragazza, mi sembra che già si stia muovendo molto bene; l'unica cosa che mi sento di consigliarle è di fare un grandissimo sforzo per non vedere la figlia del suo compagno come una nemica che ce l'ha con lei, ma piuttosto come una ragazza ancora molto giovane, vulnerabile e sicuramente spaventata da questo cambiamento nella vita di suo padre. Credo che vederla così possa aiutarla a provare più empatia nei suoi confronti, e magari a sentirsi meno arrabbiata e attaccata durante le sue manifestazioni di rabbia.
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Casale
Gentile signora,
il suo compagno potrebbe rivolgersi ad uno psicologo per valutare più approfonditamente la dinamica tra il padre e la figlia. Avrà la possibilità di utilizzare diversi tipi di approcci e di comunicazione con la figlia. Le dinamiche relazionali dipendono dalle modalità comunicative di entrambi, dalle aspettative magari non esplicitate, da emozioni non espresse e non chiarite. Consiglio al suo compagno di parlarne con un professionista. Le auguro che la situazione possa migliorare. Saluti Dott.ssa Maria Luisa Strano
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Capisco che stiate attraversando una situazione complessa e delicata. Gestire dinamiche familiari, specialmente quando coinvolgono figli di precedenti relazioni, può essere impegnativo. Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutare a gestire la situazione:

È importante che tu e il tuo compagno continuiate a comunicare apertamente sulla situazione. Parlate dei vostri sentimenti, delle vostre preoccupazioni e cercate di capire come affrontare la situazione insieme.

Nonostante i comportamenti difficili, cercate di empatizzare con la reazione della figlia. Potrebbe essere utile cercare di capire cosa la rende così turbata e se ci sono modi per affrontare le sue preoccupazioni.

Il tuo compagno avrà bisogno di continuare ad essere coinvolto nella vita della figlia e cercare di mantenere un equilibrio tra la sua relazione con te e la sua responsabilità nei confronti di lei. Ciò potrebbe includere momenti di qualità insieme e discussioni aperte sulla situazione.

Se la situazione continua a essere difficile, potrebbe essere utile considerare l'opzione di coinvolgere uno psicologo esperto in sostegno familiare. Un professionista può fornire supporto neutrale e aiutare la famiglia a sviluppare strategie per affrontare la situazione in modo sano.

Se la figlia continua a comportarsi in modo inappropriato, potrebbe essere utile limitare il coinvolgimento diretto con lei. Questo non significa ignorarla, ma stabilire chiari confini e cercare di mantenere un ambiente pacifico.

Queste dinamiche richiedono tempo per risolversi. Siate pazienti e continuate a lavorare insieme per migliorare la situazione. Non è detto che tutti i problemi si risolvano rapidamente, ma con impegno e comunicazione costante, si possono fare progressi.

Ricorda che ogni situazione è unica, e questi suggerimenti potrebbero non essere la soluzione perfetta per tutti. La consulenza professionale può svolgere un ruolo cruciale nel fornire supporto personalizzato per affrontare le sfide specifiche della vostra famiglia.
Buonasera, apprezzo la sua volontà di cercare il modo migliore di relazionarsi in una situazione così delicata. Questi "agiti abbandonici" di che cosa parlano? C è rabbia, sofferenza. Al momento non può essere rassicurata di fronte la paura dell'abbandono con le sole parole. E' importante in questo momento dare senso a queste scenate e richieste di attenzioni e cercare nello stesso tempo di mantenere i confini di ruolo. Le dinamiche che si sono create sono complesse ma è possibile delinearle e con sensibilità e rispetto riconoscere i desideri e le paure che provate in questo momento. A sua disposizione. Dott.ssa Monica D'Ettorre

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