Buongiorno! Sono una ragazza di 30 anni ,sposata e con 3 figli (2,7 ,9 anni). Sto insieme al mio att
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Buongiorno! Sono una ragazza di 30 anni ,sposata e con 3 figli (2,7 ,9 anni). Sto insieme al mio attuale marito da quando avevo 18 anni . Ho conosciuto lui,sono andata subito a convivere e poi dopo 2 anni é nata la nostra prima figlia (fortemente voluta). Premetto che io e mio marito abbiamo 15 anni d'età di differenza, ma questo non é mai stato un problema per me ! Lui mi è sempre stato vicino ,anche nei momenti brutti ...ho sofferto di ansia e attacchi di panico per qualche anno poco dopo che mi seno messa con lui. Se non ci fosse stato lui non so come avrei fatto ... il problema é che da qualche anno il nostro rapporto di coppia non funziona . Già dopo la nascita delle prime 2 figli é cambiato tutto, tutto nella norma ....poi con l'arrivo del 3 figlio ancora di piu ! Non ci siamo mai ritagliati del tempo per noi 2 da soli, se uscivamo ci siamo sempre portati i figli dietro . Da parte sua non mi sento più coccolata, amata ecc...mi vuole bene indubbiamente ,però non é più come all'inizio! Anche in intimità é cambiato tutto .....a me non piace più fare "l'amore " con mio marito, diciamo che lo faccio per accontentare lui....Sono arrivata al punto che ormai non riesco più a fare finta di niente e andare avanti cosi ...ho chiesto più volte di andare a fare terapia di coppia ,ma lui rifiuta (dice che non serve a niente ). Intanto i giorni ,mesi e anni passano e la situazione non migliora. Io credo di non amarlo più, gli voglio tantissimo bene però anche solo l'idea di baciarlo(ormai sono anni che non ci baciamo ,neanche quando siamo in intimità) ,andarci a letto non mi piace più...Molto volte gli ho detto che voglio separarmi, però lui é una persona di poche parole, ascolta, ma resta sempre in silenzio ,non affronta argomenti ecc. Io sono stanca di continuare cosi e far finta che vada tutto bene ,anche per i figli non é giusto....ripeto,gli voglio tantissimo bene ,però non credo di amarlo più..non mi piace più neanche fisicamente ! Più volte mi è successo di "provare desiderio sessuale" per un'altro uomo , ma ovviamente non andarci!! Ho 29 anni ,sono giovane , perche dovrei continuare cosi ? Ad oggi non mi sento " felice ". Penso sia più una questione di abitudine, routine ecc....Non nego che però al pensiero di separarmi mi viene l'ansia, paura di non farcela ,di non riuscire ad andare avanti con 3 figli, ho paura che mi ritornano gli attacchi di panico , ecc... ma sapete qualè l'altra mia paura?paura di chiamarmi pentita ...é normale ? Non so che fare ...grazie in anticipo
Gent.ma,
Mi chiedo: è più forte la paura di pentirsi, o quella di continuare a fingere che vada tutto bene?
Forse da quella domanda potrebbe iniziare un percorso tutto suo, non per distruggere, ma per capire davvero cosa sia importante per lei.
Mi contatti pure.
Dr. Giorgio De Giorgi
Mi chiedo: è più forte la paura di pentirsi, o quella di continuare a fingere che vada tutto bene?
Forse da quella domanda potrebbe iniziare un percorso tutto suo, non per distruggere, ma per capire davvero cosa sia importante per lei.
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Buongiorno, mi dispiace per questa situazione e certamente non è una decisione facile da prendere. Visto che la proposta di terapia di coppia non è stata accolta e che neanche l'ipotesi di una separazione ha smosso le dinamiche tra voi, perché non prende in mano la situazione per sé stessa e inizia un percoso individuale che la possa aiutare a ritrovarsi e prendere la decisione migliore per lei? Perché resta in attesa che sia suo marito a fare la prima mossa? Penso che per il bene dei suoi bimbi sia importante avere una mamma presente e serena. Un grande in bocca al lupo!
Buongiorno,
comprendo la difficoltà che sta attraversando. Dopo anni di relazione e con tre figli piccoli, la vostra coppia sta vivendo una fase di profondo cambiamento. Se l’intimità e la comunicazione vengono trascurate, con il tempo, ci si può ritrovare a convivere più come “genitori” che come “partner”, e questo rischia di generare un senso di distanza e solitudine emotiva.
Da ciò che racconta emerge un legame importante con suo marito, fatto di affetto, stima e riconoscenza, ma anche la consapevolezza che il sentimento amoroso si sia affievolito. Non è raro che la routine, la stanchezza e la mancanza di spazi personali portino a un progressivo allontanamento, fino a non riconoscersi più nel rapporto di un tempo.
La paura che descrive — quella di separarsi, di pentirsi o di non farcela — è del tutto comprensibile. Ogni grande decisione porta con sé ambivalenza e timori, soprattutto quando si hanno figli e una storia così lunga alle spalle. Proprio per questo, un percorso psicologico individuale potrebbe esserle di grande aiuto: non tanto per decidere in fretta cosa fare, ma per ritrovare un contatto più autentico con se stessa, comprendere i suoi reali bisogni affettivi e imparare a gestire l’ansia legata all’incertezza.
Un caro saluto
Dott.ssa Daniela Canorro
comprendo la difficoltà che sta attraversando. Dopo anni di relazione e con tre figli piccoli, la vostra coppia sta vivendo una fase di profondo cambiamento. Se l’intimità e la comunicazione vengono trascurate, con il tempo, ci si può ritrovare a convivere più come “genitori” che come “partner”, e questo rischia di generare un senso di distanza e solitudine emotiva.
Da ciò che racconta emerge un legame importante con suo marito, fatto di affetto, stima e riconoscenza, ma anche la consapevolezza che il sentimento amoroso si sia affievolito. Non è raro che la routine, la stanchezza e la mancanza di spazi personali portino a un progressivo allontanamento, fino a non riconoscersi più nel rapporto di un tempo.
La paura che descrive — quella di separarsi, di pentirsi o di non farcela — è del tutto comprensibile. Ogni grande decisione porta con sé ambivalenza e timori, soprattutto quando si hanno figli e una storia così lunga alle spalle. Proprio per questo, un percorso psicologico individuale potrebbe esserle di grande aiuto: non tanto per decidere in fretta cosa fare, ma per ritrovare un contatto più autentico con se stessa, comprendere i suoi reali bisogni affettivi e imparare a gestire l’ansia legata all’incertezza.
Un caro saluto
Dott.ssa Daniela Canorro
Buongiorno,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e delicatezza la tua storia. Dalle tue parole emerge con molta chiarezza quanto tu abbia riflettuto su ciò che stai vivendo e quanto ti senta stanca, confusa e al tempo stesso spaventata. È comprensibile: stai attraversando un momento complesso, in cui si intrecciano amore, senso di responsabilità, abitudine, paura del cambiamento e desiderio di ritrovare serenità.
La tua esperienza è quella di molte persone che, dopo anni di vita di coppia e la crescita dei figli, si ritrovano a fare i conti con una relazione che è cambiata nel tempo. La quotidianità, le esigenze dei bambini, la mancanza di spazi di coppia e di attenzioni reciproche possono lentamente allontanare due partner, anche quando il legame di affetto rimane. È importante riconoscere che questo non è “sbagliato”, ma è un segnale che qualcosa merita di essere guardato con maggiore consapevolezza.
Le paure che descrivi (quella di non farcela da sola, di rivivere l’ansia, di pentirti) sono del tutto normali. Ogni scelta importante, soprattutto quando coinvolge i figli e una lunga storia condivisa, porta con sé dubbi e timori. Tuttavia, queste emozioni non devono necessariamente essere un ostacolo: possono diventare una bussola per capire meglio cosa ti serve per stare bene, cosa ti spaventa davvero e dove puoi trovare forza e sostegno.
Anche se tuo marito non desidera intraprendere una terapia di coppia, potresti considerare di iniziare un percorso individuale di supporto psicologico. Questo ti permetterebbe di avere uno spazio tutto tuo, in cui esplorare con calma i tuoi sentimenti, comprendere meglio i tuoi bisogni, e lavorare sulla paura del cambiamento e sull’ansia.
Ricorda che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di coraggio e di responsabilità verso te stessa.
Ti incoraggio a non rimanere da sola con questi pensieri: parlarne con un professionista, o anche con qualcuno di fiducia, può alleggerire il peso che ora senti sulle spalle e aiutarti a ritrovare un po’ di chiarezza.
Un passo alla volta, con gentilezza verso te stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Beatrice Tocco - Psicologoa
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e delicatezza la tua storia. Dalle tue parole emerge con molta chiarezza quanto tu abbia riflettuto su ciò che stai vivendo e quanto ti senta stanca, confusa e al tempo stesso spaventata. È comprensibile: stai attraversando un momento complesso, in cui si intrecciano amore, senso di responsabilità, abitudine, paura del cambiamento e desiderio di ritrovare serenità.
La tua esperienza è quella di molte persone che, dopo anni di vita di coppia e la crescita dei figli, si ritrovano a fare i conti con una relazione che è cambiata nel tempo. La quotidianità, le esigenze dei bambini, la mancanza di spazi di coppia e di attenzioni reciproche possono lentamente allontanare due partner, anche quando il legame di affetto rimane. È importante riconoscere che questo non è “sbagliato”, ma è un segnale che qualcosa merita di essere guardato con maggiore consapevolezza.
Le paure che descrivi (quella di non farcela da sola, di rivivere l’ansia, di pentirti) sono del tutto normali. Ogni scelta importante, soprattutto quando coinvolge i figli e una lunga storia condivisa, porta con sé dubbi e timori. Tuttavia, queste emozioni non devono necessariamente essere un ostacolo: possono diventare una bussola per capire meglio cosa ti serve per stare bene, cosa ti spaventa davvero e dove puoi trovare forza e sostegno.
Anche se tuo marito non desidera intraprendere una terapia di coppia, potresti considerare di iniziare un percorso individuale di supporto psicologico. Questo ti permetterebbe di avere uno spazio tutto tuo, in cui esplorare con calma i tuoi sentimenti, comprendere meglio i tuoi bisogni, e lavorare sulla paura del cambiamento e sull’ansia.
Ricorda che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma di coraggio e di responsabilità verso te stessa.
Ti incoraggio a non rimanere da sola con questi pensieri: parlarne con un professionista, o anche con qualcuno di fiducia, può alleggerire il peso che ora senti sulle spalle e aiutarti a ritrovare un po’ di chiarezza.
Un passo alla volta, con gentilezza verso te stessa.
Un caro saluto,
Dott.ssa Beatrice Tocco - Psicologoa
Gentile utente, grazie per aver condiviso con tanta apertura la sua esperienza. Le sue parole raccontano un percorso di vita intenso, fatto di amore, dedizione e responsabilità. È del tutto comprensibile che, dopo anni di cambiamenti e carichi familiari, emergano dubbi, stanchezza e desideri inespressi.
La sensazione di non sentirsi più felice, il calo del desiderio, la distanza emotiva e la paura di separarsi sono segnali importanti, che meritano ascolto e rispetto. Non si tratta di egoismo, ma di un bisogno profondo di ritrovare sé stessa.
Anche se suo marito non è disponibile a un percorso di coppia, può iniziare da sé: una consulenza psicologica individuale può offrirle uno spazio sicuro per esplorare i suoi vissuti, chiarire le emozioni e prendere decisioni più consapevoli, senza fretta né pressioni.
La paura di pentirsi è normale, così come quella di non farcela. Ma è proprio attraverso il confronto con un professionista che può scoprire nuove risorse, ritrovare fiducia e costruire un equilibrio che tenga conto di sé, dei suoi figli e della sua storia.
Resto a disposizione se desidera approfondire o iniziare un percorso di supporto.
Un caro saluto.
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado García Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
La sensazione di non sentirsi più felice, il calo del desiderio, la distanza emotiva e la paura di separarsi sono segnali importanti, che meritano ascolto e rispetto. Non si tratta di egoismo, ma di un bisogno profondo di ritrovare sé stessa.
Anche se suo marito non è disponibile a un percorso di coppia, può iniziare da sé: una consulenza psicologica individuale può offrirle uno spazio sicuro per esplorare i suoi vissuti, chiarire le emozioni e prendere decisioni più consapevoli, senza fretta né pressioni.
La paura di pentirsi è normale, così come quella di non farcela. Ma è proprio attraverso il confronto con un professionista che può scoprire nuove risorse, ritrovare fiducia e costruire un equilibrio che tenga conto di sé, dei suoi figli e della sua storia.
Resto a disposizione se desidera approfondire o iniziare un percorso di supporto.
Un caro saluto.
Dott.ssa Emerilys Martha Delgado García Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Buona sera, intanto la ringrazio per aver condiviso questo suo dolore. Non dev'essere stato facile.
Nella sua domanda noto una certa scissione tra ciò che sarebbe "giusto" fare (ovvero mantenere intatta la sua famiglia) e ciò che non è "giusto" ma che la toglierebbe da una situazione di infelicità.
E' comprensibile avere paura, soprattutto di fronte a cambiamenti importanti e di fronte alla possibilità di separarsi, ma anche restare in una situazione che non la fa più sentire viva ha un costo emotivo.
Forse più che cercare la subito la "decisione giusta", potrebbe essere utile iniziare un percorso personale per comprendere meglio che cosa desidera per sè oggi e come prendersi cura dei propri bisogni senza perdere sè stessa nel ruolo di madre, donna ed eventualmente compagna.
Un caro saluto,
Dott.ssa Mazzon
Nella sua domanda noto una certa scissione tra ciò che sarebbe "giusto" fare (ovvero mantenere intatta la sua famiglia) e ciò che non è "giusto" ma che la toglierebbe da una situazione di infelicità.
E' comprensibile avere paura, soprattutto di fronte a cambiamenti importanti e di fronte alla possibilità di separarsi, ma anche restare in una situazione che non la fa più sentire viva ha un costo emotivo.
Forse più che cercare la subito la "decisione giusta", potrebbe essere utile iniziare un percorso personale per comprendere meglio che cosa desidera per sè oggi e come prendersi cura dei propri bisogni senza perdere sè stessa nel ruolo di madre, donna ed eventualmente compagna.
Un caro saluto,
Dott.ssa Mazzon
Buonasera,
forse potrebbe fargli leggere che scrivono coloro che hanno terapia di coppia e, forse in modo un poco diretto, chiedergli che rischia se le cose tra di voi dovessero tornare ad andare bene?
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
forse potrebbe fargli leggere che scrivono coloro che hanno terapia di coppia e, forse in modo un poco diretto, chiedergli che rischia se le cose tra di voi dovessero tornare ad andare bene?
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
gentilissima buonasera,
innanzitutto complimenti per il suo coraggio nell’essere così trasparente. Questa -nella mia soggettività- è sintomo di forza, che in un percorso di terapia le permetterà di toccare e far evolvere numerose sue parti (la parte madre, la parte donna, partner, ecc). Inoltre, le posso dire che in questo momento molte persone sono nella sua stessa situazione, poichè capita a tutti gli esseri umani di tirare le fila della propria vita e fare le somme. Ciò non sminuisce le sue paure e difficoltà, che meritano rispetto e ascolto.
Le tecniche attive e la meditazione che utilizzo, si fondano sul potenziamento delle relazioni con se stessi e con gli altri, senza giudizio.
Ad esempio, tra le strategie che potrebbe intraprendere con me, c’è il dare una nuova priorità ai modi con cui avvengono i confronti:
-Per ciò che ha accennato su suo marito: questo confronto non avviene, non permettendole di costruire in modo soddisfacente, numerosi ruoli che riveste nella sua vita. Almeno come compagna e donna. E questo fa sì che lei non possa coltivare al meglio i suoi bisogni. Infatti ha parlato di frustrazione e perdita del desiderio, che sono segnali che indicano una tensione tra la realtà quotidiana e il desiderio inconscio di libertà e realizzazione personale.
-La sua paura di avere attacchi di panico, mi fa chiedere come avviene anche il dialogo tra sè e sè; se ha il modo di confrontarsi in modo soddisfacente con i suoi familiari e con il mondo amicale.
Vivere una crisi le permette di avere una forte motivazione per poter evolvere. Le difficoltà che si elaborano oggi, sono le saggezze di un domani; che arricchiranno e proteggeranno anche le persone che le stanno attorno. Io non le potrò mai dire cosa deve fare ma aiutarla a far emergere i suoi bisogni e desideri.
Le auguro il meglio in ogni sua forma.
innanzitutto complimenti per il suo coraggio nell’essere così trasparente. Questa -nella mia soggettività- è sintomo di forza, che in un percorso di terapia le permetterà di toccare e far evolvere numerose sue parti (la parte madre, la parte donna, partner, ecc). Inoltre, le posso dire che in questo momento molte persone sono nella sua stessa situazione, poichè capita a tutti gli esseri umani di tirare le fila della propria vita e fare le somme. Ciò non sminuisce le sue paure e difficoltà, che meritano rispetto e ascolto.
Le tecniche attive e la meditazione che utilizzo, si fondano sul potenziamento delle relazioni con se stessi e con gli altri, senza giudizio.
Ad esempio, tra le strategie che potrebbe intraprendere con me, c’è il dare una nuova priorità ai modi con cui avvengono i confronti:
-Per ciò che ha accennato su suo marito: questo confronto non avviene, non permettendole di costruire in modo soddisfacente, numerosi ruoli che riveste nella sua vita. Almeno come compagna e donna. E questo fa sì che lei non possa coltivare al meglio i suoi bisogni. Infatti ha parlato di frustrazione e perdita del desiderio, che sono segnali che indicano una tensione tra la realtà quotidiana e il desiderio inconscio di libertà e realizzazione personale.
-La sua paura di avere attacchi di panico, mi fa chiedere come avviene anche il dialogo tra sè e sè; se ha il modo di confrontarsi in modo soddisfacente con i suoi familiari e con il mondo amicale.
Vivere una crisi le permette di avere una forte motivazione per poter evolvere. Le difficoltà che si elaborano oggi, sono le saggezze di un domani; che arricchiranno e proteggeranno anche le persone che le stanno attorno. Io non le potrò mai dire cosa deve fare ma aiutarla a far emergere i suoi bisogni e desideri.
Le auguro il meglio in ogni sua forma.
Buongiorno, quello che descrivi è sicuramente un momento di passaggio molto delicato e c'è grande presa di coscienza nella tua visione della situazione.
Nelle relazioni di lunga durata, soprattutto quando arrivano i figli, è normale che l’equilibrio iniziale si trasformi. Ci si prende cura di tutti, ma spesso si smette di prendersi cura della coppia e un giorno ci si accorge di sentirsi distanti.
Lo sai che la ricerca scientifica mostra inoltre che la paura di restare single aumenta la probabilità di restare in relazioni non soddisfacenti.
L'ansia legata al pensiero di separarsi è molto normale, è un passo veramente grande e importante che implica che tu ti guardi dentro per vedere quali sono le vere radici di questa paura. Una volta esplorate, prendere una decisione sarà più "facile".
Prima ancora di scegliere se restare o separarti, può essere importante prenderti del tempo per comprendere cosa senti davvero e che posto vuoi dare alla tua serenità. Spero di esserti stata d'aiuto. Saluti Dott.ssa Debora Fiore
Nelle relazioni di lunga durata, soprattutto quando arrivano i figli, è normale che l’equilibrio iniziale si trasformi. Ci si prende cura di tutti, ma spesso si smette di prendersi cura della coppia e un giorno ci si accorge di sentirsi distanti.
Lo sai che la ricerca scientifica mostra inoltre che la paura di restare single aumenta la probabilità di restare in relazioni non soddisfacenti.
L'ansia legata al pensiero di separarsi è molto normale, è un passo veramente grande e importante che implica che tu ti guardi dentro per vedere quali sono le vere radici di questa paura. Una volta esplorate, prendere una decisione sarà più "facile".
Prima ancora di scegliere se restare o separarti, può essere importante prenderti del tempo per comprendere cosa senti davvero e che posto vuoi dare alla tua serenità. Spero di esserti stata d'aiuto. Saluti Dott.ssa Debora Fiore
Gentilissima Ospite, grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così intima e delicata della tua vita. Quello che racconti è un conflitto molto comune, anche se spesso vissuto in silenzio: da un lato c’è l’affetto profondo, la riconoscenza e il legame costruito negli anni; dall’altro il senso di insoddisfazione, la perdita del desiderio, la stanchezza emotiva e la paura di non essere più felice.
La prima cosa importante da dirti è che non c’è nulla di “sbagliato” in quello che provi. Le relazioni cambiano nel tempo e, con esse, cambiamo anche noi: i bisogni emotivi e fisici evolvono, e può capitare che quello che un tempo ci faceva sentire amati e vivi oggi non basti più. Essere consapevole di questo non significa essere ingrati o superficiali, ma semplicemente riconoscere la realtà dei fatti.
Nel tuo racconto emergono due piani: quello della relazione di coppia e quello del tuo mondo interiore. Sul piano di coppia è evidente che il rapporto, pur basato su affetto e rispetto, è diventato più simile a una convivenza funzionale che a un legame d’amore. L’intimità è vissuta come un dovere, non come un desiderio, e questo è un segnale importante: la sfera sessuale è uno specchio potente del legame emotivo. Se il desiderio si spegne del tutto e il contatto fisico diventa qualcosa da “sopportare”, significa che qualcosa di profondo non sta funzionando più.
Sul piano personale, invece, emergono paure e timori comprensibili: la paura di non farcela da sola con tre figli, quella che possano tornare gli attacchi di panico, quella di pentirti della scelta. Sono paure comuni e umane, che spesso bloccano anche chi sa già nel cuore cosa desidera. Il fatto stesso che tu tema il “pentimento” dimostra quanto sia forte il legame e quanto tu stia cercando di essere responsabile verso tutti. Tuttavia, la paura non è sempre un segnale che stai sbagliando strada: a volte è semplicemente la naturale reazione davanti a un grande cambiamento.
In questi casi non esiste una soluzione valida per tutti, ma alcune riflessioni possono aiutarti a fare chiarezza. Potresti chiederti: “Se restassi così per altri 5 o 10 anni, come mi sentirei?” Se la risposta è “infelice” o “spenta”, allora probabilmente stai già dicendo a te stessa che qualcosa deve cambiare. E cambiare non significa per forza separarsi subito: può voler dire iniziare un percorso individuale con uno psicoterapeuta per capire meglio cosa desideri e per rafforzare la tua autonomia emotiva. Solo quando ti sentirai più centrata potrai decidere con lucidità se provare ancora a ricostruire la relazione o se prendere un’altra strada.
Infine, un aspetto importante: il senso di colpa nei confronti dei figli. Molti genitori restano insieme “per il loro bene”, ma ciò che i bambini imparano davvero non è tanto dal fatto che i genitori siano sotto lo stesso tetto, quanto da come si trattano. Crescere in un clima di freddezza, silenzi o distacco emotivo può essere più doloroso che affrontare una separazione gestita con rispetto e collaborazione.
La tua voglia di felicità, di riscoprire desiderio, leggerezza e autenticità non è egoismo: è un bisogno legittimo e umano. E se un giorno deciderai di percorrere una strada diversa, non sarà perché non hai amato abbastanza, ma perché hai scelto di non smettere di vivere pienamente.
Non serve decidere oggi cosa fare per sempre. Prova ad affrontare le tue paure e capire davvero quali sono i tuoi bisogni profondi. Da lì, con maggiore forza e chiarezza, potrai decidere se provare ancora a ricostruire o se lasciare andare.
Un caro saluto.
La prima cosa importante da dirti è che non c’è nulla di “sbagliato” in quello che provi. Le relazioni cambiano nel tempo e, con esse, cambiamo anche noi: i bisogni emotivi e fisici evolvono, e può capitare che quello che un tempo ci faceva sentire amati e vivi oggi non basti più. Essere consapevole di questo non significa essere ingrati o superficiali, ma semplicemente riconoscere la realtà dei fatti.
Nel tuo racconto emergono due piani: quello della relazione di coppia e quello del tuo mondo interiore. Sul piano di coppia è evidente che il rapporto, pur basato su affetto e rispetto, è diventato più simile a una convivenza funzionale che a un legame d’amore. L’intimità è vissuta come un dovere, non come un desiderio, e questo è un segnale importante: la sfera sessuale è uno specchio potente del legame emotivo. Se il desiderio si spegne del tutto e il contatto fisico diventa qualcosa da “sopportare”, significa che qualcosa di profondo non sta funzionando più.
Sul piano personale, invece, emergono paure e timori comprensibili: la paura di non farcela da sola con tre figli, quella che possano tornare gli attacchi di panico, quella di pentirti della scelta. Sono paure comuni e umane, che spesso bloccano anche chi sa già nel cuore cosa desidera. Il fatto stesso che tu tema il “pentimento” dimostra quanto sia forte il legame e quanto tu stia cercando di essere responsabile verso tutti. Tuttavia, la paura non è sempre un segnale che stai sbagliando strada: a volte è semplicemente la naturale reazione davanti a un grande cambiamento.
In questi casi non esiste una soluzione valida per tutti, ma alcune riflessioni possono aiutarti a fare chiarezza. Potresti chiederti: “Se restassi così per altri 5 o 10 anni, come mi sentirei?” Se la risposta è “infelice” o “spenta”, allora probabilmente stai già dicendo a te stessa che qualcosa deve cambiare. E cambiare non significa per forza separarsi subito: può voler dire iniziare un percorso individuale con uno psicoterapeuta per capire meglio cosa desideri e per rafforzare la tua autonomia emotiva. Solo quando ti sentirai più centrata potrai decidere con lucidità se provare ancora a ricostruire la relazione o se prendere un’altra strada.
Infine, un aspetto importante: il senso di colpa nei confronti dei figli. Molti genitori restano insieme “per il loro bene”, ma ciò che i bambini imparano davvero non è tanto dal fatto che i genitori siano sotto lo stesso tetto, quanto da come si trattano. Crescere in un clima di freddezza, silenzi o distacco emotivo può essere più doloroso che affrontare una separazione gestita con rispetto e collaborazione.
La tua voglia di felicità, di riscoprire desiderio, leggerezza e autenticità non è egoismo: è un bisogno legittimo e umano. E se un giorno deciderai di percorrere una strada diversa, non sarà perché non hai amato abbastanza, ma perché hai scelto di non smettere di vivere pienamente.
Non serve decidere oggi cosa fare per sempre. Prova ad affrontare le tue paure e capire davvero quali sono i tuoi bisogni profondi. Da lì, con maggiore forza e chiarezza, potrai decidere se provare ancora a ricostruire o se lasciare andare.
Un caro saluto.
Buongiorno,
quanto descrivi è una situazione complessa e delicata, ma purtroppo molto comune in coppie con anni di convivenza, figli e routine consolidata. È normale che con il tempo i sentimenti e il desiderio possano cambiare, soprattutto se non ci si prende momenti dedicati a rafforzare la relazione e la connessione emotiva. La mancanza di intimità, la difficoltà a comunicare e il senso di abitudine possono portare a una riduzione del desiderio e a sentimenti di stanchezza emotiva e sessuale.
Il fatto che tu provi affetto, ma non amore romantico o desiderio sessuale per tuo marito, non significa che tu sia una persona cattiva o sbagliata: è un segnale che la relazione ha bisogno di essere osservata e affrontata. La paura di separarti, l’ansia e il timore di pentirti sono sentimenti comuni, soprattutto quando ci sono figli e un legame di lunga durata. Questi timori spesso riflettono sia l’attaccamento alla famiglia sia l’insicurezza su come gestire un cambiamento così grande.
In questa fase, può essere utile fare un lavoro su te stessa per chiarire i tuoi sentimenti, capire cosa vuoi davvero e affrontare le paure legate alla separazione e all’ansia. Anche se tuo marito non vuole partecipare a una terapia di coppia, tu puoi iniziare un percorso individuale per supportarti emotivamente, esplorare le tue esigenze e acquisire strumenti per prendere decisioni più serene e consapevoli.
È consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quanto descrivi è una situazione complessa e delicata, ma purtroppo molto comune in coppie con anni di convivenza, figli e routine consolidata. È normale che con il tempo i sentimenti e il desiderio possano cambiare, soprattutto se non ci si prende momenti dedicati a rafforzare la relazione e la connessione emotiva. La mancanza di intimità, la difficoltà a comunicare e il senso di abitudine possono portare a una riduzione del desiderio e a sentimenti di stanchezza emotiva e sessuale.
Il fatto che tu provi affetto, ma non amore romantico o desiderio sessuale per tuo marito, non significa che tu sia una persona cattiva o sbagliata: è un segnale che la relazione ha bisogno di essere osservata e affrontata. La paura di separarti, l’ansia e il timore di pentirti sono sentimenti comuni, soprattutto quando ci sono figli e un legame di lunga durata. Questi timori spesso riflettono sia l’attaccamento alla famiglia sia l’insicurezza su come gestire un cambiamento così grande.
In questa fase, può essere utile fare un lavoro su te stessa per chiarire i tuoi sentimenti, capire cosa vuoi davvero e affrontare le paure legate alla separazione e all’ansia. Anche se tuo marito non vuole partecipare a una terapia di coppia, tu puoi iniziare un percorso individuale per supportarti emotivamente, esplorare le tue esigenze e acquisire strumenti per prendere decisioni più serene e consapevoli.
È consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
le sue parole restituiscono con molta chiarezza la fatica di una donna che si sente imprigionata tra il senso del dovere e il bisogno di sentirsi viva. Non mi sembra che lei parli di un capriccio o di un’infatuazione passeggera, ma di una stanchezza profonda del legame, dove la cura e l’abitudine hanno preso il posto del desiderio.
Colpisce che, pur riconoscendo l’affetto e la presenza di suo marito, lei non riesca più a provare piacere né vicinanza: il corpo stesso sembra essersi ritirato, come se non volesse più partecipare a qualcosa che non sente autentico. È in questa dissonanza che spesso nasce l’angoscia — tra ciò che si fa “per amore degli altri” e ciò che non si riesce più a sentire come proprio.
Il punto di cui parla pare porla davanti alla possibilità di chiedersi che cosa oggi desidera davvero come donna, non come madre o come moglie. È una domanda difficile, ma è forse l’unica da cui può ripartire per capire se la paura che sente riguarda davvero la separazione — o piuttosto la possibilità, finalmente, di scegliere per sé.
le sue parole restituiscono con molta chiarezza la fatica di una donna che si sente imprigionata tra il senso del dovere e il bisogno di sentirsi viva. Non mi sembra che lei parli di un capriccio o di un’infatuazione passeggera, ma di una stanchezza profonda del legame, dove la cura e l’abitudine hanno preso il posto del desiderio.
Colpisce che, pur riconoscendo l’affetto e la presenza di suo marito, lei non riesca più a provare piacere né vicinanza: il corpo stesso sembra essersi ritirato, come se non volesse più partecipare a qualcosa che non sente autentico. È in questa dissonanza che spesso nasce l’angoscia — tra ciò che si fa “per amore degli altri” e ciò che non si riesce più a sentire come proprio.
Il punto di cui parla pare porla davanti alla possibilità di chiedersi che cosa oggi desidera davvero come donna, non come madre o come moglie. È una domanda difficile, ma è forse l’unica da cui può ripartire per capire se la paura che sente riguarda davvero la separazione — o piuttosto la possibilità, finalmente, di scegliere per sé.
Buongiorno,
La ringrazio per aver condiviso la fatica che sta affrontando. Comprendo quanto possa essere doloroso vivere un rapporto che non funziona più. Tuttavia, il termine della fase dell'innamoramento, la necessità di dover dedicare molte energie al di fuori della coppia e la mancanza di comunicazione possono metterla a rischio e creare delle fratture significative. Nonostante i comprensibili dubbi, le suggerisco di prendersi uno spazio di cura per sé stessa, attraverso la psicoterapia, al fine di comprendere se vi sia la possibilità di modificare quanto le sta accadendo e ritrovare un nuovo benessere. Il partner talvolta può non sentire di voler essere coinvolto in una terapia poiché può essere spaventato e difendersi di fronte alla possibilità di dover guardare quanto sta accadendo.
Le auguro di trovare lo spazio giusto per lei, nel quale possa sentirsi compresa e migliorare questa faticosa situazione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Bosio
La ringrazio per aver condiviso la fatica che sta affrontando. Comprendo quanto possa essere doloroso vivere un rapporto che non funziona più. Tuttavia, il termine della fase dell'innamoramento, la necessità di dover dedicare molte energie al di fuori della coppia e la mancanza di comunicazione possono metterla a rischio e creare delle fratture significative. Nonostante i comprensibili dubbi, le suggerisco di prendersi uno spazio di cura per sé stessa, attraverso la psicoterapia, al fine di comprendere se vi sia la possibilità di modificare quanto le sta accadendo e ritrovare un nuovo benessere. Il partner talvolta può non sentire di voler essere coinvolto in una terapia poiché può essere spaventato e difendersi di fronte alla possibilità di dover guardare quanto sta accadendo.
Le auguro di trovare lo spazio giusto per lei, nel quale possa sentirsi compresa e migliorare questa faticosa situazione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Bosio
Buonasera, mi sembra che stia vivendo un periodo veramente difficile, anche se sembra molto consapevole di ciò che le sta capitando. Sicuramente ha bisogno di aiuto, comprendo la sua paura di ritorno degli attacchi di panico ma è comunque un 'occasione per sentirsi più. Probabilmente una consultazione psicologica la può aiutare per focalizzare il reale spazio che ci può ancora essere nel rapporto con suo marito, sicuramente vi ha nuociuto non ritaglairvi dello spazio per voi due soli. SI tratta di capire se è ancora possibile. se ritiene posso aiutarla anche online. Saluti Dario Martelli
Buongiorno, le sue parole trasmettono una profonda onestà e un grande senso di responsabilità, verso se stessa ma soprattutto verso la sua famiglia. Si percepisce chiaramente quanto questo momento della sua vita sia attraversato da emozioni contrastanti: da una parte l’affetto e la riconoscenza per una persona che le è stata accanto nei momenti difficili, dall’altra la consapevolezza che qualcosa, nel tempo, si è incrinato nel legame affettivo e nella dimensione di coppia. Quando si vive insieme da molti anni, specialmente dopo aver condiviso esperienze intense come la nascita e la crescita dei figli, è naturale che il rapporto cambi. La coppia, in queste fasi, tende spesso a trasformarsi in un “team genitoriale” dove le priorità diventano l’organizzazione, la gestione quotidiana e il benessere dei bambini. Tutto questo, pur essendo importante e necessario, può lentamente erodere la parte romantica e intima del legame. Nel suo racconto si intravede proprio questo passaggio: da una relazione di coppia a una relazione prevalentemente familiare, dove però lei si sente sempre più sola dal punto di vista emotivo e affettivo. Ciò che descrive sul piano dell’intimità non va letto come superficialità o mancanza di impegno, ma come un segnale che qualcosa dentro di lei chiede spazio, autenticità e ascolto. Il fatto che “non riesca più a fingere” è in realtà una manifestazione di lucidità: significa che è consapevole dei propri bisogni e non vuole più vivere una vita di apparenza, né verso il marito né verso se stessa. Allo stesso tempo, la paura di separarsi, l’ansia di non farcela e il timore di pentirsi sono reazioni molto comprensibili. Quando una relazione è stata il punto di riferimento per tanti anni, l’idea di chiuderla può far emergere pensieri catastrofici, come se la vita dopo non potesse esistere o come se tutto quello che si è costruito venisse meno. Da una prospettiva cognitivo-comportamentale, può essere utile provare a esplorare proprio questi pensieri e le emozioni che li accompagnano. Spesso dietro la paura di “non farcela” si nasconde un insieme di convinzioni molto radicate, come quella di dover essere sempre forte, o di non poter deludere nessuno, o ancora di non meritare una vita più serena. Mettere in discussione questi pensieri, con calma e gradualità, aiuta a fare chiarezza tra ciò che è paura e ciò che invece è desiderio autentico. È possibile che in questo momento lei viva in una forma di sospensione, dove ogni scelta appare dolorosa: restare la fa sentire bloccata, ma separarsi la spaventa. In situazioni come questa, spesso il primo passo non è decidere subito cosa fare, ma iniziare a ritrovare contatto con se stessa, con i propri valori e con l’idea di felicità che desidera per il futuro. Solo da lì possono nascere decisioni più consapevoli, non spinte dall’urgenza o dalla paura, ma da una visione più chiara di sé. È importante anche riconoscere che la paura di “chiamarsi pentita” è un pensiero legittimo: quando si lascia una storia lunga, la mente tende a rimuginare su ciò che si perde, più che su ciò che si potrebbe guadagnare. Ma la verità è che ogni scelta comporta un rischio, e il coraggio non consiste nel non avere paura, ma nel non permettere che la paura decida per noi. Qualunque strada sceglierà, ricordarsi che il suo benessere emotivo non è un atto egoista. Una madre serena e in equilibrio offre ai propri figli un esempio di autenticità e di cura di sé, che è una forma di amore profondo. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
dalle sue parole emerge una profonda stanchezza emotiva, ma anche una grande lucidità, ha descritto con sincerità una situazione che molte persone vivono, ma che spesso faticano ad ammettere anche a sé stesse. La dinamica che racconta, la perdita di intimità e di complicità dopo anni di relazione e con la nascita dei figli, è molto comune. Le priorità cambiano, la quotidianità assorbe tutte le energie, e la coppia, se non riesce a ritagliarsi spazi per sé, rischia di trasformarsi, ci si vuole bene, ma si smette di riconoscersi come partner, l’affetto rimane, ma manca la scintilla emotiva e fisica che tiene viva la relazione.
È comprensibile che l’idea di separarsi la spaventi, dopo tanti anni insieme e con tre figli piccoli, una decisione del genere porta con sé molte paure, è normale sentire ansia e confusione in un momento così complesso.
Forse ora non serve prendere una decisione definitiva, ma iniziare un percorso di ascolto di sé. Se suo marito non è disposto alla terapia di coppia, può comunque iniziare un percorso personale, un aiuto psicologico le permetterebbe di chiarire i propri sentimenti, capire se c’è ancora qualcosa da recuperare o se, invece, è tempo di accettare che l’amore si è trasformato. Le darebbe anche strumenti per affrontare le paure legate a un’eventuale separazione e prevenire un ritorno degli attacchi di panico.
Si conceda tempo, gentilezza e onestà. Non deve decidere subito né resistere a oltranza, può semplicemente cominciare a capire cosa la renderebbe davvero serena.
Un caro saluto
dalle sue parole emerge una profonda stanchezza emotiva, ma anche una grande lucidità, ha descritto con sincerità una situazione che molte persone vivono, ma che spesso faticano ad ammettere anche a sé stesse. La dinamica che racconta, la perdita di intimità e di complicità dopo anni di relazione e con la nascita dei figli, è molto comune. Le priorità cambiano, la quotidianità assorbe tutte le energie, e la coppia, se non riesce a ritagliarsi spazi per sé, rischia di trasformarsi, ci si vuole bene, ma si smette di riconoscersi come partner, l’affetto rimane, ma manca la scintilla emotiva e fisica che tiene viva la relazione.
È comprensibile che l’idea di separarsi la spaventi, dopo tanti anni insieme e con tre figli piccoli, una decisione del genere porta con sé molte paure, è normale sentire ansia e confusione in un momento così complesso.
Forse ora non serve prendere una decisione definitiva, ma iniziare un percorso di ascolto di sé. Se suo marito non è disposto alla terapia di coppia, può comunque iniziare un percorso personale, un aiuto psicologico le permetterebbe di chiarire i propri sentimenti, capire se c’è ancora qualcosa da recuperare o se, invece, è tempo di accettare che l’amore si è trasformato. Le darebbe anche strumenti per affrontare le paure legate a un’eventuale separazione e prevenire un ritorno degli attacchi di panico.
Si conceda tempo, gentilezza e onestà. Non deve decidere subito né resistere a oltranza, può semplicemente cominciare a capire cosa la renderebbe davvero serena.
Un caro saluto
Gent.ma utente,
grazie per la condivisione di questo momento delicato della sua vita. C'è grande sincerità nel manifestare il venir meno del sentimento di amore per suo marito e l'assenza di attrazione fisica nei suoi confronti. E' su questa sincerità che dovrà pian piano costruire le sue decisioni, tenendo conto degli equilibri familiari, degli aspetti economici e tutto il resto. Che non saranno decisioni facili è palese, ma le scelte importanti nell'arco della vita non sono quasi mai semplici e immediate, nascondono spesso grandi sacrifici.
Però la vita che ci è stata concessa è una sola e disperdere continuamente energie mentali ed emotive per reggere una situazione di malessere e insoddisfazione può diventare logorante e portare, alla fine, a conseguenze comunque negative. Tutto questo non vuol dire mancare di rispetto a suo marito o smettere di volergli bene, anzi è proprio nell'essere onesta e trasparente che consentirà anche a lui di migliorare la vita di relazione che, ad oggi, probabilmente non soddisfa neanche lui.
Inoltre, anche la vita dei suoi figli potrebbe risentire negativamente di un rapporto sentimentale tra i genitori che va deteriorandosi e potrebbe creare momenti di tensione. Ecco perché è importante affrontare ora questo stato di infelicità coniugale, senza prolungare il disagio e lo stress. Il punto di partenza è sicuramente sé stessa, i suoi valori e i suoi bisogni. Può pensare a un supporto psicologico per favorire questa fase di riflessione e aiutare sé stessa a prendere decisioni sagge e coerenti, a sviluppare autonomia di pensiero e autostima, a creare resilienza in previsione di momenti difficili. Se suo marito non vuole affrontare un percorso di coppia, questo non vuol dire che lei non possa farlo individualmente, per poi comunicare con più facilità e assertività all'interno del nucleo familiare e fare le scelte più opportune per il suo benessere e per quello delle altre persone coinvolte.
Come può vedere, non c'è una strada segnata o un futuro già scritto. Ci sono piccole azioni che lei può compiere per ricercare maggiore soddisfazione nella sua vita. Ne ha il diritto e il merito. Deve solo assumere maggiore consapevolezza che portando avanti i suoi valori e dimostrando onestà e compassione per sé stessa, potrà affrontare ogni ostacolo, ogni paura e ogni ansia, certa che non ci sono conseguenze negative per chi tira fuori la parte migliore di sé stesso.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
grazie per la condivisione di questo momento delicato della sua vita. C'è grande sincerità nel manifestare il venir meno del sentimento di amore per suo marito e l'assenza di attrazione fisica nei suoi confronti. E' su questa sincerità che dovrà pian piano costruire le sue decisioni, tenendo conto degli equilibri familiari, degli aspetti economici e tutto il resto. Che non saranno decisioni facili è palese, ma le scelte importanti nell'arco della vita non sono quasi mai semplici e immediate, nascondono spesso grandi sacrifici.
Però la vita che ci è stata concessa è una sola e disperdere continuamente energie mentali ed emotive per reggere una situazione di malessere e insoddisfazione può diventare logorante e portare, alla fine, a conseguenze comunque negative. Tutto questo non vuol dire mancare di rispetto a suo marito o smettere di volergli bene, anzi è proprio nell'essere onesta e trasparente che consentirà anche a lui di migliorare la vita di relazione che, ad oggi, probabilmente non soddisfa neanche lui.
Inoltre, anche la vita dei suoi figli potrebbe risentire negativamente di un rapporto sentimentale tra i genitori che va deteriorandosi e potrebbe creare momenti di tensione. Ecco perché è importante affrontare ora questo stato di infelicità coniugale, senza prolungare il disagio e lo stress. Il punto di partenza è sicuramente sé stessa, i suoi valori e i suoi bisogni. Può pensare a un supporto psicologico per favorire questa fase di riflessione e aiutare sé stessa a prendere decisioni sagge e coerenti, a sviluppare autonomia di pensiero e autostima, a creare resilienza in previsione di momenti difficili. Se suo marito non vuole affrontare un percorso di coppia, questo non vuol dire che lei non possa farlo individualmente, per poi comunicare con più facilità e assertività all'interno del nucleo familiare e fare le scelte più opportune per il suo benessere e per quello delle altre persone coinvolte.
Come può vedere, non c'è una strada segnata o un futuro già scritto. Ci sono piccole azioni che lei può compiere per ricercare maggiore soddisfazione nella sua vita. Ne ha il diritto e il merito. Deve solo assumere maggiore consapevolezza che portando avanti i suoi valori e dimostrando onestà e compassione per sé stessa, potrà affrontare ogni ostacolo, ogni paura e ogni ansia, certa che non ci sono conseguenze negative per chi tira fuori la parte migliore di sé stesso.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Gentile utente,
è comprensibile sentirsi confusa dopo tanti anni di relazione e tre figli: la coppia cambia, e con essa anche i sentimenti. Il legame affettivo può restare, ma non sempre coincide con l’amore.
Ti consiglierei di iniziare un percorso personale di supporto psicologico, per comprendere cosa desideri davvero, affrontare le paure e ritrovare equilibrio e serenità.
Non serve decidere subito se restare o separarti: l’importante è ricominciare da te, per poter scegliere in modo consapevole e non per timore.
è comprensibile sentirsi confusa dopo tanti anni di relazione e tre figli: la coppia cambia, e con essa anche i sentimenti. Il legame affettivo può restare, ma non sempre coincide con l’amore.
Ti consiglierei di iniziare un percorso personale di supporto psicologico, per comprendere cosa desideri davvero, affrontare le paure e ritrovare equilibrio e serenità.
Non serve decidere subito se restare o separarti: l’importante è ricominciare da te, per poter scegliere in modo consapevole e non per timore.
Buongiorno,
dal suo racconto emerge tutto l'investimento in questa relazione — energie, amore, fiducia — e quanto allo stesso tempo si senta stanca, confusa, ma anche desiderosa di ritrovare se stessa e la sua serenità.
Spesso il malessere nasce quando qualcosa dentro di noi chiede di essere visto, accolto e riconosciuto.
Può succedere che dopo anni di coppia, figli, responsabilità e ritmi quotidiani, la relazione cambi forma. L’amore è anche presenza, curiosità, attenzione reciproca - cose che sembrano mancarle nell'ultimo periodo. E tuttavia, non si tratta tanto di “capire se ama ancora” suo marito, quanto di sentire chi è lei oggi e di cosa ha bisogno per stare bene, come donna e come persona.
La paura di separarsi o di pentirsi è assolutamente normale: ogni cambiamento importante porta con sé timori, e anche l’ansia può essere un segnale di quanto questo tema tocchi corde profonde della tua storia. Forse potrebbe iniziare da lei — non necessariamente con una terapia di coppia, ma con un percorso personale, in cui poter esplorare con calma cosa sta accadendo, cosa desidera e cosa le impedisce di muoversi nella direzione del suo benessere.
La invito a darsi tempo, ad ascoltarsi con gentilezza e a non cercare subito una risposta definitiva ma ad esplorare per scoprire cosa vuole davvero per sé.
dal suo racconto emerge tutto l'investimento in questa relazione — energie, amore, fiducia — e quanto allo stesso tempo si senta stanca, confusa, ma anche desiderosa di ritrovare se stessa e la sua serenità.
Spesso il malessere nasce quando qualcosa dentro di noi chiede di essere visto, accolto e riconosciuto.
Può succedere che dopo anni di coppia, figli, responsabilità e ritmi quotidiani, la relazione cambi forma. L’amore è anche presenza, curiosità, attenzione reciproca - cose che sembrano mancarle nell'ultimo periodo. E tuttavia, non si tratta tanto di “capire se ama ancora” suo marito, quanto di sentire chi è lei oggi e di cosa ha bisogno per stare bene, come donna e come persona.
La paura di separarsi o di pentirsi è assolutamente normale: ogni cambiamento importante porta con sé timori, e anche l’ansia può essere un segnale di quanto questo tema tocchi corde profonde della tua storia. Forse potrebbe iniziare da lei — non necessariamente con una terapia di coppia, ma con un percorso personale, in cui poter esplorare con calma cosa sta accadendo, cosa desidera e cosa le impedisce di muoversi nella direzione del suo benessere.
La invito a darsi tempo, ad ascoltarsi con gentilezza e a non cercare subito una risposta definitiva ma ad esplorare per scoprire cosa vuole davvero per sé.
Buongiorno. Quella che descrive mi sembra una situazione che molte coppie vivono con il passare degli anni e soprattutto con l'arrivo dei figli. Di per sè stare insieme per lungo tempo non è facile, per di più un figlio mette a dura prova il rapporto di coppia e anche il modo in cui si vive l'intimità cambia perché ci si trova ad occuparsi dei figli e di altre mille cose.. l'importante è non perdersi, mantenere attiva la comunicazione e cercare nel tempo di ritrovare una dimensione di coppia nuova. Anche il suo compagno avverte questa crisi? E' possibile che lui resti in silenzio e preferisca non affrontare l'argomento perchè si trova più in difficoltà rispetto a lei a comunicarlo e che quindi non sappia come fare. Poi, ok che non vuole intraprendere un percorso di coppia (e anche qui non credo sia perchè pensi che non serva a niente, ma molto probabilmente ne ha paura) ma se tiene a lei e alla vostra relazione potrebbe comunque impegnarsi in altro modo per cercare di migliorare la situazione, potreste organizzarvi per dedicare qualche ora al mese per stare da soli, riscoprirvi, fare qualcosa che piaccia ad entrambi... Il rapporto di coppia, come qualsiasi altra relazione, necessita di essere coltivata per poter continuare a stare bene. Infine, quello che mi sento di consigliarle è di intraprendere lei un percorso psicologico (se non l'ha già fatto) così da capire meglio quali siano i suoi sentimenti nei confronti del compagno, se si può recuperare qualcosa e se soprattutto vuole farlo.
Capisco quanto lei si senta confusa e stanca., ha dedicato tanti anni della sua vita a questa relazione, ai figli e alla famiglia, mentre adesso si trova in un punto in cui sente che qualcosa si è spento. Non è facile ammetterlo, soprattutto quando l’altra persona non vuole affrontare la situazione. Da quello che racconta, mi sembra che lei stia cercando di capire se la donna che è oggi è ancora felice nella vita che ha costruito, e questa è una domanda molto importante e legittima ed il fatto che lei provi ansia, paura di pentirsi o di non farcela è assolutamente normale: ogni grande cambiamento fa paura, soprattutto quando ci sono dei figli, ma la paura non sempre significa che lei stia sbagliando: a volte è solo la reazione naturale davanti a qualcosa di nuovo. A mio avviso potrebbe essere utile prendersi uno spazio solo per sé, senza dover ancora decidere nulla, anche se giustamente ha provato ad iniziare una terapia di coppia, senza successo però, un percorso personale potrebbe aiutarla a capire se dentro di sé c’è ancora qualcosa da salvare nella relazione, se ci sono modi per ritrovare intimità e connessione, oppure se è arrivato il momento di valutare un cambiamento con consapevolezza. E ricordi: non deve scegliere tra sé e i suoi figli, perché scegliere sé stessa e la sua serenità significa anche scegliere il benessere dei suoi figli: i bambini hanno bisogno di una mamma viva, autentica, non di una donna che si spegne per mantenere una forma di famiglia che non le corrisponde più. Qualunque decisione prenderà, non dovrà farlo tutta da sola, potrà chiedere aiuto, ma prima di tutto conceda a sé stessa il diritto di capire cosa vuole e cosa la fa stare bene.
Dopo tanti anni insieme, con tre figli piccoli e tanta fatica condivisa, è normale che il rapporto cambi e che l’amore romantico lasci spazio a una forma più “familiare” di affetto. Tuttavia, quando questo affetto non basta più a farti sentire viva e felice, è importante ascoltare quel disagio, non come un capriccio, ma come un segnale di bisogno autentico.
La paura che descrivi è normale: dopo anni di dipendenza affettiva e stabilità, pensare a una separazione riattiva ansia, senso di colpa e timore del futuro. Ma anche restare dove non ti senti più te stessa può logorarti lentamente. Prima di decidere, prova a chiarire cosa davvero desideri: vuoi ritrovare qualcosa con tuo marito o hai solo paura di cambiare?
Se lui non vuole intraprendere una terapia di coppia, potresti intanto iniziare un percorso individuale per elaborare la confusione e gestire la paura di “non farcela”. Questo ti aiuterà a capire se il tuo bisogno è di ricostruire o di lasciar andare con lucidità e forza.
La paura che descrivi è normale: dopo anni di dipendenza affettiva e stabilità, pensare a una separazione riattiva ansia, senso di colpa e timore del futuro. Ma anche restare dove non ti senti più te stessa può logorarti lentamente. Prima di decidere, prova a chiarire cosa davvero desideri: vuoi ritrovare qualcosa con tuo marito o hai solo paura di cambiare?
Se lui non vuole intraprendere una terapia di coppia, potresti intanto iniziare un percorso individuale per elaborare la confusione e gestire la paura di “non farcela”. Questo ti aiuterà a capire se il tuo bisogno è di ricostruire o di lasciar andare con lucidità e forza.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza. Quello che descrive è una situazione complessa, fatta di affetto, stanchezza, dubbi e paure. È del tutto normale sentirsi confusi di fronte a una decisione così importante, soprattutto quando ci sono figli, responsabilità e anni di storia insieme.
Comprendo la sua paura: paura di sbagliare, paura di non farcela da sola con i figli, paura di sentirsi pentita. Queste emozioni sono comprensibili e non significano debolezza: sono segnali di una presa di coscienza importante rispetto alla sua vita e al benessere della sua famiglia.
Un passo utile potrebbe essere quello di parlarne, anche con una figura neutra come uno psicologo o un terapeuta, per chiarire i suoi sentimenti e capire cosa desidera realmente. Anche se suo marito non desidera intraprendere una terapia di coppia, lei potrebbe valutare un percorso individuale per sé stessa. Questo può aiutarla a prendere decisioni più consapevoli e a gestire meglio ansia e paure.
La domanda “Perché dovrei continuare così?” è importante. Continuare una relazione senza felicità può pesare molto nel tempo, ma anche separarsi comporta cambiamenti profondi. Non esiste una risposta uguale per tutti: l’aspetto fondamentale è comprendere cosa le permetta di vivere in maniera più autentica e serena, per sé e per i suoi figli.
La invito a concedersi del tempo per ascoltare se stessa, senza colpevolizzarsi per le emozioni che prova. La chiarezza arriva passo passo e richiede coraggio. Qualunque sia la sua scelta, sarà importante che sia consapevole e non dettata unicamente dalla paura. Resto a disposizione.
la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza. Quello che descrive è una situazione complessa, fatta di affetto, stanchezza, dubbi e paure. È del tutto normale sentirsi confusi di fronte a una decisione così importante, soprattutto quando ci sono figli, responsabilità e anni di storia insieme.
Comprendo la sua paura: paura di sbagliare, paura di non farcela da sola con i figli, paura di sentirsi pentita. Queste emozioni sono comprensibili e non significano debolezza: sono segnali di una presa di coscienza importante rispetto alla sua vita e al benessere della sua famiglia.
Un passo utile potrebbe essere quello di parlarne, anche con una figura neutra come uno psicologo o un terapeuta, per chiarire i suoi sentimenti e capire cosa desidera realmente. Anche se suo marito non desidera intraprendere una terapia di coppia, lei potrebbe valutare un percorso individuale per sé stessa. Questo può aiutarla a prendere decisioni più consapevoli e a gestire meglio ansia e paure.
La domanda “Perché dovrei continuare così?” è importante. Continuare una relazione senza felicità può pesare molto nel tempo, ma anche separarsi comporta cambiamenti profondi. Non esiste una risposta uguale per tutti: l’aspetto fondamentale è comprendere cosa le permetta di vivere in maniera più autentica e serena, per sé e per i suoi figli.
La invito a concedersi del tempo per ascoltare se stessa, senza colpevolizzarsi per le emozioni che prova. La chiarezza arriva passo passo e richiede coraggio. Qualunque sia la sua scelta, sarà importante che sia consapevole e non dettata unicamente dalla paura. Resto a disposizione.
Gentile pz, le sue paure e i suoi stati d'animo sono comprensibili ed affrontarli insieme ad un professionista potrebbe esserle d'aiuto per prendere più consapevolezza di ciò che desidera e coraggio nel perseguirlo. Un caro saluto
Buon pomeriggio, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Ritengo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla per orientarsi in questo momento di difficoltà. Credo di poter capire la difficoltà di trovarsi ad un bivio tra ciò che è noto e sicuro ma profondamente insoddisfacente e la possibilità di stare meglio ma attraversando non poche difficoltà (pratiche ed emotive) senza sapere con certezza quale prospettiva si andrà a costruire.
Ha proposto più volte a suo marito una terapia di coppia ma lui si è rifiutato perché non ha quindi pensato ad uno spazio per sé? In questo momento sembra una cosa di cui ha bisogno.
Cordiali Saluti
Ritengo che un percorso di psicoterapia possa aiutarla per orientarsi in questo momento di difficoltà. Credo di poter capire la difficoltà di trovarsi ad un bivio tra ciò che è noto e sicuro ma profondamente insoddisfacente e la possibilità di stare meglio ma attraversando non poche difficoltà (pratiche ed emotive) senza sapere con certezza quale prospettiva si andrà a costruire.
Ha proposto più volte a suo marito una terapia di coppia ma lui si è rifiutato perché non ha quindi pensato ad uno spazio per sé? In questo momento sembra una cosa di cui ha bisogno.
Cordiali Saluti
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