Buongiorno, sono una donna di quasi 45 anni, vivo sola, sono single da molto tempo, non ho figli, s

29 risposte
Buongiorno,
sono una donna di quasi 45 anni, vivo sola, sono single da molto tempo, non ho figli, sono legata alla mia famiglia, ho un lavoro stabile e duraturo, una buona cerchia di amiche e interessi che cerco di coltivare il più possibile.
Reputo di avere un discreto equilibrio (o meglio chiamarla "comfort zone"?) ma a volte mi trovo a vivere male alcune situazioni che si presentano nel mio rapporto con gli altri, in particolare le amiche, forse a causa di una insicurezza di base.

Tra alti e bassi sono sempre riuscita a gestire questi momenti di "turbamento", che ho notato si accentuano nei mesi autunnali/invernali, ma nell'ultimo periodo soffro particolarmente un senso di pesantezza e inadeguatezza, probabilmente condizionata anche da una recente delusione in amicizia.
Vorrei capire cos'è che mi porta a provare queste sensazioni e imparare a lavorare su me stessa per affrontare tutto con più serenità.
Grazie per un vostro consiglio.
Dott.ssa Valeria Capalbo
Psicologo
Pordenone
Grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. Quello che descrive è molto comune: anche quando abbiamo una vita piena e stabile, può capitare di sentirci fragili, soprattutto nelle relazioni che per noi contano. Le emozioni che emergono, come la pesantezza o il senso di inadeguatezza, spesso ci parlano di bisogni profondi — come il desiderio di sentirci accolti, compresi, importanti. A volte, una delusione può farci sentire insicuri o riaprire ferite antiche. Potrebbe essere utile fermarsi per osservare come vive i rapporti, cosa si aspetta e cosa la fa stare bene o male. È un primo passo per conoscersi meglio e ritrovare un equilibrio più autentico. Non si tratta di uscire dalla “comfort zone”, ma forse di ampliarla, con più consapevolezza e gentilezza verso se stessa. Sicuramente questo può essere l'inizio di un buon lavoro terapeutico nel rapporto con se stessa.

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Dott.ssa Valentina Cosentino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Caserta
Buon pomeriggio, nella vita a volte gli equilibri cambiano e quindi bisogna cercare di sintonizzarsi con i nuovi bisogni cosi da poterli poi soddisfare. un percorso psicoterapeutico potrebbe accompagnarla in questo processo e supportarla.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che per quello che porta potrebbe essere utile cominciare un percorso di esplorazione di sè, per conoscersi e capirsi meglio: c'è bisogno di approfondire quali sono le situazioni che la mettono in difficoltà, di capire da dove origina la difficoltà e soprattutto di metterla in connessione con la sua storia, di vita e relazionale. Credo che l'affiancamento di un professionista che possa ispirarle fiducia possa senz'altro aiutarla a raggiungere una consapevolezza diversa di sè, che cambierà il modo in cui vive e gestisce le situazioni di fatica. Se avesse altre domande o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buona sera, quindi ci sta dicendo che si sente pronta per affrontare un percorso di terapia? In bocca al lupo. Forza e coraggio!
Dott.ssa Francesca Nori
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile paziente,
le sue parole esprimono una certa consapevolezza e lasciano intravedere un’apertura verso una possibile trasformazione del momento che sta vivendo. La “comfort zone” nella quale si riconosce può aver rappresentato finora una forma di protezione, ma potrebbe anche limitare l’espressione autentica dei suoi bisogni più profondi. Il turbamento che descrive, soprattutto nei periodi autunnali e invernali, sembra emergere come un segnale significativo, che merita ascolto e può essere l’occasione per porsi nuove domande su di sé e su come vive i rapporti con gli altri.
Sembra emergere in lei un desiderio di dare significato ai propri vissuti, per questo le consiglierei vivamente di iniziare un percorso psicoterapeutico. Un caro saluto
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Capisco bene quello che descrivi: ti trovi in una fase della vita in cui, nonostante le solide basi—il lavoro stabile, le amicizie, gli interessi coltivati—emerge un senso di pesantezza e inadeguatezza che ti sorprende e ti fa sentire fragile. È come se, in certi momenti, quelle convinzioni profonde (“non valgo abbastanza”, “temo di essere rifiutata”) prendessero il sopravvento e “spengessero” quella comfort zone che avevi faticosamente costruito.

Quando accade una delusione in amicizia, quelle antiche paure si riattivano e ti portano a ruminare: “Cosa ho fatto di sbagliato? Perché non sono mai abbastanza?”. Questo meccanismo, unito all’effetto più malinconico dei mesi autunnali e invernali, accentua il senso di vuoto e di inadeguatezza che percepisci. Spesso non è tanto l’evento in sé a turbarci, quanto il significato che gli attribuiamo: se dentro di noi c’è un giudice severo, ogni piccolo intoppo diventa prova della nostra inadeguatezza.

Ti proporrei innanzitutto di iniziare a osservare con gentilezza questi pensieri: quando arrivano, fermati un momento e prova a chiederti “È davvero così? Quali prove concrete ho?”. Una pratica di mindfulness, anche breve – pochi minuti di attenzione al respiro o a ciò che senti nel corpo – può aiutarti a creare uno spazio tra te e i tuoi giudizi interiori. Poi, coltiva l’auto-compassione: parla a te stessa come parleresti a un’amica in difficoltà, riconoscendo che soffrire e sbagliare è parte del vivere.

Infine, riguardo alle relazioni, ti incoraggio a stabilire piccoli confini emotivi: se avverti che un’amica ti delude, prova a esprimere apertamente il tuo bisogno (“In questo momento mi sento ferita e mi aiuterebbe sapere come la vedi tu”). Questo ti darà un senso di controllo e ti permetterà di capire quali legami sono davvero nutritivi per te. Se senti che il peso diventa troppo grande, non esitare a rivolgerti a uno psicologo per un breve percorso di supporto: a volte un ascolto esperto è il passo decisivo per ritrovare serenità.
Dott.ssa Giulia Marchiani
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità il tuo sentire.

Quello che racconti parla di una vita piena di risorse – affetti, stabilità, interessi – ma anche di una sensibilità profonda che, in certi momenti, sembra rendere più faticoso il rapporto con gli altri e con te stessa. È molto comune che certi stati emotivi si accentuino in alcuni periodi dell’anno, o a seguito di esperienze dolorose come una delusione in amicizia.

Il desiderio che esprimi – capire cosa ti accade e lavorare su di te per affrontarlo con maggiore serenità – è esattamente il tipo di percorso che possiamo intraprendere insieme in terapia.

Nel mio lavoro, accompagno le persone proprio in questo tipo di esplorazione: costruendo insieme uno spazio sicuro, in cui dare voce a ciò che senti, riconoscere i meccanismi che ti fanno sentire bloccata o inadeguata, e trovare modi più autentici e leggeri per stare in relazione con te stessa e con gli altri.


Resto a disposizione con piacere

Un caro saluto

Dott.ssa Giulia Marchiani
Dott.ssa Roberta Crestini
Psicologo, Psicologo clinico
Fossò
Salve, grazie per aver condiviso in modo così chiaro e sincero una parte così significativa della sua esperienza. I rapporti di amicizia, come lei giustamente sottolinea, sono fondamentali per il nostro benessere emotivo: ci offrono supporto, connessione e senso di appartenenza. Proprio per questo, quando qualcosa si incrina o quando emergono difficoltà relazionali, possono farci sentire particolarmente vulnerabili o turbati, anche se nella vita quotidiana abbiamo un buon equilibrio e risorse su cui contare.
Quello che descrive – il desiderio di comprendere meglio cosa la porta a provare certe emozioni, il bisogno di alleggerire quel senso di inadeguatezza e di affrontare le situazioni con maggiore serenità – è proprio l’obiettivo di un percorso di psicoterapia.
La terapia può aiutarla ad approfondire il funzionamento con cui affronta le relazioni, a esplorare da dove nascono certe insicurezze e in che modo influenzano il modo in cui vive sé stessa e gli altri. È uno spazio in cui fare chiarezza, prendere consapevolezza dei propri schemi e, con il tempo, sperimentare modalità diverse, più funzionali e in sintonia con i propri bisogni. La sua riflessione è già un primo passo importante.
Resto a disposizione. Saluti, Dott.ssa Roberta Crestini
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e sensibilità il suo vissuto. Le sue parole restituiscono l'immagine di una donna consapevole, capace di costruire nel tempo una vita piena di riferimenti significativi, ma anche attenta a cogliere con lucidità quei segnali interiori che talvolta si fanno più intensi, come accade in questo momento. È proprio questa consapevolezza che rappresenta un primo passo importante nel processo di comprensione e cambiamento.

Vivere momenti di disagio relazionale, soprattutto in contesti di amicizia, può generare un senso di confusione e vulnerabilità. Quando ci si sente inadeguati o si fatica a riconoscere il proprio posto nei legami, spesso entrano in gioco dinamiche emotive più profonde, legate magari a una storia personale di insicurezza o al bisogno di sentirsi visti e riconosciuti nella propria autenticità. L'accentuarsi di questi vissuti nei periodi autunnali e invernali potrebbe essere legato anche a una componente di vulnerabilità stagionale dell'umore, che in alcune persone si presenta con maggiore intensità, amplificando percezioni di stanchezza emotiva, tristezza o ritiro sociale.

La recente delusione in amicizia che ha menzionato, seppur magari non nuova come dinamica, ha forse toccato corde più sensibili, aprendo un interrogativo più ampio su di sé e sulle proprie modalità relazionali. È proprio da questo punto che potrebbe prendere avvio un percorso di esplorazione personale, per comprendere meglio quali meccanismi la portano, in certi momenti, a sentirsi più fragile o meno adeguata, e soprattutto per rafforzare quelle risorse che già possiede, ma che forse hanno bisogno di essere valorizzate in modo nuovo.

Un lavoro psicoterapeutico, basato su approcci integrati e supportati da evidenze scientifiche, può aiutarla a esplorare in profondità il legame tra le sue esperienze, i pensieri che ne derivano e le emozioni che le accompagnano, permettendole di sviluppare maggiore stabilità emotiva e un rapporto più gentile con sé stessa. È un processo graduale, ma prezioso, che non si limita a "gestire" il disagio, quanto piuttosto a comprenderlo, integrarlo e trasformarlo.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Da quello che scrive, sembra essere una persona sensibile, riflessiva e capace di costruire e mantenere una vita equilibrata e ricca, nonostante la naturale complessità delle relazioni umane. Il fatto che stia vivendo un momento di “pesantezza” emotiva, specialmente in seguito a una delusione in amicizia, non è segno di debolezza, ma piuttosto del valore che lei da ai rapporti e alla sua interiorità.
Quello che lei chiama “discreto equilibrio” potrebbe davvero essere una comfort zone, nel senso che la protegge e la rassicura, ma allo stesso tempo può anche limitare il confronto con l’esterno e la possibilità di mettersi in discussione in modo costruttivo. Non è necessariamente un male: a volte la stabilità è ciò di cui abbiamo bisogno per rigenerarci. Ma quando iniziano a pesare situazioni emotive, può essere il segnale che qualcosa dentro di noi ha bisogno di evolversi, cambiare o semplicemente essere ascoltato.
Ecco alcuni suggerimenti per iniziare a lavorare su se stessi:
-Ascolto autentico di ciò che si prova, senza giudizio. Annotare i pensieri, tenere un diario emotivo: può aiutare a vedere dei pattern e a dare forma alle emozioni nebulose.
-Indagare i bisogni relazionali. Cosa si cerca davvero in un’amicizia? Cosa fa sentire apprezzati, accolti, rispettati?
-Imparare a riconoscere i segnali di "sovraccarico emotivo": a volte quando diciamo “sto male per quella situazione” è anche un modo per dire “sto portando troppo da sola”.

Parli con qualcuno di fiducia o valuti anche un supporto professionale. Anche pochi incontri con uno psicologo possono essere illuminanti per capire le radici delle proprie emozioni e imparare a gestirle con più dolcezza.
Spero di esserle stato d'aiuto. Rimango a disposizione. La ringrazio. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
La sua domanda è un punto di partenza per un percorso psicologico di approfondimento su di sé.
Le propongo un colloquio, anche online.
Dott.ssa Lorena Ferrero
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, riprendo quanto riporta nella sua domanda, l'importanza delle relazioni con le amiche, l'insicurezza condizionata anche da una recente delusione in amicizia. La motivazione a capire da dove origina la pesantezza e inadeguatezza al fine di imparare a lavorare su se stessa per affrontare tutto con più serenità. Le suggerisco di contattare un collega psicologo psicoterapeuta dove vive e portare questa domanda per una consulenza, valutando successivamente se intraprendere un percorso. Un caro saluto. Dr.ssa Lorena Ferrero
Gent.ma utente buonasera,
è importante ascoltare questi segnali di insoddisfazione e di inadeguatezza che stanno minando il suo stato di benessere. Quello che, probabilmente, sta accadendo è che questi pensieri intrusivi stiano occupando molto del suo spazio mentale, riducendo le occasioni per percepire emozioni positive.
Le sensazioni negative e i pensieri che ne derivano hanno un forte potere di attrazione e il rischio è di passare molto tempo a ruminare, sottolineando ciò che manca per essere felici, e ristagnare in una condizione di malessere psicologico.
Senza dubbio, ci sono informazioni utili all'interno di questo malumore recente e manifestano, forse, alcuni reali bisogni che avverte e certe abitudini di vita che vorrebbe cambiare, ma che non riesce a modificare. Leggere queste informazioni non è sempre facile, finché si è completamente coinvolti dalle emozioni o si insiste nel cercare spiegazioni e approfondimenti su domande senza risposte.
E' possibile sganciarsi da questi pensieri fastidiosi e da questo stato d'animo. La forza di volontà, però, non è sufficiente. Sarebbe auspicabile avere padronanza di metodi che le facilitino questo processo di sganciamento, portandola ad avere un certo distacco dalle sue emozioni e consentirle di connettersi in modo utile e profondo con il momento presente.
Ha citato la comfort-zone come concetto che l'aiuta a descrivere uno stato di sicurezza psicologica che si è costruita nel tempo, e si sta accorgendo che tutto ciò che la porterebbe fuori da quegli schemi potrebbe destabilizzarla. Ma uscire dalla zona di comfort è indispensabile per crescere come persone, e le persone non dovrebbero mai smettere di migliorarsi. Questo implica mettersi in discussione, concedersi il beneficio del dubbio su tutto quello si è lascato alle spalle, comprese le credenze personali su sé stessi. Significa anche affrontare delle sfide e incorrere in errori o fallimenti, ma è l'unica strada che porta davvero alla crescita personale, all'apprendimento e alla soddisfazione. Questo vale anche per le relazioni personali che cambiano nel tempo, perché le persone stesse cambiano, ma a velocità completamente diverse e, spesso, non ci si trova allineati come una volta.
Lavorare su questi aspetti è possibile con un supporto psicologico mirato. Io mi occupo di Psicologia Positiva e di Mindfulness e questo approccio potrebbe giovarla nel suo desiderio di miglioramento personale. Se lo desidera posso darle maggiori informazioni su un percorso di questo tipo, anche tramite consulenza online.
Le auguro il meglio! Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera,

Leggendola si ha l’impressione di una persona che ha costruito con cura e sensibilità una vita piena di senso… eppure qualcosa, ogni tanto, sembra spostarsi, come se certi equilibri, soprattutto interiori, iniziassero a scricchiolare un po’.
Mi ha colpito la sua domanda finale: “Vorrei capire cos’è che mi porta a provare queste sensazioni”. È già una porta che si apre. Ma mi chiedo: che significato ha per lei oggi voler "capire"… proprio adesso?
A volte basta cambiare leggermente la posizione da cui guardiamo le cose per scoprire aspetti di noi che non avevamo mai considerato. Se le va, possiamo iniziare a esplorarli insieme: mi tengo disponibile su consulenza.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso in modo così sincero e lucido la tua esperienza. Quello che descrivi è un vissuto comune a molte persone, specialmente in determinate fasi della vita: uno stato di equilibrio apparente, che però può essere facilmente turbato da eventi relazionali, cambiamenti stagionali o delusioni affettive.

La tua consapevolezza e la capacità di riflessione sono già un primo grande passo. Il fatto che tu ti ponga delle domande e senta il desiderio di comprenderti più a fondo dimostra una forte motivazione al cambiamento e alla crescita personale. Spesso, ciò che chiamiamo "comfort zone" può celare delle piccole insicurezze o fragilità che si manifestano nei momenti di maggiore vulnerabilità, come nelle relazioni con gli altri.

Il senso di pesantezza e inadeguatezza che stai provando può essere il segnale che alcuni aspetti interiori stanno cercando spazio per essere ascoltati e compresi. Le delusioni in amicizia, in particolare, toccano corde profonde, perché vanno a smuovere bisogni di accettazione, fiducia e appartenenza. Anche la stagionalità delle emozioni che descrivi potrebbe essere un indicatore da non sottovalutare, legato a cambiamenti dell’umore spesso influenzati dalla luce e dal ritmo della vita.

Per comprendere meglio le radici di queste sensazioni e imparare a gestirle in modo più sereno, sarebbe utile e consigliato intraprendere un percorso di approfondimento personale con uno specialista. Uno spazio terapeutico può offrire gli strumenti per dare un significato più profondo alle tue emozioni, migliorare la qualità delle relazioni e rafforzare la sicurezza interiore.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Fausta Florio
Psicologo, Psicologo clinico
Palma Campania
Gentile utente, buonasera e grazie per aver condiviso il suo vissuto.

Da quanto ci riporta, emerge una buona consapevolezza di ciò che accade dentro di sé: riconosce di avere un discreto equilibrio – che lei stessa ipotizza potrebbe essere definito una “comfort zone” – e sembra soddisfatta degli aspetti fondamentali della sua vita. Mostra anche una rilevante capacità introspettiva, riconoscendo la presenza di una possibile insicurezza di base, che sembra manifestarsi soprattutto nel rapporto con le sue amiche.

Sarebbe utile approfondire che cosa abbia rappresentato per lei l’ultima delusione in amicizia, comprendere come si siano sviluppate le dinamiche e accogliere, con delicatezza, le ferite che tale esperienza può aver lasciato. È possibile che proprio questa delusione abbia contribuito ad accentuare il senso di pesantezza e inadeguatezza che lei descrive, in particolare nei mesi autunnali e invernali, quando certe emozioni tendono a farsi sentire con maggiore intensità.
Esplorare queste sensazioni, come già sta cercando di fare, può rappresentare un passaggio importante. Potrebbe essere significativo provare a comprendere quali bisogni si celino dietro di esse, quanto sia presente in lei il desiderio di essere vista, compresa, di sentirsi profondamente connessa agli altri, e quali aspettative porti con sé nelle relazioni. Lei esprime una forte volontà di lavorare su di sé e affrontare queste dinamiche con maggiore serenità. La invito a proseguire in questa direzione e, qualora dovesse incontrare delle difficoltà lungo il percorso, si conceda la possibilità di dedicarsi uno spazio di ascolto e supporto con un professionista. Questo potrebbe offrirle l’opportunità di esplorare più a fondo le radici delle sue sensazioni, accogliersi con maggiore consapevolezza e dare voce ai suoi bisogni più autentici.

Le auguro sinceramente il meglio.
Cordialmente,
Dott.ssa Fausta Florio
Dr. Cristian Sardelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Firenze
Buonasera gentile utente,
uno psicologo americano nato nel secolo scorso e chiamato Abraham Maslow, descriveva la condizione dell'essere umano come caratterizzata da una struttura a forma piramidale, di sua concezione, alla cui base poneva, condizioni necessarie per un buon sostentamento dei livelli superiori, nel suo raccontarsi, al di lá dell' area di comfort, parrebbe mancare qualcosa.. un percorso di terapia breve, credo potrebbe aiutarla a definire e concretizzare un cambiamento soddisfacente.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente è importante che lei intraprenda un percorso di supporto psicologico per lavorare su sé stessa.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
grazie mille per la sua condivisione. Hai mai intrapreso un percorso di psicoterapia?
Il mio approccio è sistemico relazionale, lavora ciò con il singolo individuo (ma anche coppie, famiglie, gruppi), tenendo presente la persona all'interno della sua cerchia di relazioni e soprattutto delle generazioni familiari.
Sono esperta in relazioni DISFUNZIONALI (formata con la dott.ssa Canovi) e tratto diverse situazioni di dipendenza affettiva. Un lavoro introspettivo potrebbe aiutarla ad avere una maggiore consapevolezza di sé e ritrovare le sue risorse.
A disposizione.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, La ringrazio molto per aver condiviso il suo vissuto con tanta chiarezza e sensibilità. È evidente quanto lei abbia costruito, nel tempo, una vita ricca di stabilità, relazioni affettive, interessi e autonomie personali: aspetti che spesso rappresentano pilastri importanti per il benessere psicologico. Proprio per questo, sentirsi “turbata” o più vulnerabile emotivamente può risultare spiazzante, quasi come se queste emozioni entrassero in conflitto con l'immagine di sé che si è costruita, una donna autonoma, forte, capace. Ma nessuna struttura (per quanto solida) è esente dal sentire, e dalle crepe che il contatto umano può talvolta far emergere. Quando parla di “comfort zone”, colgo il suo desiderio di dare un nome a quel senso di stabilità in cui si sente sicura, protetta. Ma la comfort zone, se da un lato è una risorsa preziosa, dall’altro può diventare uno spazio in cui si rimane ferme per paura di soffrire. Il fatto che lei senta un’inquietudine crescente, soprattutto in seguito a una delusione affettiva, suggerisce che c’è una parte di sé che chiede ascolto, attenzione e forse una nuova direzione da intraprendere. Questo non significa necessariamente dover “uscire” dalla propria comfort zone in modo brusco, ma piuttosto iniziare ad esplorare, con gentilezza, quei luoghi interni che a volte ci fanno sentire fragili o inadatti. Il senso di inadeguatezza che descrive, soprattutto nel contesto delle amicizie, può essere legato a schemi cognitivi interiorizzati nel tempo. Spesso, nella terapia cognitivo-comportamentale, si lavora proprio su questi schemi: credenze profonde su di sé e sugli altri, che prendono forma nella nostra storia e si attivano maggiormente in situazioni emotivamente significative. La delusione recente può aver toccato qualcosa di più antico: forse il timore di non essere abbastanza, o la paura di non poter contare veramente sugli altri. E quando queste emozioni emergono, soprattutto nei mesi in cui la luce è più debole e la nostra energia fisiologica può diminuire, il peso si fa sentire più forte. Il primo passo è accogliere questi vissuti senza giudicarli. Lei non è “sbagliata” per sentire ciò che sente. Anzi, il fatto che si ponga delle domande, che desideri comprendere e crescere, mostra una grande apertura e capacità riflessiva. In un percorso psicologico, si può lavorare per riconoscere i pensieri automatici che accompagnano queste sensazioni (come ad esempio “non sono abbastanza per mantenere una relazione significativa” o “è colpa mia se qualcosa va storto”) e sostituirli gradualmente con pensieri più funzionali, realistici e gentili. Anche l’aspetto stagionale che menziona è importante: molte persone sperimentano una flessione del tono dell’umore nei mesi autunnali e invernali. Questo fenomeno, noto come SAD (disturbo affettivo stagionale), può contribuire ad amplificare emozioni già presenti e ridurre la tolleranza allo stress. Lavorare sul ritmo del sonno, sull’esposizione alla luce naturale, sulla regolarità delle attività gratificanti può offrire un sostegno fisiologico concreto. Mi colpisce la sua intenzione di “lavorare su me stessa per affrontare tutto con più serenità”. È un obiettivo nobile, che non significa cambiare ciò che è, ma prendersi cura in modo più consapevole della sua parte emotiva, imparando a dare valore ai propri bisogni, a modulare le aspettative e a nutrire un dialogo interno più comprensivo e meno critico. Il mio consiglio, se lo desidera, è quello di iniziare un percorso di psicoterapia dove poter esplorare in profondità questi vissuti. Anche poche sedute possono aiutarla a far luce sui suoi schemi relazionali, a rinforzare l’autostima e a scoprire nuove modalità per affrontare i momenti di maggiore fragilità. A volte basta dare un nome alle emozioni e sentirsi davvero ascoltati per alleggerire un peso che ci sembrava troppo grande da portare da soli. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentilissima,
le emozioni che descrivi potrebbero derivare da un mix di fattori, tra cui insicurezze personali che, talvolta, emergono con maggiore intensità in determinati periodi dell’anno, come l'autunno e l'inverno, quando la luce e l'energia solare diminuiscono e potremmo essere più inclini alla riflessione introspettiva.
Il fatto che tu abbia una "comfort zone" nella tua vita, che ti permette di gestire i momenti difficili, è positivo, ma le sfide emotive con gli altri, specialmente con le amiche, possono risvegliare vecchie insicurezze che portano a percepire la propria inadeguatezza. La delusione in amicizia, soprattutto se hai dato molto a quella relazione, può far emergere paure di essere giudicata o non abbastanza per gli altri, generando un senso di frustrazione o solitudine.
Per affrontare queste sensazioni con più serenità, il lavoro su se stessi è fondamentale. Potresti considerare di esplorare più a fondo le radici delle tue insicurezze, chiedendoti da dove provengono e come le puoi gestire. A volte, anche rivedere il nostro rapporto con le altre persone e i confini emotivi può aiutare.
Lavorare sulla consapevolezza emotiva e sul rafforzamento della propria autostima può essere un passo molto utile. Questo potrebbe anche includere la riflessione sui tuoi bisogni affettivi e sulle dinamiche che ti portano a sentirti insicura..
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. La ringrazio per aver condiviso con noi la sua situazione e le sue riflessioni. È apprezzabile la sua consapevolezza riguardo al suo equilibrio di vita e alla sua capacità di riconoscere i momenti di maggiore vulnerabilità emotiva.
Da quello che descrive, sembra che lei abbia costruito una vita appagante e stabile, con affetti significativi e interessi che la sostengono. Tuttavia, l'esperienza di sentirsi a volte inadeguata o di vivere male alcune dinamiche relazionali, soprattutto con le amiche, suggerisce la presenza di un'insicurezza di fondo che, come lei stessa nota, può acuirsi in determinati periodi dell'anno e in seguito a esperienze negative, come la recente delusione in amicizia.
È interessante la sua osservazione riguardo all'accentuarsi di queste sensazioni nei mesi autunnali e invernali. Questo potrebbe essere legato a diversi fattori, tra cui una minore esposizione alla luce solare, cambiamenti nei ritmi circadiani e, talvolta, una maggiore tendenza all'introspezione e al rallentamento delle attività sociali. Questi elementi possono influenzare l'umore e rendere più acuta la percezione delle proprie fragilità.
La recente delusione in amicizia ha probabilmente agito come un elemento scatenante o intensificante del suo senso di pesantezza e inadeguatezza. Le dinamiche amicali possono essere molto significative e, quando si incrinano, possono minare la fiducia in sé stessi e negli altri, riattivando eventuali insicurezze preesistenti.
Per comprendere meglio cosa la porti a provare queste sensazioni, potrebbe essere utile esplorare più a fondo le sue dinamiche relazionali con le amiche. Si chiede, ad esempio, quali situazioni specifiche le generano disagio? Cosa teme possa accadere o cosa percepisce di non essere all'altezza? Spesso, le insicurezze si manifestano attraverso pensieri negativi su se stessi o sulle proprie capacità relazionali, che possono portare a interpretare in modo distorto i comportamenti altrui o a temere il giudizio.
Lavorare su se stessa per affrontare queste situazioni con maggiore serenità può implicare diverse strategie. In primo luogo, riconoscere e accettare le sue insicurezze è un passo fondamentale. Non si tratta di eliminarle completamente, ma di imparare a conviverci in modo più funzionale e a non lasciarle influenzare eccessivamente il suo benessere.
Potrebbe essere utile concentrarsi sui suoi punti di forza e sulle risorse che già possiede: il suo lavoro stabile, i suoi interessi, i legami familiari. Rinforzare la consapevolezza del suo valore intrinseco, indipendentemente dalle dinamiche relazionali, può aiutarla a sentirsi più sicura.
Inoltre, lavorare sulla sua autostima e sulla fiducia in sé stessa può essere un processo graduale ma efficace. Questo può includere sfidare i pensieri negativi, focalizzarsi sui successi e sulle esperienze positive, e praticare l'auto-compassione nei momenti di difficoltà.
Infine, se queste sensazioni di pesantezza e inadeguatezza dovessero persistere o intensificarsi, o se la delusione in amicizia dovesse continuare a generare un significativo malessere, considerare un breve percorso di supporto psicologico potrebbe offrirle uno spazio di ascolto e di riflessione più approfondito per esplorare le sue insicurezze e sviluppare strategie di coping più efficaci per affrontare le sfide relazionali con maggiore serenità.
Dott.ssa Marika Fiengo
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, quello che descrive - la sensazione di inadeguatezza, la pesantezza emotiva, la fragilità che emerge nei rapporti - sono vissuti molto umani, che però diventano più significativi quando iniziano a interferire con il benessere personale e il senso di equilibrio. La delusione recente in ambito amicale può aver fatto da catalizzatore ad emozioni più antiche, probabilmente mai del tutto elaborate.

Mi colpisce il modo in cui definisce il suo equilibrio come una sorta di “comfort zone”: potrebbe essere molto utile esplorare insieme cosa intende con questa espressione. Si riferisci a una stabilità rassicurante o, forse, anche a una forma di protezione che la tiene al riparo da situazioni emotivamente più complesse? Sente che questo equilibrio possa limitare la sua possibilità di espandersi, di entrare in connessione più profonda con sé stessa e con gli altri?

Inoltre, ricordi che le relazioni, come le persone, sono in continua trasformazione. Con il tempo cambiamo, evolviamo, ci spostiamo da un punto all’altro della nostra identità. Ma questo cambiamento non è mai uguale per tutti: ognuno lo affronta con i propri tempi, seguendo esperienze di vita diverse. È probabile che anche nel suo gruppo di amiche siano avvenuti dei cambiamenti (magari – spesso - silenziosi o non esplicitati) che hanno modificato l’equilibrio precedente.

Le dinamiche che la portano a vivere certe emozioni e reazioni non sono casuali: affondano le radici nella sua esperienza di vita, nei legami affettivi, nei modelli relazionali che ha interiorizzato nel tempo. Tuttavia, queste dinamiche possono essere esplorate, comprese e attraversate solo all’interno di un percorso psicologico che la aiuti a rimettere insieme i pezzi della tua storia con uno sguardo nuovo, più gentile e accogliente verso sé stessa.

Un lavoro psicologico personale, profondo, non giudicante – le permetterebbe non solo di capire perché vive certe emozioni, ma anche di imparare a stare con esse in modo diverso, con maggiore serenità e libertà.

Se sente che vuole esplorare ed esplorarsi meglio, resto a disposizione per accompagnarla in questo percorso e per ulteriori approfondimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Marika Fiengo.
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico che l'aiuti a fare chiarezza in se stessa e a gestire le sue insicurezze. Cordiali saluti.
Dott. Maurizio Chiesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buonasera ho letto quanto ha scritto e mi piacerebbe provare a darle qualche spunto di riflessione. Prima di tutto mi colpisce che in queste righe lei faccia riferimento esclusivamente alla sfera di amicizie femminili, e mi chiedo se abbia le stesse difficoltà nei rapporti con amici dell'altro sesso. La delusione patita recentemente andrebbe sicuramente analizzata meglio, perché può essere causa di un "lutto" che potrebbe complicarsi. Inoltre mi sembra interessante il suo accenno alla comfort zone e qui penso che l'aiuto di un professionista sarebbe veramente utile, perché da soli abbattere i confini della propria sfera sicura non è per niente facile. Infine penso che sia importante lavorare per aumentare la sua autostima. Prima di salutarla vorrei comunque sottolineare che queste impressioni dovranno comunque essere analizzate con la massima attenzione e non possono, né tanto meno vogliono, assumere il ruolo di verità assolute. Le auguro il meglio e la saluto.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, le domande che si pone sono legittime, evidentemente c'è qualcosa che la turba o che ostacola il suo benessere. Le suggerisco, se è sua intenzione fare chiarezza, contattare uno psicoterapeuta per una valutazione del caso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Federica Bovi
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buongiorno, grazie per aver condiviso così apertamente la sua esperienza.
La sua domanda mi ha colpito molto; rivela una profonda consapevolezza di sé, che rappresenta già un'importante risorsa su cui poter lavorare. Le propongo alcuni spunti di riflessione che potrebbero aiutarla a comprendere meglio ciò che sta vivendo: In quali situazioni sente emergere più intensamente queste emozioni? Sono legate a eventi esterni, o a momenti in cui percepisce di avere meno risorse interne? Si sente più insicura, e/o teme il giudizio da parte degli altri? Ne ha mai parlato apertamente con le persone coinvolte? Come si manifesta in lei questo malessere?
A volte riconoscere e dare un nome preciso ai propri vissuti permette di alleggerire il peso emotivo che si avverte. Se lo desidera, un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare ancora di più la serenità e l’equilibrio che ha già saputo costruire. Resto a disposizione se vorrà approfondire.
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buon pomeriggio.
Qualche colloquio psicologico potrebbe esse d'aiuto ad una comprensione psicologica di quanto riporta, permettendo anche, a lei e allo psicologo, di capire di cosa ha bisogno.
Dottoressa Teresita Forlano
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

per comprendere meglio il senso di queste emozioni deve intraprendere un percorso di psicoterapia; si affidi ad uno specialista, magari optando per uno della sua zona. Potrà aiutarla a lavorare su se stessa.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara

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