Buongiorno, mia figlia ha 13 anni. Frequenta la seconda media con ottimi risultati, va a scuola di d

25 risposte
Buongiorno, mia figlia ha 13 anni. Frequenta la seconda media con ottimi risultati, va a scuola di danza 3 volte la settimana da quando aveva 3 anni, frequenta un gruppo parrocchiale, ma nonostante ciò non riesce ad avere un'amica. Ogni volta che sembrava la volta buona, è stata una delusione scoprire che veniva cercata solo perché volevano aiuto nello studio o perché in quel momento "faceva comodo". Lei chiaramente ci sta male, è una ragazzina molto sensibile e introversa, è bella, dolce, altruista, ma nonostante tante qualità non riesce a venire accettata. Anche a danza non ha stretto delle amicizie solide, e a scuola viene un po' messa da parte perché considerata secchiona e non ha atteggiamenti di esibizionismo come altre coetanee. Vorrei un parere su come aiutarla, ho provato di tutto e anche lei. La sua autostima continua a crollare. Viene evitata perché non è come le altre, ma lei mi dice che non riesce a conformarsi e un po' la capisco perché a lei ancora nn interessa uscire con i ragazzi, truccarsi o vestirsi in un certo modo. Aiutatemi e ditemi che questo passerà e troverà la sua strada. Grazie in anticipo per la risposta.
Buonasera, e’ chiaro che in questo momento il fatto che sua figlia “non riesca ad avere un’amica”, che venga “evitata” e che la sua autostima “continua a crollare” siano per lei motivi di grande preoccupazione. Questa è la prima cosa a cui occorre dare ascolto: la sua stessa preoccupazione di madre. Potrebbe quindi valutare di chiedere assieme a suo marito una consulenza ad uno psicoterapeuta che si occupi di ragazzi in età preadolescenziale”. Con il terapeuta potrete eventualmente in seconda battuta valutare se sia utile che anche vostra figlia faccia dei colloqui con lui. Se per sua figlia questo è effettivamente un problema rilevante, che sua figlia sente come motivo di grande sofferenza, e’ bene che possa lei stessa parlarne con un terapeuta. Un saluto, Marta Corradi.

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Gentile signora,
Si percepisce la preoccupazione per sua figlia e la difficoltà a comprendere le motivazioni per cui lei viva una certa situazione al di fuori del nucleo familiare. Mi sembra che possa rivolgersi a uno psicologo specializzato nell'infanzia e nell'adolescenza per spiegare meglio questa situazione e cercare delle soluzioni possibili, certamente meglio se è presente anche il padre. Può anche chiedere alla scuola se è presente uno sportello psicologico così da rivolgersi direttamente allo psicologo scolastico.
Cordiali saluti
Alessia Vaudano
Salve, effettivamente il periodo adolescenziale è un periodo difficile sia per i ragazzi che lo vivono, sia per i genitori che molte volte non sanno come aiutare i propri figli che sono in difficoltà. Cercate di stare vicino alla ragazza e fatela distrarre, sicuramente nuovi interessi potrebbero aiutarla a non pensare che non viene molto accettata. Inoltre come scrive la mia collega che mi precede, inizialmente eseguite delle sedute voi genitori con una psicoterapeuta che si occupa di adolescenti così magari i potrebbe dare dei suggerimenti utili per aiutare la ragazza. Inoltre se la ragazza lo desidera fate fare anche a lei delle sedute, per elaborare perchè non riesce ad instaurare un rapporto solido con le sue compagne, forse con una persona estranea riesce meglio ad aprirsi ed elaborare meglio i le sue emozioni ed incomprensioni, non sempre si riesce a confidare tutto ai propri genitori alla sua età si è molto riservati, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno. Concordo con le colleghe riguardo la possibilità di intraprendere un aiuto attraverso un terapeuta dell'età evolutiva. Tra le righe colpisce un po' quasi un rispecchiamento perfetto nel rapporto genitore-ragazzo: ciò che lei ha scritto potrebbe averlo potuto scrivere sua figlia stessa! Questa però è una dimensione che va analizzata con una persona esterna al sistema, proprio per il rischio di eccesso di simbiosi. Cordialita e auguri per una svolta positiva
La mandi in una English School a Londra.
Buongiorno cara mamma, ho conosciuto molte persone che fino ai 14/15 anni non avevano amici e poi si sono sbloccati. Quello che mi sento di dirle è di non patologizzare sua figlia, il rischio è che la ragazza si senta sbagliata, fatta male. Da quello che dice invece sua figlia è dolce, bella, altruista e brava a scuola. Un ipotesi per spiegare come mai gli altri la evitino potrebbe essere che si crei una dinamica relazionale basata sulla competizione e invidia da parte dei coetanei. Invece le relazioni hanno bisogno di collaborazione, aiuto reciproco e soprattutto a quell'età di gioco e leggerezza, dimensioni che forse sua figlia non riesce a viversi.Le consiglio di parlare con uno psicologo per valutare bene la situazione, io resto a sua disposizione.
Cordiali saluti
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A 13 anni il potenziale evolutivo è ancora grande. Ognuno di noi è unico e non è necessario "conformarsi" se non aderire a un generico pensiero comune che costituisce in parte la nostra identità, ma solo in parte. Anche le "amicizie solide" sono spesso vissute come un ideale che l'esperienza ci insegna a non enfatizzare. È l'autostima che va consolidata prima di tutto da voi genitori. 13 anni è un'età di grandi cambiamenti e sentirsi inadeguati e incerti è normale. Guardi sua figlia con la giusta ammirazione ed entusiasmo così l'aiuterà a guardare se stessa nello stesso modo. Quello che non ha ancora raggiunto arriverà con l'esperienza e la riflessione.
C'è un motivo .....sua figlia è invidiata!!! è brava e bella
Ed il sentimento dell'invidia è come quello di un serpente,nessuno lo vede,ma è strisciante
Incoraggi sua figlia ad andare a testa alta
E ad aspettare momenti magici
Vedrà i risultati fra poco
Sono comunque a disposizione
Buongiorno signora. Le colleghe hanno tutte detto cose interessanti: concordo sull’idea di Consultare uno specialista che sia esterno al sistema familiare. Non patologizzare ok, ma lei mi sembra allarmata: la richiesta “ ditemi che tutto passerà “ é una sua richiesta di rassicurazione rispetto all’ansia. Se la ragazzina é in gamba come sembra, un aiuto esterno al sistema permetterà di correggere il tiro: se non riesce ad avere amiche qualche cosa da rivedere ci sta... anche perché quella é l’età principe del rispecchiamento nel gruppo dei pari ecc. non é saggio ignorare la sua solitudine.
Spero di essere stato utile.
Buon tutto
Buongiorno, il comportamento di sua figlia e nello specifico della scarsa autostima, l’isolamento, la difficoltà a stabilire relazioni amicali può avere diverse origini. La fase adolescenziale con le sue caratteristiche può mettere in evidenza degli aspetti della sua personalità, ma credo vadano anche considerate altre ipotesi, e ciò può essere conosciuto attraverso un aiuto psicologico che comprenda sua figlia e la famiglia. Proverei a riflettere su questo e chiedere un consulto con un professionista, credo le sarebbe utile.
Buona giornata
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Vedo sempre più ragazzi della stessa età di sua figlia che presentano gli stessi comportamenti. Non sono convinta che siano disfunzionali. Spesso quando li ascolto mi sembrano ragionamenti lucidi e capisco che ciò che dicono ha molto senso. Ci sono molti ragazzi che si rendono conto che ci sono cose che non funzionano e lo dichiarano apertamente. Forse sta a noi adulti ascoltare senza pregiudizi. Sono convinta che abbiamo tanto da imparare da loro.
Buongiorno signora, sostenga sua figlia nella sua autenticità. La stimoli ad aprirsi ed a fare esperienze, aiutano a crescere, ed aiutano anche lei nel gestire un processo di cambiamento tra i più perturbanti e creativi dell esistenza.
Cordialmente
Buongiorno signora, la fase dell'adolescenza è particolare: si rivedono tanti propri schemi e gli aspetti personali e relazionali emergono, iniziando ad essere valutati in maniera del tutto nuova e spesso negativa. Le consiglio una consulenza psicologica per sua figlia, perchè potrà far emergere e lavorare sul suo stato emotivo, suoi suoi pensieri e così anche sull'immagine di se e degli altri. Anche per voi genitori consiglio nel contempo, con la stessa psicologa, una consulenza genitoriale, in modo da lavorare sull'obiettivo comune di comprendere meglio come poter aiutare vostra figlia.
Cordialmente, dott.ssa Paola De Martino
Buongiorno, la sua preoccupazione è comprensibile ma le consiglio di evidenziare tutte le cose belle che fa (danza, scuola, gruppo parrocchiale) e a non fossilizzarsi sulla questione delle amicizie: lei protegge molto sua figlia ed è giusto ma non deve sostituirsi a lei rendendola ancora più insicura. Il periodo pre-adolescenziale è caratterizzata dall' estremizzazione delle emozioni e delle situazioni e potrebbe essere utile uno spazio psicologico per sua figlia. Prima però, da psicoterapeuta familiare le consiglio di richiedere una seduta familiare e poi far scegliere a sua figlia se farsi aiutare o meno, in modo da non colpevolizzarla sulla questione delle amicizie o del suo atteggiamento.
Buongiorno signora, le parlo da psicologa che tiene uno sportello d’ascolto per allievi di un liceo. Allo sportello arrivano tante persone con questa problematica. Andando ad esplorare meglio le dinamiche che stanno alla base delle relazioni, spesso emerge un sentire, da parte del gruppo, di una sorta di rifiuto da parte della persona che, invece, si sente isolata. Sembra che, pertanto, sia un cane che si morde la coda: “io non ti cerco se tu non mi cerchi” e così, finisce che nessuno si avvicina all’altro. Si potrebbe chiedere ai prof come vedono sua figlia nelle relazioni di classe e capire se possono, loro, organizzare delle modalità di lezione diverse dalle frontali, magari in piccolo gruppo, in modo da favorire la socializzazione. Inoltre, potrebbe essere utile confrontarsi con un terapeuta che vi prenda in carico e che vi aiuti a gestire e comprendere meglio le dinamiche messe in campo.
In bocca al lupo!
Buongiorno, la preoccupazione per sua figlia la porta a chiedere aiuto per se stessa e ad augurarsi che sua figlia possa trovare la «sua» strada. Lei stessa dice, forse senza rendersene conto, che è arrivato il momento di separarsi da sua figlia e viceversa. Sua figlia non è più una bambina e deve avere la possibilità anche di dire di no e di sbagliare, di scegliere e di rischiare delle delusioni, anche di disobbedire un po' a lei, come madre e come donna, deve poterla sostenere accettando la conflittualità senza temere di perderla. Se accetterà di perdere la sua prediletta e perfetta bambina, potrà darle modo di diventare una giovane donna e di comprenderla nella sua differenza e singolarità. Penso che in questo momento così delicato per lei, la potrebbe aiutere una psicoterapia. Poi sua figlia sceglierà per se stessa. Cordiali saluti PG
Benedetta signora
Lei racconta di una ragazza 'unica' che non viene accettata dalle coetanee. Sembra proprio questo il problema.
Le potrei consigliare di interrompere il circolo vizioso unicità-incomunicabilita-rifiuto facendole nascere qualche piccolo difetto.
Buona giornata
Dott. Paolo Mancino
Da genitore capisco quanto possa mettere apprensione l'idea di avere una figlia "ai margini", ma dal mio punto di vista e dalle poche informazioni disponibili, se sua figlia trae ancora piacere dall'andare a danza, dallo studio e dalle frequentazioni parrocchiali, il problema può essere considerato "evolutivo" e nel tempo le cose potranno senz'altro migliorare.
Non solo.
Quello che viene visto attualmente come un problema, potrebbe essere considerato come un'opportunità, l'opportunità di imparare a stare bene con se stessi e a non dipendere troppo dagli altri. Affinchè le amicizie siano viste come un arricchimento della propria vita e non come un vuoto da riempire.
Ma nel caso la sua sofferenza di genitore dovesse diventare "importante" contatti un professionista che le possa essere di aiuto, anche perché alle volte noi genitori, animati dalle migliori intenzioni, non sempre produciamo i risultati sperati.
Cordialmente
Salve, sua figlia viene isolata in quanto si distingue dalla massa.
Le consiglio di starle particolarmente vicino durante questo periodo difficile.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile Signora, potrebbe considerare l'eventualità, se sua figlia è motivata e acconsente, ad iniziare un percorso con uno/a psicoterapeuta. Potrebbe esserle utile fare una riflessione sui bisogni che lei (madre) percepiva in adolescenza, e come ha attraversato quella fase di crescita. Questo le faciliterebbe una maggiore comprensione dei bisogni di sua figlia e le permetterebbe di accompagnarla al meglio in questa fase delicata.Valuti la possibilità di intraprendere lei stessa un percorso di consulenza da uno psicoterapeuta.
Cordialmente
dott.ssa Viviana Cosseddu
Salve, se questa situazione rappresenta un elemento di grande sofferenza per sua figlia, allora può optare per un percorso insieme ad un terpista. Come già accennato dai colleghi, chiederei opinioni anche da parte di chi vive sua figlia fuori dall'ambito domestico, come professori o insegnanti.
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buonasera Sig.ra, concordo con i colleghi che potrebbe essere utile per sua figlia iniziare un percorso con uno/a psicoterapeuta col fine di comprendere al meglio quali siano i suoi bisogni. Prenda in considerazione, lei stessa, la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità che possa consentirle un supporto in questo momento delicato di crescita di sua figlia.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordiali saluti.

Dott. Roberto Gungui
Buongiorno, l’età di sua figlia non è sicuramente facile da gestire, sia per la ragazza che per il genitore, per i cambiamenti, ma anche per il contesto sociale a cui ci si deve “adattare”. Infatti chi non si conforma è escluso, a meno che non trovi una nicchia che la capisca, ma con la crescita e le nuove esperienze che farà probabilmente svilupperà risorse per stare meglio.
Leggo anche che ha provato ad aiutarla in qualsiasi modo, ed è un comportamento normalissimo, ma questa può essere anche una lama a doppio taglio. Ovviamente non so se sia il suo caso, servirebbero più informazioni, ma la riflessione che le lascio è questa: aiutare in modo ripetuto manda due messaggi uno che fa sentire protetti, l’altro che da sola non sarà mai in grado di farcela.
Spero di essere stata utile, un saluto.
Buonasera signora, più che comprensibile la sua preoccupazione poiché avendo a che fare con un'età delicata come quella della adolescenza è anche una fase molto sensibile per la crescita di un figlio. Mi permetto però di proporre un altra ottica in cui guardare a questa situazione: oramai in un periodo storico in cui molti adolescenti puntano, come ha detto lei ad un conformismo che probabilmente in parte li costringe ad assumere delle "maschere" sociali e dei vestiti che possano essere quelli in voga. Nelle sue parole, sua figlia è una che ha interessi, che si impegna è quest'autenticità sarà indubbiamente la chiave per amicizie sincere.. l'autostima a volte cala, quando non abbiamo chiaro che il nostro essere diversi dagli altri sia la garanzia che le nostre qualità siano la chiave per relazioni autentiche, durature e realmente gratificanti.
Un saluto

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