Buongiorno, mia figlia ha 13 anni. Frequenta la seconda media con ottimi risultati, va a scuola di d

31 risposte
Buongiorno, mia figlia ha 13 anni. Frequenta la seconda media con ottimi risultati, va a scuola di danza 3 volte la settimana da quando aveva 3 anni, frequenta un gruppo parrocchiale, ma nonostante ciò non riesce ad avere un'amica. Ogni volta che sembrava la volta buona, è stata una delusione scoprire che veniva cercata solo perché volevano aiuto nello studio o perché in quel momento "faceva comodo". Lei chiaramente ci sta male, è una ragazzina molto sensibile e introversa, è bella, dolce, altruista, ma nonostante tante qualità non riesce a venire accettata. Anche a danza non ha stretto delle amicizie solide, e a scuola viene un po' messa da parte perché considerata secchiona e non ha atteggiamenti di esibizionismo come altre coetanee. Vorrei un parere su come aiutarla, ho provato di tutto e anche lei. La sua autostima continua a crollare. Viene evitata perché non è come le altre, ma lei mi dice che non riesce a conformarsi e un po' la capisco perché a lei ancora nn interessa uscire con i ragazzi, truccarsi o vestirsi in un certo modo. Aiutatemi e ditemi che questo passerà e troverà la sua strada. Grazie in anticipo per la risposta.
Dott.ssa Marta Corradi
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Rho
Buonasera, e’ chiaro che in questo momento il fatto che sua figlia “non riesca ad avere un’amica”, che venga “evitata” e che la sua autostima “continua a crollare” siano per lei motivi di grande preoccupazione. Questa è la prima cosa a cui occorre dare ascolto: la sua stessa preoccupazione di madre. Potrebbe quindi valutare di chiedere assieme a suo marito una consulenza ad uno psicoterapeuta che si occupi di ragazzi in età preadolescenziale”. Con il terapeuta potrete eventualmente in seconda battuta valutare se sia utile che anche vostra figlia faccia dei colloqui con lui. Se per sua figlia questo è effettivamente un problema rilevante, che sua figlia sente come motivo di grande sofferenza, e’ bene che possa lei stessa parlarne con un terapeuta. Un saluto, Marta Corradi.

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Dott.ssa Alessia Vaudano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Gentile signora,
Si percepisce la preoccupazione per sua figlia e la difficoltà a comprendere le motivazioni per cui lei viva una certa situazione al di fuori del nucleo familiare. Mi sembra che possa rivolgersi a uno psicologo specializzato nell'infanzia e nell'adolescenza per spiegare meglio questa situazione e cercare delle soluzioni possibili, certamente meglio se è presente anche il padre. Può anche chiedere alla scuola se è presente uno sportello psicologico così da rivolgersi direttamente allo psicologo scolastico.
Cordiali saluti
Alessia Vaudano
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, effettivamente il periodo adolescenziale è un periodo difficile sia per i ragazzi che lo vivono, sia per i genitori che molte volte non sanno come aiutare i propri figli che sono in difficoltà. Cercate di stare vicino alla ragazza e fatela distrarre, sicuramente nuovi interessi potrebbero aiutarla a non pensare che non viene molto accettata. Inoltre come scrive la mia collega che mi precede, inizialmente eseguite delle sedute voi genitori con una psicoterapeuta che si occupa di adolescenti così magari i potrebbe dare dei suggerimenti utili per aiutare la ragazza. Inoltre se la ragazza lo desidera fate fare anche a lei delle sedute, per elaborare perchè non riesce ad instaurare un rapporto solido con le sue compagne, forse con una persona estranea riesce meglio ad aprirsi ed elaborare meglio i le sue emozioni ed incomprensioni, non sempre si riesce a confidare tutto ai propri genitori alla sua età si è molto riservati, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buongiorno. Concordo con le colleghe riguardo la possibilità di intraprendere un aiuto attraverso un terapeuta dell'età evolutiva. Tra le righe colpisce un po' quasi un rispecchiamento perfetto nel rapporto genitore-ragazzo: ciò che lei ha scritto potrebbe averlo potuto scrivere sua figlia stessa! Questa però è una dimensione che va analizzata con una persona esterna al sistema, proprio per il rischio di eccesso di simbiosi. Cordialita e auguri per una svolta positiva
Dr. Mario Ghiozzi
Psichiatra, Psicoterapeuta
Livorno
La mandi in una English School a Londra.
Dott.ssa Sabrina Isola
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Genova
Buongiorno cara mamma, ho conosciuto molte persone che fino ai 14/15 anni non avevano amici e poi si sono sbloccati. Quello che mi sento di dirle è di non patologizzare sua figlia, il rischio è che la ragazza si senta sbagliata, fatta male. Da quello che dice invece sua figlia è dolce, bella, altruista e brava a scuola. Un ipotesi per spiegare come mai gli altri la evitino potrebbe essere che si crei una dinamica relazionale basata sulla competizione e invidia da parte dei coetanei. Invece le relazioni hanno bisogno di collaborazione, aiuto reciproco e soprattutto a quell'età di gioco e leggerezza, dimensioni che forse sua figlia non riesce a viversi.Le consiglio di parlare con uno psicologo per valutare bene la situazione, io resto a sua disposizione.
Cordiali saluti
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Dott.ssa Annalisa Corlando
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
A 13 anni il potenziale evolutivo è ancora grande. Ognuno di noi è unico e non è necessario "conformarsi" se non aderire a un generico pensiero comune che costituisce in parte la nostra identità, ma solo in parte. Anche le "amicizie solide" sono spesso vissute come un ideale che l'esperienza ci insegna a non enfatizzare. È l'autostima che va consolidata prima di tutto da voi genitori. 13 anni è un'età di grandi cambiamenti e sentirsi inadeguati e incerti è normale. Guardi sua figlia con la giusta ammirazione ed entusiasmo così l'aiuterà a guardare se stessa nello stesso modo. Quello che non ha ancora raggiunto arriverà con l'esperienza e la riflessione.
Dr. Alessandra Lancellotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
C'è un motivo .....sua figlia è invidiata!!! è brava e bella
Ed il sentimento dell'invidia è come quello di un serpente,nessuno lo vede,ma è strisciante
Incoraggi sua figlia ad andare a testa alta
E ad aspettare momenti magici
Vedrà i risultati fra poco
Sono comunque a disposizione
Dott. Federico Scimone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pavia
Buongiorno signora. Le colleghe hanno tutte detto cose interessanti: concordo sull’idea di Consultare uno specialista che sia esterno al sistema familiare. Non patologizzare ok, ma lei mi sembra allarmata: la richiesta “ ditemi che tutto passerà “ é una sua richiesta di rassicurazione rispetto all’ansia. Se la ragazzina é in gamba come sembra, un aiuto esterno al sistema permetterà di correggere il tiro: se non riesce ad avere amiche qualche cosa da rivedere ci sta... anche perché quella é l’età principe del rispecchiamento nel gruppo dei pari ecc. non é saggio ignorare la sua solitudine.
Spero di essere stato utile.
Buon tutto
Buongiorno, il comportamento di sua figlia e nello specifico della scarsa autostima, l’isolamento, la difficoltà a stabilire relazioni amicali può avere diverse origini. La fase adolescenziale con le sue caratteristiche può mettere in evidenza degli aspetti della sua personalità, ma credo vadano anche considerate altre ipotesi, e ciò può essere conosciuto attraverso un aiuto psicologico che comprenda sua figlia e la famiglia. Proverei a riflettere su questo e chiedere un consulto con un professionista, credo le sarebbe utile.
Buona giornata
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Dott.ssa Chiara Guardigli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Forlì
Vedo sempre più ragazzi della stessa età di sua figlia che presentano gli stessi comportamenti. Non sono convinta che siano disfunzionali. Spesso quando li ascolto mi sembrano ragionamenti lucidi e capisco che ciò che dicono ha molto senso. Ci sono molti ragazzi che si rendono conto che ci sono cose che non funzionano e lo dichiarano apertamente. Forse sta a noi adulti ascoltare senza pregiudizi. Sono convinta che abbiamo tanto da imparare da loro.
Dott.ssa Paola Uriati
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Roma
Buongiorno signora, sostenga sua figlia nella sua autenticità. La stimoli ad aprirsi ed a fare esperienze, aiutano a crescere, ed aiutano anche lei nel gestire un processo di cambiamento tra i più perturbanti e creativi dell esistenza.
Cordialmente
Buongiorno signora, la fase dell'adolescenza è particolare: si rivedono tanti propri schemi e gli aspetti personali e relazionali emergono, iniziando ad essere valutati in maniera del tutto nuova e spesso negativa. Le consiglio una consulenza psicologica per sua figlia, perchè potrà far emergere e lavorare sul suo stato emotivo, suoi suoi pensieri e così anche sull'immagine di se e degli altri. Anche per voi genitori consiglio nel contempo, con la stessa psicologa, una consulenza genitoriale, in modo da lavorare sull'obiettivo comune di comprendere meglio come poter aiutare vostra figlia.
Cordialmente, dott.ssa Paola De Martino
Dott.ssa Sara Cerasuolo
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Buongiorno, la sua preoccupazione è comprensibile ma le consiglio di evidenziare tutte le cose belle che fa (danza, scuola, gruppo parrocchiale) e a non fossilizzarsi sulla questione delle amicizie: lei protegge molto sua figlia ed è giusto ma non deve sostituirsi a lei rendendola ancora più insicura. Il periodo pre-adolescenziale è caratterizzata dall' estremizzazione delle emozioni e delle situazioni e potrebbe essere utile uno spazio psicologico per sua figlia. Prima però, da psicoterapeuta familiare le consiglio di richiedere una seduta familiare e poi far scegliere a sua figlia se farsi aiutare o meno, in modo da non colpevolizzarla sulla questione delle amicizie o del suo atteggiamento.
Dott.ssa Patrizia Provasi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Legnano
Buongiorno signora, le parlo da psicologa che tiene uno sportello d’ascolto per allievi di un liceo. Allo sportello arrivano tante persone con questa problematica. Andando ad esplorare meglio le dinamiche che stanno alla base delle relazioni, spesso emerge un sentire, da parte del gruppo, di una sorta di rifiuto da parte della persona che, invece, si sente isolata. Sembra che, pertanto, sia un cane che si morde la coda: “io non ti cerco se tu non mi cerchi” e così, finisce che nessuno si avvicina all’altro. Si potrebbe chiedere ai prof come vedono sua figlia nelle relazioni di classe e capire se possono, loro, organizzare delle modalità di lezione diverse dalle frontali, magari in piccolo gruppo, in modo da favorire la socializzazione. Inoltre, potrebbe essere utile confrontarsi con un terapeuta che vi prenda in carico e che vi aiuti a gestire e comprendere meglio le dinamiche messe in campo.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Paola Giovani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, la preoccupazione per sua figlia la porta a chiedere aiuto per se stessa e ad augurarsi che sua figlia possa trovare la «sua» strada. Lei stessa dice, forse senza rendersene conto, che è arrivato il momento di separarsi da sua figlia e viceversa. Sua figlia non è più una bambina e deve avere la possibilità anche di dire di no e di sbagliare, di scegliere e di rischiare delle delusioni, anche di disobbedire un po' a lei, come madre e come donna, deve poterla sostenere accettando la conflittualità senza temere di perderla. Se accetterà di perdere la sua prediletta e perfetta bambina, potrà darle modo di diventare una giovane donna e di comprenderla nella sua differenza e singolarità. Penso che in questo momento così delicato per lei, la potrebbe aiutere una psicoterapia. Poi sua figlia sceglierà per se stessa. Cordiali saluti PG
Dr. Paolo Mancino
Psicologo, Terapeuta, Sessuologo
Napoli
Benedetta signora
Lei racconta di una ragazza 'unica' che non viene accettata dalle coetanee. Sembra proprio questo il problema.
Le potrei consigliare di interrompere il circolo vizioso unicità-incomunicabilita-rifiuto facendole nascere qualche piccolo difetto.
Buona giornata
Dott. Paolo Mancino
Dott. Roberto Quadalti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Faenza
Da genitore capisco quanto possa mettere apprensione l'idea di avere una figlia "ai margini", ma dal mio punto di vista e dalle poche informazioni disponibili, se sua figlia trae ancora piacere dall'andare a danza, dallo studio e dalle frequentazioni parrocchiali, il problema può essere considerato "evolutivo" e nel tempo le cose potranno senz'altro migliorare.
Non solo.
Quello che viene visto attualmente come un problema, potrebbe essere considerato come un'opportunità, l'opportunità di imparare a stare bene con se stessi e a non dipendere troppo dagli altri. Affinchè le amicizie siano viste come un arricchimento della propria vita e non come un vuoto da riempire.
Ma nel caso la sua sofferenza di genitore dovesse diventare "importante" contatti un professionista che le possa essere di aiuto, anche perché alle volte noi genitori, animati dalle migliori intenzioni, non sempre produciamo i risultati sperati.
Cordialmente
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sua figlia viene isolata in quanto si distingue dalla massa.
Le consiglio di starle particolarmente vicino durante questo periodo difficile.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile Signora, potrebbe considerare l'eventualità, se sua figlia è motivata e acconsente, ad iniziare un percorso con uno/a psicoterapeuta. Potrebbe esserle utile fare una riflessione sui bisogni che lei (madre) percepiva in adolescenza, e come ha attraversato quella fase di crescita. Questo le faciliterebbe una maggiore comprensione dei bisogni di sua figlia e le permetterebbe di accompagnarla al meglio in questa fase delicata.Valuti la possibilità di intraprendere lei stessa un percorso di consulenza da uno psicoterapeuta.
Cordialmente
dott.ssa Viviana Cosseddu
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, se questa situazione rappresenta un elemento di grande sofferenza per sua figlia, allora può optare per un percorso insieme ad un terpista. Come già accennato dai colleghi, chiederei opinioni anche da parte di chi vive sua figlia fuori dall'ambito domestico, come professori o insegnanti.
MMM
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo che sta attraversando. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dr. Roberto Gungui
Psicologo, Psicoterapeuta
Nuoro
Buonasera Sig.ra, concordo con i colleghi che potrebbe essere utile per sua figlia iniziare un percorso con uno/a psicoterapeuta col fine di comprendere al meglio quali siano i suoi bisogni. Prenda in considerazione, lei stessa, la possibilità di intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità che possa consentirle un supporto in questo momento delicato di crescita di sua figlia.
Rimango a disposizione, anche online.
Cordiali saluti.

Dott. Roberto Gungui
Dott.ssa Arianna Fatichenti
Psicologo clinico, Psicologo
Civezzano
Buongiorno, l’età di sua figlia non è sicuramente facile da gestire, sia per la ragazza che per il genitore, per i cambiamenti, ma anche per il contesto sociale a cui ci si deve “adattare”. Infatti chi non si conforma è escluso, a meno che non trovi una nicchia che la capisca, ma con la crescita e le nuove esperienze che farà probabilmente svilupperà risorse per stare meglio.
Leggo anche che ha provato ad aiutarla in qualsiasi modo, ed è un comportamento normalissimo, ma questa può essere anche una lama a doppio taglio. Ovviamente non so se sia il suo caso, servirebbero più informazioni, ma la riflessione che le lascio è questa: aiutare in modo ripetuto manda due messaggi uno che fa sentire protetti, l’altro che da sola non sarà mai in grado di farcela.
Spero di essere stata utile, un saluto.
Dott. Riccardo Poma
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sassari
Buonasera signora, più che comprensibile la sua preoccupazione poiché avendo a che fare con un'età delicata come quella della adolescenza è anche una fase molto sensibile per la crescita di un figlio. Mi permetto però di proporre un altra ottica in cui guardare a questa situazione: oramai in un periodo storico in cui molti adolescenti puntano, come ha detto lei ad un conformismo che probabilmente in parte li costringe ad assumere delle "maschere" sociali e dei vestiti che possano essere quelli in voga. Nelle sue parole, sua figlia è una che ha interessi, che si impegna è quest'autenticità sarà indubbiamente la chiave per amicizie sincere.. l'autostima a volte cala, quando non abbiamo chiaro che il nostro essere diversi dagli altri sia la garanzia che le nostre qualità siano la chiave per relazioni autentiche, durature e realmente gratificanti.
Un saluto
Dott. Mauro Vargiu
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Milano
Gentile utente, chieda un consulto psicologico a uno psicologo esperto in età evolutiva.

Cordiali saluti
Dott.ssa Tiziana Loddo
Psicologo, Psicoterapeuta
Fonni
Gentile signora, comprendo la sua preoccupazione verso ciò che sta vivendo sua figlia. Tra l'altro in un periodo molto delicato della sua crescita, in cui è particolarmente importante il confronto con i coetanei. Mi sento di dirle che sua figlia, non deve necessariamente sentirsi costretta nel conformarsi a stili e atteggiamenti che non la rispecchiano anche se ciò le pregiudica l'esclusione da gruppi amicali eventuali. Potrebbe essere utile un percorso psicologico per sua figlia, se naturalmente mostra la necessità di approfondire questo suo malessere, nel quale normalizzare ciò che prova e investire sul rafforzamento della propria autostima per trovare il giusto equilibrio nel suo percorso di crescita e di costruzione di propria identità.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

Capisco la sua preoccupazione per sua figlia, ed è naturale desiderare che possa sentirsi accettata e avere relazioni significative. Dalla sua descrizione, sembra essere una ragazza con molte qualità positive, ma che fatica a trovare un ambiente in cui sentirsi davvero a proprio agio e valorizzata. L'adolescenza è un periodo particolarmente delicato, in cui il bisogno di appartenenza può scontrarsi con il desiderio di restare fedeli a sé stessi, e spesso chi ha una personalità più introversa e sensibile può trovarsi in difficoltà nel costruire amicizie autentiche.

È importante che lei continui a sostenerla, valorizzando la sua unicità e aiutandola a comprendere che, anche se ora può sembrare difficile, col tempo troverà persone che la apprezzeranno per quello che è. Potrebbe essere utile incoraggiarla a cercare contesti in cui possa incontrare coetanei con interessi affini, magari al di fuori della scuola o della danza, come laboratori creativi, associazioni culturali o gruppi che promuovono attività basate sulla collaborazione e sul confronto.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che possa supportarla nell'affrontare questo momento e lavorare sulla sua autostima, aiutandola a sviluppare strategie per costruire relazioni più gratificanti senza sentirsi obbligata a cambiare la propria essenza.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Maria Paola Scanu
Psicologo, Psicologo clinico
Sassari
Buongiorno, capisco bene la sua preoccupazione. L’adolescenza è un’età complessa, in cui il bisogno di sentirsi accettati può scontrarsi con la fatica di non uniformarsi agli altri. La sensibilità e l’autenticità di sua figlia sono qualità preziose, anche se ora possono farla sentire “diversa”. Col tempo troverà persone più affini con cui costruire legami autentici. Intanto, può esserle d’aiuto offrirle uno spazio di ascolto in cui si senta accolta senza pressioni e, se la sofferenza dovesse diventare troppo pesante, valutare un percorso di supporto psicologico che la aiuti a rafforzare l’autostima e a leggere le difficoltà relazionali in una prospettiva nuova.

Non si scoraggi: spesso i ragazzi più sensibili e autentici sono proprio quelli che, crescendo, riescono a costruire legami più significativi e duraturi.
Dott.ssa GIULIA CHIRONI
Psicologo, Psicologo clinico
Nuoro
​Grazie per aver condiviso la sua storia, che rivela un amore e una sensibilità profondi per sua figlia. È del tutto naturale che vederla soffrire in questo modo sia doloroso e fonte di grande preoccupazione. Quello che sta vivendo sua figlia, sebbene sia un'esperienza molto dolorosa, è purtroppo un percorso che molti attraversano durante l'adolescenza, un periodo in cui il bisogno di appartenenza si scontra spesso con la superficialità e le dinamiche mutevoli dei legami tra coetanei. Il fatto che venga cercata solo per convenienza non dice assolutamente nulla sul suo valore, ma riflette invece l'immaturità delle relazioni a quell'età, che spesso si basano su ciò che è visibile o "utile" piuttosto che su ciò che è autentico. Sua figlia, al contrario, sta dimostrando una grande integrità personale e una forza rara per la sua età, scegliendo di rimanere fedele a se stessa e ai suoi valori piuttosto che conformarsi per ottenere un'accettazione fittizia. Questa sua scelta di non omologarsi è il fondamento della sua autostima, che sebbene ora sembri vacillare, si sta in realtà costruendo su basi solide che la renderanno una persona resiliente e sicura di sé in futuro. Il suo ruolo in questo momento non è di risolvere la situazione, ma di essere un porto sicuro, un punto di riferimento stabile dove l'amore è incondizionato. Continui a valorizzare le sue qualità, la sua dolcezza, la sua intelligenza e il suo impegno; la incoraggi a coltivare le sue passioni come la danza non per gli altri, ma per la sua gioia personale; e soprattutto, sia la sua confidente, ascoltando il suo dolore senza minimizzarlo. Le relazioni significative non si costruiscono sulla popolarità, ma sulla genuinità. Le assicuro che questa fase passerà e che, grazie alla forza interiore che sta sviluppando ora, sua figlia troverà amicizie profonde e vere, che la apprezzeranno esattamente per la persona straordinaria che è.
Dott.ssa Francesca Tedde
Psicologo, Psicologo clinico
Sassari
Buongiorno,
quello che descrive è una situazione piuttosto comune tra i ragazzi sensibili e maturi, che spesso faticano a sentirsi parte di un gruppo a questa età. Le dinamiche sociali in adolescenza sono spesso basate sulla conformità e sull’apparenza, e chi mantiene la propria autenticità può sentirsi escluso o “fuori posto”.
Non significa che sua figlia abbia qualcosa che non va, anzi: il suo modo di essere la porterà, col tempo, verso relazioni più autentiche e profonde. Tuttavia, la sofferenza che sta provando e il calo di autostima meritano attenzione. In questi casi può essere importante un percorso psicologico individuale, che la aiuti a comprendere meglio cosa accade nelle dinamiche con i coetanei, rinforzare la propria autostima e sviluppare strumenti più efficaci per gestire le relazioni e la solitudine.

Con un supporto adeguato potrà riconoscere il proprio valore e imparare a costruire legami più sani, senza doversi snaturare per essere accettata.

Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Tedde

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