Buongiorno, ho scoperto dopo un percorso personale con una persona che mi ascolta, che i miei genito
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Buongiorno, ho scoperto dopo un percorso personale con una persona che mi ascolta, che i miei genitori sono manipolatori affettivi, uso spesso da parte di entrambi di frasi come
- che se penso a me io non tengo a loro, che se faccio qualcosa che a loro non vâ bene io non gli voglio bene
- mia mamma usa il silenzio assenso
-mio padre dice che sono egoista e che esagero spesso quando manifesto un idea contraria alla loro.
Il problema è che sono arrivati a minacciarmi di cacciarmi di casa io sono maggiorenne studio e non lavoro cosa posso fare?
- che se penso a me io non tengo a loro, che se faccio qualcosa che a loro non vâ bene io non gli voglio bene
- mia mamma usa il silenzio assenso
-mio padre dice che sono egoista e che esagero spesso quando manifesto un idea contraria alla loro.
Il problema è che sono arrivati a minacciarmi di cacciarmi di casa io sono maggiorenne studio e non lavoro cosa posso fare?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
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Buongiorno. Mi spiace per la situazione in cui si trova. Da quello che lei riferisce lei è in una fase in cui è sempre più consapevole delle dinamiche familiari di controllo. Ë importante che lei continui approfondendo questi temi per imparare a gestire non solo loro ma le sue future relazioni al di fuori della famiglia. Le consiglio di parlare con il suo terapeuta su questa minaccia di cacciarla di casa e il significato che ha all'interno della relazione con i suoi. Saluti.
Buonasera, lei parla di “una persona che mi ascolta”, intende dire uno psicologo/psicoterapeuta? Ora, non sappiamo come i suoi genitori siano portati a relazionarsi all’altro, specie al figlio e forse può essere interessante solo fino a un certo punto. Lei domanda cosa fare, questo, giustamente, fa questione, ma così come non è opportuno che siano loro a dirle cosa fare non si aspetti un consiglio pratico o addirittura un’indicazione su scelte così radicali. Valuti l’opportunità di un percorso professionale al fine di poter ascoltare il suo, proprio, desiderio anche sul da farsi. Qualora sia già seguito professionalmente, non esiti a porre questioni come quella che riporta qui. Un saluto cordiale
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso a ritrovarsi senza punti di riferimento mentre costruisce il suo futuro.
Quando parla di "una persona che la ascolta" fa riferimento a uno psicologo/psicoterapeuta? Da quel che ho compreso dal suo messaggio questa persona l'ha portata ad alcune conclusioni sulla sua famiglia, è importante che sia una figura specializzata in salute mentale, per poter trattare con la giusta cura il suo vissuto.
Le suggerirei di valutare un consulto con una figura professionale psicologica o psicoterapeutica al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte ai pensieri e alle situazioni che la mettono in difficoltà.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Quando parla di "una persona che la ascolta" fa riferimento a uno psicologo/psicoterapeuta? Da quel che ho compreso dal suo messaggio questa persona l'ha portata ad alcune conclusioni sulla sua famiglia, è importante che sia una figura specializzata in salute mentale, per poter trattare con la giusta cura il suo vissuto.
Le suggerirei di valutare un consulto con una figura professionale psicologica o psicoterapeutica al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte ai pensieri e alle situazioni che la mettono in difficoltà.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Cara utente, comprendo la difficoltà che sta affrontando. Non deve essere semplice convivere con una dinamica familiare che la fa sentire in questo modo. Ora nessuno di noi le può dire cosa sia più giusto fare. Mi sembra di comprendere che lei sia già agganciata ad un/una collega. Pertanto mi sento di dirle di condividere con lui/lei ciò che sta accadendo nella sua famiglia; e comprendere quale possa essere la strada migliore per lei e la sua famiglia. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Cara utente, mi spiace molto per la condizione di sofferenza psicologica in cui si trova. Il consiglio, come hanno già detto i miei colleghi, è quello di affrontare tutto quello che sta accadendo dentro e fuori di lei, insieme ad un professionista che le faccia scoprire quale sarà la scelta che lei riterrà più giusta per sé stessa, una volta conosciutasi meglio. Spero che intraprenda un percorso quanto prima, soprattutto perché spesso queste situazioni frustranti possono minare all'autostima, al senso di auto-efficacia e possono portare a meccanismi che riportiamo all'interno delle altre relazioni interpersonali che abbiamo intorno. Le consiglio una psicoterapia psicodinamica o psicoanalitica in modo che possa esplorare le varie dinamiche interne ed esterne, in profondità. Spero possa presto trovare un po' di chiarezza e serenità.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dr.ssa Lucia Marzano
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dr.ssa Lucia Marzano
Buongiorno gentile utente,
Mi dispiace molto per la situazione che sta passando. Non mi è chiaro se i tuoi genitori abbiano deciso di cacciarti di casa in seguito alla tua comunicazione di quello che è emerso nel tuo percorso. Non è mai facile vivere all’interno di una dinamica familiare di questo tipo. Mi chiedevo se la persona che ti sta seguendo sia uno psicologo o psicoterapeuta, il mio consiglio è comunque condividere questa fatica con il uno psicoterapeuta che possa accompagnarti in questo difficile percorso.
Rimango a disposizione ti auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Mi dispiace molto per la situazione che sta passando. Non mi è chiaro se i tuoi genitori abbiano deciso di cacciarti di casa in seguito alla tua comunicazione di quello che è emerso nel tuo percorso. Non è mai facile vivere all’interno di una dinamica familiare di questo tipo. Mi chiedevo se la persona che ti sta seguendo sia uno psicologo o psicoterapeuta, il mio consiglio è comunque condividere questa fatica con il uno psicoterapeuta che possa accompagnarti in questo difficile percorso.
Rimango a disposizione ti auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Cara Utente, innanzitutto mi dispiace molto per la sofferenza e la pesantezza che al momento caratterizzano la relazione con i suoi genitori. Come le suggerivano i miei colleghi, un percorso personale con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere il significato di queste dinamiche dolorose. Ci sarebbero tanti temi da approfondire. Perchè la sua emancipazione, i suoi spazi, sono vissuti come un tradimento dai suoi genitori? Cosa significa per lei prendersi degli spazi solo suoi? Un percorso ad orientamento sistemico-relazionale potrebbe darle molti spunti in questo senso. Resto a sua disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Mariagiulia Sacco
Buongiorno, gentile utente, capisco che non sentirsi considerati in famiglia sia davvero faticoso. Secondo me dovrebbe cercare di fare un percorso per migliorare la sua assertività, questa capacità le permetterebbe di parlare in modo sincero con i suoi genitori cercando di esporre il suo punto di vista senza entrare in conflitto con loro. Migliorare le modalità di comunicazione è un passo verso il miglioramento della relazione e sicuramente farebbe sentire meglio sia lei e anche loro. Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Simona Vignoli
Gentile Utente, quella che descrive è certamente una situazione che crea molta sofferenza, mi arriva, dal suo messaggio, il dolore per non sentirti supportata e compresa dalla tua famiglia. La minaccia di non volerti più a casa sembra poi una reazione (eccessiva) alla fatica dei tuoi genitori di vederti crescere e diventare grande, autonoma e differenziata da loro. Sarebbe opportuno poterti confrontare con un collega per accompagnarti in questo percorso. Un caro saluto Sara Genny Chinnici
Buongiorno, descrive una situazione fonte di molto dolore e angoscia. Lei ha sempre più chiari davanti a se i meccanismi in atto; una volta presa consapevolezza è possibile poi trovare i modi per modificarlo. Sono certa che lavorando su questo tema con il/la collega riuscirete a trovare la soluzione più adatta a lei. Un abbraccio
Gentile Utente, sicuramente non è una situazione facile e sostengo il suo desiderio di condivisione e confronto. La persona che la ascolta è uno psicologo/psicoterapeuta? Questo è importante, perché oltre alla condivisione di ciò che sta vivendo e al supporto che riceve da questa persona, sarebbe utile fare un percorso con un professionista per indagare meglio le dinamiche familiari e apprendere dei modi per difendersi psicologicamente dai conflitti e dalla manipolazione. Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Giulia Gregori
Dott.ssa Giulia Gregori
Buongiorno gentile utente , mi sembra di capire che ha sempre più chiari davanti a se i meccanismi in atto; una volta presa consapevolezza è possibile poi trovare i modi per modificarlo. Sono certa che lavorando su questo tema attraverso il sostegno psicologico riuscirà a gestire la situazione sia dal punto di vista emotivo sia comportamentale . Cordialmente ,
Andreozzi Jasmine
Andreozzi Jasmine
Buonasera, in un tema così complesso come le relazioni familiari lei inserisce il concetto di essere ascoltati da qualcuno per giungere a determinate conclusioni: questa persona è uno psicologo e/o uno psicoterapeuta? Qualora lo fosse mi sento di dirle che dovrebbe parlarne con lui. Qualora non lo fosse consideri l'ipotesi di intraprendere un percorso con un Professionista psicologo e/o psicoterapeuta. Vede, un conto è parlare con un amico, e questo è un ottimo sfogo e modo per ricevere supporto in una situazione difficile. Un conto è affrontare un tema con un professionista della salute mentale che la aiuta a lavorare con le sue emozioni. Sono due cose importanti, ma diverse.
Gentilissima, spero che quando dice "la persaona che mi ascolta" sia uno / una psicoterapeuta. Il disagio che sta vivendo, dovuto alle fatiche dei suoi genitori a considerarla come una persona autonoma, differenziata da loro, con propri obiettivi, esigenze e punti di vista , deve essere condiviso con uno/ a specialista ...non basta una migliore amica o una cara collega che ci sappia ascoltare. Una persona qualificata che l ' aiuti a creare nuovi strumenti emotivi e relazionali per comunicare con i suoi genitori in modo efficace, con toni pacati ed empatici, sollecitando in loro la capacità di mettersi nei suoi panni e capire le sue intenzioni ed inclinazioni. Un caro saluto,
Giuseppina Cavallo
Giuseppina Cavallo
Salve,
È una situazione davvero emotivamente importante.
Ritengo però che ci sia ancora qualcosa sotto da scoprire, e le cose che dice sono poche per valutare nel suo insieme. Ritengo che la separazione interna ed esterna dai propri genitori possa essere una fase difficilissima nella società odierna ed una situazione che vivono in tantissime persone.
Se vuole ci sono anche online per comprendere insieme maggiori dettagli e di andare in profondità verso questi aspetti.
Dott. Salvucci Matteo
È una situazione davvero emotivamente importante.
Ritengo però che ci sia ancora qualcosa sotto da scoprire, e le cose che dice sono poche per valutare nel suo insieme. Ritengo che la separazione interna ed esterna dai propri genitori possa essere una fase difficilissima nella società odierna ed una situazione che vivono in tantissime persone.
Se vuole ci sono anche online per comprendere insieme maggiori dettagli e di andare in profondità verso questi aspetti.
Dott. Salvucci Matteo
Gentile utente, mi rendo conto che spesso si considerano i figli delle appendici che, per essere dei buoni figli, dovrebbero replicare a mo’ di fotocopia i propri genitori e non diventare persone in grado di autodeterminarsi. Penso che nel suo caso potrebbe provare ad utilizzare una comunicazione assertiva, per cercare di far arrivare alla mente e al cuore di suoi genitori i suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi bisogni e i suoi orientamenti e progetti di vita futura. Continui, in ogni caso a farsi aiutare per realizzare tutto questo. Le auguro di riuscire nell'impresa. Cordiali saluti. Maria Nasti
Buongiorno, ti consiglio di rivolgerti a uno psicologo o a uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale per discutere della tua situazione in modo più dettagliato e ottenere consigli specifici sulle opzioni disponibili per te. Potrebbero esserci risorse o programmi di assistenza che possono aiutarti a gestire questa situazione. Inoltre, uno psicologo o uno psicoterapeuta può aiutarti a sviluppare strategie per affrontare la manipolazione emotiva dei tuoi genitori e per stabilire confini sani nella tua relazione con loro. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o supporto.
Un caro saluto,
Dott. Moro
Un caro saluto,
Dott. Moro
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Situazione difficile. In questi casi è importante esser ambivalenti quanto loro, inserendo dei comportamenti e/o delle comunicazioni di altrettanta paradossalità.
Ci sarebbe bisogno di approfondire l'argomento per poter sviluppare una strategia ad hoc per il tuo caso.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Ci sarebbe bisogno di approfondire l'argomento per poter sviluppare una strategia ad hoc per il tuo caso.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buonasera, le riporto alcuni pensieri che ho fatto leggendo il suo messaggio. Innanzitutto riconoscere comportamenti manipolatori da parte dei propri genitori è un passo difficile e coraggioso, soprattutto quando si vive ancora con loro e si dipende in parte o totalmente da loro sul piano materiale e questo è un passo che lei ha già fatto; il primo passo per affrontare questa dinamica è riconoscere che i suoi sentimenti e il suo disagio sono validi. Le frasi che descrive come “se fai qualcosa che non va bene a noi, significa che non ci vuoi bene” sono esempi di manipolazione affettiva e questi comportamenti possono generare sensi di colpa ingiustificati e farla sentire inadeguata o egoista semplicemente per aver espresso se stessa. È importante ricordare che dissentire dai propri genitori o pensare a sé stessi non significa mancare di rispetto o non voler loro bene ma anzi questi sono confini sani e normali che ognuno ha diritto di stabilire. Nel suo caso è importante cercare strategie per proteggersi emotivamente e affrontare la situazione nel modo meno conflittuale possibile: un modo è riconoscere le dinamiche senza sentirsi in colpa perchè lei non è egoista perché ha idee diverse ma sta semplicemente affermando chi è; eviti lo scontro diretto e quando possibile, cerchi di non reagire emotivamente alle loro provocazioni; provi a introdurre piccoli confini come come evitare di discutere su certi argomenti o magari cerchi di ritirarsi in un altro ambiente quando la situazione diventa troppo pesante.
La minaccia di cacciarti di casa è una forma di controllo molto forte e spaventosa e anche se al momento lei è dipendente da loro, è importante iniziare a pianificare un percorso verso una maggiore autonomia ed in questo sicuramente le sarà molto utile il confronto con il/la suo/a psicologo/a. Si ricordi che la sua priorità deve essere il suo benessere. Non è suo compito soddisfare ogni aspettativa dei suoi genitori, specialmente quando queste richiedono il sacrificio della sua serenità o identità. Coltivare un sano senso di sé non significa essere egoisti, ma è un passo fondamentale per costruire una vita appagante.
La minaccia di cacciarti di casa è una forma di controllo molto forte e spaventosa e anche se al momento lei è dipendente da loro, è importante iniziare a pianificare un percorso verso una maggiore autonomia ed in questo sicuramente le sarà molto utile il confronto con il/la suo/a psicologo/a. Si ricordi che la sua priorità deve essere il suo benessere. Non è suo compito soddisfare ogni aspettativa dei suoi genitori, specialmente quando queste richiedono il sacrificio della sua serenità o identità. Coltivare un sano senso di sé non significa essere egoisti, ma è un passo fondamentale per costruire una vita appagante.
Buonasera, le conviene chiederlo alla "persona che l"ascolta". Cordiali saluti.
Da quello che ha scritto sembra esserci già una persona che l'ascolta, se questa persona è un professionista della salute mentale sono sicuro che avrete modo di discutere quale soluzione perseguire all'interno di una dinamica affettivamente così intricata e complessa. Altrimenti le consiglio di iniziare un percorso dove avere il giusto tempo per chiarire le idee a riguardo del problema e identificare le migliori soluzioni e compromessi.
Buona giornata
Buona giornata
Buongiorno, capisco quanto sia difficile e doloroso rendersi conto di dinamiche familiari che mettono in discussione il senso stesso di sicurezza e appartenenza. Scoprire che i propri genitori utilizzano modalità manipolatorie dal punto di vista affettivo può essere un’esperienza destabilizzante, soprattutto perché la famiglia è solitamente il primo luogo da cui ci aspettiamo protezione, accoglienza e sostegno. Le frasi che riporta, come l’associare la sua autonomia o i suoi bisogni al fatto di non voler bene ai suoi genitori, l’uso del silenzio come forma di punizione o l’accusa di essere egoista quando manifesta idee diverse, rappresentano effettivamente meccanismi che hanno la funzione di condizionarla emotivamente, mettendola in una posizione di colpa e fragilità. È naturale che in una situazione simile lei si senta combattuta tra il desiderio di essere sé stesso, con i propri pensieri e le proprie scelte, e la paura di perdere il legame o la sicurezza materiale offerta dalla famiglia. Le minacce di cacciarla di casa, poi, alimentano un senso di precarietà che può far crescere ansia e timore per il futuro. Da un punto di vista cognitivo comportamentale, è importante innanzitutto validare le sue emozioni: la sofferenza che prova è legittima, così come lo è la confusione che nasce dal sentirsi intrappolato in una relazione che dovrebbe essere di cura ma che spesso assume tratti di controllo. Un passo utile può essere quello di lavorare sulla distinzione tra ciò che i suoi genitori dicono e ciò che questo significa realmente per lei. Per esempio, quando le dicono che pensare a sé stesso equivale a non tenerli in considerazione, è fondamentale che lei impari a riconoscere che questo è un loro modo di manipolare e non una verità assoluta. In realtà, prendersi cura dei propri bisogni non vuol dire non volere bene, ma vuol dire dare valore alla propria salute psicologica, alla propria crescita e al proprio futuro. Allo stesso modo, il silenzio o le accuse non definiscono chi lei è, ma sono tentativi di ridurre la sua libertà. Dal punto di vista pratico, capisco che la sua condizione di studente senza lavoro renda complicato pensare a un distacco immediato, ma potrebbe valutare strategie a medio termine che le diano maggiore autonomia. Questo può voler dire, per esempio, cercare pian piano di costruirsi una rete di supporto esterna, fatta di amici, parenti più disponibili o servizi territoriali, e iniziare a programmare percorsi che le permettano di rendersi indipendente. In parallelo, un lavoro psicologico individuale potrebbe aiutarla ad affrontare la colpa che inevitabilmente si attiva quando si prova a mettere confini ai propri genitori, rinforzando al tempo stesso la capacità di riconoscere e gestire i tentativi manipolatori. Non deve sentirsi sbagliato se prova il bisogno di difendere i suoi spazi e di pensare a sé stesso. È un passaggio doloroso ma necessario nel percorso di crescita, soprattutto quando il contesto familiare non è in grado di offrire un sostegno equilibrato. Ogni piccolo passo verso la consapevolezza e l’autonomia sarà un modo per prendersi cura della sua salute psicologica e costruire un futuro più libero e sereno. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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