Buongiorno, ho 36 anni, nel 2021 ho partorito e subito dopo ho avuto delle leggere avvisaglie di dep

16 risposte
Buongiorno, ho 36 anni, nel 2021 ho partorito e subito dopo ho avuto delle leggere avvisaglie di depressione (tristezza, apatia, stanchezza cronica, ...).Ad inizio di quest'anno ho avuto un aborto che ha peggiorato una condizione che sembrava passata, questo stato è durato per mesi e mi sono aiutata, dietro consiglio del ginecologo con farmaci omeopatici. In quest'ultimo periodo, sotto pressione, i sintomi sono riapparsi (problemi coniugali, bimba che assorbe energie, il lavoro che richiede impegno sempre maggiore, cure farmacologiche e alimentari per una mia patologia) e vivo in maniera ansiosa anche piccole situazioni quotidiane che tendo ad ingigantire. La cosa si ripercuote anche nella vita di coppia, aggredendo mio marito in diverse circostanze, accusandolo delle sue distrazioni, della sua assenza e del carico di incombenze che mi ha lasciato tra la bimba, la casa e le faccende domestiche correlate. Questo stato mi porta agitazione, insonnia, pianti e una stanchezza dovuta alle responsabilità e alle cose da fare che sento tutte caricate su di me. Ora chiedo, per cercare di prendere in tempo una situazione che potrebbe anche peggiorare, per il bene innanzitutto di mia figlia, a chi specialista sarebbe più indicato rivolgermi. Sarebbe più utile un colloquio di coppia? O avrei bisogno dell'aiuto anche di farmaci in una condizione come questa? Nel frattempo come posso alleviare questa situazione? Ringrazio delle risposte.
Cara utente, immagino quanto possa essere dolorosa la situazione che sta vivendo. Ciò che più mi sento di dirle e di valutare un percorso psicologico individuale dove lei possa elaborare i suoi vissuti rispetto alla maternità, al suo ruolo di madre, alla sua vita attuale e alla sua relazione. Tutto ciò che le accade è importante e degno di essere ascoltato, accolto ed elaborato. Per quando riguarda la terapia di coppia potrebbe parlarne con il suo partner è capire su cosa vorreste lavorare come coppia. Mi sembra già molto consapevole di ciò che le accade questo sarà per lei un ottimo punto di partenza per un eventuale percorso di supporto psicologico. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Buonasera, i periodo difficili ci mettono alla prova e non sempre abbiamo le energie per fronteggiare tutte le difficoltà se sono troppe o se sono intense. Partendo dalla situazione che descrive penserei prima alla sua situazione singolarmente con un percorso di psicoterapia e magari anche considerando la possibilità di ricorrere ad un supporto farmacologico. Successivamente se con una maggiore serenità inquadra delle problematiche relative alla gestione della vita di coppia potrà dedicarsi a quello con sedute apposite.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Signora, sono dispiaciuto dell'accaduto. Non reputo, a mio avviso, necessario l'utilizzo in questa fase di farmaci. Sarebbe piuttosto preferibile, in casi come il Suo, intraprendere un percorso di terapia dapprima individuale al fine di far emergere i suoi vissuti ma soprattutto per imparare a gestire le emozioni come la rabbia che sembra adesso prevalere rispetto al resto. Nel frattempo qualora il coniuge fosse d'accordo si può ipotizzare un percorso di coppia per far emergere le dinamiche disfunzionali. Resto a disposizione.
Gentilissima, leggendola ho avvertito tutto il peso che sente sulle spalle e che immagino abbia sostenuto senza mai aver trovato il tempo, sinora, di occuparsi realmente di se stessa tenuto conto delle numerose incombenze che caratterizzano la sua vita. Ora è probabilmente stanca, provata, e ha bisogno di posare a terra questo zaino così pesante che ha trascinato con diligenza e impegno. Anche se questo mezzo rappresenta sempre un limite nel dare suggerimenti che siano quanto più adeguati possibile, le suggerirei di valutare un percorso psicoterapico individuale dopodiché, nel corso delle sedute, laddove emergesse una più specifica esigenza e quindi la necessità di un percorso di coppia, sarà il terapeuta stesso a orientarla nel modo più appropriato. Nel frattempo, la invito a riflettere sul fatto che aver preso consapevolezza di aver bisogno di uno spazio tutto suo, dove potersi prendere cura dei suoi bisogni e poter mettere in pausa la sua vita tanto impegnativa, sia già un passo estremamente importante. La saluto cordialmente, augurandole ogni bene
Gentile sig.ra non bisogna mai sottovalutare i momenti di tristezza e i disturbi dell’umore post Partum aggravati successivamente anche dall’aborto.
Io credo sia più urgente ripristinare il suo benessere individuale partendo dalle esperienze più avverse che hanno minato il suo equilibrio. Vanno elaborate e curate possibilmente seguendo un percorso mirato di psicoterapia EMDR con uno psicologo/a specializzato/a in psicoterapia e certificato/a practitioner da EMDR Europe. Nulla vieta chiedere una visita psichiatrica per un sostegno farmacologico che da solo però non risolve le cause.
Per gli incontri di coppia io aspetterei che lei sia più solida e quindi aspetterei che concluda la psicoterapia infividuale.
Sono disponibile sia di persona che da remoto.
Un saluto cordiale
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Gent.ma, per rispondere in modo appropriato alle sue domande è necessaria una consultazione clinica. Solo così diventa possibile valutare quale percorso di cura può essere indicato: considerata l'esperienza di soffrenza che descrive, non sottovaluti la possibilità di farsi aiutare. SG
Carissima,
da quello che lei racconta traspare tutta la fatica e le difficoltà di questo momento. Credo sia importante per lei parlarne con qualcuno, poter inquadrare quello che sta accadendo dentro di lei ed intorno a lei e prendersi uno spazio che sia solo suo. Per questo le consiglierei una psicoterapia individuale; all'interno di questa potrà analizzare in modo più approfondito la necessità o il desiderio di aiuto farmacologico e di un eventuale psicoterapia di coppia. Ha tutto il diritto di mettersi al primo posto e di prendersi cura di sè e di conseguenza della sua famiglia. A disposizione, Dtt.ssa Giorgia Aiolfi
Un colloquio di valutazione psicologica, per lei , non solo sarebbe utile, ma assolutamente necessario perchè sono presenti numerosi indicatori di disagio e sicuramente necessità di essere aiutata. Cosa posso fare nel frattempo? Può essere di aiuto ascoltare il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Spotify e altre piattaforme on line.
Troverà informazioni preziose e strumenti di auto aiuto, pratiche guidate che può utilizzare immediatamente per ridurre lo stato di disagio.
Cordialmente. Dott. Bruno Ramondetti
Buongiorno,

la sua situazione andrebbe meglio approfondita mediante un colloquio di valutazione. Potrebbero esserci i margini per una terapia di coppia, oppure per una terapia individuale. Andrebbe approfondito per esempio questo senso di vuoto che la accompagna e anche un pochino questi aspetti depressivi che sembrerebbero esser emersi anche in passato. Potrebbero esserci di base altre situazioni che nemmeno lei al momento riesce a riconoscere che avrebbero bisogno di esser sviscerate.
Contatti quanto prima uno psicologo-psicoterapeuta, come primo passo e si apra alla possibilità di effettuare un colloquio di valutazione.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Mi dispiace per le difficoltà che sta attraversando e che condivide. A mio avviso potrebbe essere opportuno rivolgersi in primis ad uno/a psicologo/a psicoterapeuta in modo individuale, per approfondire da una parte la sua esperienza personale e la situazione più in generale, e per valutare dall'altra il tipo di percorso professionale che può rispondere in modo efficace alle problematiche che sta sperimentando nell'ottica di promuovere il recupero del proprio benessere e della propria salute. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile signora, io le consiglierei prima degli incontri individuali che la aiutino a far fronte alla situazione che sta vivendo. Sicuramente sarebbe opportuno affiancare alla psicoterapia, una terapia farmacologica che possa aiutarla e dopo un primo periodo di terapia individuale, si potrebbe coinvolgere suo marito. Resto a sua disposizione nel caso in cui volesse ulteriori informazioni.
D.ssa Rosalba Mazzarelli
Buongiorno! Credo faccia molto bene ad attivarsi per capire cosa fare e come muoversi. In questi casi NON BISOGNA RESTARE DA SOLI, nella maniera più assoluta. DEVE rivolgersi a qualcuno (psichiatra o psicoterapeuta) per una prima valutazione a cui seguirà un percorso condiviso. In alcune regioni esiste anche il "CENTRO DI PSICHIATRIA PERINATALE E RIPRODUTTIVA" (nel Lazio per esempio) a cui potersi rivolgere. Non indugi e in bocca al lupo
Salve,
io le consiglierei una terapia individuale per gestire al meglio il baby blues ( un inizio di depressione post partum) e forse una vera e propria depressione post partum.
Sarà il professionista a chiederle incontri di coppia se lo ritiene opportuno. Ha perfettamente ragione ad intervenire adesso, la sua sintomatologia non è uno scherzo e va presa in carico il prima possibile.
Saluti
Buongiorno, la maternità ci mette sempre di fronte alla nostra storia personale di figlie, al confronto con i modelli genitoriali che abbiamo avuto e può riaprire "vecchie ferite". Inoltre, diventare genitori, impone alla coppia un cambiamento sia nelle dinamiche che nelle modalità relazionali. La perdita di un figlio è un evento estremamente doloroso, un lutto che necessita di essere elaborato. Può chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, un esperto saprà aiutarla a capire i passi da fare per riuscire a stare meglio. Le auguro ogni bene.
Dott.ssa Daniela Sbarbati
Un inquadramento clinico accurato, nel suo caso, si rende necessario, soprattutto, per comprendere se siano presenti segni e sintomi depressivi degni non solo di una presa in carico psicoterapeutica ma, anche, di un supporto psicofarmacologico da parte di uno psichiatra.

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