Buongiorno. È terminata l'amicizia con una mia collega di lavoro. Nel momento in cui stavamo chiude
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Buongiorno.
È terminata l'amicizia con una mia collega di lavoro. Nel momento in cui stavamo chiudendo(stavamo comunicando tramite messaggi su whatsapp) alla fine lei mi scrive " ti auguro il meglio " con la emoticon che ha il sorriso con le guance rosse. Le rispondo " grazie, ti auguro ogni bene, addio". Lei mi riscrive " no, si augura quello che si merita". Immediatamente credo che poi mi abbia subito bloccato ma penso che in ogni caso non le avrei riscritto niente. Essendo colleghi è capitato che ci siamo rivisti e da allora ci siamo completamente ignorati. Dopo un po' ho iniziato a riflettere sull'ultimo messaggio che mi aveva scritto ovvero "si augura quello che si merita" e sinceramente non ho capito cosa significasse. Penso che forse voleva augurarmi il male e non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero che mi tormenta in continuazione, non riesco a liberarmene e a non pensarci. Premetto che sono una persona molto sensibile e con bassa autostima.Spero di trovare aiuto. Grazie.
È terminata l'amicizia con una mia collega di lavoro. Nel momento in cui stavamo chiudendo(stavamo comunicando tramite messaggi su whatsapp) alla fine lei mi scrive " ti auguro il meglio " con la emoticon che ha il sorriso con le guance rosse. Le rispondo " grazie, ti auguro ogni bene, addio". Lei mi riscrive " no, si augura quello che si merita". Immediatamente credo che poi mi abbia subito bloccato ma penso che in ogni caso non le avrei riscritto niente. Essendo colleghi è capitato che ci siamo rivisti e da allora ci siamo completamente ignorati. Dopo un po' ho iniziato a riflettere sull'ultimo messaggio che mi aveva scritto ovvero "si augura quello che si merita" e sinceramente non ho capito cosa significasse. Penso che forse voleva augurarmi il male e non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero che mi tormenta in continuazione, non riesco a liberarmene e a non pensarci. Premetto che sono una persona molto sensibile e con bassa autostima.Spero di trovare aiuto. Grazie.
Buongiorno,
capisco quanto possa far male una frase lasciata lì, sospesa, soprattutto quando si è persone sensibili. Ma si è chiesto cosa l’ha colpita così tanto, in quelle parole? Forse più che capirne il significato “oggettivo”, potrebbe essere interessante scoprire che senso ha avuto per lei.
Spesso non sono le frasi degli altri a farci soffrire, ma quello che risuonano dentro di noi.
Si definisce con bassa autostima, le chiederei se questo per lei risulta essere un problema, e se fosse interessato a lavorarci.
Mi contatti pure.
Dr. Giorgio De Giorgi
capisco quanto possa far male una frase lasciata lì, sospesa, soprattutto quando si è persone sensibili. Ma si è chiesto cosa l’ha colpita così tanto, in quelle parole? Forse più che capirne il significato “oggettivo”, potrebbe essere interessante scoprire che senso ha avuto per lei.
Spesso non sono le frasi degli altri a farci soffrire, ma quello che risuonano dentro di noi.
Si definisce con bassa autostima, le chiederei se questo per lei risulta essere un problema, e se fosse interessato a lavorarci.
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Ciao,
è molto comprensibile che tu sia rimasto colpito da quella frase: “Si augura quello che si merita” è ambigua e può suonare fredda o persino minacciosa, soprattutto se detta in un momento di tensione. La tua sensibilità e il fatto che tu abbia una bassa autostima rendono ancora più difficile lasciar scivolare via parole che feriscono o lasciano dubbi.
È probabile che la tua ex collega, in quel momento, fosse arrabbiata, delusa o volesse semplicemente avere l’ultima parola. Quella frase sembra un modo per dire: “Non ti auguro né bene né male, solo che tu raccolga ciò che hai seminato”. Ma va detto che spesso, quando si è emotivamente coinvolti in una rottura (anche tra amici), le persone usano espressioni taglienti per difendersi o ferire, magari senza nemmeno rendersi conto dell’impatto che possono avere.
Il fatto che tu continui a rimuginarci sopra è normale, ma ti fa male più del necessario. Quando si ha una bassa autostima, il rischio è di interpretare tutto in chiave negativa, come se meritassimo critiche o punizioni. Ma non sei obbligato a raccogliere ogni parola velenosa che ti viene lanciata.
Prova a ricordarti che:
Le parole degli altri parlano anche di loro, non solo di te.
Una frase detta in un momento di chiusura non definisce il tuo valore o chi sei.
Essere sensibili non è una debolezza, ma un modo profondo di vivere le relazioni. Va protetto, non umiliato.
Se questo episodio ti torna in mente con insistenza e ti fa stare male, potrebbe essere un segnale che hai bisogno di rinforzare la tua autostima e imparare a distinguere tra ciò che dipende da te e ciò che è responsabilità dell’altro. Un percorso psicologico, anche breve, potrebbe aiutarti molto in questo.
Intanto, puoi iniziare da una piccola cosa: prova a dirti che non sei ciò che quella frase lasciava intendere. Sei molto di più.
Un caro saluto.
è molto comprensibile che tu sia rimasto colpito da quella frase: “Si augura quello che si merita” è ambigua e può suonare fredda o persino minacciosa, soprattutto se detta in un momento di tensione. La tua sensibilità e il fatto che tu abbia una bassa autostima rendono ancora più difficile lasciar scivolare via parole che feriscono o lasciano dubbi.
È probabile che la tua ex collega, in quel momento, fosse arrabbiata, delusa o volesse semplicemente avere l’ultima parola. Quella frase sembra un modo per dire: “Non ti auguro né bene né male, solo che tu raccolga ciò che hai seminato”. Ma va detto che spesso, quando si è emotivamente coinvolti in una rottura (anche tra amici), le persone usano espressioni taglienti per difendersi o ferire, magari senza nemmeno rendersi conto dell’impatto che possono avere.
Il fatto che tu continui a rimuginarci sopra è normale, ma ti fa male più del necessario. Quando si ha una bassa autostima, il rischio è di interpretare tutto in chiave negativa, come se meritassimo critiche o punizioni. Ma non sei obbligato a raccogliere ogni parola velenosa che ti viene lanciata.
Prova a ricordarti che:
Le parole degli altri parlano anche di loro, non solo di te.
Una frase detta in un momento di chiusura non definisce il tuo valore o chi sei.
Essere sensibili non è una debolezza, ma un modo profondo di vivere le relazioni. Va protetto, non umiliato.
Se questo episodio ti torna in mente con insistenza e ti fa stare male, potrebbe essere un segnale che hai bisogno di rinforzare la tua autostima e imparare a distinguere tra ciò che dipende da te e ciò che è responsabilità dell’altro. Un percorso psicologico, anche breve, potrebbe aiutarti molto in questo.
Intanto, puoi iniziare da una piccola cosa: prova a dirti che non sei ciò che quella frase lasciava intendere. Sei molto di più.
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Buongiorno.
Questa sua esperienza mi porta a pensare che sia la punta di un iceberg su cui potrebbe essere utile, se lei volesse, ascoltarsi maggiormente facendosi anche aiutare da un professionista.
Se ritiene, sono disponibile per un colloquio, anche online.
Questa sua esperienza mi porta a pensare che sia la punta di un iceberg su cui potrebbe essere utile, se lei volesse, ascoltarsi maggiormente facendosi anche aiutare da un professionista.
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Ciao. Innanzitutto ti mando un abbraccio virtuale, uno di quelli sinceri, perché si sente che stai vivendo una ferita emotiva che ti ha lasciato scosso/a. Quando un legame — anche se non era perfetto — si rompe, lascia dentro di noi un vuoto, un senso di fallimento, e tante domande che fanno male.
Quello che ti ha scritto la tua collega, soprattutto quella frase ambigua "si augura quello che si merita", è oggettivamente dura. Il tono sembra volutamente provocatorio, quasi come se volesse lasciarti con il dubbio o con una frecciatina finale. E sì, può suonare come un modo per dire: "Non ti auguro nulla di buono, ti auguro quello che ti meriti (e secondo me non è molto)". Ma – e questo è importante – quella frase parla più di lei che di te.
Quando una persona scrive o dice qualcosa del genere, è arrabbiata, ferita, o piena di orgoglio. Potrebbe aver percepito un torto (vero o immaginario) e invece di chiudere con maturità ha scelto l’amarezza. Questo non vuol dire che tu abbia fatto qualcosa di male. Non ogni rottura di rapporto è colpa di qualcuno. A volte semplicemente due persone si deludono, si fraintendono, e vanno in direzioni diverse.
Capisco perfettamente quanto sia difficile convivere con una frase lasciata a metà, non chiarita. L’ambiguità è veleno per chi è sensibile, e ancora di più se si ha una bassa autostima, perché tendi a pensare che sia sempre colpa tua, che sei tu a non valere abbastanza. Ma non è così.
Ti stai tormentando perché sei una persona che ci tiene, che riflette, che si mette in discussione. Questo è un segno di profondità, non di debolezza. Ma ora è il momento di proteggerti.
Ecco qualche pensiero pratico che forse può aiutarti:
Il suo giudizio non definisce il tuo valore. Quella frase non ti dice nulla di te. Dice solo che lei ha chiuso con rabbia o frustrazione. Ma tu non sei la somma delle sue parole.
Rompere un’amicizia non significa fallire. A volte è necessario. A volte fa male ma è meglio così. L’amicizia, come l’amore, deve farci stare bene, non consumarci.
Non sapere esattamente cosa intendeva va bene. Non avrai tutte le risposte. E imparare a lasciar andare quelle che non arriveranno mai è un atto di amore verso te stesso/a.
Parlare con qualcuno aiuta. Un’amica fidata, un terapeuta, anche solo scrivere i tuoi pensieri ogni giorno può darti un po’ di respiro.
Tu non meriti di portarti dentro questo peso. Sei molto più di quella frase sospesa e crudele. Sei una persona che prova, sente, cerca di capire. E questo è un dono, non una condanna.
Se vuoi, possiamo anche parlare insieme di come rafforzare la tua autostima, o lavorare su questi pensieri che si agganciano alla mente e non vogliono più andare via. Ci sono strategie per affrontarli. Non sei solo/a.
Quello che ti ha scritto la tua collega, soprattutto quella frase ambigua "si augura quello che si merita", è oggettivamente dura. Il tono sembra volutamente provocatorio, quasi come se volesse lasciarti con il dubbio o con una frecciatina finale. E sì, può suonare come un modo per dire: "Non ti auguro nulla di buono, ti auguro quello che ti meriti (e secondo me non è molto)". Ma – e questo è importante – quella frase parla più di lei che di te.
Quando una persona scrive o dice qualcosa del genere, è arrabbiata, ferita, o piena di orgoglio. Potrebbe aver percepito un torto (vero o immaginario) e invece di chiudere con maturità ha scelto l’amarezza. Questo non vuol dire che tu abbia fatto qualcosa di male. Non ogni rottura di rapporto è colpa di qualcuno. A volte semplicemente due persone si deludono, si fraintendono, e vanno in direzioni diverse.
Capisco perfettamente quanto sia difficile convivere con una frase lasciata a metà, non chiarita. L’ambiguità è veleno per chi è sensibile, e ancora di più se si ha una bassa autostima, perché tendi a pensare che sia sempre colpa tua, che sei tu a non valere abbastanza. Ma non è così.
Ti stai tormentando perché sei una persona che ci tiene, che riflette, che si mette in discussione. Questo è un segno di profondità, non di debolezza. Ma ora è il momento di proteggerti.
Ecco qualche pensiero pratico che forse può aiutarti:
Il suo giudizio non definisce il tuo valore. Quella frase non ti dice nulla di te. Dice solo che lei ha chiuso con rabbia o frustrazione. Ma tu non sei la somma delle sue parole.
Rompere un’amicizia non significa fallire. A volte è necessario. A volte fa male ma è meglio così. L’amicizia, come l’amore, deve farci stare bene, non consumarci.
Non sapere esattamente cosa intendeva va bene. Non avrai tutte le risposte. E imparare a lasciar andare quelle che non arriveranno mai è un atto di amore verso te stesso/a.
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Tu non meriti di portarti dentro questo peso. Sei molto più di quella frase sospesa e crudele. Sei una persona che prova, sente, cerca di capire. E questo è un dono, non una condanna.
Se vuoi, possiamo anche parlare insieme di come rafforzare la tua autostima, o lavorare su questi pensieri che si agganciano alla mente e non vogliono più andare via. Ci sono strategie per affrontarli. Non sei solo/a.
Buongiorno,
capisco che la situazione che hai vissuto con la tua collega possa essere stata emotivamente complessa e che la frase che ti ha scritto ti stia facendo riflettere intensamente. È del tutto comprensibile che un messaggio ambiguo come quello che hai ricevuto possa suscitare dubbi e turbamenti, soprattutto se hai una personalità sensibile e con una bassa autostima. Il comportamento di ignorarsi successivamente può aver aggiunto confusione e incertezze, rendendo difficile smettere di pensare a quanto accaduto.
Quando ci troviamo di fronte a frasi non chiare, è normale cercare di interpretarle e, talvolta, dare loro significati che rispecchiano le nostre insicurezze interiori. Tuttavia, il fatto che tu continui a rimuginare su quel messaggio e non riesca a liberartene potrebbe essere segnale di un disagio che merita attenzione. È possibile che questa situazione stia amplificando emozioni più profonde legate alla tua autostima, e potrebbe essere utile parlarne con uno specialista per esplorare insieme le tue emozioni e trovare modalità di gestione più efficaci.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarti a comprendere meglio i tuoi sentimenti e a lavorare su di essi.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
capisco che la situazione che hai vissuto con la tua collega possa essere stata emotivamente complessa e che la frase che ti ha scritto ti stia facendo riflettere intensamente. È del tutto comprensibile che un messaggio ambiguo come quello che hai ricevuto possa suscitare dubbi e turbamenti, soprattutto se hai una personalità sensibile e con una bassa autostima. Il comportamento di ignorarsi successivamente può aver aggiunto confusione e incertezze, rendendo difficile smettere di pensare a quanto accaduto.
Quando ci troviamo di fronte a frasi non chiare, è normale cercare di interpretarle e, talvolta, dare loro significati che rispecchiano le nostre insicurezze interiori. Tuttavia, il fatto che tu continui a rimuginare su quel messaggio e non riesca a liberartene potrebbe essere segnale di un disagio che merita attenzione. È possibile che questa situazione stia amplificando emozioni più profonde legate alla tua autostima, e potrebbe essere utile parlarne con uno specialista per esplorare insieme le tue emozioni e trovare modalità di gestione più efficaci.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa aiutarti a comprendere meglio i tuoi sentimenti e a lavorare su di essi.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Certo, ecco una risposta empatica e professionale, come farebbe una psicologa:
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Cara,
grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua esperienza. Quello che stai vivendo è comprensibile, soprattutto per una persona sensibile come te. Quando un legame, anche se “solo” di amicizia lavorativa, si interrompe in modo brusco o ambiguo, è normale sentirsi confusi, feriti o tormentati da ciò che è stato detto, o da ciò che è rimasto non detto.
Il messaggio “si augura quello che si merita” è effettivamente ambiguo, e può facilmente risuonare come qualcosa di negativo, soprattutto se lo riceviamo in un momento carico di emozioni. Tuttavia, è importante ricordare che le parole degli altri – soprattutto se dette in un momento di rabbia o chiusura – parlano più di loro che di noi. La tua ex collega probabilmente stava esprimendo un’emozione intensa e, piuttosto che chiarire, ha scelto una frase tagliente, lasciandoti con un peso sulle spalle.
Il fatto che questa frase continui a tormentarti potrebbe essere collegato non solo all’episodio in sé, ma anche al tuo vissuto più profondo, al tuo senso di autostima e al tuo bisogno di approvazione. Quando ci sentiamo insicuri, possiamo facilmente attribuire significati peggiori alle parole altrui e interiorizzarle come verità. Ma ti invito a riflettere su questo: **quello che una persona dice, in un momento di rottura, non definisce il tuo valore**.
Un piccolo consiglio pratico: prova a scrivere una lettera (che non invierai) a questa persona. Esprimi tutto quello che hai provato e che ti è rimasto dentro. Mettere su carta ciò che ti tormenta può aiutarti a liberartene, a fare chiarezza e soprattutto a riprendere il controllo della tua narrazione.
Infine, ti incoraggio a considerare un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta, anche breve. Non perché ci sia qualcosa che “non va” in te, ma perché meriti uno spazio in cui sentirti ascoltata, accolta, e aiutata a rafforzare la tua autostima.
Con affetto e rispetto per il tuo sentire,
Una psicologa
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Cara,
grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua esperienza. Quello che stai vivendo è comprensibile, soprattutto per una persona sensibile come te. Quando un legame, anche se “solo” di amicizia lavorativa, si interrompe in modo brusco o ambiguo, è normale sentirsi confusi, feriti o tormentati da ciò che è stato detto, o da ciò che è rimasto non detto.
Il messaggio “si augura quello che si merita” è effettivamente ambiguo, e può facilmente risuonare come qualcosa di negativo, soprattutto se lo riceviamo in un momento carico di emozioni. Tuttavia, è importante ricordare che le parole degli altri – soprattutto se dette in un momento di rabbia o chiusura – parlano più di loro che di noi. La tua ex collega probabilmente stava esprimendo un’emozione intensa e, piuttosto che chiarire, ha scelto una frase tagliente, lasciandoti con un peso sulle spalle.
Il fatto che questa frase continui a tormentarti potrebbe essere collegato non solo all’episodio in sé, ma anche al tuo vissuto più profondo, al tuo senso di autostima e al tuo bisogno di approvazione. Quando ci sentiamo insicuri, possiamo facilmente attribuire significati peggiori alle parole altrui e interiorizzarle come verità. Ma ti invito a riflettere su questo: **quello che una persona dice, in un momento di rottura, non definisce il tuo valore**.
Un piccolo consiglio pratico: prova a scrivere una lettera (che non invierai) a questa persona. Esprimi tutto quello che hai provato e che ti è rimasto dentro. Mettere su carta ciò che ti tormenta può aiutarti a liberartene, a fare chiarezza e soprattutto a riprendere il controllo della tua narrazione.
Infine, ti incoraggio a considerare un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta, anche breve. Non perché ci sia qualcosa che “non va” in te, ma perché meriti uno spazio in cui sentirti ascoltata, accolta, e aiutata a rafforzare la tua autostima.
Con affetto e rispetto per il tuo sentire,
Una psicologa
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questo episodio che, sebbene possa sembrare piccolo agli occhi degli altri, ha evidentemente avuto un forte impatto emotivo su di lei. È proprio la sensibilità con cui vive i rapporti a rendere la situazione più delicata e a farla riflettere tanto su ciò che è accaduto. Ed è comprensibile. Quando una relazione, anche se di amicizia, termina bruscamente o con parole ambigue, può lasciare un senso di confusione, incertezza e, in alcuni casi, addirittura senso di colpa. Nel suo messaggio emerge con chiarezza quanto lei stia cercando di dare un significato a quelle parole finali: "Si augura quello che si merita". Questo pensiero sembra essersi cristallizzato dentro di lei, come se fosse diventato una sorta di loop mentale che non riesce a interrompere. Nella prospettiva cognitivo-comportamentale, ci occupiamo spesso di questi "pensieri automatici" che, quando si presentano in modo intrusivo e costante, tendono a generare emozioni negative persistenti, come ansia, tristezza o senso di inadeguatezza. Probabilmente quel messaggio finale, per il tono e l’ambiguità del contenuto, ha attivato in lei una serie di pensieri legati al proprio valore personale. In particolare, sembrerebbe che quella frase abbia toccato un punto sensibile: la paura di non essere abbastanza, di aver sbagliato qualcosa, di meritare un giudizio negativo. Quando ci si porta dentro un’autostima fragile, è facile interpretare anche messaggi poco chiari come conferme delle proprie insicurezze. Ma è fondamentale ricordare che ciò che una persona dice o fa spesso riflette il suo mondo interno, non necessariamente una verità oggettiva su di noi. Potrebbe anche essere che la sua collega, in quel momento, stesse reagendo con rabbia, frustrazione o delusione. Non possiamo sapere con certezza se quel “si augura ciò che si merita” fosse davvero un augurio negativo o solo un modo – forse sarcastico, forse impulsivo – di chiudere una conversazione difficile. Ma, anche ammesso che ci fosse dell’amarezza nelle sue parole, ciò non significa che lei debba interiorizzare quel messaggio come qualcosa di vero o di definitivo sul suo valore. Lavorare sulla sua autostima e imparare a gestire meglio i pensieri negativi che si insinuano nella mente può fare una grande differenza. In terapia cognitivo-comportamentale si lavora proprio su questi aspetti: imparare a riconoscere i pensieri disfunzionali, metterli in discussione, sostituirli con pensieri più realistici e costruttivi. Un esercizio che le consiglio di provare è chiedersi: "Qual è la prova oggettiva che conferma che questa persona mi stava augurando il male? E qual è un'altra possibile interpretazione, magari meno dolorosa, di quelle parole?". Questo non per minimizzare ciò che è successo, ma per offrirsi uno spazio mentale più ampio in cui non tutto venga filtrato attraverso l'autocritica. Inoltre, quando si è persone sensibili, si tende a dare molto agli altri e spesso si spera che questo venga ricambiato con pari delicatezza. Quando non succede, può sembrare un tradimento, e il dolore che ne deriva è reale. Non sottovaluti ciò che sta provando. Le emozioni vanno riconosciute e legittimate, ma poi, gradualmente, occorre anche imparare a non lasciarle diventare totalizzanti. Le persone possono ferirci, ma noi possiamo scegliere quanto lasciare che quella ferita continui a condizionare il nostro benessere. Infine, è importante che lei non permetta a questa esperienza di influenzare negativamente il suo futuro, soprattutto nei rapporti di lavoro o nelle relazioni interpersonali. È utile prendersi il tempo per elaborare quanto accaduto, ma anche scegliere consapevolmente di non restare prigionieri di ciò che non si può cambiare. Si concentri su ciò che può fare ora per proteggere se stessa e per coltivare rapporti che la facciano sentire rispettata, ascoltata e valorizzata. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Ciao! Capisco che questo messaggio “si augura quello che si merita” possa sembrare ostile, ma probabilmente può riflettere rabbia, delusione o frustrazione e non necessariamente un augurio di male nei tuoi confronti. Il fatto che continui a pensarci e che ti causi sofferenza è legato sia all'ambiguità del messaggio stesso e degli atteggiamenti della persona che lo ha scritto, sia alla tua bassa autostima. Spero di esserti stata utile! Saluti.
Buongiorno, mi sembra che la risposta della collega fosse in riferimento al suo messaggio. Se fosse così andrebbe, io credo, interpretata al contrario. Cioè, che forse la sua collega ritiene di non meritarsi il bene che lei le ha augurato. Detto questo, sarebbe anche interessante capire perché una relazione di amicizia possa o debba terminare. Può davvero succedere? Può davvero concludersi? E come mai "scegliere a tavolino"?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Non sarebbe molto più semplice cercare il dialogo, anche solo fingendo di essere due reciprocamente estranei se questa è stata la scelta che vi ha condotte qui, ma almeno per evitare di arrovellarsi con domande per le quali, forzatamente, le risposte non possono che essere supposizioni? Non conosco i motivi di quella separazione ma penso che entrare nell'ottica di non complicarsi la vita socio-relazionale più di quanto già lo sia in certe situazioni non possa che essere la scelta migliore. La sensibilità personale, come le emozioni, occorre imparare a gestirle e non subirle passivamente ed il dialogo aiuta sempre!
Buongiorno gentile Utente, la situazione che ha descritto porta con sé un vissuto emotivo intenso, ed è comprensibile che un messaggio ambiguo, soprattutto se ricevuto in un momento già delicato come la fine di un legame significativo, possa lasciare un’eco duratura dentro di sé.
Quando una relazione si interrompe, anche se si tratta di un’amicizia sul luogo di lavoro, il senso di chiusura non è sempre netto. Talvolta restano sospesi dei messaggi, delle frasi, o anche solo delle espressioni che, come in questo caso, generano dubbi e interpretazioni che possono attivare pensieri ricorrenti. La frase “si augura quello che si merita” può essere letta in modi diversi, e il tono emotivo che le attribuiamo dipende spesso più dal nostro stato interiore che dal contenuto oggettivo. Se in quel momento era già ferita o provava insicurezza rispetto al conflitto, è naturale che quella frase sia stata recepita come un augurio negativo.
Va detto che le persone, nel mezzo di una rottura o di una tensione, spesso scrivono o dicono frasi ambigue, dettate dalla rabbia o dalla frustrazione, e che non necessariamente rappresentano un giudizio definitivo sul nostro valore. Quando poi si ha una bassa autostima, come lei racconta, questi messaggi possono facilmente essere interiorizzati come conferme di un proprio presunto “difetto”, generando pensieri dolorosi, autoaccusatori o insicurezze persistenti.
Il fatto che quel pensiero le ritorni continuamente e la tormenti non indica debolezza, ma parla della profondità con cui lei sente e vive i legami. Tuttavia, per poter elaborare davvero questa esperienza e liberarsi da quel senso di pesantezza, sarebbe utile provare a spostare l’attenzione dal significato letterale delle parole ricevute al modo in cui queste parole si sono radicate dentro di lei. È lì che si può iniziare a lavorare, perché il dolore non sta tanto in ciò che è stato scritto, quanto nell’impatto che ha avuto su una parte di sé che forse ha già fatto fatica in passato a sentirsi accolta o riconosciuta.
Un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio questi meccanismi e, soprattutto, a rafforzare l'immagine che ha di sé, in modo da non lasciare che un messaggio sfuggente diventi una verità sulla propria persona.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quando una relazione si interrompe, anche se si tratta di un’amicizia sul luogo di lavoro, il senso di chiusura non è sempre netto. Talvolta restano sospesi dei messaggi, delle frasi, o anche solo delle espressioni che, come in questo caso, generano dubbi e interpretazioni che possono attivare pensieri ricorrenti. La frase “si augura quello che si merita” può essere letta in modi diversi, e il tono emotivo che le attribuiamo dipende spesso più dal nostro stato interiore che dal contenuto oggettivo. Se in quel momento era già ferita o provava insicurezza rispetto al conflitto, è naturale che quella frase sia stata recepita come un augurio negativo.
Va detto che le persone, nel mezzo di una rottura o di una tensione, spesso scrivono o dicono frasi ambigue, dettate dalla rabbia o dalla frustrazione, e che non necessariamente rappresentano un giudizio definitivo sul nostro valore. Quando poi si ha una bassa autostima, come lei racconta, questi messaggi possono facilmente essere interiorizzati come conferme di un proprio presunto “difetto”, generando pensieri dolorosi, autoaccusatori o insicurezze persistenti.
Il fatto che quel pensiero le ritorni continuamente e la tormenti non indica debolezza, ma parla della profondità con cui lei sente e vive i legami. Tuttavia, per poter elaborare davvero questa esperienza e liberarsi da quel senso di pesantezza, sarebbe utile provare a spostare l’attenzione dal significato letterale delle parole ricevute al modo in cui queste parole si sono radicate dentro di lei. È lì che si può iniziare a lavorare, perché il dolore non sta tanto in ciò che è stato scritto, quanto nell’impatto che ha avuto su una parte di sé che forse ha già fatto fatica in passato a sentirsi accolta o riconosciuta.
Un percorso psicologico può aiutarla a comprendere meglio questi meccanismi e, soprattutto, a rafforzare l'immagine che ha di sé, in modo da non lasciare che un messaggio sfuggente diventi una verità sulla propria persona.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. È comprensibile che un evento come la rottura di un legame, specialmente in un contesto lavorativo, possa lasciare un senso di turbamento e confusione. Le parole dell’altra persona, soprattutto se ambigue o percepite come aggressive, possono facilmente attivare pensieri ricorrenti, soprattutto in persone sensibili.
Il fatto che quella frase le torni alla mente e generi disagio merita attenzione e ascolto: non tanto per interpretare con certezza l’intenzione dell’altra persona (che probabilmente non potremo mai sapere con sicurezza), ma per capire cosa ha risvegliato in lei, quali ferite o insicurezze profonde ha toccato.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare un senso a ciò che è successo, ma soprattutto a ritrovare un senso di sicurezza interiore, lavorando sul modo in cui si percepisce e sul valore che si riconosce.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo. È comprensibile che un evento come la rottura di un legame, specialmente in un contesto lavorativo, possa lasciare un senso di turbamento e confusione. Le parole dell’altra persona, soprattutto se ambigue o percepite come aggressive, possono facilmente attivare pensieri ricorrenti, soprattutto in persone sensibili.
Il fatto che quella frase le torni alla mente e generi disagio merita attenzione e ascolto: non tanto per interpretare con certezza l’intenzione dell’altra persona (che probabilmente non potremo mai sapere con sicurezza), ma per capire cosa ha risvegliato in lei, quali ferite o insicurezze profonde ha toccato.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare un senso a ciò che è successo, ma soprattutto a ritrovare un senso di sicurezza interiore, lavorando sul modo in cui si percepisce e sul valore che si riconosce.
Un caro saluto,
Simona Santoni Psicologa
Buongiorno,
comprendo quanto possa essere difficile chiudere una relazione, soprattutto in ambito lavorativo, dove il distacco non è mai totale. Il messaggio che ha ricevuto può prestarsi a diverse interpretazioni, ma sembra aver toccato un punto sensibile per lei, legato appunto alla sua autostima. Quando restiamo bloccati su un pensiero che ci tormenta, spesso non è il messaggio in sé a ferirci, ma ciò che risveglia dentro di noi. In questi casi, è importante riuscire a distinguere ciò che effettivamente può arrivare dall'altro, da ciò che invece fa parte di un nostro vissuto interno e di proiezioni dunque che possono attivarsi. Iniziare un percorso terapeutico in quest'ottica, può essere utile per iniziare ad esplorare meglio certi vissuti, acquisire nuove consapevolezze su di sé e rafforzare sentimenti di autostima.
comprendo quanto possa essere difficile chiudere una relazione, soprattutto in ambito lavorativo, dove il distacco non è mai totale. Il messaggio che ha ricevuto può prestarsi a diverse interpretazioni, ma sembra aver toccato un punto sensibile per lei, legato appunto alla sua autostima. Quando restiamo bloccati su un pensiero che ci tormenta, spesso non è il messaggio in sé a ferirci, ma ciò che risveglia dentro di noi. In questi casi, è importante riuscire a distinguere ciò che effettivamente può arrivare dall'altro, da ciò che invece fa parte di un nostro vissuto interno e di proiezioni dunque che possono attivarsi. Iniziare un percorso terapeutico in quest'ottica, può essere utile per iniziare ad esplorare meglio certi vissuti, acquisire nuove consapevolezze su di sé e rafforzare sentimenti di autostima.
Gentile Utente,
capisco quanto possa averla turbata quel messaggio ambiguo. Il nostro modo di interpretare le parole altrui è spesso influenzato dal nostro stato emotivo. È possibile che quella frase rifletta più una reazione impulsiva e rabbiosa dell’altro che un reale desiderio negativo nei suoi confronti. Quando rimuginiamo su frasi poco chiare, spesso proiettiamo significati che parlano più di noi che dell'altro. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare l'autostima e a gestire meglio l’impatto emotivo di dinamiche relazionali difficili. Un caro saluto.
capisco quanto possa averla turbata quel messaggio ambiguo. Il nostro modo di interpretare le parole altrui è spesso influenzato dal nostro stato emotivo. È possibile che quella frase rifletta più una reazione impulsiva e rabbiosa dell’altro che un reale desiderio negativo nei suoi confronti. Quando rimuginiamo su frasi poco chiare, spesso proiettiamo significati che parlano più di noi che dell'altro. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare l'autostima e a gestire meglio l’impatto emotivo di dinamiche relazionali difficili. Un caro saluto.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso il suo vissuto, che, dal suo messaggio, sembra fonte di sofferenza e confusione. La fine di un rapporto, soprattutto con una persona con cui si è condiviso un ambiente quotidiano come quello lavorativo, può lasciare dentro emozioni complesse, ancora più se accompagnata da frasi ambigue o difficili da interpretare.
In particolare, la frase “si augura quello che si merita” sembra averla colpita profondamente, e ciò è comprensibile. Quando una relazione termina in modo brusco o con messaggi poco chiari, la mente tende a cercare un significato, anche dove non c’è chiarezza. Questo è un meccanismo comune, ma a volte può portare a delle modalità di pensiero "erronee" o che non sono completamente aderenti alla realtà, come nella "lettura del pensiero".
La lettura del pensiero è quel processo per cui iniziamo a immaginare – come se potessimo saperlo con certezza – cosa l’altra persona realmente pensava o voleva dire, spesso attribuendole intenzioni negative: “forse voleva augurarmi il male”, “forse pensa che io non meriti nulla di buono”, ecc. Ma la verità è che non possiamo sapere con certezza cosa passa nella mente dell’altro, e soprattutto, non possiamo controllarlo.
La domanda che potrebbe aiutarla, a questo punto, non è tanto “cosa intendeva dire davvero?”, quanto piuttosto: quanto le è utile continuare a tornare su quel pensiero?
Le sta facendo bene? La sta aiutando a elaborare la fine del rapporto? Oppure sta alimentando dubbi e insicurezze che già fatica a gestire?
Quando ci si sofferma a lungo su una frase ambigua, si rischia di attribuirle un potere enorme, spesso maggiore di quello che ha realmente. Il suo valore non dipende da ciò che qualcun altro può aver detto in un momento di tensione. E meritare il bene – o meno – non si gioca su un’interpretazione, ma sul modo in cui sceglie di prendersi cura di sé, ora.
Se questo pensiero continua a tormentarla, potrebbe essere utile affrontarlo in uno spazio terapeutico: un luogo sicuro in cui osservarlo con più distanza e, soprattutto, lavorare sul rapporto con se stessa, rafforzando la propria autostima e riducendo il potere che certi pensieri possono avere sulla serenità personale.
Un caro saluto
grazie per aver condiviso il suo vissuto, che, dal suo messaggio, sembra fonte di sofferenza e confusione. La fine di un rapporto, soprattutto con una persona con cui si è condiviso un ambiente quotidiano come quello lavorativo, può lasciare dentro emozioni complesse, ancora più se accompagnata da frasi ambigue o difficili da interpretare.
In particolare, la frase “si augura quello che si merita” sembra averla colpita profondamente, e ciò è comprensibile. Quando una relazione termina in modo brusco o con messaggi poco chiari, la mente tende a cercare un significato, anche dove non c’è chiarezza. Questo è un meccanismo comune, ma a volte può portare a delle modalità di pensiero "erronee" o che non sono completamente aderenti alla realtà, come nella "lettura del pensiero".
La lettura del pensiero è quel processo per cui iniziamo a immaginare – come se potessimo saperlo con certezza – cosa l’altra persona realmente pensava o voleva dire, spesso attribuendole intenzioni negative: “forse voleva augurarmi il male”, “forse pensa che io non meriti nulla di buono”, ecc. Ma la verità è che non possiamo sapere con certezza cosa passa nella mente dell’altro, e soprattutto, non possiamo controllarlo.
La domanda che potrebbe aiutarla, a questo punto, non è tanto “cosa intendeva dire davvero?”, quanto piuttosto: quanto le è utile continuare a tornare su quel pensiero?
Le sta facendo bene? La sta aiutando a elaborare la fine del rapporto? Oppure sta alimentando dubbi e insicurezze che già fatica a gestire?
Quando ci si sofferma a lungo su una frase ambigua, si rischia di attribuirle un potere enorme, spesso maggiore di quello che ha realmente. Il suo valore non dipende da ciò che qualcun altro può aver detto in un momento di tensione. E meritare il bene – o meno – non si gioca su un’interpretazione, ma sul modo in cui sceglie di prendersi cura di sé, ora.
Se questo pensiero continua a tormentarla, potrebbe essere utile affrontarlo in uno spazio terapeutico: un luogo sicuro in cui osservarlo con più distanza e, soprattutto, lavorare sul rapporto con se stessa, rafforzando la propria autostima e riducendo il potere che certi pensieri possono avere sulla serenità personale.
Un caro saluto
Buongiorno!
Dare delle risposte tramite questo spazio è difficile e può essere limitato. Possono esserci mille significati dietro il messaggio, ma tenterei di focalizzarmi su come si sente lei piuttosto che sull'evento in se. Possiamo lavorare sulle nostre reazioni al mondo esterno e non modificare ciò che accade. Le consiglierei di iniziare un percorso psicoterapeutico per lavorare sulla sua autostima!
In bocca al lupo!
Dare delle risposte tramite questo spazio è difficile e può essere limitato. Possono esserci mille significati dietro il messaggio, ma tenterei di focalizzarmi su come si sente lei piuttosto che sull'evento in se. Possiamo lavorare sulle nostre reazioni al mondo esterno e non modificare ciò che accade. Le consiglierei di iniziare un percorso psicoterapeutico per lavorare sulla sua autostima!
In bocca al lupo!
Buongiorno,
capisco quanto quel messaggio finale possa averti turbato. Quando siamo persone sensibili, parole ambigue o aggressive possono continuare a risuonare dentro di noi a lungo, soprattutto se toccano punti delicati come l’autostima o il bisogno di sentirci in pace con gli altri. È comprensibile che tu ti senta tormentato: quella frase, “si augura quello che si merita”, può aver aperto dentro di te dubbi, sensi di colpa o pensieri ricorrenti su “cosa ho fatto di sbagliato?”.
Ma è importante ricordare che le parole di una persona arrabbiata dicono più di lei che di te. Probabilmente, in quel momento, stava cercando un modo per ferire o avere l’ultima parola, forse per difendersi dal proprio dolore o orgoglio ferito. Il tuo dubbio se volesse augurarti del male ha più a che fare con la tua insicurezza che con un significato oggettivo: quella frase lascia spazio all’interpretazione, e il fatto che continui a pensarci dice molto su quanto tu abbia bisogno di chiarezza e riconoscimento, non di conflitti sospesi.
È normale soffrire per la fine di un legame, anche se lavorativo, ma non sei tu a dover portare il peso delle parole lasciate a metà. Inizia a chiederti: Cosa mi fa stare così male di quella frase? È il significato, il tono, o il pensiero che forse merito qualcosa di brutto? Spesso, lavorare su queste domande ci aiuta a restituire al mittente ciò che non ci appartiene.
Se vuoi, possiamo approfondire questo vissuto insieme, lavorando non solo sull’episodio in sé, ma anche su come questo tocca il tuo senso di valore e la tua autostima.
Un caro saluto.
capisco quanto quel messaggio finale possa averti turbato. Quando siamo persone sensibili, parole ambigue o aggressive possono continuare a risuonare dentro di noi a lungo, soprattutto se toccano punti delicati come l’autostima o il bisogno di sentirci in pace con gli altri. È comprensibile che tu ti senta tormentato: quella frase, “si augura quello che si merita”, può aver aperto dentro di te dubbi, sensi di colpa o pensieri ricorrenti su “cosa ho fatto di sbagliato?”.
Ma è importante ricordare che le parole di una persona arrabbiata dicono più di lei che di te. Probabilmente, in quel momento, stava cercando un modo per ferire o avere l’ultima parola, forse per difendersi dal proprio dolore o orgoglio ferito. Il tuo dubbio se volesse augurarti del male ha più a che fare con la tua insicurezza che con un significato oggettivo: quella frase lascia spazio all’interpretazione, e il fatto che continui a pensarci dice molto su quanto tu abbia bisogno di chiarezza e riconoscimento, non di conflitti sospesi.
È normale soffrire per la fine di un legame, anche se lavorativo, ma non sei tu a dover portare il peso delle parole lasciate a metà. Inizia a chiederti: Cosa mi fa stare così male di quella frase? È il significato, il tono, o il pensiero che forse merito qualcosa di brutto? Spesso, lavorare su queste domande ci aiuta a restituire al mittente ciò che non ci appartiene.
Se vuoi, possiamo approfondire questo vissuto insieme, lavorando non solo sull’episodio in sé, ma anche su come questo tocca il tuo senso di valore e la tua autostima.
Un caro saluto.
Salve Gentile Utente, è comprensibile che si senta perplessa a seguito di quel messaggio e in generale nel caso di un'interruzione di rapporto condotta in queste modalità.
Il messaggio che la Sua collega ha scritto, “si augura quello che si merita”, è effettivamente una frase ambigua che può essere letta in più modi e proprio per questo può lasciare interdetti, perché lascia spazio a diverse interpretazioni e non aiuta a chiudere davvero il cerchio, diventando una specie di "spina mentale". Mi sta a cuore farle notare come l’ambiguità della frase in sé non dica nulla di preciso su di Lei, ma molto sulla sua collega, su quello che non è riuscita a dire o non ha voluto comunicare chiaramente. Quella frase, per quanto graffiante, non ha alcun potere su di Lei se non quello Lei gli può dare continuando a rileggerla interiormente come una sentenza o come una verità su di lei. Quando siamo fragili tendiamo a dare un’enorme importanza alle parole degli altri, dimenticando di ricordarci chi siamo davvero, al di la di quello che gli altri possano affermare. Non è la frase che fa male, è il modo in cui la parte più vulnerabile di Lei la assorbe, come se fosse una considerazione su di sé, quando in realtà probabilmente è solo un riflesso distorto di un momento di rabbia o disconnessione dell’altra persona. Se ne ha voglia, potrebbe anche scrivere su un foglio tutto quello che avrebbe voluto risponderle, non per inviarlo, ma per liberare la mente da quel nodo. Non è sempre strettamente necessario cambiare una situazione, a volte è sufficiente riflettere sul significato che le attribuiamo.
Per qualunque altro dubbio o domanda, non esiti a contattarmi. Cordiali saluti.
Il messaggio che la Sua collega ha scritto, “si augura quello che si merita”, è effettivamente una frase ambigua che può essere letta in più modi e proprio per questo può lasciare interdetti, perché lascia spazio a diverse interpretazioni e non aiuta a chiudere davvero il cerchio, diventando una specie di "spina mentale". Mi sta a cuore farle notare come l’ambiguità della frase in sé non dica nulla di preciso su di Lei, ma molto sulla sua collega, su quello che non è riuscita a dire o non ha voluto comunicare chiaramente. Quella frase, per quanto graffiante, non ha alcun potere su di Lei se non quello Lei gli può dare continuando a rileggerla interiormente come una sentenza o come una verità su di lei. Quando siamo fragili tendiamo a dare un’enorme importanza alle parole degli altri, dimenticando di ricordarci chi siamo davvero, al di la di quello che gli altri possano affermare. Non è la frase che fa male, è il modo in cui la parte più vulnerabile di Lei la assorbe, come se fosse una considerazione su di sé, quando in realtà probabilmente è solo un riflesso distorto di un momento di rabbia o disconnessione dell’altra persona. Se ne ha voglia, potrebbe anche scrivere su un foglio tutto quello che avrebbe voluto risponderle, non per inviarlo, ma per liberare la mente da quel nodo. Non è sempre strettamente necessario cambiare una situazione, a volte è sufficiente riflettere sul significato che le attribuiamo.
Per qualunque altro dubbio o domanda, non esiti a contattarmi. Cordiali saluti.
Gentile utente di mio dottore,
il problema da cui è accompagnato in questo momento potrebbe essere meglio sviscerato in un contesto di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Qualora volesse, sono disponibile a fornirle il supporto richiesto, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
il problema da cui è accompagnato in questo momento potrebbe essere meglio sviscerato in un contesto di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Qualora volesse, sono disponibile a fornirle il supporto richiesto, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve,
io credo che sia come scrive la sua collega, e che non si augura il meglio per se stesso...chi lo sà che difficoltà vive nella sua vita che gliela fanno vedere "pesante"?
Molto semplicemente la "bassa autostima" la ha anche la sua collega.
Ma lei potrebbe andare a capire tante cose legate alla stima di se stessi, in un valido rapporto di terapia.
Un caro saluto
Lavinia
io credo che sia come scrive la sua collega, e che non si augura il meglio per se stesso...chi lo sà che difficoltà vive nella sua vita che gliela fanno vedere "pesante"?
Molto semplicemente la "bassa autostima" la ha anche la sua collega.
Ma lei potrebbe andare a capire tante cose legate alla stima di se stessi, in un valido rapporto di terapia.
Un caro saluto
Lavinia
Buongiorno. Comprendo il suo turbamento in seguito alla conclusione di questa amicizia e, in particolare, per l'enigmatico messaggio finale della sua collega. È del tutto naturale che una frase come "si augura quello che si merita", soprattutto nel contesto di una rottura e proveniente da una persona con cui ha condiviso un legame, possa generare interrogativi e, come lei riferisce, un persistente pensiero disturbante.
La sua reazione emotiva, data la sua sensibilità e la sua autostima, è comprensibile. Le parole, specialmente quelle cariche di ambiguità o percepite come ostili, possono avere un impatto significativo sul nostro stato d'animo e sui nostri pensieri.
In merito al significato del messaggio, è vero che un'interpretazione potrebbe orientarsi verso un augurio negativo. Tuttavia, è importante considerare che le parole, soprattutto in una comunicazione scritta e potenzialmente carica di emotività come quella che stavate vivendo, possono essere fraintendibili. La sua collega potrebbe aver voluto esprimere una sua frustrazione o delusione in un modo che, a posteriori, risulta ambiguo e per lei inquietante.
Il fatto che questo pensiero la tormenti costantemente indica che ha toccato una sua corda sensibile. Spesso, quando ci troviamo di fronte a messaggi o situazioni che non riusciamo a decifrare completamente, la nostra mente tende a rielaborarli ripetutamente, cercando un significato che possa darci un senso di chiusura.
In questa fase, potrebbe essere utile cercare di decentrare il focus dal tentativo di interpretare univocamente il messaggio della sua collega. Invece, potremmo esplorare come questo pensiero la fa sentire e quali emozioni suscita in lei. Concentrarsi sulla sua reazione interna a queste parole potrebbe aiutarla a gestire il disagio che sta provando.
Il fatto che lei sia consapevole della sua sensibilità e della sua autostima è un passo importante. Spesso, persone con queste caratteristiche possono essere più suscettibili all'impatto di dinamiche relazionali interrotte o di comunicazioni ambigue.
Sarebbe utile esplorare ulteriormente questi pensieri che la assillano. Cosa le fa credere così fermamente che il messaggio avesse un intento negativo? Quali sono le sue ipotesi in merito?
La sua reazione emotiva, data la sua sensibilità e la sua autostima, è comprensibile. Le parole, specialmente quelle cariche di ambiguità o percepite come ostili, possono avere un impatto significativo sul nostro stato d'animo e sui nostri pensieri.
In merito al significato del messaggio, è vero che un'interpretazione potrebbe orientarsi verso un augurio negativo. Tuttavia, è importante considerare che le parole, soprattutto in una comunicazione scritta e potenzialmente carica di emotività come quella che stavate vivendo, possono essere fraintendibili. La sua collega potrebbe aver voluto esprimere una sua frustrazione o delusione in un modo che, a posteriori, risulta ambiguo e per lei inquietante.
Il fatto che questo pensiero la tormenti costantemente indica che ha toccato una sua corda sensibile. Spesso, quando ci troviamo di fronte a messaggi o situazioni che non riusciamo a decifrare completamente, la nostra mente tende a rielaborarli ripetutamente, cercando un significato che possa darci un senso di chiusura.
In questa fase, potrebbe essere utile cercare di decentrare il focus dal tentativo di interpretare univocamente il messaggio della sua collega. Invece, potremmo esplorare come questo pensiero la fa sentire e quali emozioni suscita in lei. Concentrarsi sulla sua reazione interna a queste parole potrebbe aiutarla a gestire il disagio che sta provando.
Il fatto che lei sia consapevole della sua sensibilità e della sua autostima è un passo importante. Spesso, persone con queste caratteristiche possono essere più suscettibili all'impatto di dinamiche relazionali interrotte o di comunicazioni ambigue.
Sarebbe utile esplorare ulteriormente questi pensieri che la assillano. Cosa le fa credere così fermamente che il messaggio avesse un intento negativo? Quali sono le sue ipotesi in merito?
Capisco quanto possa essere difficile ricevere un messaggio ambiguo, soprattutto in un momento emotivamente carico e capisco quanto possa essere difficile sentire quel pensiero tornare più volte, quasi come se non volesse lasciarti in pace. È normale che la mente cerchi di dare un senso a ciò che è successo e che sta accadendo tuttora, anche tornando più volte su quella frase. Quando una relazione si chiude, soprattutto se c’è tensione o incomprensione, è normale che la mente cerchi spiegazioni, anche dolorose. Quel “si augura ciò che si merita” può aver toccato una parte fragile dentro di te, forse legata ad un tuo valore o alla paura di non essere visto per chi sei davvero. Il fatto che tu senta così tanto dimostra quanto tieni alle relazioni e quanto desideri vivere con autenticità. Rimango disponibile se tu ne avessi il bisogno, possiamo lavorare insieme su come gestire i pensieri ricorrenti in situazioni in cui le emozioni sono forti e confuse. Un caro saluto, dott.ssa Calabretto
Gentile utente,
capisco quanto quella frase – “si augura quello che si merita” – possa averla turbata, soprattutto se si sente sensibile e con bassa autostima. In momenti simili è utile tornare alla sua scala valoriale: rispetto di sé, chiarezza e autenticità possono guidare il modo in cui interpreta e reagisce a parole ambigue.
Quel messaggio, di per sé, non definisce un augurio di male né di bene, ma lascia spazio a diverse letture. Se per lei il valore della chiarezza è centrale, può usare questo principio per ridurre l’incertezza: pensi a che cosa davvero ha bisogno di sapere per sentirsi in pace. Forse non si tratta di decifrare a tutti i costi l’intento dell’altra, ma di stabilire dentro di sé un confine che protegga la sua serenità: «Accetto che non saprò mai esattamente cosa intendeva, ma merito rispetto e non un dubbio costante».
Immagini di rivolgersi a se stesso parole di incoraggiamento, come farebbe con un amico: «È comprensibile rimanere colpito da un messaggio così brusco, ma non definisce il mio valore». Ripetersi questo discorso interno, soprattutto quando arriva l’ansia, le permette di sostituire il dubbio su di sé con un’affermazione radicata nel rispetto personale.
Se la situazione al lavoro rende inevitabile incontrarsi, mantenga un atteggiamento neutro e cortese, concentrandosi sul lavoro più che sul passato. Ogni volta che il pensiero torna alla frase oscura, accolga l’emozione – fastidio, tristezza, rabbia – e poi riporti l’attenzione a un dettaglio concreto dell’ambiente (il colore della scrivania, il suono di una tastiera), così da interrompere il circolo dei pensieri.
Infine, se questo tormento persiste e le impedisce di vivere con leggerezza, può essere utile parlarne con un professionista. In un percorso psicologico scoprirà come rafforzare l’autostima e imparare ad attribuire alle parole il valore che davvero le compete, in linea con i suoi principi di rispetto e autenticità.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un cordiale saluto.
capisco quanto quella frase – “si augura quello che si merita” – possa averla turbata, soprattutto se si sente sensibile e con bassa autostima. In momenti simili è utile tornare alla sua scala valoriale: rispetto di sé, chiarezza e autenticità possono guidare il modo in cui interpreta e reagisce a parole ambigue.
Quel messaggio, di per sé, non definisce un augurio di male né di bene, ma lascia spazio a diverse letture. Se per lei il valore della chiarezza è centrale, può usare questo principio per ridurre l’incertezza: pensi a che cosa davvero ha bisogno di sapere per sentirsi in pace. Forse non si tratta di decifrare a tutti i costi l’intento dell’altra, ma di stabilire dentro di sé un confine che protegga la sua serenità: «Accetto che non saprò mai esattamente cosa intendeva, ma merito rispetto e non un dubbio costante».
Immagini di rivolgersi a se stesso parole di incoraggiamento, come farebbe con un amico: «È comprensibile rimanere colpito da un messaggio così brusco, ma non definisce il mio valore». Ripetersi questo discorso interno, soprattutto quando arriva l’ansia, le permette di sostituire il dubbio su di sé con un’affermazione radicata nel rispetto personale.
Se la situazione al lavoro rende inevitabile incontrarsi, mantenga un atteggiamento neutro e cortese, concentrandosi sul lavoro più che sul passato. Ogni volta che il pensiero torna alla frase oscura, accolga l’emozione – fastidio, tristezza, rabbia – e poi riporti l’attenzione a un dettaglio concreto dell’ambiente (il colore della scrivania, il suono di una tastiera), così da interrompere il circolo dei pensieri.
Infine, se questo tormento persiste e le impedisce di vivere con leggerezza, può essere utile parlarne con un professionista. In un percorso psicologico scoprirà come rafforzare l’autostima e imparare ad attribuire alle parole il valore che davvero le compete, in linea con i suoi principi di rispetto e autenticità.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
Un cordiale saluto.
Buongiorno,
è difficile trarre una risposta conoscendo solo questo breve scambio di messaggi senza conoscere che tipo di amicizia e rapporto è stato.
Le variabili sono molte, potrebbe affrontare questi dubbi apertamente con una persona che possa fornire un supporto e dare ordine a quanto accaduto.
Resto a disposizione, anche in modalità online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
è difficile trarre una risposta conoscendo solo questo breve scambio di messaggi senza conoscere che tipo di amicizia e rapporto è stato.
Le variabili sono molte, potrebbe affrontare questi dubbi apertamente con una persona che possa fornire un supporto e dare ordine a quanto accaduto.
Resto a disposizione, anche in modalità online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
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