Buongiorno dottori da circa 2 mesetti ho un senso di confusione come se il mio cervello va in tilt,
24
risposte
Buongiorno dottori da circa 2 mesetti ho un senso di confusione come se il mio cervello va in tilt, un senso di annebiamento non so come posso definirlo, so solo che mi sento non lucido h24 come se quello che guardo attorno a me non riesco a collegarlo o vederlo diverso, una sensazione strana a spiegarlo, può capirlo solo chi lo prova, in tutto questo accompagnato come voglia di non fare nulla, di non provare piacere nelle cose che mi piacciono fare, ci sono giornate che la confusione e più forte come gironate che magari e più legera, oltre questo quando a l'inizio ho avuti questi sintomi avevo anche sintomi del tipo pensieri di fare del male a chi avevo vicino oppure a me stesso che adesso questi pensieri non ci sono più, ma e rimasta questo senso di confusione che non va via, adesso la mia domanda è, tutto questo può essere dovuto che giorni prima di sentirmi così sono stato in ansia perchè mi madre a avuto un operazione e sono stato una giornata in ansia perchè non ricevevo risposta da nessuno riguardo la situazione di mia madre, oppure a l'influenza che ho avuto anche giorni prima, o come ultima cosa il lavoro che faccio cioè stare diverse ore davanti al pc, anche se il lavoro non mi causa stress perchè mi rilassa...
ho fatto anche diversi analisi in questo periodo che sono stato così per vedere se la causa poteva essere qualcosa...
tra cui emocrome ed e tutto nella norma, sideremia, sodiemia, potassiemia, glicemia,azotemia, creatinina, uricemia, cpk ed anche questi risultano tutti nella norma, in più ho fatto anche rx alla colonna cervicale che solo qui e uscito fuori una mancanza di fisiologica, e un inizio di spondilosi cervicale.... adesso mi vorrei fare anche la seretonina per vedere se magari e una carenza di questa, anche se il mio medico crede di no, ma non so più cosa pensare dopo tutti questi esami tutti nella norma apparte magari la rx alla colonna cervicale... secondo voi cos'è dovuto ? grazie
ho fatto anche diversi analisi in questo periodo che sono stato così per vedere se la causa poteva essere qualcosa...
tra cui emocrome ed e tutto nella norma, sideremia, sodiemia, potassiemia, glicemia,azotemia, creatinina, uricemia, cpk ed anche questi risultano tutti nella norma, in più ho fatto anche rx alla colonna cervicale che solo qui e uscito fuori una mancanza di fisiologica, e un inizio di spondilosi cervicale.... adesso mi vorrei fare anche la seretonina per vedere se magari e una carenza di questa, anche se il mio medico crede di no, ma non so più cosa pensare dopo tutti questi esami tutti nella norma apparte magari la rx alla colonna cervicale... secondo voi cos'è dovuto ? grazie
Buongiorno, innanzitutto desidero ringraziarla per aver condiviso con così tanta apertura ciò che sta attraversando. Mi rendo conto di quanto possa essere disorientante e frustrante convivere da settimane con una sensazione costante di confusione mentale, di “annebbiamento”, come la descrive lei, qualcosa che sembra togliere lucidità e rendere difficile anche il semplice stare nel mondo e osservare ciò che ci circonda. Posso solo immaginare quanto questo le stia pesando, soprattutto considerando che riferisce anche un calo dell’interesse e del piacere verso attività che prima trovava gradevoli. Il suo racconto mostra chiaramente quanto questo vissuto la preoccupi, e ha fatto bene a cercare un confronto professionale. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, questi sintomi possono certamente essere messi in relazione con un periodo di stress significativo e prolungato, anche se non vissuto come tale nel momento in cui si è verificato. Lei accenna a un episodio che l’ha colpita profondamente: l’intervento di sua madre e il conseguente stato di ansia per la mancanza di notizie. Questi eventi possono avere un impatto importante sul nostro equilibrio psico-fisico, anche se a livello razionale tendiamo a minimizzare o pensare di averli superati. Quando l’attivazione ansiosa è molto intensa e prolungata, può portare con sé un senso di stordimento, una forma di dissociazione lieve, una difficoltà a sentire il mondo come “familiare”. Questo è qualcosa che, come ha giustamente scritto, è difficile spiegare a chi non l’ha mai vissuto. È come se la mente, per proteggersi da un sovraccarico emotivo, si scollegasse in parte dalla realtà. Il fatto che tutto questo sia accompagnato da anedonia (cioè la perdita di piacere nelle attività), da pensieri intrusivi che ora si sono fortunatamente attenuati, e da questa persistente sensazione di confusione, potrebbe far pensare a uno stato ansioso-depressivo reattivo. È importante sottolineare che non è necessario che tutti i parametri medici risultino alterati perché ci sia un disagio psicologico significativo. Le analisi che ha fatto, pur essendo importanti per escludere cause organiche, non riescono a cogliere quello che la mente può esprimere attraverso il corpo. Questo non significa che il suo malessere sia “meno reale”, anzi, è altrettanto concreto. La nostra mente e il nostro corpo comunicano continuamente, e a volte quando uno dei due è troppo sotto pressione, anche l’altro inizia a “parlare” attraverso sintomi che non sappiamo subito interpretare. Riguardo la sua idea di controllare i livelli di serotonina, è comprensibile, ma è importante sapere che la serotonina nel sangue non dà un’indicazione diretta di quanto questa sostanza sia disponibile o attiva nel cervello, dove realmente svolge il suo ruolo nel regolare umore, ansia, sonno e motivazione. Detto questo, non escludo il valore simbolico del suo desiderio di “capire a fondo”, perché è evidente che cerca di trovare una spiegazione logica e rassicurante a ciò che sta vivendo. Questo è un atteggiamento assolutamente comprensibile e umano. Il fatto che lei abbia anche pensato alla postura, alla cervicale, e al lavoro al computer, è un’altra osservazione valida. Anche se il lavoro non è fonte di stress, stare molte ore davanti a uno schermo, magari in una posizione statica o non ergonomica, può contribuire a un senso di stanchezza mentale e affaticamento visivo, che si può sommare al resto. Tuttavia, da quello che racconta, sembra che il disagio principale abbia radici più profonde, emotive, legate a un momento di grande attivazione ansiosa non ancora completamente elaborato. Il percorso che suggerirei in questo momento è quello di iniziare un confronto con uno psicoterapeuta, possibilmente a orientamento cognitivo-comportamentale, che possa aiutarla a fare ordine tra i pensieri, riconoscere gli schemi mentali disfunzionali che potrebbero mantenere questo stato, e insegnarle strategie concrete per ridurre il senso di confusione e recuperare benessere. Molti dei sintomi che descrive possono migliorare significativamente con un intervento mirato, e non è necessario che il disagio diventi cronico per poter intervenire. Comprendo bene che quando ci si sente confusi e sfiduciati, tutto sembri più difficile da affrontare. Ma proprio il fatto che lei stia cercando risposte e che abbia mantenuto un atteggiamento attivo verso la comprensione del problema è un segnale importante di forza interiore. Questo può essere il punto di partenza per un cambiamento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Capisco, quello che stai descrivendo è una sensazione che molte persone faticano a spiegare a parole, ma che può essere estremamente destabilizzante da vivere. Parli di una sorta di “annebbiamento” costante, come se il mondo intorno a te fosse lontano, scollegato, quasi irreale. A volte queste sensazioni si avvicinano a fenomeni chiamati derealizzazione (quando l’ambiente sembra strano o irreale) o depersonalizzazione (quando ci si sente distaccati da se stessi), che possono comparire in periodi di forte stress, ansia o affaticamento mentale.
Il fatto che questa sensazione sia continua e accompagnata da mancanza di motivazione o voglia di fare potrebbe essere un segnale che qualcosa dentro di te sta cercando di richiamare l’attenzione. Non significa necessariamente che ci sia qualcosa di "sbagliato", ma che forse stai vivendo un carico emotivo o psicologico che fatichi a elaborare.Questa è la cosa più importante. Le sensazioni che descrivi – annebbiamento mentale, distacco dalla realtà, mancanza di motivazione – sono comuni in condizioni come ansia, stress cronico, depressione o anche burnout. Un professionista può aiutarti a dare un nome preciso a quello che stai vivendo e a trovare strategie per affrontarlo.
Il fatto che questa sensazione sia continua e accompagnata da mancanza di motivazione o voglia di fare potrebbe essere un segnale che qualcosa dentro di te sta cercando di richiamare l’attenzione. Non significa necessariamente che ci sia qualcosa di "sbagliato", ma che forse stai vivendo un carico emotivo o psicologico che fatichi a elaborare.Questa è la cosa più importante. Le sensazioni che descrivi – annebbiamento mentale, distacco dalla realtà, mancanza di motivazione – sono comuni in condizioni come ansia, stress cronico, depressione o anche burnout. Un professionista può aiutarti a dare un nome preciso a quello che stai vivendo e a trovare strategie per affrontarlo.
Buonasera, il quadro che descrive è complesso e necessita di un supporto psicologico, in particolare mi preoccupa l'aspetto relativo alle fantasie di far del male a sé o ad altri. Gli stati depressivi sono considerati neurobiologicamente come un effetto nel cervello di uno stato di stress prolungato in cui ci si sente senza via di uscita, quindi è possibile che l'esperienza dell'intervento di sua madre abbia alimentano un certo stato d'animo. Si ritiene tuttavia che le reazioni si innestano su una struttura di personalità che è alla base, ovvero chi siamo a seconda di come è stata la nostra esperienza di vita, e questo è molto importante perché contiene in sé la possibilità di un cambiamento e di un modo diverso di vivere esperienze anche traumatiche. Spero di essere stata di aiuto e la invito a ricercare un aiuto psicologico. Un caro saluto, dott.ssa Falessi
Buongiorno, da come descrive la sintomatologia appare essere riferita ad un quadro di tipo fobico, significa che per qualche motivo la sua mente sta sviluppando uno stato di alterazione confusionale dovuto ad un evento stressante capitato di recente, e lo fa con pensieri intrusivi (tipo il fare del male a qualcuno), o mancanza di piacere nelle cose di tutti i giorni. Se desidera iniziare un percorso psicologico, può prenotare un colloquio online.
Grazie per aver condiviso così bene quello che stai vivendo, capisco quanto possa essere difficile spiegare certe sensazioni. Quello che descrivi – la confusione mentale, la fatica, il senso di irrealtà, la mancanza di piacere – spesso arriva quando il sistema mente-corpo è sotto pressione da troppo tempo.
L’ansia per tua madre, l’influenza e magari anche il ritmo del lavoro al PC (anche se non ti stressa) potrebbero aver contribuito insieme a creare questo stato. A volte, il nostro corpo reagisce in modo rallentato a forti emozioni o paure, come se restasse “in allerta” anche quando il pericolo è passato.
Nel mio approccio, queste sensazioni sono segnali da ascoltare: il corpo e la psiche ci parlano quando qualcosa ha bisogno di essere integrato o rielaborato. Non sei “rotto”, forse sei solo stanco in profondità.
Un percorso psicologico può aiutarti a ritrovare chiarezza e presenza, e anche semplici pratiche di respiro, movimento o meditazione possono fare molto. È un momento delicato, ma anche un’occasione per ascoltarti davvero.
Se vuoi, ci possiamo lavorare insieme!
L’ansia per tua madre, l’influenza e magari anche il ritmo del lavoro al PC (anche se non ti stressa) potrebbero aver contribuito insieme a creare questo stato. A volte, il nostro corpo reagisce in modo rallentato a forti emozioni o paure, come se restasse “in allerta” anche quando il pericolo è passato.
Nel mio approccio, queste sensazioni sono segnali da ascoltare: il corpo e la psiche ci parlano quando qualcosa ha bisogno di essere integrato o rielaborato. Non sei “rotto”, forse sei solo stanco in profondità.
Un percorso psicologico può aiutarti a ritrovare chiarezza e presenza, e anche semplici pratiche di respiro, movimento o meditazione possono fare molto. È un momento delicato, ma anche un’occasione per ascoltarti davvero.
Se vuoi, ci possiamo lavorare insieme!
Buongiorno, le consiglio un consulto da un medico psichiatra. Cordiali saluti.
Grazie per aver condiviso la tua storia, che trasmette molto bene quanto possa essere disorientante e frustrante vivere con questi sintomi.
Da un punto di vista psicologico, quello che descrivi – senso di confusione, annebbiamento mentale ("brain fog"), distacco dalla realtà, perdita di piacere nelle attività, pensieri intrusivi passati e attuale apatia – sono tutti segnali che meritano attenzione e possono rientrare in un quadro di **disturbo d’ansia**, **depersonalizzazione/derealizzazione**, o anche **depressione**, soprattutto se in forma lieve o moderata.
La tua domanda è molto importante: *“Potrebbe essere stato scatenato da un evento ansiogeno come l’intervento di mia madre?”* – La risposta è sì. Eventi intensi dal punto di vista emotivo, anche se temporanei, possono fungere da *trigger*, cioè da innesco per uno stato psichico alterato, specie se c’erano già sotto traccia fattori predisponenti come stress prolungato, abitudini di vita non ottimali, o un sovraccarico mentale.
Alcuni punti da tenere presenti:
Consiglio da psicologa:
**Non sottovalutare l’effetto dell’ansia cronica o non gestita.** Anche se ora i pensieri intrusivi non ci sono più, il tuo sistema nervoso potrebbe essere ancora in una sorta di “allerta continua”. Ti invito a non cercare solo spiegazioni mediche o organiche, ma a considerare una **valutazione psicologica completa**, perché è molto probabile che la tua mente stia reagendo a un carico che da tempo cerca di comunicarti qualcosa.
**Cosa puoi fare ora:**
- **Rivolgiti a uno psicoterapeuta** (meglio se con approccio cognitivo-comportamentale o integrato) per esplorare il legame tra i tuoi sintomi e il tuo vissuto emotivo.
- **Evita di rincorrere solo esami clinici** se non ci sono segnali organici forti: il rischio è aumentare l’ansia attraverso l’iper-monitoraggio del corpo.
- **Dedica tempo alla regolazione emotiva e alla consapevolezza corporea**, attraverso tecniche come la mindfulness, la respirazione diaframmatica o lo yoga dolce.
- **Monitora il tuo stato psicologico con strumenti semplici**, come un diario dell’umore o delle sensazioni fisiche, per individuare pattern o fattori scatenanti.
Da un punto di vista psicologico, quello che descrivi – senso di confusione, annebbiamento mentale ("brain fog"), distacco dalla realtà, perdita di piacere nelle attività, pensieri intrusivi passati e attuale apatia – sono tutti segnali che meritano attenzione e possono rientrare in un quadro di **disturbo d’ansia**, **depersonalizzazione/derealizzazione**, o anche **depressione**, soprattutto se in forma lieve o moderata.
La tua domanda è molto importante: *“Potrebbe essere stato scatenato da un evento ansiogeno come l’intervento di mia madre?”* – La risposta è sì. Eventi intensi dal punto di vista emotivo, anche se temporanei, possono fungere da *trigger*, cioè da innesco per uno stato psichico alterato, specie se c’erano già sotto traccia fattori predisponenti come stress prolungato, abitudini di vita non ottimali, o un sovraccarico mentale.
Alcuni punti da tenere presenti:
Consiglio da psicologa:
**Non sottovalutare l’effetto dell’ansia cronica o non gestita.** Anche se ora i pensieri intrusivi non ci sono più, il tuo sistema nervoso potrebbe essere ancora in una sorta di “allerta continua”. Ti invito a non cercare solo spiegazioni mediche o organiche, ma a considerare una **valutazione psicologica completa**, perché è molto probabile che la tua mente stia reagendo a un carico che da tempo cerca di comunicarti qualcosa.
**Cosa puoi fare ora:**
- **Rivolgiti a uno psicoterapeuta** (meglio se con approccio cognitivo-comportamentale o integrato) per esplorare il legame tra i tuoi sintomi e il tuo vissuto emotivo.
- **Evita di rincorrere solo esami clinici** se non ci sono segnali organici forti: il rischio è aumentare l’ansia attraverso l’iper-monitoraggio del corpo.
- **Dedica tempo alla regolazione emotiva e alla consapevolezza corporea**, attraverso tecniche come la mindfulness, la respirazione diaframmatica o lo yoga dolce.
- **Monitora il tuo stato psicologico con strumenti semplici**, come un diario dell’umore o delle sensazioni fisiche, per individuare pattern o fattori scatenanti.
Buongiorno gentile utente,
i sintomi che descrive sono con molta probabilità correlati ad una condizione emotiva di tipo depressivo ansiosa, con senso di derealizzazione, spesse volte si cerca nel presente il solo motivo di tutto questo, in realtà dovremmo considerarlo come il risultato, di eventi trascorsi, talvolta distrattamente, in tempi passati, ecco che allora potrebbe risolvere il suo disagio, svolgendo un lavoro psicoterapeutico breve, in cui ricercare il modo con cui le sensazioni, idee, si manifestano modificandole, in funzione di un miglior benessere.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
i sintomi che descrive sono con molta probabilità correlati ad una condizione emotiva di tipo depressivo ansiosa, con senso di derealizzazione, spesse volte si cerca nel presente il solo motivo di tutto questo, in realtà dovremmo considerarlo come il risultato, di eventi trascorsi, talvolta distrattamente, in tempi passati, ecco che allora potrebbe risolvere il suo disagio, svolgendo un lavoro psicoterapeutico breve, in cui ricercare il modo con cui le sensazioni, idee, si manifestano modificandole, in funzione di un miglior benessere.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Il quadro che descrive – senso di irrealtà, stanchezza e anedonia – è tipico di una reazione di derealizzazione secundaria allo stress. L’evento scatenante (ansia per l’intervento di sua madre) ha attivato un’iper-allerta che ora si mantiene con posture sedentarie e carichi di lavoro visivo. Gli esami negativi riducono l’ipotesi organica; la serotonina sierica non riflette quella cerebrale, perciò un ulteriore prelievo servirebbe poco a orientare la cura.
Intervenga su tre fronti integrati: igiene del sonno ferrea (addormentarsi e svegliarsi a orari costanti, riducendo luci blu la sera), attività aerobica dolce quotidiana (anche solo 20 minuti di camminata) e tecniche di grounding sensorio-percettivo quando la nebbia sale: nomini a bassa voce cinque colori che vede, quattro suoni, tre odori, due sapori, una sensazione tattile. Questo ri-ancoraggio corporeo spezza il circuito di disconnessione. Se dopo 4-6 settimane i sintomi non recedono, vale la pena valutare un breve supporto farmacologico (SSRI a basso dosaggio o ansiolisi mirata) in collaborazione con uno psichiatra.
Per impostare un protocollo personalizzato di igiene del sonno, esercizio fisico graduato e grounding, e per decidere se e quando coinvolgere uno psichiatra, prenoti un colloquio con me attraverso MioDottore: monitoreremo insieme i sintomi settimana per settimana.
Intervenga su tre fronti integrati: igiene del sonno ferrea (addormentarsi e svegliarsi a orari costanti, riducendo luci blu la sera), attività aerobica dolce quotidiana (anche solo 20 minuti di camminata) e tecniche di grounding sensorio-percettivo quando la nebbia sale: nomini a bassa voce cinque colori che vede, quattro suoni, tre odori, due sapori, una sensazione tattile. Questo ri-ancoraggio corporeo spezza il circuito di disconnessione. Se dopo 4-6 settimane i sintomi non recedono, vale la pena valutare un breve supporto farmacologico (SSRI a basso dosaggio o ansiolisi mirata) in collaborazione con uno psichiatra.
Per impostare un protocollo personalizzato di igiene del sonno, esercizio fisico graduato e grounding, e per decidere se e quando coinvolgere uno psichiatra, prenoti un colloquio con me attraverso MioDottore: monitoreremo insieme i sintomi settimana per settimana.
Buongiorno,
quello che descrive — un senso di confusione persistente, annebbiamento mentale, distacco dalla realtà, calo di interesse per le attività abituali e, in passato, anche pensieri disturbanti — rientra in un quadro che merita attenzione, al di là della normalità degli esami medici.
Le sensazioni di “non lucidità” o di “cervello in tilt”, come le definisce, possono essere correlate a un insieme di fattori, tra cui un forte stato d’ansia, stress acuto o prolungato, oppure una condizione di tipo depressivo o dissociativo. Anche l’esperienza intensa che ha vissuto per l’operazione di sua madre può aver avuto un impatto importante, rappresentando un evento scatenante. Lo stesso vale per la fase influenzale o per lo stile di vita sedentario legato al lavoro al computer, che potrebbero aver contribuito a un'alterazione del benessere psico-fisico, pur non essendo cause uniche.
È importante sottolineare che, anche in assenza di alterazioni organiche nei vari esami clinici, sintomi di questo tipo possono essere espressione di un disagio psicologico che ha bisogno di essere ascoltato e compreso. Il fatto che i pensieri disturbanti iniziali siano scomparsi è un segnale positivo, ma il persistere della confusione mentale e del senso di distacco non va sottovalutato.
Sarebbe utile, e consigliato, approfondire questo momento di malessere con l’aiuto di uno specialista della salute mentale, come uno psicologo o psicoterapeuta, per esplorare a fondo le cause e trovare insieme strumenti concreti per affrontarle.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrive — un senso di confusione persistente, annebbiamento mentale, distacco dalla realtà, calo di interesse per le attività abituali e, in passato, anche pensieri disturbanti — rientra in un quadro che merita attenzione, al di là della normalità degli esami medici.
Le sensazioni di “non lucidità” o di “cervello in tilt”, come le definisce, possono essere correlate a un insieme di fattori, tra cui un forte stato d’ansia, stress acuto o prolungato, oppure una condizione di tipo depressivo o dissociativo. Anche l’esperienza intensa che ha vissuto per l’operazione di sua madre può aver avuto un impatto importante, rappresentando un evento scatenante. Lo stesso vale per la fase influenzale o per lo stile di vita sedentario legato al lavoro al computer, che potrebbero aver contribuito a un'alterazione del benessere psico-fisico, pur non essendo cause uniche.
È importante sottolineare che, anche in assenza di alterazioni organiche nei vari esami clinici, sintomi di questo tipo possono essere espressione di un disagio psicologico che ha bisogno di essere ascoltato e compreso. Il fatto che i pensieri disturbanti iniziali siano scomparsi è un segnale positivo, ma il persistere della confusione mentale e del senso di distacco non va sottovalutato.
Sarebbe utile, e consigliato, approfondire questo momento di malessere con l’aiuto di uno specialista della salute mentale, come uno psicologo o psicoterapeuta, per esplorare a fondo le cause e trovare insieme strumenti concreti per affrontarle.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno gentile Utente, le sensazioni che descrive (la confusione mentale persistente, il senso di disconnessione dalla realtà, la perdita di interesse verso ciò che solitamente le dava piacere) sono vissuti che molte persone riferiscono in presenza di uno stato ansioso prolungato o di un calo dell’umore. In particolare, il modo in cui racconta che tutto è iniziato dopo un forte episodio di preoccupazione legato all’intervento di sua madre fa pensare a una possibile reazione psico-fisica a un evento stressante, come se la mente e il corpo avessero mantenuto uno stato di allerta anche dopo che l’emergenza si è risolta.
Quando l’ansia si prolunga, può manifestarsi in forme non sempre facilmente riconoscibili, e la “nebbia mentale” o la sensazione di essere scollegati da sé o dall’ambiente sono fenomeni noti anche in condizioni come la depersonalizzazione o la derealizzazione, che sono risposte del sistema nervoso a un eccesso di attivazione emotiva o a stati di stress cronico. Il fatto che lei parli anche di perdita di motivazione, e in passato abbia sperimentato pensieri disturbanti (ora fortunatamente attenuati), rende importante considerare anche la possibilità che stia attraversando una fase depressiva, magari a bassa intensità ma comunque significativa.
Gli esami medici che ha svolto risultano rassicuranti e confermano che non vi siano cause organiche evidenti alla base del suo malessere. Tuttavia, proprio quando la componente fisica viene esclusa, è utile guardare con maggiore attenzione a ciò che può avvenire sul piano psicologico. Il fatto che lei stia cercando risposte e voglia capirsi meglio è già un segnale prezioso.
Riguardo al suo lavoro al computer, è vero che molte ore davanti allo schermo possono accentuare la sensazione di stanchezza mentale o alterare i ritmi fisiologici, ma se lei percepisce il lavoro come rilassante, è probabile che non sia questa la causa primaria, quanto piuttosto una concausa che può accentuare un malessere preesistente. Quanto alla serotonina, le analisi ematiche non sempre restituiscono un’immagine fedele del suo equilibrio a livello cerebrale, quindi sarebbe più utile approfondire con uno specialista piuttosto che affidarsi esclusivamente agli esami.
Le consiglierei di valutare l’idea di intraprendere un percorso psicoterapeutico, anche breve, che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta accadendo dentro di lei, ad ascoltare le sue emozioni e a ritrovare un senso di centratura. Un approccio integrato, basato su evidenze scientifiche, può includere tecniche efficaci per gestire i sintomi cognitivi e corporei che sta vivendo, migliorando progressivamente la qualità della sua vita.
Dott. Luca Vocino
Quando l’ansia si prolunga, può manifestarsi in forme non sempre facilmente riconoscibili, e la “nebbia mentale” o la sensazione di essere scollegati da sé o dall’ambiente sono fenomeni noti anche in condizioni come la depersonalizzazione o la derealizzazione, che sono risposte del sistema nervoso a un eccesso di attivazione emotiva o a stati di stress cronico. Il fatto che lei parli anche di perdita di motivazione, e in passato abbia sperimentato pensieri disturbanti (ora fortunatamente attenuati), rende importante considerare anche la possibilità che stia attraversando una fase depressiva, magari a bassa intensità ma comunque significativa.
Gli esami medici che ha svolto risultano rassicuranti e confermano che non vi siano cause organiche evidenti alla base del suo malessere. Tuttavia, proprio quando la componente fisica viene esclusa, è utile guardare con maggiore attenzione a ciò che può avvenire sul piano psicologico. Il fatto che lei stia cercando risposte e voglia capirsi meglio è già un segnale prezioso.
Riguardo al suo lavoro al computer, è vero che molte ore davanti allo schermo possono accentuare la sensazione di stanchezza mentale o alterare i ritmi fisiologici, ma se lei percepisce il lavoro come rilassante, è probabile che non sia questa la causa primaria, quanto piuttosto una concausa che può accentuare un malessere preesistente. Quanto alla serotonina, le analisi ematiche non sempre restituiscono un’immagine fedele del suo equilibrio a livello cerebrale, quindi sarebbe più utile approfondire con uno specialista piuttosto che affidarsi esclusivamente agli esami.
Le consiglierei di valutare l’idea di intraprendere un percorso psicoterapeutico, anche breve, che possa aiutarla a comprendere meglio ciò che sta accadendo dentro di lei, ad ascoltare le sue emozioni e a ritrovare un senso di centratura. Un approccio integrato, basato su evidenze scientifiche, può includere tecniche efficaci per gestire i sintomi cognitivi e corporei che sta vivendo, migliorando progressivamente la qualità della sua vita.
Dott. Luca Vocino
Gentile utente, se le analisi e i controlli non hanno dato esisti negativi è probabile che questa sua sensazione sia dovuta da un fattore psicologico ed emotivo. La aiuterebbe fare qualche colloquio con uno psicologo, in modo da indagare meglio il fenomeno e focalizzarsi sulla possibile causa. Spero possa presto ritrovare la serenità, non si trascuri e ascolti il suo corpo!
Buongiorno, la sua descrizione cattura una serie di sintomi complessi e sfumati che possono essere davvero difficili da gestire. Vivere con un senso di confusione continua e di annebbiamento mentale può essere estremamente disorientante, specialmente quando si sente un distacco dalle esperienze quotidiane e dal piacere delle attività che una volta amava. Gli eventi stressanti, come l'operazione di sua madre, così come l'ansia associata, possono influenzare il modo in cui la mente affronta le esperienze, portando a sensazioni di vulnerabilità e a un aumento della confusione. È interessante notare che i pensieri riguardanti il fare del male a se stesso o agli altri siano diminuiti; questo potrebbe indicare un processo di elaborazione in atto e una diminuzione del livello di stress acuto. Tuttavia, la persistenza della confusione suggerisce che ci potrebbe essere un sottostante bisogno emotivo che non è stato ancora completamente elaborato. La sensazione di non riuscire a collegare ciò che osserva e il disinteresse per le attività quotidiane possono essere segni del tentativo della sua mente di affrontare ciò che è rimasto irrisolto e di lenire la sua ansia in modi che non sempre sono immediatamente evidenti. La ricerca di un equilibrio e la comprensione di queste dinamiche interne è fondamentale per il tuo benessere.
Se desidera esplorare ulteriormente queste emozioni e trovare un modo per affrontare questo periodo difficile, sono qui per offrirle ascolto e sostegno senza giudizio. Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera esplorare ulteriormente queste emozioni e trovare un modo per affrontare questo periodo difficile, sono qui per offrirle ascolto e sostegno senza giudizio. Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buongiorno,
chissà con quanta fatica affronta tutto questo! Mi spiace.
Credo che lei abbia proprio bisogno di parlare con qualcuno che la aiuti a rimettere tutto in ordine.
Se vuole sono disponibile
Buona giornata
Dr.Grazia Chianetta
chissà con quanta fatica affronta tutto questo! Mi spiace.
Credo che lei abbia proprio bisogno di parlare con qualcuno che la aiuti a rimettere tutto in ordine.
Se vuole sono disponibile
Buona giornata
Dr.Grazia Chianetta
Caro utente,
il suo racconto sembra intrecciare più dimensioni: un momento familiare delicato e carico d’ansia (l’intervento della mamma), un periodo influenzale (quindi anche fisico), e un contesto lavorativo in cui forse la mente è molto stimolata ma il corpo resta fermo e sovraccaricato.
La nostra psiche non è separata dal corpo, e le relazioni che viviamo sono parte essenziale del nostro equilibrio interiore. A volte, quando l’ansia si accumula e non trova un canale per essere espressa o accolta, può trasformarsi in sintomi che sembrano "strani", indefinibili, quasi sospesi... ma che in realtà sono il modo più profondo che il nostro sistema ha per dirci: “qualcosa ha bisogno di essere visto, ascoltato e compreso”.
Ha fatto bene a indagare anche sul piano medico, e ha fatto bene a porsi delle domande. Ora forse potrebbe essere il momento di esplorare anche il senso di ciò che prova, non solo la causa. E questo viaggio, non deve farlo da solo. Con l’aiuto di un professionista, potrà scoprire che dietro quella nebbia che descrive così bene, c’è ancora una mente viva che chiede solo un po’ di spazio e accoglienza per ritrovare chiarezza.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
il suo racconto sembra intrecciare più dimensioni: un momento familiare delicato e carico d’ansia (l’intervento della mamma), un periodo influenzale (quindi anche fisico), e un contesto lavorativo in cui forse la mente è molto stimolata ma il corpo resta fermo e sovraccaricato.
La nostra psiche non è separata dal corpo, e le relazioni che viviamo sono parte essenziale del nostro equilibrio interiore. A volte, quando l’ansia si accumula e non trova un canale per essere espressa o accolta, può trasformarsi in sintomi che sembrano "strani", indefinibili, quasi sospesi... ma che in realtà sono il modo più profondo che il nostro sistema ha per dirci: “qualcosa ha bisogno di essere visto, ascoltato e compreso”.
Ha fatto bene a indagare anche sul piano medico, e ha fatto bene a porsi delle domande. Ora forse potrebbe essere il momento di esplorare anche il senso di ciò che prova, non solo la causa. E questo viaggio, non deve farlo da solo. Con l’aiuto di un professionista, potrà scoprire che dietro quella nebbia che descrive così bene, c’è ancora una mente viva che chiede solo un po’ di spazio e accoglienza per ritrovare chiarezza.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Salve, Le consiglio di rivolgersi ad un/a psicologo/a o ad un medico psichiatra per parlare dei suoi sintomi con un professionista della salute mentale, al fine di ristabilire un pò di quella tranquillità che Le può essere utile qualora decidesse di cominciare un percorso di scoperta psicologica e di indagare le cause del suo sentire.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Gentile utente è giusto che lei faccia gli esami necessari a vagliare le diverse cause possibili dei suoi disturbi, se non viene fuori nulla di fisiologico è chiaro che la sua psiche le sta parlando.
Un segnale che ovviamente non può ignorare e dovrebbe a mio parere consultare uno specialista.
Un percorso psicologico la aiuterà a mettere ordine alla confusione e per mia esperienza le dico che spariranno anche alcuni dei sintomi fisici che riferisce .
Un segnale che ovviamente non può ignorare e dovrebbe a mio parere consultare uno specialista.
Un percorso psicologico la aiuterà a mettere ordine alla confusione e per mia esperienza le dico che spariranno anche alcuni dei sintomi fisici che riferisce .
Ciao, grazie per aver condiviso con così tanta chiarezza quello che stai vivendo. Si percepisce quanto questo senso di confusione, annebbiamento e smarrimento ti stia destabilizzando, e quanto tu stia cercando risposte, anche attraverso tutti gli esami che hai fatto.
Quello che descrivi – la sensazione di non essere più lucido, di osservare il mondo come se fosse “strano” o distante, il calo di interesse e piacere nelle cose che prima ti facevano stare bene – può essere molto spaventoso, soprattutto quando non troviamo un riscontro “oggettivo” che ci aiuti a dare un nome a ciò che accade.
È importante però ricordare che anche quando il corpo sembra stare “bene”, mente ed emozioni possono lanciare dei segnali forti. L’ansia, lo stress prolungato, il carico emotivo possono avere un impatto notevole sul nostro equilibrio psico-fisico. Non è raro che esperienze intense o periodi faticosi, anche se apparentemente superati, si manifestino proprio in questo modo: con un senso di disconnessione, apatia, stanchezza mentale.
Il fatto che tu stia cercando di capire, che ti stia prendendo cura di te anche attraverso gli esami, è già un atto di attenzione e responsabilità. Forse adesso potrebbe essere utile spostare l’attenzione dall’indagare il “cosa ho” al “come sto vivendo ciò che accade”. Cosa ti sta chiedendo davvero questo malessere? Quali parti di te hanno bisogno di essere ascoltate?
Se senti che tutto questo sta interferendo con la tua quotidianità e con la tua serenità, parlarne con un professionista della salute mentale potrebbe essere il passo successivo più utile e rassicurante. Non sei solo, e questo momento – per quanto difficile – può diventare l’occasione per fare chiarezza su ciò che conta davvero per te.
Quello che descrivi – la sensazione di non essere più lucido, di osservare il mondo come se fosse “strano” o distante, il calo di interesse e piacere nelle cose che prima ti facevano stare bene – può essere molto spaventoso, soprattutto quando non troviamo un riscontro “oggettivo” che ci aiuti a dare un nome a ciò che accade.
È importante però ricordare che anche quando il corpo sembra stare “bene”, mente ed emozioni possono lanciare dei segnali forti. L’ansia, lo stress prolungato, il carico emotivo possono avere un impatto notevole sul nostro equilibrio psico-fisico. Non è raro che esperienze intense o periodi faticosi, anche se apparentemente superati, si manifestino proprio in questo modo: con un senso di disconnessione, apatia, stanchezza mentale.
Il fatto che tu stia cercando di capire, che ti stia prendendo cura di te anche attraverso gli esami, è già un atto di attenzione e responsabilità. Forse adesso potrebbe essere utile spostare l’attenzione dall’indagare il “cosa ho” al “come sto vivendo ciò che accade”. Cosa ti sta chiedendo davvero questo malessere? Quali parti di te hanno bisogno di essere ascoltate?
Se senti che tutto questo sta interferendo con la tua quotidianità e con la tua serenità, parlarne con un professionista della salute mentale potrebbe essere il passo successivo più utile e rassicurante. Non sei solo, e questo momento – per quanto difficile – può diventare l’occasione per fare chiarezza su ciò che conta davvero per te.
Ciao, grazie per aver condiviso in modo così chiaro quello che stai vivendo — e non è affatto una cosa da poco, soprattutto con sintomi così persistenti e destabilizzanti. Quello che descrivi è molto comune in certi disturbi d’ansia e dell’umore, e anche se può sembrare inspiegabile o preoccupante, non sei solo e non stai impazzendo.
I sintomi che riferisci — confusione mentale costante, senso di distacco dalla realtà, apatia, episodi ansiosi intensi e pensieri intrusivi — fanno pensare a un quadro compatibile con:
Disturbo d’ansia generalizzato o disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso
Una forma di depersonalizzazione/derealizzazione (cioè sentirsi "fuori fase", come se il mondo fosse irreale)
Sintomi residui di uno stato depressivo o ansioso acuto, magari scatenato dallo stress per l’intervento di tua madre, la malattia, o un accumulo di tensioni
Alcuni punti chiave da considerare nel tuo caso:
1. La confusione mentale costante può essere una manifestazione d’ansia cronica
Quello che chiami “annebbiamento” o “cervello in tilt” viene spesso descritto come brain fog (nebbia mentale). In situazioni di ansia o stress prolungato, il cervello fatica a elaborare informazioni in modo chiaro e resta in uno stato di “iperallerta” che brucia energia e concentrazione.
2. La perdita di piacere e motivazione è un sintomo chiave della depressione (anche lieve o mascherata)
Il fatto che tu dica “non trovo piacere nemmeno nelle cose che mi piacciono” è un segnale importante. Questo, insieme all’apatia, alla stanchezza mentale e a momenti di scoraggiamento profondo, indica che la tua mente sta cercando di segnalarti un sovraccarico emotivo.
3. I pensieri aggressivi o autodistruttivi che hai avuto all’inizio sono tipici degli attacchi d’ansia acuta
Molti li sperimentano. Sono pensieri intrusivi e indesiderati, legati più a un bisogno inconscio di “scaricare” tensione che a un reale desiderio. Il fatto che siano spariti è un buon segno, ma è importante non ignorarli come se non fossero mai esistiti.
4. Il lavoro al PC non è causa diretta, ma può accentuare il senso di isolamento o distacco, soprattutto se passi molte ore da solo, in silenzio, in postura fissa (che può anche peggiorare il benessere fisico legato alla cervicale).
5. Gli esami medici negativi sono un'ottima notizia, ma non escludono disturbi di natura psicologica o psicosomatica, che spesso non si vedono nel sangue o nelle immagini.
Cosa puoi fare ora — consigli pratici:
1. Parla apertamente con uno psichiatra o psicoterapeuta
Hai già fatto molti esami medici, ora è importante approfondire l'aspetto psicologico. Un colloquio con uno specialista potrebbe aiutarti a dare un nome a quello che provi, e a capire se la tua terapia (Daparox) è ancora adeguata dopo 12 anni di uso. Potresti aver bisogno di un aggiustamento o di affiancare una psicoterapia.
2. Riduci lo sforzo di “capire razionalmente” ogni sensazione
Lo so, è difficile. Ma fissarsi su ogni sintomo e cercare continuamente una spiegazione medica a qualcosa che probabilmente è emotivo può diventare esso stesso un circolo vizioso ansioso.
3. Fai attenzione a tre cose concrete:
Sonno: è regolare? Se no, va sistemato prima di tutto.
Attività fisica moderata quotidiana (anche solo 20–30 minuti di camminata all’aria aperta)
Interazioni sociali, anche leggere, ma quotidiane.
4. Considera la possibilità che la “confusione” sia un modo del cervello per difendersi
Il nostro sistema nervoso, quando è sovraccarico, può “scollegarsi” temporaneamente dalla realtà come forma di autoprotezione. Questo non è pericoloso, ma è un campanello d’allarme: serve un cambio di ritmo, o un supporto terapeutico.
In sintesi:
È probabile che il tuo malessere derivi da una combinazione di fattori psicologici (ansia, stress acuto, sovraccarico emotivo) e forse anche da un adattamento da rivedere del farmaco che assumi da tempo.
Non ignorare quello che provi solo perché gli esami sono nella norma.
Fatti aiutare da uno psichiatra/psicologo clinico per capire cosa sta succedendo dentro di te.
Quello che stai provando può migliorare. Ma non passa solo col tempo, serve un aiuto giusto.
I sintomi che riferisci — confusione mentale costante, senso di distacco dalla realtà, apatia, episodi ansiosi intensi e pensieri intrusivi — fanno pensare a un quadro compatibile con:
Disturbo d’ansia generalizzato o disturbo dell’adattamento con ansia e umore depresso
Una forma di depersonalizzazione/derealizzazione (cioè sentirsi "fuori fase", come se il mondo fosse irreale)
Sintomi residui di uno stato depressivo o ansioso acuto, magari scatenato dallo stress per l’intervento di tua madre, la malattia, o un accumulo di tensioni
Alcuni punti chiave da considerare nel tuo caso:
1. La confusione mentale costante può essere una manifestazione d’ansia cronica
Quello che chiami “annebbiamento” o “cervello in tilt” viene spesso descritto come brain fog (nebbia mentale). In situazioni di ansia o stress prolungato, il cervello fatica a elaborare informazioni in modo chiaro e resta in uno stato di “iperallerta” che brucia energia e concentrazione.
2. La perdita di piacere e motivazione è un sintomo chiave della depressione (anche lieve o mascherata)
Il fatto che tu dica “non trovo piacere nemmeno nelle cose che mi piacciono” è un segnale importante. Questo, insieme all’apatia, alla stanchezza mentale e a momenti di scoraggiamento profondo, indica che la tua mente sta cercando di segnalarti un sovraccarico emotivo.
3. I pensieri aggressivi o autodistruttivi che hai avuto all’inizio sono tipici degli attacchi d’ansia acuta
Molti li sperimentano. Sono pensieri intrusivi e indesiderati, legati più a un bisogno inconscio di “scaricare” tensione che a un reale desiderio. Il fatto che siano spariti è un buon segno, ma è importante non ignorarli come se non fossero mai esistiti.
4. Il lavoro al PC non è causa diretta, ma può accentuare il senso di isolamento o distacco, soprattutto se passi molte ore da solo, in silenzio, in postura fissa (che può anche peggiorare il benessere fisico legato alla cervicale).
5. Gli esami medici negativi sono un'ottima notizia, ma non escludono disturbi di natura psicologica o psicosomatica, che spesso non si vedono nel sangue o nelle immagini.
Cosa puoi fare ora — consigli pratici:
1. Parla apertamente con uno psichiatra o psicoterapeuta
Hai già fatto molti esami medici, ora è importante approfondire l'aspetto psicologico. Un colloquio con uno specialista potrebbe aiutarti a dare un nome a quello che provi, e a capire se la tua terapia (Daparox) è ancora adeguata dopo 12 anni di uso. Potresti aver bisogno di un aggiustamento o di affiancare una psicoterapia.
2. Riduci lo sforzo di “capire razionalmente” ogni sensazione
Lo so, è difficile. Ma fissarsi su ogni sintomo e cercare continuamente una spiegazione medica a qualcosa che probabilmente è emotivo può diventare esso stesso un circolo vizioso ansioso.
3. Fai attenzione a tre cose concrete:
Sonno: è regolare? Se no, va sistemato prima di tutto.
Attività fisica moderata quotidiana (anche solo 20–30 minuti di camminata all’aria aperta)
Interazioni sociali, anche leggere, ma quotidiane.
4. Considera la possibilità che la “confusione” sia un modo del cervello per difendersi
Il nostro sistema nervoso, quando è sovraccarico, può “scollegarsi” temporaneamente dalla realtà come forma di autoprotezione. Questo non è pericoloso, ma è un campanello d’allarme: serve un cambio di ritmo, o un supporto terapeutico.
In sintesi:
È probabile che il tuo malessere derivi da una combinazione di fattori psicologici (ansia, stress acuto, sovraccarico emotivo) e forse anche da un adattamento da rivedere del farmaco che assumi da tempo.
Non ignorare quello che provi solo perché gli esami sono nella norma.
Fatti aiutare da uno psichiatra/psicologo clinico per capire cosa sta succedendo dentro di te.
Quello che stai provando può migliorare. Ma non passa solo col tempo, serve un aiuto giusto.
Gentile Utente,
quello che descrive – la sensazione di confusione costante, il calo dell’interesse nelle attività quotidiane e la fatica nel sentirsi lucido – può avere origini legate a fattori emotivi, soprattutto considerando il periodo di forte preoccupazione che ha vissuto recentemente. Anche se tutti gli esami medici risultano nella norma, è importante sapere che il corpo e la mente possono reagire allo stress in modi complessi, talvolta invalidanti e prolungati nel tempo.
Per comprendere meglio l’origine di questo stato e affrontarlo in modo efficace, le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Un supporto professionale potrà aiutarla a fare chiarezza su ciò che sta vivendo e a ritrovare maggiore serenità ed equilibrio.
quello che descrive – la sensazione di confusione costante, il calo dell’interesse nelle attività quotidiane e la fatica nel sentirsi lucido – può avere origini legate a fattori emotivi, soprattutto considerando il periodo di forte preoccupazione che ha vissuto recentemente. Anche se tutti gli esami medici risultano nella norma, è importante sapere che il corpo e la mente possono reagire allo stress in modi complessi, talvolta invalidanti e prolungati nel tempo.
Per comprendere meglio l’origine di questo stato e affrontarlo in modo efficace, le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Un supporto professionale potrà aiutarla a fare chiarezza su ciò che sta vivendo e a ritrovare maggiore serenità ed equilibrio.
Ti ringrazio per aver condiviso con tanta precisione e sincerità ciò che stai vivendo. Descrivi una condizione molto difficile da affrontare: quella sensazione di "confusione mentale", annebbiamento costante, distacco dalla realtà, mancanza di lucidità e di piacere nelle cose, che in effetti può essere profondamente destabilizzante.
È comprensibile che tu ti senta smarrito, soprattutto considerando che i tuoi esami medici sono nella norma.
Dal punto di vista psicologico, quello che descrivi potrebbe avere "spiegazioni" differenti. Quel “sentirsi confuso”, come se il mondo attorno fosse irreale o filtrato, è qualcosa che alcune persone sperimentano in situazioni di stress acuto o in condizioni d’ansia persistente.
È qualcosa che può insorgere quando l’organismo si trova in una condizione di iperattivazione o, al contrario, di “distacco” per proteggersi emotivamente.
Hai vissuto un’esperienza molto intensa sul piano emotivo: l’ansia per l’intervento di tua madre e l’incertezza prolungata possono aver avuto un impatto forte, anche se razionalmente ti sembrava di "averla gestita". Il corpo e la mente, a volte, reagiscono anche dopo l’evento stressante, con sintomi che sembrano “slegati”, ma in realtà sono una risposta di adattamento che si è interrotta.
La mancanza di piacere (anedonia), la voglia di non fare nulla, il senso di disconnessione dalla realtà, un calo generale delle energie e della motivazione sono segnali che andrebbero valutati con attenzione. Anche il pensiero di far del male a te stesso o agli altri, pur se passato, è un segnale che va accolto con cura, come indicatore di un tuo disagio profondo.
L'esclusione organica è un ottimo primo passo.
Hai già fatto bene ad escludere tante possibili cause fisiche. La cervicale può contribuire a una sensazione di stanchezza, vertigine o tensione, ma difficilmente spiega da sola questo quadro generale, soprattutto la parte emotiva e cognitiva. Un esame della serotonina può completare il quadro, ma non è necessariamente sufficiente.
Valuta l'idea di un colloquio psicologico.
Potresti iniziare a tenere un diario dei sintomi e magari anche di come ti senti in generale. Annota come varia il senso di confusione, quando peggiora o migliora, se ci sono eventi o pensieri che lo precedono, come dormi, come mangi, come ti muovi.
Questo potrebbe aiutare sia te che eventuali professionisti a capire meglio l’andamento.
Cerca di prenderti cura della tua persona, del tuo corpo.
Anche se può sembrare difficile in questo stato, prova a mantenere piccole abitudini regolari: passeggiate, orari fissi per dormire e mangiare, pause dal PC, attività rilassanti anche minime (musica, bagno caldo, respirazione).
Il corpo è un veicolo fondamentale.
Mi raccomando, non restare solo con tutto questo però.
Parlane con qualcuno di cui ti fidi, anche solo per non sentirti “strano” o isolato.
Ciò che stai vivendo sicuramente ha un senso, non sei “impazzito” e non sei solo.
Meriti però di concederti strumenti e supporto per stare meglio, a partire da una valutazione psicologica accurata.
È comprensibile che tu ti senta smarrito, soprattutto considerando che i tuoi esami medici sono nella norma.
Dal punto di vista psicologico, quello che descrivi potrebbe avere "spiegazioni" differenti. Quel “sentirsi confuso”, come se il mondo attorno fosse irreale o filtrato, è qualcosa che alcune persone sperimentano in situazioni di stress acuto o in condizioni d’ansia persistente.
È qualcosa che può insorgere quando l’organismo si trova in una condizione di iperattivazione o, al contrario, di “distacco” per proteggersi emotivamente.
Hai vissuto un’esperienza molto intensa sul piano emotivo: l’ansia per l’intervento di tua madre e l’incertezza prolungata possono aver avuto un impatto forte, anche se razionalmente ti sembrava di "averla gestita". Il corpo e la mente, a volte, reagiscono anche dopo l’evento stressante, con sintomi che sembrano “slegati”, ma in realtà sono una risposta di adattamento che si è interrotta.
La mancanza di piacere (anedonia), la voglia di non fare nulla, il senso di disconnessione dalla realtà, un calo generale delle energie e della motivazione sono segnali che andrebbero valutati con attenzione. Anche il pensiero di far del male a te stesso o agli altri, pur se passato, è un segnale che va accolto con cura, come indicatore di un tuo disagio profondo.
L'esclusione organica è un ottimo primo passo.
Hai già fatto bene ad escludere tante possibili cause fisiche. La cervicale può contribuire a una sensazione di stanchezza, vertigine o tensione, ma difficilmente spiega da sola questo quadro generale, soprattutto la parte emotiva e cognitiva. Un esame della serotonina può completare il quadro, ma non è necessariamente sufficiente.
Valuta l'idea di un colloquio psicologico.
Potresti iniziare a tenere un diario dei sintomi e magari anche di come ti senti in generale. Annota come varia il senso di confusione, quando peggiora o migliora, se ci sono eventi o pensieri che lo precedono, come dormi, come mangi, come ti muovi.
Questo potrebbe aiutare sia te che eventuali professionisti a capire meglio l’andamento.
Cerca di prenderti cura della tua persona, del tuo corpo.
Anche se può sembrare difficile in questo stato, prova a mantenere piccole abitudini regolari: passeggiate, orari fissi per dormire e mangiare, pause dal PC, attività rilassanti anche minime (musica, bagno caldo, respirazione).
Il corpo è un veicolo fondamentale.
Mi raccomando, non restare solo con tutto questo però.
Parlane con qualcuno di cui ti fidi, anche solo per non sentirti “strano” o isolato.
Ciò che stai vivendo sicuramente ha un senso, non sei “impazzito” e non sei solo.
Meriti però di concederti strumenti e supporto per stare meglio, a partire da una valutazione psicologica accurata.
Buongiorno, in assenza di ragioni mediche da come descrive questo senso di confusione potrebbe essere dovuto in parte a quanto vissuto durante l'operazione di sua madre, potrebbero essersi attivate delle paure che hanno portato a questa sintomatologia ansioso depressiva ( mancanza di piacere e voglia di fare le cose e pensieri di far del male a sè e agli altri). Sicuramente va indagato meglio se ci sono altri aspetti della sua vita che in questo momento la preoccupano di cui non è consapevole e che la rendono così distratta dando questo senso di confusione e deconcentrazione. Le consiglierei per approfondire meglio un percorso di sostegno psicologico di psicoterapia.
salve, bisogna che faccia degli esami della tiroide e successivamente una visita psicologica grazie
Buongiorno, se a fronte di tutti gli esami che ha fatto non ci sono evidenze chiare che collegano il suo malessere ad una causa prettamente organica, allora sarebbe da indagare il modo in cui affronta ansia e stress che, in questo periodo particolare, potrebbero essere assai più intensi ed impattanti sul suo equilibrio psicofisico.
Detto ciò io suggerirei un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta in grado di diagnosticare eventuali disturbi e prenderla in cura per attenuarne la sintomatologia e farla stare meglio.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Detto ciò io suggerirei un percorso psicologico con uno Psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta in grado di diagnosticare eventuali disturbi e prenderla in cura per attenuarne la sintomatologia e farla stare meglio.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.