Maschio di 36 anni 185cm 70kg. Da circa 10 anni soffro di un dolore persistente alle gambe, locali
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Maschio di 36 anni 185cm 70kg.
Da circa 10 anni soffro di un dolore persistente alle gambe, localizzato in particolare ai polpacci e tendine di Achille, che si presenta come un bruciore costante, rigidità muscolare e una sensazione di stiramento. Il dolore è più intenso al risveglio e nelle ore serali, ma permane durante tutta la giornata, rendendo difficile anche lo svolgimento di attività quotidiane. A questi sintomi si aggiunge generale sensazione di pesantezza o affaticamento. Ho eseguito diversi cicli di fisioterapia che hanno portato solo benefici temporanei e di breve durata.
Nonostante numerosi consulti specialistici ed esami approfonditi (neurologici, reumatologici, fisiatrici e ortopedici), non è mai stata identificata una diagnosi certa. Sono state escluse patologie neurologiche come la sclerosi multipla e malattie autoimmuni sistemiche.
Soffro inoltre di piedi piatti bilaterali, per i quali ho già provato solette ortopediche su misura e calzature rialzate, senza però ottenere alcun miglioramento dei sintomi.
Inoltre soffro di cervicalgia con tensione muscolare al collo che a tratto da anche sintomi come vertigini e nausea e anche di cheratocono.
A livello posturale e vertebrale, gli esami radiologici hanno rilevato:
- Una accentuata lordosi lombare con minima scoliosi destro-convessa e lieve spostamento anteriore dell’asse longitudinale, compatibile con instabilità meccanica.
- Presenza di iniziale fenomeno di Baastrup (contatto tra le spinose posteriori), che può causare dolore in estensione.
- Minima retrolistesi di L4 su S1, che suggerisce un lieve scivolamento vertebrale.
- A livello cervicale, marcate alterazioni degenerative (tra C4-C7), con protrusioni discali, osteocondrosi, spondilosi, fissurazioni, disidratazione dei dischi, restringimenti foraminali e del canale vertebrale, ma senza compromissione midollare evidente.
Questi elementi vengono riportati come informazioni utili per il team medico, in quanto potrebbero contribuire o aggravare il mio stato complessivo, anche se il sintomo più debilitante resta il dolore cronico alle gambe, per il quale cerco ancora una diagnosi precisa e un trattamento risolutivo.
Da circa 10 anni soffro di un dolore persistente alle gambe, localizzato in particolare ai polpacci e tendine di Achille, che si presenta come un bruciore costante, rigidità muscolare e una sensazione di stiramento. Il dolore è più intenso al risveglio e nelle ore serali, ma permane durante tutta la giornata, rendendo difficile anche lo svolgimento di attività quotidiane. A questi sintomi si aggiunge generale sensazione di pesantezza o affaticamento. Ho eseguito diversi cicli di fisioterapia che hanno portato solo benefici temporanei e di breve durata.
Nonostante numerosi consulti specialistici ed esami approfonditi (neurologici, reumatologici, fisiatrici e ortopedici), non è mai stata identificata una diagnosi certa. Sono state escluse patologie neurologiche come la sclerosi multipla e malattie autoimmuni sistemiche.
Soffro inoltre di piedi piatti bilaterali, per i quali ho già provato solette ortopediche su misura e calzature rialzate, senza però ottenere alcun miglioramento dei sintomi.
Inoltre soffro di cervicalgia con tensione muscolare al collo che a tratto da anche sintomi come vertigini e nausea e anche di cheratocono.
A livello posturale e vertebrale, gli esami radiologici hanno rilevato:
- Una accentuata lordosi lombare con minima scoliosi destro-convessa e lieve spostamento anteriore dell’asse longitudinale, compatibile con instabilità meccanica.
- Presenza di iniziale fenomeno di Baastrup (contatto tra le spinose posteriori), che può causare dolore in estensione.
- Minima retrolistesi di L4 su S1, che suggerisce un lieve scivolamento vertebrale.
- A livello cervicale, marcate alterazioni degenerative (tra C4-C7), con protrusioni discali, osteocondrosi, spondilosi, fissurazioni, disidratazione dei dischi, restringimenti foraminali e del canale vertebrale, ma senza compromissione midollare evidente.
Questi elementi vengono riportati come informazioni utili per il team medico, in quanto potrebbero contribuire o aggravare il mio stato complessivo, anche se il sintomo più debilitante resta il dolore cronico alle gambe, per il quale cerco ancora una diagnosi precisa e un trattamento risolutivo.
Salve, il caso che descrive avrebbe la necessità di essere valutato in modo approfondito. Sarebbe utile comprendere come il suo bacino si è assestato alla condizione posturale biomeccanica podalica, se dunque ci sono delle asimmetrie sugli arti. Ritengo che possa essere molto utile rivolgersi ad un osteopata in modo da valutare a fondo l' unità del suo corpo. Resto a disposizione Giulia Li Calzi Osteopata.
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Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso in modo così dettagliato la Sua storia clinica. Comprendo perfettamente quanto la situazione da Lei descritta sia invalidante e frustrante, soprattutto in assenza di una diagnosi chiara nonostante i numerosi accertamenti e i trattamenti già intrapresi. Il dolore cronico ai polpacci e tendini di Achille, accompagnato da bruciore, rigidità e senso di stiramento, potrebbe essere espressione di una sofferenza della catena miofasciale posteriore e di alterazioni posturali di lunga data. La presenza di piedi piatti, già trattati senza beneficio, potrebbe aver contribuito a un carico anomalo sugli arti inferiori e sul rachide, favorendo l’instaurarsi di compensi disfunzionali. Anche le alterazioni riscontrate a livello lombare e cervicale – come la lordosi accentuata, le protrusioni discali e i segni di instabilità meccanica – indicano un sistema muscolo-scheletrico sottoposto a continue sollecitazioni e compensazioni, che possono riflettersi negativamente sull’equilibrio neuromuscolare globale. I sintomi cervicali associati a vertigini e nausea suggeriscono inoltre un coinvolgimento più ampio del sistema craniosacrale, che potrebbe essere ulteriormente esplorato. Un approccio osteopatico, attraverso una valutazione funzionale completa della postura, della mobilità fasciale, viscerale e cranica, potrebbe offrire un valido supporto per ridurre le tensioni, migliorare l’adattamento globale dell’organismo e alleviare i sintomi. Pur non potendo garantire una risoluzione definitiva, il trattamento avrebbe come obiettivo un miglioramento concreto della qualità della vita e della mobilità quotidiana. Se lo desidera, posso indicarLe un possibile piano di trattamento osteopatico personalizzato in base al Suo caso. Cordiali saluti. Dott. Jacopo Zammarchi.
Salve
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito Senza impegno economico Grazie
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito Senza impegno economico Grazie
Buongiorno. Spero che nel frattempo abbia risolto i suoi fastidi. Da quanto leggo mi verrebbe da pensare che la causa principale siano proprio i piedi piatti che avendo una componente muscolo tendinea distesa possono dare quel tipo di dolore al tendine d'Achille ed al polpaccio e oltretutto la spondilolistesi potrebbe avere un effetto di compressione delle radici nervose che innervano la gamba. Diverso il discorso delle vertigini che con la cervicale in quelle condizioni andrebbe meglio esaminata anche da un punto di vista viscerale. Spero di esserLe stato d'aiuto e Le auguro una pronta risoluzione del problema.
Salve,
dal mio punto di vista, sarebbe utile considerare la sua situazione nel complesso, attraverso una valutazione posturale clinica e computerizzata.
Spesso dolori o tensioni dovute a quello che ha scritto portano ad un calo energetico generale e dell'umore che limita i movimenti e per alcune paure, dovute al farsi male oppure ad evitare che inizi un fastidio, ingigantiscono i sintomi. Integratori ad hoc e una buona ginnastica posturale potrebbe aiutare. Per un colloquio può cercarmi in agenda on line.
Saluti
dal mio punto di vista, sarebbe utile considerare la sua situazione nel complesso, attraverso una valutazione posturale clinica e computerizzata.
Spesso dolori o tensioni dovute a quello che ha scritto portano ad un calo energetico generale e dell'umore che limita i movimenti e per alcune paure, dovute al farsi male oppure ad evitare che inizi un fastidio, ingigantiscono i sintomi. Integratori ad hoc e una buona ginnastica posturale potrebbe aiutare. Per un colloquio può cercarmi in agenda on line.
Saluti
Salve
Le domando che tipo di vita svolge e se fa o ha mai fatto della attività fisica?
Nonostante sarebbe da effettuare una valutazione a mio avviso il suo problema potrebbe essere legato a un basso tono muscolare.
In oltre le chiedo se oltre alla lordosi e alla leggere scogliosi ha mai fatto altre valutazioni posturali.
Altro aspetti da approfondire sono:
-assunzione regolare di farmaci
-qualità del sonno
-funzioni intestinali
Cordialmente
Le domando che tipo di vita svolge e se fa o ha mai fatto della attività fisica?
Nonostante sarebbe da effettuare una valutazione a mio avviso il suo problema potrebbe essere legato a un basso tono muscolare.
In oltre le chiedo se oltre alla lordosi e alla leggere scogliosi ha mai fatto altre valutazioni posturali.
Altro aspetti da approfondire sono:
-assunzione regolare di farmaci
-qualità del sonno
-funzioni intestinali
Cordialmente
Salve, il caso è molto complesso ed è difficile fare una diagnosi solo da queste informazioni. La causa potrebbe essere uno squilibrio posturale (magari originato dal piede piatto) che a cascata ha creato dei compensi su tutte le altre strutture. Sicuramente un lavoro posturale mirato potrebbe migliorare complessivamente la sintomatologia.
Grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la tua storia: capisco quanto dev’essere frustrante convivere da così tanto tempo con un dolore persistente, soprattutto quando ti sei già affidato a diversi professionisti e non hai ancora ricevuto risposte chiare né un miglioramento duraturo. È assolutamente comprensibile che tu senta il bisogno di capire meglio cosa ti sta succedendo e trovare finalmente una via concreta per stare meglio.
In base alla sua descrizione e dei numerosi accertamenti già eseguiti, per localizzazione dei sintomi, loro caratteristiche (rigidità muscolare, bruciore e sensazione di stiramento), pattern temporale con dolore maggiore nelle prime ore del mattino (successivo al periodo di immobilità notturna) e serale (carico e stanchezza accumulata durante la giornata) il tutto associato a questa sensazione di affaticamento generale sembra rientrare in un quadro di tendinopatia achillea bilaterale da scarsa capacità di carico del distretto muscolo tendineo. il carattere persistente nel tempo potrebbe essere spiegato (oltre che dal non aver inquadrato la condizione e quindi presa in carico) dal fenomeno della "sensibilizzazione centrale", ovvero un'alterata capacità del sistema nervoso di elaborare gli stimoli dolorosi che i verifica in condizioni di dolore persistente anche se da letteratura meno riferibile alla porzione tendine mia più a quella muscolare.
In parole semplici, è come se il tuo sistema nervoso fosse rimasto in “modalità allarme”, anche in assenza di un pericolo reale, rendendo il corpo più sensibile e meno tollerante agli stimoli normali, come il camminare o lo stare in piedi.
Molto probabilmente la ridotta capacità di carico (forza e resistenza) generale rappresenta una delle cause della sintomatologia riferita anche in altri distretti come quello cervicale; gli episodi vertiginosi caratterizzano anche quadri di cefalea cervicogenica (di origine cervicale) ma necessita di una attenta valutazione da parte di un operatore esperto che sappia discriminare quest’ultima da condizioni diverse di interesse medico specialistico.
Posso per rassicurarla in merito ai reperti radiografici e non che ha riportato come “marcate alterazioni degenerative (tra C4-C7), con protrusioni discali, osteocondrosi, spondilosi, fissurazioni, disidratazione dei dischi, restringimenti foraminali” e “accentuata lordosi lombare con minima scoliosi destro-convessa e lieve spostamento anteriore dell’asse longitudinale” e ancora “piedi piatti bilaterali”, poiché trattasi di caratteristiche anatomiche che non necessariamente si traducono in una presentazione clinica, de discopatie ad esempio (ernie, prolusioni etc) sono reperti riscontrabili nella stragrande maggioranza della popolazione asintomatica. Verificare una diretta correlazione tra struttura e sintomo sarà compito della valutazione del collega, aver però avuto la possibilità di escludere alcune patologie gravi crea i presupposti per una prognosi benigna della sua condizione. Nella speranza di esserle stato d’aiuto la invito a rivolgersi ad un fisioterapista muscoloscheletrico specializzato (OMPT) nella sua zona per avere, a fronte di un’accurata raccolta anamnestica ed un approfondito esame obiettivo, più informazioni riguardo la sua condizione e quindi costruire un percorso su misura per lei basato su educazione al dolore, terapia manuale ed esercizio terapeutico.
In base alla sua descrizione e dei numerosi accertamenti già eseguiti, per localizzazione dei sintomi, loro caratteristiche (rigidità muscolare, bruciore e sensazione di stiramento), pattern temporale con dolore maggiore nelle prime ore del mattino (successivo al periodo di immobilità notturna) e serale (carico e stanchezza accumulata durante la giornata) il tutto associato a questa sensazione di affaticamento generale sembra rientrare in un quadro di tendinopatia achillea bilaterale da scarsa capacità di carico del distretto muscolo tendineo. il carattere persistente nel tempo potrebbe essere spiegato (oltre che dal non aver inquadrato la condizione e quindi presa in carico) dal fenomeno della "sensibilizzazione centrale", ovvero un'alterata capacità del sistema nervoso di elaborare gli stimoli dolorosi che i verifica in condizioni di dolore persistente anche se da letteratura meno riferibile alla porzione tendine mia più a quella muscolare.
In parole semplici, è come se il tuo sistema nervoso fosse rimasto in “modalità allarme”, anche in assenza di un pericolo reale, rendendo il corpo più sensibile e meno tollerante agli stimoli normali, come il camminare o lo stare in piedi.
Molto probabilmente la ridotta capacità di carico (forza e resistenza) generale rappresenta una delle cause della sintomatologia riferita anche in altri distretti come quello cervicale; gli episodi vertiginosi caratterizzano anche quadri di cefalea cervicogenica (di origine cervicale) ma necessita di una attenta valutazione da parte di un operatore esperto che sappia discriminare quest’ultima da condizioni diverse di interesse medico specialistico.
Posso per rassicurarla in merito ai reperti radiografici e non che ha riportato come “marcate alterazioni degenerative (tra C4-C7), con protrusioni discali, osteocondrosi, spondilosi, fissurazioni, disidratazione dei dischi, restringimenti foraminali” e “accentuata lordosi lombare con minima scoliosi destro-convessa e lieve spostamento anteriore dell’asse longitudinale” e ancora “piedi piatti bilaterali”, poiché trattasi di caratteristiche anatomiche che non necessariamente si traducono in una presentazione clinica, de discopatie ad esempio (ernie, prolusioni etc) sono reperti riscontrabili nella stragrande maggioranza della popolazione asintomatica. Verificare una diretta correlazione tra struttura e sintomo sarà compito della valutazione del collega, aver però avuto la possibilità di escludere alcune patologie gravi crea i presupposti per una prognosi benigna della sua condizione. Nella speranza di esserle stato d’aiuto la invito a rivolgersi ad un fisioterapista muscoloscheletrico specializzato (OMPT) nella sua zona per avere, a fronte di un’accurata raccolta anamnestica ed un approfondito esame obiettivo, più informazioni riguardo la sua condizione e quindi costruire un percorso su misura per lei basato su educazione al dolore, terapia manuale ed esercizio terapeutico.
Non posso rispondere perché non fai domande! …tu esprimi un desiderio : “cerco una diagnosi precisa “ . Per essere precisi bisogna visitarti perché la tua descrizione del sintomo è vaga… comunque, di certo, nelle tue gambe è in corso una fase di riparazione muscolare o vascolare o entrambe. Quando questa riparazione sarà terminata allora scompariranno i tuoi sintomi.
Gentile utente,
comprendo bene quanto possa essere frustrante convivere con un dolore così persistente, soprattutto quando non si riesce a trovare una diagnosi chiara.
Il quadro che descrive è molto articolato e richiede certamente un approccio multidisciplinare. Dal punto di vista chinesiologico, la persistenza del dolore a livello dei polpacci e dei tendini d’Achille, unita alla rigidità muscolare e alla pesantezza diffusa, potrebbe essere correlata a compensi posturali cronici legati sia ai piedi piatti che alle alterazioni vertebrali evidenziate.
In molti casi simili, ho riscontrato che un programma individuale di rieducazione posturale globale, associato a esercizi specifici di mobilità attiva, decompensazione lombare e rinforzo del core, può ridurre le tensioni muscolari e migliorare la gestione del dolore, anche se la causa non è del tutto definita.
Inoltre, lo stress posturale cervicale (con vertigini e nausea) e lombare potrebbe amplificare il dolore percepito agli arti inferiori, attraverso meccanismi miofasciali e sensitivi centrali. In questi casi, può essere utile integrare esercizi respiratori e di consapevolezza corporea.
Le consiglio di valutare un percorso chinesiologico mirato, in collaborazione con eventuali specialisti già coinvolti nel suo caso, per migliorare la qualità della vita e ridurre la sintomatologia nel tempo.
Resto a disposizione per un’eventuale valutazione funzionale.
Un caro saluto
comprendo bene quanto possa essere frustrante convivere con un dolore così persistente, soprattutto quando non si riesce a trovare una diagnosi chiara.
Il quadro che descrive è molto articolato e richiede certamente un approccio multidisciplinare. Dal punto di vista chinesiologico, la persistenza del dolore a livello dei polpacci e dei tendini d’Achille, unita alla rigidità muscolare e alla pesantezza diffusa, potrebbe essere correlata a compensi posturali cronici legati sia ai piedi piatti che alle alterazioni vertebrali evidenziate.
In molti casi simili, ho riscontrato che un programma individuale di rieducazione posturale globale, associato a esercizi specifici di mobilità attiva, decompensazione lombare e rinforzo del core, può ridurre le tensioni muscolari e migliorare la gestione del dolore, anche se la causa non è del tutto definita.
Inoltre, lo stress posturale cervicale (con vertigini e nausea) e lombare potrebbe amplificare il dolore percepito agli arti inferiori, attraverso meccanismi miofasciali e sensitivi centrali. In questi casi, può essere utile integrare esercizi respiratori e di consapevolezza corporea.
Le consiglio di valutare un percorso chinesiologico mirato, in collaborazione con eventuali specialisti già coinvolti nel suo caso, per migliorare la qualità della vita e ridurre la sintomatologia nel tempo.
Resto a disposizione per un’eventuale valutazione funzionale.
Un caro saluto
Buongiorno, dal suo quadro clinico appare come il suo corpo non sappia bene come muoversi. Il percorso che lei ha fatto è corretto ma quello che manca è un educazione al movimento. I suoi problemi sono legati ad un non corretto funzionamento biomeccanico e un adattamento continuo del corpo per rimanere semplicemente in piedi. Le consiglio dunque di affiancare un percorso di RIEDUCAZIONE MOTORIA volto ad equilibrare e a gestire i suoi disturbi.
Ciao! Grazie per aver condiviso con tanta precisione la tua situazione. Dal tuo racconto, il dolore cronico alle gambe che persiste da anni sembra essere influenzato da diversi fattori: alterazioni posturali, squilibri muscolari, piedi piatti, compensi legati alla colonna vertebrale e possibili tensioni muscolari legate alla cervicale.
Anche se la diagnosi medica definitiva per il dolore alle gambe non è ancora stata individuata, un percorso mirato di valutazione posturale e chinesiologia può aiutare a identificare le cause biomeccaniche che aggravano i sintomi. Successivamente, con un programma personalizzato di riequilibrio muscolare, rinforzo mirato e mobilità articolare, possiamo lavorare per ridurre rigidità, bruciore e senso di affaticamento, migliorando la funzionalità quotidiana.
Inoltre, l’integrazione di esercizi specifici per piedi piatti e eventuali supporti ortopedici adeguati può contribuire a diminuire le compensazioni e alleviare il dolore. Naturalmente, è utile coordinarsi con il tuo team medico per monitorare la colonna e prevenire eventuali peggioramenti.
Se vuoi, possiamo fissare un incontro per valutare in dettaglio postura e muscolatura, così da definire un percorso personalizzato per migliorare il tuo benessere generale e la qualità della vita.
Anche se la diagnosi medica definitiva per il dolore alle gambe non è ancora stata individuata, un percorso mirato di valutazione posturale e chinesiologia può aiutare a identificare le cause biomeccaniche che aggravano i sintomi. Successivamente, con un programma personalizzato di riequilibrio muscolare, rinforzo mirato e mobilità articolare, possiamo lavorare per ridurre rigidità, bruciore e senso di affaticamento, migliorando la funzionalità quotidiana.
Inoltre, l’integrazione di esercizi specifici per piedi piatti e eventuali supporti ortopedici adeguati può contribuire a diminuire le compensazioni e alleviare il dolore. Naturalmente, è utile coordinarsi con il tuo team medico per monitorare la colonna e prevenire eventuali peggioramenti.
Se vuoi, possiamo fissare un incontro per valutare in dettaglio postura e muscolatura, così da definire un percorso personalizzato per migliorare il tuo benessere generale e la qualità della vita.
Gentile Utente,
La situazione che descrive è complessa e capisco bene la frustrazione legata a tanti anni di dolore senza una diagnosi precisa. Ha già fatto un percorso molto completo di accertamenti ed esclusioni, che fortunatamente hanno chiarito l’assenza di patologie gravi.
Dal punto di vista posturale e funzionale, gli elementi che riporta, piedi piatti, alterazioni della colonna lombare e cervicale e rigidità muscolare persistente possono contribuire a creare e mantenere uno stato di tensione e dolore cronico, anche in assenza di una lesione organica definita. Il corpo, nel tempo, sviluppa compensi che spesso diventano essi stessi fonte di sintomi.
Un approccio chinesiologico e massoterapico può aiutarLa a:
- riequilibrare i carichi posturali e muscolari;
- ridurre rigidità e sovraccarichi nei distretti più coinvolti (polpacci, tendine di Achille, catena posteriore);
- migliorare la percezione corporea e la qualità del movimento;
- integrare strategie di esercizio e respirazione utili a gestire meglio il dolore cronico.
Non si tratta di “sostituire” la diagnosi medica, ma di affiancare il percorso con un lavoro pratico sul corpo, mirato a ridurre le tensioni e favorire un miglior equilibrio posturale.
Le consiglio quindi di valutare un percorso personalizzato, che tenga conto della sua storia clinica ma lavori soprattutto sul recupero funzionale quotidiano.
Un cordiale saluto,
Dott. M. Giaccio
La situazione che descrive è complessa e capisco bene la frustrazione legata a tanti anni di dolore senza una diagnosi precisa. Ha già fatto un percorso molto completo di accertamenti ed esclusioni, che fortunatamente hanno chiarito l’assenza di patologie gravi.
Dal punto di vista posturale e funzionale, gli elementi che riporta, piedi piatti, alterazioni della colonna lombare e cervicale e rigidità muscolare persistente possono contribuire a creare e mantenere uno stato di tensione e dolore cronico, anche in assenza di una lesione organica definita. Il corpo, nel tempo, sviluppa compensi che spesso diventano essi stessi fonte di sintomi.
Un approccio chinesiologico e massoterapico può aiutarLa a:
- riequilibrare i carichi posturali e muscolari;
- ridurre rigidità e sovraccarichi nei distretti più coinvolti (polpacci, tendine di Achille, catena posteriore);
- migliorare la percezione corporea e la qualità del movimento;
- integrare strategie di esercizio e respirazione utili a gestire meglio il dolore cronico.
Non si tratta di “sostituire” la diagnosi medica, ma di affiancare il percorso con un lavoro pratico sul corpo, mirato a ridurre le tensioni e favorire un miglior equilibrio posturale.
Le consiglio quindi di valutare un percorso personalizzato, che tenga conto della sua storia clinica ma lavori soprattutto sul recupero funzionale quotidiano.
Un cordiale saluto,
Dott. M. Giaccio
Per la diagnosi deve rivolgersi presso un neurochirurgo di sua fiducia
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