Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e q

24 risposte
Buongiorno da circa 1 mesetto mi sento come disconesso dal mio corpo nel senso mi guardo attorno e quello che vedo lo vedo diverso o come se non riesco a vederlo come lo vedevo prima una sensazione strana tipo guardo il cellulare e lo vedo come diverso, guardo un video che ho sempre visto e sembra come se non lo mai visto, oppure guardo un film e non mi riesco a concentrare, in più nelle cose che mi piacevano fare non trovo più piacere come prima cioè li faccio ma non provo quella gioia come dire non vedo l'ora di farla... in più a tutto questo si e unito una sensazione strana anche se mi era successo in passato tipo; se non tocco quella cosa per 3 volte mi succede qualcosa a me oppure hai miei genitori quindi lo tocco per 3 volte e sto tranquillo, oppure pensieri di fare del male a me oppure a chi ho vicino... tutto questo da cos'è causato? DOC? DELIRO? Oppure cosa?
in tutto questo sono in cura con il daparox da circa 12 anni se non di più..
Dott.ssa Eloisa Dasara
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Posada
Buonasera Signore, ciò che descrive potrebbe essere causato da diversi fattori. Se ha già un trattamento in corso e dunque uno/una psichiatra di riferimento, quello che le consiglio è di riferirsi in primis allo/alla specialista che la segue. Eventualmente, se può e lo desidera, può pensare di prenotare una consulenza psicologica in modo da approfondire questo vissuto e comprenderlo un po' meglio. A disposizione online, Dott.ssa Eloisa Dasara

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Dott. Gianluca Pignatelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Capisco quanto queste sensazioni possano essere destabilizzanti e difficili da gestire. Più che concentrarsi su una possibile etichetta diagnostica, potrebbe essere utile esplorare meglio il significato di questi vissuti e come stanno impattando sulla sua quotidianità. È fondamentale, quando si segue una terapia farmacologica, affiancare anche un percorso di psicoterapia, se non l’ha già fatto, per lavorare sulle proprie dinamiche personali e comprendere meglio ciò che sta emergendo, al di là della terapia farmacologica. Se desidera, possiamo approfondire insieme questo aspetto. Resto a disposizione, sia online che in presenza. Un saluto, dott. Gianluca Pignatelli.
Dott. Federico Alberto Russo
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Paderno Dugnano
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso con professionisti della piattaforma quello che stai vivendo, immagino non sia semplice mettere in parole sensazioni così particolari.

Da quello che racconti, mi sembra che tu stia attraversando un momento molto delicato, fatto di confusione, ansia e un senso di distacco sia da te stesso che da ciò che ti circonda. La sensazione di “vedere tutto diverso”, di non provare più piacere come prima, o di dover fare determinati gesti per sentirti al sicuro… sono segnali che meritano attenzione, ma che non devono spaventarti.

Sono esperienze che, anche se fanno molta paura, possono essere comprese e affrontate. Non significano che tu stia impazzendo o che ci sia qualcosa di irrimediabilmente “sbagliato” in te. Possono avere a che fare con l’ansia, con vissuti ossessivi, e a volte anche con una forma di protezione che la mente mette in atto in momenti di grande stress.

Il fatto che tu sia già in cura da tempo con Daparox è importante, ma può darsi che adesso qualcosa stia cambiando e vada un po’ rivisto l’equilibrio tra farmaco e supporto psicologico. Un percorso con uno psicologo o psicoterapeuta potrebbe aiutarti a fare chiarezza su tutto questo e ritrovare un senso di stabilità e connessione con te stesso.

Se ti fa piacere, ci possiamo sentire anche solo per parlarne insieme e capire meglio come stai.
Un caro saluto,
Dott. Federico Alberto Russo
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Ciao, da quel poco che racconti escluderei il delirio e ipotizzerei di più il DOC.
Considera che tutti più o meno facciamo dei rituali per sentire di avere il controllo, rituali che possono essere estremizzati fino a diventare dei DOC veri e propri, questo può in parte descrivere ciò che è, da cosa è causato bisognerebbe capirlo in terapia.
La sensazione di sentirsi disconnessi potrebbe essere più vicina alla dissociazione che al DOC (e alcuni rituali che ricordano il doc potrebbero in qualche modo attenuarla).
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno. Comprendo pienamente la sua preoccupazione di fronte a queste sensazioni così insolite e disturbanti che sta sperimentando da circa un mese. È importante affrontare questi sintomi con attenzione e cercare di capire la loro origine.
Le sensazioni di distacco dal proprio corpo e dalla realtà circostante, come se ciò che vede fosse strano o nuovo, sono descritte come depersonalizzazione e derealizzazione. Questi fenomeni possono essere fonte di grande ansia e confusione, proprio come lei sta provando. La sensazione che le cose che prima le davano piacere ora non suscitino più la stessa gioia è un sintomo che può associarsi a diversi stati d'animo e condizioni psicologiche.
Per quanto riguarda i pensieri intrusivi e le compulsioni che lei descrive, come il bisogno di toccare un oggetto per un certo numero di volte per allontanare un presunto pericolo per sé o per i suoi cari, oppure i pensieri di farsi del male o di fare del male ad altri, questi elementi possono effettivamente rientrare nel quadro del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e intrusivi che generano ansia o disagio significativi. Le compulsioni sono comportamenti o atti mentali ripetitivi che la persona si sente obbligata a compiere per ridurre l'ansia causata dalle ossessioni o per prevenire un evento temuto.
È importante sottolineare che, sebbene lei sia in cura con il Daparox da molti anni, l'efficacia di un farmaco può variare nel tempo e le sue esigenze potrebbero essere cambiate. Inoltre, l'insorgenza di nuovi sintomi come quelli che sta descrivendo merita un'attenta valutazione.
Non è possibile fare una diagnosi precisa senza una valutazione clinica completa da parte di un professionista della salute mentale, come uno psichiatra o uno psicologo. Tuttavia, sulla base di ciò che lei descrive, l'ipotesi di una riacutizzazione o di una modificazione del suo quadro clinico, eventualmente con una maggiore espressione di sintomi ossessivo-compulsivi e di fenomeni di depersonalizzazione/derealizzazione, appare plausibile.
Escluderei, al momento, l'ipotesi di un delirio, in quanto i deliri sono convinzioni fisse e irremovibili, non condivise dalla realtà e spesso accompagnate da una compromissione del pensiero e del contatto con la realtà in modo più marcato. Lei sembra essere consapevole della natura insolita e disturbante dei suoi pensieri e delle sue sensazioni, il che è un elemento distintivo rispetto a un delirio.
Considerando la sua storia clinica e i nuovi sintomi che sta manifestando, le consiglio vivamente di confrontarsi al più presto con il suo medico curante o con lo psichiatra che le ha prescritto il Daparox. È fondamentale che lei possa ricevere una valutazione accurata della sua situazione attuale. Potrebbe essere utile discutere i suoi sintomi nel dettaglio, valutare se sia necessario un aggiustamento della terapia farmacologica o se sia indicato intraprendere o affiancare un percorso di psicoterapia, che può essere molto efficace nel trattamento del DOC e dei sintomi dissociativi come la depersonalizzazione e la derealizzazione.
Non sottovaluti il suo malessere e si affidi a professionisti esperti per ricevere il supporto e le cure più appropriate per la sua situazione. Sono a sua disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti o supporto in questo percorso.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, quella che descrive è sicuramente un’esperienza molto intensa e destabilizzante, che può generare preoccupazione e paura. È evidente che si sta interrogando su ciò che le sta accadendo e sta cercando di darsi una spiegazione, temendo che possa trattarsi di qualcosa di grave o fuori dal suo controllo. Voglio rassicurarla sul fatto che le sensazioni che sta provando non sono così rare e che esistono spiegazioni psicologiche precise per ciò che sta vivendo. La sensazione di disconnessione dalla realtà e dal proprio corpo può rientrare in quello che viene definito “derealizzazione” e “depersonalizzazione”. Si tratta di stati psicologici che possono manifestarsi in periodi di forte stress, ansia o cambiamenti emotivi. È come se la mente, per proteggersi da un sovraccarico, prendesse temporaneamente le distanze dall’ambiente circostante o da se stessi, generando questa percezione di estraneità. È una risposta del nostro cervello, spesso transitoria, che non significa necessariamente che ci sia qualcosa di grave, ma che merita attenzione e comprensione. In parallelo, il fatto che le attività che prima le davano piacere ora non suscitino più lo stesso entusiasmo potrebbe essere collegato a una forma di appiattimento emotivo, a una riduzione della capacità di provare piacere. Questo può accadere in momenti di stress prolungato o ansia e talvolta può anche essere un effetto collaterale di un trattamento farmacologico di lunga durata. Sarebbe utile parlarne con il medico o lo specialista che la segue per valutare se sia opportuno fare delle modifiche alla terapia. Per quanto riguarda i pensieri intrusivi e le compulsioni (come il bisogno di toccare un oggetto un certo numero di volte per placare un’ansia), questi sono tipici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC). Il DOC non è un delirio e non indica che lei sia pericoloso o che voglia davvero fare del male a se stesso o agli altri. Questi pensieri sono spesso intrusivi, spiacevoli e privi di un reale significato, ma proprio per la loro natura disturbante si tende a dare loro un’importanza eccessiva, entrando in un circolo vizioso in cui la paura alimenta ulteriormente il bisogno di controllo. È fondamentale ricordare che il pensiero non è un’azione e che avere pensieri spiacevoli non significa volerli mettere in atto. Quello che le consiglio è di non affrontare tutto questo da solo. Se non lo sta già facendo, potrebbe essere utile affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicologico, in particolare ad orientamento cognitivo-comportamentale, che si è dimostrato molto efficace nel trattare la derealizzazione, il DOC e i pensieri intrusivi. Lavorare su queste esperienze attraverso strategie mirate può aiutarla a ridurre la paura e a ritrovare una maggiore serenità. So che quello che sta vivendo può sembrare difficile da gestire, ma voglio ribadirle che non è solo in questo percorso. Con il giusto supporto e le strategie adeguate, è possibile comprendere meglio ciò che sta accadendo e ritrovare un senso di stabilità e benessere. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
I sintomi che descrivi sono tipici di un disturbo ossessivo-compulsivo, dove la mente è intrappolata in pensieri e rituali che cercano di ridurre l'ansia. La percezione alterata della realtà e la perdita di piacere sono segni di una condizione di stress elevato. Il nostro obiettivo sarebbe interrompere i rituali e i pensieri ossessivi attraverso interventi mirati, in modo che tu possa riprendere il controllo e riconnetterti con la realtà. Non è un problema che riguarda 'il perché' ma piuttosto come affrontarlo concretamente per ridurre il disagio e ritrovare il piacere nelle tue attività.
Dott.ssa Agne Rumi
Psicologo, Psicologo clinico
Dalmine
Ciao, grazie per aver condiviso con me quello che stai vivendo. Posso immaginare quanto questa situazione possa essere disorientante e spaventosa per te. Voglio rassicurarti sul fatto che non sei solo in questo e che ciò che descrivi ha un significato comprensibile all’interno della tua esperienza di vita e del tuo funzionamento psicologico. Le esperienze che riporti possono essere molto destabilizzanti, ma vorrei sottolineare che sono più comuni di quanto si pensi e spesso sono legate a momenti di forte stress, ansia o cambiamenti interni che magari non sono immediatamente visibili.

Ti sei chiesto se possa trattarsi di DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo) o addirittura di delirio, una valutazione accurata va fatta in un contesto clinico con uno specialista che ti conosce bene, mi sento però di dirti che i tuoi sintomi sembrano più riconducibili a un’intensificazione di un quadro ansioso piuttosto che a un vero e proprio delirio. I pensieri intrusivi di fare del male a te o agli altri, ad esempio, spesso generano molta angoscia proprio perché sono in contrasto con i tuoi reali desideri e valori. Il fatto che ti spaventino è un chiaro segnale che non sono un desiderio reale, ma piuttosto pensieri legati all’ansia e al bisogno di controllo. Anche la perdita di piacere nelle attività che prima ti davano soddisfazione potrebbe indicare un periodo di affaticamento emotivo o un abbassamento dell’umore, che potrebbe essere legato a vari fattori, inclusi aspetti biologici, psicologici o situazionali. Stai assumendo Daparox da molti anni, ed è importante valutare insieme a un professionista se il farmaco sta ancora avendo l’effetto desiderato o se magari potrebbe essere utile un aggiustamento della terapia (sia farmacologica che psicologica). A volte, dopo molto tempo, il corpo si abitua al farmaco e potrebbero essere necessarie delle modifiche.

Quello che ti consiglio ora è di non cercare risposte affrettate, ma di concederti il tempo per esplorare ciò che sta accadendo con l’aiuto di un professionista di fiducia. Se non lo hai già fatto, potrebbe essere utile avviare un percorso psicoterapeutico (o intensificare quello che eventualmente già segui) per comprendere meglio le radici di questo disagio e trovare strategie per affrontarlo.

Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Gentile. per un'accurata diagnosi faccia riferimento ad uno psicologo in quanto in questo spazio risulta essere impossibile farla non conoscendola di persona.
Saluti.
Ciao, grazie per aver condiviso apertamente quello che stai vivendo, è un passo importante e non da poco. Quello che descrivi sembra un insieme di esperienze davvero faticose e destabilizzanti, e capisco che possano spaventarti.
provo a spiegarti un po’ quello che potrebbe esserci dietro a quello che provi, chiaramente con il limite del fatto che stiamo parlando in modo generale e non clinico diretto.
- La sensazione di disconnessione dal corpo e dal mondo è un' esperienza che in clinica clinica chiamiamo derealizzazione, ovvero, quando il mondo esterno sembra "strano", come se lo guardassi da fuori o fosse cambiato, o depersonalizzazione, quando ti senti "distaccato" da te stesso. Spesso si presentano insieme e sono sintomi dissociativi.
ciò può succedere in momenti di forte ansia o stress prolungato,in contesti depressivi,
oppure in alcuni disturbi come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o disturbi d’ansia.
- La perdita di piacere nelle attività è sintomo che si chiama anedonia e rientra nella sintomatologia depressiva. Non significa per forza che ci sia una depressione grave, ma è un segnale da non sottovalutare, specialmente se accompagnato da stanchezza emotiva, difficoltà a concentrarsi, senso di distacco.
- I pensieri intrusivi e rituali (toccare 3 volte ecc.) sono tipici del DOC (Disturbo Ossessivo Compulsivo): e sono pensieri come “se non tocco questa cosa succede qualcosa di brutto” sono ossessioni. Il fatto di toccarla per “stare tranquillo” è una compulsione, cioè un comportamento che cerca di placare l’ansia. Anche i pensieri aggressivi o paurosi (fare del male a sé o agli altri) sono comuni nel DOC — ma non significano che lo farai davvero. Sono pensieri intrusivi, spaventosi, che spesso arrivano proprio perché tu NON vuoi far male a nessuno. Il DOC lavora proprio così: prende ciò che è importante per te e lo trasforma in una paura.
per quanto riguarda l'uso del Daparox (Paroxetina), questo come ti avranno spiegato è un farmaco SSRI (antidepressivo), spesso usato per DOC, ansia e depressione. Se lo stai assumendo da molti anni, può darsi che la dose non sia più efficace, oppure
ci sia bisogno di rivalutare il trattamento con il medico che lo ha prescritto
Quello che stai vivendo non è delirio, non sei "matto", e non sei solo. È molto più comune di quanto sembri, ma è anche una situazione che merita attenzione professionale.
quello che posso consigliarti è contattare il tuo psichiatra/medico curante il prima possibile per raccontare esattamente quello che mi hai scritto: potrebbe decidere di rivedere il dosaggio o l'approccio terapeutico. Se non lo stai già facendo, affianca una terapia, può aiutarti tantissimo a gestire i pensieri intrusivi e la derealizzazione.
Se senti che la situazione peggiora o i pensieri diventano troppo forti da gestire, non esitare a cercare aiuto urgente, anche telefonico.
Se vuoi, possiamo anche parlare insieme di come ti senti giorno per giorno, o ti aiuto a trovare le parole per scrivere un messaggio al tuo medico.
E, davvero, grazie per esserti aperto così: non è segno di debolezza, ma di grande forza.
per qualsiasi altro chiarimento o domanda rimango a tua disposizione
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
i sintomi che descrive potrebbero essere legati a diverse problematiche, tra cui il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o altre difficoltà emotive. La sensazione di disconnessione dal corpo e la perdita di piacere nelle attività quotidiane potrebbero essere segnali di un disagio più profondo che merita attenzione. È importante non trascurare questi segnali, soprattutto considerando anche il fatto che sta assumendo un farmaco da lungo tempo. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per esplorare meglio questi sintomi e lavorare insieme su strategie per migliorare il suo benessere.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Quello che descrivi sembra rientrare in un quadro di derealizzazione e depersonalizzazione, sintomi che spesso si manifestano in periodi di forte stress, ansia o riacutizzazione di disturbi preesistenti, come il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) o i Disturbi d’Ansia.
La sensazione di disconnessione dalla realtà (derealizzazione) e da te stesso (depersonalizzazione) è spesso legata a un eccesso di ansia che il cervello cerca di “gestire” creando una sorta di filtro percettivo, come un meccanismo di difesa. Anche il fatto di non provare più piacere nelle cose che amavi fare potrebbe indicare una componente depressiva, che può essere un effetto collaterale dell’ansia prolungata o una fase del tuo stato attuale.
I pensieri intrusivi e i rituali (toccare più volte un oggetto per evitare qualcosa di negativo) sono invece molto comuni nel DOC, e il fatto che tu abbia una storia di trattamento con Daparox, conferma che probabilmente hai già avuto episodi simili in passato. Il punto chiave è che questi pensieri non rappresentano la realtà, ma solo il modo in cui la tua mente sta reagendo in questo momento.
Non è delirio: nel delirio una persona crede con certezza in qualcosa di non reale, mentre tu sei ben consapevole che questi pensieri ti sembrano strani e disturbanti.
Siccome i sintomi stanno peggiorando e influiscono sulla tua qualità di vita, sarebbe importante parlarne con il medico che ti segue per la terapia farmacologica, per valutare se il dosaggio del Daparox vada rivisto o se ci sia bisogno di un supporto aggiuntivo. Inoltre, un percorso di terapia cognitivo-comportamentale (TCC) potrebbe aiutarti molto a gestire questi sintomi, insegnandoti strategie per ridurre l’ansia e i pensieri intrusivi!
Dott.ssa Laura Raco
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi dispiace per questo suo malessere che lei descrive come presente da circa un mese. La descrizione dei suoi sintomi deve essere approfondita, ad esempio capire se prima di questo mese ci sono stati episodi simili oppure se sono accompagnati da altre sensazioni o sintomi. Dal momento che sta assumendo il daparox, immagino sia in cura da uno psichiatra. Provi a contattarlo e descrivere questa sintomatologia, in modo da capire come muoversi e se la cura è ancora valida o da modificare.
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Una cosa è certa: un farmaco o lo si prende regolarmente o è meglio lasciare stare.
Dott.ssa Eleonora Fiorini
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Buongiorno, considerando i sintomi e la cura farmacologica in cui è da 12 anni, le consiglierei di portare questo vissuto allo psichiatra che ha fatto la prescrizione ed eventualmente indagare in un contesto psicoterapeutico l'insorgenza di questi nuovi sintomi.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente è importante capire le cause di ciò che ha descritto. Un percorso di supporto psicologico potrebbe esserle molto utile.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Quello che descrivi potrebbe essere riconducibile a sintomi di *derealizzazione* (la sensazione che il mondo esterno appaia strano, diverso, meno reale) e *anedonia* (la perdita di piacere nelle attività abituali), che spesso si manifestano in disturbi d’ansia, depressione o stress prolungato. Inoltre, i pensieri intrusivi e i comportamenti ripetitivi che menzioni potrebbero rientrare nel *Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC)*, specialmente se avverti la necessità di compiere determinate azioni per placare l’ansia.

Il fatto che assumi *Daparox* (un farmaco SSRI) da oltre 12 anni suggerisce che tu stia già seguendo un trattamento per ansia o depressione. Tuttavia, un cambiamento nei sintomi, come quelli che descrivi, merita attenzione: potrebbe essere utile rivalutare la terapia con il tuo medico o psicoterapeuta, perché il corpo e la mente possono cambiare nel tempo e ciò che funzionava in passato potrebbe aver bisogno di un aggiustamento.

Non sei solo in questo: questi sintomi possono essere molto disturbanti, ma con il giusto supporto e un possibile aggiornamento della terapia puoi trovare sollievo. Parlane con il tuo specialista per comprendere meglio la causa e trovare la strategia più adatta a te.
Dott. Marco Lenzi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
Per rispondere alla sua domanda, sono necessarie maggiori informazioni.
Quando le capita di vivere momenti di disconnessione? Si tratta di momenti isolati o avviene in modo frequente durante il giorno? Assume il Daparox da circa 12 anni. Per quale motivo? Il farmaco le sta dando beneficio? E' in cura da uno psichiatra? Il dottore le ha fornito una diagnosi? Se non tocca l'oggetto per 3 volte come si sente? Prova ansia? Come valuta il suo umore? Ha pensato alla possibilità di chiedere il parere di uno psichiatra, se non è in cura?
Mi rendo conto che sono molte domande ma sono utili per fare un quadro della situazione.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni.
Cordiali saluti
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.

Le sensazioni che descrive – come percepire le cose in modo “diverso”, sentire una distanza emotiva da ciò che prima le dava piacere, o la presenza di pensieri intrusivi e compulsioni – possono essere vissuti molto spiazzanti, ma non per forza segni di qualcosa di “grave” o “delirante”. A volte si tratta di modalità che la mente utilizza per gestire una tensione interna, anche quando è difficile individuarne l’origine.

Alcuni degli aspetti che riporta, come il bisogno di toccare un oggetto più volte per sentirsi al sicuro o i pensieri indesiderati, possono rientrare in un quadro ossessivo-compulsivo, ma una valutazione più precisa richiede un ascolto attento e personalizzato. Il trattamento farmacologico può aiutare a contenere certi sintomi, ma mi chiedo se, nel corso di questi anni, abbia mai affiancato alla cura anche una psicoterapia, che potrebbe aiutarla a dare un significato più profondo a quello che sta vivendo e ad avere strumenti diversi per affrontarlo.

Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito. Un caro saluto, Dott. Mauro Terracciano.
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
salve
il suo fastidio o sintomo potrebbe essere un effetto collaterale del farmaco che assume.
Consiglio è di parlare con il medico che glielo ha prescritto
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me la tua esperienza. Le sensazioni che descrivi, come la disconnessione dal corpo, la percezione diversa degli oggetti e delle attività quotidiane, potrebbero essere legate a un fenomeno noto come derealizzazione o depersonalizzazione. Questi sintomi si verificano spesso in situazioni di forte stress o ansia e possono generare una sensazione di distacco dalla realtà, come se il mondo intorno a te non fosse "reale" o come se le esperienze quotidiane non avessero lo stesso significato di prima.
Inoltre, la difficoltà nel provare piacere in attività che una volta ti facevano stare bene potrebbe essere un segno di anedonia, un sintomo comune della depressione, che può coesistere con l'ansia. La perdita di interesse e la difficoltà di concentrazione sono anche caratteristiche che si trovano in quadri depressivi, che talvolta possono essere accompagnati da pensieri intrusivi o ossessivi.
Riguardo ai comportamenti che descrivi, come il bisogno di toccare oggetti un numero specifico di volte per evitare che accada qualcosa di brutto, potrebbe trattarsi di un aspetto legato al Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC), in cui i pensieri ossessivi si alternano a rituali compulsivi. Questi pensieri e comportamenti possono generare un grande disagio e sono spesso alimentati dall'ansia, che sembra essere un tema ricorrente nel tuo racconto.
Il fatto che tu stia seguendo una cura con il Daparox da molti anni è un elemento importante. Se i sintomi che stai sperimentando ora sono cambiati rispetto a quelli passati, potrebbe essere utile parlare con il tuo medico curante o con il terapeuta che ti segue, per valutare se la terapia farmacologica necessiti di un aggiustamento o se sia necessario approfondire ulteriormente la tua situazione psicologica.
La buona notizia è che esistono trattamenti efficaci per gestire questi sintomi, sia attraverso la terapia psicologica che con un eventuale aggiustamento della terapia farmacologica. Ti consiglio di continuare il dialogo con i professionisti che ti seguono per esplorare meglio queste problematiche.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Buongiorno,
grazie per aver scritto con tanta sincerità e per avere condiviso la sua esperienza. Quello che descrive, sentirsi distaccato dal proprio corpo o dalle cose che la circondano, la difficoltà nel provare piacere come prima, e quei pensieri insistenti, sono tutte condizioni che possono davvero mettere in crisi e lasciare confusi.
È importante riconoscere che queste sensazioni non sono rare e possono manifestarsi in diverse situazioni, anche in relazione a stress, cambiamenti interiori o variazioni nel percorso farmacologico. Essendo in cura da tempo con Daparox, è comprensibile che questi segnali possano anche essere legati a un momento particolare della sua cura, e proprio per questo è utile parlarne con chi la segue, per capire meglio cosa sta succedendo.
Quel “distacco” che sente, quel non riuscire a concentrarsi o a sentire la gioia come prima, e i pensieri ripetitivi di cui parla, non sono un segnale di debolezza o qualcosa da affrontare da solo. Sono segnali che meritano attenzione e ascolto, non solo per trovare una spiegazione, ma per capire come poter stare meglio.
Se lo ritiene opportuno, potrebbe valutare di condividere questi vissuti e difficoltà con un professionista della salute mentale, così da poterli esplorare insieme e trovare il modo migliore per affrontarli. Non è semplice, lo so, ma non è un percorso che deve fare da solo.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Dott.ssa Laura Federici
Psicologo clinico, Psicologo
Scandolara Ravara
Buongiorno.
Sarebbe prematuro ipotizzare una diagnosi senza aver raccolto altre informazioni necessarie.
Ciò che le posso consigliare è di rivolgersi a un terapeuta per affrontare nel migliore dei modi il difficile momento che sta attraversando e capirne le cause.
Un caro saluto.

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