buongiorno a tutti, vi scrivo perchè ho bisogno di un parere. Sono una ragazza di 17 fidanzata da 2
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buongiorno a tutti, vi scrivo perchè ho bisogno di un parere.
Sono una ragazza di 17 fidanzata da 2 con un ragazzo di 20, che purtroppo soffre di disturbo bipolare (B1).
Ho sempre cercato di supportarlo in tutto e per tutto, considerando che ci siamo conosciuti che avevo 15 anni e ho degli splendidi ricordi con lui ma ultimamente le cose non stanno andando bene.
So che ha parlato in una maniera che non mi garba molto con una ex, ha fumato per tutto sto tempo erba di nascosto (gli avevo chiesto di smettere) e settimana scorsa mi ha tradita “virtualmente” con una ragazza (si sono mandati messaggi spinti, foto etc…) e ho deciso di perdonarlo con un ultimatum (detto chiaramente, siccome quando sono andata da lui e gli ho detto che sarei preferita rimanere sua amica e che per lui ci sarei sempre stata, si è fatto del male davanti a me e questo mi ha destabilizzata molto).
Nonostante questo ultimatum, lui si sente ancora con questa ragazza, e ho avuto modo di leggere altri messaggi che non mi piacciono per niente (come per esempio quando lui le ha chiesto di dargli tempo per lasciarmi, che prima vuole conoscerla anche dal vivo, che sarebbe bello se si trasferissero insieme e ha fatto trasparire del chiarissimo interesse), perciò ho deciso di lasciarlo. Ma non so come fare, mi sento in colpa all’idea, non so come faró a vivere senza di lui, ho paura che commetta l’atto estremo e che poi l’avró sulla coscienza tutta la vita, ho paura di così tante cose. Ho paura che inizi ad odiarmi, che si faccia male, che mi instauri sensi di colpa. Non so cosa fare e come farlo. I miei genitori non possono vederlo, io mi sento in catene, ho bisogno di un consiglio. Purtroppo non posso permettermi lo psicologo. Grazie in anticipo e scusate per il disturbo.
Sono una ragazza di 17 fidanzata da 2 con un ragazzo di 20, che purtroppo soffre di disturbo bipolare (B1).
Ho sempre cercato di supportarlo in tutto e per tutto, considerando che ci siamo conosciuti che avevo 15 anni e ho degli splendidi ricordi con lui ma ultimamente le cose non stanno andando bene.
So che ha parlato in una maniera che non mi garba molto con una ex, ha fumato per tutto sto tempo erba di nascosto (gli avevo chiesto di smettere) e settimana scorsa mi ha tradita “virtualmente” con una ragazza (si sono mandati messaggi spinti, foto etc…) e ho deciso di perdonarlo con un ultimatum (detto chiaramente, siccome quando sono andata da lui e gli ho detto che sarei preferita rimanere sua amica e che per lui ci sarei sempre stata, si è fatto del male davanti a me e questo mi ha destabilizzata molto).
Nonostante questo ultimatum, lui si sente ancora con questa ragazza, e ho avuto modo di leggere altri messaggi che non mi piacciono per niente (come per esempio quando lui le ha chiesto di dargli tempo per lasciarmi, che prima vuole conoscerla anche dal vivo, che sarebbe bello se si trasferissero insieme e ha fatto trasparire del chiarissimo interesse), perciò ho deciso di lasciarlo. Ma non so come fare, mi sento in colpa all’idea, non so come faró a vivere senza di lui, ho paura che commetta l’atto estremo e che poi l’avró sulla coscienza tutta la vita, ho paura di così tante cose. Ho paura che inizi ad odiarmi, che si faccia male, che mi instauri sensi di colpa. Non so cosa fare e come farlo. I miei genitori non possono vederlo, io mi sento in catene, ho bisogno di un consiglio. Purtroppo non posso permettermi lo psicologo. Grazie in anticipo e scusate per il disturbo.
Cara ragazza,
quello che stai vivendo è profondamente complesso e delicato, e ti meriti tutto il rispetto e la comprensione possibile. È importante innanzitutto riconoscere una cosa: non sei responsabile della salute mentale del tuo ragazzo, e non è compito tuo “salvarlo”. Sei molto giovane e ti trovi già a gestire un carico emotivo enorme, che sarebbe difficile anche per un adulto con anni di esperienza alle spalle.
Hai dimostrato una maturità e un’empatia straordinarie nel volerlo aiutare, nel perdonarlo più volte, nel restare accanto a lui anche quando ti ha ferita. Tuttavia, l’amore sano non può basarsi sulla paura, sul senso di colpa, né sull’angoscia costante che l’altra persona possa farsi del male. Questo non è amore: è una dinamica dolorosa che ti sta facendo male e che ti sta togliendo serenità, libertà e autostima.
Il fatto che lui si faccia del male davanti a te non è solo un peso immenso da sopportare, ma anche una forma di ricatto emotivo (anche se non sempre consapevole). Nessuno, per quanto fragile o sofferente, ha il diritto di trattenerti in una relazione utilizzando la minaccia del proprio malessere. Il rischio reale che lui possa farsi del male c’è, ma non dipende da te. La sua salute mentale è una questione che dovrebbe essere seguita da professionisti e, se temi per la sua sicurezza, è corretto avvisare un adulto di riferimento o i servizi competenti.
Tu hai tutto il diritto di voler vivere una relazione serena, rispettosa, sincera. Se lui ti ha tradita, ha continuato a mentirti, ha fumato di nascosto, ha coltivato un altro rapporto mentre era con te, questi comportamenti non sono giustificabili dal suo disturbo: sono comunque scelte, ed è giusto che tu ti protegga. È comprensibile che tu abbia paura di lasciarlo, ma tenere in piedi una relazione per paura delle sue reazioni non è amore: è prigionia.
Lasciarlo non significa abbandonarlo: significa salvare te stessa. Puoi comunicargli con fermezza e dolcezza che non ce la fai più, che questa relazione ti sta distruggendo, e che se ha bisogno di aiuto deve rivolgersi a figure competenti. Non sei cattiva, non sei egoista: sei una ragazza che ha diritto alla propria felicità e tranquillità.
So che hai scritto che non puoi permetterti uno psicologo, ma ci sono molte realtà pubbliche e gratuite (come i Consultori Familiari o i Servizi di Psicologia dell’Età Evolutiva del tuo territorio) a cui potresti rivolgerti per ricevere ascolto e supporto.
Ti consiglio con tutto il cuore di parlarne con un adulto di fiducia e, appena possibile, cercare un confronto con uno specialista. Ne va della tua salute mentale ed emotiva.
Un abbraccio di comprensione e forza,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che stai vivendo è profondamente complesso e delicato, e ti meriti tutto il rispetto e la comprensione possibile. È importante innanzitutto riconoscere una cosa: non sei responsabile della salute mentale del tuo ragazzo, e non è compito tuo “salvarlo”. Sei molto giovane e ti trovi già a gestire un carico emotivo enorme, che sarebbe difficile anche per un adulto con anni di esperienza alle spalle.
Hai dimostrato una maturità e un’empatia straordinarie nel volerlo aiutare, nel perdonarlo più volte, nel restare accanto a lui anche quando ti ha ferita. Tuttavia, l’amore sano non può basarsi sulla paura, sul senso di colpa, né sull’angoscia costante che l’altra persona possa farsi del male. Questo non è amore: è una dinamica dolorosa che ti sta facendo male e che ti sta togliendo serenità, libertà e autostima.
Il fatto che lui si faccia del male davanti a te non è solo un peso immenso da sopportare, ma anche una forma di ricatto emotivo (anche se non sempre consapevole). Nessuno, per quanto fragile o sofferente, ha il diritto di trattenerti in una relazione utilizzando la minaccia del proprio malessere. Il rischio reale che lui possa farsi del male c’è, ma non dipende da te. La sua salute mentale è una questione che dovrebbe essere seguita da professionisti e, se temi per la sua sicurezza, è corretto avvisare un adulto di riferimento o i servizi competenti.
Tu hai tutto il diritto di voler vivere una relazione serena, rispettosa, sincera. Se lui ti ha tradita, ha continuato a mentirti, ha fumato di nascosto, ha coltivato un altro rapporto mentre era con te, questi comportamenti non sono giustificabili dal suo disturbo: sono comunque scelte, ed è giusto che tu ti protegga. È comprensibile che tu abbia paura di lasciarlo, ma tenere in piedi una relazione per paura delle sue reazioni non è amore: è prigionia.
Lasciarlo non significa abbandonarlo: significa salvare te stessa. Puoi comunicargli con fermezza e dolcezza che non ce la fai più, che questa relazione ti sta distruggendo, e che se ha bisogno di aiuto deve rivolgersi a figure competenti. Non sei cattiva, non sei egoista: sei una ragazza che ha diritto alla propria felicità e tranquillità.
So che hai scritto che non puoi permetterti uno psicologo, ma ci sono molte realtà pubbliche e gratuite (come i Consultori Familiari o i Servizi di Psicologia dell’Età Evolutiva del tuo territorio) a cui potresti rivolgerti per ricevere ascolto e supporto.
Ti consiglio con tutto il cuore di parlarne con un adulto di fiducia e, appena possibile, cercare un confronto con uno specialista. Ne va della tua salute mentale ed emotiva.
Un abbraccio di comprensione e forza,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Gentile utente,
grazie per il coraggio con cui ha raccontato ciò che sta vivendo. Ha solo 17 anni ma sta affrontando una situazione che metterebbe a dura prova anche un adulto: senso di colpa, paura, confusione, impotenza, amore e bisogno di protezione — tutti mescolati in un'esperienza che rischia di farla sentire intrappolata.
Quello che descrive non è "un disturbo da poco", e non riguarda solo il suo fidanzato: riguarda anche Lei, che si trova a portare un peso enorme per la sua età, un carico di responsabilità emotiva che non Le spetta.
È importante sapere che nessuno ha il potere né la colpa delle scelte altrui. Minacciare di farsi del male è, purtroppo, a volte una forma disperata di controllo o manipolazione, ma la sua vita e il suo benessere vengono prima di tutto, sempre.
Capisco che non possa permettersi uno psicologo privatamente, ma esistono consultori pubblici, spazi giovani e sportelli psicologici gratuiti dove può essere accolta e aiutata a fare questo passaggio con supporto, senza sentirsi sola. Anche solo poterne parlare con un adulto di riferimento o con un professionista formato farebbe una grande differenza.
Non è sola. Sta già dimostrando una maturità rara, e merita di essere aiutata a liberarsi da questa catena con rispetto, ascolto e strumenti adeguati.
Un caro saluto,
Dottoressa Sonia Zangarini
Psicologa – Counsellor
grazie per il coraggio con cui ha raccontato ciò che sta vivendo. Ha solo 17 anni ma sta affrontando una situazione che metterebbe a dura prova anche un adulto: senso di colpa, paura, confusione, impotenza, amore e bisogno di protezione — tutti mescolati in un'esperienza che rischia di farla sentire intrappolata.
Quello che descrive non è "un disturbo da poco", e non riguarda solo il suo fidanzato: riguarda anche Lei, che si trova a portare un peso enorme per la sua età, un carico di responsabilità emotiva che non Le spetta.
È importante sapere che nessuno ha il potere né la colpa delle scelte altrui. Minacciare di farsi del male è, purtroppo, a volte una forma disperata di controllo o manipolazione, ma la sua vita e il suo benessere vengono prima di tutto, sempre.
Capisco che non possa permettersi uno psicologo privatamente, ma esistono consultori pubblici, spazi giovani e sportelli psicologici gratuiti dove può essere accolta e aiutata a fare questo passaggio con supporto, senza sentirsi sola. Anche solo poterne parlare con un adulto di riferimento o con un professionista formato farebbe una grande differenza.
Non è sola. Sta già dimostrando una maturità rara, e merita di essere aiutata a liberarsi da questa catena con rispetto, ascolto e strumenti adeguati.
Un caro saluto,
Dottoressa Sonia Zangarini
Psicologa – Counsellor
Ciao,
quella che descrivi è una situazione molto complessa e delicata, e dalle tue parole si percepisce quanto tu stia soffrendo e quanto ti senta sopraffatta dal peso emotivo che stai portando da sola. È evidente che tu abbia investito tanto in questa relazione e che ti stia prendendo cura non solo dei tuoi sentimenti, ma anche delle fragilità dell’altro, fino a sacrificare il tuo benessere.
Il senso di colpa che senti è comprensibile, ma è importante ricordare che non sei responsabile delle scelte o dei comportamenti del tuo ragazzo, né tantomeno della sua salute mentale. Quando in una relazione ci si sente imprigionati dalla paura, dall’ansia o dalla responsabilità per il benessere psicologico dell’altro, è il segnale che serve un aiuto esterno.
Anche se non puoi permetterti uno psicologo privatamente, ci sono servizi pubblici e gratuiti ai quali puoi rivolgerti. Ti consiglio di contattare il Consultorio familiare della tua zona: offrono supporto psicologico e incontri con operatori esperti, anche per adolescenti e giovani adulti, senza bisogno del consenso dei genitori se hai più di 16 anni. Parlare con un professionista potrebbe davvero aiutarti a ritrovare un po’ di chiarezza e di forza per affrontare questo momento.
Non sei sola, e chiedere aiuto – come stai facendo adesso – è già un primo passo importante.
Un abbraccio, con tanta stima per il tuo coraggio nel raccontarti.
quella che descrivi è una situazione molto complessa e delicata, e dalle tue parole si percepisce quanto tu stia soffrendo e quanto ti senta sopraffatta dal peso emotivo che stai portando da sola. È evidente che tu abbia investito tanto in questa relazione e che ti stia prendendo cura non solo dei tuoi sentimenti, ma anche delle fragilità dell’altro, fino a sacrificare il tuo benessere.
Il senso di colpa che senti è comprensibile, ma è importante ricordare che non sei responsabile delle scelte o dei comportamenti del tuo ragazzo, né tantomeno della sua salute mentale. Quando in una relazione ci si sente imprigionati dalla paura, dall’ansia o dalla responsabilità per il benessere psicologico dell’altro, è il segnale che serve un aiuto esterno.
Anche se non puoi permetterti uno psicologo privatamente, ci sono servizi pubblici e gratuiti ai quali puoi rivolgerti. Ti consiglio di contattare il Consultorio familiare della tua zona: offrono supporto psicologico e incontri con operatori esperti, anche per adolescenti e giovani adulti, senza bisogno del consenso dei genitori se hai più di 16 anni. Parlare con un professionista potrebbe davvero aiutarti a ritrovare un po’ di chiarezza e di forza per affrontare questo momento.
Non sei sola, e chiedere aiuto – come stai facendo adesso – è già un primo passo importante.
Un abbraccio, con tanta stima per il tuo coraggio nel raccontarti.
Buongiorno,
prima di tutto voglio dirti che non sei sola. Quello che stai vivendo è molto difficile, specialmente per una persona della tua età che si è trovata a gestire una relazione carica di responsabilità emotive molto grandi.
Hai dimostrato molta forza, sensibilità e maturità nel cercare di sostenere il tuo fidanzato, ma è importante ricordare che non sei tu la sua terapeuta, né puoi essere responsabile della sua salute mentale o delle sue scelte. Quando una relazione ti fa sentire “in catene”, come scrivi tu, è già un segnale molto chiaro che qualcosa non sta funzionando.
Il tuo bisogno di allontanarti non è egoismo, è un atto di cura verso di te stessa. È normale sentire senso di colpa o paura in una situazione del genere, soprattutto se temi per la sua incolumità, ma è importante sapere che i gesti autolesivi non sono mai una tua responsabilità. Se temi che possa farsi del male, puoi segnalare questa preoccupazione a un adulto di riferimento o ai servizi di emergenza (come il 112). Prendersi cura di qualcuno non significa sacrificare la propria serenità o sicurezza.
Ti incoraggio, se possibile, a parlarne con una figura adulta di fiducia (insegnante, parente, medico di base) anche se non puoi permetterti uno psicologo: in molti territori esistono servizi gratuiti per adolescenti, come i Consultori Familiari, dove puoi ricevere ascolto e aiuto professionale.
Ricorda: lasciare una relazione che ti fa male non è abbandonare l’altro, è salvare te stessa. E da qui può iniziare una fase nuova della tua vita, più libera e più leggera.
Un caro saluto,
Simone Sottocorno – Psicologo Psicoterapeuta
(Risposta a scopo informativo, non sostituisce una consulenza professionale individuale)
prima di tutto voglio dirti che non sei sola. Quello che stai vivendo è molto difficile, specialmente per una persona della tua età che si è trovata a gestire una relazione carica di responsabilità emotive molto grandi.
Hai dimostrato molta forza, sensibilità e maturità nel cercare di sostenere il tuo fidanzato, ma è importante ricordare che non sei tu la sua terapeuta, né puoi essere responsabile della sua salute mentale o delle sue scelte. Quando una relazione ti fa sentire “in catene”, come scrivi tu, è già un segnale molto chiaro che qualcosa non sta funzionando.
Il tuo bisogno di allontanarti non è egoismo, è un atto di cura verso di te stessa. È normale sentire senso di colpa o paura in una situazione del genere, soprattutto se temi per la sua incolumità, ma è importante sapere che i gesti autolesivi non sono mai una tua responsabilità. Se temi che possa farsi del male, puoi segnalare questa preoccupazione a un adulto di riferimento o ai servizi di emergenza (come il 112). Prendersi cura di qualcuno non significa sacrificare la propria serenità o sicurezza.
Ti incoraggio, se possibile, a parlarne con una figura adulta di fiducia (insegnante, parente, medico di base) anche se non puoi permetterti uno psicologo: in molti territori esistono servizi gratuiti per adolescenti, come i Consultori Familiari, dove puoi ricevere ascolto e aiuto professionale.
Ricorda: lasciare una relazione che ti fa male non è abbandonare l’altro, è salvare te stessa. E da qui può iniziare una fase nuova della tua vita, più libera e più leggera.
Un caro saluto,
Simone Sottocorno – Psicologo Psicoterapeuta
(Risposta a scopo informativo, non sostituisce una consulenza professionale individuale)
Buon pomeriggio, grazie per questa condivisione così intima e difficile... Leggendo ho percepito la sofferenza ed il forte senso di impotenza che provi, ma soprattutto l'enorme responsabilità che grava su di te rispetto alla salute di questo ragazzo.
Sei una ragazza così giovane e dovresti passare questi anni nella felicità, goderteli, non vivere con queste ansie e queste paure, con i sensi di colpa... nè, tantomeno, perdonare comportamenti che non ti piacciono e che ti feriscono.
Comprendo che percepisci questo ragazzo come debole e fragile (a causa della sua salute mentale) e che lasciarlo ti sembra ingiusto, ma non è così! Non è tua responsabilità salvarlo, piuttosto è sua e/o al massimo della sua famiglia.
La tua responsabilità è prenderti cura di te, proteggerti, essere felice e circondarti di persone che si preoccupano del tuo bene.
Avresti sicuramente bisogno di un sostegno psicologico in questo momento della tua vita, in cui sei così fragile ma al contempo caricata di preoccupazioni... comprendo che non puoi permetterti uno psicologo privato, prova però a cercare qualche sportello di ascolto psicologico che sia nel pubblico (consultori, servizi che si occupano di adolescenti) o verifica se magari scuola che frequenti è presente una psicologa scolastica (ovviamente, in questo caso, a settembre)...
In ogni caso, sentiti libera di continuare ad utilizzare questo sito per chiedere consigli o supporto... Ti garantisco anche la mia disponibilità se vorrai scrivermi privatamente (trovi i miei social sul profilo), se hai bisogno di sfogarti o di un sostegno più diretto.
Stai attenta e prova a mettere te stessa al primo posto, anche se non è facile. A presto!
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Sei una ragazza così giovane e dovresti passare questi anni nella felicità, goderteli, non vivere con queste ansie e queste paure, con i sensi di colpa... nè, tantomeno, perdonare comportamenti che non ti piacciono e che ti feriscono.
Comprendo che percepisci questo ragazzo come debole e fragile (a causa della sua salute mentale) e che lasciarlo ti sembra ingiusto, ma non è così! Non è tua responsabilità salvarlo, piuttosto è sua e/o al massimo della sua famiglia.
La tua responsabilità è prenderti cura di te, proteggerti, essere felice e circondarti di persone che si preoccupano del tuo bene.
Avresti sicuramente bisogno di un sostegno psicologico in questo momento della tua vita, in cui sei così fragile ma al contempo caricata di preoccupazioni... comprendo che non puoi permetterti uno psicologo privato, prova però a cercare qualche sportello di ascolto psicologico che sia nel pubblico (consultori, servizi che si occupano di adolescenti) o verifica se magari scuola che frequenti è presente una psicologa scolastica (ovviamente, in questo caso, a settembre)...
In ogni caso, sentiti libera di continuare ad utilizzare questo sito per chiedere consigli o supporto... Ti garantisco anche la mia disponibilità se vorrai scrivermi privatamente (trovi i miei social sul profilo), se hai bisogno di sfogarti o di un sostegno più diretto.
Stai attenta e prova a mettere te stessa al primo posto, anche se non è facile. A presto!
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Stare accanto a una persona con questo tipo di sofferenza può essere molto difficile: può esporre a dubbi e insicurezze ma anche sollecitazioni ben più forti... Sembra che tu ti senta sola di fronte a questo problema e da quello che scrivi sembra che senti difficile trovare un appoggio attorno a te. Il primo consiglio è quello di non pensare di gestire la situazione da sola, infatti non puoi avere gli strumenti adeguati per farlo. Il fatto che il tuo fidanzato soffra di disturbo bipolare può darti un'idea di perché possa comportarsi in un certo modo, ma non deve essere una giustificazione al fatto che tu ne soffra. In ogni caso, tieni a mente che quello che lui potrà fare non dipende esclusivamente da te, dal fatto che tu ci sia o no per lui, ma anche da tante altre cose che hanno a che fare con la storia e le scelte sue e di altre persone. Se non puoi permetterti uno psicologo privato, puoi rivolgerti al consultorio della tua zona. E' molto importante che ti confronti con qualcuno, meglio con un professionista, sia su come muoverti, sia sulle forti emozioni che stai vivendo e sul perché ti senti bloccata in questa dolorosa situazione.
Ciao, mi ha colpito molto la tua storia.
Allora partiamo dal fatto che per come hai raccontato tu è una storia molto molto tossica. I sensi di colpa possono essere normali perché tu tieni molto a lui, ma non devi sentirti in colpa per niente perché se lui ti volesse bene non si comporterebbe in questo modo con altre ragazze. Se hai paura che possa compiere come dici tu, un gesto estremo, parlane con la sua famiglia apertamente dicendo che non è una situazione che ti fa stare bene, sopratutto lui non ti fa stare bene. Non ha interesse per te, possibilmente sta con te solo per abitudine e quotidianità, altrimenti non farebbe quello che fa. Quando si guarda verso nuove cose, persone, vuol dire che quello che abbiamo non ci interessa più oppure non riusciamo a capire quando sia giusta quella cosa in quel momento.
Non avere sensi di colpa, devi amare prima te stessa, devi pensare al tuo benessere sia fisico che psicologico, questa situazione non ti permettere di stare bene e di vivere bene. Non è giusto che tu per i sensi di colpa accetti una persona che non ti apprezza per quello che sei e che cerca altro. Ai tuoi genitori magari non sta molto simpatico perché non vedono la propria figlia felice e serena, sopratutto per l’età che hai. Cerca di reagire, di essere forte e di non cadere in questa trappola. Buona fortuna
Allora partiamo dal fatto che per come hai raccontato tu è una storia molto molto tossica. I sensi di colpa possono essere normali perché tu tieni molto a lui, ma non devi sentirti in colpa per niente perché se lui ti volesse bene non si comporterebbe in questo modo con altre ragazze. Se hai paura che possa compiere come dici tu, un gesto estremo, parlane con la sua famiglia apertamente dicendo che non è una situazione che ti fa stare bene, sopratutto lui non ti fa stare bene. Non ha interesse per te, possibilmente sta con te solo per abitudine e quotidianità, altrimenti non farebbe quello che fa. Quando si guarda verso nuove cose, persone, vuol dire che quello che abbiamo non ci interessa più oppure non riusciamo a capire quando sia giusta quella cosa in quel momento.
Non avere sensi di colpa, devi amare prima te stessa, devi pensare al tuo benessere sia fisico che psicologico, questa situazione non ti permettere di stare bene e di vivere bene. Non è giusto che tu per i sensi di colpa accetti una persona che non ti apprezza per quello che sei e che cerca altro. Ai tuoi genitori magari non sta molto simpatico perché non vedono la propria figlia felice e serena, sopratutto per l’età che hai. Cerca di reagire, di essere forte e di non cadere in questa trappola. Buona fortuna
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Le sue parole mostrano quanta sensibilità e quanta responsabilità sente sulle proprie spalle, soprattutto considerando la sua giovane età. Ha dimostrato coraggio nel raccontare tutto questo e posso solo immaginare quanto sia difficile per lei trovarsi in una situazione così complessa, piena di emozioni contrastanti e di paure profonde. La sua preoccupazione per il benessere del suo ragazzo e per la sua salute mentale mostra quanto lei sia una persona empatica e disposta a prendersi cura degli altri, ma ora è fondamentale che si ricordi di prendersi cura anche di sé stessa. Stare accanto a una persona che soffre di un disturbo importante come il disturbo bipolare può diventare molto pesante, specialmente quando ci sono comportamenti che la feriscono e la mettono in difficoltà, come il tradimento e le bugie. È comprensibile che lei si senta divisa tra l’affetto che prova, la paura per ciò che potrebbe succedere se lo lasciasse e la consapevolezza che questa relazione le sta causando dolore e insicurezza. Vorrei rassicurarla su una cosa: lei non è responsabile delle scelte del suo ragazzo. Se una persona arriva a farsi del male, è sempre frutto di un malessere profondo di cui si deve occupare un professionista, non un partner. È comprensibile avere paura per lui, ma la verità è che non è compito suo salvarlo. Lei non ha il potere né il dovere di controllare le sue azioni. Quando ci si trova davanti a minacce di autolesionismo o atti estremi, è fondamentale non sentirsi costretti a restare in una relazione per paura. In questi casi, l’unica cosa davvero utile è segnalare la situazione a un adulto di riferimento. Può parlare con i suoi genitori, anche se magari non vedono di buon occhio il suo fidanzato, o con un insegnante, un familiare, un medico di base. Se pensa che possa farsi del male, deve essere un adulto a intervenire, anche contattando i servizi di emergenza se necessario. Lei da sola non può e non deve farsi carico di una responsabilità così grande. In questo momento credo che la cosa più importante sia mettere dei confini chiari. Lei ha già capito che questa relazione le sta facendo male e ha il diritto di chiuderla. È giusto avere paura del vuoto che resterà, perché dopo due anni insieme non è facile immaginare la propria vita senza quella persona. Ma quel vuoto col tempo potrà essere riempito da nuove energie, da amicizie sane, da attività che la fanno sentire viva, da legami che la rispettano davvero. Se decide di lasciarlo, provi a farlo in modo chiaro, senza lasciare spiragli ambigui. Può spiegargli che non lo sta abbandonando come persona, ma che non può più restare sua compagna perché questa relazione la fa soffrire. Se lui minaccia di farsi del male, ricordi che non deve gestire tutto da sola: in quel caso avvisi un genitore, un adulto o, se necessario, anche i soccorsi. Non c’è niente di sbagliato in lei e non merita di sentirsi in catene per paura di cosa potrebbe fare un’altra persona. È molto giovane e ha tutta la vita davanti per costruire relazioni sane, basate sul rispetto e sulla fiducia reciproca. Non è un disturbo mentale che giustifica bugie e tradimenti. Se non può rivolgersi a uno psicologo privatamente, cerchi di capire se nella sua scuola c’è uno sportello di ascolto gratuito oppure uno psicologo scolastico: molte scuole lo offrono. Anche parlare con un insegnante di fiducia può aiutare a sentirsi meno soli. Non resti chiusa nei suoi pensieri: ne parli con qualcuno, anche con un familiare, un’amica o un adulto di cui si fida. È un passo importante per non portare da sola un peso così grande. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno
Grazie per aver trovato il coraggio di scrivere: quello che stai vivendo è molto complesso e doloroso, soprattutto alla tua età, e merita grande rispetto.
Se ti senti in catene, è già un segnale importante: una relazione, anche con una persona che soffre, non deve mai diventare una gabbia. È comprensibile provare paura, senso di colpa e confusione, ma tu non sei responsabile per le scelte o i comportamenti autolesivi di un’altra persona. Il suo benessere non può e non deve dipendere da te.
Il fatto che lui ti abbia mentito, tradito, e continui a farlo nonostante il tuo perdono, mostra che i tuoi limiti non vengono rispettati. E quando una relazione diventa motivo di angoscia continua, va protetta prima di tutto la tua salute emotiva.
Ti consiglio con tutto il cuore di rivolgerti a un\* psicoterapeuta, anche se ora pensi di non potertelo permettere. Esistono consultori pubblici, servizi per adolescenti e sportelli psicologici gratuiti (puoi chiedere informazioni al tuo medico di base, a scuola, o in un consultorio familiare). Ne hai davvero bisogno, e hai il diritto di ricevere supporto.
Staccarti da lui non significa abbandonarlo, ma proteggere te stessa. E se davvero gli vuoi bene, non puoi accettare di essere trascinata giù con lui. Meriti rispetto, chiarezza e amore reciproco, non paura.
Non sei sola. Parlane anche con un adulto di fiducia. La tua voce è importante.
Grazie per aver trovato il coraggio di scrivere: quello che stai vivendo è molto complesso e doloroso, soprattutto alla tua età, e merita grande rispetto.
Se ti senti in catene, è già un segnale importante: una relazione, anche con una persona che soffre, non deve mai diventare una gabbia. È comprensibile provare paura, senso di colpa e confusione, ma tu non sei responsabile per le scelte o i comportamenti autolesivi di un’altra persona. Il suo benessere non può e non deve dipendere da te.
Il fatto che lui ti abbia mentito, tradito, e continui a farlo nonostante il tuo perdono, mostra che i tuoi limiti non vengono rispettati. E quando una relazione diventa motivo di angoscia continua, va protetta prima di tutto la tua salute emotiva.
Ti consiglio con tutto il cuore di rivolgerti a un\* psicoterapeuta, anche se ora pensi di non potertelo permettere. Esistono consultori pubblici, servizi per adolescenti e sportelli psicologici gratuiti (puoi chiedere informazioni al tuo medico di base, a scuola, o in un consultorio familiare). Ne hai davvero bisogno, e hai il diritto di ricevere supporto.
Staccarti da lui non significa abbandonarlo, ma proteggere te stessa. E se davvero gli vuoi bene, non puoi accettare di essere trascinata giù con lui. Meriti rispetto, chiarezza e amore reciproco, non paura.
Non sei sola. Parlane anche con un adulto di fiducia. La tua voce è importante.
Ciao,
non ti devi scusare per il disturbo, stai tranquilla.
Nella tua richiesta ho sentito tutta la fatica che comporta una situazione TANTO complessa e le paure che una decisione "difficile" può comportare.
Immagino che alla tua età tu non abbia i mezzi per poter pagare uno psicologo; prova a rivolgerti al Servizio Pubblico (Usl, Azienda Sanitaria Territoriale, Psicologia Clinica..); in alcune regioni ci sono dei servizi rivolti specificatamente agli adolescenti. Prova a parlarne con i tuoi genitori (per accedere a qualsiasi servizio c'è la necessità del consenso di entrambi i genitori); spiega loro che hai necessità di confrontarti con un professionista, che hai deciso di lasciare questa persona ma che hai bisogno di un supporto per gestire tutto quello che stai vivendo a livello emotivo. Ti faccio tantissimi auguri per tutto.
Cordialmente,
dott.ssa Shana Baratto
non ti devi scusare per il disturbo, stai tranquilla.
Nella tua richiesta ho sentito tutta la fatica che comporta una situazione TANTO complessa e le paure che una decisione "difficile" può comportare.
Immagino che alla tua età tu non abbia i mezzi per poter pagare uno psicologo; prova a rivolgerti al Servizio Pubblico (Usl, Azienda Sanitaria Territoriale, Psicologia Clinica..); in alcune regioni ci sono dei servizi rivolti specificatamente agli adolescenti. Prova a parlarne con i tuoi genitori (per accedere a qualsiasi servizio c'è la necessità del consenso di entrambi i genitori); spiega loro che hai necessità di confrontarti con un professionista, che hai deciso di lasciare questa persona ma che hai bisogno di un supporto per gestire tutto quello che stai vivendo a livello emotivo. Ti faccio tantissimi auguri per tutto.
Cordialmente,
dott.ssa Shana Baratto
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio prima di tutto per il coraggio e la lucidità che ha dimostrato nello scrivere. Non è semplice affrontare tutto questo, specialmente a 17 anni, e lo ha fatto in modo molto chiaro e con un evidente senso di responsabilità.
Quello che sta vivendo è emotivamente molto complesso. Si è trovata, molto giovane, in una relazione con una persona che ha una diagnosi importante come il disturbo bipolare di tipo I, e ha cercato con tutte le sue forze di supportarlo, mettendo spesso da parte i suoi stessi bisogni e limiti. Questo è un gesto di grande umanità, ma nel lungo termine può diventare un peso insostenibile, soprattutto quando si entra in dinamiche in cui la paura, il senso di colpa e la responsabilità per il benessere dell’altro prendono il sopravvento sulla propria libertà.
È comprensibile che si senta in colpa e bloccata, perché lui ha mostrato comportamenti che toccano corde profondissime: farsi del male, minacciare atti estremi, cercare di vincolarla emotivamente anche dopo averla ferita. Ma proprio per questo è importante riconoscere che ciò che prova non è debolezza, ma il risultato di una dinamica relazionale che le sta facendo del male. Non è egoismo voler uscire da una relazione che la fa soffrire. Non è una sua responsabilità “salvarlo” a ogni costo, e soprattutto non dipende da lei impedirgli di farsi del male. Chi minaccia di compiere gesti estremi per evitare una separazione sta cercando di legare l’altro con la paura, e anche se può farlo inconsapevolmente o come espressione di un grande dolore, questo non toglie che si tratta di una forma di pressione psicologica che può diventare molto dannosa per chi la subisce.
Il primo passo, in questi casi, è proteggere sé stessi. Lei ha tutto il diritto di chiudere questa relazione se sente che non c’è più rispetto, sincerità e sicurezza. È importante però che lo faccia con attenzione: non da sola, non nell’isolamento. Se non può permettersi uno psicologo privatamente, esistono servizi gratuiti o a basso costo per adolescenti, come i consultori familiari o i servizi territoriali per la salute mentale (in molte regioni si chiamano CSM o CPS). Si informi presso il suo medico di base, un insegnante di fiducia o anche un servizio d’ascolto della scuola, se disponibile.
Nel momento in cui deciderà di chiudere la relazione, potrebbe comunicarglielo in modo chiaro ma fermo, possibilmente non da sola fisicamente. Se teme che lui possa compiere gesti impulsivi, è utile informare un adulto di riferimento, anche un suo familiare, o il medico curante di lui, affinché ci sia un supporto. La sua responsabilità finisce dove inizia la libertà dell’altro. Non può controllare tutto, ma può chiedere aiuto per gestire ciò che non le compete da sola.
Lei non è “cattiva” per voler uscire da una relazione che la fa soffrire. Anzi, riconoscere il proprio limite è una delle forme più mature di amore per sé stessi. E questa scelta, anche se difficile oggi, è ciò che le permetterà un domani di vivere relazioni in cui non dovrà farsi piccola per far spazio agli altri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Quello che sta vivendo è emotivamente molto complesso. Si è trovata, molto giovane, in una relazione con una persona che ha una diagnosi importante come il disturbo bipolare di tipo I, e ha cercato con tutte le sue forze di supportarlo, mettendo spesso da parte i suoi stessi bisogni e limiti. Questo è un gesto di grande umanità, ma nel lungo termine può diventare un peso insostenibile, soprattutto quando si entra in dinamiche in cui la paura, il senso di colpa e la responsabilità per il benessere dell’altro prendono il sopravvento sulla propria libertà.
È comprensibile che si senta in colpa e bloccata, perché lui ha mostrato comportamenti che toccano corde profondissime: farsi del male, minacciare atti estremi, cercare di vincolarla emotivamente anche dopo averla ferita. Ma proprio per questo è importante riconoscere che ciò che prova non è debolezza, ma il risultato di una dinamica relazionale che le sta facendo del male. Non è egoismo voler uscire da una relazione che la fa soffrire. Non è una sua responsabilità “salvarlo” a ogni costo, e soprattutto non dipende da lei impedirgli di farsi del male. Chi minaccia di compiere gesti estremi per evitare una separazione sta cercando di legare l’altro con la paura, e anche se può farlo inconsapevolmente o come espressione di un grande dolore, questo non toglie che si tratta di una forma di pressione psicologica che può diventare molto dannosa per chi la subisce.
Il primo passo, in questi casi, è proteggere sé stessi. Lei ha tutto il diritto di chiudere questa relazione se sente che non c’è più rispetto, sincerità e sicurezza. È importante però che lo faccia con attenzione: non da sola, non nell’isolamento. Se non può permettersi uno psicologo privatamente, esistono servizi gratuiti o a basso costo per adolescenti, come i consultori familiari o i servizi territoriali per la salute mentale (in molte regioni si chiamano CSM o CPS). Si informi presso il suo medico di base, un insegnante di fiducia o anche un servizio d’ascolto della scuola, se disponibile.
Nel momento in cui deciderà di chiudere la relazione, potrebbe comunicarglielo in modo chiaro ma fermo, possibilmente non da sola fisicamente. Se teme che lui possa compiere gesti impulsivi, è utile informare un adulto di riferimento, anche un suo familiare, o il medico curante di lui, affinché ci sia un supporto. La sua responsabilità finisce dove inizia la libertà dell’altro. Non può controllare tutto, ma può chiedere aiuto per gestire ciò che non le compete da sola.
Lei non è “cattiva” per voler uscire da una relazione che la fa soffrire. Anzi, riconoscere il proprio limite è una delle forme più mature di amore per sé stessi. E questa scelta, anche se difficile oggi, è ciò che le permetterà un domani di vivere relazioni in cui non dovrà farsi piccola per far spazio agli altri.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto delicata e capisco quanto possa sentirsi in difficoltà. È evidente che tiene molto a questa persona, ma una relazione non può basarsi sulla paura che l’altro si faccia del male: questo la carica di una responsabilità che non è giusto portare da sola. Entrambi meritate un legame basato sulla fiducia, sul rispetto e sulla serenità, non sulla paura o sul senso di colpa. Se possibile, provi a parlarne con un adulto di riferimento di cui si fida.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
la situazione che descrive è molto delicata e capisco quanto possa sentirsi in difficoltà. È evidente che tiene molto a questa persona, ma una relazione non può basarsi sulla paura che l’altro si faccia del male: questo la carica di una responsabilità che non è giusto portare da sola. Entrambi meritate un legame basato sulla fiducia, sul rispetto e sulla serenità, non sulla paura o sul senso di colpa. Se possibile, provi a parlarne con un adulto di riferimento di cui si fida.
Resto a disposizione, un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Buonasera, è suo diritto e dovere scegliere la strada che la porti verso il benessere e per farlo bisogna affrontare questi sensi di colpa e capire meglio da dove abbiamo imparato a sentirci in questo modo mettendoci al primo posto.
Lei non ha il potere di controllare la sorte del suo compagno quindi si senta libera di fare le sue scelte qualsiasi sia la minaccia che sia dietro, tuteli se stessa prima degli altri.
Mi permetto di farle presente che c'è la possibilità di accedere a percorsi psicologici a prezzi ridotti per chi ne ha la necessità.
Resto a disposizione
Lei non ha il potere di controllare la sorte del suo compagno quindi si senta libera di fare le sue scelte qualsiasi sia la minaccia che sia dietro, tuteli se stessa prima degli altri.
Mi permetto di farle presente che c'è la possibilità di accedere a percorsi psicologici a prezzi ridotti per chi ne ha la necessità.
Resto a disposizione
Buongiorno, l'unico che può aiutare il suo ragazzo è uno specialista, non certo lei. Le consiglio comunque un percorso psicologico gratuito presso il Consultorio familiare della sua città. Cordiali saluti.
Buongiorno, non disturbi. Mi dispiace per questa situazione difficile che stai affrontando. Deve essere difficile lasciare qualcuno con cui si è condiviso molto, che hai visto cambiare e che in alcuni momenti non ti ha fatto bene. E' normale che tu stia male quando pensi di lasciarlo ma la responsabilità delle sue reazioni e delle sue azioni non è tua, è soltanto sua: capisco perché temi che possa fare gesti estremi ma questo è un ricatto e non va bene. Le relazioni possono finire, è un rischio che si corre quando si sta con qualcuno, e se il partner ti manca di rispetto è un segnale che qualcosa non va più bene. Lo puoi lasciare, sarà un periodo difficile, ma devi pensare a te stessa e al tuo futuro.
Cara utente, grazie per aver condiviso la tua storia. Sicuramente si tratta di una situazione complessa da più punti di vista. Capisco il tuo stato d'animo, ma penso che questo ragazzo abbia bisogno di un aiuto che tu non potresti fornire in ogni caso (terapia farmacologica e psicoterapia). Tutte le ipotesi che hai scritto sono possibili, ma ripeto che non puoi essere tu a impedire che accadano. Ognuno è responsabile del proprio benessere psico-fisico e penso che tu, soprattutto data la tua giovane età, è bene che investa nel tuo.
Inoltre, se dovessi sentire il bisogno di un supporto psicologico in un momento delicato questo, potresti confrontarti con i tuoi genitori.
Spero di essere stata utile, buon cammino!
Inoltre, se dovessi sentire il bisogno di un supporto psicologico in un momento delicato questo, potresti confrontarti con i tuoi genitori.
Spero di essere stata utile, buon cammino!
Gentile Paziente,
la situazione che descrive è molto delicata e complessa, soprattutto per la sua giovane età. È comprensibile che si senta confusa, spaventata e sotto pressione. Tuttavia, è importante ricordare che in una relazione non dovrebbe mai sentirsi responsabile per la salute mentale dell’altro, né ricattata emotivamente. La preoccupazione per il suo ex è legittima, ma non può essere un motivo per restare in una relazione che la fa soffrire e dove i suoi confini non vengono rispettati.
La sicurezza di entrambi è prioritaria. Se teme che il ragazzo possa farsi del male, è importante che si rivolga a un adulto di riferimento (genitori, medico) affinché venga attivato il supporto adeguato per lui. Non è compito suo gestire questa responsabilità da sola. Ognuno di noi merita una relazione sana, in cui sentirsi al sicuro, dove sentirsi liberi e rispettati. Un caro saluto.
la situazione che descrive è molto delicata e complessa, soprattutto per la sua giovane età. È comprensibile che si senta confusa, spaventata e sotto pressione. Tuttavia, è importante ricordare che in una relazione non dovrebbe mai sentirsi responsabile per la salute mentale dell’altro, né ricattata emotivamente. La preoccupazione per il suo ex è legittima, ma non può essere un motivo per restare in una relazione che la fa soffrire e dove i suoi confini non vengono rispettati.
La sicurezza di entrambi è prioritaria. Se teme che il ragazzo possa farsi del male, è importante che si rivolga a un adulto di riferimento (genitori, medico) affinché venga attivato il supporto adeguato per lui. Non è compito suo gestire questa responsabilità da sola. Ognuno di noi merita una relazione sana, in cui sentirsi al sicuro, dove sentirsi liberi e rispettati. Un caro saluto.
Buonasera, é evidente che sta vivendo una situazione molto difficile, e quello che sente è comprensibile. Quando in una relazione subentrano paura, senso di colpa e confusione, è importante fermarsi e proteggere sé stessi.
Anche se il suo ragazzo soffre di un disturbo serio come il bipolarismo, questo non giustifica comportamenti manipolatori, tradimenti o mancanza di rispetto. Lei ha già fatto molto, forse troppo. Ma non può e non deve essere lei a “salvarlo”: non è responsabilità sua garantire il suo equilibrio emotivo, soprattutto se questo le causa sofferenza e senso di prigionia.
La paura che lui possa farsi del male è reale, ma non può essere un motivo per restare in una relazione che la sta logorando. Le minacce di farsi del male non sono un suo fallimento: sono un segnale che lui ha bisogno di aiuto professionale.
Può lasciarlo con rispetto, ma con fermezza. E non deve affrontarlo da sola: parli con un adulto di fiducia o si rivolga a uno psicoterapeuta.. Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.
Lei merita una relazione in cui sentirsi sicura, vista e rispettata. E merita anche di ricominciare, con calma, ma libera. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Anche se il suo ragazzo soffre di un disturbo serio come il bipolarismo, questo non giustifica comportamenti manipolatori, tradimenti o mancanza di rispetto. Lei ha già fatto molto, forse troppo. Ma non può e non deve essere lei a “salvarlo”: non è responsabilità sua garantire il suo equilibrio emotivo, soprattutto se questo le causa sofferenza e senso di prigionia.
La paura che lui possa farsi del male è reale, ma non può essere un motivo per restare in una relazione che la sta logorando. Le minacce di farsi del male non sono un suo fallimento: sono un segnale che lui ha bisogno di aiuto professionale.
Può lasciarlo con rispetto, ma con fermezza. E non deve affrontarlo da sola: parli con un adulto di fiducia o si rivolga a uno psicoterapeuta.. Chiedere aiuto è un atto di forza, non di debolezza.
Lei merita una relazione in cui sentirsi sicura, vista e rispettata. E merita anche di ricominciare, con calma, ma libera. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Cara ragazza,prima di tutto voglio dirti che scrivere qui è stato un gesto coraggioso. Hai solo 17 anni, ma hai già dimostrato una grande maturità e sensibilità, cercando di aiutare qualcuno che ami, nonostante il peso emotivo enorme che ti sei ritrovata addosso.
La tua paura è comprensibile: quando una persona soffre e minaccia di farsi del male, è normale sentirsi in trappola, spaventati, pieni di sensi di colpa. Ma voglio dirti una cosa importante: non sei tu la responsabile delle sue scelte o del suo benessere. Nessuno può tenere in piedi un’altra persona da solo, soprattutto quando quella persona continua a ferirti, mentirti, tradire la tua fiducia.
Hai provato, hai dato tanto, e più di quanto fosse giusto chiederti. Ora però stai capendo che anche tu hai bisogno di respirare, di sentirti libera, di essere protetta. E questo è legittimo.
Non sei obbligata a rimanere con qualcuno per paura di cosa potrebbe fare. Se hai il timore che possa farsi del male, l’unica cosa giusta da fare è avvisare un adulto di riferimento o i suoi familiari, anche se ti sembra difficile. Proteggere la sua vita non significa sacrificare la tua.
Se puoi, prova anche a parlare con uno sportello scolastico, un consultorio per adolescenti, o un’associazione nella tua zona: ci sono realtà gratuite dove puoi trovare ascolto e aiuto concreto.
Meriti una relazione sana, in cui sentirti amata, non spaventata. Lasciare non è abbandonare: è avere cura di te.
Un abbraccio pieno di forza,e ricordati che chiedere aiuto non è mai un disturbo.
La tua paura è comprensibile: quando una persona soffre e minaccia di farsi del male, è normale sentirsi in trappola, spaventati, pieni di sensi di colpa. Ma voglio dirti una cosa importante: non sei tu la responsabile delle sue scelte o del suo benessere. Nessuno può tenere in piedi un’altra persona da solo, soprattutto quando quella persona continua a ferirti, mentirti, tradire la tua fiducia.
Hai provato, hai dato tanto, e più di quanto fosse giusto chiederti. Ora però stai capendo che anche tu hai bisogno di respirare, di sentirti libera, di essere protetta. E questo è legittimo.
Non sei obbligata a rimanere con qualcuno per paura di cosa potrebbe fare. Se hai il timore che possa farsi del male, l’unica cosa giusta da fare è avvisare un adulto di riferimento o i suoi familiari, anche se ti sembra difficile. Proteggere la sua vita non significa sacrificare la tua.
Se puoi, prova anche a parlare con uno sportello scolastico, un consultorio per adolescenti, o un’associazione nella tua zona: ci sono realtà gratuite dove puoi trovare ascolto e aiuto concreto.
Meriti una relazione sana, in cui sentirti amata, non spaventata. Lasciare non è abbandonare: è avere cura di te.
Un abbraccio pieno di forza,e ricordati che chiedere aiuto non è mai un disturbo.
Quello che stai vivendo è davvero tanto pesante per la tua età, e capisco bene la paura, la confusione e il senso di colpa che provi. Ti sei trovata a prenderti sulle spalle una responsabilità enorme — sostenere un ragazzo più grande, con una diagnosi seria come il disturbo bipolare, che ha già messo in atto comportamenti autolesivi davanti a te. È normale che tu ti senta bloccata: temi che se lo lasci possa farsi male e che tu ne porteresti il peso per sempre.
Ma voglio dirti con chiarezza: la responsabilità della sua salute e delle sue azioni non è tua. Lui ha una diagnosi importante, ha bisogno di essere seguito da professionisti, non di poggiare tutto il suo equilibrio su di te. A 17 anni non puoi e non devi essere tu a “salvarlo”: è un peso che non ti spetta.
Il fatto che continui a scrivere con un’altra ragazza, che ti abbia tradita e che faccia progetti con lei mentre ancora stava con te, mostra che questa relazione ti sta logorando e non è rispettosa verso di te. Restare per paura che lui si faccia del male non è amore, è una prigione.
Hai diritto a proteggere te stessa, anche se lo ami e anche se ti senti in colpa. E non sei sola:
– Parlane con i tuoi genitori, anche se non approvano lui. Non devono approvarlo: devono sostenere te. Se glielo spieghi con calma, possono aiutarti a gestire il distacco e a proteggerti.
– Non affrontare mai da sola i suoi gesti autolesivi: se ti minaccia o si fa del male, la cosa giusta da fare è avvisare subito un adulto di fiducia o i soccorsi (118). Non è compito tuo intervenire.
– Se vuoi, puoi anche parlare con il medico di base o con il consultorio della tua città: sono servizi gratuiti, e possono aiutarti a capire come muoverti.
Lasciarlo sarà difficile, e ci saranno sensi di colpa e forse rabbia da parte sua. Ma la tua vita, la tua serenità e la tua sicurezza vengono prima di tutto. L’unico modo perché lui impari a stare meglio non è restare con te “per forza”, ma affidarsi a cure e percorsi che lo aiutino davvero.
Se hai paura concreta che lui possa farsi del male, non portarla da sola: condividila con adulti e autorità competenti. Non puoi e non devi tenere sulle tue spalle questo peso.
Tu hai il diritto di essere in una relazione sana, sicura e rispettosa. Proteggere te stessa non è egoismo: è l’unico passo possibile per costruirti una vita libera.
Dott.ssa De Pretto
Ma voglio dirti con chiarezza: la responsabilità della sua salute e delle sue azioni non è tua. Lui ha una diagnosi importante, ha bisogno di essere seguito da professionisti, non di poggiare tutto il suo equilibrio su di te. A 17 anni non puoi e non devi essere tu a “salvarlo”: è un peso che non ti spetta.
Il fatto che continui a scrivere con un’altra ragazza, che ti abbia tradita e che faccia progetti con lei mentre ancora stava con te, mostra che questa relazione ti sta logorando e non è rispettosa verso di te. Restare per paura che lui si faccia del male non è amore, è una prigione.
Hai diritto a proteggere te stessa, anche se lo ami e anche se ti senti in colpa. E non sei sola:
– Parlane con i tuoi genitori, anche se non approvano lui. Non devono approvarlo: devono sostenere te. Se glielo spieghi con calma, possono aiutarti a gestire il distacco e a proteggerti.
– Non affrontare mai da sola i suoi gesti autolesivi: se ti minaccia o si fa del male, la cosa giusta da fare è avvisare subito un adulto di fiducia o i soccorsi (118). Non è compito tuo intervenire.
– Se vuoi, puoi anche parlare con il medico di base o con il consultorio della tua città: sono servizi gratuiti, e possono aiutarti a capire come muoverti.
Lasciarlo sarà difficile, e ci saranno sensi di colpa e forse rabbia da parte sua. Ma la tua vita, la tua serenità e la tua sicurezza vengono prima di tutto. L’unico modo perché lui impari a stare meglio non è restare con te “per forza”, ma affidarsi a cure e percorsi che lo aiutino davvero.
Se hai paura concreta che lui possa farsi del male, non portarla da sola: condividila con adulti e autorità competenti. Non puoi e non devi tenere sulle tue spalle questo peso.
Tu hai il diritto di essere in una relazione sana, sicura e rispettosa. Proteggere te stessa non è egoismo: è l’unico passo possibile per costruirti una vita libera.
Dott.ssa De Pretto
Ciao, grazie per aver scritto e per la chiarezza con cui hai raccontato cosa stai vivendo. Sei in una situazione complessa e da attenzionare: una relazione iniziata molto giovane, un partner con disturbo bipolare e comportamenti che violano i tuoi confini (tradimento virtuale, segreti, uso di sostanze) e, soprattutto, il timore concreto per la tua sicurezza se tu decidessi di lasciarlo. Hai ragione a prenderti cura di tutto questo; per prima cosa vorrei dirti che la tua sicurezza emotiva conta! Non sei responsabile delle scelte o degli atti di un’altra persona. Puoi essere empatica e premurosa senza sacrificare la tua salute emotiva. Se lui continua a non rispettare i tuoi limiti e a mentire, il diritto di porre fine alla relazione è tutto tuo.
Dai anche priorità alla tua sicurezza: se temi che possa tentare di farsi del male immediatamente, chiama il 112 o accompagnalo al Pronto Soccorso; contatta anche un adulto di sua fiducia (famiglia), se lo conosci e puoi farlo. Se per te è difficile parlarne con i tuoi genitori, prova a coinvolgere un altro adulto di fiducia (zii, insegnante, il medico di base, counselor scolastico). Non restare da sola se pensi che la situazione possa precipitare: cerca di avere qualcuno con te quando prendi la decisione o subito dopo.
Ricordati che tutelare te stessa non è egoismo ma cura! Se vuoi avere uno spazio tuo per poter elaborare questa situazioni prova a rivolgerti allo psicologo scolastico o ad un consultorio famigliare, dove troverai servizi gratuiti.
Se parli di persona (calmo e fermo)
«Ho riflettuto molto: per il mio benessere devo chiudere la nostra relazione. Ti chiedo di rispettare la mia scelta. Non intendo discutere ulteriormente questa decisione ora.»
Se minaccia di farsi male (cosa dire in quel momento)
«Capisco che tu stia soffrendo ma non posso gestire questa situazione da sola. Chiamo il 112/cerco aiuto.» — poi chiama.
7) Dopo la rottura: proteggiti online e nella vita reale
Blocca numeri e profili se ti tormenta.
Se lui si presenta a casa tua o ti molesta, informa i tuoi genitori e, se necessario, contatta le forze dell’ordine.
Cura te stessa: stai con amici, dormi, mangia, prenditi pause dai social.
8) Risorse alternative (opzioni gratuite o a basso costo)
Counselor o psicologo scolastico, consultorio familiare, medico di base che può indirizzare ai servizi pubblici di salute mentale (DSM/ASL).
Se vuoi, ti posso aiutare a scrivere un breve messaggio per i tuoi genitori o per un adulto di fiducia per spiegare la situazione e chiedere aiuto.
Dai anche priorità alla tua sicurezza: se temi che possa tentare di farsi del male immediatamente, chiama il 112 o accompagnalo al Pronto Soccorso; contatta anche un adulto di sua fiducia (famiglia), se lo conosci e puoi farlo. Se per te è difficile parlarne con i tuoi genitori, prova a coinvolgere un altro adulto di fiducia (zii, insegnante, il medico di base, counselor scolastico). Non restare da sola se pensi che la situazione possa precipitare: cerca di avere qualcuno con te quando prendi la decisione o subito dopo.
Ricordati che tutelare te stessa non è egoismo ma cura! Se vuoi avere uno spazio tuo per poter elaborare questa situazioni prova a rivolgerti allo psicologo scolastico o ad un consultorio famigliare, dove troverai servizi gratuiti.
Se parli di persona (calmo e fermo)
«Ho riflettuto molto: per il mio benessere devo chiudere la nostra relazione. Ti chiedo di rispettare la mia scelta. Non intendo discutere ulteriormente questa decisione ora.»
Se minaccia di farsi male (cosa dire in quel momento)
«Capisco che tu stia soffrendo ma non posso gestire questa situazione da sola. Chiamo il 112/cerco aiuto.» — poi chiama.
7) Dopo la rottura: proteggiti online e nella vita reale
Blocca numeri e profili se ti tormenta.
Se lui si presenta a casa tua o ti molesta, informa i tuoi genitori e, se necessario, contatta le forze dell’ordine.
Cura te stessa: stai con amici, dormi, mangia, prenditi pause dai social.
8) Risorse alternative (opzioni gratuite o a basso costo)
Counselor o psicologo scolastico, consultorio familiare, medico di base che può indirizzare ai servizi pubblici di salute mentale (DSM/ASL).
Se vuoi, ti posso aiutare a scrivere un breve messaggio per i tuoi genitori o per un adulto di fiducia per spiegare la situazione e chiedere aiuto.
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza con tanta sincerità: non è facile scrivere quello che stai vivendo, soprattutto alla tua età.
Dalle tue parole emerge chiaramente che sei in una relazione che ti sta facendo soffrire, nella quale senti di aver dato tanto, ma senza ricevere rispetto e sincerità in cambio. Le bugie, i tradimenti — anche solo virtuali — e la mancanza di coerenza tra parole e comportamenti sono segnali importanti che ti hanno portata a sentirti in trappola. È comprensibile che tu sia confusa, spaventata e piena di sensi di colpa.
Vorrei rassicurarti su un punto fondamentale: non sei tu la responsabile delle azioni del tuo ragazzo. Se lui sta male, ha bisogno di un aiuto professionale e di una rete di supporto che vada oltre di te. Restare in una relazione solo per paura che l’altro possa farsi del male significa caricare sulle tue spalle un peso che non ti appartiene e che rischia di logorarti ancora di più.
Se senti di volerlo lasciare — e da quello che scrivi sembra una scelta matura e necessaria — è importante farlo con chiarezza e rispetto, ma proteggendo anche te stessa. Potresti, ad esempio:
Dirgli con fermezza e calma che la decisione è definitiva, che non riguarda il suo valore come persona ma i tuoi bisogni e la tua serenità.
Ribadire che non puoi sostituirti a un medico o a un terapeuta, e che se sente il rischio di farsi del male deve rivolgersi a chi può davvero aiutarlo (familiari, servizi di salute mentale, pronto soccorso in caso di emergenza).
Appoggiarti tu stessa a figure adulte di fiducia: genitori, un insegnante, un parente o anche il tuo medico di base. Non è un peso che devi affrontare da sola.
Invito, data la gravità della situazione, a rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarti in questa delicata fase di vita.
Un caro saluto.
Dalle tue parole emerge chiaramente che sei in una relazione che ti sta facendo soffrire, nella quale senti di aver dato tanto, ma senza ricevere rispetto e sincerità in cambio. Le bugie, i tradimenti — anche solo virtuali — e la mancanza di coerenza tra parole e comportamenti sono segnali importanti che ti hanno portata a sentirti in trappola. È comprensibile che tu sia confusa, spaventata e piena di sensi di colpa.
Vorrei rassicurarti su un punto fondamentale: non sei tu la responsabile delle azioni del tuo ragazzo. Se lui sta male, ha bisogno di un aiuto professionale e di una rete di supporto che vada oltre di te. Restare in una relazione solo per paura che l’altro possa farsi del male significa caricare sulle tue spalle un peso che non ti appartiene e che rischia di logorarti ancora di più.
Se senti di volerlo lasciare — e da quello che scrivi sembra una scelta matura e necessaria — è importante farlo con chiarezza e rispetto, ma proteggendo anche te stessa. Potresti, ad esempio:
Dirgli con fermezza e calma che la decisione è definitiva, che non riguarda il suo valore come persona ma i tuoi bisogni e la tua serenità.
Ribadire che non puoi sostituirti a un medico o a un terapeuta, e che se sente il rischio di farsi del male deve rivolgersi a chi può davvero aiutarlo (familiari, servizi di salute mentale, pronto soccorso in caso di emergenza).
Appoggiarti tu stessa a figure adulte di fiducia: genitori, un insegnante, un parente o anche il tuo medico di base. Non è un peso che devi affrontare da sola.
Invito, data la gravità della situazione, a rivolgersi a uno specialista che possa accompagnarti in questa delicata fase di vita.
Un caro saluto.
Buongiorno, mi dispiace molto per quello che sta vivendo e comprendo quanto possa essere difficile portare dentro di sé la sensazione di “aver fatto del male” a qualcuno che si è amato, soprattutto se quella persona ora sta male. Ma è importante distinguere tra responsabilità e coinvolgimento emotivo. Lei puoi provare dispiacere, empatia, anche tristezza, ma la salute emotiva e le scelte del tuo ex non sono sotto il suo controllo, né sono una su colpa. Quando una relazione diventa uno spazio in cui uno dei due si sente invaso (lei, in questo caso), soffocato o costretto a restare per paura che l’altro stia male, non è più una scelta d’amore, ma un legame fondato sulla colpa e sulla paura, che finisce per far male a entrambi. Ha fatto bene a riconoscere i tuoi limiti e i suoi bisogni, è stata coraggiosa, prendersi cura di sé non è egoismo, ma un atto di responsabilità. Restare in una relazione solo per paura di far soffrire l’altro o per “proteggerlo” non aiuta nessuno: né lui, che resta dipendente, né te, che ti perdi.
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