Buonasera, sono una ragazza di 23 anni compiuti da poco. Anche se giovanissima, ho un vissuto lunghi

24 risposte
Buonasera, sono una ragazza di 23 anni compiuti da poco. Anche se giovanissima, ho un vissuto lunghissimo e molto burrascoso che mi ha portata ad oggi, problemi in ogni ambito della mia vita, sono molto consapevole di me stessa e dei problemi che ho, fortunatamente lo stare sola per tanto tempo mi ha portata a saper fare auto-esame, ma non so come affrontarli ho veramente bisogno di un aiuto professionale, scrivo per avere almeno un quadro generico perché veramente non ho mai parlato con nessuno di niente, descrivo brevemente la mia vita:
Elementari venivo presa in giro abbastanza pesantemente, quando passavo i bambini urlavano il mio nome allontanandosi schifati perché non ero per niente capace di capire la matematica, successivamente poi a 18 anni,leggendo alcune carte nel centro in cui facevo logopedia, (sono nata con la palatoschisi) noto molti fogli in cui veniva citato più e più volte il fatto che io avessi un forte “blocco” con la matematica ed ho subito pensato che fossi discalculica, e da lì ho provato molto dispiacere per la me bambina e ho provato ancora più rabbia per mia madre che è sempre stata una madre alla leggera, a livello di cure mendiche, igieniche, e affettive vi posso garantire che io e i miei fratelli eravamo scarsi di tutto ciò, tutt’ora ho diversi problemi di schiena etc perché mia madre non è mai stata attenta a queste cose e io ad oggi a livello comportamentale, trascuro la mia salute perché non so prendere una minima iniziativa nella mia vita essendo cresciuta facendo così. Io fin da piccola nonostante mia madre non fosse per niente fisicamente affettuosa, e soprattutto nell’ASCOLTO, posso dire certamente che mia madre da bambina non mi hai mai ascoltata, ma comunque nonostante ciò io avevo un attaccamento opprimente verso di lei, non riuscivo a dormire a casa della mia cuginetta perché andavo in panico perché volevo a lei, all’età di 7 anni inizio a fare incubi sulla sua morte, vivevo una costante paura di perderla credo, o che le succedesse qualcosa. All’età di 12 anni i miei genitori pensano di separarsi e c’erano litigi violenti ogni singola sera e ricordo che mia madre sfogandosi tutti i giorni con me, mi diceva che aveva paura che mio padre potesse picchiarla o ucciderla ed io ogni sera quando mio padre tornava da lavoro ero super in allerta perché al primo strillo io correvo a dividerli e se non andavo erano loro a chiamare me… all’età di 13 anni io non uscivo di casa per nessun motivo per non lasciare soli i miei genitori quando mio padre e mia madre mi dissero di andare qualche giorno in vacanza da mia nonna, dopo che mia madre promise di non litigare con mio padre decisi di andare, quando stesso quella notte alle 2 mi chiama piangendo urlando che mio padre volesse violen…quindi il giorno dopo tornai a casa, in tutto ciò io avevo tantissimi scatti di rabbia dove rompevo qualsiasi oggetto. Si separano , mia madre ancora più distante io mi sentivo sola, andavo in 2 media, mi escludevo completamente dalla classe senza accorgermene e per questo anche lì ero soggetta a critiche e sfottò, scoppiavo anche a piangere in classe. Una sera inizia a venirmi un attacco di panico vado da mia madre dicendo di avere un dolore in petto, lei era presa dal telefono, chattava col compagno e ridendo mi dice “non è niente”, il fatto che lei ridesse come ridevano tutti di me e come rideva ogni volta che le dicevo qualcosa di importante mi fece scattare un intensa rabbia chiamai mio padre e me ne andai con lui a casa di mia zia, dopo qualche giorno mia madre viene a cercarmi a scuola piangendo, voleva che io tornassi a casa da lei, le dissi no e dopo qualche giorno mia madre partì col compagno e da lì non la vidi più, da questo momento in poi ho vissuto questi anni in completa derealizzazione, e sentimentalmente anestetizzata con momenti di realizzazione, pianti isterici, di nuovo vuoto, rabbia, ansia un casino di emozioni negative, che non elaborante, a lungo andare, avendo “spento tutto” e avendo smesso di piangere mi hanno portata a sviluppare altre problematiche comportamentali,Periodi di depressione in cui addirittura volevo star male pur di provare qualcosa, giuro che non provavo assolutamente nessuna emozione e una sensazione di un vuoto in petto pesantissimo, cambiavo sempre casa da mia zia, nonna, mio padre, e cercavo una figura alla quale legarmi, ma vedevo tutti contro tutti cattivi, odiavo tutti, poi a 16 anni mi fidanzo la sera del mio 18esimo compleanno vado subito a convivere con questo ragazzo, sviluppo una fortissima dipendenza affettiva che mi spinge ad accettare e subite di tutto, è troppo lungo da spiegare ma è stata una relazione di 4 anni super intensa piena di guerre, mani addosso da parte sue, una sera mi strangolò e i vicini chiamarononi carabinieri però delle volte anch’io reagivo piacchiandolo a mia volta, possessività a livelli gravi,una convivenza di 3 anni fatta di sacrifici e stenti, non avevamo soldi, mesi senza corrente elettrica, mesi senza acqua calda, senza frigorifero in estate, gli tagliavo i capelli io a casa perché non avevamo i soldi per mangiare , quando lui inizia a lavorare mettiamo i soldi in un salvadanaio e la mamma per mesi li rubava, facevo incubi sui morti, presenze che mi avvertivano di fare attenzione, mi stavo ammalando anche fisicamente ero sempre affannata, esaurita a livelli estremi,sangue dal naso, battito accellerato e via dicendo…servirebbe un messaggio a parte per spiegare questa relazione, perché quando mio padre mi ha aiutata ad andare via da quella casa, ho continuato a subire minacce e stalking per ore e ore giu casa mia, se uscivo mi guardavo sempre dietro ogni 5 minuti. Comunque sia dopo tutto ciò vado a vivere da mia madre in quest’altra città che dista 3 ore dalla mia d’origine (il mio ex è arrivato anche fino a qui) in questa nuova città scopro le uscite, vedo il mondo per la prima volta, e inizio a bere molto, non mi rendevo conto ma provavo sempre un senso di vuoto, rabbia e tantissime cose ma era ben mascherato da me stessa perché mi ero illusa di star vivendo, ho un periodo in cui bevo molto mi ubriacavo, quando mi ubriacavo scoppiavo in pianti isterici, ma vabbè non gli do neanche peso a quel periodo, magari era la “novità” dell’alcol ho passato di peggio. Comunque tralasciando tutte le INFINITE fasi di depressione, fasi maniacali che attraverso, arriviamo ai disturbi alimentari, ho cercato di farmi fuori con le mie mani, giuro che mi sono sempre sentita sola, sono sempre stata ignorata e MAI ascoltata e in quel periodo tutta la solitudine tutto il male lo sfogavo su me stessa , da 51 kg sono arrivata a 37 kg ma forse anche meno, non mi ero più pesata quindi non so con certezza, ma ho iniziato a fare giorni di digiuno, avevo pensieri suicidi e il non mangiare era per me, un atto di autolesionismo perché io in effetti volevo farmi del male, non essendo vista da nessuno, stavo cercando di sparire davvero, mangiavo la pasta solo la domenica, però nonostante questo ero di un’irrequietezza ASSURDA uscivo sempre, bevevo tanto, ero felicissima meno mangiavo, meglio stavo anzi mi dimenticavo completamente del cibo ero praticamente in una fase Maniacale molto forte, ma anche qui servirebbe un messaggio a parte. Comunque ho scritto troppo mi dispiace veramente, ci sono veramente tantissime altre cose da spiegare ma non mi
sembra il caso di continuare a scrivere, è già troppo lungo. Le problematiche che ho ad oggi sono TANTISSIME, il non riuscire a prendere iniziativa nel lavoro e in qualsiasi cosa, sto uscendo dall’anoressia ce la sto facendo o è un illusione? (già ho avuto una ricaduta) mi sento sola, ho una storia di 10 anni da raccontare mai nessuno mi ha ascoltata, ho diverse problematiche comportamentali, non ho stabilità in niente, nessuno, non riesco ad essere costante ij niente, non lavoro, non ho hobby né voglia di fare niente, in questi giorni ho un umore stabile, ma ci sono periodi che variano da mesi o giorni o settimane (tempo indefinito) in cui sto veramente a terra, tutto ciò a cosa mi sta portando? cosa ho? cosa avrò se non tratto queste problematiche? IL NON ELABORARE PROFESSIONALMENTE OGNI COSA ACCADUTAMI IN QUESTI 11 ANNI PENSO CHE MI PORTERÀ A QUALCOSA DI IRREVERSIBILE sto scrivendo troppo quindi veramente vi ringrazio per aver letto tutto. Ho veramente troppe ma troppe cose da dire IMPORTANTISSIME. VI RINGRAZIO INFINITAMENTE❤️
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno,

capisco quanto possa essere devastante dover rielaborare la fine di una relazione che è stata così importante per lei, soprattutto dopo otto anni di un legame profondo e condiviso. Quando qualcuno a cui teniamo tanto ci dice di non provare più amore, ma solo affetto, è naturale che si inneschi in noi una marea di emozioni contrastanti: dolore, confusione, rabbia e una forte sensazione di perdita. Questa situazione è particolarmente difficile perché, pur avendo cercato di recuperare la relazione e averle offerto il perdono, ora si trova a dover convivere con la sensazione di essere stata ingannata, anche se non c'è stato un tradimento vero e proprio.

È importante prendersi il tempo necessario per elaborare tutto ciò, per capire quali sono i suoi bisogni emotivi e per costruire, in futuro, una base solida che le permetta di vivere le relazioni in modo più equilibrato. Potrebbe essere utile esplorare questo percorso attraverso una terapia sistemica, che non si concentra solo sui singoli aspetti del rapporto, ma anche su come la sua storia personale e le dinamiche familiari abbiano influito sul suo modo di amare e di fidarsi. Questo approccio, lavorando insieme, può aiutarla a fare chiarezza e a trovare strumenti per ricostruire il suo benessere emotivo.

Se desidera approfondire questo percorso, sono a disposizione per accompagnarla in un percorso terapeutico mirato, dove potremo lavorare insieme per elaborare il dolore, ridare valore a sé stessa e, passo dopo passo, costruire nuove basi per il futuro.

Un caro saluto.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

La sua storia è molto intensa e trasmette il dolore, la solitudine e la difficoltà che ha vissuto nel corso degli anni. Ha affrontato esperienze estremamente complesse e dolorose, che inevitabilmente hanno lasciato segni profondi sul piano emotivo, psicologico e comportamentale. È ammirevole che abbia la consapevolezza della necessità di elaborare ciò che ha vissuto e di prendersi cura di sé, perché è proprio da questa consapevolezza che può partire un percorso di cambiamento e di guarigione.

Le difficoltà che descrive – instabilità emotiva, dipendenza affettiva, disturbi alimentari, ansia, depressione, episodi di dissociazione, difficoltà a trovare una stabilità nella vita quotidiana – sono segnali di un vissuto traumatico che ha bisogno di essere affrontato con il giusto supporto. È comprensibile che, non avendo mai parlato apertamente con qualcuno di tutto ciò, si senta sopraffatta e senza punti di riferimento.

Il suo bisogno di essere ascoltata è legittimo e importante. Le esperienze che ha vissuto non devono restare un peso da portare da sola, perché esistono strumenti e percorsi terapeutici che possono aiutarla a dare un senso a tutto questo dolore e a ritrovare una direzione nella sua vita.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa offrirle un aiuto professionale adeguato, supportandola nell’elaborazione del suo passato e nel costruire un presente più stabile e sereno.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Liza Bottacin
Psicologo, Psicoterapeuta, Professional counselor
Padova
Gentilissima,
concordo sul suo bisogno di essere supportata da una psicoterapeuta con cui elaborare anni di trascuratezza, abusi, abbandoni che hanno alimentato la rabbia e la depressione; non si butti giù e reagisca affrontando il suo passato così da iniziare a vivere un presente un futuro più roseo. Si esce dall'"inferno", pur se richiede anni di lavoro serio e continuo.
Sono con lei e le chiedo, se riesce, di non ricapitolare con agiti materni....la sua "bambina" vuole altro
Buon tutto
Dott.ssa Anna Savino
Psicologo, Psicologo clinico
Villa Pedergnano
Buongiorno, vedendo la complessità della sua situazione e anche le diverse fragilità che ha oltre che il difficile periodo che sta affrontando, le suggerirei una presa in carico nei suoi servizi di zona: consultorio, Cps possono essere delle valide risorse per alleggerirle il carico senza gravare economicamente su di lei.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera,

Grazie per aver condiviso con noi una parte così importante della sua vita. Capisco che la sua domanda riguardi principalmente come affrontare un vissuto tanto complesso. Avrei diverse domande da porle. Innanzitutto le dico che lei ha già fatto un passo significativo nel riconoscere e dare voce a ciò che ha vissuto, ed è proprio questo tipo di consapevolezza che apre la porta al cambiamento. Come si sente oggi rispetto a queste esperienze passate? Cosa crede che potrebbe esserle utile per iniziare a fare il primo passo verso un nuovo modo di guardare e affrontare queste difficoltà?
Per approfondire, sono disponibile su consulenza, anche online.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Psicologo, Psicologo clinico
Trinitapoli
Gentile utente, immagino che non sia stato facile per lei affrontare tutto ciò. Il mio consiglio è quello di dare a queste cose importantissime, come sottolinea giustamente lei, lo spazio che meritano. E quello della terapia è sicuramente quello più adeguato.
Dott.ssa Nunzia Mazzone
Dott.ssa Chiara Arapi
Psicologo, Psicologo clinico
Teramo
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia con tanta sincerità.
Dal suo racconto emerge un vissuto carico di dolore, solitudine e sfide che ha affrontato con una forza incredibile. La consapevolezza che ha di sé e del bisogno di aiuto è un primo passo fondamentale: significa che dentro di lei c’è ancora spazio per prendersi cura di sé e ricostruire il proprio benessere.
Ha ragione nel dire che elaborare professionalmente ciò che ha vissuto è essenziale. Il rischio di trascinarsi dentro ferite non elaborate può rendere sempre più faticoso trovare stabilità e serenità. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare significato a tutto ciò che ha attraversato, a comprendere i meccanismi che la portano a oscillare tra stati emotivi diversi e a trovare nuove risorse per il futuro.
Non deve affrontare tutto questo da sola. Il suo dolore merita ascolto, comprensione e uno spazio sicuro in cui poter essere accolto senza paura di essere giudicata. Se sente che è il momento di iniziare questo percorso, può essere un’occasione preziosa per ricostruire il rapporto con sé stessa e con il mondo.

Le auguro di trovare il supporto di cui ha bisogno. Se ha domande o desidera ulteriori indicazioni, resto a disposizione.
Ho letto tutto, e voglio dirti che non devi assolutamente dispiacerti per aver scritto tanto. Non è "troppo" se sentivi il bisogno di raccontare e spiegare il tuo vissuto. Anzi, grazie per aver condiviso la tua storia.
Immagino quanto possa essere stato difficile mettere nero su bianco tutto ciò che hai vissuto e sentito. Soprattutto se non hai mai avuto modo di esprimerlo apertamente, é un atto di grande coraggio, .

Hai attraversato esperienze molto intense e dolorose, che hanno lasciato segni profondi sul piano emotivo, affettivo e comportamentale. Il senso di solitudine, il dolore, le difficoltà nelle relazioni, le oscillazioni dell’umore e dei comportamenti sono tutti aspetti che meritano di essere ascoltati e affrontati con il giusto supporto.

Comprendo perfettamente la tua paura che, senza un’elaborazione adeguata, tutto questo possa diventare “irreversibile”. Ma la buona notizia è che non sei condannata a restare in questa condizione per sempre: il nostro cervello e il nostro cuore hanno una straordinaria capacità di guarigione, soprattutto quando troviamo lo spazio e gli strumenti giusti per farlo.

Per questo, il mio consiglio più sincero è di intraprendere un percorso psicologico strutturato, che ti aiuti ad affrontare e rielaborare il tuo passato, per poter vivere il tuo presente senza esserne più prigioniera.
Lavorare sulla gestione delle emozioni (come il vuoto, la rabbia e le oscillazioni dell’umore), il superamento delle esperienze traumatiche e delle loro conseguenze, il rafforzamento dell’autostima e della capacità di prendere iniziativa nella tua vita, e il consolidamento del tuo percorso di recupero non è facile, ma è assolutamente possibile.

E soprattutto, non devi affrontare tutto questo da sola.
Questa volta puoi scegliere di essere accompagnata, in un percorso costruito su misura per te, con tutto il rispetto, il tempo e la delicatezza che meriti.
Buonasera gentile utente, grazie per aver scritto su questa piattaforma, immagino che non sia affatto facile per lei decidere di affidarsi a qualcuno e fare un gesto di comprensione e benevolenza verso di sé.
Il suo sicuramente è un caso complesso, che vede implicati aspetti traumatici, soprattutto per gli episodi a cui ha dovuto assistere con i suoi genitori e in seguito anche con il suo ragazzo, problemi nell'attaccamento a figure genitoriali poco presenti, se non assenti, a livello emotivo ed esperienziale; difficoltà nella gestione delle emozioni e nell'instaurare relazioni sane.
Capisco che una vita di privazioni e dolori le fa ad oggi avere un'immagine estremamente negativa di sé, per cui mi permetta di mettere l'accento su qualcosa che per me, come professionista, è fondamentale: lei è sopravvissuta. Con mille problemi, personali e non, mille aspetti di sé che ha odiato e cercato di distruggere, mille tentativi di annullarsi (l'alcool e l'anoressia ad esempio), ma in ogni caso è arrivata fino ad oggi, e questo è un punto di forza. So che queste parole potrebbero risultare assurde, quasi manipolatorie magari, ma bisogna tenerne conto. Ovviamente non sto dicendo che tutto ciò che ha vissuto non abbia importanza o che, poiché è sopravvissuta, può viversi la vita fischiettando. E' giusto anzi riconoscere tutto il suo dolore, dargli un nome, giungere a una spiegazione e trovargli un posto nella sua vita, dove smetta di essere un ostacolo. Per questo motivo la invito caldamente ad iniziare un percorso di psicoterapia, che le permetterà di fare tutto questo, e di acquisire le abilità necessarie per cominciare a vivere, oltre che a sopravvivere.
Le faccio i miei migliori auguri su questo.
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, ho letto con tanta attenzione il suo messaggio; le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per affrontare un pò alla volta tutto ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Grazie per aver condiviso la tua storia con tanta sincerità. È evidente che hai vissuto esperienze molto dolorose e complesse, e il peso che porti sulle spalle è enorme. Voglio dirti, prima di tutto, che il tuo dolore merita di essere ascoltato e compreso. Il fatto che tu abbia sviluppato una forte consapevolezza di te stessa e che stia cercando aiuto è un passo fondamentale e prezioso.

Le tue emozioni, le oscillazioni dell’umore, la difficoltà a trovare stabilità e il senso di vuoto sono segnali importanti che non devono essere affrontati da sola. Ciò che hai passato non è facile da elaborare senza un supporto adeguato, e un percorso con un professionista potrebbe aiutarti a mettere ordine nel caos, a dare voce a ciò che è rimasto inascoltato e a trovare strategie per ricostruire il tuo benessere.

Non sei "sbagliata" e non sei destinata a restare bloccata in questa sofferenza. Il dolore che provi è il risultato di ferite profonde, ma con il giusto supporto, puoi trovare modi più sani per affrontarlo. Ti incoraggio con tutto il cuore a rivolgerti a uno psicologo o uno psicoterapeuta: meriti di essere aiutata, meriti di essere ascoltata.

Sei già molto più forte di quanto credi: hai attraversato il buio, ma ora stai cercando la luce. Non fermarti.
Dott.ssa Maristella Iorio
Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Buonasera prima di tutto la ringrazio per aver condiviso la sua storia, immagino non sia facile scrivere gli anni della sua vita più difficili. Tutto ciò che le è accaduto dall' infanzia in poi l`ha segnata profondamente, non avendo un quadro completo non posso darle una risposta concreta, posso dirle che è una donna forte e tenace e che le sue richieste, anche quando si faceva del male erano per essere vista. Se lei è arrivata fin qui credo che conosca la risposta ma credo che un percorso di psicoterapia potrebbe davvero aiutarla. Io resto a disposizione se vuole parlarne e approfondire con me.
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Messina
Gentile utente,
La ringrazio per aver condiviso la sua storia, comprendo quanto possa essere stato difficile riassumere un vissuto così complesso e doloroso. Da quanto scrive, emerge chiaramente il grande peso che ha dovuto portare per molto tempo e la forza che ha mostrato nel cercare di affrontarlo.
È comprensibile che, dopo anni di difficoltà non riconosciute e di sofferenza vissuta in solitudine, si senta sopraffatta e in cerca di risposte. Il fatto che sia consapevole della necessità di un aiuto professionale è già un passo significativo verso il suo benessere.
Considerata la profondità e la complessità del suo vissuto, le consiglierei di rivolgersi a un Centro di Salute Mentale (CSM) della sua zona, dove potrà ricevere un supporto integrato da parte di più professionisti, come psicologi, psichiatri ed educatori, che potranno accompagnarla in un percorso adeguato alle sue esigenze. Un’équipe multidisciplinare potrà aiutarla non solo nella gestione delle emozioni e delle difficoltà presenti, ma anche nel dare significato al suo percorso di vita e nel costruire insieme a lei nuove possibilità per il futuro.
Affrontare il dolore accumulato negli anni richiede tempo e il giusto supporto, le consiglio, quindi, di informarsi sui servizi disponibili nella sua città e di valutare l’opportunità di iniziare un primo colloquio, che potrà aiutarla a orientarsi rispetto ai passi successivi.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cappadonna
Salve, prima di tutto grazie per aver avuto il coraggio di condividere con noi tutto il tuo enorme dolore. Comprendo che non sia semplice riassumere tanta sofferenza e tanta solitudine. L'elemento che più è mancato nella sua vita è l'affettività, l'amore spontaneo, ascolto profondo, tutte quelle cose semplici ma che servono a un bambino a diventare adulto. L'adulto che sa prendersi cura di sè, che a sua volta ama se stesso e gli altri, purtroppo a lei è venuto a mancare questo sostegno, che la portata a cercarlo ovunque. Illudendosi di averlo trovato con quel ragazzo, a cui lei si aggrappa con tutta se stessa perchè assetata d'amore, un amore che purtroppo nella sua vita non c'è stato mai. Tanto che la porta verso l'anoressia, il cibo è la nostra prima fonte d'amore, non avendolo o ci rifugiamo in lui diventando bulimici o togliendoci totalmente il gusto del mangiare, di assaporare. Penso che dovrebbe rivolgersi a un professionista per cominciare a recuperare tutto questo mondo andato a pezzi e cominciando così, prima di tutto a volersi bene, per poi poter amare. Le auguro di trovarlo presto , per qualsiasi chiarimento rimango a disposizione anche online. Dott. ssa Gabriella Cascinelli
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, innanzitutto, voglio ringraziarla per aver condiviso la sua storia con così tanta sincerità e profondità. Aprirsi non è mai facile, soprattutto quando si ha la sensazione che nessuno abbia mai veramente ascoltato. Le sue parole trasmettono non solo il dolore che ha vissuto, ma anche una grande forza interiore, quella forza che, nonostante tutto, le ha permesso di essere qui oggi a cercare risposte, a porsi domande e, soprattutto, a voler stare meglio. Ed è proprio questa spinta a cercare un cambiamento che può rappresentare il primo passo di un percorso di rinascita. Da quello che racconta, è evidente che ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza estremamente complesse e difficili, caratterizzate da trascuratezza emotiva, mancanza di supporto e ambienti instabili. L’essere stata esposta, sin da piccola, a situazioni di abbandono, rifiuto, violenza e isolamento può avere avuto un impatto profondo sul suo sviluppo emotivo e psicologico. Bambini e adolescenti hanno bisogno di sentirsi al sicuro, di sapere che c’è qualcuno pronto ad accoglierli, ad ascoltarli, a sostenerli nei momenti di difficoltà. Quando questo non accade, si possono sviluppare strategie di adattamento che, nel breve termine, servono per sopravvivere, ma nel lungo termine rischiano di diventare disfunzionali e fonte di ulteriore sofferenza. Il senso di vuoto che descrive, l’oscillazione tra momenti di forte attivazione emotiva e periodi di profonda apatia, la difficoltà nel mantenere relazioni stabili e sicure, la tendenza all’autoisolamento, la dipendenza affettiva e i disturbi alimentari potrebbero essere manifestazioni di un disagio che ha radici profonde e che merita di essere affrontato con il giusto supporto. Non perché ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma perché il suo cervello e il suo corpo hanno dovuto adattarsi a un contesto difficile, e ora queste modalità di risposta continuano ad attivarsi anche quando non ce ne sarebbe più bisogno. Il fatto che stia uscendo dall’anoressia, anche con alcune ricadute, è un segnale molto importante. Significa che, in qualche modo, sta già cercando di prendersi cura di sé, che sta cercando di dare a se stessa ciò che forse per troppo tempo non ha ricevuto dagli altri. Le ricadute non devono essere viste come fallimenti, ma come parte di un percorso di guarigione. È normale avere momenti di difficoltà, soprattutto quando il dolore che si porta dentro è stato a lungo ignorato o represso. Il rischio, se queste problematiche non vengono affrontate, è quello di rimanere bloccata in un ciclo in cui le emozioni diventano sempre più difficili da gestire, l’insicurezza prende il sopravvento e il senso di vuoto diventa sempre più pesante. Ma non è un destino inevitabile. Esistono percorsi terapeutici che possono aiutarla a dare un senso a tutto quello che ha vissuto, a ricostruire un’immagine di sé più stabile e positiva e a trovare strumenti concreti per gestire le emozioni in modo più sano. Capisco che possa essere spaventoso affidarsi a un professionista dopo anni di solitudine emotiva, dopo aver avuto l’impressione che nessuno abbia mai veramente ascoltato. Ma una terapia basata su un approccio Cognitivo-Comportamentale potrebbe aiutarla a lavorare su quei meccanismi disfunzionali che si sono instaurati nel tempo e a sviluppare strategie più efficaci per affrontare la quotidianità. Potrebbe essere utile anche esplorare tecniche di regolazione emotiva, come la mindfulness o strategie di esposizione graduale alle emozioni, per aiutarla a riconnettersi in modo più sano con se stessa e con il mondo che la circonda. Lei merita di stare meglio, merita di trovare uno spazio sicuro in cui poter elaborare tutto quello che ha vissuto, merita di sentirsi ascoltata davvero. Non è mai troppo tardi per iniziare un percorso di guarigione. Il fatto che sia qui, oggi, a cercare risposte, dimostra che dentro di lei c’è ancora quella scintilla di speranza, quella voglia di vivere che, nonostante tutto, non si è mai spenta del tutto. Si conceda la possibilità di prendersi cura di sé, non come un obbligo, ma come un atto di amore verso se stessa. Non è sola in tutto questo, e non deve affrontarlo da sola. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Laura Ferrari
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Sanremo
Grazie per aver condiviso questa storia così fati8cosa e densa di sofferenza. Raccont di non aver mai ricevuo aiuto ma. Prim d'ora ha mai chiesto sistegno aiuto a un professionista? si è rivolta a un servizio pubblico? Affrontare tutto questo da sola non è possibile, ha diritto a chiedere quel sostegno che nonn ha ricevuto. Se ci fosse una difficolt economica a affronatre un percorso con un collega privato può trovare validi ercorsi sul suo territorio. Nel caso abbia bisogno di indicazioni mi scriva pure
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara ragazza,
Innanzitutto, voglio esprimerti la mia profonda gratitudine per la tua apertura e per aver condiviso con me una parte così intima e complessa della tua vita. Scrivere ciò che hai vissuto è un passo enorme, e riconoscere la necessità di aiuto è un atto di coraggio straordinario.
Da quanto hai descritto, è evidente che hai attraversato situazioni di grande difficoltà e sofferenza. È importante notare che le esperienze di abuso emotivo, di trascuratezza e di violenza che hai vissuto in infanzia e adolescenza hanno lasciato delle cicatrici profonde, che non si possono semplicemente ignorare o "superare" senza affrontarle in modo adeguato.
Il trauma che hai subito, la solitudine, la sensazione di non essere mai stata ascoltata e di non essere mai stata vista, sono esperienze che inevitabilmente influenzano il tuo benessere emotivo, la tua autostima e la tua capacità di affrontare le difficoltà della vita quotidiana. Hai vissuto un'infanzia e un'adolescenza in cui il tuo senso di sé è stato messo a dura prova, e il corpo e la mente hanno reagito cercando di proteggersi, spesso in modi che oggi ti sembrano confusi o difficili da comprendere. È comprensibile che tu possa sentirti "staccata" dalle tue emozioni, che ti sembri di vivere in uno stato di vuoto, o che a volte senta la necessità di auto-punirti o di isolarti.
Ciò che hai vissuto ti ha probabilmente portato a sviluppare meccanismi di difesa, come l'autolesionismo e i disturbi alimentari, che sono il risultato di un tentativo inconscio di "controllare" il dolore che provi dentro di te. È importante riconoscere che il non nutrirsi, o il danneggiarsi fisicamente, non è una scelta consapevole, ma un modo in cui la mente cerca di elaborare un dolore che altrimenti risulta insostenibile.
Per quanto riguarda la tua domanda sulla tua attuale situazione con l'anoressia, il fatto che tu stia cercando di uscire da questa condizione è già un grande passo avanti, ma è anche una strada lunga e complessa che richiede tempo, supporto e cura. Non è un’illusione, ma è un percorso che deve essere affrontato con pazienza e consapevolezza. Ricordati che le ricadute possono essere parte di questo percorso, ma non significano che tu non possa recuperare. La tua esperienza merita di essere ascoltata e accompagnata da un professionista che ti possa guidare.
Il fatto che tu stia cercando un aiuto professionale è fondamentale. La psicoterapia, in particolare, ti permetterà di affrontare le emozioni dolorose che hai represso per tanto tempo e ti aiuterà a trovare modi più sani per gestire il dolore e i tuoi pensieri. Il lavoro terapeutico ti aiuterà a capire meglio te stessa, a perdonarti per ciò che hai vissuto e a riappropriarti di una vita più sana e più consapevole.
Riguardo alla tua preoccupazione su cosa accadrà se non affronti queste problematiche, è difficile prevedere con certezza, ma è chiaro che il non affrontare queste difficoltà emotive potrebbe portare a una continua sofferenza, a sentimenti di frustrazione, rabbia e ansia. A lungo termine, potrebbe anche influenzare negativamente la tua capacità di relazionarti con gli altri e di creare una vita soddisfacente. La buona notizia è che, con il giusto supporto, è possibile interrompere questo ciclo e iniziare a costruire un futuro migliore.
Non è mai troppo tardi per cominciare a lavorare su te stessa. Ci vorrà tempo, ma i cambiamenti sono possibili. È un processo di cura che implica consapevolezza, accettazione e la volontà di volerti bene. Affrontare le tue ferite ti permetterà di sentirti più forte e di costruire una vita che ti rappresenti veramente.
Spero che tu possa iniziare un percorso terapeutico con una persona che ti aiuti a elaborare tutto ciò che hai vissuto e a trasformare questa sofferenza in una forza per il futuro.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott. Tiberio Toccaceli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Perugia
La ringrazio per aver condiviso la sua storia con tanta sincerità. Da ciò che racconta, ha affrontato molte difficoltà ed esperienze dolorose. Essere consapevole di come queste potrebbero aver influito su di lei è già un primo passo importante.
Comprendo il timore che ha riguardo alle possibili conseguenze a lungo termine di tali vissuti, e sono convinto che un percorso psicologico possa offrirle il supporto di cui ha bisogno per riuscire ad affrontare la situazione attuale.
Lavorando insieme ad un professionista, potrà comprendere meglio il suo passato e sviluppare, con il tempo, nuovi strumenti che le permettano di affrontare al meglio il presente e di gettare le basi per un futuro più sereno. All'interno di un ambiente sicuro e accogliente, potrà sentirsi ascoltata senza giudizio e avere lo spazio per elaborare liberamente i suoi pensieri, le sue emozioni e le sue difficoltà.
Se desidera parlarne ulteriormente o ha bisogno di maggiori informazioni, resto a disposizione! Un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, ho letto con attenzione la sua storia e colgo in ogni parola il peso di un vissuto complesso, segnato da profonde sofferenze, solitudine e continue lotte per cercare di trovare un equilibrio. È evidente quanto sia stata lasciata sola nei momenti in cui avrebbe avuto più bisogno di ascolto, sostegno e protezione, e quanto questo abbia influito sul suo modo di vivere le relazioni, le emozioni e il rapporto con se stessa.

La consapevolezza che ha sviluppato, la capacità di analizzarsi e di comprendere che questi dolori non sono stati elaborati nel modo giusto sono elementi estremamente preziosi. È proprio questa consapevolezza che le sta dando la spinta per cercare aiuto, e posso assicurarle che questo è un passo fondamentale. Il suo timore di non riuscire a gestire tutto da sola è più che comprensibile, perché nessuno dovrebbe affrontare da solo un carico emotivo così grande.

Ciò che ha vissuto ha lasciato delle ferite profonde, e sembra che queste si siano manifestate in vari modi nel tempo: dipendenze affettive, sbalzi d’umore, disturbi alimentari, momenti di vuoto e apatia alternati a periodi di intensa emotività. È naturale chiedersi cosa tutto questo significhi e cosa potrebbe accadere se non venisse affrontato in modo adeguato. La cosa importante da sapere è che esiste un percorso per uscire da questa spirale di dolore, ma per farlo è necessario affidarsi a un supporto professionale.

Il percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a dare un senso a tutte queste esperienze, a elaborare i traumi, a ricostruire una stabilità emotiva e comportamentale. La paura di qualcosa di “irreversibile” è comprensibile, ma ciò che la sofferenza non ha ancora distrutto può essere recuperato e ricostruito con il giusto aiuto. È difficile e può far paura, ma non è un cammino che deve affrontare da sola.

Si dia la possibilità di iniziare questo percorso. È un atto di rispetto verso se stessa e verso il suo diritto di vivere una vita più serena e stabile.

Dott. Luca Vocino
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve,
il vissuto che descrive è molto intenso, segnato da traumi ripetuti, instabilità affettiva e solitudine profonda. Tutti elementi che possono generare quello che chiamiamo trauma complesso: una condizione che coinvolge la regolazione emotiva, l’identità, le relazioni e il corpo, con manifestazioni che vanno dall’ansia alla depressione, dai comportamenti impulsivi al ritiro sociale.

Il fatto che oggi senta un peso ingestibile, un senso di vuoto e l’incapacità di costruire stabilità non è segno di fragilità, ma la naturale conseguenza di anni di dolore non elaborato. È comprensibile, e non è colpa sua. Ma è anche il momento giusto per occuparsene.

Un percorso psicologico basato sull’approccio cognitivo-comportamentale, integrato con strumenti per l’elaborazione del trauma (come l’EMDR), può aiutarla a interrompere i circoli disfunzionali, a dare senso a ciò che ha vissuto e a costruire una direzione più chiara e stabile.

Alla sua domanda diretta: “a cosa mi sta portando tutto questo?” — la risposta è che, se ignorato, un trauma complesso può cronicizzarsi, portando a un peggioramento del funzionamento emotivo e relazionale. Ma la buona notizia è che non è irreversibile. Con il giusto supporto, può tornare a sentirsi padrona di sé e della propria vita.

Non ha scritto troppo. Ha scritto qualcosa di importantissimo: che è pronta a essere ascoltata per davvero.

Un caro saluto,
dott. Jacopo Modoni
Dott. Filippo Scarcia
Psicologo, Psicologo clinico
Acquaviva delle Fonti
Cara,
ti ringrazio per la profondità e la fiducia con cui hai condiviso la tua storia. È evidente quanta forza tu abbia messo nel sopravvivere a tutto questo. Hai attraversato moltissime esperienze dolorose, senza mai avere davvero uno spazio in cui essere ascoltata e accolta… e il fatto che oggi tu riesca a raccontarlo, con questa lucidità, è già un segnale importante.

Il tuo bisogno di capire, di dare un senso a ciò che hai vissuto, è più che legittimo. Nessuno dovrebbe portare da sola un carico simile. Il rischio che tutto questo dolore resti "bloccato dentro", come dici tu, è reale, ma non è mai troppo tardi per iniziare un percorso di cura: per ritrovare stabilità, fiducia, e uno spazio sicuro in cui riprenderti il tuo valore, passo dopo passo.

Hai davvero tanto da dire, e tutto merita attenzione. Se ti senti pronta, sarebbe importante iniziare un percorso professionale, anche solo per dare finalmente voce a quella parte di te che finora è rimasta inascoltata.

Ti mando un abbraccio pieno di rispetto e incoraggiamento.
Dott. Sasha Mattia Criscuolo
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, effettivamente la storia è carica di complessità, profondità e servirebbe uno spazio più ampio e un tempo più lungo per sondarla interamente. Questa spinta che sente nell'aprirsi e nel contattare uno psicologo è saggia. La condizione di irreversibilità che la spaventa non si addice né alla sua storia né alla sua età. Sembra proprio che lei sia intenzionata a cambiare e da ciò che ha scritto non c'è nessuna ragione per la quale questo cambiamento le è precluso.

I migliori auguri per il suo percorso
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Maddalena Manca
Psicologo clinico, Psicologo
Sassari
Grazie per aver trovato il coraggio di condividere parte della tua storia. Le tue parole raccontano di anni passati a cavartela da sola, senza avere uno spazio sicuro dove appoggiare il tuo dolore e iniziare a curare le ferite che la vita ti ha lasciato.
Il fatto che oggi tu senta così forte quella paura significa che riesci a vedere quanto il tuo corpo e la tua mente abbiano bisogno di protezione, di sostegno, di un luogo in cui iniziare davvero a sistemare tutto ciò che è rimasto sospeso per così tanto tempo. Nel modo in cui parli di ciò che hai vissuto si vede la tua capacità di osservarti, di cogliere i fili che uniscono la tua storia a ciò che senti adesso.
Concediti la possibilità di essere ascoltata e vista, cerca uno spazio in cui tutto ciò che porti dentro possa trovare accoglienza. Questo può diventare il primo passo per rimettere insieme i pezzi della tua storia, comprenderli e prendertene cura con la calma e l’attenzione che meriti.

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