Buonasera , ho 51 anni e sono sposata da 4 anni (secondo matrimonio) ho un figlio e il mio attuale m

23 risposte
Buonasera , ho 51 anni e sono sposata da 4 anni (secondo matrimonio) ho un figlio e il mio attuale marito ha una figlia di 19 anni. Mio figlio vive per conto suo. Conosco e mi sono presa cura della ragazza da quando aveva 10 anni (la mamma è morta ) all inizio tutto bene ma crescendo e vivendo assieme ad padre non è mai andato bene il mio “metodo” semplici regole che ci sono in tutte le famiglie. Quindi litigavamo di fronte a sua figlia , la ragazza prendeva le difese del padre e invece di capire che x crescere ci vogliono regole si faceva come voleva lui… perché io non facevo e non faccio parte della famiglia in quanto non madre naturale . Quindi mi mettevo da parte non occupandomi di sua figlia (xke così mi era stato imposto ) ma pochi giorni dopo la situazione impostami non andava bene quindi litigi xke io dovevo essere diversa. Insomma x dirla corta qualsiasi cosa faccio x sua figlia non fa bene, se non faccio non va bene se ke dico che ha 19 anni non deve andare via vestita mezza nuda non fa bene, se le dico che non si torna alle 5 del mattino non va bene.. (premetto che io sto sveglia finché lei è fuori a diversi Mentre suo padre dorme tranquillo) … ha un amore morboso nei confronti della figlia, la tratta sempre come una bambina piccola (ha il fidanzato da un anno e mezzo) …dice che se passa del tempo con me si sente in colpa verso la figlia… che se la figlia tutte le sere se ne era x conto suo in camera è colpa mia xke io non so instaurare un rapporto con lei .. da premettere che in un mese mi rinfaccia (sua figlia) che io non sono nessuno e non faccio parte della sua famiglia (composta da lei e suo padre).. lui si sente in colpa , vive nel passato, non accetta che la figlia è cresciuta da molto tempo, e trova ogni pretesto x litigare e tenermi il muso. Non riesco a fargli capire che sua figlia è grande che deve imparare a crescere , non riesco a fargli capire che tutti i ragazzi se ne stanno x conto loro in camera con i cellulari, che è ora di finirla con “ poverina lei è senza mamma” , non riesce a fare il padre .. fa L amico dicendole sempre si su tutto, e così le fa solo del male… ma niente da fare… non capisce, non accetta i consigli da nessuno.. dice che sua figlia è la cosa più importante (nessuno dice il contrario) che devo essere diversa nei confronti di lei (purtroppo mi ha fatto del male e lo fa tutte le volte quanto mi dice che non sono nessuno e lo dice quando non c è suo padre.. non devi insegnarmi come si pulisce casa chi sei te? Oppure sei entrata nella mia famiglia a rovinarci la vita, povero tuo figlio che ha una madre così… spero che mio padre tu mandi via così vai a vivere sotto un ponte.. tutte parole scritte nero su bianco) … cosa posso fare? Ho anche detto di andare assieme da un psicologo ma la risposta è stata che lui non ne ha bisogno xke lui sta facendo tutto giusto …
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei intanto possa richiedere per sè un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Aldo Tandurella
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno , e
la ringrazio per quello che ha esposto qui brevemente.
Il rapporto con la figlia del suo compagno è diventato molto burrascoso e lei vorrebbe riprendere in mano il timone, che ora sembra non avere nessuno.
Vedere che la nave appare senza una vera guida forse la fa arrabbiare, oltre che i comportamenti di insubordinazione della ragazza che diventa una donna.
Lei può chiedere sempre una mano di aiuto per se stessa , e per rimettere in sesto la vostra nave.
Dott.ssa Ilenia Corradin
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Buongiorno, immagino le difficoltà causate da questa situazione e credo sia per lei importante poter iniziare un percorso personale (poi ci potranno anche essere, col tempo, sedute con anche il suo compagno quando lui sarà pronto) per prendersi cura di se ed elaborare la situazione che si è venuta a creare, soprattutto per quanto riguarda la coppia.
La ragazza sicuramente scarica su di lei il grosso dolore e rabbia che le ha causato la perdita della madre in giovane età.
Comprendo quanto sia difficile e delicato il suo ruolo attuale.
Rimango a disposizione e le auguro una buona giornata.
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, comprendo la sua difficoltà, non è mai semplice trovare uno spazio di relazione in una situazione familiare complessa.
Ha mai pensato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Dott.ssa Arianna Sala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cernusco sul Naviglio
Gentile signora, sicuramente la situazione non è semplice. Lei riporta di percepire continui vissuti di svalutazione e di inadeguatezza da parte del suo compagno e questo sicuramente non le permette di vivere una vita familiare serena. Così come da sua descrizione sembrerebbe proprio che il suo compagno non sia riuscito ad andare oltre, in veste di genitore, alla perdita della prima moglie, madre della figlia e questo abbia fatto si che si instaurasse un rapporto all'apparenza non sano e anche pericoloso per la ragazza stessa....oltre che fonte di stress per lei come compagna. Credo che il tentativo da lei fatto di proporre una consulenza psicologica per voi come coppia sia la strada corretta pertanto la invito a ritornare sull'argomento con suo marito. Nel caso in cui nuovamente rifiutasse questa strada potrebbe pensare di iniziare lei un percorso per trovare uno spazio di elaborazione della sua infelicità/frustrazione derivante dalla sua vita familiare.
Un caro saluto.

Dott.ssa Arianna Sala
Psicologa Psicoterapeuta
Consulente di Coppia
Cernusco sul Naviglio (MI)
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Gentile signora, spiace molto per la situazione che Lei ha abilmente descritto e nella quale è bene percepibile la sofferenza e il suo disagio. Purtroppo non può imporre la sua scelta al suo compagno seppur sia giustificata. Quello che mi viene da domandarle è cosa è per lei importante. Cosa può fare per il suo benessere psicologico e fisico. Forse dovrebbe capire cosa è davvero importante per lei che ha tutto il diritto di stare bene. Coraggio e a sua disposizione. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Dr. Ivano Ancora
Psicoterapeuta, Psicologo
Torino
Buongiorno,
sembra che la situazione sia proprio come la descrive:
" Insomma x dirla corta qualsiasi cosa faccio x sua figlia non fa bene..."
Quale è la persona più importante per Lei?
Se non ha pensato subito "IO", abbiamo un problema.
Quando la 19nne le dice che senza suo marito finirebbe sotto i ponti è vero? Se così fosse la vedo dura. Se così non fosse si chieda: come poso crescere personalmente se mi devo occupare continuamente di chi mi disprezza? L'unico lavoro sensato è quello fatto su noi stessi per crescere esistenzialmente, non per adeguarsi alle altrui aspettative.
Come utilizzare una situazione così difficile per migliorarsi e prendere le redini della la propria vita? Non ho nessun consiglio se non quello di cercare le proprie Risorse Interiori. La psicoterapia è un percorso di liberazione dai propri meccanismi di dipendenza, dopodiché comincia il percorso di autorealizzazione (prettamente di Sua competenza).
Buona fortuna.
Dott.ssa Laura Tofani
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Gentilissima Signora,
comprendo il malessere e il disorientamento che la sua complessa situazione familiare le sta creando. Purtroppo la fase dell'adolescenza è sempre faticosa e comporta un riassestamento degli equilibri personali e familiari. Frequentemente, per tanti motivi, alcune famiglie affrontano delle criticità maggiori. In questi casi è l'intero nucleo familiare a soffrire. Allora diventa necessario fare un gioco di squadra e lavorare con degli esperti sull'intero sistema familiare, fornendo anche supporto alla coppia, che rischia di andare in crisi. Se questo, come riferisce, non è nel suo caso possibile, le consiglio caldamente di valutare una terapia individuale che possa sostenere Lei, con i suoi bisogni e le sue difficoltà in questa fase delicata, al fine di evitare che le problematiche possano radicarsi, compromettendo anche le sue relazioni più importanti.
Un caro saluto
dr.ssa Laura Tofani
Dott.ssa Veronica Cascone
Psicologo
Bologna
Buongiorno,

la situazione che descrive sembrerebbe essere vissuta come un peso per lei, lo si legge dalle sue parole.
In primis dovrebbe chiedersi su quale relazione vuole lavorare: quella con il suo compagno, con la sua figlia, con entrambi?
Potrebbe essere un buon punto di partenza per un percorso psicologico individuale, visto che il suo compagno le ha esplicitato di non voler intraprendere un percorso di coppia.
Provi a considerarlo.
Grazie
cordiali saluti
dott.ssa Veronica Cascone
studio di psicologia online
Dott. Mattia Moraschini
Psicologo, Psicologo clinico
Fano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Ho letto con grande amarezza il suo racconto e mi dispiace che stia vivendo tutto questo. Sicuramente non si può risolvere la situazione con un consiglio ma è anche vero che la cosa migliore che può fare per se stessa è quella di iniziare una terapia individuale. Se suo marito non ritiene di averne bisogno è inutile insistere più di tanto, pensi a se stessa che secondo me ne ha tanto bisogno al fine di vivere meglio all'interno di una situazione assurda ed ingiusta.
Rimango a disposizione per qualsiasi consiglio o chiarimento e nel mentre le faccio un grande in bocca al lupo per il futuro.
Cordialmente, dottor Moraschini Mattia.
Dott.ssa Eleonora Carlino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera signora, è una situazione non facile e grazie per averla condivisa. Leggendo quello che scrive la sua fatica e la sua sofferenza nel gestire la situazione sono evidenti. Sicuramente c’è molto dolore sia parte sua che da parte del suo compagno e della figlia. Quello che mi viene da dirle è che se lei dovesse sentirne la necessità potrebbe rivolgersi a un professionista che la aiuti a definire il ruolo che lei si sente di poter ricoprire in famiglia. Traspare da parte sua molto amore e molta cura nel voler far funzionare le cose, a volte è meno semplice del previsto e in quei casi è bene prendersi cura di se prima di tutto. Se una terapia di coppia non è implementanile, a volte una terapia individuale può cambiare in egual modo gli equilibri e aiutare a comprendere quello che si sente ma che non si sa come esprimere e che spesso può creare incomprensioni e litigi. Ognuno ha il proprio vissuto e non sempre è facile capire cosa ci muove e cosa ci spinge a dire certe cose o agire certi comportamenti. L’aiuto di un professionista è molto importante nel comprendere quella spinta e renderla funzionale.
È una situazione complicata e lei scrivendo qui ciò che sente si sta già muovendo nella giusta direzione.

La abbraccio metaforicamente nella speranza di esserle stata utile.

E.C.

Dott.ssa Sara Rosaria Mammano
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Gazzada Schianno
Gentile signora, la situazione che sta vivendo appare senza via d'uscita e senza speranza per il futuro, favorendo così una reazione di carattere depressivo, per la quale è importante chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta di fiducia, visto che il suo compagno non appare disponibile ad un confronto costruttivo. A volte essere emotivamente coinvolti impedisce di avere una visione chiara e oggettiva delle problematiche che coinvolgono una famiglia in cui lei ha trovato, a fronte di tanto impegno, solo tentativi di allontanarla e per così dire ridefinirne il ruolo, che in realtà è a pieno titolo materno. Si confronti con uno psicoterapeuta per trovare le modalità più adattive e funzionali per svolgere questo ruolo senza rinunciare al suo benessere. Spero di esserle stata di utilità e la saluto cordialmente.
Gentilissima, deve essere molto dura non sentirsi più al centro di qualcosa che si riteneva la cosa più importante e sentire che la propria voce non raggiunge le persone più amate. Si vuole solo trasmettere quell'amore che si prova in tutti i modi e non essere visti crea un dolore importante. Purtroppo tentare la stessa soluzione fino a voler abbattere il muro può portare a trovarne uno più spesso dietro. Una soluzione più efficace e strategica potrebbe essere quella di trovare serenità in quelle semplici parole che trasmettiamo , vedendo che effetto fa prima a noi stessi, prima che agli altri, e notare quando riusciamo quanto è importante ancora. Non c'è bisogno di affrontare queste difficoltà da soli, grazie dottor. Benjamin Collins
Dott.ssa Federica Fecarotta
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno Sig.ra,
Mi dispiace per la situazione conflittuale che vive giornalmente e forse anche la mancanza di un appoggio e di condivisione.
Sarebbe bello esplorare come si è formata la coppia e come era il vostro equilibrio prima. Sembra quasi mancare un confine genitoriale e l’idea di un rapporto genitore figlio che permette di distinguere bene il genitore dal figlio.
Lei nel frattempo può iniziare a lavorare sul suo stato d’animo, ad elaborare sofferenze e non detti.
Non esiti a contattarmi.
Cordialmente
Dr.ssa Federica Fecarotta
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Mi dispiace sentire che stai vivendo una situazione complicata nella tua famiglia. È difficile quando ci sono conflitti e divergenze di opinione all'interno di una relazione, specialmente quando coinvolgono i figli e le dinamiche familiari.

È importante ricordare che ogni famiglia è diversa e ogni individuo ha il proprio modo di affrontare le situazioni. Tuttavia, quando ci sono problemi ricorrenti e litigi che non si risolvono, può essere utile cercare un supporto esterno, come un terapeuta o un consulente familiare. La consulenza può offrire un ambiente neutrale e sicuro in cui tutti possono esprimere le proprie preoccupazioni e lavorare insieme per trovare soluzioni.

Hai menzionato di aver proposto di andare da uno psicologo insieme, ma tuo marito ha rifiutato l'idea. In tal caso, potresti considerare di cercare supporto per te stessa. Un terapeuta può aiutarti ad affrontare lo stress e le difficoltà che stai vivendo nella tua relazione e darti degli strumenti per gestire la situazione in modo più costruttivo.

Inoltre, potrebbe essere utile cercare risorse e supporto da parte di organizzazioni locali che si occupano di famiglie o di genitori. Queste organizzazioni possono fornire informazioni, consigli e gruppi di sostegno in cui puoi condividere le tue esperienze con altre persone che potrebbero affrontare situazioni simili.

Ricorda che la tua opinione e il tuo benessere sono importanti. Cerca di mantenere la calma e la pazienza durante le discussioni con tuo marito, ma allo stesso tempo, cerca di farti sentire ascoltata e rispettata. Comunicare apertamente e in modo rispettoso le tue preoccupazioni e i tuoi bisogni può essere un passo importante per affrontare i problemi familiari.

Se la situazione diventa insostenibile o pericolosa per te o per la tua salute mentale, potresti anche considerare di parlare con un avvocato o un consulente legale per discutere delle tue opzioni e dei possibili passi da seguire.

Ricorda che ogni situazione è unica e può richiedere tempo per trovare le soluzioni più adeguate. Cerca il supporto che ritieni possa essere più utile per te e cerca di prenderti cura di te stessa durante questo processo.Non esitare a cercare il supporto di professionisti qualificati per affrontare queste difficoltà e iniziare a lavorare verso il recupero.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione, e spero di sentirla presto!
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Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
La situazione che descrivi sembra molto complessa e dolorosa. È importante che tu e tuo marito riusciate a comunicare apertamente e a cercare una soluzione insieme. Potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore familiare o uno psicologo per aiutare a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca. È importante anche prenderti cura di te stessa e del tuo benessere emotivo. Cerca sostegno da parte di amici, familiari o di un professionista per affrontare lo stress e trovare strategie per gestire la situazione.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace per la situazione difficile che stai vivendo. Gestire le dinamiche familiari complesse, specialmente in una famiglia allargata, può essere molto impegnativo. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti a navigare in questa situazione:

Comunicazione con il Tuo Marito: Cerca di avere una conversazione calma e costruttiva con tuo marito. Esprimi le tue preoccupazioni e sentimenti in modo chiaro e rispettoso. Spiega come il comportamento di sua figlia e la sua reazione influenzino te e la vostra relazione.
Ascolta il Punto di Vista di Tuo Marito: Cerca di capire il punto di vista di tuo marito e le sue preoccupazioni come padre. Potrebbe essere utile discutere di come lui vede il suo ruolo e le sue responsabilità verso sua figlia.
Gestione dei Conflitti: Evita di criticare o discutere della figliastra in sua presenza, specialmente se ciò potrebbe portare a conflitti. Cerca di affrontare le questioni in modo più generale, focalizzandoti sulla dinamica familiare piuttosto che su episodi specifici.
Supporto Professionale per te Stessa: Considera di cercare il supporto di uno psicologo o di un terapeuta per te stessa. Un professionista può aiutarti a gestire i tuoi sentimenti, a elaborare strategie per affrontare la situazione e a mantenere il tuo benessere emotivo.
Confine e Autoprotezione: È importante stabilire confini chiari su ciò che sei disposta a tollerare. Se le parole o le azioni di tua figliastra sono offensive o dannose, è giusto esprimere le tue preoccupazioni e aspettative in merito.
Considerare la Terapia di Coppia: Anche se tuo marito è riluttante, potresti suggerire di nuovo la terapia di coppia come un modo per lavorare insieme su queste sfide. A volte, un terzo neutrale può aiutare a mediare e a trovare compromessi.
Valutare la Situazione Complessiva: Rifletti sulla salute generale della tua relazione e sulle dinamiche familiari. Se la situazione attuale è insostenibile e tuo marito rifiuta di riconoscere o affrontare i problemi, potrebbe essere necessario considerare altre opzioni, come la separazione.
Rete di Supporto: Cerca di costruire una rete di supporto intorno a te. Ciò può includere amici, familiari o gruppi di supporto per persone in situazioni familiari simili.
Riflessione Personale: Prenditi del tempo per riflettere su cosa vuoi per te stessa e per il tuo futuro. A volte, dobbiamo fare scelte difficili per il nostro benessere e per vivere una vita più serena.
Ricorda, la tua felicità e il tuo benessere sono importanti. È essenziale prendersi cura di se stessi, soprattutto in situazioni di stress familiare prolungato.
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
non credo che suo marito veda la figlia come una bambina piccola, altrimenti non la manderebbe in giro "mezza nuda fino alle 5 di mattina", credo piuttosto che non la veda proprio. Lei giustamente dice che è cresciuta, eppure si preoccupa del suo abbigliamento e vita notturna....ma se è cresciuta, a 19 anni, è libera di fare ciò che vuole, anche stare col cellulare jn camera sua ogni sera.
Ecco il punto, credo che lei, mia cara signora, la consideri e tratti come una bambina, sicuramente per proteggerla e perché come dice lei, avendo perso la madre, se ne "prende cura".
Mi dispiace che la ragazza sia crudele con lei, ma è la sua modalità di ribellione ad una vita che non ha scelto.
Non credo, infine, che lei debba essere diversa, quello che potrebbe fare è indagare in un percorso di terapia, cosa la spinge a rapportarsi così con suo marito e sua figlia.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Mi dispiace sapere che ti trovi in una situazione così complessa e difficile. Le dinamiche familiari, specialmente quando ci sono figli da relazioni precedenti coinvolti, possono essere molto complicate e cariche di emozioni. Ecco alcuni suggerimenti su come affrontare questa situazione:

1. Comunicazione Aperta
Parla con il tuo marito: Trova un momento tranquillo per discutere di come ti senti. Esprimi le tue emozioni senza accusare, ad esempio, usando frasi del tipo “Io mi sento…” piuttosto che “Tu fai…”. Questo può aiutare a ridurre la difensiva.
Sii chiara sui tuoi bisogni: Spiega che desideri un ambiente familiare in cui entrambi i genitori abbiano voce in capitolo e dove le regole siano condivise.
2. Riconoscere i Ruoli
Chiarisci il tuo ruolo: Fai presente che, pur non essendo la madre biologica, hai a cuore il benessere della ragazza e il successo della vostra famiglia. Potresti sottolineare che i figli hanno bisogno di regole e che è una responsabilità condivisa.
Sottolinea la tua esperienza: Spiega che le regole sono importanti per la crescita e la responsabilità. Potresti citare esempi di come le regole abbiano giovato al tuo stesso figlio.
3. Stabilire Confini Sani
Parla di limiti: È importante stabilire confini chiari. Se la ragazza non rispetta i tuoi confini, è legittimo farle sapere che ci sono delle aspettative. Fai presente che il rispetto è fondamentale in ogni relazione.
4. Incoraggiare il Dialogo Familiare
Crea un ambiente di discussione: Proponi serate familiari in cui tutti possano esprimere le proprie opinioni e preoccupazioni. Questo potrebbe aiutare a creare un clima di apertura e comunicazione.
Affronta le tensioni: Se ci sono conflitti, è importante parlarne in modo costruttivo. Potresti chiedere al tuo marito di esprimere le sue preoccupazioni e cercare di trovare un compromesso.
5. Cercare Supporto Esterno
Terapia di coppia: Anche se il tuo marito potrebbe non essere aperto all’idea di andare da uno psicologo individualmente, potresti suggerire una terapia di coppia. Questo potrebbe fornire uno spazio neutro per affrontare i conflitti.
Gruppi di sostegno: Potresti cercare gruppi di sostegno per famiglie ricomposte, dove puoi condividere le tue esperienze e ricevere consigli.
6. Autocura
Fai attenzione a te stessa: In situazioni stressanti come questa, è fondamentale prendersi cura della propria salute mentale. Cerca di trovare tempo per te stessa, che sia attraverso hobby, sport o altre attività che ti portano gioia.
Evita il conflitto: Quando possibile, cerca di evitare di entrare in conflitti diretti con la ragazza. Potrebbe essere utile discutere le tue preoccupazioni con tuo marito per trovare strategie comuni.
7. Riflessione sul Futuro
Pensa a lungo termine: Se la situazione attuale non cambia e continua a causarti sofferenza, potresti dover riflettere sulla tua relazione. Chiediti se sei disposta a continuare a vivere in questo ambiente e quali cambiamenti sarebbero necessari affinché tu ti senta più serena.

Le dinamiche familiari possono essere incredibilmente complesse, e sembra che tu stia cercando di navigare in acque difficili. Ricorda che è importante non perdere di vista il tuo benessere emotivo e psicologico mentre affronti queste sfide. Potrebbe richiedere tempo, ma con pazienza e comunicazione, potresti trovare un modo per migliorare la situazione. Se hai bisogno di ulteriori chiarimenti o supporto, non esitare a chiedere.
Dott.ssa Daniela Guzzi
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Bergamo
Gentilissima.
La situazione che mi descrive sembra davvero complessa e carica di tensioni che coinvolgono non solo il rapporto con suo marito ma anche con sua figliastra.
Innanzitutto voglio riconoscere quanto sia difficile per lei trovarsi in questa posizione: cercare di mantenere una relazione armoniosa mentre si scontra con dinamiche familiari radicate e dolorose richiede una grande forza d'animo.
Da quanto mi racconta emergono alcune questioni centrali.
Da un lato c’è il bisogno di suo marito di proteggere sua figlia, forse amplificato dal lutto che entrambi hanno vissuto per la perdita della madre. Questo potrebbe spiegare il suo atteggiamento iperprotettivo e la difficoltà nel riconoscere che sua figlia è ormai adulta. Dall’altro lato c’è il suo legittimo desiderio di avere un ruolo rispettato e definito all’interno della famiglia. Purtroppo come accade spesso nelle famiglie ricostituite, il percorso per trovare un equilibrio è lungo e richiede uno sforzo condiviso da tutti.
Il consiglio che mi sento di darle è di partire da ciò che può controllare direttamente: il suo benessere e il suo modo di affrontare la situazione. È importante che riesca a prendersi uno spazio per sé, per riflettere e per ritrovare energia emotiva.
Potrebbe essere utile, ad esempio, iniziare un percorso individuale con uno psicologo che le permetta di esplorare i suoi vissuti e le sue emozioni in questa situazione e di trovare strategie per gestirla al meglio. Questo potrebbe aiutarla anche a comunicare con suo marito in modo più efficace e a individuare un terreno comune, seppur minimo, da cui ripartire.
Rispetto a suo marito potrebbe essere utile provare a riaprire il dialogo in un momento di calma, magari cercando di esprimere non solo le sue frustrazioni, ma anche il suo desiderio di costruire un’alleanza con lui per il bene di tutti.
La relazione con sua figliastra è un terreno delicato che probabilmente richiede tempo e pazienza. È comprensibile che alcune delle sue parole le abbiano fatto molto male. Tuttavia ricordare che spesso dietro i comportamenti aggressivi si nascondono paure o insicurezze potrebbe aiutarla a non prenderli sul personale e a mantenere una posizione di fermezza gentile.
Mi rendo conto che tutto questo richiede grande impegno e che i cambiamenti non possono avvenire da un giorno all’altro. Spero che possa trovare presto un po’ di sollievo e che riesca a intraprendere un percorso che le permetta di affrontare questa sfida con maggiore serenità.
Un caro saluto.
Dott.ssa Daniela Guzzi
Buonasera, grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua vita. La situazione che descrivi sembra davvero difficile e frustrante, in particolare per la difficoltà di instaurare un equilibrio tra te, tuo marito e sua figlia. Ci sono molti aspetti di questa dinamica familiare che sembrano creare conflitti e malesseri, e capisco quanto possa essere estenuante gestirli senza un supporto adeguato.

Partiamo dal principio: il rapporto con una figliastra non è mai facile, soprattutto quando ci sono dei traumi legati alla perdita della madre naturale. Questo tipo di esperienza spesso lascia un grande vuoto emotivo che può manifestarsi in difficoltà a instaurare legami affettivi con altre figure adulte, anche se queste fanno parte della vita del genitore. Il comportamento della ragazza nei tuoi confronti potrebbe essere legato a una difesa emotiva, una sorta di "alleanza" inconscia con il padre, che la porta a sentirsi minacciata o esclusa dalla tua presenza. Questo non giustifica ovviamente le sue parole dure nei tuoi confronti, ma potrebbe spiegare parte della sua reazione. La ragazza, purtroppo, sembra essere in una fase in cui si rifiuta di accettare una figura materna alternativa e si rifugia in una visione infantile di sé stessa e delle sue dinamiche familiari.

Per quanto riguarda tuo marito, sembra che lui stia cercando di evitare un conflitto con la figlia, forse anche per paura che il suo rapporto con lei ne risenta. È possibile che lui non riesca a vedere che, pur trattandola come una "bambina", sta in realtà impedendo alla figlia di crescere e maturare. Potrebbe esserci anche una componente di colpa da parte sua, soprattutto se sente di non essere riuscito a colmare il vuoto lasciato dalla morte della madre e quindi cerca di "proteggere" sua figlia da ogni difficoltà. Purtroppo, questo tipo di approccio, pur mosso da buone intenzioni, può avere l'effetto di perpetuare una relazione disfunzionale e impedire che la ragazza sviluppi una sana autonomia.

La tua posizione, come seconda moglie, deve essere complicata. Ti senti esclusa dalla famiglia e non supportata dal marito nelle tue ragioni, soprattutto quando lui minimizza i comportamenti della figlia o non interviene quando sarebbe necessario. Questa situazione ti sta mettendo in una posizione di solitudine, dove il tuo desiderio di far valere regole e principi di crescita sana non trova spazio. Il fatto che tuo marito rifiuti l'idea di andare da uno psicologo può essere visto come un modo per proteggersi da un'ulteriore complicazione emotiva, ma è anche un segnale di non accettazione del fatto che la sua visione della famiglia possa necessitare di un cambiamento.

In questa situazione, il primo passo che ti consiglio di fare è **stabilire i tuoi confini emotivi**. Questo vuol dire cercare di non lasciarti influenzare troppo dalle parole e dai comportamenti negativi della figlia, pur comprendendo che si tratta di un'espressione del suo dolore e della sua difficoltà ad accettare il cambiamento. Al contempo, però, è importante che tu faccia sapere a tuo marito, con calma e fermezza, come ti senti. Fagli capire che la dinamica che si sta creando tra lui e la figlia sta danneggiando il vostro rapporto e che la sua indifferenza nei confronti delle tue esigenze sta alimentando un conflitto crescente. La tua voce deve essere ascoltata e rispettata, anche se non è facile.

Il tema della comunicazione è cruciale in questa situazione. Invece di confrontarti con tuo marito o con la figlia in momenti di tensione, cerca di parlare quando le emozioni sono meno intense. Potresti anche esprimere come ti senti riguardo alle sue parole e ai suoi comportamenti, senza accusarlo direttamente ma parlando di ciò che provi tu. Per esempio, potresti dire: *"Mi sento esclusa e non supportata quando sento che non vengo rispettata come figura di riferimento nella nostra famiglia. Mi rendo conto che tua figlia ha bisogno di spazio e comprensione, ma anche io ho bisogno di sentirmi parte della famiglia e che le mie opinioni vengano considerate."*

Proporre nuovamente la terapia familiare potrebbe essere un passo utile, ma se la sua risposta è negativa, non forzare la situazione. Puoi anche pensare di avvicinarti a un terapeuta per te stessa, per ricevere supporto su come gestire questa dinamica. Potresti trovare nuove risorse per affrontare le difficoltà legate al tuo ruolo nella famiglia, rafforzando la tua autostima e la tua capacità di stabilire confini sani.

Infine, se la situazione non migliora e senti che il malessere persiste, potrebbe essere utile **riflettere su quali siano le tue priorità**: se restare in una relazione che non ti supporta appieno, se accettare un ruolo che ti fa soffrire, o se cedere a un tipo di vita che non ti soddisfa. Questo non significa necessariamente prendere decisioni drastiche, ma è fondamentale avere chiarezza su ciò che sei disposta a tollerare per il tuo benessere emotivo.

Spero che questi suggerimenti possano esserti di aiuto. Se vuoi continuare a parlarne o se hai bisogno di ulteriori chiarimenti, io sono qui.
Salve signora, ho letto attentamente la sua storia e mi sembra molto cosciente della situazione di disagio che sta vivendo. Si capisce anche che nel tempo ha provato ripetutamente in vari modi a dissipare e chiarire questi diverbi ma non c'è riuscita...si evince dal suo racconto che lei vive appieno nel presente e cerca di evolversi nel tempo, mentre il suo compagno e la figlia vivono in un mondo tutto loro, ed hanno cronicizzato delle dinamiche negative che però per loro funzionano, nessuno può interferire. Si capisce che sicuramente c'è stata una non sana elaborazione del lutto della madre della ragazza, sia da parte del suo compagno che della figlia. ha fatto molto bene a proporre un percorso psicologico che sicuramente li avrebbe aiutati molto, ma le resistenze sono troppe purtroppo. Le consiglio di insistere non tanto sulla terapia, quanto su fatto che lei è infelice in questa situazione e che ha anche lei un ruolo importante in questo nuovo nucleo famigliare. I suoi bisogni ed i suoi disagi sono importanti tanto quanto i loro...comunichi questa cosa soprattutto al suo compagno, è lui in questo caso che deve agire per cambiare la situazione...se così non fosse le consiglio di allontanarsi...non è una situazione sana per lei e potrebbe peggiorare, le auguro il meglio.
Manuela Cecchetti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, la ringrazio per essersi aperta in modo così sincero e profondo. Le sue parole raccontano una sofferenza intensa, che non nasce solo dalle dinamiche familiari complesse, ma anche da un persistente senso di esclusione, incomprensione e solitudine all’interno di un contesto che dovrebbe invece rappresentare per lei un luogo di sicurezza, riconoscimento e amore. Il dolore che esprime è del tutto legittimo. Sta cercando da tempo di costruire un equilibrio, di far valere il suo ruolo di compagna e figura adulta nella casa, ma le viene restituito un messaggio svalutante: come se qualsiasi cosa lei faccia fosse sbagliata, o come se il suo affetto e i suoi tentativi non valessero abbastanza. Il fatto che abbia cresciuto questa ragazza da quando era bambina, con dedizione e presenza, è significativo. Eppure sembra che oggi le venga negato ogni diritto a sentirsi parte attiva di quella famiglia. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che sta vivendo si potrebbe leggere come una costante esposizione a un doppio legame emotivo: da una parte le viene chiesto di esserci, di partecipare, di dare un contributo, ma dall’altra, quando lo fa, viene messa in discussione, criticata o addirittura colpevolizzata. Questo tipo di dinamica è altamente stressante e logorante sul piano psicologico, perché la porta a sentirsi intrappolata in una situazione in cui non importa quanto si sforzi: la sensazione è quella di non poterne uscire mai nel modo giusto. È comprensibile che questo le stia generando stanchezza, frustrazione e forse anche sentimenti di impotenza o di rabbia repressa. Non si tratta solo di conflitti tra visioni educative diverse, ma di una vera e propria crisi di validazione del suo ruolo. Il fatto che lei venga sistematicamente svalutata o addirittura offesa dalla figlia di suo marito, e che lui non si ponga in modo chiaro a difesa del rispetto che le è dovuto, alimenta un clima in cui lei si sente sola contro due persone. Questo, nel tempo, può minare anche l’autostima e farla dubitare di sé, nonostante ciò che ha fatto e continua a fare per mantenere un legame familiare. Il comportamento di suo marito sembra fortemente influenzato dal senso di colpa per la perdita della madre della figlia, e forse da un bisogno inconscio di “compensare” quel vuoto. Il problema è che, in questo tentativo di proteggere la figlia da ogni dispiacere, finisce per negarle anche la possibilità di crescere davvero, di assumersi delle responsabilità, di vivere in una realtà fatta di regole e di limiti. Non è raro che, in contesti di questo tipo, si confonda l’amore con la paura di perdere il legame, e si diventi quindi genitori “amici”, temendo che un minimo di autorevolezza possa allontanare l’affetto. Lei ha proposto una soluzione sana, quella di una terapia familiare o di coppia, ma si è trovata di fronte a un rifiuto che fa male perché implica che il suo disagio non venga preso sul serio. Non è lei a essere sbagliata. Lei sta cercando di salvare non solo la relazione, ma anche la dignità della sua posizione all’interno di una casa che sente come sempre meno sua. E fa bene a cercare risposte, a non accettare passivamente un ruolo imposto, soprattutto quando questo ruolo le viene usato contro. Da un punto di vista pratico, ciò che può fare in questo momento è iniziare a lavorare su di sé. Anche se il suo compagno non vuole andare in terapia, lei può cercare un supporto psicologico per sé stessa, che le permetta di rielaborare tutto questo vissuto, imparare a proteggere i suoi confini emotivi, e prendere con maggiore lucidità decisioni che siano allineate con i suoi bisogni, i suoi valori e il suo benessere. Una relazione sana non può basarsi sul sacrificio costante di uno dei due partner, né sul fatto che una delle due parti venga sistematicamente invalidata. Le sue emozioni sono il segnale che c’è qualcosa che non funziona, e meritano ascolto. Si conceda il diritto di prendersi cura di sé. È un atto d’amore verso se stessa, ma anche l’unico modo per capire, con maggiore chiarezza, che tipo di vita familiare vuole e può sostenere davvero. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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Gerry Grassi

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Psicologo, Psicoterapeuta

Piombino

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