Buona sera. Sono molto preoccupata per mio figlio ( 29 anni ). E' un ragazzo molto intelligente , st

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Buona sera. Sono molto preoccupata per mio figlio ( 29 anni ). E' un ragazzo molto intelligente , studioso ( laureato con 110 e lode ) , un bel ragazzo, maestro di arti marziali, apparentemente non avrebbe nessun motivo per essere sempre triste e stressato. E' figlio unico e quindi tutte le attenzioni gli son sempre state rivolte. Noi, come genitori, abbiamo sempre cercato di essere presenti nelle sue scelte e anche se, a volte, consapevoli che sarebbero state sbagliate, secondo la nostra esperienza, dopo averlo consigliato e messo al corrente di cosa poteva accadere dopo la scelta, lo abbiamo sempre lasciato libero e ,anzi, aiutato a realizzare quest'ultima. Purtroppo sin da adolescente è sempre stato un ragazzo chiuso e non è mai stato molto propenso a parlare in maniera approfondita di ciò che lo tormenta. Anche nelle sue amicizie è sempre stato molto selettivo e, in definitiva, i suoi amici sono stati pochissimi. Non è sociale, in sostanza. A volte ritiene superfluo trascorrere una giornata spensierata e preferisce studiare.
Qualcuno potrebbe pensare " di cosa vi lamentate, se vostro figlio è un ragazzo serio e studioso?" Il fatto è che nella vita bisogna, a mio parere, essere anche spensierati. Lui no, prende tutto con una serietà assoluta e questo è causa di stress. La notte, in certi periodi tipo prima di un esame, non dorme. A nulla servono tisane rilassanti o melatonina e yoga.
Inoltre questo suo essere estremamente serio lo dipinge come una persona poco simpatica.
Sto cercando di descriverlo , ma ne avrei molto da dire. L'importante è aver dato l'idea del tipo di ragazzo che è. La mia preoccupazione è che lo vedo molto fragile, insicuro e triste e non riesco a capire cosa gli manca. Se provo a parlare con lui taglia in fretta il discorso e risponde che non c'è niente.
Ormai è un uomo, ma lo vedo molto insicuro e ho paura. Cosa posso fare ?
Grazie.
Salve, Mi spiace molto per la situazione e per il disagio da lei espresso. Come lei giustamente scrive, suo figlio È ormai un uomo punto Pertanto, ha provato a parlarne direttamente con lui in maniera chiara e sincera esprimendo le sue preoccupazioni ed i suoi stati d'animo? È comunque comprensibile che lui possa in qualche modo chiudersi dinanzi ad una figura genitoriale. D'altra parte, Ritengo che lei non possa far altro che suggerirgli la possibilità, qualora lui lo desideri, di rivolgersi a qualche professionista al fine di chiedere una consulenza psicologica. Comprendo, tuttavia, le sue preoccupazioni di mamma e spero che le cose possano cambiare.
Cordialmente, Dott. FDL

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Buongiorno cara mamma, mi spiace molto e comprendo il suo stato d'animo e le sue preoccupazioni.io credo,come il collega che mi ha preceduto, che se suo figlio non mostra segnali di sofferenza/insofferenza verso il suo modo di essere e le sue relazioni poco si possa fare se non monitorare la situazione e appigliarsi magari a difficoltà pratiche per suggerirgli di parlare con un esperto. Mi spiego meglio, succederà sicuramente qualcosa che lo rende ancora più triste, nervoso e lo mette in difficoltà come un invito di un amico, un colloquio di lavoro, un viaggio di lavoro,un litigio, difficoltà a dormire...ecco questi potrebbero essere espedienti per suggerirgli di richiedere magari un supporto specialistico finalizzato a quel preciso evento/momento di difficoltà. Il collega a cui si rivolgerà poi valuterà il quadro generale. Spero di essermi spiegata ma nel caso non esiti a contattarmi.
Le auguro buone feste
Dr.ssa oltolini
Cara signora la sua preoccupazione è legittima e come tale giusta da accogliere. Da ciò che dice ho come l'impressione che suo figlio stia cercando di buttarsi a capofitto sullo studio e dunque su quello, che forse, gli riesce meglio. Dunque mi verrebbe da chiedere: da cosa sta sfuggendo? Perchè ha bisogno di riempire le sue giornate soltanto in questo modo? Forse pensa di essere valido solo in questo?
Sarebbe forse opportuno che voi genitori più che porre a lui esplicitamente delle domande(dalle quali sfuggirebbe costantemente, proprio perchè esplicite) poniate a voi stessi queste domande cercando di ritrovare le risposte nell'osservazione libera della sua quotidianeità, senza risultare controllanti e pressanti, sfuggirebbe ancora di più.
Provi anche a fare un lavoro sulle sue di emozioni, forse questa preoccupazione è tanto avvertita anche da lui generando un' ulteriore chiusura.
Come già detto anche dai colleghi prima di me, sarebbe anche il caso di invitarlo a parlare con qualcuno che sia extrafamiliare e se dovesse risultare restio, data la chiusura sociale, potrebbe proporre anche le sedute online che comunque presentano sempre uno schermo di filtro verso l'altro diverso da noi, contenendo ansie sociali.
Buone feste, rimaniamo a sua disposizione. Un affettuoso saluto. Dott.ssa Scaglione Marisa
Cara signora, capisco la preoccupazione per suo figlio, ma la invito a condividere con lui questa sua preoccupazione e ad incuriosirsi se anche per suo figlio il suo modo di vivere è problematico, oppure è una dimensione che ha scelto e che non gli crea problemi. Esistono molti modi di relazionarsi con l'ambiente e non tutti, anche se differenti dai nostri, sono necessariamente problematici. Se parlando con suo figlio emergesse una insoddisfazione o un malessere rispetto alla situazione attuale, eventualmente lo potrà consigliare di intraprendere un percorso terapeutico. Sarà comunque lui a dovere prendere in definitiva la sua decisione. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco
Buonasera signora, mi dispiace per la situazione. Purtroppo non ho una soluzione standard da offrirle. Potrebbe provare a condividere con lui le sue preoccupazioni, magari proponendogli la possibilità di iniziare un percorso psicologico qualora volesse affrontare queste tematiche. Il problema qui riguarda la motivazione ad intraprendere questa cosa: queste sono le sue preoccupazioni, ma sono anche quelle di suo figlio? Suo figlio le ha mai riferito di essere triste o di voler cambiare questa parte di sé che lei vive come problematica? Per intraprendere un percorso psicologico è necessario che ci sia l'interesse nel farlo. Altrimenti è possibile che a suo figlio vada bene anche così. È una eventualità da prendere in considerazione. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile signora,
Se per suo figlio il suo stile di vita non crea problemi, credo che lei possa fare ben poco. Può prendersi lei uno spazio per ripensare il suo rapporto con suo figlio perché lui è il prodotto anche delle relazioni che si sono costruite in famiglia nel corso degli anni. È da questo confronto che può dare senso ai comportamenti suo figlio e trovare un modo diverso di rapportarsi con lui perché si possa aprire un dialogo fra voi. Un cordiale saluto
Cara signora e mamma, buongiorno. La sua apprensione è evidente e per certi versi comprensibile. Da mamma di figlio unico tutte le attenzioni e preoccupazioni sono rivolte a lui. Ma, tralasciando il luogo comune che porta ad affermare ciò, chi espone una richiesta di aiuto per supervisionare la situazione è lei e non suo figlio. Il mio consiglio è quello di prendersi uno spazio per sè, concedersi di esporre ciò ad un professionista che possa aiutarla a rivisitare le dinamiche mamma-figlio e familiari che hanno portato forgiato il comportamento del ragazzo. Resto a disposizione per eventuali approfondimenti. Le auguro un buon anno! Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maggiore
Salve, ha mai provato a condividere questi suoi dubbi direttamente con suo figlio? O qualcosa la preoccupa particolarmente?
Buona serata.
Dott. Fiori
Buongiorno comprendo la preoccupazione di essere genitore, ma come detto da alcuni colleghi, a 29 anni si è uomini e bisogna prendere atto che deve occuparsi di sé in autonomia. Forse è buono quanto le hanno suggerito di fare lei una sintesi del suo essere madre, potrebbe essere rivelativo.
Saluti
Massimiliano
Salve cara signora, leggo molta preoccupazione per suo figlio e, nonostante scriva di lui, sarebbe riduttivo e poco rispettoso nei confronti della complessità di quest'ultimo, darle un consiglio su cosa fare.
Sono certa sia mossa dall'amore e dalla preoccupazione ma, in definitiva, non conoscendo il ragazzo e non avendo scritto lui per esplorare meglio il suo vissuto, non mi è possibile darle una risposta che parli di lui.
Solo suo figlio può rispondere genuinamente alle domande: "Come ti senti?", "Cosa pensi?", "Come vivi questa X cosa?".
Dunque, torno su di lei signora e desidererei rivolgerle una domanda: "di cosa ha paura lei, specificamente?" Cosa teme?
In questo spazio virtuale di domanda/risposta si tocca "la punta dell'iceberg" della storia di vita di cui siamo tutti protagonisti e narratori, ma lascio aperta la possibilità di avere un confronto per approfondire come sta lei in questa situazione, se c'è qualcosa che desidera fare a riguardo- partendo da lei- o per approfondire il suo stato d'animo (impaurito, apprensivo, preoccupato e anche amorevole), in vista di un suo maggiore benessere.
Un caro saluto, dott.ssa Giulia Grechi
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Buongiorno signora, come madre lei può parlare apertamente a suo figlio delle sue preoccupazioni ed eventualmente suggerirgli di intraprendere un percorso psicoterapeutico. Starà poi a lui decidere come muoversi, in autonomia e nel rispetto di ciò che sente e di come sta. Al contempo lei stessa puó richiedere una consulenza per poter trovare uno spazio in cui dare voce, elaborare e significare le emozioni e le preoccupazioni che sente in quanto genitore. Saluti. Dott.ssa Giancarli
Salve gentile signora, la questione che ci sottopone rappresenta molto chiaramente una sua personale preoccupazione. Suo figlio ormai un adulto che organizza i propri interessi in base alle proprie inclinazioni e attitudini. Se gli interrogativi che si pone rappresentano fonte di sofferenza, le consiglio di individuare un professionista nella sua città con cui poterne parlare.
Cordialmente dottoressa Elisa Taverniti
Gentile signora, la sua preoccupazione è assai comprensibile ma è fondamentale sapere se il significato che lei attribuisce alla situazione sia condiviso o meno da suo figlio. Un primo passo potrebbe essere quello di condividere i propri dubbi al fine di capire se alla base vi è una reale sofferenza. Resto a disposizione.
Dr.ssa M. Gesuè
Gentile Signora capisco la preoccupazione ma vorrei mettere in risalto la serietà del ragazzo che sicuramente lo porterà ad una buona competenza professionale e dimostra una forte intenzionalità e volitività.
Un importante psicologo Erikson parla della fascia di età tra i 21 ed i 39 anni come il momento in cui affermata la propria identità, la persona inizia a prendersi impegni con gli altri. Il bisogno di questa età è di intimità e se alla fine del processo non si acquisisce un partner potrebbe insorgere un sentimento di inferiorità verso gli altri ed un senso di solitudine.
Quindi i 29 anni del ragazzo sono nel pieno di questo processo e il nostro ruolo deve essere quello di aiutarlo e sostenerlo lungo il percorso, cercando di intercettare eventuali traumi, complessi o credenze patogene, magari del tutto inconsapevoli, che possano allontanarlo dalla socialità. Condivido con i colleghi l'opportunità di parlarne con il ragazzo ma se mostra resistenze non esiti a proporgli un consulto psicologico. Sicuramente lo aiuterebbe a mettere a fuoco i suoi obiettivi\bisogni profondi ed a vagliare in un ambiente "protetto" i comportamenti più adattivi per realizzarli\soddisfarli.
Cordiali saluti
dott.ssa Barbara La Bella
Salve, comprendo le sue preoccupazioni. Da genitori si è sempre preoccupati di cosa accada nella mente dei figli, se le cose procedano bene oppure no, se ci possono essere segni di disagio o altro. A volte si accompagna l'angoscia al pensiero di avere fatto o meno quanto più si poteva da genitori. A partire dalla difficoltà intrinseca, per cui essere madri o padri è "un mestiere impossibile" come diceva Freud, è sempre il mondo esterno che interviene e ha i suoi effetti. Con questo voglio dire che ciascuno deve trovare il modo di cavarsela a questo mondo, spesso tra mille difficoltà, e in quel cammino per quanto può essere sostenuto è coinvolto in prima persona e in modo particolare. Diventare adulti, autonomi è un po' questo per semplificare. Con questo non voglio vanificare i suoi dubbi che anzi sono più che legittimi, come le preoccupazioni. Se le posso dare un consiglio per farne un buon uso, per coì dire, le direi di essere lì, presente e in ascolto, un po' come fa già e di avere fiducia in suo figlio. Se qualcosa dovesse andar storto e quindi se fosse necessario confrontarsi, parlarne, o all'estremo un intervento specialistico, suo figlio saprà dove trovarla e saprà che lei è lì per lui. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Buonasera, penso che dovrebbe condividere con suo figlio le sue preoccupazioni o altrimenti aspetti che lui gliene parli. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Descrivere un figlio in modo completo è davvero difficile. Lei ha provato a darci qualche informazione e da quanto scrive (a parte forse il problema del sonno che però è circoscritto agli esami..) non mi sembra che ci siano elementi tali da essere considerati preoccupanti.
Certo è che ci porta una sua paura, che è un'emozione molto forte specialmente per una mamma. Forse sarebbe giusto che lei si concedesse lo tempo di un consulto per dargli il giusto spazio.
Spero di essere stata utile.
Buonasera, da quello che scrive sembra che lei stia attraversando un momento di difficoltà. La sua preoccupazione va sicuramente accolta ma come ribadito anche dai miei colleghi può cercare di parlare con lui e invitarlo, qualora lui stesso lo ritenesse opportuno, ad iniziare un percorso per la gestione delle difficoltà. Spero di esserle stata utile. Cordiali saluti, AS
Gentile utente, comprendo la sua nobile preoccupazione materna, ma da ciò che lei dice di suo figlio, sembra che stia attraversando un momento impegnato della sua vita, più che impegnativo. Ha provato a condividere con lui le sue riflessioni? In che modo parlate della situazione?
Non sottovaluti i suoi di pensieri mamma e le sue motivazioni di preoccupazione, che forse avrebbero bisogno di più spazio.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Giulia Bernardinello
Buongiorno signora. Capisco la sua preoccupazione, la sua paura che suo figlio che sembra convinto di fare una vita soddisfacente, in realtà stia soffrendo senza rendersene conto. Mi verrebbe da chiederle se gli ha chiesto come vede si sente, cosa pensa della sua vita, se è davvero infelice, se sente un peso di cui soffre. Lei avrebbe molto da dire. Ha pensato di cercare uno spazio per sè per dar voce a queste paure? La cosa potrebbe aiutare lei e, forse, indirettamente aiutare anche suo figlio. Un saluto, ci pensi
Gentile mamma, capisco e mi dispiace molto per la sofferenza che riporta. Credo che possa essere rispettoso nei suoi confronti e più proficuo per lei se potesse intraprendere lei stessa un percorso terapeutico volto all'esplorazione di queste sue paure e preoccupazioni, che possono poi aiutarla a vedere la situazione che descrive di suo figlio in maniera diversa e ad aiutarlo, qualora lui lo volesse.
In bocca al lupo
Buongiorno, penso che un percorso psicologico potrebbe aiutare suo figlio a stare meglio. Insieme al professionista potrebbe cercare di capire quello che hanno dentro, cosa prova, qual è il bisogno che porta ed identificare un lavoro mirato. Provi a suggerirglielo. Cordiali saluti. Dott.ssa Samanta Travini
Carissima mamma, comprendo la sua preoccupazione per il figlio. In questo momento storico inoltre si amplificano comportamenti evitanti e fobici. D'altra parte suo figlio è grande quello che può fare è con amorevolezza condividere con il figlio le sue preoccupazioni, e vedere cosa lui ne pensa. Cordiali saluti Dott.ssa Luciana Reginato
Gentile signora, la sua preoccupazione sincera si coglie dalle sue parole accorate per il figlio. Di fatto, come dice lei, suo figlio è un adulto e per quanto lei provi a indagare il suo problema, solo lui sa se ne ha uno e solo in sè stesso può trovare la forza per chiedere aiuto. Gli faccia sapere che voi genitori siete preoccupati per lui e disposti a sostenerlo nella scelta di un eventuale percorso terapeutico.
Le auguro Buona Fortuna
Dott.ssa Giorgia Carletti
Buongiorno; comprendo profondamente la sua preoccupazione e la prima cosa che vorrei restituirle è il coraggio e la forza che ha avuto nel riuscire a chiedere aiuto. Dalle sue parole si legge che chi soffre non solo è suo figlio ma anche le persone che gli stanno affianco e lo amano come lei. Spesso ciò che cerchiamo è una soluzione definitiva al nostro ed altrui malessere, ma cercare invece di entrare in una relazione empatica con l'altro molte volte si rivela la modalità più efficace. Non cerchi di trovare la risposta giusta, ma provi a sintonizzarsi con le proprie emozioni.
Rimango a disposizione. Cordiali saluti Dott.ssa Laura Del Coco.
Buongiorno signora,
suo figlio è adulto e da quello che scrive ed ho compreso le preoccupazioni sono più sue che del ragazzo. Lui vive la sua vita così e mi sembra di capire non manifesti particolari disagi (ansia prima di un esame e fatica nel dormire sono assolutamente normali).
Magari provi a condividere con lui le sue preoccupazioni, Potrebbe, se lo sente in difficoltà, proporgli un percorso psicoterapeutico. Consideri anche l'alternativa di andare lei stessa a parlare con un professionista per esprimere le sue perplessità.
Le faccio i miei migliori auguri. un saluto.
Dott.ssa Cristina Costanzi
Gentilissima, comprendo la preoccupazione che sta vivendo per la situazione di suo figlio. Provare a parlare con lui, a proporgli di intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarlo ad approfondire e comprendere a fondo le motivazioni sottostanti il disagio che sta mostrando.
Resto a disposizione
AV
Gentilissima utente , mi dispiace per questa sua difficoltà e accolgo fortemente questo suo profondo disagio.
Dalle sue parole così attente e puntuali si evince una grande preoccupazione per suo figlio e di come si possa relazionare con il mondo esterno .
Provi a condividere il suo stato d'animo con lui spiegandogli, con onestà e autenticità, come si sta sentendo e come sta cercando di affrontare tutto questo.
Credo che il ragazzo rappresenti il suo modo di essere e a meno che questo non comporti delle difficoltà per se stesso deve cercare di accettarlo per come ha deciso di identificarsi trovando il suo posto nel mondo .
Questo la porterà, con il giusto distacco, a considerare suo figlio un uomo che può fare le sue scelte trovando quel percorso di vita che più lo renda felice.
Resto a completa disposizione per qualsiasi chiarimento o domande che vorrà rivolgermi.
Un abbraccio forte .
Dr. Luca Russo




Buongiorno signora, sento molto vicine le sue preoccupazioni per suo figlio. Purtroppo essendo maggiorenne non lo si può portare a far un percorso psicologico, in quanto la scelta è nelle sue mani. Può solamente stargli vicino, questo è importante e se un giorno sentirà il bisogno potrà "accompagnarlo" verso l'inizio di un percorso. Ma chissà se questo suo mondo a lui va bene così, almeno per il momento. Mi viene da domandarle se, invece, non sia il suo, di lei, di mondo circostante a destarle preoccupazioni. Spesso si dice che non possiamo cambiare gli altri, ma noi stessi..e purtroppo spesso è così (o almeno finché gli altri non decidono di provare a cambiare). Si è mai chiesta se un percorso psicologico di riflessione su di sé potrebbe esserle utile nel sostenerla in questo periodo di vita, quando a volte è difficile vedere i figli anche stare male, ma chissà quali altre cose ci possono essere, e creare uno spazio per sé altro?
Gentilissima signora comprendo le sue preoccupazioni per suo figlio e la sua volontà di aiutarlo. È importante notare che ogni persona è diversa, e ciò che potrebbe sembrare un comportamento "normale" o desiderabile per alcuni genitori potrebbe non essere adatto per tutti. Tuttavia, il benessere emotivo e psicologico di suo figlio è sicuramente una priorità.
Ecco alcune considerazioni e suggerimenti:
Comunicazione aperta e non giudicante: Cerchi di mantenere una comunicazione aperta e non giudicante con suo figlio. Anche se è chiuso e risponde che "non c'è niente", continui a dimostrare interesse per i suoi sentimenti e le sue esperienze. Lasci che sappia che può ascoltarlo senza giudizio e che è lì per lui quando è pronto a condividere.
Chieda direttamente: in alcuni casi, potrebbe essere utile chiedere direttamente a suo figlio se si sente stressato o triste e cosa potrebbe fare per aiutarlo. A volte, un approccio diretto può essere efficace nel far emergere i sentimenti nascosti.
Consideri il supporto professionale: se ritiene che lo stress e la tristezza siano significativi e persistenti, potrebbe essere utile consultare un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra. Un professionista può aiutare a esplorare le cause dei suoi sentimenti e fornire strategie per affrontarli in modo sano.
Promuovere un equilibrio: anche se è importante essere impegnati negli studi o in altre attività, è altrettanto importante avere un equilibrio nella vita. Può ncoraggiarlo a dedicare del tempo al relax, all'attività fisica, alle amicizie e alle attività ricreative per ridurre lo stress e migliorare il benessere emotivo.
Coinvolgere altri familiari: se possibile, coinvolga altri membri della famiglia nel supportare suo figlio. A volte, avere un sistema di supporto più ampio può far sentire a una persona meno sola e più compresa.
Accettare le sue scelte: è importante accettare le scelte di suo figlio, anche se sono diverse dalle sue aspettative. La sua serietà potrebbe essere parte della sua personalità, e l'importante è che sia felice e sano.
Pazienza: la risoluzione di problemi emotivi può richiedere tempo. Continui a dimostrare amore, comprensione e pazienza mentre suo figlio affronta le sfide.
In conclusione, è essenziale mantenere una comunicazione aperta, essere disponibili e, se necessario, cercare il supporto di professionisti della salute mentale. Il benessere è una priorità, e con il tempo e il supporto adeguato, potrebbe essere in grado di superare le sue difficoltà emotive e migliorare la sua qualità di vita.
Salve cara signora, leggo molta preoccupazione per suo figlio e, nonostante scriva di lui, sarebbe riduttivo e poco rispettoso nei confronti della complessità di quest'ultimo, darle un consiglio su cosa fare. Sono certa sia mossa dall'amore e dalla preoccupazione ma, in definitiva, non conoscendo il ragazzo e non avendo scritto lui per esplorare meglio il suo vissuto, non mi è possibile darle una risposta che parli di lui. Solo suo figlio può rispondere genuinamente alle domande: "Come ti senti?", "Cosa pensi?", "Come vivi questa X cosa?". Dunque, torno su di lei signora e desidererei rivolgerle una domanda: "di cosa ha paura lei, specificamente?" Cosa teme? In questo spazio virtuale di domanda/risposta si tocca "la punta dell'iceberg" della storia di vita di cui siamo tutti protagonisti e narratori, ma lascio aperta la possibilità di avere un confronto per approfondire come sta lei in questa situazione in vista di un suo maggiore benessere. Un caro saluto, dottor Benito Pizzo
Salve signora , ho appena letto la sua accurata esposizione ed inizio col dirle che mi dispiace molto sia per la sua preoccupazione che per il disagio che sente pervada suo figlio .
Anche se apparentemente potrebbe sembrare che i buoni voti, lo studio, la costanza ecc “siano tutto” come lei ha appunto sottolineato NON lo sono.
Sono sicuramente un’ottima base ma c’è bisogno di soddisfazione e buoni livelli di funzionalità un po’ in tutti gli ambiti della nostra vita.
Ovviamente parliamo di un adulto, quindi é necessario che prenda consapevolezza da sè del suo funzionamento, tuttavia l’unica cosa che può fare potrebbe essere quella di parlargli in maniera tranquilla e non giudicante facendogli notare che magari non lo avverte molto sereno e soddisfatto e che qualora desiderasse potrebbe parlarne con il professionista che più desidera per prendere in mano le redini della situazione e dare una svolta alla sua vita .
Infatti iniziare un percorso psicologico consentirebbe di imparare a gestire e risolvere i probabiili sintomi legati all’ansia ( quando parlava delle notti insonni e dello stress in particolari circostanze) ed a migliorare la sua qualità di vita.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione .
Distinti Saluti
Dr Marziani
Buonasera, come già suggerito suo figlio è ormai grande, una possibilità di aiutarlo in maniera diretta è spiegargli cosa la preoccupa della sua situazione e se è una cosa che anche a lui preoccupa e sentisse la necessità di superare questo momento può suggerirgli di contattare uno psicologo per un supporto in modo tale che possa avere uno spazio protetto in cui parlarne e migliorare il suo benessere.
Qualora lo ritenesse utile potrebbe lei stessa rivolgersi ad uno psicologo per trovare uno spazio in cui esternare le sue preoccupazioni e aumentare le sue strategie per gestire la situazione che ha descritto.
Rimango in ogni caso a disposizione per qualsiasi chiarimento e confronto.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Michela Francescato
È evidente che ti preoccupi profondamente per tuo figlio e che desideri capire e affrontare le sue difficoltà emotive. La situazione che hai descritto suggerisce che potrebbe esserci più dietro la facciata di serietà e successo che tuo figlio mostra all'esterno. Ecco alcuni suggerimenti su come potresti affrontare questa situazione:

Comunicazione empatica e non giudicante: Continua a mostrare interesse e preoccupazione per suo benessere, senza giudicarlo per la sua apparente mancanza di spensieratezza. Sii aperta e pronta ad ascoltare quando tuo figlio sceglie di condividere i suoi pensieri e sentimenti con te.

Confrontalo con la realtà delle tue preoccupazioni: Esprimi le tue preoccupazioni in modo calmo e rispettoso, basate su osservazioni concrete e sulle tue percezioni riguardo alla sua salute mentale e benessere emotivo. Potresti evidenziare le tue osservazioni riguardo al suo comportamento e chiedere se è disposto a discutere di ciò che potrebbe essere la causa di ciò.

Suggerisci il supporto professionale: Se ritieni che tuo figlio potrebbe beneficiare del supporto di un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, incoraggialo a considerare questa opzione. Spiega che chiedere aiuto non è un segno di debolezza, ma un passo importante verso il benessere emotivo.

Offri il tuo sostegno incondizionato: Assicuragli che sei lì per lui, indipendentemente dalle sue scelte e dalle sue sfide. Sottolinea che non è solo in questo e che ci sono risorse e persone disposte ad aiutarlo nel percorso verso il benessere.

Promuovi uno stile di vita equilibrato: Suggerisci attività che potrebbero aiutare tuo figlio a trovare un equilibrio tra impegno accademico e momenti di svago e relax. Mostragli che prendersi cura di sé stesso, sia fisicamente che mentalmente, è importante per il suo benessere generale.

Rispetta i suoi tempi e i suoi limiti: Ricorda che ogni persona affronta le proprie sfide in modo diverso e che potrebbe essere necessario del tempo prima che tuo figlio si senta a suo agio nel parlare delle sue preoccupazioni. Rispetta i suoi tempi e i suoi limiti, ma continua a mostrargli il tuo amore e il tuo supporto.

In definitiva, è importante ricordare che il tuo ruolo principale è quello di essere un genitore che offre amore, sostegno e guida al proprio figlio. Continua a essere presente per lui e a incoraggiarlo nel suo percorso verso il benessere emotivo, anche se potrebbe essere un cammino difficile e pieno di sfide.
Mi dispiace molto sentire che tuo figlio sta attraversando un periodo difficile. È comprensibile che tu sia preoccupata per lui, ma è positivo che tu stia cercando di trovare modi per aiutarlo.
Il primo passo potrebbe essere cercare di creare un ambiente in cui tuo figlio si senta a suo agio per parlare. Potresti provare a chiedergli gentilmente come si sente e se ci sono situazioni o emozioni che lo stanno mettendo in difficoltà. Inoltre, potresti consigliargli di rivolgersi a uno psicologo o a uno psicoterapeuta per parlare dei suoi sentimenti in modo più approfondito.
È importante anche incoraggiarlo a prendersi del tempo per sé stesso e cercare attività che gli facciano piacere e lo rilassino, oltre allo studio. Potresti suggerirgli di praticare più frequentemente le arti marziali, che potrebbero essere un ottimo modo per sfogare lo stress e rilassarsi.
Infine, potresti anche suggerire a tuo figlio di partecipare a gruppi di supporto o incontri con altri giovani che potrebbero essere nella sua stessa situazione. L'importante è mostrargli il tuo sostegno e la tua disponibilità ad aiutarlo in qualsiasi modo possibile.
Ricorda che ogni persona è diversa e potrebbe richiedere un approccio personalizzato. Non scoraggiarti se le cose non migliorano subito, ma continua a essere presente e a mostrargli il tuo amore e il tuo sostegno. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
Buongiorno, comprendo la preoccupazione per suo figlio che a suo parere non vive serenamente la sua età. Quello che può fare è dargli la possibilità qualora volesse di ricevere sostegno e aiuto da parte sua, ma anche da parte di una figura esterna competente in materia con la quale potrebbe essere più semplice aprirsi. Per comprendere a fondo le sue preoccupazioni le consiglierei di pensare anche ad un supporto psicologico per lei, per alleviare le sue ansie rispetto al percorso di vita di suo figlio (ci tengo a precisare che se effettuerete entrambi un percorso psicologico dovrà avvenire con due professionisti diversi). Se ne avesse la necessità sono a sua disposizione (anche online) per un percorso di terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli

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