Buon pomeriggio Gentili Dottori, Vi scrivo in quanto vorrei un Vostro parere. Sono una studentessa u
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Buon pomeriggio Gentili Dottori, Vi scrivo in quanto vorrei un Vostro parere. Sono una studentessa universitaria ma ho un carattere timido, riservato, emotivo e quando vedo mie colleghe che hanno comportamenti estroversi verso i prof, si avvicinano a salutare i prof, pur non avendo ancora sostenuto esami con loro; io mi sento in difetto, inferiore..anche io vorrei riuscire ad avere questo approccio, invece mi sento in imbarazzo nell' andare da un prof anche a fine convegno e avvicinarmi a salutarlo e dire "buongiorno come sta" o fargli qualche domanda..mi sento di infastirli andando da loro.. Non so se sono io in difetto o le mie colleghe..vorrei una Vostra opinione, Grazie Mille.
Buon pomeriggio, ci tengo innanzitutto a ringraziarti per aver condiviso un vissuto tanto personale quanto diffuso. Ciò che descrivi è infatti molto comune, soprattutto in ambito universitario, dove il confronto con gli altri può diventare particolarmente intenso. Proverò a risponderti offrendo alcuni spunti di riflessione che spero possano esserti utili. Il sentimento di inferiorità che riporti può nascere dal cosiddetto confronto sociale: osservando i comportamenti altrui, tendiamo naturalmente a interpretarli come un modello “giusto” a cui adeguarci, in questo caso rispetto al modo di relazionarsi con i docenti. In realtà, non esiste un unico modo corretto di entrare in relazione con gli altri. Alcuni studenti si avvicinano con naturalezza, altri costruiscono il rapporto in modo più graduale, magari attraverso lo studio, le domande scritte o durante gli esami. Tutti questi modi sono legittimi. Dal punto di vista psicologico, quindi, non c’è nulla di “sbagliato” nel tuo modo di essere: timidezza, riservatezza ed emotività sono tratti di personalità, non difetti. Le colleghe che ti appaiono più disinvolte hanno semplicemente uno stile relazionale diverso dal tuo; questo, però, non le rende più adeguate, né rende te meno capace o meno valida! Il timore di infastidire i professori che descrivi è tipico delle persone sensibili e attente all’altro. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, un saluto educato o una domanda pertinente non viene vissuto come un disturbo, ma come un segno di interesse e rispetto. Qui però il punto centrale non è tanto l’educazione, quanto il tuo sentirti adeguata o meno nel confronto con le colleghe che adottano questo tipo di approccio. Un aspetto importante su cui soffermarsi è questo: non devi sentirti in dovere di cambiare il tuo carattere, né di diventare estroversa per sentirti adeguata. Recitare un ruolo che non ci appartiene, oltre a risultare faticoso e poco autentico, nel tempo può portarci ad allontanarci da noi stessi. Diverso è, invece, cercare di ampliare gradualmente la propria zona di comfort: se te la senti, potresti provare a fare piccoli passi, in linea con i tuoi interessi e con il tuo modo di essere. Ad esempio, se una materia ti appassiona particolarmente, potresti chiedere al docente un approfondimento o un consiglio di lettura: un gesto coerente con ciò che senti e non forzato. Ricorda che non sei tu ad essere in difetto, né lo sono le tue colleghe (siete semplicemente diverse) e che la crescita personale non consiste nel diventare qualcun altro, ma nel sentirsi via via più liberi e meno giudicanti verso se stessi, facendo scelte in linea con il proprio carattere e i propri valori.
Ti auguro di poter riconoscere il valore della tua sensibilità, che è una risorsa e non un limite. Un caro saluto,
Dott.ssa Ester Negrola - Psicologa clinica
Ti auguro di poter riconoscere il valore della tua sensibilità, che è una risorsa e non un limite. Un caro saluto,
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buongiorno, partiamo dal presupposto che ognuno di noi ha la sua personalità, semplicemente Diverse le une dalle altre, non Giuste o Sbagliate.
Poichè non possiamo leggere la mente altrui ,chi ti assicura che un'atteggiamento così espansivo sia realmente gradito a certi docenti! Non puoi saperlo!
credo che un docente apprezzi più una studentessa che faccia interventi di sostanza ed una buona performance all'esame.
Alla base del tuo disagio potrebbe esserci una Bassa Autostima, ed una certa Insicurezza Sociale? potresti intervenire con un'autosservazione ed autoanalisi, magari appresa e guidata da uno specialista, che ti aiuti a raggiungere buna maggiora sicurezza di te e delle tue capacità, senza il confronto, non sempre sano, con gli altri.
buon lavoro
Poichè non possiamo leggere la mente altrui ,chi ti assicura che un'atteggiamento così espansivo sia realmente gradito a certi docenti! Non puoi saperlo!
credo che un docente apprezzi più una studentessa che faccia interventi di sostanza ed una buona performance all'esame.
Alla base del tuo disagio potrebbe esserci una Bassa Autostima, ed una certa Insicurezza Sociale? potresti intervenire con un'autosservazione ed autoanalisi, magari appresa e guidata da uno specialista, che ti aiuti a raggiungere buna maggiora sicurezza di te e delle tue capacità, senza il confronto, non sempre sano, con gli altri.
buon lavoro
Cara, ogni persona ha le proprie peculiarità caratteriali, ci sono persone più estroverse a cui risulta naturale e spontaneo interagire con l'altro e persone più introverse per cui questo risulta meno naturale. Non penso ci sia una modalità più "giusta" e una più "sbagliata". Ognuno è bene che si rapporti e comporti come sente, se lei si sente meno a suo agio ad interagire con i suoi professori e questo le crea imbarazzo, non è necessario comportarsi come le sue colleghe. Se questa situazione però le crea molto disagio, può pensare di parlarne con un professionista per capire meglio da dove vengono queste sue difficoltà e provare a lavorarci insieme. Un caro saluto
Gentile utente, è difficile darle un'opinione con queste poche informazioni. Se fosse interessata, potremmo approfondire attraverso consulenze online.
Resto a disposizione
Dott. Luca Rochdi
Resto a disposizione
Dott. Luca Rochdi
Buon pomeriggio, in questo caso, non ci sono comportamenti corretti e scorretti, ognuna rispetta il proprio carattere, il proprio modo di essere. Se il suo modo di essere timido e riservato non le piace, non lo accetta, credo che possa parlarne con uno psicoterapeuta o una psicoterapeuta perché evidentemente senta la necessità di essere più aperta. Un saluto, Ilaria Innocenti
Buon pomeriggio,
la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto.
Dal suo racconto emerge una grande sensibilità e una forte consapevolezza di sé. Essere timidi, riservati o emotivi non è un difetto, ma esprime uno stile relazionale diverso. Il fatto che alcune colleghe si avvicinino con naturalezza ai docenti non significa che il suo modo di essere sia “inferiore”: semplicemente, ogni persona ha un proprio modo di entrare in relazione.
È comprensibile sentirsi in imbarazzo all’idea di avvicinare un docente, soprattutto se si teme di “disturbare” o di non sapere cosa dire. Questi sono timori diffusi e non indicano una mancanza personale.
Potrebbe essere utile osservare con curiosità ciò che accade dentro di lei — quali emozioni e pensieri emergono — e, se lo desidera, provare piccoli gesti graduali, come un semplice saluto o una domanda breve, per allargare il suo repertorio relazionale senza forzare nulla.
Il suo valore non si misura dalla quantità di interazioni estroverse, ma anche dalla qualità dell’ascolto, della riflessione e del rispetto verso se stessa.
Spero di esserle stato di supporto e le auguro una buona serata
la ringrazio per aver condiviso il suo vissuto.
Dal suo racconto emerge una grande sensibilità e una forte consapevolezza di sé. Essere timidi, riservati o emotivi non è un difetto, ma esprime uno stile relazionale diverso. Il fatto che alcune colleghe si avvicinino con naturalezza ai docenti non significa che il suo modo di essere sia “inferiore”: semplicemente, ogni persona ha un proprio modo di entrare in relazione.
È comprensibile sentirsi in imbarazzo all’idea di avvicinare un docente, soprattutto se si teme di “disturbare” o di non sapere cosa dire. Questi sono timori diffusi e non indicano una mancanza personale.
Potrebbe essere utile osservare con curiosità ciò che accade dentro di lei — quali emozioni e pensieri emergono — e, se lo desidera, provare piccoli gesti graduali, come un semplice saluto o una domanda breve, per allargare il suo repertorio relazionale senza forzare nulla.
Il suo valore non si misura dalla quantità di interazioni estroverse, ma anche dalla qualità dell’ascolto, della riflessione e del rispetto verso se stessa.
Spero di esserle stato di supporto e le auguro una buona serata
Buongiorno, grazie per aver condiviso questa esperienza. In realtà ciascuno di noi è differente e possiamo collocarci in un lungo continuum che, semplificando, ha due poli opposti: l'estroversione e l'introversione. Nessun modo di essere è meglio dell'altro, sono semplicemente due modalità con cui tendiamo a relazionarci e interpretare la realtà, per questo non si è sbagliati né in un senso né nell'altro. Se però ritieni che questo ti causi del disagio e comporti delle rinunce e degli evitamenti verso esperienze che in realtà avresti il desiderio di fare, allora parlarne con un professionista è sicuramente un passo importante.
Buon pomeriggio,
ciò che descrive è un vissuto molto comune, soprattutto in persone sensibili, riflessive e rispettose degli altri. Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di relazionarsi: l’essere più riservata non rappresenta un difetto, ma una caratteristica di personalità.
Spesso tendiamo a confrontarci con chi ha uno stile più estroverso, interpretandolo come più adeguato o efficace, ma questo non significa che sia superiore. Avvicinarsi a un docente con discrezione, o scegliere di non farlo, non definisce il valore personale né quello accademico.
Il senso di imbarazzo che prova è legato più alla paura di disturbare o di essere giudicata che a una reale mancanza. Lavorare sull’accettazione del proprio modo di essere e, se lo desidera, allenarsi gradualmente a piccoli passi nel superare queste situazioni può essere utile.
Se questo disagio incide sul suo benessere o sulla vita universitaria, un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche e a sentirsi più libera e sicura nelle relazioni.
ciò che descrive è un vissuto molto comune, soprattutto in persone sensibili, riflessive e rispettose degli altri. Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di relazionarsi: l’essere più riservata non rappresenta un difetto, ma una caratteristica di personalità.
Spesso tendiamo a confrontarci con chi ha uno stile più estroverso, interpretandolo come più adeguato o efficace, ma questo non significa che sia superiore. Avvicinarsi a un docente con discrezione, o scegliere di non farlo, non definisce il valore personale né quello accademico.
Il senso di imbarazzo che prova è legato più alla paura di disturbare o di essere giudicata che a una reale mancanza. Lavorare sull’accettazione del proprio modo di essere e, se lo desidera, allenarsi gradualmente a piccoli passi nel superare queste situazioni può essere utile.
Se questo disagio incide sul suo benessere o sulla vita universitaria, un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprendere meglio queste dinamiche e a sentirsi più libera e sicura nelle relazioni.
Buonasera,
le rispondo porgendole alcune domande come spunto di riflessione: sembra che abbia un riferimento specifico che la guida rispetto a come dovrebbe essere una studentessa universitaria, come influisce su di lei questo ideale?; lei pone il dubbio rispetto se il difetto sia in lei o nelle sue colleghe, e se nessuna delle due parti lo fosse? Se parlassimo appunto di approcci differenti?
Se vorrà, sono disponibile, anche online, per poterci conoscere e avere un confronto più approfondito.
le rispondo porgendole alcune domande come spunto di riflessione: sembra che abbia un riferimento specifico che la guida rispetto a come dovrebbe essere una studentessa universitaria, come influisce su di lei questo ideale?; lei pone il dubbio rispetto se il difetto sia in lei o nelle sue colleghe, e se nessuna delle due parti lo fosse? Se parlassimo appunto di approcci differenti?
Se vorrà, sono disponibile, anche online, per poterci conoscere e avere un confronto più approfondito.
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