Silenzio punitivo o difesa? ho conosciuto un ragazzo 1anno fa, dopo il primo appuntamento mi sono re

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Silenzio punitivo o difesa? ho conosciuto un ragazzo 1anno fa, dopo il primo appuntamento mi sono resa conto che non era il mio tipo, ma che avrei voluto mantenere l’amicizia.Da subito lui era preso, mi sembrava esagerato, ed è rimasto male del mio rifiuto e per qualche giorno non mi parlò. Soffre di bassissima autostima e io a mio modo pure. Abbiamo continuato a vederci e comunicavo però a lui tutti i miei dubbi e lui soffriva la mia confusione. E’ iniziata una relazione di 3 mesi.Lui voleva sempre molte attenzioni, che non sembravano bastargli mai. Stavamo anche 4h al telefono ogni sera, a volte mi sembrava troppo tempo e mi pesava. Il lavoro per lui è motivo di stress e rabbia.Una sera l’ho ascoltato per parecchie ore. La mattina seguente io non ho ricambiato un “mi manchi” perché mi sentivo ancora un po’ satura dalla sera prima e questo ha dato via a un forte litigio.Lui mi ha bloccato. Allora io ero ormai arrivata a essere molto coinvolta e ho sofferto quella brusca fine.Per 5 mesi non ci siamo più visti, né sentiti.Con difficoltà dopo mesi l’ho cercato.Mi diceva che aveva provato dolore, rabbia e odio nei miei confronti, aveva reagito cercando nuove cose per stare bene e non voleva cadere in un nuovo vortice di negatività di cui io ero causa.Su richiesta mia di vederci, siamo riusciti ad organizzare e finalmente abbiamo iniziato a viverci in attività che non avevamo potuto fare, vivendo momenti felici e non definendo la relazione a parole, che a tutti gli effetti era ripresa. è durata altri 3 mesi. Io per prima gli ho detto di amarlo e glielo ripetevo spesso. Ho dimostrato tanto.Lui è riuscito a dirmelo 1volta sola, dichiarandomi che il sentimento c’era ma per lui era difficile dire quelle parole, usava più "ti voglio bene". ho sentito che venivo messa sempre alla prova. Ogni piccolo pretesto diventava motivo per mettere in discussione tutto. Nell’ultimo mese ci sono state molte litigate.Un commento sul taglio di capelli, diventava motivo di insicurezza fisica per lui, qualcosa che secondo lui io non avevo il diritto di dire. Se cercavo di spiegare le miei intenzioni, rimaneva della sua convinzioni.Diventava rabbioso e la comunicazione risultava difficile.Ci sono state litigate perché ho ritardato, per lui una cosa inaccettabile, o per aspetti della mia vita ( il mio rapporto con i miei genitori, la mia ricerca del lavoro), aspetti che stavo cambiando PER ME, già da prima di conoscerlo e per i quali lavoro anche tramite un PERCORSO DI PSICOTERAPIA.Le prime volte mi sosteneva ma in poco tempo diventava insofferente; non aveva la pazienza di aspettare.Mi ha lasciato un mese fa.Mentre io gli dicevo che mi stavo impegnando in tutto al massimo, lo invitavo nell’attesa di questi cambiamenti a non restare passivo ma di pensare a cosa potesse fare lui per la coppia. Niente, secondo lui tutti i miglioramenti dipendevano da situazioni mie. Anzi reagiva male, dicendo che dovevo fare autoanalisi, anziché puntare il dito.Quando mi ha lasciata diceva che la decisione era di testa, mi amava ma andare avanti significava continuare a discutere.Il giorno dopo mi diceva di voler la mia felicità augurandomi ogni bene, di avermi amato al massimo, mi invitava a prendermi cura di me, dicendomi che per lui sarebbe stata difficile la separazione e non sarebbe stato sicuro di farcela. Poi si colpevolizzava di essere stato di peso per me e di aver aggiunto del carico alle mie situazioni. Mi ha cercato tutti i giorni seguenti, con continue colpevolizzazioni, dicendo di essere confusissimo, manifestando il bisogno di sentirmi e allo stesso ogni volta dicendomi che mi rubava del tempo.Per un paio di settimane ci siamo rivisti, anche se con un pò di spaesamento da parte di entrambi, non riuscivamo a lasciarci andare,Qualche approccio fisico ci è stato, ma mai un rapporto completo. Mi desiderava molto, ma si colpevolizzava e si bloccava. Sentiva di usarmi finché una sera mi ha invitato ad un evento, però mi ha avvertito che se venivo con le mie preoccupazioni, non ero gradita, avrei rovinato la sua serata.Io volevo semplicemente stare con lui, ma quel monito mi faceva sentire inibita, ferita ed ho preferito non andare. Lui reagiva in maniera difensiva dicendo che era una mia decisione e mi rimproverava di volergli attribuire la colpa.Quella è stata la discussione finale di chiusura del rapporto.Pochi giorni dopo io l’ho cercato,speravo che quell’arrabbiatura fosse superabile; lui era ancora rancoroso, io ho reagito ringraziandolo per i momenti felici e dicendogli che gli volevo bene, lui ha cambiato atteggiamento e ha ricambiato. Diceva che non mi bloccava, ma che aveva bisogno di stare da solo e di capire come reagire alla situazione, non sapeva da dove ripartire.Aveva bisogno di trovare la sua serenità da solo, non era con me, in 1anno non era stato sereno. Diceva che stava attraversando problematiche, penso legate al lavoro.Quando io gli dicevo che magari attraversato quel momento buio separati, avremmo avuto poi la possibilità di stare bene di nuovo assieme, penso sia normale da persona innamorata avere questa speranza, ma mi diceva che lo turbavo e gli sembravo morbosa e di non riporre speranze vane in noi, ma di metterle nella mia vita, di rispettarlo per il bene che ci vogliamo e di essere sicuro sapeva che stavolta sarei riuscita a rispettare il suo desiderio di non cercalo, Altrimenti lui sarebbe stato costretto a bloccarmi nuovamente. Ma non voleva farlo. Mi ha detto che aveva bisogno di lavorare sui suoi difetti e che in un futuro gli sarebbe piaciuto immaginarmi una persona sorridente e piena di luce.Dovevo solo scoprirmi.Diceva che gli dispiaceva d’aver fallito con noi.. Questi sono stati gli ultimi messaggi.Io sento di amarlo molto.Mi manca molto. Venerdì, dopo due settimane, in un momento di debolezza ho ceduto e gli ho scritto un messaggio in cui dicevo che mi mancava, mi scusavo per i miei errori e, ingenuamente, speravo di vederlo, poter stare insieme in leggerezza. Dicevo inoltre di amarlo da morire e che non sapevo se avrei mai smesso.Non mi ha risposto e dopo qualche ora mi ha bloccata.Sapevo che sarebbe successo, gli ho scritto con panico e terrore. Sento che è colpa mia perchè ho "insistito",ero stata avvisata, ma sono comunque colpita da questo forte rifiuto. Lui sapeva che questa cosa mi poteva ferire fortemente, ogni volta che minacciava di farlo io scoppiavo in lacrime e lo pregavo di non farlo eppure l'ha fatto senza nemmeno scrivere qualcosa. Sono consapevole che questa volta non sia fatto con odio, ma per non "voler sentire e vedere". Non riesco a capire se tutto il suo comportamento sia un atteggiamento di difesa, di qualcuno che non riesce a gestire le emozioni, che davanti alle situazioni di forte tensione emotiva reagisce con la logicità per proteggersi e possa aver dei ripensamenti o sia veramente arrivato alla scelta consapevole di voler chiudere la relazione e ci abbia messo un mese per realizzarlo. In un certo senso mi sento appesa. A volte mi sembra che si imponga delle cose a parole quanto ne desidera altra, così è stato quando abbiamo ripreso a vederci, all’inizio diceva di non voler riaprire nulla. In passato lui aveva fatto un percorso di psicoterapia per quasi 2anni, che poi ha interrotto dicendo che non gli era più utile e voleva fare da sé. Nella 2a parte della relazione, l’ho spinto a tornare in terapia, perché sentivo che aveva bisogno di un supporto più significativo di quello che potessi dargli io standogli accanto. Purtroppo ha sempre reagito sulla difensiva, la scelta era sua, ma cercavo di dirgli che lo dicevo per il suo bene, a prescindere dalla coppia.Una settimana prima del nostro addio, è tornato dallo psicoterapeuta, all’inizio nascondendomelo. Non so se abbia continuato, penso di no.Quando l’avevo invitato a parlare in terapia anche della dinamica di coppia, desisteva dicendo che la coppia la voleva gestire lui e di voler affrontare i suoi problemi individuali con il terapeuta senza altre influenze. Non ho mai capito questa sua visione, ma cercavo di fargli prendere in considerazione che parlare della relazione era anche parlare di lui. Tra una settimana dovremmo vederci ad un evento comune e non so come comportarmi. Non so come posso agire, se stare in attesa e come leggere il suo blocco. Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo che sia importante instaurare un dialogo schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

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Salve sicuramente lei sta vivendo un periodo di disagio e confusione. Non ho capito se Lei è ancora in terapia.
Credo che non si debba arrovellare sul significato del blocco perché è chiaro l ha bloccata per evitare di comunicare con Lei e triste ma non possiamo impedire agli altri di comportare come si comportano. Invece può lavorare su se stessa e cercare di capire perché forza una storia che non è molto sana dato tutto quello che ci ha raccontato. Per quanto riguarda l evento beh rispetti il comportamento del suo ex non si torturi con forzature.
Infine se non è più in terapia consideri di riprendere il percorso per chiarirsi le idee per fare chiarezza dentro di sé invece nel caso ci sia un riavvicinamento con il suo ex allora vi conviene di intraprendere insieme un percorso di coppia.
Spero di esserle stata utile le auguro il meglio
Dott. Ssa Giangreco
Buonasera, mi sembra in una situazione complessa che non riesce a superare. Potrebbe essere utile intraprendere dei colloqui psicologici individuali per riappropriarsi di ciò che sente e capire come mai non riesce ad accettare la posizione del suo ex, che mi pare di capire non sia una cosa nuova nel vostro rapporto.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buona sera Cara, leggo nel suo racconto tanta sofferenza e mi spiace molto che stia passando un momento tanto doloroso.
Se è ancora in terapia le consiglio di portare tutto quanto ha raccontato in seduta e di parlarne con il/la collega che la segue già.
In linea di massima mi sento di dirle che la relazione con questo ragazzo sembrerebbe di tipo disfunzionale, provoca grande sofferenza ad entrambi, allora per quali motivi mantenerla?
Resto a sua disposizione per qualsiasi ulteriore approfondimento, intanto le auguro ogni bene.
Dr.ssa Erika Conti
Buona sera gentile utente, grazie per aver condiviso con noi il suo vissuto emotivo e la sua storia. La invito a parlarne con la sua psicoterapeuta in modo da confrontarsi rispetto agli aspetti di cui ha raccontato. Se non è più in terapia consideri di valutare un percorso di coppia o individuale. Avrebbe bisogno di ricollocare le sue idee, di pensare per differenze, di capire cosa prova veramente per poi decidere in totale libertà.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto.
Dott.ssa Chiara De Battisti
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Buonasera,mi dispiace per il malessere che prova certe relazioni fanno molto soffrire. Per questo motivo non sono sane, perché permanere in una relazione infelice ? Il suo ex compagno ha sicuramente problemi personali ma credo lei debba pensare al suo benessere.Ne parli con la sua psicoterapeuta e analizzi il motivo del mantenimento di questa sofferenza.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buongiorno, mi dispiace per quello che sta vivendo, mi rifaccio ad alcune sue parole scritte:
Non riesco a capire se tutto il suo comportamento sia un atteggiamento di difesa, di qualcuno che non riesce a gestire le emozioni, che davanti alle situazioni di forte tensione emotiva reagisce con la logicità per proteggersi e possa aver dei ripensamenti o sia veramente arrivato alla scelta consapevole di voler chiudere la relazione e ci abbia messo un mese per realizzarlo. In un certo senso mi sento appesa.
Mi sento "appesa",un importante autore sottolineava come la qualità delle relazioni oggettuali primarie (genitori), influenzino le relazioni oggettuali secondarie ,(fidanzati, capo ufficio, amicizie). Io penso che il suo terapeuta possa aiutarla in questa relazione complessa.
Cara utente, mi spiace per la confusione e il disagio che sta vivendo. Credo che il percorso di psicoterapia che ha intrapreso la potrà aiutare a trovare le risposte che cerca e sciogliere i nodi ancora stretti. In bocca al lupo.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Incredibile quanto ha scritto! Ha fatto sentire quanta sofferenza è dietro ogni frase. Adesso avrà un momento per rivedere in faccia la persona che poteva diventare il suo compagno di vita. Si rafforzi, le auguro di guardarlo a testa alta senza esitazione. È presto lo so, ritornare cosa potrebbe rischiare? Stia in guardia. La sopporterei volentierieri, ma forse è già in terapia quindi lavori per questo! Buonanotte Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buonasera Cara utente, mi dispiace molto per quello che stai vivendo. A te come piacerebbe comportarti? Cosa vorresti da te rispetto alla decisione che lui ha preso? Se vuoi sono qua per un confronto.
Saluti
Elisabetta
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Cara ragazza,
essendo la sua una istanza di coppia, sarebbe stato opportuno aprire un confronto diretto con il suo ragazzo. Aprirsi e confrontarsi rispetto alle problematiche esposte sarebbe stato utile nel poter meglio comprendere preoccupazioni ansie incertezze di entrambe. Nei casi in cui vi è una difficoltà di comunicazione, per situazioni come la vostra, assumono una funzione determinante le psicoterapia di coppia.
Lo specialista per eccellenza in questi casi è uno psicoterapeuta sistemico-relazionale esperto in terapia di coppia. In terapia di coppia avreste potuto lavorare sulla possibilità di relazionarsi in modo armonico e amorevole, anche su problemi come quelli da lei evidenziati, a prescindere dalle difficoltà personali delle persone prese come singole (difficoltà che stavate già affrontando in una terapia individuale). E’ la coppia che si mira a far funzionare in una terapia di coppia.
Eventualmente, qualora in futuro pensiate di tornare insieme perché innamorati apritevi a tale possibilità
Un caro saluto
Dottor. Diego Ferrara
Buonasera, mi dispiace per il malessere interiore che sta vivendo in questo periodo. Non è chiaro se sta ancora proseguendo il percorso di psicoterapia ma quello che posso dirle è che sicuramente un supporto psicologico sarebbe molto utile per lavorare su se stessa, sulle sue emozioni e su ciò che lei davvero vorrebbe all'interno di una relazione. Da ciò che scrive emerge come lei sia proiettata rispetto a ciò che prova questo ragazzo, ai suoi blocchi e alle sue reazioni. Dovrebbe invece far chiarezza rispetto a quelli che sono i suoi vissuti e i suoi sentimenti e ciò di cui ha bisogno lei in primis.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Buonasera. Mi spiace per la situazione che sta vivendo. Se ben comprendo la sua condivisione, sembra che, attraverso e dopo l'avvicendarsi dei vari eventi della relazione che descrive, oggi stia vivendo intensamente la mancanza del suo ex-ragazzo, il dolore derivante dal sentirsi rifiutata ed il senso di confusione che questo rapporto le ha lasciato. Si chiede cosa possa significare il comportamento del suo ex-ragazzo, se una difesa oppure una punizione per lei, ma andando oltre il peso di questa distinzione, a mio avviso in questo momento forse è prioritario che possa occuparsi principalmente di se stessa senza rischiare di confondersi ulteriormente con l'altro, con le sue intenzioni e con la sua storia in generale, permettendosi di esplorare maggiormente i propri sentimenti, emozioni, bisogni, desideri personali ecc. Attraverso il suo percorso psicoterapeutico potrà lavorare con i suoi vissuti al fine di poterli elaborare e fare maggiore chiarezza con se stessa, permettendosi l'opportunità di conoscersi più a fondo e riscoprirsi. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Salve, mi dispiace per le difficoltà che sta vivendo. Dal suo racconto mi pare di capire che sul continuare una relazione assieme oppure porre un punto definitivo ci siano delle difficoltà probabilmente per la confusione o un senso di insicurezza sul riuscire a vivere senza l’altro. In questi momenti un percorso psicologico individuale potrebbe esserle più utile per aiutarla a comprendere i significati e i vissuti rispetto alla relazione e giungere ad una scelta più consapevole e autentica per sé.
Un cordiale saluto, Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Buongiorno, sicuramente la confusione che sta vivendo è di difficile gestione. Prenda in considerazione, quantomeno, un consulto per dipanare questa condizione. Poi deciderà in merito, ma successivamente.

Saluti

MT
La domanda vera è cosa vede lei in lui, non cercare di ipotizzare le motivazioni sottostanti di un comportamento alquanto incoerente. Come mai ritiene un bene cercare di combaciare ad una persona che frustra costantemente le sue attese? si ricordi che cambiare gli altri è impossibile noi stessi invece, seppur faticoso, lo è. Una relazione che inizia in modo così problematico senza mai concedere un attimo di reciprocità o comprensione rischia di essere una costante fonte di malessere
Gentile utente, mi pare di capire che nella sua relazione è stata spesso colpevolizzata e questo non porta ad un dialogo costruttivo ma distruttivo. Il tema probabilmente richiama l'idea erronea che lei possa, con il suo atteggiamento, cambiare il suo lui. Continui il suo percorso di terapia, valutando che cosa ama di quest'uomo, come la fa sentire e cosa si aspetta da questo rapporto, quali sue esigenze debbano essere soddisfatte in una relazione con un uomo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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