Salve vorrei capire come fare a superare un trauma d’abbandono, sono passati ormai 8 anni e non ries

26 risposte
Salve vorrei capire come fare a superare un trauma d’abbandono, sono passati ormai 8 anni e non riesco a dimenticare una storia d’amore molto intensa finita improvvisamente e non da parte mia, nonostante l’altra persona si sia subito rifatta un’altra vita, dopo quella storia mi do sempre colpe che non ho che poi riverso nelle altre storie che vivo, ogni persona che vivo dopo la paragono sempre all’altra persona sbagliando, vorrei riuscire a perdonarmi e sopratutto dimenticare tutto, cosa mi consigliate da fare
Dott.ssa Ilenia Blanco
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Salve, il dolore che descrivi è comprensibile. Mi sembra di capire che tu abbia difficoltà a perdonarti qualcosa che non dipende dalla tua volontà. Dimenticare è controintuitivo, devi provare ad accogliere il tuo dolore, elaborarlo perchè fa parte della tua storia.
Il senso di colpa, l'insicurezza e l' idealizzazione che senti sono reazioni normali, ma non sono verità su di te, non ti identificano come persona. Utile sarà per te
smettere di confrontare il passato con il presente, ogni nuova persona merita uno sguardo nuovo ; cerca di fare caso alle unicità nuove e positive della persona con cui ti relazioni. Prova a darti una nuova possibilità e a conoscerti meglio magari iniziando un percorso psicologico.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve, innanzitutto voglio dirle che il dolore che descrive è molto comune in chi ha subito un abbandono improvviso, soprattutto dopo una relazione intensa. Il trauma d’abbandono può lasciare ferite profonde che, se non elaborate, tendono a influenzare negativamente le relazioni successive, come lei stessa ha notato.

È importante sapere che “dimenticare tutto” non è sempre possibile né necessariamente l’obiettivo più utile: ciò che conta è elaborare il dolore, integrare l’esperienza nel proprio vissuto e riuscire a riprendere in mano la propria vita senza che il passato condizioni ogni scelta o relazione futura.

Ecco alcuni passi che potrebbero aiutarla:

Accogliere le emozioni – Non tenti di scacciare il dolore a tutti i costi. Riconosca la tristezza, la rabbia, il senso di colpa, senza giudicarsi. Dare un nome alle emozioni è già un modo per iniziare a gestirle.

Lavorare sul senso di colpa – Lei scrive che si attribuisce colpe che non ha. Spesso, chi subisce un abbandono cerca spiegazioni in se stesso per dare un senso all’accaduto, ma questo può diventare autodistruttivo. Sarebbe utile riflettere, magari con l’aiuto di uno specialista, su quanto queste colpe siano realmente fondate o se siano frutto di meccanismi di autosvalutazione.

Spezzare il confronto continuo – Il confronto fra nuove persone e l’ex partner è una trappola frequente. Il dolore spinge la mente a rimanere “incastrata” nel passato, come se fosse l’unico termine di paragone. Lavorare sulla consapevolezza e sul qui e ora (ad esempio tramite tecniche di Mindfulness) può aiutare a ridurre questi confronti automatici.

Riconquistare la propria identità – Dopo una storia intensa, si tende a identificarsi nella relazione stessa. È utile riscoprire chi è lei come individuo, al di là della coppia. Coltivi passioni, amicizie, nuovi progetti personali. Questo aiuta a ricostruire autostima e senso di sé.

Considerare un percorso psicoterapeutico – Da ciò che scrive, il trauma d’abbandono sta avendo ripercussioni importanti sul presente. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a rielaborare il lutto amoroso, a comprendere i meccanismi che mantengono la sofferenza e a sviluppare strategie più sane per affrontare nuove relazioni senza restare imprigionata nel passato.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e ricevere un supporto mirato, rivolgersi ad uno specialista.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno,
Immagino sia difficile per lei questa situazione.
Secondo lei come mai non riesce a dimenticare questa storia? Che spiegazione si è data?
Che cosa lascia andare se dimentica questa storia? Qualcosa di importante? Sente che potrebbe perdere qualcosa di sè?
Sicuramente non dimenticare è funzionale a qualcosa, provi a riflettere in questo senso per comprendere esattamente a che cosa le serve.
Spero di esserle stata d'aiuto :)
Salve, è evidente che questa ferita è stata (ed è ancora) molto profonda per lei, e merita cura, comprensione e strumenti concreti per affrontarla.
quello che sta vivendo è un trauma d’abbandono connesso a una perdita improvvisa e non elaborata. Anche se sono passati 8 anni, il tempo da solo non basta a guarire un dolore così. Ha valutato l 'idea di intraprendere un percorso? Resto a sua disposizione.
Dott.ssa Emanuela Pezzuto
Psicologo, Psicologo clinico
Lecce
Salve.
Superare un trauma da abbandono, specialmente quando si tende a colpevolizzarsi, richiede un percorso di consapevolezza, accettazione e, spesso, l'aiuto di un professionista. È fondamentale riconoscere che il senso di colpa può essere una risposta al dolore, ma non necessariamente riflette la realtà dei fatti.
Resto a disposizione.
Distinti saluti
Dott.ssa Lucia Nobis
Psicologo, Psicologo clinico
Montella
Gentile utente, la chiusura di una relazione, soprattutto se non voluta, costituisce per l'individuo un vero e proprio lutto da elaborare. Talvolta, non riuscendo a trovare una spiegazione, un senso a quanto accaduto, si finisce col restare invischiati e irretiti in un passato dal quale non si riesce ad emanciparsi. Le suggerisco, pertanto, di immaginare di intraprendere un percorso di sostegno psicologico che la possa aiutare in questo senso e magari, valutare insieme al professionista che sceglierà, se eventualmente optare per un percorso psicoterapeutico.
Cordialmente,
Dott.ssa Lucia Nobis
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Comprendo profondamente il dolore che sta esprimendo, perché ciò che descrive è una ferita che, purtroppo, quando si lega al vissuto di abbandono, può lasciare una traccia emotiva molto profonda e resistente nel tempo. La fine improvvisa di una relazione importante, specialmente quando non si è scelto di interromperla, può far sentire come se una parte di sé fosse rimasta sospesa, quasi congelata in quel momento, rendendo difficile andare avanti nonostante gli anni trascorsi. Dal punto di vista di un percorso cognitivo-comportamentale, è importante innanzitutto riconoscere che ciò che sta vivendo non è segno di debolezza o incapacità, ma una reazione umana comprensibile a un evento che ha minato la sua fiducia, non solo nell’altro, ma anche in sé stesso. Il senso di colpa che descrive è un segnale chiaro di come, nel tentativo di dare un senso a ciò che è accaduto, la mente cerchi una spiegazione e, non trovandola all’esterno, la rivolga verso di lei. Questo meccanismo purtroppo la porta a rivivere il dolore ogni volta che si affaccia una nuova relazione, perché inevitabilmente scatta il confronto, come se la sua mente cercasse di risolvere a posteriori quello strappo mai elaborato. Un primo passo importante è iniziare a lavorare proprio su questi pensieri automatici: imparare a riconoscere quando si incolpa senza prove reali, quando paragona chi ha davanti a qualcuno che appartiene ormai al passato. In terapia si lavora molto sul portare alla luce questi pensieri, metterli in discussione e sostituirli con interpretazioni più equilibrate e realistiche. Un altro aspetto fondamentale è l’autocompassione: il perdono di cui parla non è tanto verso l’altro, quanto verso sé stesso. Perdonarsi significa riconoscere di aver fatto del proprio meglio con le risorse che si avevano allora e permettersi di accettare che certe cose non dipendevano da lei. Non si tratta di dimenticare nel senso di cancellare, perché il nostro cervello non funziona come un interruttore, ma di trasformare quel ricordo in qualcosa che non le faccia più male come un tempo. Può essere utile affrontare questi ricordi in modo graduale, con l’accompagnamento di un professionista, per elaborare il lutto emotivo e darle la possibilità di riappropriarsi di una nuova narrazione di sé, in cui non è definito dall’abbandono subito, ma da chi è oggi, con la sua forza e il desiderio di costruire relazioni più sane. Le suggerisco di valutare la possibilità di iniziare un percorso terapeutico individuale se non lo ha già fatto: attraverso strumenti concreti come la ristrutturazione cognitiva, la mindfulness e l’esposizione graduale ai ricordi dolorosi, potrà lentamente sciogliere quei nodi che oggi le impediscono di sentirsi libera di vivere nuove storie senza il peso del confronto e della colpa. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno è sicuramente nel posto giusto, quì puo' trovare il Suo terapista, colui o colei che potrà guidarla e permetterle di guardare avanti
Se avrà piacere di contattarmi ne sarò felice
Cordialmente
Dott.ssa Elena Parodi
Gentile utente,
lei racconta di una relazione che evidentemente è stata particolarmente significativa e che continua ad avere degli effetti sulla sua vita a distanza di diversi anni, generando frustrazione e sofferenza. Racconta che a partire da quella chiusura assume su di sé colpe non sue e parla di perdono. Questi potrebbero essere degli spunti da cui far partire una riflessione, con il sostegno di un/a professionista, che possa accompagnarla verso una comprensione più elaborata di questi schemi relazionali che si ripetono.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Zanella
Psicologo
Venezia
Buongiorno gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza, sicuramente non deve essere stato facile per lei aprirsi su un argomento così delicato.
Sarebbe importante per lei poter indagare l'origine di queste colpe che si attribuisce, attraverso un percorso strutturato, che possa comprendere se esse sono dovute a un trauma da lei subito. Non è una situazione infrequente, può anzi capitare che un evento del passato non elaborato possa portare a problematiche nel presente, per cui risulta d'aiuto un intervento con tecniche specifiche che le consentano di poter superare tale evento, reinserendolo nella sua storia in una forma per lei non dolorosa. L'EMDR è una tecnica molto valida e che ha mostrato diverse prove di efficacia in tal senso.
Salve, dopo una rottura improvvisa e dolorosa, in questa circostanza non voluta da lei, è normale che resti un segno profondo. Anche a distanza di anni, il dolore non elaborato può riaffiorare come nostalgia, senso di colpa o continui confronti con il passato.
L’abbandono non è solo la fine di una storia d’amore, ma può toccare aspetti più intimi, come la paura di non sentirsi mai abbastanza o il timore di essere rifiutati. È comprensibile che questa ferita abbia influenzato anche le relazioni successive.
Può essere importante provare a dare un nuovo significato a quell’esperienza, riconoscendo il dolore che c’è stato e il fatto che non tutto era sotto il suo controllo. Spesso tendiamo ad attribuirci colpe eccessive, come se così potessimo mantenere un senso di controllo su ciò che è successo. Ma la fine di una relazione è quasi sempre più complessa e non può ridursi alle proprie mancanze.
Perdonarsi significa riconoscere di aver fatto il meglio che poteva con le risorse che aveva in quel momento. Significa anche accettare che, pur avendo lasciato un segno, quella storia non definisce il suo valore né il suo futuro.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti
Un saluto
Dott.ssa Silvia Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Palazzolo sull'Oglio
Buongiorno, il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psicologo per poter affrontare al meglio questo suo senso di abbandono e fatica. Cordialmente dott.ssa Caruso
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Capisco il dolore che porti dentro e quanto questo peso influenzi ogni storia, ma non sei responsabile di quella fine e meriti di liberarti di quella colpa.
Un percorso con uno psicologo, può aiutarti a rielaborare quel trauma, ristrutturare il dialogo interiore e ricostruire fiducia in te stessa.
Affidati a un professionista in uno spazio sicuro e accogliente, dove potrai sentirti ascoltata senza giudizio .
Qualora volessi sono qui, con empatia e disponibilità.
Dott.ssa Giulia Prinzis
Psicologo, Psicologo clinico
Olbia
Salve, mi dispiace che provi questo senso si colpa. Il mio consiglio (se ne ha la possibilita') e' quello di intraprendere un percorso di psicoterapia in modo da poter tornare a quella rottura e riuscire a rimettere insieme i pezzi e potersi godere a pieno la sua vita e le sue storie relazionali. Un saluto
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Gentile Utente, colgo la delicatezza della sua richiesta e sono molto dispiaciuta di apprendere della sua fatica.
La conclusione di un rapporto rappresenta un momento di fragilità emotiva, soprattutto se avviene contro la propria volontà. Per tale ragione sarebbe utile trovare lo spazio adatto in cui portare tutte le emozioni contrastanti e soggettive che le si presentano, e che necessitano del giusto tempo per essere elaborate, approfondite e, infine, integrate. Forse potrebbe riflettere in merito a questa possibilità, considerando che ad oggi, dopo 8 anni dalla conclusione del rapporto, si mostra ancora sensibile all'accaduto e nostalgico rispetto ai trascorsi che avete vissuto assieme. Un percorso psicologico-psicoterapeutico le consentirebbe di comprendere non solo cosa le manca di quella relazione, ma le permetterebbe di conoscere anche ciò che non vuole, che non fa per lei e ciò di cui non ha bisogno, validando il suo valore al di la della relazione con l'altro.
Unitamente a ciò, potrebbe rivelarsi utile cercare di indagare e approfondire le ragioni per cui riferisce senso di colpa e la necessità di perdonare sè stesso. Nelle sue parole traspare una certa criticità nei propri confronti e cercare di capire quale significato profondo veicoli tale rigidità, potrebbe aiutarla ad avere maggior consapevolezza di quello che è il suo funzionamento.
Resto a disposizione qualora scegliesse di intraprendere tale percorso. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Gentile Utente,
grazie per aver trovato il coraggio di raccontare quello che stai vivendo. So che non è facile dare voce a un dolore che ti accompagna da così tanto tempo.
Quando una relazione finisce all’improvviso, senza un vero confronto, è come se qualcosa dentro di noi rimanesse lì, sospeso. E anche se la vita va avanti, quella parte resta ferma, carica di domande, rimpianti, sensi di colpa. È quello che può succedere quando non c’è stata la possibilità di capire o chiudere davvero.
Spesso, in questi casi, si finisce per puntare il dito contro se stessi. Come se, solo perché l’altro ha voltato pagina in fretta, la colpa dovesse essere tua. È un meccanismo comprensibile, umano… ma profondamente ingiusto.
Può spingerti a guardarti con durezza, a vivere ogni nuova relazione con il timore di non essere mai abbastanza, o con la paura che il passato si ripeta.
Ma non credo che il tuo obiettivo debba essere “dimenticare”. Le storie importanti non si cancellano: si trasformano. Possono trovare un nuovo posto dentro di noi, smettere di fare male, lasciare spazio a qualcosa di nuovo.
Solo così puoi tornare a vivere relazioni autentiche, senza quel peso, senza il bisogno di paragonare tutto a ciò che è stato.
Per riuscirci, ci vuole tempo ed uno spazio sicuro in cui poterti raccontare, rileggere quella storia con occhi nuovi, senza giudizio. Un percorso psicologico può accompagnarti proprio in questo: nel ricucire quello che è rimasto spezzato, nel lasciare andare quello che oggi non ti serve più, e soprattutto nel ritrovare te stessa/o, al di là di quella ferita.
Hai già fatto un passo importante: ne hai parlato.
E se sentirai il bisogno di essere accompagnata/o in questo percorso, io ci sono.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Dott.ssa Yasmin Nosrallah
Psicologo, Psicoterapeuta
Ciriè
Salve, ciò che descrive è molto comune dopo un trauma affettivo: il dolore irrisolto tende a ripresentarsi nelle relazioni successive. Più che dimenticare, il passo fondamentale è dare un nuovo significato a quella esperienza, rielaborandola. In terapia è possibile lavorare proprio su questo: riconoscere i propri schemi, smettere di colpevolizzarsi e costruire relazioni più libere dal passato.

Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per elaborare quanto descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Enrica Longo
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
salve,
quello che posso dirle è che, avendo utilizzato lei stessa la parola trauma, forse può valer la pena di intraprendere un percorso di terapia per poter elaborare l'esperienza traumatica in modo tale da poter vivere le esperienze future con maggiore serenità.
Un caro saluto,
dott.ssa Enrica Longo
Dott.ssa Linda Fusco
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera, sono la dott.ssa Fusco, psicologa clinica.
Credo sia molto importante riflettere su cosa lei pensa di aver lasciato di sé nella precedente relazione, leggendo le sue parole mi sovviene il concetto di perdita, come se le fosse stata portata via una parte importante del suo sentire o come se avesse perso, insieme alla relazione, qualcosa che sente di non poter più recuperare.
In questi casi bisognerebbe provare a capire come lasciar andare qualcosa che non fa più parte del nostro presente lavorando sul trauma, sulla mancata elaborazione del suo vissuto. Mi ritenga disponibile per qualsiasi approfondimento.
Saluti, Dott.ssa Linda Fusco
Dott.ssa Anna Lapolla
Psicologo, Psicologo clinico
Calitri
Buona sera, comprendo la tua situazione. Dopo anni, però, hai diritto ad una vita tua (senza l'ombra sempre presente di questa relazione passata). Dimenticare tutto, come scrivi, non si può ed è una cosa positiva perché, nel bene o nel male, questa relazione di 8 anni è stata un'esperienza che ti ha regalato ed insegnato tante cose. Giusta è la tua affermazione: "dopo quella storia mi do sempre colpe che non ho che poi riverso nelle altre storie che vivo, ogni persona che vivo dopo la paragono sempre all’altra persona sbagliando" . E' giusta, in quanto riconosci che ciò ti impedisce di vivere serenamente la tua vita e anche altre relazioni che magari potrebbero essere significative. Ed inoltre, riconosci che vivi colpe che forse nemmeno hai. La via per uscirne è l'accettazione. Accettare che ci sia stata questa relazione, accettare soprattutto che sia finita (so che è difficile). Ma l'accettazione è la chiave per trasformare come percepisci la tua esperienza e per poter andare avanti in modo costruttivo e sereno. Dunque, il mio consiglio è di rivolgerti ad un psicologo che potrebbe aiutarti in questo percorso.
Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Ciao, grazie per aver aperto il tuo cuore su un tema così delicato. Un trauma d’abbandono lascia un segno profondo, soprattutto quando il distacco arriva all’improvviso e da chi amavi davvero.

Quel dolore che porti con te da otto anni non è qualcosa da dimenticare in fretta o da mettere da parte come un brutto ricordo: è parte della tua storia, e per guarire davvero, devi prima riconoscerlo e accoglierlo senza giudizio. È naturale che tu ti senta in colpa, ma quella colpa spesso è un peso che ti scarichi addosso senza motivo, come una maschera che nasconde la vera ferita.

Il perdono verso te stesso è un passo fondamentale, ma spesso è complicato farlo da soli. Parlare con un professionista può darti uno spazio sicuro per esplorare queste emozioni, sciogliere i nodi del passato e costruire nuovi modi per incontrare gli altri senza confronti o paragoni.

Non si tratta di dimenticare, ma di imparare a convivere con quel passato senza che rovini il presente. Sei in cammino, e questo è già un grande passo.
Dott. Marco Squarcini
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentilissimo/a, grazie per la sua condivisione. Da ciò che ci racconta sembra che quella storia le abbia fatto vivere un'esperienza relazionale molto complessa e angosciante che in qualche modo, complice forse anche alcuni aspetti della sua personalità e modelli relazionali pregressi, tende a non riuscire a superare, perdonarsi, elaborare quello che è successo. Visto il blocco relazionale che descrive le consiglierei di rivolgersi ad un professionista con il quale intraprendere un percorso psicologico ed avere così la possibilità di comprendere, elaborare l'accaduto. Un caro saluto, Dott. Marco Squarcini
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la sua richiesta è molto sincera e delicata, e merita una risposta altrettanto rispettosa. Le ferite lasciate da un abbandono affettivo possono essere profonde, soprattutto quando si tratta di una relazione vissuta con intensità e autenticità. Il fatto che siano passati otto anni non significa che il dolore sia ingiustificato o “fuori tempo”: i tempi emotivi non seguono un calendario prestabilito, e spesso ciò che resta irrisolto continua a vivere dentro di noi, condizionando il nostro presente.

Quello che lei descrive come la difficoltà nel lasciar andare, il senso di colpa, il confronto costante con quella persona, sono tutti segnali di un trauma relazionale non elaborato. Quando non riusciamo a trovare un significato emotivamente sostenibile a ciò che è accaduto, rischiamo di trasformare la perdita in un autorimprovero continuo, oppure in un filtro attraverso cui guardiamo ogni nuova relazione. E questo, inevitabilmente, genera sofferenza e frustrazione.

Superare un trauma d’abbandono non significa “dimenticare” quella persona, quanto piuttosto riuscire a rimettere quell’esperienza in un posto più sano della memoria, che non impedisca più di costruire il presente. Perdonarsi, come lei giustamente desidera fare, implica anche riconoscere che non tutto era sotto il suo controllo, che l’amore (per quanto autentico) può finire, e che il valore personale non dipende da chi ci ha lasciato.

Un percorso psicoterapeutico può essere particolarmente utile in questi casi. Non solo per elaborare il lutto della relazione, ma anche per ricostruire l’autostima, sciogliere i sensi di colpa e interrompere i meccanismi di paragone e sabotaggio che si innescano ogni volta che incontra qualcuno di nuovo.

Le sue parole mostrano una forte consapevolezza e un desiderio reale di stare meglio. Questo è già un punto di partenza importante, da non sottovalutare.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Elisa Rizzotti
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pordenone
Comprendere quanto possa essere difficile lasciar andare una storia che ha segnato profondamente la sua vita è importante, soprattutto quando il ricordo di quella relazione continua a influenzare il modo in cui si rapporta agli altri e a se stessa. Spesso, il dolore legato all’abbandono può restare presente anche a distanza di anni, portando con sé sensi di colpa e paragoni che rendono faticoso vivere nuove esperienze con serenità. Intraprendere un percorso di terapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro in cui accogliere queste emozioni, esplorare con delicatezza ciò che ancora la lega a quel passato e permettere gradualmente a nuove possibilità di prendersi il loro spazio nella sua vita. Dott.ssa Rizzotti
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso di sostegno psicologico. Cordiali saluti.

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