salve, sono una ragazza di quasi diciassette anni e sto scrivendo per un amico che ha la mia età e s

24 risposte
salve, sono una ragazza di quasi diciassette anni e sto scrivendo per un amico che ha la mia età e soffre di depressione già da un anno, sente già una psicologa e prende dei farmaci quindi so che ha qualcuno che lo aiuta ma di recente si è lasciato in malo modo con una mia amica ed è venuto a parlare molto con me. io però non so bene come gestirlo. ha avuto un forte attacco di panico e sono riuscita a calmarlo un po’ però poi mi ha detto che stava pensando all’autolesionismo e, lo ha solo accennato, al suicidio (ci era già andato vicino un anno fa). io vorrei seriamente aiutarlo ma ho costantemente paura di fare o dire la cosa sbagliata e so le conseguenze che questo potrebbe portare in una condizione così precaria. mi chiedevo se mi poteste consigliare modi per calmarlo dagli attacchi quando sono con lui (o anche se siamo per telefono) e delle cose da dire/non dire a una persona nella sua condizione e qualsiasi altra cosa potesse essermi utile, grazie mille.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Ciao, prima di tutto, voglio dirti che è davvero ammirevole il fatto che tu voglia aiutare il tuo amico e che ti stia informando su come farlo nel modo migliore. È una responsabilità grande e capisco che tu possa sentirti in ansia all’idea di dire o fare qualcosa di sbagliato, ma già il fatto che tu sia presente per lui è molto importante. Il tuo amico sta già seguendo un percorso con una psicologa e assume dei farmaci, il che significa che ha un supporto professionale. Questo però non toglie il peso che tu senti, perché quando una persona vicina sta male, è naturale voler fare tutto il possibile per aiutarla. Quello che è importante ricordare è che il tuo ruolo non è quello di "salvarlo", ma di stargli accanto nel modo più sano possibile, senza farti travolgere dal suo dolore. Quando ha un attacco di panico, la cosa migliore da fare è cercare di aiutarlo a regolare il respiro. Puoi invitarlo a concentrarsi su respiri lenti e profondi, magari contando insieme a lui mentre inspira e espira. Puoi anche provare a distrarlo dai pensieri catastrofici, portando la sua attenzione su ciò che lo circonda: per esempio, chiedendogli di descriverti cinque cose che vede, quattro cose che può toccare, tre suoni che sente, due odori e un sapore (questa tecnica si chiama grounding ed è molto utile per riportare la mente al presente). Se ti parla di autolesionismo o suicidio, la cosa più importante è non minimizzare, ma nemmeno entrare nel panico. Non devi avere tutte le risposte, ma puoi fargli capire che lo ascolti e che il suo dolore è valido. Puoi dirgli qualcosa come: "Mi dispiace tantissimo che tu ti senta così, voglio che tu sappia che non sei solo e che ci sono persone che vogliono aiutarti". Se ti dice che ha voglia di farsi del male, puoi provare a chiedergli cosa sta provando esattamente in quel momento, se c’è qualcosa che potrebbe aiutarlo a sentirsi almeno un po’ meglio o se ha già avuto momenti simili e cosa lo ha aiutato in passato a superarli. Non sentirti obbligata a trovare soluzioni per lui, perché questa è una cosa che spetta ai professionisti. Quello che puoi fare è ricordargli che non deve affrontare tutto da solo e, se ti accorgi che la sua situazione peggiora, parlare con un adulto di riferimento. So che può essere difficile e che potresti temere di tradire la sua fiducia, ma segnalare un rischio serio di autolesionismo o suicidio non significa violare la sua privacy, significa proteggerlo. Se mai dovessi trovarti in una situazione in cui temi che possa farsi del male, non esitare a chiedere aiuto a qualcuno di fidato, come un genitore, un insegnante o la sua stessa psicologa. Infine, voglio dirti un’altra cosa importante: prenditi cura anche di te stessa. Essere il punto di riferimento di una persona che sta male può essere molto pesante e non devi sentirti in colpa se hai bisogno di spazio per te. Non sei sola in questo e non devi affrontarlo da sola. Se in certi momenti ti senti sopraffatta, prova a parlarne con qualcuno che possa supportarti. Aiutare una persona cara è un gesto bellissimo, ma è fondamentale farlo senza perdere te stessa nel processo. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero

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Dott.ssa Liliana Sergio
Psicologo
Andria
Salve nei casi che racconta è necessario prima capire se la psicologa è al corrente di quanto espresso sul suicidio. Dopodiché la psicologa potrà prendere decisioni e intervenire più incisivamente. Dott.ssa Liliana Sergio Andria Galleria Roma n10
Dott.ssa Sara Vento
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara utente, comprendo la sua posizione difficile ma al contempo potenzialmente utile verso il suo amico. Sicuramente è positivo che lui stia seguendo un percorso psicologico e psicofarmacologico ed è importante che, non solo continui a seguirlo in maniera continuativa, ma che lui riesca ad essere sincero e onesto con loro riguardo tutti i pensieri e le emozioni che sta provando in questo momento. Quello che puoi fare tu in quanto amica è stargli vicino senza sminuire il suo dolore e nei momenti importanti di ansia o attacco di panico chiedergli semplicemente “di cosa hai bisogno in questo momento?” oppure “cosa potrebbe aiutarti o farti stare meglio?”. In quanto amica e non professionista, potrebbe aiutarlo anche solo la tua presenza emotiva e fisica che lo faccia sentire che sei vicino a lui. Questo è già tanto, è sopratutto importante che lui si possa fidare anche di chi lo sta seguendo psicologicamente.
In bocca al lupo, per qualsiasi chiarimento mi rendo disponibile. Dott.ssa Sara Vento
Dott.ssa Sara Dassiè
Psicologo, Psicologo clinico
Codognè
Gentile utente, è ammirevole che si stia preoccupando così tanto per il suo amico e che voglia aiutarlo nel modo migliore possibile. Da quello che scrive, lui sta già ricevendo un supporto professionale, il che è molto importante. Tuttavia, capisco quanto possa essere difficile per lei gestire queste situazioni, soprattutto quando emergono pensieri autolesivi o suicidari.

Se ha un attacco di panico, cerchi di farlo respirare lentamente: può invitarlo a inspirare dal naso per 4 secondi, trattenere il respiro per 4 secondi e poi espirare lentamente per 6-8 secondi. Aiutarlo a concentrarsi sul respiro può ridurre l’intensità dell’ansia.
Può provare a distrarlo con qualcosa di concreto, come chiedergli di descrivere ciò che ha intorno, contare oggetti di un certo colore o focalizzarsi sulle sensazioni fisiche (come tenere in mano un cubetto di ghiaccio o una stoffa morbida). Questo può aiutarlo a distaccarsi dal panico.
Se parla di autolesionismo o suicidio, la cosa più importante è non minimizzare, ma anche non allarmarsi troppo: ascolti con calma, gli dica che capisce che sta soffrendo e che non è solo. Può ricordargli che ha già degli specialisti che lo seguono e incoraggiarlo a parlarne con loro.

Se il suo amico dovesse parlarle in modo esplicito di volersi fare del male, è importante segnalarlo a un adulto di riferimento (un genitore, un insegnante, il suo terapeuta). Anche se lui le ha confidato queste cose in fiducia, la sua sicurezza è la priorità.

Si ricordi che il suo ruolo non è quello di "salvarlo", ma di essergli accanto e indirizzarlo verso chi può aiutarlo in modo adeguato. Anche per lei questa situazione può essere pesante, quindi non abbia paura di parlarne con qualcuno di fiducia.

Se ha bisogno di ulteriore supporto, resto a disposizione.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Dassiè
Dott.ssa Francesca Morsetti
Psicologo, Psicologo clinico
Viareggio
Gentile utente, comprendo la sua ansia e paura per l'amico, ma le poche informazioni che ci descrive non permettono di consigliarle modi "pre confezionati". si rivolga ad uno specialista che sappia bene valutare e gestire il caso dandole poi a lei suggerimenti utili.


Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao,

prima di tutto, ti faccio i miei complimenti per l'attenzione e la cura che stai dedicando al tuo amico. Essere vicino a una persona che sta attraversando una condizione di depressione e crisi emotiva è un atto di grande empatia, ma è anche una responsabilità, soprattutto quando si parla di pensieri suicidi o di autolesionismo.

Nel caso di attacchi di panico, un primo passo importante può essere concentrarsi su una respirazione lenta e profonda. Suggerisci di respirare lentamente attraverso il naso, trattenere il respiro per secondo qualche e poi espirare lentamente dalla bocca. Questo può aiutarlo a rilassarsi ea distogliere la mente dall'intensità dell'attacco. Inoltre, il "grounding" (rimanere ancorati al presente) può essere utile: fargli notare cinque cose che vede, quattro cose che può toccare, tre cose che sente, due cose che odora e una che assapora. Questo esercizio aiuta a ridurre l'ansia e a riportare la persona nel momento presente.

Quando si tratta di parlare con una persona che ha questi pensieri, è importante ascoltarla senza giudicare e senza minimizzare i suoi sentimenti. Evita frasi come "Dai, non è così grave" o "Non pensare a queste cose", poiché possono far sentire la persona non compresa. Invece, cerca di mostrarti comprensiva e di offrire il tuo supporto. Un buon approccio potrebbe essere: "Capisco che ti senti molto male in questo momento, sono qui per te" o "Mi preoccupo per te e voglio che tu stia bene".

È fondamentale però ricordare che, nonostante il tuo supporto, non sei un professionista e non puoi sostituire un trattamento adeguato. Se il tuo amico parla di pensieri suicidi o autolesionismo, è importante fargli capire che deve rivolgersi al suo terapeuta o a un altro professionista della salute mentale, o anche a un familiare o persona di fiducia. In questi casi, sarebbe utile contattare un esperto, anche per una valutazione più approfondita, se la situazione lo richiede.

Sarebbe davvero utile e consigliato per approfondire rivolgerti a uno specialista, che possa supportare te e il tuo amico nel migliore dei modi.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa







Dr. Francesco Rizzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Neuropsicologo
Gallarate
Buongiorno, sicuramente il suo sostegno all'amico è di grande valore e mostra quanto sia forte un'amicizia in questo caso. Quello che posso dire in questo caso è che il suo amico è già seguito da un professionista e prende dei farmaci, per cui quello che lei potrebbe fare è sostenerlo da amica e null'altro. Se le cose vede che potrebbero peggiorare , le consiglio di dire al suo amico di parlarne con la sua psicologa. In questo modo lo sta aiutando ancor di più e si sta togliendo la responsabilità di gestire una soluzione particolare, che andrebbe gestita da un professionista della salute mentale. Spero le abbia risposto.
Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Bollate
Buongiorno,
la situazione che descrive è complessa soprattutto rispetto all'autolesionismo e ad eventuale tentativo suicidario. Dalla nostra abbiamo che è già in cura ed è gestito in questo momento da un professionista che lo sta aiutando. Rispetto a come aiutarlo invece durante un attacco di panico (anche se siete al telefono) io solitamente consiglio ai miei pazienti di concentrarsi sul QUI E ORA. Per darle dei consiglio pratici: gli parli e lo faccia focalizzare sul presente. E' molto utile la tecnica del grounding ma sulla falsa riga di questa tecnica ci sono anche altre strategie utili. Gli dica di concentrarsi su 5 cose che può vedere e gliele faccia ripetere ad alta voce poi 4 cose che può toccare, 3 cose che può sentire (rumori), 2 che può sentire (annusare) e 1 assaggiare. Oppure un altra strategia potrebbe essere farlo concentrare su un abito, un paio di scarpe, qualsiasi cosa che abbia intorno che può descrivere. Fondamentale è il respiro che deve essere più lungo. Negli attacchi di panico il respiro diventa corto e questo a livello fisiologico fa anche girare la testa e peggiorare la sensazione di svenimento o paura. Un mio professore consigliava di respirare in un sacchetto del pane. L'anidride carbonica che si genera fa abbassare l'attacco di panico e ci consente di respirare meglio. Spero le siano stati utili questi consigli. Resto a disposizione per altri consulti. Un saluto a lei e al suo amico :)
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno giovane Utente, la sua preoccupazione per il suo amico è comprensibile e dimostra quanto tenga a lui. Essere vicini a qualcuno che sta attraversando un momento di profondo disagio, specialmente quando si parla di depressione, autolesionismo e pensieri suicidari, può essere difficile e spaventoso. È importante ricordare che, anche se la sua vicinanza e il suo supporto sono preziosi, non è sua responsabilità "salvarlo" e non è necessario che lei abbia tutte le risposte.

Dal momento che il suo amico è già seguito da una psicologa e sta assumendo dei farmaci, il primo consiglio che mi sento di darle è di incoraggiarlo, con delicatezza, a parlare di ciò che sta vivendo proprio con la sua terapeuta. Se le esprime pensieri di autolesionismo o suicidio, può chiedergli se ne ha già parlato con lei o se ha intenzione di farlo. A volte, solo il fatto di sentirsi ascoltati senza essere giudicati può fare la differenza.

Durante un attacco di panico, ciò che può aiutarlo è riportarlo al momento presente. Può invitarlo a concentrarsi sul respiro, magari inspirando ed espirando lentamente insieme a lui, oppure a descrivere cinque cose che vede, quattro che può toccare, tre che può sentire, due che può annusare e una che può gustare. Questo esercizio aiuta a ridurre l’ansia ancorandosi alla realtà. Se è al telefono con lui, può parlargli con un tono calmo, rassicurarlo che l’attacco passerà e che è al sicuro.

Per quanto riguarda cosa dire e cosa evitare, è importante non minimizzare il suo dolore con frasi come "non pensarci", "passerà", "ci sono persone che stanno peggio" o "devi essere più forte". Invece, può essere d’aiuto fargli sapere che non è solo, che può parlarle senza paura di essere giudicato e che è importante per lei. Frasi come "sono qui per te", "mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto", "non sei un peso, voglio ascoltarti" possono fargli sentire che il suo dolore è valido e che c'è qualcuno accanto a lui.

Se dovesse accennare nuovamente pensieri suicidari, è fondamentale non lasciarlo solo e, se possibile, avvisare un adulto di riferimento, come un genitore o la sua terapeuta. Potrebbe temere di tradire la sua fiducia, ma quando si parla di vita e di sicurezza, è sempre meglio agire con responsabilità piuttosto che rischiare che il suo dolore lo porti a compiere gesti estremi.

Si ricordi, però, che anche lei ha bisogno di proteggere il suo benessere. Sentirsi responsabili della sofferenza di un’altra persona può essere molto pesante, e non deve affrontare tutto questo da sola. Se sente di avere bisogno di un supporto, non esiti a parlarne con qualcuno di fidato.

Se ha bisogno di ulteriori indicazioni, non esiti a contattarmi.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Ilaria Grasso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao, complimenti per la tua empatia e prontezza di intervento nonostante la tua giovane età... quella che descrivi è una situazione difficile e potenzialmente pericolosa e non mi sembra opportuno che tutto questo peso ricada su di te. Quello che stai facendo è già molto e dimostra l'affetto che provi per il tuo amico, ma purtroppo non è nelle tue possibilità riuscire a salvarlo, quello che puoi fare è stargli vicino facendogli sentire la tua presenza e amicizia. Cerca di proteggere anche te stessa e non caricarti troppo peso, purtroppo la depressione è qualcosa di molto pesante e risucchiante. un abbraccio.
Dott.ssa Martina Mari
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Cremona
Gentile Signorina,

innanzitutto, desidero ringraziarla per aver condiviso questa situazione delicata e per la sua volontà di supportare il suo amico in un momento così complesso. La sua empatia e il suo impegno sono encomiabili, ma è importante ricordare che, pur essendo un punto di riferimento per lui, non è sua responsabilità farsi carico della sua salute mentale. Il suo ruolo è quello di offrire supporto emotivo, ma entro i limiti delle sue possibilità e del suo benessere. Supportare una persona con depressione può essere emotivamente faticoso. È essenziale che lei si prenda cura di sé stessa e stabilisca dei limiti. Non può essere l’unica fonte di supporto per il suo amico. Parli con un adulto di fiducia, come un genitore, un insegnante o un counselor, per condividere le sue preoccupazioni e ricevere supporto a sua volta. La sua presenza e il suo ascolto sono già un grande aiuto per il suo amico, ma è importante ricordare che non può sostituirsi a un professionista della salute mentale. Continuare a incoraggiarlo a seguire il percorso terapeutico è la cosa migliore che possa fare. Se ha ulteriori domande o dubbi, non esiti a chiedere. La sua sensibilità e il suo impegno sono davvero ammirevoli.

Un cordiale saluto, Dott.ssa Martina Mari.
Salve, innanzitutto, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. È evidente quanto tenga al benessere del suo amico e quanto stia cercando di offrirgli supporto nel miglior modo possibile, con impegno ed empatia.
Detto questo, è importante sottolineare che, per quanto tra amici ci si sostenga a vicenda, la situazione che descrive è complessa e delicata. Il suo amico sta già ricevendo un supporto professionale, ed è essenziale che continui a farlo. Il rischio, in queste situazioni, è che lui si affidi troppo a lei per trovare sollievo nei momenti di crisi, e che lei, a sua volta, si carichi di un peso che non dovrebbe portare da sola. Questo potrebbe generare un senso di responsabilità eccessivo, e nel caso ipotetico in cui non riuscisse a calmarlo da un attacco di panico o mettesse in atto comportamenti autolesivi, potrebbe farle provare sentimenti di colpa ingiustificati.
Per il suo bene e per il suo amico, il consiglio più importante è quello di incoraggiarlo a rivolgersi alla sua psicologa ogni volta che sente di stare male, specialmente quando emergono pensieri di autolesionismo o suicidio. È fondamentale che sia un professionista a guidarlo attraverso questi momenti.
Se si trova con lui durante un attacco di panico, può provare a calmarlo con tecniche di respirazione profonda: invitarlo a inspirare lentamente per quattro secondi, trattenere il respiro per altri quattro e poi espirare lentamente per sei-otto secondi. Ripetere questo esercizio più volte può aiutarlo a ritrovare un po’ di stabilità.
Un altro metodo utile può essere distrarlo con qualcosa di concreto, come fargli elencare dettagli di cose che gli piacciono, ad esempio gli ingredienti del suo piatto preferito, i giocatori della sua squadra del cuore o qualsiasi altro argomento che gli risulti familiare e rassicurante. Questo lo può aiutare a spostare il focus dal momento di crisi a qualcosa di più neutro o positivo.
Infine, le consiglio di non affrontare questa situazione da sola. Se sente che il carico emotivo diventa troppo pesante, non esiti a parlarne con un adulto di fiducia o con un professionista.
Rimango a disposizione se avesse bisogno di ulteriori chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, non è semplice stare accanto a qualcuno che soffre. Credo che le sue paure siano comprensibili e legittime. Prima di tutto ricorda che un attacco di panico ha un tempo fisiologico di durata. Per tanto basterà stare li con lui, magati aiutarlo a respirare con calma ispirando dal naso (lentamente) ed espirando dalla bocca (lentamente). Non esiste una cosa giusta o sbagliata da dire. Stare li con lui nel dolore, magari chiedendo proprio a lui di cosa ha bisogno quando sta male. spesso esserci è l'unica cosa che si può fare. Lui sta già ricevendo il sostegno ed il supporto di cui ha bisogno, non preoccuparti di assumerti responsabilità ulteriori. Lui ha bisogno di un amica, i professionisti li ha già. Credo tu stia già facendo tanto. Rimani così. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buon pomeriggio, è evidente quanto tu tenga al tuo amico e quanto desideri fare la cosa giusta, ed è importante riconoscere che essere accanto a qualcuno che soffre di depressione e ha pensieri autolesivi può essere emotivamente impegnativo.
Il primo aspetto fondamentale è che non sei da sola in questo: il tuo amico sta già ricevendo un supporto professionale, il che è molto positivo. Tuttavia, capisco la tua preoccupazione su come comportarti nei momenti più difficili, come durante un attacco di panico o quando accenna pensieri autolesivi o suicidari.
Nei momenti di crisi, può essere utile mantenere un tono di voce calmo e rassicurante, evitando di minimizzare il suo stato d’animo o di cercare soluzioni immediate. Frasi come "Sono qui con te, respira con me, passerà" possono aiutarlo a sentirsi meno solo. Per gli attacchi di panico, prova a guidarlo con esercizi di respirazione lenti e profondi o a fargli focalizzare l’attenzione su qualcosa di concreto intorno a lui.
Riguardo ai pensieri autolesivi o suicidari, è importante non giudicare né allarmarsi troppo, ma neanche sottovalutare. Puoi dirgli qualcosa come "Capisco che tu stia soffrendo molto. Ti va di parlarne? Non sei solo, c'è chi può aiutarti." Se ti accorgi che il rischio di farsi del male è concreto, la cosa migliore è incoraggiarlo a contattare la sua psicologa o un altro adulto di riferimento. Se dovesse sembrare in pericolo immediato, non esitare a chiedere aiuto.
Detto questo, anche tu meriti uno spazio per elaborare quello che stai vivendo e per ricevere strumenti più specifici su come affrontare questa situazione senza sentirtene sopraffatta. Se vuoi, possiamo parlarne meglio insieme e capire come sostenerti nel modo più efficace possibile. Se ti fa piacere, possiamo fissare un primo incontro per approfondire la situazione e trovare strategie adatte a te.
Saluti
Dott.ssa Marika Muscarella
Ciao! La situazione è molto seria, è fondamentale che tu sia una persona significativa per lui ma non puoi occupartene direttamente, per questo ha già come riferimento più professionisti sanitari. Sarebbe importante segnalare ad un adulto (preferibilmente un suo familiare), su cui senti di poter fare affidamento, il fatto che ti abbia confessato di avere dei pensieri relativi ad autolesionismo e suicidio.
Potrebbe esserti di aiuto trovare uno spazio d'ascolto con un professionista che possa accogliere le tue preoccupazioni e guidarti nel rispondere alla richiesta di aiuto del tuo amico.
Dott.ssa Stefania Militello
Psicologo, Psicologo clinico
Sassari
La cosa più importante è ricordare che il suo supporto è prezioso, ma non può sostituire il lavoro dei professionisti che lo seguono.
Quando ha un attacco di panico, può aiutarlo a concentrarsi sul respiro, invitandolo a inspirare lentamente dal naso e a espirare dalla bocca, oppure a descrivere ciò che lo circonda per ancorarlo al presente. Se esprime pensieri autolesivi o suicidari, non minimizzi, ma neanche si faccia carico da sola: lo incoraggi a parlarne con chi lo sta seguendo e, se necessario, avvisi un adulto di riferimento.
Non servono frasi motivazionali o soluzioni, ma ascolto empatico: mostri comprensione senza giudicare, evitando frasi come "devi reagire" o "andrà tutto bene". Piuttosto, può dire: "Mi dispiace che ti senti così, sono qui per te".
Se si sente sopraffatta, non esiti a chiedere aiuto a un adulto o a uno specialista. Anche lei ha diritto a essere supportata in questa situazione. Un caro saluto.
Dott.ssa Adriana Vicario
Psicologo, Psicologo clinico
Lusciano
Salve, innanzitutto grazie per aver condiviso la situazione delicata che sta affrontando il suo amico e lo stato d'animo che sta provando lei rispetto alla situazione. Se ha percepito che il rischio suicidario possa avvicinarci anche minimamente al compimento, le consiglio di far sì che il suo amico si rivolga al pronto soccorso più vicino. Gli attacchi di panico assumono forme diverse in persone diverse data la sintomatologia vasta. Quello che posso suggerirle è un atteggiamento rassicurante e non giudicante, fargli sentire la sua presenza. Chiaramente, una situazione abbastanza complicata va affrontata con chi di competenza, nonostante le persone care siano un'importante fattore protettivo. Consiglierei al suo amico un percorso psicoterapeutico adatto ai suoi bisogni e di parlarne quindi con la sua psicologa e psichiatra per capire quale possa essere il percorso terapeutico e farmacologico più adatto a lui. Ad ogni modo, consiglio anche a lei di tutelarsi rispetto ai vissuti di sofferenza che potrebbero comunque alterare il suo stato emotivo. Spero che la situazione si risolvi favorevolmente, cari saluti.
Buongiorno, mi spiace molto per il tuo amico, ma immagino sia molto difficile anche per te. Capisco che tu voglia aiutarlo a stare bene, ma secondo me, la cosa migliore che puoi fare è stargli vicino come amica, fargli sentire che tu ci sei, che, se ha un attacco di panico quando siete insieme, tu sei lì presente con il corpo, ma anche con il cuore.
Per trasmettergli questo, credo che nessuno psicologo potrebbe consigliarti parole migliori di quelle che sono le tue, che gli vuoi bene perchè gli sei amica. Se è seguito in una psicoterapia per la sua depressione, la psicologa che lo segue potrebbe avergli suggerito alcune tecniche di respirazione o esercizi da utilizzare in quei momenti. Nel caso, puoi semplicemente ricordargli di applicare ciò che lui conosce perchè lo ha imparato con la sua psicologa. Mi sento di suggerirti anche, in quei momenti di invitarlo a parlare con la sua psicologa. E' difficile stare vicino a un amico che soffre così tanto, ricordati anche del tuo benessere psicologico. Se senti che in alcuni momenti per te è troppo difficile stargli vicino, non sentirti in colpa. Fai solo ciò che ti senti. Spero di esserti stata d'aiuto. Un caro saluto a entrambi di stare bene. SV
Dott.ssa Sara Lo Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Siracusa
Ciao, è bello che tu voglia aiutare il tuo amico e capisco quanto è difficile e spaventoso. prima di tutto non devi sentirti responsabile per la sua guarigione, quello è un percorso che sta affrontando con la sua Psicologa. posso solo dirti per quanto riguarda l'attacco di panico puoi aiutarlo a concentrarsi sul respiro (inspira per 4 secondi , trattiene il respiro per altri 4, per poi espirare per altri 4 e continuate con molta calma fin quando riesce a calmarsi ... potete farlo insieme )
a volte basta avere qualcuno di vicino che gli vuole bene il resto fallo fare alla professionista :)
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Salve,

ti ringrazio per aver scritto e per la premura che dimostri verso il tuo amico. È comprensibile che tu possa sentirti in difficoltà nel gestire una situazione così delicata, ma già il fatto che tu stia cercando aiuto è un segnale importante della tua sensibilità e del tuo desiderio di fare la cosa giusta.

È fondamentale ricordare che il tuo amico è già seguito da una professionista e sta ricevendo un supporto psicologico e farmacologico. Tuttavia, il tuo ruolo come amica può essere molto prezioso, soprattutto nel fargli sentire che non è solo.

Per quanto riguarda gli attacchi di panico, può essere utile:

Aiutarlo a regolare il respiro, suggerendogli di inspirare lentamente dal naso e di espirare dalla bocca, magari contando insieme a lui.
Rassicuralo con una presenza calma, parlando con voce tranquilla e dicendogli che è al sicuro, che l’attacco passerà e che tu sei lì con lui.
Distrarlo leggermente, magari facendolo concentrare su qualcosa di concreto (ad esempio, chiedendogli di descrivere cinque cose che vede intorno a sé).
Per quanto riguarda i pensieri di autolesionismo o suicidio, è importante non minimizzarli, ma anche non caricarti del peso da sola. Se lui esprime pensieri suicidari, incoraggialo a parlarne con la sua psicologa o con un adulto di riferimento. Se temi che sia in pericolo immediato, non esitare a contattare qualcuno che possa intervenire (genitori, professionisti, o il 112 in caso di emergenza).

Infine, ricorda che anche tu hai bisogno di supporto. Aiutare qualcuno che soffre può essere molto impegnativo, e non devi sentirti obbligata a risolvere tutto da sola. Se senti il bisogno di confrontarti con un adulto o uno specialista, fallo senza esitazione.
Dott.ssa Sabrina Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Ciao, la depressione è una psicopatologia che spegne la spinta vitale e il tuo amico presenta aspetti depressivi importanti. In questi casi un intervento integrato di supporto psicologico e farmacologico, che consente un contenimento della sintomatologia, è assolutamente necessario. Credo che tu stia facendo molto con la tua presenza e vicinanza fisica ed affettiva e che non sia facile, data la tua giovane età, tollerare la responsabilità di una condizione che è complessa da gestire per tutti.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco profondamente quanto questa situazione ti stia mettendo in difficoltà e quanto tu desideri davvero aiutare il tuo amico. È normale sentirsi sopraffatti quando qualcuno a cui tieni manifesta pensieri autolesionistici e, in momenti di crisi, temere di fare o dire la cosa sbagliata.
Mi chiedo: quando parli con lui, quali parole o comportamenti sembrano alleviare, anche solo per un momento, il suo attacco di panico? Riesci a notare se ci sono situazioni particolari o emozioni che sembrano scatenare questi momenti così difficili?
Ricorda che il tuo ruolo, come amica, è prezioso: ascoltare senza giudicare, esprimere il tuo sostegno con frasi come "Sono qui per te" o "Capisco che in questo momento ti senti sopraffatto" può fare la differenza. Tuttavia, se noti che i pensieri suicidi o autolesionistici si intensificano, potrebbe essere importante suggerirgli vivamente, in modo delicato, di parlarne con uno psicologo e richiedere un supporto psicologico, così da garantirgli un supporto professionale immediato.
Come ti senti nel gestire anche le tue emozioni mentre cerchi di sostenerlo? È importante che anche tu ti prenda cura di te stessa, magari cercando anche un supporto per affrontare la responsabilità emotiva che questa situazione comporta. se vi va io sono qui per ascoltarvi e aiutarvi ad esplorare queste domande.
Dott.ssa Nicole Crivaro
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Cara, deve essere davvero faticoso ed estremamente doloroso vivere questo momento di sofferenza del tuo amico così da vicino, ed in modo così coinvolto e intenso.
Stavi scrivendo per un tuo amico che soffre di depressione e ha pensieri suicidari, ma stargli così vicino ti porta ad avere costantemente paura di fare o dire la cosa sbagliata. In te c'è tanta ansia come è comprensibile che sia, ansia e paura, nonchè un grande senso di impotenza di fronte a qualcosa che è più grande di te. E questo ti fa fare tanta fatica.
La cosa che deve esserti chiara è che non sta a te "gestirlo". Non è una tua responsabilità.
Il tuo messaggio è una richiesta di aiuto, ma è indirizzata ad aiutare qualcun altro, non te.
Ma anche tu meriti di avere uno spazio per essere accolta e ascoltata. proprio tu.
Probabilmente nel corso della tua vita hai imparato che tu hai un ruolo nel far stare meglio gli altri, oppure che devi farti carico della sofferenza altrui senza tenere in considerazione ciò che per te potrebbe essere poco tutelante fare- al di là del fatto che ci vuole una professionalità che dura tanti anni per poter "gestire", e prendere in carico una persona che soffre di depressione.
In questo caso è importante rendersi conto che questa situazione ti sta coinvolgendo molto e ti fa sentire impotente più di quello che sarebbe naturale sentire, in quanto ti fai carico tu del lavoro della psicologa e dello psichiatra che già lo stanno seguendo.
Non è compito tuo.
Il tuo compito in questo momento è prenderti cura di te. Fare un passo indietro. Continuando ad essergli amica, ma ponendo dei limiti in grado di tutelare te stessa prima di tutto. Questo non è facile da fare.
Dunque la cosa che potrebbe esserti utile adesso è pensare a come stai tu. sentire cosa succede quando lui ti chiama, o quando ha un attacco di panico e senti il bisogno di pensarci tu a lui, sentire cosa succede all'idea di fare un passo indietro. ti senti in colpa? ti senti responsabile? non è possibile per te fare un piccolo passo indietro per tutelarti perchè l'altro ha bisogno e quindi sei tu che devi pensare a lui?
poniti queste domande, semplici ma molto importanti per il tuo bene. Considera anche l’idea di iniziare un percorso psicologico che possa aiutarti, in una realzione in cui c’è un adulto professionista in grado di sostenere il peso della tua di sofferenza.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
è comprensibile che tu ti senta in difficoltà: quando un amico vive un periodo così delicato, è naturale aver paura di dire o fare la cosa sbagliata. La prima cosa importante è ricordare che non sei tu a doverlo “salvare”: lui è già seguito da una psicologa e ha un supporto medico, quindi tu puoi offrire un aiuto affettivo, non terapeutico.

Quando ha un attacco di panico, può essere utile parlargli con calma e aiutarlo a tornare al presente con piccole cose concrete: fargli notare la respirazione, il luogo in cui si trova, ciò che vede o sente in quel momento. Più che trovare le parole “giuste”, è importante il tono: tranquillo, lento, non giudicante.

Rispetto ai pensieri sull’autolesionismo, non serve dare consigli o provare a convincerlo con frasi razionali. La cosa più utile è riconoscere il suo stato (“capisco che stai soffrendo molto”) e ricordargli che non è solo, che può continuare a portare questi pensieri alla sua psicologa o ai suoi adulti di riferimento. Questo permette a lui di non sentirsi giudicato e a te di non assumerti un peso troppo grande.

Quello che puoi evitare sono frasi che minimizzano (“non è niente”, “passerà subito”) o che responsabilizzano troppo te stessa (“sono io che devo aiutarti”). Stare accanto a qualcuno significa essere una presenza affidabile, non trovare soluzioni immediate.

Il fatto che tu ti stia facendo queste domande dimostra che sei molto attenta e che ti importa davvero, ma è altrettanto importante proteggere te stessa e non sentirti l’unica persona da cui dipende il suo benessere.

Se continuiate a parlarvi mantenendo un clima calmo e sincero, il tuo sostegno potrà essergli utile senza metterti in una posizione che non spetta a te.

Dott.ssa Sara Petroni

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