salve, sono un ragazzo di 24 anni, avrei una domanda in merito ad una persona a me cara. Una mia car

24 risposte
salve, sono un ragazzo di 24 anni, avrei una domanda in merito ad una persona a me cara. Una mia cara amica di 20 anni attualmente è coinvolta in una relazione tossica, e non so come aiutarla.
Ho conosciuto questa amica tramite amicizie del mio migliore amico che conosco dai tempi del liceo, prima di lei ho conosciuto il suo ragazzo che all'inizio, sia a me che al mio migliore amico, sembrava una brava persona. La sua ragazza (ovvero la mia amica) invece vive in un paese a pochi chilometri da me, l'ho conosciuta meglio lo scorso anno in autunno, uscivamo spesso nei fine settimana assieme al migliore amico. Questa ragazza ha passato un infanzia ed un adolescenza molto difficile, vive in una situazione familiare disastrata, quasi sempre reclusa in casa, ha sofferto di depressione ed assume psicofarmaci. Sia io che il mio migliore amico eravamo molto affezionati a lei perché è simpatica e buona, di cuore ed aiuta tutti, fino a quando lo scorso maggio il mio migliore amico ha litigato col ragazzo della mia amica in quanto lui cerca sempre di ostacolare le amicizie della sua ragazza per tenerla a sé. Da allora per due mesi non ci siamo più sentiti, nonostante la mia amica non fosse coinvolta nella diatriba il suo ragazzo l'ha coinvolta lo stesso mettendola contro me e il migliore amico con bugie e calunnie. Dopodiché un mese fa la mia amica è tornata in contatto con me scrivendomi, sapevo che in cuor suo non credeva alle menzogne del suo ragazzo, ci siamo riparlati e sono stato felice di averla risentita, ma appena neanche qualche ora dopo si è messo in mezzo il suo ragazzo scrivendo anche me. Il giorno dopo vista l'occasione ho tentato di fare dialogare il mio migliore amico e il ragazzo della mia amica affinché si chiarissero ma niente, il ragazzo della mia amica continua a gettare fango sul mio migliore amico con menzogne e falsità, tant'è che il mio migliore amico non vuole più sentirlo, ed io idem, è una persona che mi procura disagio. Il ragazzo di questa mia amica ha isolato sempre di più la sua fidanzata nel corso degli anni, prima aveva molte amiche, lui l'ha allontanata da esse. Persino la sorella minore della mia amica e il padre (separato) non hanno un buon rapporto col suo ragazzo. Lui le impone ogni cosa, le impone le sue "amicizie" (per lei false), la porta a degradare sempre di più mentalmente, la distrugge psicologicamente e la tratta come un giocattolo. Molte volte durante le uscite tutti assieme lui la trattava male e litigavano ogni volta. Ogni tanto la mia amica cerca di mandare dei segnali facendo capire che non sta bene col suo ragazzo, spesso pubblica dei post con dei disegni in cui lo fa capire sui social e qualche volta di recente mi ha anche lievemente confessato di essere insoddisfatta oltre che della situazione in famiglia anche della sua relazione. Una volta mi ha addirittura telefonato in lacrime pregandomi di non abbandonarla perché per lei sono un vero amico visto che aveva già perso il mio migliore amico visto che si è lasciata coinvolgere dal suo ragazzo pur non centrando niente nella litigata. Una volta, in presenza del suo ragazzo, lei ha persino dichiarato che con lui non si diverte ma si divertiva e stava bene solo con me e col mio amico, in pratica noi due per lei eravamo come una via di fuga, il suo ragazzo lo aveva capito e ci ha fatti fuori dalla vita della sua ragazza. In questo periodo mi sono informato su internet guardando i sintomi delle relazioni tossiche ed ho scoperto che la mia amica purtroppo soffre di dipendenza affettiva. I traumi che ha avuto in passato l'hanno portata ad essere una ragazza chiusa in sé stessa e manipolabile, tanto che ripone tutta la sua fiducia solo nel suo ragazzo. Ormai la relazione dura da 4 anni, ed è sempre più difficile per lui uscire dalla dipendenza. Ecco perché nonostante lui la tratti male, la manipoli, a tal punto anche qualche volta da spingersi ad autolesionarsi, nonostante sia insoddisfatta e litighi continuamente con lui non riesce a staccarsi in alcun modo. Lei probabilmente sa che ho capito il suo problema, per questo vuole il mio aiuto. Ogni tanto ci sentiamo ancora, mette like ai miei post sui social, mi manda qualche video divertente, spesso mi scrive per chiedermi come sto ma poi quando le rispondo non visualizza nemmeno perché impedita da lui che la ostacola continuamente. Il suo ragazzo è un manipolatore, viziato, arrogante e presuntuoso, ha un comportamento infantile, usa la sue ragazza come un giocattolo e le fa pressioni psicologiche. Avere un dialogo con lei è difficile in quanto lui la ostacola, spesso si confida con me ma poi la conversazione non va oltre, appena ho l'occasione la incontro e parliamo di persona in qualche uscita. Non so come fare per aiutare la mia amica, nessuno nella sua famiglia ha capito il problema, solo io e il mio migliore amico con cui non ha più contatti, vorrei aiutarla anche perché ha sofferto e soffre tutt:ora, la conosco da poco ma le voglio veramente bene, ho letto che non posso parlarle chiaramente della relazione tossica perché è peggio, come posso aiutarla psicologicamente ad uscire da questa storia e ad aver una vita normale, tornando anche in contatto con le persone da cui si è allontanata per colpa del suo ragazzo?
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Salve. In certe condizioni possiamo solo stare vicino a chi amiamo anche perchè la vicinanza è un linguaggio ancestrale e dice con il corpo e con la mente che noi siamo lì, sempre.
Purtroppo l'unico aiuto che la sua amica potrebbe avere deriva solo e soltanto da se stessa, quando lei si renderà conto che non può più andare avanti e chiederà un aiuto ad un professionista.

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Gent.mo utente,
il suo racconto è accorato e traspare l'affetto che ha per questa sua amica. Le sue intenzioni di volerla aiutare sono nobili e comprendo la difficoltà di non saper come agire in queste circostanze.
Ritengo che l'aiuto concreto che può dare alla sua amica è quella di consigliarle un supporto psicologico per affrontare le sue difficoltà all'interno della relazione che sta vivendo. Lo stimolo che può usare è farla riflettere sul suo stato di felicità e su ciò che sente il bisogno di cambiare nella sua vita attuale. Ma andare oltre questi consigli amichevoli può essere deleterio e controproducente.
Se la ragazza afferma, in modo esplicito o con chiari segnali, di essere in difficoltà ha già raggiunto una buona consapevolezza della possibilità di cambiamento. Ma, in definitiva, è solo lei che può prendere questa decisione. Da buoni amici potete essere presenti e sensibili ma rispettando la sua libertà di pensiero e di azione.
Con cordialità, Dott. Antonio Cortese
Buongiorno, la cosa migliore che può fare per la sua amica è consigliarle un percorso di psicoterapia che la aiuti ad acquisire consapevolezza e sicurezza in sè stessa, in modo tale da raggiungere la piena libertà di pensiero
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno, quello che descrivi è il quadro di una relazione fortemente tossica e manipolativa, in cui la tua amica mostra chiari segnali di dipendenza affettiva e isolamento sociale.

La tua attenzione e cura verso di lei sono preziose, ma è fondamentale ricordare che non puoi sostituirti al terapeuta o al supporto professionale: il cambiamento deve partire da LEI, quando sarà pronta, e con strumenti adeguati.

Ma tu puoi aiutarla concretamente in questi modi:

1. Essere presente come sostegno sicuro: mantieni un contatto regolare ma discreto, ascoltando senza giudizio. Mostra empatia e conferma la sua esperienza senza forzarla a decisioni premature.
2. Favorire piccoli passi di autonomia: incoraggiala a coltivare interessi, amicizie o attività che non siano controllate dal partner. Anche contatti minimi con amici fidati sono importanti per ridurre l’isolamento.

3. Informazione e consapevolezza delicata: puoi aiutarla a leggere materiale su relazioni tossiche e dipendenza affettiva, senza fare confronti diretti col suo ragazzo, così da aumentare gradualmente la sua consapevolezza.

4. Incoraggiare supporto professionale: se possibile, suggeriscile uno psicologo o un centro anti-violenza/relazioni tossiche, ricordandole che cercare aiuto è un segno di forza, non di debolezza.

Stabilisci con lei una routine settimanale di piccoli contatti (messaggi o brevi incontri) in cui lei possa sentirsi ascoltata e libera di esprimere i suoi sentimenti senza timore di giudizio o pressione. Un caro saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillan
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta attenzione e sensibilità la situazione della tua amica. Da quello che descrivi, è chiaro che si tratta di una dinamica complessa e dolorosa, che purtroppo rientra in quelle che vengono definite relazioni tossiche e di dipendenza affettiva.

Il desiderio di aiutarla è nobile e importante, ma è bene essere consapevoli che non sempre dall’esterno si riesce a “salvare” una persona: ciò che puoi fare è esserci come presenza stabile, senza giudicarla, offrendole ascolto, comprensione e piccoli spazi di libertà e leggerezza quando ne ha bisogno. Spesso chi vive una relazione di questo tipo si sente molto isolato, e sapere che qualcuno le vuole bene davvero senza secondi fini può fare la differenza.

È utile che tu non entri in scontri diretti con il suo ragazzo, perché questo potrebbe rinforzare il legame di dipendenza e la dinamica di isolamento. Piuttosto, puoi incoraggiarla delicatamente a coltivare interessi personali, rapporti con altre persone e a prendersi cura di sé, ricordandole che non è sola.

Tuttavia, la situazione che racconti — la sua storia familiare difficile, l’uso di psicofarmaci, i segnali di sofferenza profonda e perfino episodi di autolesionismo — richiede un sostegno più strutturato e professionale. Il passo più importante, per poter davvero uscire da questa relazione tossica e recuperare un equilibrio, è rivolgersi a uno specialista che possa aiutarla ad affrontare sia la dipendenza affettiva sia le ferite emotive del passato.

Sarebbe quindi utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Caro paziente anonimo
Guarda esistono dei percorsi terapeutici di gruppo che aiutano proprio nella risoluzione di problemi di dipendenza affettiva
Sono gruppi di auto mutuo aiuto presenti in tutta Italia e di solito è consentito ingresso anche a " famigliari " amici
Prova a vedere se esistono nella tua zona di appartenenza
Credo sia unica cosa che puoi fare indirizzarla verso un percorso terapeutico di questo tipo .( Puoi avere un ruolo attivo vedendo se esistono e se puoi fare consulenza)o individuale
ma li solo lei può decidere se lo vuole o no
Salve, quello che racconta ha molte caratteristiche tipiche delle relazioni tossiche e, come lei stesso ha intuito, della dipendenza affettiva, isolamento progressivo, svalutazioni, bisogno costante di approvazione, difficoltà a interrompere il legame nonostante la sofferenza.
La sua amica probabilmente sa di non stare bene, ma al tempo stesso sente che senza quella relazione non può farcela, è questo il meccanismo della dipendenza. In questi casi la cosa più importante che può fare chi le sta vicino non è convincere direttamente a lasciare il partner, tentativo che spesso provoca chiusura e resistenze, ma mantenere un canale di vicinanza e ascolto. Sapere che c’è qualcuno che non la giudica, che non la abbandona e che le offre uno spazio sicuro dove potersi esprimere, è già un sostegno fondamentale.
Le suggerisco di mostrarsi disponibile, ma senza pressarla o imporle decisioni. Può rinforzare la sua autostima ricordandole le sue qualità, valorizzando i momenti in cui mostra forza o capacità di scelta. Se le capita di confidarsi, accolga ciò che dice senza minimizzare né esasperare, provando piuttosto a farle notare come si sente nelle varie situazioni, questo la aiuta a prendere consapevolezza da sola.
Un altro passo importante sarebbe incoraggiarla, quando possibile, a rivolgersi a un aiuto professionale, uno psicologo può darle strumenti concreti per riconoscere la manipolazione e ricostruire la propria autonomia. In attesa che lei stessa si senta pronta, il suo ruolo può essere quello di esserci, senza forzare i tempi.
In sintesi, la aiuti a non sentirsi sola, le dia piccoli stimoli di riflessione, ma non cerchi di sostituirsi a lei nelle scelte. La decisione di interrompere la relazione deve nascere da lei, quando avrà la forza interiore per farlo. Un caro saluto
Caro utente, sono la dott.ssa Quintiliano Francesca,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta cura e attenzione la situazione della tua amica. È evidente che per te sia una persona importante e che tu ti stia impegnando molto per starle vicino, nonostante le difficoltà legate alla sua relazione e al contesto familiare.
Da quello che descrivi, la tua amica sta vivendo una condizione complessa che sembra caratterizzata da sofferenza emotiva, isolamento e dipendenza affettiva. In queste circostanze, è naturale che tu senta il desiderio di aiutarla, ma è altrettanto importante riconoscere che non puoi sostituirti a un supporto psicologico professionale.
Quello che puoi fare concretamente è:
Mantenere la tua presenza: farle percepire che sei disponibile ad ascoltarla senza giudicarla, anche se a volte i suoi comportamenti possono sembrare contraddittori.
Offrirle supporto emotivo: rassicurarla sul fatto che non è sola e che può contare su di te come punto di riferimento esterno alla sua relazione.
Suggerirle con delicatezza la possibilità di rivolgersi a uno psicologo, in modo che possa affrontare in un contesto sicuro le dinamiche di dipendenza affettiva e le difficoltà personali.
Proteggere anche te stesso: aiutare una persona cara in queste situazioni può essere faticoso e frustrante, per questo è importante che tu mantenga i tuoi confini e non ti sovraccarichi di responsabilità che non puoi gestire da solo.

Se la tua amica dovesse sentirsi pronta, un percorso psicologico potrebbe rappresentare per lei un passo prezioso per elaborare i traumi vissuti e ritrovare maggiore autonomia emotiva.
Io sono una psicologa e ricevo sia online che in presenza a Verona: se la tua amica desidera iniziare a prendersi cura di sé, può contattarmi per un primo colloquio conoscitivo.

Un caro saluto.
Provo a risponderle sulla base delle informazioni qui scritte e su ciò che ho compreso. La situazione è molto difficile da più punti di vista, oltre che estremamente delicata. Ciò che lei può fare è sicuramente continuare a starle accanto e a darle supporto, essendo l'unica persona di cui lei si fida: lei per questa ragazza è il punto di uscita, di pausa da una vita e da una relazione che la sta travolgendo ed in cui questa ragazza non riesce a stabilire dei limiti. Anche se difficile, cerchi sempre di rimanere in contatto con lei, anche con piccoli gesti, che le facciano capire che non è sola e che può sempre contare su una figura amica. Potrei consigliarle di aiutare questa sua amica a parlarne con un professionista o a parlarne con i genitori appena trova un momento da sola con loro, ma attenzione perchè se il partner lo scoprisse potrebbe diventare più controllante o aggressivo.

Mi preme dirle però che per quanto lei ci tenga, ed è visibile questo, non può far altro che starle accanto. Per quanto voglia aiutarla, sarà sempre lei a scegliere se chiedere aiuto.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

dall'esterno non può fare un granché, ma potrebbe far comprendere alla sua amica quanto possa esser importante per lei intraprendere un percorso di psicoterapia, che la aiuti ad affrontare tutte le problematiche personali di cui ci ha parlato incluse quelle con il suo ragazzo attuale. Nella speranza possa accogliere la sua indicazione...

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, ho letto con attenzione la sua richiesta e colgo chiaramente la sua preoccupazione sincera e profonda per la sua amica, così come il senso di impotenza che prova di fronte a una situazione tanto complessa. È evidente che lei tenga molto a questa persona e che desideri offrirle un sostegno autentico. Allo stesso tempo, la dinamica che descrive porta con sé molti elementi tipici delle relazioni tossiche e di dipendenza affettiva: isolamento, svalutazioni, manipolazioni, difficoltà a staccarsi nonostante la sofferenza.

In questi contesti, chi si trova coinvolto direttamente nella relazione fa molta fatica a prendere consapevolezza fino in fondo, nonostante i segnali di malessere e le manifestazioni di insoddisfazione. Il legame, proprio per la sua natura di dipendenza, tende a mantenere la persona agganciata e a farle percepire il distacco come insostenibile. Questo rende spesso poco efficace, se non addirittura controproducente, il tentativo di affrontare il tema in modo diretto accusando il partner o insistendo sulla tossicità della relazione, perché la ragazza potrebbe percepirlo come un attacco e difendere ulteriormente il compagno.

Ciò che può fare, invece, è continuare a mantenere uno spazio di vicinanza e di ascolto autentico, senza giudizio, cercando di farle sentire che con lei può trovare accoglienza e comprensione. Questo non significa approvare ciò che vive, ma offrirle una base sicura dalla quale, se e quando sarà pronta, potrà iniziare a guardare alla sua esperienza con occhi diversi. La sua presenza stabile, anche se a volte ostacolata, rappresenta già un punto di riferimento importante, tanto più se lei riesce a rispettare i tempi e i limiti che la sua amica può tollerare in questo momento.

È altrettanto importante che lei si ricordi che non può farsi carico in prima persona di “salvarla”: la responsabilità ultima del cambiamento appartiene a lei e solo attraverso un percorso psicologico potrà lavorare davvero sulle radici della dipendenza affettiva, sui traumi vissuti e sulla difficoltà a costruire relazioni sane. In questo senso, il consiglio più utile che può darle, con delicatezza e senza forzature, è quello di affidarsi a uno psicoterapeuta, magari facendo leva sul fatto che già conosce la sofferenza psicologica e ha avuto bisogno di aiuto in passato.

Lei, da parte sua, potrà continuare ad esserci, a offrirle piccole esperienze positive di relazione, a ricordarle implicitamente che il mondo non è fatto solo di manipolazione e controllo. Anche se a volte può sembrare poco, questo atteggiamento ha un valore enorme perché contribuisce a mantenere viva in lei l’idea che un’alternativa è possibile.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Chiara Lisa Lovati
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Milano
Quello che racconta riguarda una dinamica purtroppo molto frequente nelle relazioni tossiche, dove la persona coinvolta, spesso già vulnerabile a causa di un vissuto difficile, fatica a riconoscere la pericolosità del legame e a prenderne distanza, anche quando è evidente il disagio che vive. L’isolamento, il controllo, la svalutazione e la manipolazione psicologica che descrive sono segnali chiari di un contesto relazionale malsano, che può avere conseguenze serie sulla salute mentale e sul benessere della sua amica.
È comprensibile che si senta impotente nel vedere qualcuno a cui vuole bene in una condizione così delicata, e che provi il desiderio di “fare qualcosa” per aiutarla. Tuttavia, come giustamente ha intuito, affrontare direttamente il tema della “relazione tossica” può essere controproducente: chi è intrappolato in queste dinamiche spesso si sente ancora più sotto attacco e può allontanarsi anche da chi cerca di sostenerla.
Ciò che può fare, e che sta già facendo, è restare una presenza costante e affidabile, pronta ad accogliere senza giudicare, mantenendo aperto uno spazio di ascolto sincero. Piccoli gesti, come rispondere ai suoi messaggi, farle sapere che c’è anche quando lei scompare per un po’, o cogliere le occasioni per vederla dal vivo, sono già forme importanti di supporto.
Inoltre, può essere utile incoraggiarla – senza forzare – a prendersi cura di sé, ad ascoltarsi, magari proponendole con delicatezza l’idea di un supporto psicologico, qualora un giorno sentisse il bisogno di parlare con qualcuno in uno spazio protetto e privo di giudizio.
Ricordi che, anche se non può “salvarla” direttamente, la sua vicinanza empatica può essere una risorsa fondamentale: spesso, proprio la presenza di almeno una relazione sana e rispettosa può aiutare, nel tempo, a risvegliare nella persona la consapevolezza di ciò che non va e il desiderio di cambiare.
Se ha bisogno di ulteriori chiarimenti su come affrontare questa situazione o vuole approfondire come continuare a essere un punto di riferimento per lei, può contattarmi. Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Chiara Lisa Lovati
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che racconti è una situazione davvero complessa, e si sente quanto tieni alla tua amica e quanto ti stia a cuore il suo benessere. È molto difficile vedere qualcuno a cui vogliamo bene intrappolato in una relazione tossica, soprattutto quando c’è una forte dipendenza affettiva e la persona sembra non riuscire a liberarsene anche se soffre.

Hai ragione: se le dicessi in modo diretto e insistente “lascialo, ti fa male” rischieresti solo di rafforzare il legame con lui, perché nelle dinamiche tossiche chi subisce tende a difendere il partner quando si sente messo sotto accusa dall’esterno.

Quello che puoi fare tu, realisticamente, è:
• Essere una presenza costante e affidabile. Lei ti ha già detto che ha paura di perderti e che sei uno dei pochi punti di riferimento positivi. Non serve fare grandi discorsi: basta esserci, farle sentire che non è sola, che con te può trovare ascolto senza giudizio.
• Offrirle ascolto senza pressione. Quando si confida con te, cerca di non dare subito soluzioni, ma rispecchia i suoi sentimenti: “Capisco quanto ti faccia soffrire questa situazione”, “Mi rendo conto che ti senti intrappolata”. Questo la aiuta a sentirsi compresa e meno in colpa.
• Rafforzare la sua autostima. Chi vive una relazione tossica ha spesso una percezione di sé molto fragile. Ricordale i suoi punti di forza, valorizza i piccoli successi, anche solo il fatto che ti scriva nonostante le pressioni di lui. Sono semi importanti per aiutarla a recuperare fiducia in sé stessa.
• Offrirle alternative di contatto. Proponile occasioni leggere e non impegnative per uscire, rivedere amici, riprendere spazi che non dipendono dal suo ragazzo. Non come imposizione, ma come opportunità: “Se ti va ci vediamo per un caffè”, “Ci sarebbe questa cosa carina, se hai voglia vieni anche tu”.
• Farle sapere che c’è un aiuto professionale. Senza insistere troppo, ma puoi dirle che non deve affrontare tutto da sola: un percorso psicologico potrebbe aiutarla a spezzare la dipendenza affettiva e a rimettere al centro i suoi bisogni. A volte, sapere che c’è un’alternativa basta a piantare un seme.
• Proteggere anche te stesso. Essere accanto a una persona in una relazione tossica può diventare molto faticoso. Ricorda che non puoi “salvarla” da solo: puoi esserle vicino, ma la scelta di uscire da quella relazione spetta solo a lei.

Quello che già fai — esserci, ascoltarla, darle affetto sincero senza pretendere nulla — è in realtà la forma di aiuto più grande che può ricevere in questo momento. Col tempo, questi piccoli gesti possono darle la forza per rendersi conto da sola che merita di meglio.

Dott.ssa De Pretto
Caro utente,

la ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata. Le sue parole descrivono con grande lucidità e sensibilità il dolore che prova nel vedere una persona a lei cara intrappolata in una relazione tossica. Il suo atteggiamento non è solo quello di un amico preoccupato, ma di una persona che ha capito profondamente la natura del problema e sta cercando la strada giusta per aiutare. La sua intuizione è corretta: affrontare il problema con chiarezza e con la giusta sensibilità è fondamentale.

Comprendere la dinamica della dipendenza affettiva
Il suo ragionamento sulla dipendenza affettiva è assolutamente corretto. La sua amica, a causa delle sue esperienze passate e del suo stato emotivo, ha sviluppato un meccanismo psicologico in cui si aggrappa a una relazione, anche se dannosa, per evitare la solitudine e il vuoto. In questo tipo di relazioni, il manipolatore (il suo ragazzo) sfrutta la vulnerabilità della vittima per esercitare controllo, isolandola da amici e familiari.

Il fatto che lei vi senta come una "via di fuga" è la chiave di lettura della situazione: lei e il suo amico rappresentate un barlume di normalità e felicità che il suo ragazzo teme di perdere. Per questo la isola e la manipola, perché la vostra presenza minaccia il suo controllo.

Come aiutare concretamente la sua amica
Le sue paure sono fondate, ma esistono modi per agire, senza creare un'ulteriore rottura:

Non la metta di fronte a un bivio: Le persone in una relazione tossica spesso si sentono in colpa e si mettono sulla difensiva. Non dica mai "devi lasciare il tuo ragazzo", perché questo la farà sentire attaccata e la spingerà a difendere la sua relazione. Non la giudichi e non parli male di lui, anche se ne ha tutte le ragioni.

Sii una presenza costante e sicura: Continui a fare esattamente ciò che sta facendo. Essere lì per lei, rispondere ai suoi messaggi quando le scrive, darle un like ai suoi post, anche se non visualizza o non risponde subito, le fa capire che non l'avete abbandonata. Lei è il suo punto fermo, un'ancora di salvezza. La sua amicizia è la chiave per la sua guarigione.

Incoraggia l'autostima e l'indipendenza: Quando ne avete l'occasione, cercate di concentrarvi su di lei, non sulla relazione. Incoraggiala a coltivare i suoi hobby, a vedere i suoi amici (anche se per poco tempo), e a fare cose che la rendano felice. Sottolinea le sue qualità e i suoi successi, in modo che ritrovi la fiducia in sé stessa.

Suggerisci un aiuto professionale: Questo è il passo più importante. Non può essere solo lei a salvarla. La sua amica ha già un passato di depressione e assume farmaci: questo le rende ancora più vulnerabile. Le suggerisca, con delicatezza, di parlare con un professionista, come uno psicologo. Può dirle qualcosa come: "Ho notato che ultimamente sei stressata e so che la situazione non è facile. Forse parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti a sentirti meglio, a prescindere da tutto il resto." Se lo riterrà opportuno, può anche dirle che questo le servirà per sé stessa, per la sua serenità, non per la relazione.

Conclusioni
La sua amica, con i suoi segnali e le sue richieste di aiuto, le sta dicendo che vuole uscire da questa situazione. La strada è lunga e piena di ostacoli, ma il suo ruolo di amico è fondamentale. Non si scoraggi se sembra che lei faccia due passi avanti e uno indietro: è un percorso tortuoso. La pazienza e la presenza sono le armi più potenti che ha a disposizione. Continui a essere un rifugio sicuro, a non giudicarla e a incoraggiarla a cercare aiuto. La sua amica ha bisogno che le ricordi chi è e quanto vale, al di là di questa relazione.
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta attenzione questa situazione. Dalle tue parole si percepisce quanto ci tieni alla tua amica, quanto tu l’abbia osservata con cura e quanto ti pesi vederla imprigionata in una relazione che le fa male.
La difficoltà maggiore, come hai intuito, è che non puoi “convincerla” a uscirne: quando una persona è in una relazione tossica spesso non riesce a vedere con chiarezza i meccanismi che la stanno intrappolando, e ogni tentativo diretto di aprirle gli occhi può generare chiusura o difesa. Ciò che puoi fare, e che ha molto valore, è esserci. Offrirle ascolto, ricordarle senza insistenza i momenti in cui si sentiva più libera e serena, valorizzare le sue qualità e farle sentire che non è sola. Anche piccoli gesti, come un messaggio, un incontro, un modo per farle sentire la tua presenza, possono aiutarla a mantenere un filo con la realtà al di fuori del controllo del suo ragazzo.
È comprensibile il senso di impotenza che provi, perché vederla soffrire e non poterla “salvare” subito fa male. Ma non sottovalutare l’importanza del tuo esserci: spesso chi vive una relazione tossica si aggrappa proprio a quelle poche persone che non l’hanno abbandonata e che continuano a mostrare affetto sincero. Non puoi sostituirti a lei nelle sue scelte, ma puoi essere un punto fermo che, quando sarà pronta, potrà aiutarla a trovare la forza di allontanarsi.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la sua amica si trova in una relazione tossica con forti segnali di dipendenza affettiva, manipolazione e isolamento. In questi casi forzarla a vedere la realtà può spingerla a chiudersi o difendere il partner. Il modo migliore per aiutarla è esserle vicino con costanza, senza giudizio, facendole sentire che ha uno spazio sicuro in cui può esprimersi. Ogni piccolo contatto, messaggio o confidenza è importante. Le consiglierei di incoraggiarla, con discrezione, a rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta, anche solo per iniziare a riflettere su di sé. Solo così potrà recuperare forza e autonomia emotiva. Lei sta già facendo molto, continui con questa presenza attenta e rispettosa. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
La situazione che descrivi è molto delicata e richiede un approccio attento e rispettoso. La tua amica si trova in una relazione manipolativa e tossica, caratterizzata da isolamento sociale, controllo costante, colpevolizzazione e dipendenza emotiva, e in questi contesti il cambiamento non può essere imposto dall’esterno ma deve avvenire quando la persona acquisisce consapevolezza e strumenti per proteggersi. Il modo migliore per aiutarla è offrirle supporto emotivo costante, ascoltandola senza giudicarla né spingerla a prendere decisioni immediate, incoraggiarla a riflettere sui propri sentimenti e comportamenti con domande aperte come “Come ti senti quando accade X?” o “Cosa vorresti davvero per te stessa?”, favorire gradualmente il contatto con amici e parenti fidati per ridurre l’isolamento, e stimolarla, se possibile, a rivolgersi a un professionista che possa aiutarla a comprendere meglio la relazione e costruire autonomia emotiva. È fondamentale rispettare i suoi tempi, riconoscere i propri limiti e non sostituirsi a lei nelle decisioni, poiché il tuo ruolo principale è offrire ascolto, sostegno e incoraggiamento. Anche piccoli gesti di presenza e attenzione possono fare una grande differenza, senza spaventarla o farla sentire sotto pressione, e nel caso in cui decida di allontanarsi dal partner, avere un piano di sicurezza e relazioni di supporto consolidate sarà fondamentale.
Salve,
La dinamica è particolarmente complessa. Il consiglio che sento di darle è quello di continuare a sostenere emotivamente la sua amica e incitarla a condividere tali dinamiche con il suo psicoterapeuta o con lo psichiatra di riferimento.
Dott.ssa Serena Baleani
Psicologo, Psicologo clinico
Loreto
Salve, il fatto che le sta vicino, che l'ascolta e le dà il suo sostegno è già di per sé un aiuto. Se si tratta veramente di una situazione tossica è importante farglielo capire. La sua famiglia non ha capito il problema perché lei non ne parla in casa oppure c'è un limite da parte dei componenti familiari? Chiedo questo perché la famiglia potrebbe essere una risorsa, se è una famiglia funzionale.
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno, capisco la situazione difficile... l'isolamento e il controllo sono anch'essi segnali di violenza, in questo caso psicologica, da non sottovalutare assolutamente. Per poter uscire da questa relazione disfunzionale sarebbe molto importante che convincesse la sua amica a cominciare un percorso con uno psicologo/a (le spieghi che nè la famiglia nè il suo ragazzo ovviamente devono essere tenuti a saperlo in quanto persona maggiorenne).. se ci sono difficoltà economiche potrebbe rivolgersi al Csm del suo comune, oppure io sarei disponibile (se visita il mio profilo può vedere le mie tariffe e valutare se sono in linea con le sue possibilità). infine, il numero da chiamare in caso di violenza sulle donne è il 1522, un servizio pubblico gratuito attivo tutti i giorni dove puoi parlare con delle operatrici, spiegare loro la situazione e ricevere supporto e orientamento rispetto quali sono i vari step e azioni da compiere. Mi raccomando, non sottovalutate il pericolo e fate presto qualcosa.
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
È naturale volerla aiutare, ma è importante ricordare che non puoi salvarla tu: la decisione di lasciare la relazione deve partire da lei. Il tuo ruolo può essere invece quello di sostegno sicuro e stabile, ascoltandola senza giudicare e facendole capire che non è sola. Infine, prenditi cura anche tu del tuo benessere: essere vicino a qualcuno in questa situazione può essere molto stressante, quindi mantieni confini chiari e spazi di protezione emotiva. Essere una presenza coerente, empatica e non giudicante è già un aiuto enorme per lei.
Dott.ssa Martina Panzeri
Psicologo, Psicologo clinico
Cusano Milanino
Gentile utente, farsi domande sulle motivazioni dell'altro ha poco senso. Nessuno può rispondere del comportamento degli altri, sarebbe tra l'altro poco professionale (e di poco senso) in questa sede. Ciò che può chiedersi è cosa può fare lei in questa situazione, cosa dice di lei il malessere che prova.
Sicuramente ci dice di un rapporto amicale importante e nella quale relazione si sente molto coinvolto. Potrebbe parlarne con la sua amica e proporle un incontro, oppure, per le questioni che la riguardano prendere in carico come sta e iniziare un percorso psicologico.
Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri


Dott.ssa Susanna Minaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Cantù
Buonasera,
la sua preoccupazione e la sensibilità con cui descrive la situazione della sua amica mostrano un grande senso di empatia e attenzione. È molto difficile vedere una persona cara intrappolata in una relazione tossica, soprattutto quando la manipolazione e la dipendenza affettiva rendono complicato prendere consapevolezza del problema o allontanarsi.
In questi casi, ciò che può davvero aiutarla è mantenere un contatto empatico, non giudicante e stabile. Eviti di scontrarsi direttamente con il suo compagno o di insistere troppo perché lo lasci: questo potrebbe farla chiudere ancora di più e aumentare il controllo su di lei. Piuttosto, cerchi di farle sentire che non è sola, che può contare su una relazione sicura, rispettosa e priva di pressioni.
Può incoraggiarla, con delicatezza, a prendersi cura di sé, a ritrovare spazi personali e, se possibile, a chiedere aiuto professionale.
Il suo ruolo è importante: anche solo essere una presenza stabile e accogliente può rappresentare per lei il primo passo verso un cambiamento.

Cordiali saluti
Dott.ssa Susanna Minaldi

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