Salve, sono un ragazzo di 22 anni e vivo una situazione molto particolare. Sono sempre stato una pe
24
risposte
Salve, sono un ragazzo di 22 anni e vivo una situazione molto particolare.
Sono sempre stato una persona timida, introversa e abbastanza chiusa. Nella mia adolescenza sono stato solo, a 14 anni ci furono episodi che mi fecero allontanare dal gruppo di amici e da li sono sempre rimasto da solo. Mi sono semprencurato poco, anche se dai 18 anni sono migliorato su questo. Ho vissuto in una famiglia disfunzionale, ho visto tanti episodi di violenza domestica e sono stato abbandonato con mia madre quando lei era incinta.
Il tracollo è iniziato l anno scorso a ottobre 24, dove mi ero chiuso definitivamente in casa senza manco piu lavorare, e passavo le mieel giornata e a dormire e mangiare costantemente con l obiettivo di farmi del.male. Ricordo anche di aver pianificato tentativi di suicidio mai andati a termine nell esecuzione. A marzo pero ho deciso di andarmene di casa e ora sono da 6 mesi all'estero. Sono cambiato sicuramente, ma dentro di me c'è sempre un tormento, dove il tempo è poco e anche se in realtà potrei fare tante cose, non le faccio. Cerco di scappare dalla voglia di amare e di realizzarsi professionalmente. Sono anni che penso sempre al futuro, al fatto che non riusciro mai a realizzare i miei sogni e quando invece ci credo immaginoo che qualcosa vada storto, che non sarà niente di che.
Eppure in sti mesi all estero ho imparato lingue nuove, ho parlato con gente di tutto il mondo, ho imparato banalmente a cucinare a lavarmi le cose ecc insomma ad essere autonomo, a cercarmi casa in affitto ecc... ma la sensazione di perdita costante rimane sempre
Sono sempre stato una persona timida, introversa e abbastanza chiusa. Nella mia adolescenza sono stato solo, a 14 anni ci furono episodi che mi fecero allontanare dal gruppo di amici e da li sono sempre rimasto da solo. Mi sono semprencurato poco, anche se dai 18 anni sono migliorato su questo. Ho vissuto in una famiglia disfunzionale, ho visto tanti episodi di violenza domestica e sono stato abbandonato con mia madre quando lei era incinta.
Il tracollo è iniziato l anno scorso a ottobre 24, dove mi ero chiuso definitivamente in casa senza manco piu lavorare, e passavo le mieel giornata e a dormire e mangiare costantemente con l obiettivo di farmi del.male. Ricordo anche di aver pianificato tentativi di suicidio mai andati a termine nell esecuzione. A marzo pero ho deciso di andarmene di casa e ora sono da 6 mesi all'estero. Sono cambiato sicuramente, ma dentro di me c'è sempre un tormento, dove il tempo è poco e anche se in realtà potrei fare tante cose, non le faccio. Cerco di scappare dalla voglia di amare e di realizzarsi professionalmente. Sono anni che penso sempre al futuro, al fatto che non riusciro mai a realizzare i miei sogni e quando invece ci credo immaginoo che qualcosa vada storto, che non sarà niente di che.
Eppure in sti mesi all estero ho imparato lingue nuove, ho parlato con gente di tutto il mondo, ho imparato banalmente a cucinare a lavarmi le cose ecc insomma ad essere autonomo, a cercarmi casa in affitto ecc... ma la sensazione di perdita costante rimane sempre
Gentile utente,
dal suo racconto emergono grande coraggio e intraprendenza che, nonostante il vissuto doloroso e sicuramente molto difficile, è riuscito a fare prevalere per raggiungere importantissimi obiettivi di autonomia.
Lei ci scrive, però, che anche oggi che la sua condizione è meno instabile e razionalmente riconosca il grande lavoro su se stesso che ha fatto e gli obiettivi raggiunti, rimane un sottofondo sofferente che le impedisce una piena realizzazione.
Il consiglio è di affrontare, con il supporto di un professionista, un percorso che le consenta di conoscere meglio l'origine e il senso di questa "sensazione di perdita" di cui scrive.
In bocca al lupo
Un caro saluto
dal suo racconto emergono grande coraggio e intraprendenza che, nonostante il vissuto doloroso e sicuramente molto difficile, è riuscito a fare prevalere per raggiungere importantissimi obiettivi di autonomia.
Lei ci scrive, però, che anche oggi che la sua condizione è meno instabile e razionalmente riconosca il grande lavoro su se stesso che ha fatto e gli obiettivi raggiunti, rimane un sottofondo sofferente che le impedisce una piena realizzazione.
Il consiglio è di affrontare, con il supporto di un professionista, un percorso che le consenta di conoscere meglio l'origine e il senso di questa "sensazione di perdita" di cui scrive.
In bocca al lupo
Un caro saluto
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera caro utente e grazie per aver condiviso la tua storia, è un gesto di grande coraggio. Le tue parole descrivono un percorso di vita segnato da esperienze molto difficili e dolorose, ma anche da una straordinaria forza interiore. Nonostante tutto, hai dimostrato di avere una forza incredibile per realizzare i tuoi sogni. Il tuo sogno era di cambiare vita e lo hai fatto, in un modo coraggioso. Però, la parte più difficile non è fare il primo passo, ma affrontare i fantasmi del passato che tornano a tormentarti. Ti consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarti a colmare quei vuoti che non ti sai spiegare. Per qualsiasi info o chiarimenti non esitare a contattarmi, ho aderito anche al programma bonus psicologo, e sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Salve, sento nel tuo racconto il peso di una sofferenza che ha radici profonde nell'infanzia e che si è trascinata fino a esplodere in quel periodo buio di ottobre. Gli episodi di violenza domestica che hai vissuto, l'abbandono del padre quando tua madre era incinta, poi quell'isolamento devastante dove passavi le giornate a dormire e mangiare compulsivamente pianificando gesti estremi, tutto questo parla di un dolore che è diventato insostenibile.
Eppure, e qui c'è qualcosa di straordinario nella tua storia, sei riuscito a trovare dentro di te la forza di reagire. Partire per l'estero è stato un atto di coraggio incredibile, soprattutto considerando da dove arrivavi. Imparare nuove lingue, parlare con persone di tutto il mondo, acquisire autonomia nelle cose più semplici come cucinare o cercare casa, sono tutte conquiste che dimostrano una resilienza che forse nemmeno tu ti riconosci.
Ma ecco il paradosso che vivo spesso con i miei pazienti: proprio quando la vita inizia a offrirti possibilità nuove, quella sensazione di perdita costante si fa ancora più presente. È come se una parte di te avesse imparato così bene a proteggersi dal dolore che ora fatica a lasciarsi andare anche alle esperienze positive. Quando dici che scappi dalla voglia di amare e di realizzarti professionalmente, riconosco quella strategia di sopravvivenza che dice "se non spero, non posso essere deluso di nuovo".
La tua mente, abituata al trauma e all'abbandono, continua a sussurrarti che le cose belle non durano, che i sogni sono destinati a infrangersi. Questo spiega perché anche quando credi nelle tue possibilità, subito dopo immagini che qualcosa andrà storto. È il tuo sistema nervoso che cerca ancora di proteggerti, ma ora questa protezione rischia di diventare una prigione che ti impedisce di gustare la vita che stai costruendo con tanta determinazione.
I tuoi sogni non sono irrealizzabili, lo stai già dimostrando ogni giorno con i passi che fai, hai solo bisogno di elaborare quelle ferite profonde per permettere alla tua parte più vitale di emergere completamente.
E per fare questo io ti consiglio caldamente un percorso terapeutico mirato che possa aiutarti a elaborare e integrare le esperienze dolorose e ricostruire un senso di sicurezza interiore, così da poterti finalmente concedere di sperare e di amare senza quella costante paura di perdere tutto. Abbi anche questo coraggio.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Eppure, e qui c'è qualcosa di straordinario nella tua storia, sei riuscito a trovare dentro di te la forza di reagire. Partire per l'estero è stato un atto di coraggio incredibile, soprattutto considerando da dove arrivavi. Imparare nuove lingue, parlare con persone di tutto il mondo, acquisire autonomia nelle cose più semplici come cucinare o cercare casa, sono tutte conquiste che dimostrano una resilienza che forse nemmeno tu ti riconosci.
Ma ecco il paradosso che vivo spesso con i miei pazienti: proprio quando la vita inizia a offrirti possibilità nuove, quella sensazione di perdita costante si fa ancora più presente. È come se una parte di te avesse imparato così bene a proteggersi dal dolore che ora fatica a lasciarsi andare anche alle esperienze positive. Quando dici che scappi dalla voglia di amare e di realizzarti professionalmente, riconosco quella strategia di sopravvivenza che dice "se non spero, non posso essere deluso di nuovo".
La tua mente, abituata al trauma e all'abbandono, continua a sussurrarti che le cose belle non durano, che i sogni sono destinati a infrangersi. Questo spiega perché anche quando credi nelle tue possibilità, subito dopo immagini che qualcosa andrà storto. È il tuo sistema nervoso che cerca ancora di proteggerti, ma ora questa protezione rischia di diventare una prigione che ti impedisce di gustare la vita che stai costruendo con tanta determinazione.
I tuoi sogni non sono irrealizzabili, lo stai già dimostrando ogni giorno con i passi che fai, hai solo bisogno di elaborare quelle ferite profonde per permettere alla tua parte più vitale di emergere completamente.
E per fare questo io ti consiglio caldamente un percorso terapeutico mirato che possa aiutarti a elaborare e integrare le esperienze dolorose e ricostruire un senso di sicurezza interiore, così da poterti finalmente concedere di sperare e di amare senza quella costante paura di perdere tutto. Abbi anche questo coraggio.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Gentile Utente,
il percorso che racconta mostra quanto lei abbia attraversato momenti molto dolorosi e complessi, che hanno lasciato comprensibilmente un segno profondo. Allo stesso tempo emerge la forza con cui ha saputo reagire: il trasferimento all’estero, l’autonomia conquistata, le nuove competenze apprese. Sono passi importanti, che parlano della sua capacità di cambiamento e delle risorse che possiede.
Eppure, come scrive, dentro di lei rimane quel senso di tormento e di perdita che continua a farsi sentire: è come se qualcosa chiedesse ascolto, al di là di ciò che riesce a fare o a realizzare.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un professionista che possa accompagnarla in un percorso di maggiore comprensione della sua esperienza, della sua storia e dei suoi vissuti, per cogliere meglio cosa oggi la trattiene e cosa, invece, può aprirla a nuove possibilità.
Le auguro ogni bene
Un caro saluto
il percorso che racconta mostra quanto lei abbia attraversato momenti molto dolorosi e complessi, che hanno lasciato comprensibilmente un segno profondo. Allo stesso tempo emerge la forza con cui ha saputo reagire: il trasferimento all’estero, l’autonomia conquistata, le nuove competenze apprese. Sono passi importanti, che parlano della sua capacità di cambiamento e delle risorse che possiede.
Eppure, come scrive, dentro di lei rimane quel senso di tormento e di perdita che continua a farsi sentire: è come se qualcosa chiedesse ascolto, al di là di ciò che riesce a fare o a realizzare.
Il mio consiglio è di rivolgersi a un professionista che possa accompagnarla in un percorso di maggiore comprensione della sua esperienza, della sua storia e dei suoi vissuti, per cogliere meglio cosa oggi la trattiene e cosa, invece, può aprirla a nuove possibilità.
Le auguro ogni bene
Un caro saluto
Innanzitutto grazie per aver condiviso la tua storia. È evidente che tu stia vivendo un profondo conflitto interiore, un paradosso tra i grandi passi avanti che hai fatto e la sensazione persistente di un "tormento" e di una "perdita costante". Quello che descrivi è un riflesso diretto delle tue esperienze passate: l'abbandono, la disfunzionalità familiare e l'isolamento adolescenziale non sono solo ricordi, ma sono diventati parte della tua struttura psichica, influenzando il modo in cui ti vedi e interagisci con il mondo. La paura che le cose vadano male e il pensiero di non riuscire a realizzare i tuoi sogni non è altro che un meccanismo di difesa che hai sviluppato per proteggerti, un riflesso di quella parte di te che, dopo aver subito tanto, cerca di anticipare e prevenire il dolore. Nonostante tutto, i tuoi successi recenti—il trasferimento all'estero, l'apprendimento di nuove lingue, l'aver acquisito autonomia—dimostrano una grande forza. Questi traguardi sono la prova che stai attivamente costruendo una nuova narrazione per la tua vita, separandoti dal passato. Il dolore che senti non sminuisce i tuoi successi; al contrario, è parte integrante del processo di guarigione. Stai permettendo a te stesso di elaborare il lutto per il bambino e l'adolescente che non hai potuto essere, e questo è un passo essenziale verso la guarigione. Il percorso terapeutico può offrirti uno spazio sicuro per esplorare le origini di questi sentimenti, per elaborare i traumi e per imparare a riconoscere e a sfidare quella voce interiore che ti sminuisce. Attraverso la relazione terapeutica, si può costruire un nuovo modello di connessione e di fiducia, che ti aiuti a vivere il presente e a guardare al futuro non con ansia, ma con speranza. Il tuo viaggio è già iniziato, e il solo fatto che tu stia cercando delle risposte è un segno che sei pronto per continuare a crescere e a guarire.
Carissimo sembra che questo sia un momento importante della tua vita si percepisce la voglia di svoltare e di stare bene e questo te lo devi tenere molto caro. Per i pensieri intrusivi sarebbe meglio incominciare un percorso di sostegno psicologico per cercare di stare meglio. Cordialità
Gent.mo, la situazione che descrive merita un approfondimento, dato che per altro si trascina da molti mesi. Si rivolga ad uno specialista: un appropriato lavoro terapeutico potrebbe aiutarla significativamente. SG
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio una storia così complessa e dolorosa; leggere il suo percorso mostra chiaramente quanta forza ci sia in lei, anche quando la sensazione di perdita sembra prevalere. È comprensibile che, dopo esperienze di isolamento, violenza familiare e momenti in cui ha desiderato farsi del male, anche i miglioramenti concreti — la capacità di vivere da solo all’estero, imparare lingue, gestire la quotidianità — non bastino a cancellare quel senso di vuoto e la paura che tutto possa sfaldarsi. Questi sentimenti non la rendono meno valido, né significano che i suoi progressi siano illusori; dicono piuttosto che la sofferenza passata ha lasciato tracce che richiedono tempo e strategie mirate per essere ridotte. Dal punto di vista cognitivo comportamentale, una prima prospettiva utile è considerare come i comportamenti, i pensieri e le emozioni si alimentino reciprocamente. Quando si è chiusi in casa e si evitano attività, l’energia cala e aumentano il rimuginio e la sensazione di inutilità. Il fatto che lei oggi riesca a vivere in autonomia è una prova che il suo sistema può funzionare; l’obiettivo diventa allora aumentare gradualmente le azioni che confermano questa competenza e ridurre i momenti di evitamento che mantengono il tormento. Un modo pratico per iniziare è la pianificazione giornaliera: scegliere poche attività concrete e misurabili per ogni giorno, anche molto semplici, e segnare cosa è stato fatto. Vedere su carta i piccoli successi aiuta a contrastare il pensiero che «non faccio nulla» e fornisce dati oggettivi su cui lavorare. Un altro strumento fondamentale sono gli esperimenti comportamentali. Quando la mente anticipa che «se provo qualcosa andrà male», vale la pena provare con piccoli passi per testare questa previsione. Per esempio, se esiste una paura legata al mettere a fuoco un progetto o all’aprirsi con qualcuno, progettare un mini passo verificabile e osservare cosa succede concretamente può fornire informazioni più utili delle paure immaginate. Questi esperimenti vanno pianificati, eseguiti e poi valutati insieme a un registro: così si impara progressivamente che molte attese catastrofiche non si realizzano o sono gestibili. Il lavoro sui pensieri è un altro pilastro della terapia cognitivo comportamentale. Quando emergono convinzioni come «non riuscirò mai a realizzare i miei sogni» o «qualunque cosa faccia andrà storto», provi a sfidarle con domande concrete: quali prove reali supportano questa idea? quali prove la contraddicono? qual è una spiegazione alternativa più equilibrata? tenere un diario dei pensieri, annotando situazione, emozione e pensiero automatico, può aiutare a prendere distanza e a sostituire progressivamente le valutazioni peggiorative con formulazioni più realistiche. La gestione dell’ansia e dei sintomi somatici passa anche per tecniche di regolazione emotiva. Respirazione diaframmatica, esercizi di rilassamento muscolare progressivo e pratiche brevi di grounding sono utili per ridurre l’attivazione fisica quando il corpo “urla”. Stabilire una routine del sonno, alimentazione regolare e movimento quotidiano, anche una camminata breve, contribuisce in modo molto concreto a stabilizzare l’umore. Quando la motivazione è bassa, l’approccio graduale e la premiazione delle azioni compiute aiutano a mantenere la costanza necessaria. Visto il suo passaggio precedente con pensieri e piani per farsi del male, è importante avere un piano di sicurezza. Identifichi in anticipo segnali di peggioramento, contatti di emergenza e strategie che possono aiutarla a tenersi al sicuro nelle ore difficili: ridurre l’accesso a mezzi per farsi male, chiedere la presenza di una persona di fiducia, contattare i numeri di emergenza locali o una linea di crisi se le idee di autolesionarsi dovessero ripresentarsi. Chiedere aiuto in quei momenti è un atto concreto di cura verso se stesso. Se non lo sta già facendo, proseguire o iniziare un percorso psicoterapeutico mirato può accelerare il recupero: la terapia cognitivo comportamentale offre protocolli strutturati per il rimuginio, l’evitamento e l’ansia, e permette di costruire un piano personalizzato. In alcuni casi, quando i sintomi sono molto intensi o persistenti, una valutazione psichiatrica può essere utile per discutere del ruolo che un eventuale trattamento farmacologico può avere come supporto temporaneo al percorso psicoterapeutico; questo non è una resa, ma spesso una risorsa che facilita il lavoro su pensieri e comportamenti. Non sottovaluti il valore del riconoscere i suoi progressi: trasferirsi all’estero, imparare competenze pratiche e confrontarsi con nuove persone sono risultati concreti che testimoniano capacità di adattamento e resilienza. Potrebbe aiutarla tenere un “registro della prova” in cui annotare ogni settimana tre cose che ha fatto e che dimostrano competenza o cura di sé, anche se piccole. Questi elementi diventano ancoraggi concreti quando la mente tende a fissarsi solo sui fallimenti attesi. Infine, la compagnia e la connessione sociale, anche se impegnative, sono risorse importanti. Continuare a coltivare relazioni, anche in piccolo, partecipare a gruppi o attività che le interessano e condividere progressi e difficoltà con qualcuno di fiducia può ridurre il senso di vuoto. Se sente difficoltà nell’aprirsi, la terapia di gruppo, che ha già menzionato per altri utenti e che a molti è stata utile, è un’opzione che permette di sperimentare il supporto reciproco in un contesto strutturato. Comprendo quanto sia pesante il tormento che racconta e quanto voglia che tutto ciò finisca. Proceda un passo alla volta, mettendo in atto alcune delle strategie pratiche che ho descritto, e non esiti a chiedere aiuto professionale se sente che da solo è difficile. Lei ha già dimostrato di poter cambiare molte cose nella sua vita; ora si tratta di indirizzare quella capacità verso azioni e strumenti che riducano gradualmente il peso emotivo e le paure che la bloccano. resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso un pezzetto della tua storia. Mi risuonano molto le tue risorse: la decisione di andare via da casa e sperimentarti all'estero, l'autonomia raggiunta, le lingue nuove imparate; è stata una scelta molto coraggiosa che hai portato avanti con successo. Poi c'è una parte di te, probabilmente legata a un passato non semplice, pesante, che ti porti dietro, e che sembra frenarti, metterti in allerta, per evitare di incorrere in quelli che per te potrebbero essere dei pericoli. Scrivi: "scappare dalla voglia di amare" e mi chiedo cosa hai imparato sull'amore? Cosa significa per te l'amore? Forse rifuggi da qualcosa che vorresti ma che hai imparato ad allontanare, per non far emergere ricordi dolorosi. Poi, il vissuto dell'abbandono di tuo padre, anche se eri piccolo, potrebbe aver contribuito a creare strategie tue di difesa, sviluppando credenze autosvalutative, tipo il sentire di non essere abbastanza, di non essere amabile. Il tormento che ti porti dentro ti sta dicendo qualcosa, e penso che tu possa richiamare ancora quel coraggio che hai avuto nell'andartene da casa, per guardarlo da dentro, magari con l'aiuto di un percorso psicologico, per comprendere meglio di cosa è fatto tutto questo vortice che sembra risucchiarti. E guardando al futuro, potrebbe essere curioso capire cosa vorresti lasciar andare e cosa vorresti portare con te della tua storia.
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua esperienza. In questo messaggio parla di un passato molto doloroso. Dev'essere stato difficile per lei vivere questa grande solitudine. Nonostante ciò, ha trovato le forze e i coraggio per reagire e si è dato un'opportunità di svolta. La invito intanto a guardare quanto si è spostato dal punto di partenza, nonostante la fatica. Adesso non c'è più l'immobilità che caratterizzava le sue precedenti fasi di vita. Tuttavia, ci sono ancora dei punti su cui sarebbe importante lavorare se sente questa sensazione di perdita costante. Sarebbe giusto dare uno spazio di accoglienza a quel dolore che non è stato ascoltato. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico quando se la sente. Rimango a disposizione e le auguro il meglio.
grazie per aver condiviso la sua esperienza. In questo messaggio parla di un passato molto doloroso. Dev'essere stato difficile per lei vivere questa grande solitudine. Nonostante ciò, ha trovato le forze e i coraggio per reagire e si è dato un'opportunità di svolta. La invito intanto a guardare quanto si è spostato dal punto di partenza, nonostante la fatica. Adesso non c'è più l'immobilità che caratterizzava le sue precedenti fasi di vita. Tuttavia, ci sono ancora dei punti su cui sarebbe importante lavorare se sente questa sensazione di perdita costante. Sarebbe giusto dare uno spazio di accoglienza a quel dolore che non è stato ascoltato. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico quando se la sente. Rimango a disposizione e le auguro il meglio.
Salve,
grazie per aver condiviso la sua storia. Ha vissuto esperienze molto dolorose, ma ha anche fatto passi importanti e coraggiosi, come lasciare casa e costruirsi una nuova autonomia all’estero.
È comprensibile che, nonostante i progressi, senta ancora un senso di vuoto e fatica interiore. Le ferite profonde hanno bisogno di tempo e di uno spazio sicuro per essere elaborate. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare significato a ciò che ha vissuto e a riscoprire le sue risorse.
Se lo desidera, sono a disposizione per iniziare insieme.
Dott.ssa Barcella
grazie per aver condiviso la sua storia. Ha vissuto esperienze molto dolorose, ma ha anche fatto passi importanti e coraggiosi, come lasciare casa e costruirsi una nuova autonomia all’estero.
È comprensibile che, nonostante i progressi, senta ancora un senso di vuoto e fatica interiore. Le ferite profonde hanno bisogno di tempo e di uno spazio sicuro per essere elaborate. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare significato a ciò che ha vissuto e a riscoprire le sue risorse.
Se lo desidera, sono a disposizione per iniziare insieme.
Dott.ssa Barcella
La sua storia esprime un profondo viaggio interiore, caratterizzato da un passato di sfide e da una ricerca di identità e significato. Il tormento che descrive, nonostante i progressi e i cambiamenti significativi, riflette una tensione tra il desiderio di connessione e realizzazione e una paura radicata nelle esperienze passate di abbandono e di violenza. È evidente che abbia intrapreso un percorso di crescita e autonomia, ma le emozioni di insuccesso e la sensazione di una continua perdita indicano la presenza di dinamiche interne non ancora risolte, che cercano riconciliazione. Nel mio approccio psicoanalitico, si esplorano tali contraddizioni, ponendo l'accento su come le esperienze apprese influenzino l'attuale schema di pensieri e aspettative. La sensazione di essere intrappolati in un ciclo di incertezza e auto-sabotaggio può indicare l'esistenza di strutture inconsce che influenzano il modo in cui si relaziona con il mondo e con i propri desideri. La riscoperta di sé attraverso l'interpretazione delle esperienze passate permette di liberare il soggetto da narrazioni limitanti, consentendo l'accesso a un'autenticità più profonda.
Se desidera approfondire il significato di questi sentimenti di disagio e incertezza e lavorare verso un senso di appartenenza e successo personale, sono qui per offrirle un ascolto empatico e senza giudizio. Non esiti a contattarmi per esplorare questi temi in uno spazio sicuro e di supporto.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera approfondire il significato di questi sentimenti di disagio e incertezza e lavorare verso un senso di appartenenza e successo personale, sono qui per offrirle un ascolto empatico e senza giudizio. Non esiti a contattarmi per esplorare questi temi in uno spazio sicuro e di supporto.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
salve, consiglio una psicoterapia grazie
Buonasera,
Spesso quando abbiamo subito esperienze di violenza domestica, si cresce con la convinzione che amare ed avvicinarsi agli altri sia pericoloso. Lei ha già mostrato risorse importanti (come il trasferimento all'estero, l'autonomia). Questo senso di "perdita" che la tormenta potrebbe essere connesso a queste esperienze che necessitano di essere rielaborate. Ovviamente il tutto necessita di un approfondimento, ma la terapia potrebbe esserle utile per iniziare, piano piano, ad affrontarle e imparare a vedere l'amore diversamente, costruendo fiducia nelle relazioni. Buona giornata!
Spesso quando abbiamo subito esperienze di violenza domestica, si cresce con la convinzione che amare ed avvicinarsi agli altri sia pericoloso. Lei ha già mostrato risorse importanti (come il trasferimento all'estero, l'autonomia). Questo senso di "perdita" che la tormenta potrebbe essere connesso a queste esperienze che necessitano di essere rielaborate. Ovviamente il tutto necessita di un approfondimento, ma la terapia potrebbe esserle utile per iniziare, piano piano, ad affrontarle e imparare a vedere l'amore diversamente, costruendo fiducia nelle relazioni. Buona giornata!
Salve, mi dispiace della situazione delicata in cui si trova, e grazie per aver condiviso e chiesto aiuto. Iniziare un percorso, avere un supporto, può aiutarla ad affrontare al meglio questo periodo cosi buio, avere una figura professionale che la aiuti, può aiutarla a superare e gestire il suo vissuto. Ha mai pensato di iniziare un percorso? non è solo. Resto a sua disposizione.
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la tua storia. Quello che descrivi è molto complesso e doloroso, ma è anche importante riconoscere la forza e il coraggio che hai dimostrato nel prendere delle scelte concrete per migliorare la tua vita, come trasferirti all’estero, diventare più autonomo e affrontare nuove esperienze.
La sensazione di vuoto e di perdita costante, il sentirsi bloccato nonostante i progressi, e la paura di fallire o di non realizzare i propri sogni possono essere legate a traumi vissuti in passato, a esperienze di isolamento e abbandono, e a schemi emotivi interiorizzati fin dall’adolescenza. È comprensibile che, anche con miglioramenti evidenti nella vita quotidiana, il “tormento interno” persista: la mente e le emozioni hanno bisogno di tempo, di attenzione e di strumenti specifici per elaborare ciò che è stato vissuto.
Il fatto che tu stia cercando di capire i tuoi sentimenti e il tuo comportamento è già un passo molto importante verso il cambiamento. Affrontare queste sensazioni con supporto professionale può aiutarti a comprendere meglio i tuoi schemi, a gestire l’ansia e la paura del futuro, e a costruire strategie per vivere più pienamente il presente e le tue aspirazioni.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La sensazione di vuoto e di perdita costante, il sentirsi bloccato nonostante i progressi, e la paura di fallire o di non realizzare i propri sogni possono essere legate a traumi vissuti in passato, a esperienze di isolamento e abbandono, e a schemi emotivi interiorizzati fin dall’adolescenza. È comprensibile che, anche con miglioramenti evidenti nella vita quotidiana, il “tormento interno” persista: la mente e le emozioni hanno bisogno di tempo, di attenzione e di strumenti specifici per elaborare ciò che è stato vissuto.
Il fatto che tu stia cercando di capire i tuoi sentimenti e il tuo comportamento è già un passo molto importante verso il cambiamento. Affrontare queste sensazioni con supporto professionale può aiutarti a comprendere meglio i tuoi schemi, a gestire l’ansia e la paura del futuro, e a costruire strategie per vivere più pienamente il presente e le tue aspirazioni.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, dopo aver viaggiato tanto all'estero, credo che ora sia giunto il momento di iniziare il viaggio più importante, quello dentro se stesso. Le consiglio quindi un percorso psicoterapeutico. Cordiali saluti.
Gentilissimo,
La sua esperienza assomiglia un po’ a quando facciamo i bagagli: anche se viaggiamo in un posto nuovo, nella valigia finiscono sempre vestiti e oggetti che hanno fatto parte della nostra storia. Allo stesso modo, anche quando sembra di iniziare un nuovo capitolo, non si parte mai davvero da zero, perché le storie di vita che hanno lasciato il segno restano con noi. Forse quella sensazione di vuoto che descrive è un messaggio prezioso che il suo corpo e la sua mente le stanno mandando: le ricorda che c’è qualcosa che non è ancora in linea con quello che sta vivendo. Non significa che stia sbagliando, ma che sta cercando di costruire ora quella stabilità che in passato le è mancata. Non averla mai avuta rende comprensibile la paura di perderla proprio nel momento in cui inizia a crearla.
La sensazione di perdita e mancanza che la accompagnano, quindi, non sono una condanna ma piuttosto il riflesso di un percorso di transizione: sta passando da una fase di forte discontinuità e dolore a una fase in cui, passo dopo passo, può cominciare a sentirsi più stabile. Può esserci anche una sfiducia più profonda, nata da esperienze di vita che possono averle fatto sentire quando era piccolo, forse in modo inconscio, di non meritare felicità, amore o riconoscimento. Anche se non sono vertità oggettive, quel bambino ha imparato di non meritare quello che otteneva. Oggi però lei non è più solo quel bambino: c’è anche l’adulto che è diventato, che può riconoscere le ferite e allo stesso tempo prendersi cura di sé, imparando a dare spazio a entrambe le parti e farle dialogare. Ne sono la dimostrazione tutti i traguardi che ha raggiunto in questi mesi: imparare una lingua, costruirsi una quotidianità autonoma, conoscere persone nuove. Sono passi significativi, che meritano di essere visti e non dati per scontati. In questo dialogo interiore può trovare la forza per dare valore ai passi già fatti e riconoscere un po' di oggetti nuovi da portarsi nella valigia per i prossimi viaggi.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
La sua esperienza assomiglia un po’ a quando facciamo i bagagli: anche se viaggiamo in un posto nuovo, nella valigia finiscono sempre vestiti e oggetti che hanno fatto parte della nostra storia. Allo stesso modo, anche quando sembra di iniziare un nuovo capitolo, non si parte mai davvero da zero, perché le storie di vita che hanno lasciato il segno restano con noi. Forse quella sensazione di vuoto che descrive è un messaggio prezioso che il suo corpo e la sua mente le stanno mandando: le ricorda che c’è qualcosa che non è ancora in linea con quello che sta vivendo. Non significa che stia sbagliando, ma che sta cercando di costruire ora quella stabilità che in passato le è mancata. Non averla mai avuta rende comprensibile la paura di perderla proprio nel momento in cui inizia a crearla.
La sensazione di perdita e mancanza che la accompagnano, quindi, non sono una condanna ma piuttosto il riflesso di un percorso di transizione: sta passando da una fase di forte discontinuità e dolore a una fase in cui, passo dopo passo, può cominciare a sentirsi più stabile. Può esserci anche una sfiducia più profonda, nata da esperienze di vita che possono averle fatto sentire quando era piccolo, forse in modo inconscio, di non meritare felicità, amore o riconoscimento. Anche se non sono vertità oggettive, quel bambino ha imparato di non meritare quello che otteneva. Oggi però lei non è più solo quel bambino: c’è anche l’adulto che è diventato, che può riconoscere le ferite e allo stesso tempo prendersi cura di sé, imparando a dare spazio a entrambe le parti e farle dialogare. Ne sono la dimostrazione tutti i traguardi che ha raggiunto in questi mesi: imparare una lingua, costruirsi una quotidianità autonoma, conoscere persone nuove. Sono passi significativi, che meritano di essere visti e non dati per scontati. In questo dialogo interiore può trovare la forza per dare valore ai passi già fatti e riconoscere un po' di oggetti nuovi da portarsi nella valigia per i prossimi viaggi.
Un caro saluto,
Nardi Massimiliano
Grazie per la tua difficile condivisione, mi permetto di darti del tu per la tua giovane età. Sei stato molto coraggioso e forte a partire, e sono sicura che questa esperienza ti abbia aiutato molto in generale a crescere e acquisire nuove risorse, ma sono d'accordo con te: non basta andare via per risolvere i nostri problemi e per imparare a gestire le nostre emozioni e la nostra sofferenza. Credo che ci sia bisogno di entrare nella tua storia, che è stata dolorosa, ed elaborare quello che ti è accaduto e le sofferenze che hai attraversato per dare loro una collocazione, per comprenderne consapevolmente il peso, e per poterti liberare dal condizionamento che hanno potuto provocarti. Per fare questo c'è bisogno di cominciare un percorso di terapia, con qualcuno che possa farti sentire ascoltato, compreso, accolto, che possa aiutarti ad abbattere il muro della solitudine. Grazie alla relazione terapeutica, che sia con qualcuno di cui possa fidarti, si può trasformare il dolore in una risorsa, in qualcosa di nuovo. Anche se sei all'estero: il mio suggerimento è di intraprendere una terapia, in loco se trovi un terapeuta che ti piace sul posto, oppure online. Il modo di stare meglio c'è, e se hai scritto qui è perchè sei desideroso di cambiare: segui questo desiderio e comincia un percorso che possa aiutarti a sciogliere il dolore e trasformarlo in altro. Se avesse domande o volessi un supporto mi trovi a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno,
penso che parlare con un professionista del passato tempestoso, dei tentati suicidi e di questa paura/angoscia per il futuro potrebbe aiutarti a fare chiarezza ed a vivere con più serenità la quotidianità.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Ilaria Guida
penso che parlare con un professionista del passato tempestoso, dei tentati suicidi e di questa paura/angoscia per il futuro potrebbe aiutarti a fare chiarezza ed a vivere con più serenità la quotidianità.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Ilaria Guida
Salve, grazie per aver condiviso con sincerità un percorso così complesso e delicato. Il dolore e il senso di perdita che racconta sono esperienze molto pesanti, ma il fatto che abbia scelto di allontanarsi da una situazione difficile e di affrontare nuove sfide all’estero è un segnale forte di resilienza e desiderio di cambiamento.
Il senso di inquietudine e il timore di non riuscire a realizzare i propri sogni sono comuni in chi ha vissuto traumi e momenti di sofferenza profonda. Continuare a riconoscere i propri progressi, per quanto piccoli, e mantenere un percorso di supporto psicologico può aiutarla a lavorare su queste paure, a costruire fiducia e ad aprirsi a nuove possibilità. Il cammino è spesso lento e a volte faticoso, ma ogni passo conta. Resto a disposizione per approfondire, Dott.ssa Farese Lucrezia
Il senso di inquietudine e il timore di non riuscire a realizzare i propri sogni sono comuni in chi ha vissuto traumi e momenti di sofferenza profonda. Continuare a riconoscere i propri progressi, per quanto piccoli, e mantenere un percorso di supporto psicologico può aiutarla a lavorare su queste paure, a costruire fiducia e ad aprirsi a nuove possibilità. Il cammino è spesso lento e a volte faticoso, ma ogni passo conta. Resto a disposizione per approfondire, Dott.ssa Farese Lucrezia
La ringrazio per aver condiviso qui la sua storia. Non è semplice raccontare la sofferenza, soprattutto quando tocca esperienze così profonde come l’isolamento, le difficoltà familiari, i pensieri di farsi del male. Il fatto che abbia trovato la forza di scriverne è già un passo importante.
Dalle sue parole emerge non solo il dolore, ma anche la capacità di reagire: é riuscito a trasferirsi all’estero, a imparare una nuova lingua, a costruire una vita più autonoma. Sono segnali importanti della sua capacità di resilienza che meritano riconoscimento.
Detto questo, la complessità di ciò che descrive richiede uno spazio protetto, con un professionista che possa ascoltarla e sostenerla in modo continuativo. Quello che posso dirle è che non è solo, e che chiedere un aiuto specialistico non è un segno di debolezza ma di responsabilità verso sé stessi. Se vive ancora momenti in cui il pensiero di farsi del male diventa forte o urgente, la invito a contattare subito i servizi di emergenza locali (in Italia il 112) o le linee di supporto disponibili nel paese in cui si trova. In tempi più stabili può rivolgersi al medico di base, ai consultori ASL, oppure a servizi psicologici pubblici e privati poiché, anche poche sedute, possono sostenere in un momento difficile.
Il cambiamento che ha già avviato dimostra che è possibile andare avanti. Il tormento che sente non annulla i progressi compiuti. La invito infine a riconoscere ogni piccolo progresso come un vero successo e a vedere la richiesta di supporto come un ulteriore passo verso una vita più piena e serena. Non esiti a farsi accompagnare da qualcuno di fiducia in questo percorso, perché merita di proseguire con cura e rispetto di sé stesso.
Dalle sue parole emerge non solo il dolore, ma anche la capacità di reagire: é riuscito a trasferirsi all’estero, a imparare una nuova lingua, a costruire una vita più autonoma. Sono segnali importanti della sua capacità di resilienza che meritano riconoscimento.
Detto questo, la complessità di ciò che descrive richiede uno spazio protetto, con un professionista che possa ascoltarla e sostenerla in modo continuativo. Quello che posso dirle è che non è solo, e che chiedere un aiuto specialistico non è un segno di debolezza ma di responsabilità verso sé stessi. Se vive ancora momenti in cui il pensiero di farsi del male diventa forte o urgente, la invito a contattare subito i servizi di emergenza locali (in Italia il 112) o le linee di supporto disponibili nel paese in cui si trova. In tempi più stabili può rivolgersi al medico di base, ai consultori ASL, oppure a servizi psicologici pubblici e privati poiché, anche poche sedute, possono sostenere in un momento difficile.
Il cambiamento che ha già avviato dimostra che è possibile andare avanti. Il tormento che sente non annulla i progressi compiuti. La invito infine a riconoscere ogni piccolo progresso come un vero successo e a vedere la richiesta di supporto come un ulteriore passo verso una vita più piena e serena. Non esiti a farsi accompagnare da qualcuno di fiducia in questo percorso, perché merita di proseguire con cura e rispetto di sé stesso.
Quello che descrivi è una esperienza molto intensa e difficile: hai attraversato traumi importanti e momenti di isolamento e autolesionismo, e allo stesso tempo stai facendo passi concreti verso l’autonomia e la crescita personale. È normale che, nonostante i progressi evidenti, il senso di perdita, vuoto o paura del futuro rimanga: le ferite emotive profonde non spariscono subito, anche quando la vita esterna migliora.
Il fatto che tu abbia imparato lingue, gestito la tua quotidianità e affrontato un cambiamento importante come vivere all’estero è segno di grande resilienza, anche se dentro ti senti ancora tormentato. È come se ci fossero due piani: quello esterno dove stai costruendo concretezza, e quello interno dove il dolore e le paure restano vivi.
Può essere utile lavorare con uno psicologo o terapeuta per integrare questi due piani: non si tratta solo di “fare di più”, ma di comprendere e dare spazio alle emozioni, costruire strategie per affrontare l’ansia e il senso di perdita, e trovare un senso nel presente senza giudicarsi. Anche piccoli passi quotidiani che riconoscono le tue conquiste aiutano a ridurre il peso del futuro immaginato e della sensazione di fallimento
Il fatto che tu abbia imparato lingue, gestito la tua quotidianità e affrontato un cambiamento importante come vivere all’estero è segno di grande resilienza, anche se dentro ti senti ancora tormentato. È come se ci fossero due piani: quello esterno dove stai costruendo concretezza, e quello interno dove il dolore e le paure restano vivi.
Può essere utile lavorare con uno psicologo o terapeuta per integrare questi due piani: non si tratta solo di “fare di più”, ma di comprendere e dare spazio alle emozioni, costruire strategie per affrontare l’ansia e il senso di perdita, e trovare un senso nel presente senza giudicarsi. Anche piccoli passi quotidiani che riconoscono le tue conquiste aiutano a ridurre il peso del futuro immaginato e della sensazione di fallimento
Buongiorno,
il primo aspetto da evidenziare sicuramente è questo importante progresso rispetto agli anni passati. Sarebbe importante focalizzarsi proprio su questi miglioramenti e questo nuovo aspetto della propria vita; infatti il rischio è che, guardandosi indietro, si ha la tendenza solo a vedere ciò che non è andato come avremmo voluto.
Ora è il momento di ripartire proprio da questa situazione, per ridurre quel vuoto, quello stato di ansia e tristezza.
Il consiglio è di intraprendere un percorso psicologico al fine di poter dare ordine a tutti questi aspetti che sono accaduti e poter ripartire dal momento presente.
Auguro una buona giornata e resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
il primo aspetto da evidenziare sicuramente è questo importante progresso rispetto agli anni passati. Sarebbe importante focalizzarsi proprio su questi miglioramenti e questo nuovo aspetto della propria vita; infatti il rischio è che, guardandosi indietro, si ha la tendenza solo a vedere ciò che non è andato come avremmo voluto.
Ora è il momento di ripartire proprio da questa situazione, per ridurre quel vuoto, quello stato di ansia e tristezza.
Il consiglio è di intraprendere un percorso psicologico al fine di poter dare ordine a tutti questi aspetti che sono accaduti e poter ripartire dal momento presente.
Auguro una buona giornata e resto a disposizione, anche online.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.