Salve, scrivo per un consulto su alcuni sintomi che mi stanno tormentando ormai da più di 8 mesi. I

24 risposte
Salve, scrivo per un consulto su alcuni sintomi che mi stanno tormentando ormai da più di 8 mesi.
In pratica, a seguito di un forte stress psico-fisico dovuto ad un evento spiacevole della mia vita, ho iniziato ad accusare sintomi di dubbia e di misteriosa interpretazione; all'inizio si trattava solo di tachicardia e banali miochimie, ma poi, a seguito della mia stupidità nell'andare a cercare su internet, ho iniziato a sviluppare una forma di ipocondria non indifferente che mi ha portato a sospettare di avere le peggiori malattie, e ad aver paura di non potercela fare.
Da lì inizia il mio tracollo psicologico: esami, visite e ricerche in rete che non facevano altro che continuare ad assillarmi, ma nel mentre i sintomi permanevano. Dopo varie rassicurazioni, ho iniziato a migliorare, i sintomi sono diminuiti e ho trovato delle distrazioni (il tutto senza nessun percorso psicologico). Passano i mesi, e i sintomi, seppur diminuiti, continuavano ad intaccare la qualità delle mie giornate e a farmi maturare pensieri spiacevoli. Questi sintomi includono: fascicolazioni sparse per tutto il corpo (viso, collo, addome, braccia, gambe e piedi), parestesie di vario tipo, fitte muscolari e fastidiose extrasistole (solo in seguito ho scoperto si chiamassero così) che mi provocano una specie di vuoto al petto con la spiacevole sensazione di sentire il cuore "fermarsi" per un istante. Ciò non fa altro che aumentare la mia ansia che mi porto dietro da questo inverno quando ho deciso di fare degli egc, ed esami del sangue e tutto era risultato nella norma, se non che al pronto soccorso, mi era stato refertato un "disturbo d'ansia generalizzata". Quindi mi chiedo, se alla luce di tutto ciò, tutti questi sintomi rientrino in qualche disturbo psicosomatico, o appunto in un disturbo d'ansia.
In attesa di risposta, porgo cordiali saluti.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente,
quello che racconta arriva con grande chiarezza, e immagino quanto sia stato (e forse continui ad essere) difficile convivere ogni giorno con sintomi che sembrano non avere una spiegazione definitiva. Quando dice “ho iniziato a sviluppare una forma di ipocondria non indifferente” e “ho avuto paura di non farcela”, si coglie tutto il peso che ha portato e che, spesso, chi sta attorno fatica a comprendere.
Il fatto che tutto sia cominciato dopo un forte stress psico-fisico è già un indizio importante. È proprio in questi momenti che il corpo può iniziare a “parlare” al posto nostro: tachicardia, fascicolazioni, extrasistole, parestesie… sono sintomi frequenti nei quadri di ansia somatizzata, soprattutto quando si entra in quel circolo difficile da spezzare fatto di paure, esami, rassicurazioni temporanee e nuove ricerche online.
Le è stato diagnosticato un disturbo d’ansia generalizzata e da quello che scrive sembra una lettura coerente: non perché “sia tutto nella testa”, ma perché corpo e mente funzionano insieme, e spesso il corpo è solo il primo a segnalare che qualcosa non va. Le extrasistole, ad esempio – quella “specie di vuoto al petto” – sono un sintomo comune in chi vive uno stato di allerta continuo.
Ciò che ha fatto finora (distrarsi, cercare di andare avanti da solo) è già tanto. Ma se sente che i sintomi ancora intaccano la qualità delle sue giornate, forse è il momento di non affrontare tutto da solo, e valutare un percorso psicologico che l’aiuti a rimettere ordine tra pensieri, paure e segnali del corpo. A volte, più che trovare “cosa si ha”, serve capire cosa si sta vivendo.
Resto a disposizione, se lo desidera.

Un caro saluto,
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Comprendo che vivere per mesi con sintomi fisici così invasivi e persistenti possa essere davvero logorante soprattutto quando tutto è iniziato dopo un evento stressante che ha lasciato un segno profondo e poi peggiorato dalla ricerca continua di risposte su internet che invece di rassicurare hanno alimentato paure sempre più grandi capisco quanto possa essere frustrante vedere che nonostante gli esami nella norma il corpo continua a mandare segnali che spaventano e che sembrano non avere fine sento il bisogno di essere rassicurato e la fatica di convivere con qualcosa che sembra invisibile ma che condiziona profondamente la vita di tutti i giorni e anche il sollievo temporaneo che poi lascia spazio di nuovo a timori e incertezze. Comprendo anche quanto possa essere difficile gestire tutto questo da solo e quanto possa emergere il desiderio di sentirsi finalmente compreso e accolto senza giudizio per questo se sente la necessità può rivolgersi a uno specialista della salute mentale come uno psicologo o uno psicoterapeuta che possa accompagnarla in un percorso di maggiore consapevolezza e sostegno aiutandola a dare un senso a ciò che sta vivendo e a trovare strategie più funzionali per affrontarlo.

Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente mi dispiace tanto per la situazione che ha descritto. Avendo escluso patologie organiche, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico in modo da poter metabolizzare le cause che le generano questi sintomi.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Psicologo, Psicologo clinico
San Pietro Clarenza
Salve, i sintomi che lei sta elencando possono far parte di diversi quadri. Se i medici del pronto soccorso le hanno diagnosticato questo quadro di "disturbo d'ansia generalizzata" è possibile che si tratti proprio di questo. Suggerirei però, dato che, come dice lei, questi sintomi intaccano la sua qualità della vita, di rivolgersi ad uno specialista della salute mentale che possa aiutarla nella guarigione. Resto a disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Lucrezia Marletta
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buon pomeriggio l'ansia generalizzata fa da apice ad altri sintomi psicosomatici. E' difficile trovare un quadro diagnostico da manuale, sicuro è importante capire i suoi sintomi e fastidi in modo da intervenire per risolvere e ritrovare il benessere psico-fisico.
Cominciare un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a velocizzare la sua guarigione e a ridurre il suo malessere.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buonasera, comprendo la necessità di avere una diagnosi che spieghi i suoi sintomi e ha fatto bene prima di tutto ad escludere possibili cause organiche. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicologico durante il quale potrà: dare un nome a ciò che sta vivendo, comprendere a fondo il suo funzionamento e soprattutto diminuire o eliminare tali sintomi. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Il fatto che gli esami clinici risultino nella norma è un segnale importante: il tuo corpo non presenta patologie organiche, e questo può aiutarti a mettere un limite alla preoccupazione. Tuttavia, è altrettanto importante prendersi cura della componente psicologica.
Dott.ssa Gessica Turiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Buonasera, la situazione che descrive potrebbe essere ricondotta alla diagnosi che le è stata fatta di ansia generalizzata. Aldilà delle etichette diagnostiche, io vedo una persona che soffre e che merita che la sua sofferenza venga accolta e ascoltata. E' dunque indubbiamente presente un malessere, le cui possibili concause vanno ricercate nella sfera psichica. Per chiarire meglio la natura del disturbo, la prognosi ed il trattamento e, soprattutto, per arginarne le conseguenze negative per la sua vita, le suggerisco di iniziare un percorso di psicoterapia. Un caro saluto,
Dott.ssa G.T.
Dott.ssa Marta Avolio
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Caro paziente, quello che descrive è un vissuto molto comune in chi si trova a fronteggiare un carico prolungato di stress. È comprensibile che, dopo un evento critico, il corpo reagisca con sintomi intensi e destabilizzanti. Quando questi persistono, è facile cadere in un circolo di ipervigilanza, paure ricorrenti e continue ricerche di conferme, che però finiscono per alimentare ancora di più l’ansia.
Il fatto che gli esami clinici siano risultati nella norma è un'informazione importante, così come lo è la diagnosi ricevuta in pronto soccorso. In questi casi, spesso si parla di somatizzazione dell’ansia: il corpo diventa il primo canale di espressione del disagio emotivo, e i sintomi possono essere reali, disturbanti e difficili da gestire.
È già molto significativo che lei abbia saputo individuare un legame tra i sintomi e la sua esperienza di stress. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa sta accadendo, a gestire le manifestazioni ansiose e a recuperare un senso di fiducia nel proprio corpo e nella propria mente.
Quando l’ansia condiziona la quotidianità, chiedere supporto è un atto di cura verso se stessi. Le auguro di potersi concedere questo spazio.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta chiarezza e sincerità ciò che sta attraversando. Quello che racconta è un percorso che, purtroppo, molte persone si trovano ad affrontare quando l’ansia diventa una presenza costante e difficile da gestire, specialmente quando prende la forma dell’ipocondria e dei disturbi psicosomatici. Parto da un punto importante: ciò che ha vissuto non è una sua “stupidità”, come scrive, ma una reazione umana comprensibile a una situazione di forte stress. Quando ci si trova a vivere un evento traumatico o molto faticoso dal punto di vista emotivo, è normale che la mente cerchi delle spiegazioni, che cerchi un modo per sentire di nuovo il controllo. A volte questo bisogno di sicurezza si riversa sulla sfera fisica: si comincia a prestare attenzione ai segnali del corpo, anche ai più piccoli, e questi iniziano ad assumere significati minacciosi. La ricerca continua su internet è una trappola molto comune: inizialmente sembra offrire conforto, ma spesso, invece di placare l’ansia, la alimenta. Ogni sintomo diventa potenzialmente pericoloso, e ogni rassicurazione medica, per quanto razionale, fatica a trovare un terreno stabile dentro di noi. Questo processo porta ad un circolo vizioso: l’ansia aumenta, il corpo reagisce con sintomi reali (tachicardia, extrasistole, fascicolazioni, parestesie), che a loro volta rinforzano l’idea che ci sia qualcosa di grave, riattivando così l’ansia. È un meccanismo ben noto nel disturbo d’ansia generalizzata e nei disturbi psicosomatici, dove corpo e mente si alimentano reciprocamente. Lei ha già fatto un passaggio fondamentale: ha riconosciuto che l’inizio di tutto coincide con un periodo di forte stress e che, dopo rassicurazioni mediche, i sintomi si sono in parte ridotti. Questo è un segnale importante: la componente emotiva gioca un ruolo significativo. Il nostro sistema nervoso, soprattutto in presenza di ansia cronica, può diventare iperattivo, mandando segnali intensi al corpo anche in assenza di un problema organico. Il disturbo d’ansia generalizzata può effettivamente manifestarsi in molti modi, e spesso include sintomi fisici persistenti che non trovano spiegazione medica. Questo non significa che non siano reali, ma che la loro origine va ricercata nel modo in cui si è strutturato un pattern di pensiero e risposta emotiva. Ad esempio, la tendenza a catastrofizzare, l’attenzione selettiva ai segnali corporei, la difficoltà a tollerare l’incertezza e l’abitudine a cercare conferme possono tutti alimentare e mantenere la sofferenza. Un percorso psicologico di tipo cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla molto in questo momento. Attraverso tecniche mirate è possibile imparare a riconoscere e gestire i pensieri ansiosi, ridurre l’ipercontrollo sul corpo, interrompere il circolo vizioso delle rassicurazioni e sviluppare strategie per tollerare meglio l’incertezza e le emozioni difficili. Non si tratta di negare i sintomi, ma di imparare a leggerli e affrontarli in modo più funzionale, restituendo al corpo e alla mente uno spazio di fiducia e sicurezza. È importante ricordarsi che chiedere aiuto non è segno di debolezza, ma di forza e consapevolezza. La sofferenza che descrive merita attenzione e cura, e il fatto che lei stia cercando risposte è già un primo passo nella direzione giusta. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Elisa Rizzotti
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Pordenone
Gentile utente, dopo un periodo di forte stress è plausibile che il corpo manifesti reazioni come quelle da lei descritte, tanto più se gli accertamenti clinici risultano nella norma. Talvolta le preoccupazioni legate al benessere fisico possono nascondere un disagio emotivo che meriterebbe di essere accolto e ascoltato, magari in uno spazio protetto come quello che offre la terapia. Interrogarsi sulla natura dei propri sintomi è già un importante passo avanti; le suggerisco di valutare, con la stessa cura con cui si sta occupando della sua salute fisica, l’opportunità di intraprendere un percorso di supporto psicologico. Questo potrebbe aiutarla a comprendere meglio le reazioni del suo corpo e a gestire con maggiore serenità le ansie che la accompagnano, restituendo spazio e benessere alla qualità delle sue giornate. Rimango a disposizione e le auguro di poter trovare la tranquillità che merita.
Dott.ssa SONIA SIMIONATO
Psicologo, Psicologo clinico
San Martino di Lupari
Buongiorno, se tutti gli accertamenti medici che ha fatto hanno portato a esiti nella norma direi che molto probabilmente, come ha giustamente detto anche lei, i suoi sintomi richiamano più la presenza di un qualche disagio psicologico. Le consiglio di prendere in considerazione la possibilità di parlarne con un/una professionista così da esplorare meglio quello che sta vivendo. Buona giornata
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve, ciò che descrive dipinge un quadro complesso di ansia vissuta corporea e mentalmente, dove i sintomi fisici diventano il linguaggio attraverso cui il corpo cerca di esprimere un disagio più profondo. È del tutto comprensibile che, a fronte di un evento stressante, il corpo reagisca manifestando segnali che inizialmente appaiono incomprensibili e inquietanti. I sintomi fisici che ha elencato, dall'extrasistole alla tachicardia, possono spesso emergere in risposta allo stress psico-fisico accumulato, e la ricerca compulsiva di informazioni sugli stessi può amplificare il ciclo di ansia, anziché alleviarlo. La diagnosi di disturbo d'ansia generalizzata che ha ricevuto suggerisce che la sua esperienza è radicata in una presenza costante di tensione e preoccupazione che il suo corpo sta tentando di elaborare. Nell'ambito dell'orientamento psicoanalitico che seguo, tali sintomi sono visti come segnali che aprono la strada alla comprensione delle dinamiche inconsce. Queste esperienze possono essere collegate a emozioni o conflitti che non sono ancora stati portati alla consapevolezza e che cercano espressione. Esplorare queste manifestazioni all'interno di un contesto terapeutico permette di dare voce a ciò che il corpo sta cercando di dire, integrando l'esperienza corporea con le realtà psichiche.
Se desidera approfondire queste tematiche e comprendere meglio il significato di questi sintomi, sono qui per offrirle uno spazio di ascolto profondo e privo di giudizio.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.

Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna

Salve, quello che descrive è un classico circolo vizioso tra ansia e sintomi fisici: l’ansia amplifica percezioni corporee normali o lievi, che a loro volta aumentano l’ansia stessa. Le extrasistoli e le fascicolazioni, se esami medici li escludono come segni di malattia organica, possono essere interpretate come manifestazioni psicosomatiche. Il primo passo utile potrebbe essere accettare che questi sintomi siano “fastidi d’ansia” e provare a non inseguirli con nuove ricerche o esami, che spesso peggiorano il quadro. Imparare a distrarsi consapevolmente o praticare tecniche di rilassamento può aiutare. Infine, un percorso psicoterapeutico breve mirato all’ansia potrebbe interrompere questo circolo.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, comprendere ciò che accade nel corpo quando si vive un periodo prolungato di stress e ansia può essere un primo passo importante per ritrovare un senso di stabilità.
Da ciò che descrive, è possibile che i sintomi rientrino in un quadro psicosomatico connesso a un disturbo d’ansia generalizzata, come già ipotizzato in ambito medico. Le fascicolazioni muscolari, le parestesie, le extrasistole e la sensazione di vuoto al petto sono sintomi molto comuni nei disturbi d’ansia, specie quando l’ansia è diventata cronica o ha radici ipocondriache. Non è raro che, dopo un evento stressante, il corpo inizi a manifestare segnali intensi, e che questi, se interpretati come pericolosi, generino un circolo vizioso tra paura e sintomo. In altre parole, più si cerca di controllare o comprendere razionalmente il sintomo, più questo può intensificarsi, perché diventa il centro dell’attenzione emotiva e cognitiva.
Anche il "dottor Google", come ha già intuito, può alimentare notevolmente l’ansia, soprattutto in personalità con una vulnerabilità ipocondriaca. La ricerca di rassicurazioni immediate porta spesso solo un sollievo momentaneo, ma a lungo andare rinforza il meccanismo di allarme interno.
Tutto questo non significa che i suoi sintomi siano "immaginari", al contrario: sono reali, ma non pericolosi, e segnalano un bisogno urgente del suo sistema nervoso di ritrovare sicurezza, contenimento, equilibrio.
Un percorso psicoterapeutico, meglio se orientato anche al lavoro psicosomatico o alla regolazione dell’ansia (come la terapia bioenergetica o approcci basati sulla mindfulness e sul corpo), potrebbe aiutarla a rimettere ordine tra pensieri, emozioni e reazioni fisiche, evitando che questi sintomi continuino a condizionare la qualità della sua vita.
Ha già fatto un buon primo passo nel riconoscere l'origine del problema. Ora si tratta di affidarsi a uno spazio sicuro dove poterlo elaborare in modo profondo e graduale.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott. Filippo Arnoldi
Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno,
se a seguito di accertamenti medici, è in buona salute, e le è stato detto che si tratta di "disturbo d'ansia generalizzato" mi rivolgerei ad uno psicologo o psicoterapeuta per lavorare sul disturbo.
Dott.ssa Chiara Lagi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro utente di MioDottore, l’esordio a seguito di un forte stress psico-fisico e la sintomatologia da lei descritta, unita al referto del pronto soccorso suggerisce un quadro psicosomatico o un disturbo d'ansia. L'ansia si manifesta attraverso un legame indissolubile tra mente e corpo: un disagio psicologico può generare sintomi fisici molto reali e, a sua volta, la paura e la preoccupazione per questi sintomi possono esacerbare l'ansia stessa, creando un circolo vizioso difficile da spezzare. Il “disturbo d’ansia generalizzata” è caratterizzato da preoccupazioni eccessive e persistenti per attività ed eventi che riguardano diversi aspetti della quotidianità ed è accompagnato da sintomi fisici come contrazioni muscolari involontarie (le fascicolazioni); sensazioni di formicolio, intorpidimento o pizzicore (le parestesie); aumento della frequenza cardiaca, ma anche tensione muscolare, affaticamento, difficoltà a dormire e irritabilità. Il fatto che le manifestazioni cliniche siano diminuite nei periodi in cui è riuscito a distrarsi e che la sua salute generale sia stata giudicata nella norma dopo esami organici rafforza l'ipotesi diagnostica che le è stata rilasciata e, al contempo, suggerisce che la radice del problema non è stata del tutto risolta. Intraprendere un percorso con un professionista della salute mentale potrebbe essere la scelta migliore per imparare a gestire l'ansia e trasformare questo circolo vizioso in “virtuoso”. Un terapeuta può aiutarla a esplorare le cause profonde del suo stress e a sviluppare strategie efficaci per affrontare i sintomi sia a livello mentale che fisico. La saluto con affetto e resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Chiara Lagi
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve, grazie per aver descritto con tanta chiarezza la tua esperienza. Quello che riporti — fascicolazioni, parestesie, extrasistoli, vuoti al petto e un’ansia che si autoalimenta — rientra tipicamente in un disturbo d’ansia con componente somatica, non in una malattia organica seria. Gli esami normali e la diagnosi di “disturbo d’ansia generalizzata” confermano questo.

Quando l’ansia si fa intensa, il corpo risponde con segnali (tremori, palpitazioni, formicolii) che tu poi interpreti come pericolo, e questo alimenta un circolo vizioso. La buona notizia è che queste manifestazioni sono reversibili con gli strumenti giusti.

Cosa puoi fare subito
Riprendi tecniche di respirazione lenta e diaframmatica per calmare le extrasistoli e il senso di vuoto. Quando avverti fascicolazioni o formicolii, riconosci che sono effetti dell’ansia e non di una malattia grave. Distraiti con attività piacevoli e mantieni ritmi regolari di sonno e movimento. Evita ulteriori “ricerche mediche” online: aumentano solo la tua preoccupazione.

Per un miglioramento duraturo, valuta un breve percorso psicologico basato su tecniche cognitivo-comportamentali o di mindfulness: ti insegneranno a interrompere il circolo ansia–sintomi fisici e a ridurre la paura ipocondriaca.

Quando cercare aiuto urgente
Se mai provassi dolore toracico intenso, difficoltà a respirare o perdita di coscienza, rivolgiti prontamente a un pronto soccorso. Se invece i sintomi restano quelli descritti, un percorso psicologico mirato è la strada più efficace.

In sintesi, i tuoi sintomi, fino a parere medico contrario, non indicano un disturbo organico ma un disturbo d’ansia con manifestazioni somatiche. Esistono terapie consolidate che possono liberarti dal timore costante e restituirti serenità.
Dott. Luca Fiorona
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta attraversando e per i sintomi che le provocano malessere. Il corpo non è mai svincolato dall'esperienza, ma può essere un canale attraverso il quale si esprimono e si accumulano i nostri modi di stare nelle situazioni. Nel suo caso credo che questi sintomi siano dovuti al suo modo di vivere determinati eventi con una specifica apertura emotiva, tanto che l'hanno portata nel tempo non a un danno strutturale a organi e tessuti, ma un funzionamento insolito in presenza di alcune occasioni fino al procurarle dolore.
Vorrei invitarla a considerare un percorso psicologico in quanto grazie ad esso, in uno spazio riservato e non giudicante, potrebbe comprendere maggiormente perché vive alcuni eventi proprio in uno specifico modo e non in un altro, ma anche quali influenze sul suo modo di stare ha avuto l'evento spiacevole accadutole 8 mesi fa e capire anche perché le rassicurazioni e le distrazioni non bastano per farle passare i sintomi. Gettando maggior chiarezza su questi aspetti avrebbe una nuova consapevolezza di come essi la influenzano, di come lei sta in queste specifiche situazioni e trovare nuovi modi di stare per aprirsi verso un nuovo benessere.
Rimango a disposizione. Un caro saluto, Dott. Luca Fiorona
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buongiorno la sua descrizione evidenzia un quadro molto comune nei disturbi d’ansia e nelle manifestazioni psicosomatiche associate a stati di stress prolungato. I sintomi fisici che ha descritto, pur disturbantispesso non riflettono una patologia organica grave, ma sono espressione della risposta del sistema nervoso a uno stato ansiogeno che si autoalimenta attraverso la preoccupazione e l’attenzione focalizzata sul corpo. L’ipocondria e la ricerca compulsiva di risposte mediche su internet è evidente che aggravano il quadro, mantenendo attiva una sensazione di allarme e riducendo la qualità della vita.

Il disturbo d’ansia è una condizione che può essere gestita efficacemente con un percorso terapeutico volto a interrompere questo circolo vizioso e io le suggerisco di considerarlo seriamente per ritrovare equilibrio e benessere e distaccarsi da questi pensieri disfunzionali.
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica – Voice Dialogue – Dreamwork – Mindfulness
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso di psicoterapia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Giulia Redondi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, leggere le sue parole restituisce immediatamente il senso di quanto questi mesi siano stati faticosi e carichi di sollecitazioni sia fisiche che emotive. Mi colpisce in particolare la consapevolezza con cui descrive il legame tra l’evento stressante iniziale, la comparsa dei sintomi e l’intensificarsi del disagio attraverso la ricerca di rassicurazioni, prima mediche, poi online. Questo mi sembra racconti della sua capacità di osservare sé stesso, anche nei momenti più difficili. Dal modo in cui ne parla, emerge che questi sintomi non sono soltanto una manifestazione fisica, ma, forse, potrebbero portare con sé significati più profondi, legati forse a un senso di insicurezza, di perdita di controllo o al bisogno urgente di ritrovare un punto fermo dentro di sé. Potrebbe quindi trattarsi di un'espressione somatica dell’ansia, come anche già segnalato in sede medica, ma credo che, più che etichettare ciò che accade, possa essere utile esplorare insieme che cosa questi segnali vogliano comunicare e perché abbiano trovato proprio questa via per emergere. Forse è arrivato il momento di accogliere questa sofferenza non più come un “nemico da zittire”, ma come un messaggio da decifrare all’interno di uno spazio sicuro, protetto e umano, come quello che può offrire una relazione terapeutica. Un caro saluto!
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
quanto descrive — la comparsa dei sintomi fisici dopo un periodo di forte stress, il successivo aumento dell’attenzione verso il corpo, le continue ricerche in rete e le visite mediche ripetute nonostante esiti nella norma — è piuttosto tipico di un disturbo d’ansia con forte componente psicosomatica e ipocondriaca.
Quando l’organismo è sottoposto a stress prolungato, può manifestare tachicardia, fascicolazioni, parestesie, fitte muscolari e extrasistoli: tutte reazioni che, pur avendo una base fisica, sono amplificate dall’ansia e dall’ipercontrollo corporeo. L’attenzione costante ai sintomi, unita alla paura di avere una malattia grave, finisce per alimentare un circolo vizioso di allarme e tensione che mantiene e intensifica le sensazioni corporee.
È un meccanismo che non significa “inventarsi” i sintomi, ma sperimentarli realmente a causa di un disequilibrio tra mente e corpo: la risposta ansiosa diventa cronica e interferisce con la regolazione del sistema nervoso autonomo.
Le rassicurazioni mediche possono dare sollievo momentaneo, ma per interrompere questo meccanismo serve lavorare sulla componente psicologica che lo sostiene. Le consiglio quindi di intraprendere un percorso psicologico, che potrà aiutarla a comprendere le origini della sua ansia, a gestire meglio i pensieri catastrofici legati alla salute e a ridurre la tensione psicofisica che alimenta i sintomi.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio

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