Salve, per farmi comprendere meglio pur non essendo un esperto del settore, ho la sensazione che la

24 risposte
Salve, per farmi comprendere meglio pur non essendo un esperto del settore, ho la sensazione che la ragazza che frequento stia in dissonanza cognitiva, prima spesso fantasticava proiettando su un eventuale "noi" ogni cosa io dicessi, sempre sorridente appena mi vedeva, era "amore" per chiunque ci vedesse assieme. Da qualche mese, per motivi che forse posso immaginare e volendo anche comprendere, anziché accettare il sentimento, attraversarlo, salvaguardando la nostra sincera e profonda amicizia, ne fugge e alterna momenti di ricerca, piacere manifesto di stare assieme, ad altri in cui cerca di prendere le distanze verbalmente e ultimamente anche con gesti del tipo rifiutare un pensiero di pochi euro facendomi sentire in colpa, ma accettare quelli di altri individui che per lei sono conoscenti qualunque, essere entusiasta di pranzare assieme e il giorno dopo inventare una banalità per evitare, facendolo con tono freddo e distaccato come non se ne fregasse nulla. Ho pensato lo facesse apposta per confondermi e farmi capitolare, non lo so se ne è capace, è una ragazza buona di animo e umanamente intelligente. Come fosse in dissonanza cognitiva, al punto da parlarmi di un caos interiore mai accaduto prima. Avviene questo perché si sta o sta provando a decoinvolgersi e quindi mi conviene mettere l'animo in pace e allontanarmi per sempre? Posso garantire che ci vogliamo un mondo di bene, gli occhi e i sorrisi non mentono, si è aperta su aspetti molto intimi e privati della sua vita e lo ha fatto solo con me per sua ammissione. Ho provato a darle tempo per farla riflettere ma la situazione dopo due mesi non migliora, anzi alterna ancora di più e il giorno prima era entusiasta di pranzare con me e il giorno dopo ha messo una scusa sciocca per evitare (ho pensato lo fa apposta per farmi arrabbiare?). Ultimamente non c'è l'ho fatta e sono sbottato rinfacciandole che il nostro rapporto (io che per suo dire sono stato l unico scelto in questo modo a stare nella sua vita) ne esce penalizzato, tarpato, mentre quelli con gli altri non pone limiti e confini (sostenendo che è perché di loro non si interessa minimamente). Ha ammesso (già è tanta roba) che effettivamente ha questo problema con chi tiene e si fa paranoie. Dopo il confronto mi sono allontanato deluso ma ha iniziato a rincorrermi e volendole bene dopo alcune settimane sono ritornato, lo so ho sbagliato mi direte, a considerarla perché non voglio vederla sofferente. Ciò che mi spaventa è che ho la sensazione che l'alternanza non sia ragionata ma più una reazione a stati di animo che si alternano nella stessa giornata. Prima che ci avvicinassimo era una ragazza molto equilibrata, molto più di me, e centrata. Cosa posso fare io? Quando verbalmente prende le distanze o mi rifuta un banalissimo regalo di 5 euro rimango deluso perché prima li accettava senza contenta e senza farsi problemi. O sono condannato ad attendere solo vederla fare il ciclo e arrivare a rifiutarmi del tutto prima o poi? Merci.
Buonasera, capisco il suo stato, immagino la sensazione di rifiuto e i suoi sensi di colpa. Tuttavia credo che lei possa concentrarsi sul suo modo di affrontare tutto, sulle sue reazioni e sulle sue paure. La sensazione di instabilità emotiva potrebbe essere dovuta alla paura di perderla e forse alla dipendenza affettiva da questa ragazza.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,
la situazione che descrive è delicata e complessa, e dalle sue parole traspare un coinvolgimento emotivo profondo e sincero. È comprensibile sentirsi confusi e destabilizzati di fronte a comportamenti contraddittori: da un lato slanci affettivi, apertura e intimità, dall’altro freddezza, distacco e atteggiamenti che possono ferire.

La dissonanza cognitiva di cui parla è un fenomeno psicologico reale e comune, che si manifesta quando una persona prova disagio nel vivere emozioni, pensieri o comportamenti in contrasto tra loro. Potrebbe effettivamente essere una spiegazione plausibile del comportamento altalenante della ragazza: da una parte potrebbe provare sentimenti autentici per lei, dall’altra potrebbe vivere paure, dubbi o conflitti interiori legati alla vicinanza emotiva, alla paura di perdere il controllo, o anche a esperienze passate non ancora del tutto elaborate.

Ha anche colto un punto importante: spesso le persone tendono a “mettere confini” proprio con chi sentono più vicino, non per cattiveria, ma per autodifesa emotiva. È possibile che si tratti di un meccanismo di protezione inconscio.

Il suo tentativo di darle tempo, la scelta di non farle pressioni e poi il suo stesso "cedere" di fronte al suo dolore, rivelano sensibilità e rispetto. Ma è altrettanto importante chiedersi quanto questo tira e molla stia incidendo sul suo benessere emotivo e sulla qualità della relazione.

Non possiamo dire con certezza se stia tentando di “decoinvolgersi” o se stia combattendo un conflitto interno. Ma è chiaro che c’è sofferenza da entrambe le parti, e che questa dinamica rischia di diventare logorante se non viene affrontata con chiarezza e maturità emotiva.

Cosa può fare lei, ora?

Continuare ad ascoltarsi e a rispettare i propri limiti, evitando di farsi carico di un malessere che non dipende solo da lei.

Comunicare con sincerità ma anche con fermezza: chiarire cosa le fa male, cosa è disposto a tollerare e cosa no.

Osservare i fatti e non solo le intenzioni: l’amore e il bene che ci si vuole devono tradursi in comportamenti coerenti.

Infine, se la ragazza sta attraversando un momento di confusione emotiva profonda, potrebbe essere utile e consigliato che entrambi valutaste il supporto di uno specialista, anche solo per comprendere meglio cosa sta accadendo e come affrontarlo in modo più consapevole e meno doloroso.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Bollate
Buongiorno,
Credo che quello che descrivi non sia “dissonanza cognitiva” nel senso tecnico del termine, ma piuttosto una forma di ambivalenza emotiva – alternanza tra desiderio di vicinanza e necessità di distanza –, caratteristica di relazioni in cui uno dei due (o entrambi) sta gestendo sentimenti contrastanti, spesso inconsciamente. Ora cosa puoi fare tu?
Parlare apertamente esponendo cosa provi quando lei si allontana da te, potresti anche provare a farle presente che se ha bisogno di spazi maggiori puoi concederlo affinché lei stia di nuovo bene con te e non percepisca pressione.
Infine ma più importante di tutti valuta anche cosa vuoi tu. Chiediti quanto puoi tollerare questa situazione di ambivalenza. Attendere per mesi in una situazione altalenante può svuotare te stesso. Domandati quindi:


Quanto sei disposto a tollerare questa instabilità?

Il sentimento che provi è davvero reciproco, o è un monologo emotivo?
Se la situazione non migliora, potresti scegliere di staccarti, proteggendo la tua serenità, senza rancore.
Potrebbe avere senso anche provare a chiedere un supporto esterno per la coppia, chiaramente se c'e disponibilità da entrambe le parti di procedere in tal senso.
Spero di averti dato qualche spunto...
Se hai bisogno di approfondire sono a disposizione
Un saluto
Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso
Dott.ssa Gaia Evangelisti
Psicologo, Psicologo clinico
Genzano di Roma
Salve, la sua lucidità e sensibilità nel descrivere la situazione parlano di un coinvolgimento sincero, maturo e di un grande desiderio di comprensione — non solo di lei, ma anche di se stesso all'interno di questo legame.

Quando parla di dissonanza cognitiva, intuisce un meccanismo psicologico reale: la ragazza sembra vivere un conflitto interno tra ciò che prova e ciò che crede di dover fare o sentire. Questo la porta a comportamenti contraddittori: da un lato cerca la sua vicinanza, si apre con lei come con nessun altro, dall’altro si ritrae, si irrigidisce, rifiuta i suoi gesti affettuosi, si mostra fredda o distante.
Questo può accadere quando una persona prova qualcosa di profondo, ma:
- non riesce a gestirne il carico emotivo, perché ha paura di perderla, o di perdersi;
- ha vissuto ferite relazionali precedenti, che le fanno associare l’intimità ad un rischio;
- si sente inadatta o inadeguata a sostenere un legame profondo anche se lo desidera;
- oppure non ha ancora chiara la natura del proprio sentimento per lei e cerca, in modo inconscio, di “sabotare” il legame per capire meglio.

Lei non è passivo in tutto questo, anzi, sta cercando di restare saldo dentro un mare di ambiguità, oscillazioni, rifiuti e ritorni. È stancante, è frustrante. Fa male e la sua reazione – il momento in cui ha “sbottato” – non è una colpa, ma la naturale espressione di un cuore che sta tenendo troppo dentro.
Se lei lo faccia apposta o meno non possiamo dirlo con certezza, ma può darsi che:
- stia testando i limiti** del suo affetto, anche inconsciamente;
- stia cercando di autodifendersi, allontanandoti per non rischiare di soffrire;
- oppure abbia un funzionamento emotivo disorganizzato, dove il bisogno di amore e la paura di esso convivono senza equilibrio.

Il fatto che lei abbia notato che cambi di umore nella stessa giornata, una sorta di altalena emotiva, può indicare una difficoltà nella regolazione affettiva. Non è necessariamente patologica, ma è un segnale.
Ma quindi… deve andarsene per sempre? Non necessariamente, ma potrebbe prendersi una pausa vera, non solo “allontanarsi per farsi rincorrere”. Una pausa per sentire dentro di lei cosa vuole senza il peso della sua confusione addosso. Se la rincorre, osservi se lo fa in modo diverso, con maggiore chiarezza e maturità. Altrimenti, accetti che quel bene profondo che vi lega non è sufficiente a costruire qualcosa di sano oggi.

Ricordi: il bene si vede nei gesti, ma anche nella responsabilità che uno si prende verso l’altro.

Sono qui se desidera approfondire l'argomento.

Un caro saluto.

Dott.ssa Gaia Evangelisti, Psicologa.
Dott.ssa Anna Tosi
Psicologo, Psicologo clinico
Caldiero
Buongiorno, posso immaginare come di fronte a una persona che si comporta in modo così ambiguo e variabile, la sensazione provata sia quella di smarrimento e impotenza. Ed effettivamente le contraddizioni che descrivi nel comportamento di questa ragazza possono rappresentare un momento di difficoltà per la vostra relazione. Dall'altra parte, riferisci anche di una stretta relazione che avete instaurato nel tempo, aprendovi anche alla condivisione delle vostre vulnerabilità. E quando stiamo molto bene con una persona e sentiamo di poterci fidare, iniziamo a togliere delle maschere che normalmente indossiamo di fronte a coloro con i quali non siamo così in confidenza. E a me sembra che questa ragazza senta di poter assecondare più facilmente il suo stato d'animo in tua presenza, senza troppi filtri, portandoti il buono e il cattivo di come si sente. Questa ovviamente è solo un'ipotesi tra tante, infatti la cosa migliore è sicuramente parlarne apertamente e farle presente che hai notato questi comportamenti contraddittori che non riesci a comprendere e ti fanno stare male. Senza però attaccarla o giudicarla per questo, ma cercando solo di capirla e di avvicinarsi un pò di più al suo mondo interiore, con delicatezza e rispetto, perndendolo anche come uno spunto di crescita per la vostra amicizia. Inoltre, dobbiamo ricordare che avere una relazione intima con qualcuno significa fare in modo di comprendersi reciprocamente, condividendo uno spazio comune che non è sempre fatto di cose belle, ma anche di momenti di difficoltà e fragilità personali. So che non è sempre facile accogliere queste difficoltà e farsene carico, ma sicuramente parlarne insieme è un'ottimo punto di partenza. Spero di esserti stata d'aiuto. Resto a disposizione. Dott.ssa Anna Tosi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso con tanto cuore e sincerità ciò che sta vivendo. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto lei tenga a questa ragazza e quanto stia cercando di comprendere, con rispetto e sensibilità, cosa stia accadendo tra voi. Voglio dirle subito che il suo desiderio di riflettere, di mettersi in discussione e di capire come muoversi dimostra una grande maturità emotiva, e non è affatto scontato. La situazione che descrive sembra davvero complessa e carica di ambivalenza. La ragazza che frequenta appare, come giustamente lei ha intuito, combattuta tra due spinte diverse: da un lato il piacere e la felicità che prova nello stare con lei, dall’altro la paura, i dubbi o forse il timore delle implicazioni emotive che un legame profondo comporta. Il termine dissonanza cognitiva che ha usato è molto calzante: quando i pensieri, le emozioni e i comportamenti di una persona entrano in conflitto, questo può generare tensione e portare a reazioni che dall’esterno appaiono contraddittorie. È possibile che lei stia cercando di conciliare l’affetto che prova con paure più profonde legate alla vicinanza emotiva, alla possibilità di essere ferita o alla perdita della propria autonomia. In questi casi, a volte le persone oscillano tra avvicinamento e allontanamento senza che ciò sia frutto di un calcolo o di una strategia, ma come risposta a stati emotivi che cambiano rapidamente e che loro stesse fanno fatica a comprendere e gestire. Comprendo bene il suo smarrimento e la sua delusione quando i suoi gesti vengono respinti o quando nota quell'alternanza tra entusiasmo e distacco. È normale che si interroghi su come comportarsi e su quale strada sia la migliore da prendere. Il primo passo che può aiutarla è cercare di lavorare proprio sui suoi pensieri rispetto alla situazione: invece di focalizzarsi sull'idea di un possibile rifiuto futuro o sul timore che tutto finirà male, potrebbe provare a rimanere ancorato al presente, osservando ciò che accade senza caricarlo di significati definitivi. So che non è semplice, perché quando vogliamo bene a qualcuno è naturale desiderare chiarezza e stabilità, ma è proprio questa attesa del “segnale definitivo” che rischia di alimentare l'ansia e il senso di impotenza. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile che lei provasse a individuare i pensieri automatici che le creano sofferenza, come per esempio quelli legati al timore che lei lo stia facendo apposta per ferirla o confonderla, e a metterli alla prova: cosa c'è di certo in questi pensieri? Ci sono prove che li confermano o alternative possibili? Allo stesso modo, può osservare le sue emozioni e chiedersi come queste influenzano le sue reazioni. Ad esempio, quando si sente deluso o arrabbiato, come può comunicare questi sentimenti in modo assertivo, senza che diventino motivo di ulteriore distanza? Un altro aspetto importante è ricordare che, per quanto lei possa fare la sua parte mostrando comprensione, rispetto e disponibilità, non tutto dipende da lei. La ragazza che frequenta potrebbe avere bisogno di tempo, di introspezione, forse anche di un supporto personale per elaborare meglio i propri vissuti. La cosa più preziosa che può offrirle è una presenza autentica e paziente, ma allo stesso tempo è importante che lei protegga anche se stesso, i suoi bisogni e il suo benessere. Questo significa, talvolta, darsi il permesso di fare un passo indietro per osservare le cose con maggiore lucidità e capire se il rapporto sta diventando fonte di crescita o se, al contrario, sta logorando la sua serenità. Non esistono risposte semplici o universali per le dinamiche affettive, ma ciò che le posso dire con certezza è che situazioni come la sua non sono senza via d'uscita e che con il giusto equilibrio tra ascolto dell’altro e rispetto per se stessi si può trovare una direzione che faccia meno paura. Se sente che la situazione le provoca troppa ansia o che le sue emozioni stanno diventando difficili da gestire, un percorso di supporto psicologico potrebbe offrirle un prezioso spazio di riflessione e strumenti concreti per affrontare meglio le difficoltà. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buonasera, le consiglio di confrontarsi con questa ragazza apertamente, esprimendo a cuore aperto, tutti i suoi dubbi e tutte le situazioni che l'hanno fatta soffrire derivanti dal comportamento di lei a cui non sapeva dare una spiegazione. E' importante che l'altra persona abbia la possibilità di capire quando si è fraintesi e lasciarle spazio di espressione e di chiarimento.
La relazione è fatta da due persone a pari diritti.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott.ssa Emanuela Borri
Psicologo, Psicologo clinico
Meda
Quello che descrivi è un momento relazionale molto delicato e pieno di sfumature, in cui si intrecciano affetto profondo, aspettative reciproche e il bisogno di comprendere i segnali ambigui dell’altro. È evidente quanto tu tenga a questa persona, e quanto tu stia cercando di capirla e rispettarne i tempi, pur provando un senso crescente di frustrazione e incertezza.
Il comportamento che descrivi – fatto di avvicinamenti e allontanamenti, entusiasmo alternato a freddezza, apertura emotiva e poi chiusura – può effettivamente rimandare a un conflitto interno che lei stessa sembra riconoscere, anche se non riesce forse a gestire fino in fondo. In certi casi, quando una persona prova un coinvolgimento intenso, può attivare meccanismi di difesa (come la presa di distanza improvvisa o il rifiuto simbolico di piccoli gesti affettuosi), dettati dalla paura di perdersi, di dipendere, o persino di non sentirsi “all’altezza” del legame.
Il tuo desiderio di chiarezza è legittimo, così come la tua sofferenza davanti a segnali che sembrano contraddirsi. Ma l’alternanza emotiva che osservi non è necessariamente una strategia consapevole per confonderti: spesso è espressione di una fatica interiore nel sostenere l’intimità, nel permettersi di essere vulnerabili, nel fidarsi profondamente. È importante distinguere tra manipolazione intenzionale e una forma di ambivalenza affettiva non ancora elaborata.
Cosa puoi fare tu?
In situazioni come questa, il primo passo è proteggere te stesso: riconoscere i tuoi bisogni affettivi, dare valore al tuo tempo e alle tue energie emotive. Non si tratta di "abbandonare" o "attendere passivamente", ma di creare uno spazio di verità, in cui tu possa esprimere con chiarezza che tipo di relazione desideri e che tipo di comportamenti per te sono sostenibili. Una comunicazione assertiva e gentile può aiutare a porre dei confini non per allontanare, ma per dare struttura e dignità al legame.
Ricorda: volersi bene non è sempre sufficiente a far funzionare una relazione, se i bisogni reciproci non riescono a incontrarsi. A volte voler bene significa anche accettare di fare un passo indietro, per proteggere entrambi.
Se senti che questo momento ti sta togliendo lucidità o energia, confrontarti in uno spazio di ascolto neutrale e professionale potrebbe offrirti strumenti in più per orientarti e prenderti cura di te, anche nel rispetto dell’altro.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, più che in dissonanza cognitiva mi sempre sia una persona con tratti narcisistici-evitanti , prima è tutto amore ma non riesce a stare in questa coppia per sempre perchè non ha risorse, e quindi diventa distanziante e ha paura, secondo me le deve parlare per aiutarla ad entrare in terapia grazie
francesca
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io credo che in questa situazione sarebbe importante provare ad aprire un dialogo sincero con lei, dicendole che cosa prova, come si sente davanti ai suoi comportamenti e provando a chiedere una spiegazione. la vostra è una frequentazione dichiarata e nota a entrambi in modo reciproco oppure siete in una fase di definizione della relazione? Perchè penso che anche questo possa incidere sulla possibilità o meno di poterle parlare in modo chiaro. Dopodichè sono convinta che aprire un dialogo sia la soluzione migliore, e vedere che cosa le restituisce. Se avesse altre domande o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Mariella Farinella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Grazie paziente per la condivisione.
La cosa da fare è consigliarle un percorso di psicoterapia, al suo comportamento ci saranno delle paure che non le permettono di avere degli atteggiamenti, o di fare delle scelte funzionali. Se decidesse di intraprendere un percorso di cura a beneficiarne sarà innanzitutto la sua "amica" , successivamente il vostro rapporto.

In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariella Farinella
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La sua descrizione di questo rapporto emotivo complesso rivela una dinamica relazionale che in psicologia chiamiamo "attaccamento ambivalente", caratterizzato da un conflitto profondo tra il desiderio di intimità e la paura dell'abbandono. La sua intuizione sulla dissonanza cognitiva è corretta: la ragazza che frequenta sta vivendo una battaglia interiore tra sentimenti autentici e meccanismi di autodifesa emotiva che si sono probabilmente sviluppati nel corso della sua storia affettiva.
Quello che descrive non è manipolazione consapevole, ma piuttosto un pattern comportamentale inconscio tipico delle persone che hanno sviluppato uno stile di attaccamento insicuro. Quando lei riferisce che "prima era equilibrata e centrata", probabilmente si riferisce a un periodo in cui non c'erano investimenti emotivi significativi in gioco. L'emergere di sentimenti profondi ha attivato le sue difese psicologiche, creando quella che lei giustamente definisce "alternanza" tra avvicinamento e distanziamento.
Il comportamento di accettare regali da sconosciuti mentre rifiuta i suoi è particolarmente indicativo: rappresenta la sua difficoltà ad accettare gesti di cura da parte di persone emotivamente significative. Questo avviene perché ricevere attenzioni da lei comporta il rischio di aumentare l'investimento emotivo, mentre accettarle da estranei non minaccia il suo equilibrio difensivo. Non si tratta di cattiveria, ma di una strategia inconscia per gestire l'ansia relazionale.
La sua ammissione di avere "problemi con chi tiene" è un momento di grande consapevolezza e rappresenta un segnale positivo. Riconoscere il pattern è il primo passo verso il cambiamento. Il fatto che si sia aperta con lei su aspetti intimi della sua vita dimostra che, nonostante la confusione, esiste un livello di fiducia profonda che non dovrebbe sottovalutare.
Il "caos interiore mai accaduto prima" di cui parla indica che questa relazione sta mettendo in discussione i suoi meccanismi di difesa consolidati. È un processo doloroso ma potenzialmente trasformativo. Tuttavia, questo non significa che lei debba sopportare indefinitamente comportamenti che la feriscono o la confondono.
La sua reazione di "sbottare" e poi allontanarsi è comprensibile, ma il ritorno quando lei l'ha "rincorsa" ha involontariamente alimentato il ciclo ambivalente. Questo pattern - distanziamento, inseguimento, riappacificazione - può diventare una dinamica ripetitiva che non risolve il conflitto di fondo ma lo cristallizza.
Dal punto di vista psicologico, lei si trova in una posizione delicata: fornire troppo supporto e disponibilità può rinforzare l'alternanza, mentre essere eccessivamente rigido potrebbe confermare le paure di abbandono di lei. La chiave è trovare un equilibrio tra comprensione e fermezza sui propri bisogni relazionali.
Il mio consiglio è di stabilire confini chiari e comunicarli con gentilezza ma fermezza. Spieghi che comprende le sue difficoltà ma che anche lei merita coerenza e rispetto nel rapporto. Non insegua i suoi momenti di distanziamento, ma siate presente quando lei è disponibile all'autenticità. Questo tipo di stabilità emotiva può gradualmente aiutarla a sentirsi più sicura nell'investire emotivamente.
È importante che riconosca che non può "salvare" o "guarire" qualcun altro. Il cambiamento deve venire da lei, attraverso la consapevolezza e possibilmente un percorso di crescita personale. Quello che può fare è decidere se è disposto ad accompagnare questo processo mantenendo il rispetto per se stesso, o se preferisce proteggere il proprio benessere emotivo prendendo distanza.
L'amore autentico che descrive tra voi è prezioso, ma non è sufficiente se non è accompagnato da comportamenti coerenti e rispettosi. La relazione sana richiede che entrambe le parti si assumano la responsabilità del proprio mondo emotivo e lavorino insieme per creare sicurezza reciproca.
Non è condannato ad essere spettatore passivo di questo ciclo. Può scegliere di comunicare chiaramente le sue esigenze e aspettare di vedere se lei è disposta e capace di lavorare sui suoi pattern, oppure può decidere di preservare la sua serenità emotiva. Entrambe le scelte sono legittime e dipendono da quanto è disposto a investire in una relazione che al momento non può garantirgli la stabilità emotiva che merita.
Dott.ssa Giada Petitt
Psicologo, Psicologo clinico
Pistoia
Carissimo,
da quello che scrive si capisce che ci tiene molto a questa ragazza e che ha investito tanto nel vostro rapporto, anche emotivamente. È comprensibile che ora si senta confuso e forse anche stanco di questi alti e bassi.

Quando una persona si comporta in modo così altalenante – prima vicina, poi lontana – può succedere che dentro di noi si accendano mille domande: Perché lo fa? cosa vuole?, sono io a sbagliare?. A volte, però, non si tratta di una mancanza di affetto, ma di una difficoltà interna: può esserci paura, insicurezza, confusione. E sì, anche quel conflitto tra ciò che si prova e ciò che si riesce a gestire.

Può darsi che per lei il sentimento sia così forte da farle perdere i punti di riferimento. Alcune persone, quando tengono davvero a qualcuno, si spaventano e si irrigidiscono. Non per cattiveria, ma per proteggersi.

Detto questo, il suo bisogno di chiarezza e stabilità è altrettanto importante. Volerle bene non significa dover sempre “tenere duro” o aspettare che le cose cambino. Forse ora potrebbe chiedersi: sto ricevendo quello di cui ho bisogno? Non solo sul piano dell’affetto, ma anche del rispetto, della coerenza, del sentirsi accolto. Anche lei ha il diritto di sentirsi bene dentro una relazione.

un caro saluto

Dott.ssa Giada Petitt
Dott. Amedeo Fonte
Psicologo, Psicologo clinico
Pescara
Lei racconta una storia densa, attraversata da un filo sottile che intreccia l’intimità e la confusione, la vicinanza e lo smarrimento. Non posso che notare quanto ci tenga a questa ragazza, al punto da interrogarsi non solo su di lei ma su se stesso nel suo rapporto con lei, ed è proprio in questa oscillazione tra prossimità e lontananza che si gioca molto del suo sentire. Forse è significativo che lei parli di “dissonanza cognitiva” come se fosse alla ricerca di un termine che possa dare ordine a ciò che appare caotico, instabile, spiazzante. Ma ciò che si muove in una relazione, soprattutto quando tocca corde così profonde come quelle che lei descrive, raramente si lascia contenere in un concetto. Lei osserva i gesti, le parole, le mancate risposte, i cambiamenti d’umore, e cerca un filo logico, come se da lì potesse decifrare una verità, una direzione certa. Ma se provasse, invece, a stare un po’ con l’incoerenza, con l’alternanza che la confonde, senza volerla spiegare subito? Cosa accadrebbe dentro di lei se non fosse più tanto impegnato a capire “perché” lei fa così, ma piuttosto a interrogarsi su cosa le provoca, sul perché proprio lei riesce a toccare corde tanto sensibili in lei? Mi colpisce quando dice che ha pensato che lo faccia apposta per confonderla o farla arrabbiare, come se ci fosse una sorta di messa in scena, un gioco crudele, eppure subito dopo smentisce questo pensiero, riconoscendo la sua bontà d’animo. È interessante questa oscillazione nel suo stesso discorso, come se anche lei fosse attraversato da movimenti opposti. Potrebbe domandarsi allora cosa significhi per lei essere confuso, quale paura si attiva quando non riesce a leggere l’altro con chiarezza, e se questo l’ha già vissuto altrove nella sua storia. Il fatto che questa ragazza le abbia aperto parti intime di sé, come lei scrive, è certamente qualcosa che lascia un segno, ma anche questo può spaventare, sia chi apre che chi riceve. E forse può accadere che quando l’intimità si fa troppo profonda, qualcuno senta il bisogno di allontanarsi per non perdere il controllo, oppure che chi riceve queste confidenze si senta investito di una responsabilità che pesa. Lei ha provato a prendere le distanze e poi a ritornare, e in questo va riconosciuto un tentativo di trovare una posizione, un equilibrio tra l’amore e il rispetto di sé. Non è questione di aver “sbagliato” o meno, forse è più interessante chiedersi cosa cerca lei quando decide di rientrare in scena, cosa teme di perdere veramente. L’idea di aspettare che l’altro “faccia il ciclo” e poi la rifiuti definitivamente porta in sé un’immagine di impotenza e passività, come se non potesse far altro che osservare, soffrire e aspettare la fine. Ma esiste uno spazio tra la resa e il controllo assoluto, ed è quello in cui può iniziare a prendersi cura di sé, a interrogarsi sul suo desiderio, su cosa è disposto a tollerare, su cosa sente di meritare. Forse più che domandarsi se lei è “condannato” ad attendere, può iniziare a chiedersi cosa le impedisce di fermarsi, di pensare al suo tempo, alla sua vita, al suo modo di stare in una relazione senza per forza dover sempre “capitolare”. Le relazioni importanti a volte ci mettono di fronte a un movimento interno che non conoscevamo prima, e in questo, se sentisse che da solo non riesce a fare ordine tra ciò che prova e ciò che accade, potrebbe pensare di dedicare uno spazio tutto suo, in cui provare a mettere parola su questo groviglio, non per scioglierlo subito, ma per cominciare a dargli ascolto.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per la profondità con cui ha descritto la situazione, e per la sensibilità che emerge dalle sue parole. Si percepisce chiaramente che sta cercando non soltanto di comprendere l’altro, ma anche di assumersi una parte di responsabilità emotiva in una relazione che per lei ha avuto (e probabilmente ha ancora) un grande significato.

La dinamica che descrive richiama effettivamente a quella che, in termini psicologici, può essere letta come una tensione interna vissuta dalla sua partner, potenzialmente assimilabile a una forma di dissonanza cognitiva, come lei stesso accenna. Quando una persona vive un conflitto tra ciò che sente a livello profondo e ciò che pensa di “dover sentire” o di “poter concedersi” nella relazione, può accadere che il comportamento diventi altalenante, che si passi da momenti di intensa vicinanza e coinvolgimento ad altri di ritiro, freddezza, o addirittura atteggiamenti svalutanti.

Va considerato, inoltre, che alcuni meccanismi di difesa (come l’evitamento, la razionalizzazione o l’ambivalenza relazionale) si attivano proprio quando si è coinvolti emotivamente in modo più profondo. Paradossalmente, quanto più una persona tiene a un legame, tanto più può sentirsi vulnerabile, spaventata, esposta, e può cercare inconsapevolmente di sabotare la relazione per “riappropriarsi” di un senso di controllo. È qualcosa che vedo spesso nel mio lavoro: una forma di paura dell’intimità emotiva, che può affondare le sue radici in esperienze passate non necessariamente traumatiche, ma significative nel modo in cui la persona ha imparato a vivere l’attaccamento.

Non posso sapere, da qui, se la sua compagna stia cercando consapevolmente di decoinvolgersi oppure no. Ma ciò che lei può e deve fare, per salvaguardare se stesso e il vostro legame, è iniziare a distinguere tra ciò che può essere compreso e sostenuto (con affetto, con pazienza, con rispetto) e ciò che invece rischia di ferirla in modo reiterato. Il bene non giustifica sempre il sacrificio unilaterale. Quando il dare e ricevere non sono più in equilibrio, anche le migliori intenzioni possono trasformarsi in dolore.

L’amore, per essere tale, ha bisogno di libertà, ma anche di reciprocità. Se lei percepisce di vivere in una costante attesa che qualcosa cambi o ritorni a “com’era prima”, è importante interrogarsi se sta ancora vivendo il presente della relazione, o una sua idealizzazione. Spesso ci si aggrappa ai ricordi luminosi dell’inizio per non accettare che oggi le cose non sono più uguali, ma questo può diventare un modo per rimandare una presa di coscienza.

Lei chiede: "Cosa posso fare io?" La risposta non sta nel cercare ancora di più di comprendere o salvare l’altro, ma nel chiedersi: "Cosa merito io, in questo momento? Quale spazio posso e voglio concedere al mio dolore, ai miei bisogni, ai miei limiti?" La scelta di rimanere o allontanarsi non va mai imposta, né affrettata, ma maturata con lucidità e tenendo conto non solo dell’amore che si prova, ma anche della salute emotiva che si desidera per sé.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Buongiorno,
la ringrazio per la cura con cui ha descritto la situazione: dalle sue parole traspare non solo l’affetto sincero che prova per questa ragazza, ma anche la sua volontà di comprendere con profondità e rispetto ciò che sta accadendo.

La confusione che sta vivendo — l’alternanza tra vicinanza emotiva e rifiuto, tra slanci affettuosi e gesti freddi — può essere molto faticosa da sostenere nel tempo, soprattutto quando si è coinvolti affettivamente.

Lei ha menzionato il concetto di dissonanza cognitiva, e in effetti può essere una lettura interessante: quando una persona prova emozioni forti e magari nuove, che entrano in contrasto con paure, insicurezze o convinzioni più profonde, può mettere in atto comportamenti ambivalenti. In questo caso, la paura di un legame significativo potrebbe coesistere con un desiderio autentico di vicinanza, generando proprio quell’alternanza che lei ha descritto così chiaramente.

Non è raro che alcune persone, nel momento in cui si accorgono di tenere davvero a qualcuno, reagiscano con ansia, evitamento o confusione. Può trattarsi di difese emotive messe in atto inconsciamente per proteggersi da qualcosa: dalla paura di dipendere, di essere deluse, di perdere il controllo o di essere abbandonate. E spesso proprio chi ci interessa di più ci attiva in questo modo.

Lei però sta anche vivendo una difficoltà legittima: si sente destabilizzato da comportamenti incoerenti, si interroga su ciò che è accaduto nel tempo, e si chiede giustamente fino a che punto sia sano restare in un rapporto che oscilla senza un punto fermo. Questo è un nodo centrale.

Cosa può fare lei, ora?
– Mettere confini chiari, che tutelino anche il suo benessere. Il prendersi cura di qualcuno non deve mai significare trascurare sé stessi.
– Parlare con calma, senza accuse, ma con onestà: può condividere come si sente rispetto all’alternanza emotiva, e chiarire che non è in discussione l’affetto, ma la qualità della relazione.
– Accettare che alcuni aspetti non dipendono da lei: se questa persona sta attraversando un periodo di fragilità o di blocco emotivo, può solo decidere se affrontarlo o meno. Lei può esserle accanto, ma non può “salvarla” da qualcosa che non ha ancora scelto di affrontare in prima persona.
– Darsi il permesso di considerare anche la propria serenità. Amare qualcuno non significa aspettare a oltranza, soprattutto se il rapporto inizia a far male.

Infine, è possibile che questa ragazza stia vivendo un disagio personale, magari legato a esperienze pregresse o a difficoltà nel gestire l’intimità emotiva. Se le è davvero cara, può incoraggiarla — con delicatezza — a prendersi uno spazio di riflessione con un professionista.

Ciò che è certo è che lei ha dimostrato una grande capacità di empatia e rispetto. Ora ha diritto a chiedersi: questo legame mi fa bene? O sto solo cercando di tenere insieme qualcosa che oggi non mi corrisponde più?

Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buonasera,
la sua sensibilità nel raccontare quanto sta vivendo mostra quanto tenga a questa relazione e quanto stia cercando di comprenderla in profondità.
A volte, quando una persona è attraversata da emozioni contrastanti, può comportarsi come una barca in balia del vento: avvicinandosi e allontanandosi, non per volontà precisa, ma perché dentro di sé sta cercando una rotta che ancora non conosce.
Lei può scegliere se restare in questo mare incerto o proteggere se stesso e il proprio equilibrio. In ogni caso, il rispetto per ciò che prova e il confine tra ciò che la fa stare bene e ciò che la ferisce sono punti da cui ripartire.
Resto a disposizione, saluti, dott.ssa Elena Dati
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, dal suo racconto sicuramente c'e' da chiedersi che cosa sia successo a questa ragazza , come mai sia cambiata così forse va incontro a problemi con le relazioni stabili. Ma a parte lei che ha la resposabilità di affrontare le sue difficoltà lei anche può prendersi cura di come sta,decidere se le sta bene questa relazione disagevole. Se ha bisogno di aiuto, a disposizione.
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Salve, grazie intanto per aver esposto la sua storia. Ci sono pochi elementi per valutare una diagnosi così stringente e forse non adeguata. Io proverei semplicemente ad aiutarla a confidarsi e ad esternare tutte le sue emozioni e probabilmente paure che ha in questo rapporto tanto bello ma che tutti coscientemente pensano che potrebbe finire. Ci si chiude e a volte ci si difende allontanandosi. Le motivazioni possono essere tante, anche reazioni emotive non del tutto controllate. Se ha piacere le si potrebbe anche proporre dei colloqui di coppia con una persona esterna specialista, come posso essere io o chi preferite e farvi guidare. Se lei davvero vuole continuare la relazione e ci tiene penso troverete dei compromessi e vi capirete l'un l'altro.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Maria El Asmar
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Dietro le tue parole emerge una sofferenza legata a un legame affettivo che, almeno in parte, sembra non essere corrisposto. Più che chiederti cosa puoi fare per lei, forse può essere utile spostare lo sguardo su di te: cosa stai facendo per prenderti cura di te stesso in questa relazione? Cosa ti porta ad accettare il dolore del rifiuto, pur di restare in attesa di quei rari momenti in cui ti senti visto e apprezzato da lei? Questo bisogno di approvazione e riconoscimento sembra diventare più centrale del piacere di condividere realmente un’amicizia. Inoltre, più che una dissonanza cognitiva, sembra emergere una confusione nei confini e nei ruoli all'interno della vostra relazione. L'hai descritta a tratti come un’amicizia, in altri momenti come una frequentazione o persino come qualcosa con un potenziale futuro insieme. Questa sovrapposizione di definizioni rende difficile orientarsi emotivamente e comprendere cosa aspettarsi davvero dall’altro. Quando i confini non sono chiari, diventa complicato anche capire quali bisogni vengono soddisfatti e quali, invece, restano costantemente frustrati. Provare a dare un nome più definito a ciò senti, può aiutarti a fare chiarezza su cosa desideri da questa relazione e, soprattutto, su cosa vuoi per te.

Ora è più chiaro per te?

Saluti
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Lei sembra profondamente coinvolto e attento ai segnali che questa ragazza le sta dando. Ma si è mai chiesto cosa cerca davvero lei in questa relazione? Che effetto le fa essere in un legame dove l’amore oscilla e la stabilità sfugge? Cosa desidera per sé, oltre il bisogno di salvarla o comprenderla? E se invece di rincorrerla, provasse ad ascoltare cosa manca a lei, oggi, per sentirsi al sicuro?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Grazie per aver condiviso questa riflessione così intensa e profonda. Hai scritto con grande sensibilità e lucidità, e proprio da psicologa vorrei aiutarti a guardare più chiaramente questa situazione che — lo si percepisce — ti tocca in modo profondo.

**Partiamo da una cosa importante: il tuo coinvolgimento è autentico.**

Hai costruito un legame profondo con questa ragazza, e non stai parlando solo di attrazione, ma anche di una connessione emotiva forte, intima, ricca. È naturale che tutto questo ti porti confusione, senso di colpa, aspettative e sofferenza, quando lei alterna vicinanza e distanza. Non sei “debole” per esserti aperto: sei semplicemente umano.

**Hai colto bene il senso della “dissonanza cognitiva”.**

La ragazza sembra effettivamente vivere un conflitto interno tra **ciò che prova** (l’intimità, l’affetto, il legame con te) e **ciò che pensa di dover fare o sentire** (magari per paure, convinzioni limitanti, esperienze passate). Non è detto che stia cercando di confonderti consapevolmente — più verosimilmente è **confusa lei per prima**.

Ti ha anche confidato, con onestà rara, di “farsi paranoie” proprio con le persone a cui tiene di più. Questo ti dice già molto: è come se con chi le è indifferente riuscisse a essere libera, ma con te si sentisse esposta, vulnerabile, bloccata. **La paura dell’intimità vera è più diffusa di quanto si pensi** — perché richiede coraggio, fiducia e la capacità di tollerare l’incertezza.

**Cosa puoi fare tu?**
Ecco alcuni spunti da prospettiva psicologica:

**1. Non cercare di "salvarla" a tuo discapito.**
È ammirevole che tu voglia starle vicino anche nei suoi momenti più contraddittori, ma *non puoi farle da equilibrio quando lei è in disequilibrio emotivo se questo ti consuma*. L’amore può accompagnare, ma non guarire, se non è reciproco e costruttivo.

**2. Chiediti cosa vuoi davvero da questa relazione.**
Hai bisogno di chiarezza, continuità, coerenza? Se sì, è giusto riconoscere che ora non te li sta dando, e chiederti *quanto a lungo vuoi restare in questa posizione di attesa*. Le sue emozioni non devono diventare l’unica bussola della vostra relazione.

**3. Accetta che l’alternanza emotiva non è una fase momentanea.**
Tu stesso noti che i suoi comportamenti sembrano più dettati da stati d’animo altalenanti che da pensieri ragionati. Questo è importante: potrebbe avere difficoltà a regolare le sue emozioni, e ciò significa che *questa altalena potrebbe essere la sua modalità relazionale*, non solo un momento passeggero.

**4. Se davvero vi volete bene, potreste provare a parlarne in modo nuovo.**
Non accusandola o “chiedendole conto”, ma esprimendo ciò che *provi tu*, ciò che *ti serve* per sentirti sicuro nel legame. Ad esempio:

> “Mi sento confuso quando mi cerchi con entusiasmo e poi il giorno dopo ti chiudi. Questo mi fa sentire insicuro e affaticato, perché per me stare vicino a te significa stabilità e sincerità nei gesti, anche piccoli. Non ti sto chiedendo di essere perfetta, ma di essere chiara con me.”

In sintesi psicologica:
Questa relazione sembra averti dato molto, ma ora sta anche chiedendoti troppo. La tua sensibilità ti porta a cercare spiegazioni profonde, ma non sempre l’amore risponde alla logica. Non sei “condannato” ad aspettare che ti rifiuti: *puoi scegliere* se restare o allontanarti, non per indifferenza, ma per prenderti cura della tua serenità.


Se senti che questa dinamica ti sta esaurendo emotivamente, potresti anche tu valutare un supporto psicologico. A volte avere uno spazio tuo dove esplorare questi vissuti può aiutarti a capire cosa ti tiene dentro questo legame e come ritrovare il tuo centro.

Se vuoi, sono qui per continuare a parlarne.
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Comprendo la tua preoccupazione riguardo al comportamento della ragazza che frequenti. Questo può manifestarsi in relazioni in cui una persona prova emozioni contrastanti, come l'affetto e la paura dell'intimità, portando a comportamenti ambivalenti.
È importante riconoscere che questi segnali non necessariamente indicano manipolazione intenzionale o malafede. Piuttosto, potrebbero derivare da conflitti interni non risolti, come la paura di compromettere l'indipendenza o di affrontare vulnerabilità emotive. La dissonanza cognitiva può spingere una persona a giustificare azioni che altrimenti sembrerebbero incoerenti, come accettare regali da altri ma rifiutarli da te, per ridurre il disagio causato da queste contraddizioni.
In queste circostanze, la comunicazione aperta e onesta è fondamentale. Esprimere i tuoi sentimenti senza accusare o giudicare può aiutare a chiarire le intenzioni reciproche e a comprendere meglio le dinamiche della relazione. Tuttavia, è altrettanto importante stabilire dei confini chiari per proteggere il tuo benessere emotivo. Se la situazione continua a causarti disagio o confusione, potrebbe essere utile considerare una pausa o una riflessione più profonda sulla relazione.
Ricorda che ogni individuo ha il diritto di sentirsi rispettato e compreso. Se la relazione diventa fonte di stress o incertezza, potrebbe essere il momento di rivalutare se è sana e benefica per entrambi. La tua serenità emotiva è altrettanto importante quanto quella della persona con cui interagisci.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la descrizione che offre è molto chiara e mostra quanto Lei stia cercando di comprendere questa ragazza con empatia e profondità. Ciò che osserva – l’alternanza tra avvicinamento e distanza, tra apertura e freddezza – non è una strategia consapevole di manipolazione, ma più probabilmente il segnale di un conflitto interno che lei stessa non riesce a gestire.

Quando parla di “caos interiore” e del fatto che “si fa paranoie con chi le importa davvero”, è come se stesse dicendo: “la vicinanza emotiva mi spaventa tanto quanto la desidero”. Questo tipo di ambivalenza può nascere da paure profonde di dipendenza, delusione o perdita, che portano la persona a difendersi anche da ciò che vorrebbe.
Non si tratta esattamente di dissonanza cognitiva (che riguarda il conflitto tra idee e comportamenti), ma piuttosto di ambivalenza affettiva o evitamento emotivo, in cui l’affetto è reale ma genera paura di vulnerabilità.

Lei, nel tentativo di chiarire e mantenere la relazione, rischia di occupare troppo il ruolo del regolatore emotivo: dà tempo, comprende, accetta, poi si delude e ritorna, restando in una posizione di attesa continua. Ma in un rapporto così instabile, il suo equilibrio emotivo finirà per logorarsi.

Alcuni punti concreti che possono aiutarla:

Riconosca i suoi limiti emotivi. Volerle bene non significa doverla “salvare” dal suo caos. Se il suo benessere dipende dai suoi sbalzi, si trova in una relazione potenzialmente asimmetrica.

Parli chiaro, ma una volta sola. Dopo averle spiegato come la sua alternanza la ferisce, eviti di tornare sul tema ogni volta: chi è confuso ha bisogno di spazi di silenzio più che di spiegazioni.

Osservi i fatti, non le parole. Il desiderio di “vederla felice” non deve oscurare ciò che realmente accade. Se il suo comportamento resta altalenante nonostante la comprensione e il tempo, deve tutelare se stesso.

Si interroghi su cosa desidera davvero. Vuole una relazione dove deve continuamente decifrare stati d’animo altrui? Se la risposta è no, può legittimamente scegliere di fermarsi, anche senza rancore.

In sintesi: non sembra che lei voglia ferirla, ma che viva un conflitto tra il desiderio di vicinanza e la paura che questa la faccia perdere il controllo di sé. Lei può starle accanto solo entro i confini che non la consumano. Se oltrepassarli significa sentirsi “condannato ad attendere”, è il momento di valutare una distanza più protettiva.

Dott.ssa Sara Petroni

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