Salve, mi chiamo Biagio e ho 22 anni. Vi scrivo per cercare di capire che tipo di problema possa es
24
risposte
Salve, mi chiamo Biagio e ho 22 anni.
Vi scrivo per cercare di capire che tipo di problema possa essere il mio, se è legato alla parte fisica o mentale..
Da un paio di anni ormai vivo con una specie di fobia insolita, ovvero, mi dà notevolmente fastidio quando una persona, piega le punte delle dita delle mani, ad esempio quando si vuole puntualizzare qualcosa e si usa il gesto dell'indice sul tavolo.
Ecco vedere quest'azione mi scaturisce un forse fastidio. probabilmente mentale, come una specie di fobia, quando lo vedo mi inserisco un dito all'interno dell'orecchio per cercare di non sentire il "dolore" che provo.
Questa "fobia" trasporta anche la mia parte fisica legata alle mani, se provo fastidio non riesco assolutamente a piegare le dita in avanti, se invece lo faccio involontariamente, senza pensarci, questo problema non torna.
Vi scrivo semplicemente per sapere dove posso recarmi e come affrontare la situazione, Grazie mille e buona giornata!
Vi scrivo per cercare di capire che tipo di problema possa essere il mio, se è legato alla parte fisica o mentale..
Da un paio di anni ormai vivo con una specie di fobia insolita, ovvero, mi dà notevolmente fastidio quando una persona, piega le punte delle dita delle mani, ad esempio quando si vuole puntualizzare qualcosa e si usa il gesto dell'indice sul tavolo.
Ecco vedere quest'azione mi scaturisce un forse fastidio. probabilmente mentale, come una specie di fobia, quando lo vedo mi inserisco un dito all'interno dell'orecchio per cercare di non sentire il "dolore" che provo.
Questa "fobia" trasporta anche la mia parte fisica legata alle mani, se provo fastidio non riesco assolutamente a piegare le dita in avanti, se invece lo faccio involontariamente, senza pensarci, questo problema non torna.
Vi scrivo semplicemente per sapere dove posso recarmi e come affrontare la situazione, Grazie mille e buona giornata!
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Caro Biagio,
innanzitutto grazie per aver condiviso qua i suoi dubbi. Io, fossi in lei, intraprenderei un tipo di terapia cognitivo-comportamentale, in quanto approccio elitario per molte problematiche, tra cui quelle legate all'ansia.
Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
innanzitutto grazie per aver condiviso qua i suoi dubbi. Io, fossi in lei, intraprenderei un tipo di terapia cognitivo-comportamentale, in quanto approccio elitario per molte problematiche, tra cui quelle legate all'ansia.
Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Gentile Utente,
quello che descrive sembra essere una forte reazione di disagio legata a uno stimolo specifico, che coinvolge sia la sfera emotiva che quella corporea. Potrebbe trattarsi di una sensibilità percettiva amplificata o di un meccanismo legato all'ansia.
Le consiglierei di rivolgersi a uno/a psicologo/a per esplorare meglio l'origine di questo disagio e trovare strategie per gestirlo in modo efficace.
Un caro saluto.
quello che descrive sembra essere una forte reazione di disagio legata a uno stimolo specifico, che coinvolge sia la sfera emotiva che quella corporea. Potrebbe trattarsi di una sensibilità percettiva amplificata o di un meccanismo legato all'ansia.
Le consiglierei di rivolgersi a uno/a psicologo/a per esplorare meglio l'origine di questo disagio e trovare strategie per gestirlo in modo efficace.
Un caro saluto.
Gentilissimo Biagio grazie della condivisione innanzitutto. Dalla descrizione riportata penserei più ad una manifestazione di tipo ossessivo (es. pensiero intrusivo che genere una intensa risposta emotiva, solitamente ansia) che poi "costringe" alla messa in atto di un comportamento in risposta. Ad es. se percepisce questo "forte fastidio" quando vede tale scena le "viene naturale" pensare che "deve inserire il dito all'interno dell'orecchio per non sentire dolore" o che "non deve piegare le dita in avanti" e probabilmente agisce tali comportamenti. Prenda un po' con le pinze la risposta perché non è affatto sufficiente un commento a stabilire una diagnosi. In ogni caso, le consiglierei un primo colloquio con uno psicologo o psicoterapeuta clinico, almeno per una valutazione più accurata e farsi un'idea più precisa al riguardo. Nella speranza di averle fornito uno spunto utile, cordialmente.
Gentile Biagio,
La situazione che descrive sembra essere un'esperienza complessa, in cui il fastidio fisico e quello mentale si intrecciano. Da un punto di vista psicologico, potrebbe essere utile considerare questo sintomo come la "punta dell'iceberg", un segnale di un disagio che potrebbe avere radici più profonde. Ogni reazione, anche quella che potrebbe sembrare insolita, spesso è legata a vissuti e significati personali che meritano di essere esplorati in un contesto sicuro. Le dico questo perché. Perché sarebbe necessario contestualizzare questo sintomo all'interno della sua storia di vita.
Le suggerirei di intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio cosa c'è dietro questo malessere. Con un lavoro su di sé, potrebbe scoprire nuove modalità di affrontare queste situazioni e, magari, liberarsi dal peso che sente associato a questi gesti.
Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.
Cordialmente,
Dr. Giorgio De Giorgi
(Sono a disposizione su Bologna, Lecce e online)
La situazione che descrive sembra essere un'esperienza complessa, in cui il fastidio fisico e quello mentale si intrecciano. Da un punto di vista psicologico, potrebbe essere utile considerare questo sintomo come la "punta dell'iceberg", un segnale di un disagio che potrebbe avere radici più profonde. Ogni reazione, anche quella che potrebbe sembrare insolita, spesso è legata a vissuti e significati personali che meritano di essere esplorati in un contesto sicuro. Le dico questo perché. Perché sarebbe necessario contestualizzare questo sintomo all'interno della sua storia di vita.
Le suggerirei di intraprendere un percorso psicologico per comprendere meglio cosa c'è dietro questo malessere. Con un lavoro su di sé, potrebbe scoprire nuove modalità di affrontare queste situazioni e, magari, liberarsi dal peso che sente associato a questi gesti.
Resto a disposizione per ulteriori riflessioni.
Cordialmente,
Dr. Giorgio De Giorgi
(Sono a disposizione su Bologna, Lecce e online)
Salve, le consiglio una psicoterapia poiché leggendo emerge che, con molta probabilità, possa essere un sintomo più psicologico che fisico.
La psicoterapia potrà aiutare a capire il perchè di questa "fobia": da dove nasce, a cosa è associata e aiutare a gestire quel fastidio che sente.
Spero di essere stata d'aiuto, un caro saluto.
La psicoterapia potrà aiutare a capire il perchè di questa "fobia": da dove nasce, a cosa è associata e aiutare a gestire quel fastidio che sente.
Spero di essere stata d'aiuto, un caro saluto.
Buongiorno Biagio, Capisco quanto questa esperienza possa essere destabilizzante e frustrante per lei. Il fatto che un gesto apparentemente innocuo, come il piegare le dita, le provochi una reazione di forte disagio sia mentale che fisica è qualcosa che merita attenzione, ma la cosa importante è sapere che ci sono modi per affrontarla e ridurne l’impatto sulla sua vita. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, quello che descrive potrebbe rientrare in una sensibilità percettiva intensa o in una forma specifica di reazione fobica. A volte, il cervello associa in maniera inconsapevole determinate immagini o sensazioni a una risposta di disagio, e nel tempo questa connessione diventa sempre più automatica. Più si cerca di evitarla o di contrastarla con gesti compensatori (come inserire un dito nell’orecchio), più il cervello la registra come una minaccia reale, rinforzando il ciclo di fastidio e reazione difensiva. Il fatto che il problema si manifesti solo quando è consapevole dell’azione, mentre non si presenta quando piega le dita involontariamente, suggerisce che il suo focus attenzionale giochi un ruolo cruciale in questa esperienza. È come se la sua mente "accendesse un allarme" quando si accorge del gesto, scatenando una reazione fisica ed emotiva. Un percorso terapeutico di tipo cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a esplorare le origini di questa sensibilità, a identificare eventuali pensieri o convinzioni sottostanti e, soprattutto, a lavorare su strategie di esposizione graduale. Esporsi in modo controllato e progressivo a ciò che genera fastidio, imparando a gestire la reazione emotiva senza mettere in atto comportamenti evitanti, è una delle tecniche più efficaci per "rieducare" il cervello a non percepire quella situazione come pericolosa. Il primo passo concreto potrebbe essere rivolgersi a uno psicologo specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, che potrà aiutarla a comprendere meglio il meccanismo alla base di questa reazione e a lavorare su strumenti pratici per ridurne l’intensità. Sapere che questa esperienza ha una spiegazione e che ci sono strategie per affrontarla è già un punto di partenza importante. Non è qualcosa che deve sopportare da solo, né qualcosa di irrisolvibile: con il giusto supporto e un po’ di lavoro su questi automatismi, può imparare a ridurre il disagio e a riprendere il controllo su questa reazione. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Buonasera Biagio, grazie per aver condiviso la sua esperienza. A mio parere sarebbe auspicabile che approfondisse quanto ha scritto con una/o psicoterapeuta. Ha sottolineato che queste difficoltà sono emerse circa due anni fa, in conseguenza di qualche evento specifico forse? Le consiglio di rivolgersi a un terapeuta che effettua valutazioni psicodiagnostiche per approfondire la tematica da lei riportata. In ambito di psicoterapia ci sono due linee di pensiero: ci sono professionisti che eseguono loro stessi una batteria di test psicodiagnostici nel corso delle prime sedute e chi invece, dopo una prima seduta conoscitiva, invia il paziente a un collega "testista" per effettuare l'approfondimento diagnostico (2a seduta), per poi iniziare il vero e proprio percorso sulla base dei risultati dei test (dalla 3a seduta in poi) . Spero di essere stata esaustiva. In ultimo, le consiglio di affidarsi a una/o terapeuta cognitivo-comportamentale, in quanto è un tipo di trattamento di comprovata efficacia per situazioni in qualche modo analoghe alla sua.
Gentile Biagio, la sua esperienza è un punto di partenza interessante per esplorare come il corpo e la mente possano interagire in modi complessi. Il fastidio che descrive in risposta a certi gesti potrebbe riflettere un conflitto interno, un modo in cui l’inconscio esprime ciò che non è immediatamente accessibile alla consapevolezza. È possibile che la reazione fisica alle azioni altrui rappresenti un tentativo di mantenere il controllo su una sensazione di vulnerabilità o disagio. Il gesto di infilarsi un dito nell’orecchio per attutire il dolore potrebbe simboleggiare un bisogno di protezione, un istinto a schermarsi da ciò che le provoca malessere. Questo tipo di reazione può richiedere un’attenzione particolare, e affrontare la questione in un contesto sicuro e accogliente potrebbe aiutarla a scoprire di più sulle radici di questo disagio. Vi incoraggio a considerare di rivolgervi a un professionista che possa offrirle supporto e ascolto, in modo da esplorare insieme questi vissuti, stimolando una maggiore comprensione delle sue emozioni e reazioni.
Se desidera approfondire questo tema e lavorare su di esso, sono qui per offrirle uno spazio di ascolto e sostegno.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera approfondire questo tema e lavorare su di esso, sono qui per offrirle uno spazio di ascolto e sostegno.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Salve Biagio,
da quanto descrivi, il tuo fastidio sembra avere caratteristiche che potrebbero rientrare in un quadro di ipersensibilità o di una reazione fobica specifica. Il fatto che il disagio si manifesta sia a livello mentale che fisico suggerisce una possibile connessione tra aspetti emotivi e sensoriali.
Alcune condizioni psicologiche, come le fobie specifiche o certe forme di sensibilità percettiva, possono generare reazioni intense a stimoli particolari. Inoltre, il modo in cui il tuo corpo risponde, con l'impossibilità di piegare le dita quando sei consapevole del gesto, potrebbe indicare un'interazione tra percezione, emozione e risposta motoria.
Per comprendere meglio l'origine di questa reazione e trovare strategie efficaci per gestirla, sarebbe utile approfondire la situazione con uno specialista. Un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarti ad esplorare eventuali fattori sottostanti e individuare tecniche per ridurre il disagio.
Ti consiglio di rivolgerti a un professionista della salute mentale, che potrà valutare con maggiore precisione il tuo caso e consigliare il supporto adeguato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto descrivi, il tuo fastidio sembra avere caratteristiche che potrebbero rientrare in un quadro di ipersensibilità o di una reazione fobica specifica. Il fatto che il disagio si manifesta sia a livello mentale che fisico suggerisce una possibile connessione tra aspetti emotivi e sensoriali.
Alcune condizioni psicologiche, come le fobie specifiche o certe forme di sensibilità percettiva, possono generare reazioni intense a stimoli particolari. Inoltre, il modo in cui il tuo corpo risponde, con l'impossibilità di piegare le dita quando sei consapevole del gesto, potrebbe indicare un'interazione tra percezione, emozione e risposta motoria.
Per comprendere meglio l'origine di questa reazione e trovare strategie efficaci per gestirla, sarebbe utile approfondire la situazione con uno specialista. Un percorso con uno psicologo potrebbe aiutarti ad esplorare eventuali fattori sottostanti e individuare tecniche per ridurre il disagio.
Ti consiglio di rivolgerti a un professionista della salute mentale, che potrà valutare con maggiore precisione il tuo caso e consigliare il supporto adeguato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve Biagio, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Il disagio che descrive potrebbe avere una componente psicologica, come una sensibilità percettiva o un fenomeno legato alla sfera ansiosa, simile a certe reazioni avversive tipiche della misofonia o di alcune forme di disturbo ossessivo-compulsivo. Può anche essere utile escludere eventuali cause neurologiche o sensoriali. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicologo o a uno specialista in neurologia per un inquadramento più preciso. Ha già notato se il fastidio aumenta in situazioni di stress?
Ciao Biagio, il fatto che tu abbia osservato con tanta attenzione questa tua reazione e che tu voglia capirne di più è già un ottimo punto di partenza. Quello che descrivi potrebbe essere legato a diversi fattori, e la distinzione tra fisico e mentale spesso non è così netta, perché il corpo e la mente comunicano costantemente tra loro.
Questa sensibilità specifica potrebbe avere radici profonde, magari legate a esperienze passate, associazioni inconsce o a un particolare modo in cui il tuo sistema nervoso elabora alcuni stimoli. Il fatto che il fastidio emerga solo quando ne sei consapevole e non quando il movimento avviene spontaneamente è un elemento interessante da esplorare.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio cosa si attiva dentro di te in quei momenti, quali emozioni o pensieri possono essere collegati a questa reazione e, soprattutto, come affrontarla in modo più sereno. Non esiste una risposta univoca, ma con l’accompagnamento giusto potresti scoprire molto su te stesso e su questo meccanismo. Ti incoraggio quindi a considerare l’idea di parlarne con un professionista, che potrà guidarti in questo processo di comprensione e gestione. È un’ottima occasione per approfondire il rapporto tra mente e corpo e trovare strategie che ti permettano di vivere questa esperienza in modo più consapevole e libero.
Questa sensibilità specifica potrebbe avere radici profonde, magari legate a esperienze passate, associazioni inconsce o a un particolare modo in cui il tuo sistema nervoso elabora alcuni stimoli. Il fatto che il fastidio emerga solo quando ne sei consapevole e non quando il movimento avviene spontaneamente è un elemento interessante da esplorare.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a comprendere meglio cosa si attiva dentro di te in quei momenti, quali emozioni o pensieri possono essere collegati a questa reazione e, soprattutto, come affrontarla in modo più sereno. Non esiste una risposta univoca, ma con l’accompagnamento giusto potresti scoprire molto su te stesso e su questo meccanismo. Ti incoraggio quindi a considerare l’idea di parlarne con un professionista, che potrà guidarti in questo processo di comprensione e gestione. È un’ottima occasione per approfondire il rapporto tra mente e corpo e trovare strategie che ti permettano di vivere questa esperienza in modo più consapevole e libero.
Salve, considerando la descrizione che fa della situazione e del suo vissuto di fastidio immagino che questa fobia le scateni "pensieri intrusivi" faticosi dal gestire. Se le cose stanno così il professionista giusto da contattare è lo psicoterapeuta, così l'aiuterà a capire cosa succede in quei momenti e come gestire il suo vissuto
Buongiorno gentile Biagio, quello che descrive sembra essere un disagio che coinvolge sia la sfera percettiva che quella emotiva, e capisco quanto possa essere destabilizzante. La sua reazione a determinati movimenti delle dita e la sensazione di "dolore" che ne deriva potrebbero essere ricondotti a diverse possibili spiegazioni, tra cui una forma di ipersensibilità sensoriale o una risposta ansiosa specifica a determinati stimoli visivi.
Alcune persone sviluppano reazioni intense nei confronti di suoni, movimenti o immagini che per altri risultano neutri. Potrebbe trattarsi di un’associazione appresa nel tempo, di una sensibilità neurologica o anche di un meccanismo di difesa sviluppato inconsciamente. Il fatto che, in certe condizioni, non provi il fastidio se il movimento delle dita avviene senza pensarci, suggerisce che la componente mentale giochi un ruolo importante nella sua esperienza.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile un confronto con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa aiutarla a comprendere meglio l'origine di questo disagio e a sviluppare strategie per gestirlo. Se desidera escludere eventuali cause di natura neurologica o sensoriale, potrebbe valutare anche una visita con un medico specializzato, come un neurologo.
Il primo passo è proprio quello che sta facendo: cercare di comprendere meglio il problema e chiedere aiuto. Con il giusto supporto, potrà individuare le strategie più adatte per affrontare questa sensazione e ridurne l'impatto sulla sua quotidianità.
Dott. Luca Vocino
Alcune persone sviluppano reazioni intense nei confronti di suoni, movimenti o immagini che per altri risultano neutri. Potrebbe trattarsi di un’associazione appresa nel tempo, di una sensibilità neurologica o anche di un meccanismo di difesa sviluppato inconsciamente. Il fatto che, in certe condizioni, non provi il fastidio se il movimento delle dita avviene senza pensarci, suggerisce che la componente mentale giochi un ruolo importante nella sua esperienza.
Per affrontare questa situazione, potrebbe essere utile un confronto con un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, che possa aiutarla a comprendere meglio l'origine di questo disagio e a sviluppare strategie per gestirlo. Se desidera escludere eventuali cause di natura neurologica o sensoriale, potrebbe valutare anche una visita con un medico specializzato, come un neurologo.
Il primo passo è proprio quello che sta facendo: cercare di comprendere meglio il problema e chiedere aiuto. Con il giusto supporto, potrà individuare le strategie più adatte per affrontare questa sensazione e ridurne l'impatto sulla sua quotidianità.
Dott. Luca Vocino
Se vuole possiamo fare qualche colloquio per vedere l'origine di questo problema che molto spesso è una parte buia che si sposta sulle dita ma che ha una causa ben precisa nascosta nel profondo
Gentile utente, può provare a parlarne con uno psicologo.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Salve Biagio, la percezione di disagio intenso davanti a determinati gesti, accompagnata da una risposta fisica come il bisogno di proteggersi o evitare il movimento, potrebbe avere sia una base emotiva, legata a una reazione appresa o a un evento scatenante, sia una componente psicofisica. Il fatto che il disagio si attenua quando l'azione avviene in modo involontario suggerisce che l'aspetto mentale gioca un ruolo significativo nel mantenimento di questa sensazione di fastidio.
Le consiglierei di rivolgersi a un psicologo specializzato in disturbi d'ansia o fobie specifiche , che potrà aiutarla a comprendere meglio l'origine di questa reazione e proporre strategie efficaci per gestirla. Non esiti a cercare un professionista per approfondire questa esperienza e ritrovare maggiore serenità. Un caro saluto.
Le consiglierei di rivolgersi a un psicologo specializzato in disturbi d'ansia o fobie specifiche , che potrà aiutarla a comprendere meglio l'origine di questa reazione e proporre strategie efficaci per gestirla. Non esiti a cercare un professionista per approfondire questa esperienza e ritrovare maggiore serenità. Un caro saluto.
Buonasera, le consiglio un percorso di psicoterapia per la gestione delle fobie.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
Buonasera Biagio, dalla sua descrizione posso immaginare quanto sia fastidiosa per lei questa sensazione. Dal momento che le capiterà spesso di vedere questo gesto, dato che non è così infrequente che le persone gesticolando pieghino le dita, mi viene da suggerirle di rivolgersi ad un professionista che la possa aiutare a diminuirne l'impatto spiacevole. L'obiettivo non sarà arriverà a provare benessere nel vedere questo gesto ma almeno non porvare così tanto disagio. In un approccio cognitivo-comportamentale potremmo trattarlla al pari di una fobia, esponendoci gradualmente per abituarla a diminuire l'impatto negativo. Se desidera un confronto sono disponibile online! Non esiti a contattarmi. Un cordiale saluto, Dott.ssa Mini
Buon pomeriggio, grazie per la sua condivisione. Da come descrive la situazione mi sembra di capire che il malessere fisico sia legato alla psiche perchè in altri momenti riesce senza problemi a piegare le dita. Se reputa ingestibile la cosa e ritiene che questo fastidio causi in lei un disagio, potrebbe provare a seguire un percorso di psicoterapia. Prima di etichettare il fastidio come fobia è opportuno vedere cosa dice il professionista per evitare di autodiagnosticare patologie che probabilmente non sussitono ed evitare in questo modo allarmismi. Consiglierei uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale perchè ha un approccio più mirato su questo genere di situazioni.
Le auguro un buon proseguimento.
Le auguro un buon proseguimento.
Buonasera, esistono diverse strategie per gestire il suo malessere, le consiglio una consulenza psicologica per far si che il suo vissuto venga analizzato al meglio e che si riesca a strutturare il giusto percorso psicologico.
Gentile utente, con così poche informazioni sulla sua storia e su tale fenomeno non mi è possibile darle una risposta esaustiva. Tuttavia credo possa essere utile per lei, dato che percepisce questo fenomeno per lei fastidioso e invalidante, esplorarne le origini e la storia. Indagando i vissuti ad esso correlati per un migliore comprensione. Potrebbe rivolgersi ad uno psicologo. Rimango a sua disposizione cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Biagio,
da quanto descrive, il disagio che prova sembra coinvolgere sia una componente sensoriale (fastidio legato a stimoli visivi specifici) sia una reazione emotiva intensa, con ricadute sul piano corporeo.
Un consulto psicologico con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini del suo vissuto e valutare insieme come affrontarlo. Il fatto che lei abbia consapevolezza del problema e desideri capirne di più è già un primo passo importante. A disposizione, un saluto
da quanto descrive, il disagio che prova sembra coinvolgere sia una componente sensoriale (fastidio legato a stimoli visivi specifici) sia una reazione emotiva intensa, con ricadute sul piano corporeo.
Un consulto psicologico con uno psicologo potrebbe aiutarla a comprendere meglio le origini del suo vissuto e valutare insieme come affrontarlo. Il fatto che lei abbia consapevolezza del problema e desideri capirne di più è già un primo passo importante. A disposizione, un saluto
Gentile Biagio,
La ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso questo disagio molto specifico.
Voglio subito rassicurarLa sul fatto che non è un problema fisico o strutturale. Il dato cruciale è che l’azione involontaria Le riesce: questo ci indica che il problema è nella connessione mente-corpo, ed è il Suo pensiero a creare il blocco. È come se la Sua mente avesse appreso a interpretare quel gesto visivo come un segnale di forte allarme o fastidio, e il corpo risponde di conseguenza con la sensazione di dolore o blocco.
Per affrontare e disattivare questo meccanismo appreso, deve rivolgersi a uno psicoterapeuta. È importante trovare un professionista che sia specializzato nel lavorare sulle reazioni a stimoli specifici e sui processi di desensibilizzazione, per aiutarLa a spezzare l'associazione tra il gesto che vede e il forte disagio che prova.
Si può tornare a vivere con più leggerezza. Resto a Sua disposizione, anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Eleonora Scancamarra
La ringrazio per la fiducia con cui ha condiviso questo disagio molto specifico.
Voglio subito rassicurarLa sul fatto che non è un problema fisico o strutturale. Il dato cruciale è che l’azione involontaria Le riesce: questo ci indica che il problema è nella connessione mente-corpo, ed è il Suo pensiero a creare il blocco. È come se la Sua mente avesse appreso a interpretare quel gesto visivo come un segnale di forte allarme o fastidio, e il corpo risponde di conseguenza con la sensazione di dolore o blocco.
Per affrontare e disattivare questo meccanismo appreso, deve rivolgersi a uno psicoterapeuta. È importante trovare un professionista che sia specializzato nel lavorare sulle reazioni a stimoli specifici e sui processi di desensibilizzazione, per aiutarLa a spezzare l'associazione tra il gesto che vede e il forte disagio che prova.
Si può tornare a vivere con più leggerezza. Resto a Sua disposizione, anche online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Eleonora Scancamarra
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.