Salve, io ho già scritto qua dopo vari tentativi di antidepressivi, ansiolitici e tutto, adesso vogl

25 risposte
Salve, io ho già scritto qua dopo vari tentativi di antidepressivi, ansiolitici e tutto, adesso vogliono ricoverarmi almeno per una settimana, IO sono peggiorata tantissimo, sono arrivata a farmi autolesionismo ..
Io ho paura che non sarà solo per una settimana, a me fa paura il ricovero tutti provano a convincermi che la strada giusta e che solo così riescono a trovarmi la cura giusta.la mia non e una domanda e un sfogo personale
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno, i suoi familiari la vogliono far ricoverare per aiutarla e per provare un'altra strada alternativa per farla uscire da questo periodo senza uscita in cui è adesso.
Il consiglio che le posso dare, con l'obiettivo di farla riflettere su cosa vuole fare e come poter gestire questo momento, è sta a lei scegliere cosa fare e dove andare se è maggiorenne, inoltre, per far funzionare le cose deve essere convinta che ne uscirà e che vuole tornare a stare bene. Non parta già con pregiudizi su quello che troverà dove la vogliono ricoverare, si affidi all'aiuto dei suoi cari e se sceglierà di andare in questo posto, la veda come un'esperienza in cui vedrà se i suoi bisogni verranno ascoltati e sentirà se può essere il luogo in cui ritrovare il suo equilibrio.
Sicuramente deve farsi aiutare seguendo un percorso di supporto psicologico individuale in cui andrà ad indagare a prendere consapevolezza dei meccanismi che sono attivi nella sua vita che non la fanno vivere serena e che l'hanno portata in questo circolo vizioso in cui chiede al farmaco di farla stare bene.
Spero di essere stata di aiuto
Saluti

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Carissima, grazie per aver avuto il coraggio di scrivere e condividere il tuo momento di grande sofferenza.

Capisco la tua paura rispetto al ricovero: è un passo che spaventa molte persone, perché implica lasciare la propria quotidianità e affrontare luoghi e persone nuove. Tuttavia, il ricovero può essere davvero una possibilità importante per proteggerti, metterti al sicuro e permettere ai professionisti di osservarti più da vicino, capire meglio cosa sta accadendo e individuare le cure più adatte a te.

È vero che talvolta il ricovero dura più di una settimana, ma questo non significa “essere intrappolata”: significa solo che i medici vogliono essere sicuri di offrirti la stabilità necessaria prima di farti tornare a casa. La tua vita, la tua sicurezza e la tua salute mentale vengono prima di tutto.

L’autolesionismo è un segnale di quanto stai soffrendo dentro: non è una colpa, ma una richiesta di aiuto. Ed è importantissimo che tu non rimanga sola a fronteggiare questa sofferenza. Parla con chi si sta occupando di te, esprimi le tue paure e i tuoi dubbi: anche il tuo consenso e la tua partecipazione al percorso di cura sono fondamentali.

Ti incoraggio a non arrenderti e a considerare il ricovero come un gesto di cura verso te stessa, un passo per uscire dal buio.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire e ricevere supporto adeguato, rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Cara,
non hai bisogno ora di risposte perfette. Hai bisogno — lo sento — di uno spazio dove poterti esprimere senza essere “aggiustata”. Qui, ora, puoi farlo.
Il tuo messaggio non è solo uno sfogo, è un grido silenzioso che dice: “Io ci sono ancora, anche se sto male”.
E il fatto che tu abbia scritto qui significa che c’è una parte di te che non ha mollato.

Hai fatto tanti tentativi, e sei stanca. Lo capisco. E il pensiero di un ricovero spaventa perché dà l’impressione che qualcosa stia davvero crollando.
Ma non è la fine di te. È forse il momento in cui, finalmente, gli altri cominciano a capire che il dolore che provi è reale, e va accompagnato con forza e umanità.

Hai paura che il ricovero duri più di una settimana. È normale. Ma non ti stanno “rinchiudendo”, ti stanno offrendo un argine, perché quando si arriva a farsi del male serve che qualcuno tenga insieme i pezzi, finché non riesci a farlo tu.
Il ricovero non è una condanna. È uno spazio dove non devi farcela da sola.

Quello che posso dirti — come terapeuta ma soprattutto come essere umano — è questo: tu non sei il tuo dolore, e non sei da sola, anche se ora ti sembra di esserlo.
Chi ti ascolta davvero non ti chiederà di essere diversa: ti starà accanto mentre attraversi la notte.
E se accetti un consiglio: chiedi che, oltre alle cure mediche, ci sia anche un terapeuta con cui costruire un legame stabile e umano. La “cura giusta” non è solo un farmaco, ma un modo diverso di essere guardati, capiti, contenuti.

Ti abbraccio con rispetto e con presenza.
Non sei sbagliata. Sei viva. E anche questa tua paura merita ascolto.

Queste parole, da sole, restano teoria — lo so.
Senza un lavoro costante su di te, una spiegazione non basta.
I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo.
E io ci sono, se vuoi farli insieme.

Si consiglia a tutti anche una valutazione medica o psichiatrica di fiducia, per escludere eventuali cause fisiche, metaboliche o neurologiche che possano influenzare lo stato emotivo e percettivo.
Avere un quadro clinico chiaro è sempre un aiuto concreto per orientarsi meglio.

Dott. Francesco Paolo Coppola
(Napoli, on line e in presenza)
Dott.ssa Cecilia Mancini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno "Paziente anonimo", le tue parole arrivano forti e chiare, anche se piene di dolore. Non servono domande per sentire che stai attraversando qualcosa di profondamente difficile. La paura del ricovero è comprensibile, soprattutto quando tutto sembra sfuggire di mano e ogni passo fa paura.
Potrebbe essere buono per te guardare al ricovero come ad una tregua. Uno spazio protetto per respirare, anche solo un po'.
Ti auguro che di incontrare persone che tu senta vicine, che possano vederti e starti accanto in questa fase difficile e dolorosa. E se vuoi continuare a scrivere, ci siamo.
Un caro augurio, Dr.ssa Cecilia Mancini
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve, le consiglio di associare comunque un lavoro di psicoterapia da affiancare le cure che le hanno prescritto. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti, cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott. Ciro Napoletano
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Grazie per aver condiviso questo con me. Capisco la tua paura: il ricovero può spaventare, ma non sei sola. A volte è davvero un passo necessario per proteggerti e trovare insieme un aiuto più mirato. È importante che tu senta che questa scelta non è una punizione, ma un modo per fermarsi, respirare e ripartire con più risorse.
Ti abbraccio.
Dott.ssa Valeria Sicari
Psicologo, Psicoterapeuta
Vicenza
Gentile utente grazie per la fiducia che ci dimostra consultandosi sempre con noi professionisti visto che lei stessa dice di averci già scritto. La fiducia con il proprio medico curante è fondamentale per la cura stessa le consiglio di affidarsi allo staff medico e vedrà che tutto si sistemerà o quanto meno riuscirà a trovare un equilibrio che le permetta di affrontare la quotidianità. Le consiglio di non pensare alla durata del ricovero ma allo scopo del ricovero. Le auguro di trovare la serenità un caro saluto
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, la ringrazio per aver trovato il coraggio di condividere questo suo momento così delicato. Non è affatto facile ammettere di stare così male e di sentirsi spaventata all’idea di un ricovero. Quello che sta provando è una paura molto comprensibile, soprattutto se già da tempo si sente stanca di tentativi che non hanno dato i risultati sperati. Avere la sensazione di essere arrivata al limite e di non avere più strumenti per affrontare da sola il dolore può far sentire la prospettiva di un ricovero come qualcosa di sconosciuto e fuori dal proprio controllo. Il timore che non sia davvero solo una settimana è una preoccupazione reale e legittima: spesso dietro c’è la paura di perdere la propria autonomia, di sentirsi ingabbiata o giudicata. Ma è importante provare a vedere questa possibilità anche per ciò che realmente può rappresentare. Un ricovero non è una punizione né un’etichetta, ma uno spazio protetto in cui può ricevere cure mirate, osservazione più attenta e un sostegno più strutturato che fuori, da sola o solo con le visite ambulatoriali, forse ora non riesce ad avere. Non significa che lei resterà lì contro la sua volontà per tempi indefiniti, ma che avrà a disposizione un periodo di monitoraggio intensivo, durante il quale i professionisti cercheranno di conoscerla meglio, comprendere davvero cosa alimenta la sofferenza e aggiustare la terapia in modo più preciso. L’autolesionismo che descrive è un segnale di quanto forte sia il dolore che sta affrontando dentro di sé. Ferirsi è spesso un modo, doloroso ma a volte percepito come unico, per tentare di gestire emozioni che sembrano impossibili da reggere. E proprio per questo è così importante avere intorno persone che possano intervenire subito quando i pensieri e i comportamenti rischiano di farle del male. In un reparto di cura, può trovare professionisti che non la giudicheranno per ciò che prova, ma cercheranno di aiutarla a trovare alternative meno distruttive per gestire questa sofferenza. È normale avere paura, è normale anche sentirsi sfiduciata dopo tanti tentativi che non hanno funzionato come sperava. Non deve vergognarsi di questo. Anzi, parlare della paura e della rabbia, anche con gli stessi medici e infermieri che la seguiranno, può aiutarli a capire meglio cosa le serve davvero. Il ricovero non è la fine di qualcosa, ma può diventare una tregua per riprendere fiato e ricevere un aiuto più intenso. Le auguro di trovare dentro di sé, nonostante tutto, un pezzetto di fiducia per lasciarsi accompagnare in questo percorso. Non è sola e non sta sbagliando niente a chiedere aiuto, anche se oggi la sua mente le fa credere di non farcela o di non meritare di stare meglio. Le auguro di poter vivere questo tempo come un’opportunità per ripartire, un passo alla volta. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Barbara Gizzi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Capisco profondamente il suo sfogo e la sua paura. È naturale sentirsi spaventati e confusi quando si affrontano decisioni così importanti, specialmente dopo aver provato diverse terapie senza il sollievo sperato. Il fatto che lei sia arrivata a praticare autolesionismo è un segnale di grande sofferenza e, anche se fa paura, è proprio in momenti come questi che il supporto intensivo può fare la differenza. Cordiali saluti Dott.ssa Barbara Gizzi
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, capisco che tu stia attraversando un momento molto difficile e che la prospettiva del ricovero ti stia causando sentimenti contrastanti. È normale sentirsi così, soprattutto quando si è già provato diverse terapie e trattamenti senza trovare un miglioramento significativo.

Innanzitutto, vorrei dirti che è importante riconoscere che la tua paura è legittima e che è normale avere dubbi e preoccupazioni riguardo al ricovero. Tuttavia, è anche importante considerare che il ricovero potrebbe essere un'opportunità per ricevere un supporto intensivo e personalizzato, che potrebbe aiutarti a gestire i sintomi e a trovare una cura più efficace.

Potrebbe essere utile cercare di capire meglio cosa ti preoccupa del ricovero. È la paura di perdere la libertà, di essere lontana dalla famiglia e dagli amici, o di non essere in grado di gestire la situazione? Una volta identificate le tue preoccupazioni, è sicuramente più semplice intervenire su di esse.

Inoltre, potrebbe essere utile discutere con il tuo team di cura le tue perplessità. Loro possono aiutarti a capire meglio cosa aspettarti e a trovare modi per rendere l'esperienza più gestibile.

Sembra che tu stia provando un grande dolore e che ti senti sopraffatta dalla situazione. Vorrei dirti che non sei sola e che ci sono persone che si preoccupano per te e che vogliono aiutarti. Se ti senti pronta, potresti valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico accanto ad uno farmacologico.

Ricorda che il ricovero non è necessariamente una soluzione permanente, ma potrebbe essere un passo importante verso la guarigione. Spero che tu possa trovare la forza di affrontare questa situazione e di cercare -e ovviamente trovare- l'aiuto di cui hai bisogno.

Un caro saluto, dott. Daniele D'Amico.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

non so se il suo sia un caso che necessiti di un ricovero, non conoscendola e non conoscendo la sua condizione clinica. In genere le cure farmacologiche devono esser affiancate dalla psicoterapia, e non so se si sia mai aperta a questa strada. Ad ogni modo le auguro di trovare specialisti a cui affidarsi affinché possa con il tempo ridimensionare il suo malessere.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Virginia Bosca
Psicologo, Psicologo clinico
Calizzano
Buongiorno, comprendo la paura e la difficoltà di intraprendere un ricovero psichiatrico, ma se l'indicazione di chi la conosce è stata questa allora è possibile che sia una via preferenziale per la sua guarigione. Le auguro di trovare una maggiore serenità.
Salve, il taglio è spesso una manifestazione di colpa o vergona che non viene esplicitata nel giusto modo. Il ricovero è fondamentare per ritrovare una condizione di equilibrio e di benessere psicologico. L' ospedale è comunque una struttura dove Lei è monitorata costantemente e dove le danno il giusto supporto psicologico, farmacologico e attraverso lo svolgimento di attività laboratoriali, viene aiutata a recuperare anche le abilità sociali e relazionali perdute.
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Posso solo provare ad immaginare come si sente. Mi auguro e le auguro di non perdere la fiducia e la speranza. Se non si guarisce, almeno si cambia, si cresce, si impara a tollerare i propri limiti, ad accettare la fragilità, forse ad amarla. Si diventa più umani, più autentici, più sé stessi. In bocca al lupo per tutto
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Salve, mi dispiace molto per quello che sta attraversando, posso solo immaginare cosa stia provando. Se le hanno suggerito questa soluzione, forse è il modo migliore per far fronte alle sue difficoltà. Abbia fiducia in chi la sta aiutando.. sono certa che il lavoro che sta facendo, anche se lungo e faticoso, darà i suoi frutti. Le auguro il meglio. Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissima, grazie per la condivisione. Capisco la paura e la preoccupazione che nutre circa il ricovero che le hanno proposto, è credo che sia più che lecita e comprensibile. Credo però che se glielo hanno consigliato è perchè potrebbe essere la cura migliore per lei in questo momento; potrebbe parlarne direttamente con gli operatori, in modo da esternare anche con essi le sue perplessità.
Rimango a disposizione!
cordiali saluti
AV
Dr. Annalisa De Filippo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Salve, rispondo al suo sfogo cercando di rassicurarla che i professionisti che incontrerà durante il ricovero faranno il tifo per lei, e potrà parlare anche delle sue paure. Provi a vederla cosi: si sta dando l'opportunità di stare meglio; l'alternativa rischia di essere il continuo "sono peggiorata tantissimo". I migliori auguri. Dott.ssa Annalisa De Filippo, Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immaginare quanta paura le possa recare pensare ad un ricovero. Cosa teme possa accadere? Cosa non le piace dell'idea di un ricovero? Provi a vedere questa opportunità per prendersi cura di sè da vicino, con persone esperte e attende a darle il supporto che necessita, per poterle permettere di tornare ad avere una vita per lei funzionale. In bocca a lupo Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio di affidarsi ai professionisti che la stanno curando e che quindi la conoscono. Cordiali saluti.
Dott.ssa Elena Dati
Psicologo, Psicologo clinico
Crema
Buongiorno,
capisco quanto sia difficile e doloroso il momento che sta vivendo. Il ricovero può far paura, ma spesso rappresenta un passo importante per ricevere l’aiuto adeguato e sentirsi meno soli nel percorso.
Le auguro davvero di cuore che questo possa essere l’inizio di un cammino di cura e sollievo. In bocca al lupo.
Dott.ssa Elena Dati
Dott.ssa Paola Schizzarotto
Psicologo, Psicologo clinico
Limena
Gentile,
aveva provato a contattare un professionista ed intraprendere un percorso terapeutico?
Dott.ssa Siria Dal Santo
Psicologo, Psicologo clinico
Besozzo
Buongiorno, grazie per la condivisione e per la fiducia. Comprendo i suoi timori e la paura del ricovero ma, nei momenti di maggiore fragilità, dobbiamo affidarci ai professionisti e lasciarci guidare dalle persone care.
Un caro saluto
Dott.ssa Siria Dal Santo
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, mi spiace tanto per la situazione che sta vivendo, questo è un posto giusto per sfogarsi. Ha qualcuno su cui appoggiarsi?
Dott.ssa Angela Ricucci
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno gentile utente, comprendiamo perfettamente la sua paura, è una reazione del tutto umana e comprensibile. Ci permettiamo di chiederle se stia già seguendo un percorso psicoterapeutico. Ha mai valutato l'opportunità di intraprenderne uno?
Resto a sua completa disposizione per qualsiasi informazione o chiarimento possa esserle utile.
Vorrei solo aggiungere un pensiero: sebbene il supporto e le indicazioni esterne siano preziosi per individuare il percorso di cura più adatto, credo sia importante che lei provi a cercare anche dentro di sé la forza e la motivazione per iniziare questo cammino, che ad oggi può sembrarle solo una faticosa salita. Dott.ssa Angela Ricucci
Salve, per avere una buona diagnosi e una cura adeguata sicuramente vale la pena ricoverarsi. Troverà in quel modo una stabilità e poi potrà iniziare una terapia per uscirne definitivamente. Un in bocca al lupo e per qualsiasi dubbio rimango a disposizione anche online. Dott.ssa Gabriella Cascinelli

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