Salve, ho 19 anni e vorrei chiedere un consiglio. Finito il liceo a inizio luglio, ho iniziato a sen

18 risposte
Salve, ho 19 anni e vorrei chiedere un consiglio. Finito il liceo a inizio luglio, ho iniziato a sentirmi un po’ perso. Ho provato ad entrare a medicina, ma per poco non ce l’ho fatta. Adesso dovrei studiare di nuovo per riprovarci a Febbraio, ma ho un problema che mi tormenta. Non riesco più a trovare il ritmo di qualche tempo fa, ero sportivo, tranquillo, con molta determinazione. Adesso invece, lasciata anche la mia attivitá sportiva per altri motivi, la mia vita è molto sedentaria, faccio tardi, mi sveglio tardi, provo a studiare ma sono costantemente distratto o deconcentrato. Nonostante io cerchi di risolvere, promettendo a me stesso di tornare sulla strada giusta (anche parzialmente cosciente che non ci proveró) non ci riesco. Inoltre nell’ultimo periodo ho una forte ansia, alla quale non riesco nemmeno a dare una giustificazione, e questo mi rende ipocondriaco, o comunque mi fa sentire sempre in “allarme”. Vorrei capire a grandi linee come cercare la forza di volontà di tornare a fare una vita decorosa, e come fare a riuscire a mantenere dei buoni ritmi. Spero di non essermi dilungato troppo, so che una risposta qui non equivale a un percorso, ma vorrei farmi un’idea prima di passare a ciò. Grazie!
Gentilissimo buongiorno, la determinazione nel fare qualcosa è direttamente proporzionale all'importanza che quell'obiettivo ha per noi. Detto così appare semplice ma non lo è perché purtroppo (e per fortuna) non siamo isole. Spesso anche quando un obiettivo ci è caro l'interferenza degli altri (familiari, conoscenti, sentimenti propri di obbligo verso qualcosa o qualcuno) possono interferire contro il nostro stesso interesse e compromettere la nostra determinazione. Quello che io le proporrei per uscire dalla sua impasse è un lavoro alla scoperta delle sue motivazioni e degli ostacoli che si interpongono ad essa. Resto a disposizione se desidera approfondire e la saluto cordialmente, dott.ssa Manuela Leonessa

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno in prima battuta mi viene da ringraziarla per il coraggio che ha avuto nel raccontarsi.
Io mi sento di dirle che forse è venuto il momento di iniziare un percorso con un professionista che possa aiutarla a comprendere come mai sta vivendo questa delicata situazione che sta vivendo. Le auguro di trovare il professionista più adatto a lei e se vorrà io rimango a sua disposizione per un incontro di confronto. Le auguro un buona giornata.
Caro utente, mi sembra chiaro che al termine del liceo e il suo esame in medicina non andato come lei desiderava ha creato una frattura da qualche parte dentro di lei. Sarebbe importante capire come questi eventi sono stati letti da lei? come li ha vissuti? Cosa ha significato per lei non passare il test di medicina?
Oggi probabilmente alcuni pensieri affollano la sua mente, questi pensieri sono degni di essere indagati e esplorati. Si prenda cura di ciò che le sta accadendo, poichè il suo malessere è degno di essere ascoltato. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentilissimo, descrive il suo stato d'animo come una condizione di "allarme" non a caso riferendosi a una modalità che il suo sistema nervoso sta utilizzando per comunicarle che "qualcosa non sta funzionando come dovrebbe". Da soli, senza competenze tecniche, può essere difficile gestire un'"avaria". Descrive inoltre un cambiamento nelle abitudini e nello stile di vita: è passato da una situazione nella quale teneva alti i giri del motore a una in cui sembra essere in uno stato di sotto-stimolazione che, da come sembra descriversi, potrebbe già di per sé essere un fattore di stress importante: alcune persone infatti, per ben operare, necessitano di stimoli e attivazioni costanti, chissà se il suo caso. E' piuttosto comprensibile, nonché logicamente conseguente, la difficoltà che riferisce nel dirigere le giuste risorse attentive e di concentrazione su compiti impegnativi come lo studio universitario, se prima non comprende cosa sta accadendo. Tenuto conto della sua giovane età, richiedere una consulenza psicologica potrebbe aiutarla molto. Non esiti. Un caro saluto, Dott.ssa M. Panerai
Gentile utente, immagino la sua fatica, affrontare la vita a 19 anni con questi pensieri ed emozioni non deve essere per nulla facile. Se ne ha la possibilità chieda aiuto ad un terapeuta, per affrontare insieme queste paure ed ansie. Mi permetto anche di consigliarle la lettura di un libro di una collega psicoterapeuta che forse fa al caso suo: "Andreoli Stefania
Perfetti o felici. Diventare adulti in un'epoca di smarrimento".

Le auguro di trovare presto una soluzione al suo malessere. Resto a disposizione.

Dott.ssa Federica Moro
Buonasera, grazie per aver condiviso qua i tuoi dubbi, ciò che sente arriva e immagino non sia cosa semplice da portarsi dietro tutti i giorni; sarebbe interessante approfondire molti aspetti, tra cui interessante sarebbe svolgere un percorso di sostegno psicologico per orientarsi di nuovo in questo cammino chiamato vita tramite la scoperta del sé, che magari non è più solo il ragazzo che ha finito il liceo a luglio ma è diventato qualche altro...ci rifletta su, per le emozioni che si sono trasformate quasi in ipocondria le tenga sotto controllo, al fine che non vadano ad impedire la sua quotidianità.
resto a disposizione per qualsiasi chiarimento anche online.
Dott.ssa Gioia Picchianti
Salve, da quanto scrive mi sembra che ci sia un “prima” (in cui aveva il ritmo di studio, era sportivo e determinato, etc.) e un “dopo” in cui sente di avere meno forza di volontà, concentrazione e – come scrive – una vita che non sente più come decorosa. Cos’è cambiato? La delusione di non essere entrato nella facoltà che desiderava è l’unico elemento che ha fatto da separatore tra il prima e il dopo o sono intercorsi altri cambiamenti? (Ad esempio: come mai ha abbandonato l’attività sportiva? Come mai è cambiata la sua quotidianità rispetto ai ritmi di vita?)

Le segnalo una piccola “trappola” di autosvalutazione che si sta creando; scrive che sta “promettendo a me stesso di tornare sulla strada giusta (anche parzialmente cosciente che non ci proverò)”. In questa dinamica che lei ci racconta, sembra concentrarsi molto sulla forza di volontà-promessa-delusione: è come se chiedesse a se stesso di essere una buona macchina funzionante e rimanesse poi deluso del fatto di non riuscire più ad andare avanti con la sola “forza della volontà” (la cosiddetta forza di volontà, da sola, non significa granché: ci sono tutta una serie di emozioni, bisogni, motivazioni che permettono di essere costanti nel raggiungimento di un obiettivo).

A proposito di emozioni, bisogni e motivazioni, parliamo un po' di quest’ansia. Scrive che vorrebbe trovarne una giustificazione: in che senso? Potrebbe porsi anche altre domande: cosa mi sta comunicando l’ansia che provo? Da dove origina e cosa mi sta segnalando? La sensazione di allarme di cui parla può essere molto sgradevole, ma può essere ascoltata.
In ogni caso, vista la sua giovane età, periodi in cui ci si sente persi fanno parte del suo cammino di crescita e possono aiutarla a conoscersi meglio.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi i tuoi timori e la tua preoccupazione! Stai vivendo un momento di passaggio, e ogni momento di passaggio porta con sè molti interrogativi e paure. Credo però che ciò che ti blocca possa essere un po' più profondo, chissà che non si possano esplorare insieme ad un professionista i vissuti sottostanti al tuo malessere, che cosa significa finire il liceo ed essere catapultati nel mondo degli "adulti", dover scegliere l'università, fare i conti con le aspettative proprie e altrui..
Spero tu possa trovare una strada che ti faccia sentire bene. Nel frattempo resto a disposizione.
Cari saluti
Dott.ssa Giulia Ciaudano
Ciao, il limbo tra la scuola e l'università può essere disorientante, specie quando ci si trova con tanto tempo a disposizione da gestire in completa autonomia e si perdono ancoraggi importanti come un'attività sportiva praticata con regolarità (da non dimenticare che lo sport aiuta mettendo in circolo endorfine e serotonina e abbassando i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress). Tutto questo potrebbe spiegare parte della tua ansia, un'altra parte potrebbe essere legata alla paura di non superare il test, probabilmente non averlo passato per poco la prima volta ti fa sentire poco motivato a cimentarti di nuovo nello studio... Insomma, mi sembra ci siano diverse cose da "spacchettare". Per ritrovare la forza di volontà credo sia fondamentale innanzitutto esplorare con un* professionista cosa ti blocca, quali sono le tue difficoltà, e da qui partire per ritrovare la motivazione e ricostruire i tuoi ritmi. Ti auguro il meglio, resto a disposizione anche online. Dott.ssa Carla Puliga
Gentile Utente,
per certi versi l'allarme, l'ansia che sente per aver perso la "retta via" potrebbe essere ritenuto un buon segno, nel senso che lei ha ben chiare quali siano le sue forze, le sue potenzialità, i suoi equilibri e ora, appunto come descrive, sentendoli un po' persi, se ne dispiace e si allarma.
Parrebbe che lei stia vivendo un momento di passaggio, di trasformazione, di ricollocazione e non tutto si è incastrato alla perfezione in questo frangente ma, abbia fiducia, saprà dare una forma nuova alla sue cose in un prossimo futuro. Ecco, tenga a mente questo: una FORMA NUOVA! Non cerchi di replicare la persona che era fino a ieri, in quanto fino a ieri la persona che era stava facendo altro, aveva altri impegni e priorità. Ora le condizioni sono cambiate, sono nuove, quindi occorre mettere in campo una persona nuova. E, in effetti, questo sta accadendo. In questo passaggio, non riconoscersi è un'eventualità ma assolutamente superabile.

Si rassereni, se poi avesse bisogno di confrontarsi, sa come trovarmi.
Spero di averle lasciato qualche valido spunto di riflessione.
dott. Alessandro Pedrazzi

Gentile Amico,

sta attraversando una crisi "fisiologica" passando dal liceo e dai suoi ritmi definiti dall'esterno, all'università, in cui è lei a doverli seguire. Questo è affacciarsi alla vita adulta. Ci siamo passati davvero tutti, anche se in alcuni di noi questa difficoltà ha risuonato con problemi personali, creando più sofferenza di quanto sarebbe atteso.
Le consiglio una breve consulenza psicologica per chiarire questa sua difficoltà, alla luce di quanto le ho scritto.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua sofferenza e il suo disagio. Il non essere riuscito a superare il test di ammissione a medicina ha impattato molto sulla sua vita psichica e, di conseguenza, sulla sua energia fisica e sulla sua motivazione. Può succedere di sentirsi demotivati dopo un evento negativo importante. Le consiglio di intraprendere un percorso con uno psicologo per indagare nel dettaglio le conseguenze emerse dopo l'evento e, soprattutto, per iniziare un percorso di potenziamento motivazionale che vada a toccare ogni ambito della sua vita.
Nel caso voglia sapere di preciso di cosa si tratti, non esiti a contattarmi per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Buongiorno, da ciò che scrive emerge chiaramente il disagio che prova davanti al cambiamento che riporta. Nel corso della vita i cambiamenti che si affrontano sono numerosi, ma è molto comune provare frustrazione e insoddisfazione per un sè in cui non ci si riconosce più (cosa che sembra stia capitando a lei). Il fatto che sia riuscito a mettere a fuoco questi cambiamenti e a condividerli qui costituisce un passo molto significativo.
Per ritrovare la motivazione che in qusto momento sente di aver perso è fondamentale indagare sulle cause che sono alla base di questa perdita motivazionale: questo è il passo successivo. Le stesse motivazioni potrebbero essere alla base della forte ansia che sente.
Per questo, ciò che le consiglio è di valutare seriamente (come sta già facendo) la possibilità di svolgere alcuni colloqui psicologici per elaborare meglio i suoi pensieri e vissuti su quanto sta accadendo e provare ad individuare le cause dell'ansia e della perdita motivazionale.
Resto a sua disposizione, cordiali saluti.
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Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso.
Da quello che racconta, manca un po' la motivazione, che avrà una o più motivazioni a sua volta per essere diminuita fino al portarla a sentirsi in qualche modo bloccato in questa routine.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto, le emozioni connesse e le cause del suo malessere, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e sentirsi più efficace.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Buongiorno, noi psicologi non possiamo dare consigli, e l'unica cosa che le possiamo dire qui è che probabilmente dovrebbe ricercare l'aiuto di un professionista psicoterapeuta, quantomeno per una consultazione. Mi perdoni se nel messaggio sono un po' "tranchant" ma comprendo vivamente che lei a 19 anni voglia fare una vita decorosa e credo che ci siano momenti nella vita nei quali tutti noi (quindi non solo lei, ci mancherebbe altro!) si debba riflettere seriamente se ricorrere all'aiuto concreto di un professionista. Anche perché la terapia è vero che é un trattamento sanitario, ma le dico che è anche uno spazio dove essere ascoltati realmente, ed è rassicurante essere ascoltati realmente per un'ora, avere tutto questo tempo dedicato costruttivamente a sé stessi. Le auguro ogni bene, un caro saluto. Paolo Mirri
Gentile utente, lei è molto giovane e probabilmente la delusione scaturita dal mancato test di ammissione a medicina potrebbe averle creato una sorta di scoraggiamento che può aver avuto riflessi sul periodo che sta attraversando. Il fatto di sentirsi ansioso e demotivato può essere un segnale, del resto l'ansia non è altro che un campanello d'allarme che si innesca quando qualcosa non va. Credo che poterne parlare con un professionista potrebbe darle le chiavi per capire cosa non va e ripartire con una nuova consapevolezza.
Buongiorno, visto il periodo difficile che sta attraversando è comprensibile si senta perso dopo aver affrontato una sfida importante come l'esame di medicina. Le consiglio di prendere contatto con uno psicologo/a per affrontare la problematica esposta. Un caro saluto Dott. Edoardo Bunone

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