Salve dottori Siccome nella mia vita quotidiana mi muovo cercando serenità amore e positività e se v

24 risposte
Salve dottori Siccome nella mia vita quotidiana mi muovo cercando serenità amore e positività e se viene qualcosa di brutto l osservo ma non lo cerco, perché mai dovrei cercare le notizie del mondo se non mi appaiono ? Seguendo alcuni canali sulla rete c’era un filosofo mistico che sosteneva l importanza di cercare di informarsi su fatti globali cosa che a me non mi interessa molto ma non per paura o per fuga come sostiene questa persona che la vera libertà è saper stare in queste cose del mondo che generano dolore e sofferenza come la guerra ecc ecc ma semplicemente perché mi piace spendere le mie energie per ciò che posso controllare ciò che vicino a me ,io credo molto nella psicologia dove mi sono dati sempre ottimi spunti ma questa persona per esempio sostiene che la vera psicologia va al anima e che non serve la psicologia attuale ma io nonostante tutto su questo fatto non mi sono lasciato influenzare e ritengo importante una vostro chiarimento per questo vi scrivo questo mio dubbio , cosa fare mi devo buttare nella negatività del mondo invece di coltivare quello che sto coltivando fino adesso grazie per un eventuale risposta
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
La prima cosa che mi sorge da chiederle è: Come mai si pone questa domanda? Cosa otterrebbe con la risposta?
Mi contatti pure.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi

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Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Forlì
Buonasera, ti dico quello che penso: NO, non devi "buttarti nella negatività del mondo" per essere una persona libera, consapevole o spiritualmente evoluta. Quello che descrivi non è fuga o evitamento patologico, ma una scelta intenzionale di focalizzare le tue energie verso ciò che è alla tua portata e verso ciò che nutre il tuo benessere. Questa è saggezza, non cecità.

Quel filosofo mistico confonde due livelli molto diversi: una cosa è essere informati su ciò che accade nel mondo in modo equilibrato, senza negare la realtà; altra cosa è immergersi ossessivamente in fonti di sofferenza e dolore come se questo fosse un requisito per la crescita personale. La vera libertà non sta nel crogiolarsi nel dolore globale, ma nel sapere dove dirigere la propria attenzione e le proprie risorse in modo consapevole e responsabile.

La psicologia seria non nega l'esistenza della sofferenza nel mondo, ma ti aiuta a riconoscere quali battaglie sono TUE e dove puoi realmente fare la differenza. Esporti costantemente a notizie disturbanti che non puoi controllare non ti rende più evoluto: rischia solo di generare impotenza, ansia e paralisi. Occuparti di ciò che è vicino a te, delle tue relazioni, del tuo equilibrio interiore, è tutt'altro che egoismo: è costruire una base solida da cui eventualmente poter agire anche nel mondo, se e quando lo desideri.

Quanto all'idea che "la vera psicologia va all'anima" e che quella attuale non serva, è una posizione ideologica che trascura i decenni di ricerca scientifica e clinica che hanno dimostrato l'efficacia di approcci fondati su evidenze concrete. La psicologia seria integra anche la dimensione spirituale quando è significativa per la persona, ma non la contrappone al lavoro terapeutico concreto. Diffida di chi svaluta categorie intere di sapere solo per promuovere la propria visione.

Se questo tema continua a creare dubbi o sensi di colpa, potremmo esplorare insieme cosa significa per te "stare bene" e come gestire eventuali pressioni esterne che vorrebbero importi altri percorsi.

Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Capisco bene quanto possa essere faticoso sentire il bisogno di tenere sotto controllo, soprattutto in un mondo dove le cose cambiano continuamente. È umano voler comprendere e prevedere per sentirsi più al sicuro.
Imparare a lasciare andare ciò che non dipende da noi può diventare una vera forma di libertà. Insieme, nelle sedute, possiamo lavorare proprio su questo: trovare un equilibrio tra il bisogno di controllo e la possibilità di vivere con più serenità la quotidianità. Scrivimi una mail o un messaggio per poter capire insieme come posso esserti utile. Dott.ssa Alessandra Corti
Dott. Daniele Gallucci
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
molta gente vive nell'inosservanza dei fatti del mondo e dei filosofi mistici sopravvivendo tranquillamente, non se ne dia troppo pensiero!
Cordiali saluti
Dott. Daniele Gallucci
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, forse si sta chiedendo quanto riesce a tollerare la sofferenza? Penso che se trova benessere nell'evitare le cose negative che a accadono nel mondo, debba continuare a fare così. Ognuno ha un suo equilibrio ed è importante trovare il proprio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la sua riflessione è molto interessante e profonda, e rivela una grande consapevolezza di sé e del modo in cui desidera vivere la propria quotidianità. La ricerca di serenità, amore e positività non è affatto una fuga dalla realtà, ma può essere una scelta di equilibrio, una forma di rispetto verso se stessi e verso le proprie energie mentali. Non tutti hanno lo stesso bisogno di esporsi a ciò che accade nel mondo, e questo non determina né la profondità interiore né il valore personale. Ciò che lei descrive, il voler concentrare l’attenzione su ciò che può controllare e che fa parte della propria sfera di azione, è in linea con un principio fondamentale del benessere psicologico: imparare a distinguere ciò che possiamo influenzare da ciò che è fuori dal nostro potere. Dedicare tempo, cura ed energie a ciò che è vicino, concreto e significativo non significa chiudersi, ma vivere con radicamento e intenzione. Spesso si pensa che la conoscenza del dolore o del male nel mondo sia una prova di profondità o di sensibilità, ma non è necessariamente così. La vera consapevolezza nasce dal saper riconoscere i propri limiti e nel trovare un modo personale di mantenere un equilibrio emotivo, senza esserne travolti. Esporsi costantemente a notizie di sofferenza o ingiustizia, se non lo si regge emotivamente o se non si ha la possibilità di incidere in modo diretto, può generare un senso di impotenza e di scoraggiamento. In questi casi, non è una mancanza di empatia scegliere di proteggersi, ma un atto di cura verso se stessi. Si può essere persone profonde, sensibili e con valori solidi anche senza essere continuamente immersi nella negatività del mondo. L’importante è non negarla, ma accettare che esiste, scegliendo consapevolmente quanto spazio darle nella propria vita quotidiana. Per quanto riguarda il riferimento al “filosofo mistico” che lei cita, credo che ogni persona trovi la propria strada per dare significato alla realtà. Alcuni lo fanno attraverso la riflessione spirituale, altri attraverso la conoscenza, altri ancora coltivando la serenità interiore. Non esiste un unico modo giusto. La psicologia, quella che lei dice di aver trovato utile, non ha la pretesa di sostituirsi all’anima, ma si occupa proprio di aiutare le persone a vivere in modo più consapevole, equilibrato e coerente con i propri valori. Se per lei questo approccio è stato utile, significa che ha trovato qualcosa che risuona con la sua esperienza e che le permette di crescere e stare meglio. In fondo, la vera libertà non è scegliere di esporsi o di non esporsi al dolore del mondo, ma poterlo fare con piena consapevolezza e nel rispetto dei propri bisogni. Se in questo momento la sua direzione è quella di coltivare serenità, relazioni positive e attenzione per ciò che può davvero influenzare, allora sta seguendo una strada che ha senso per lei. E questa è già una forma di saggezza profonda. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Giuseppe Maria Veneziano
Psicologo clinico, Psicologo
Messina
Gentile utente,
la riflessione che condivide è molto interessante e dimostra una buona consapevolezza del proprio modo di stare nel mondo. La scelta di proteggere la propria serenità e di dedicare le energie a ciò che è realmente nelle proprie possibilità di azione è, di per sé, un atteggiamento sano e centrato. Tuttavia, può essere utile ricordare che informarsi sugli eventi globali non significa necessariamente “immergersi nella negatività”, ma piuttosto mantenere uno sguardo consapevole e realistico sul contesto in cui viviamo, imparando al tempo stesso a gestire le emozioni che certe notizie possono suscitare. Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di rapportarsi al mondo: ciò che conta è trovare un equilibrio personale tra il bisogno di protezione interiore e l’apertura verso la realtà esterna. Magari un percorso psicologico potrebbe esserle di aiuto per comprendere meglio questo equilibrio, rafforzare le sue risorse personali e affrontare con maggiore serenità le influenze esterne che oggi le suscitano dubbi o incertezze.
Resto a disposizione se desidera approfondire questo tema o intraprendere un percorso di esplorazione personale.
Cordiali saluti,
Dott. Giuseppe M. Veneziano – Psicologo Clinico
Buongiorno,
non sempre qualcosa è necessariamente giusto o sbagliato, ci sono tanti aspetti che si intersecano tra loro. Ad esempio una domanda che ci si potrebbe fare è se si vuole sfuggire alle situazioni negative, con fare di evitamento, o se non ne siamo completamente interessati. Un ulteriore aspetto riguarda le conseguenze di vivere in un determinato modo.
Sarebbe utile poter dare un ordine a tutto ciò che sta intorno a questo vissuto attraverso un percorso psicologico.
Resto a disposizione, anche per ulteriori confronti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angelica Venanzetti
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
la tua riflessione è molto profonda e tocca un punto importante: come conciliare il bisogno di serenità personale con la consapevolezza del mondo esterno.

Non c’è una sola risposta valida per tutti. Cercare equilibrio non significa “chiudersi” o “ignorare la realtà”, ma nemmeno farsi travolgere da ciò che non possiamo cambiare. Il tuo atteggiamento — osservare ciò che accade senza cercare il negativo, concentrandoti su ciò che puoi controllare — è un modo sano di proteggere le tue energie psichiche.

Informarsi può essere utile se nasce dal desiderio di comprendere, non se diventa un obbligo o una fonte costante di stress. La libertà, in fondo, non è restare immersi nel dolore del mondo, ma scegliere consapevolmente dove rivolgere la propria attenzione.

Quanto alla psicologia, non è in contrapposizione con la dimensione “dell’anima”: il suo compito è proprio aiutare la persona a integrare mente, emozioni e senso di sé, favorendo una crescita interiore autentica.

Continua a coltivare ciò che ti fa stare bene, e lascia che l’informazione — come tutto — trovi il suo giusto spazio, senza diventare invasiva.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Petroni – Psicologa
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Quello che stai esprimendo è un pensiero molto lucido e maturo: stai cercando un equilibrio tra il prenderti cura del tuo mondo interiore e il rapporto con ciò che accade fuori da te. In realtà, non c’è una risposta “giusta” uguale per tutti: dipende da cosa ti fa stare bene e da come vivi le informazioni che ricevi.
Informarsi sul mondo può avere valore se aiuta a comprendere meglio la realtà, sviluppare empatia o sentirsi parte di una collettività; ma quando l’informazione diventa fonte di ansia, impotenza o rabbia, può essere più sano limitare l’esposizione e concentrarsi su ciò che puoi realmente influenzare — come stai già facendo. Non significa chiudersi o “ignorare il dolore del mondo”, ma scegliere con consapevolezza dove indirizzare le tue energie, evitando di farti travolgere da ciò che non puoi cambiare.
L’idea che la “vera libertà” consista nello stare immersi nella sofferenza globale è una visione filosofica, non una verità assoluta: alcune persone trovano senso nel confrontarsi con la realtà più dura, altre nel costruire quotidianamente piccoli spazi di serenità e presenza. Entrambe le vie possono essere autentiche, se vissute con consapevolezza.
Quanto al tema della psicologia “dell’anima”, spesso queste correnti intendono sottolineare la dimensione spirituale o esistenziale dell’essere umano, ma questo non esclude né sminuisce la psicologia scientifica: sono semplicemente due prospettive diverse, e può esserci dialogo tra loro.
In sintesi: non devi “buttarti nella negatività del mondo” per sentirti più libero o più autentico. Se il tuo modo di vivere ti aiuta a restare centrato, empatico e aperto, senza negare la realtà ma senza farti schiacciare da essa, allora stai già coltivando una forma di consapevolezza molto preziosa.
Caro utente,
la risposta alla sua domanda è già scritta nelle sue righe. Come dice lei, preferisce non cercare e non soffermarsi sulle notizie del mondo perchè non le può controllare, o meglio preferisce concentrarsi su ciò che è vicino a lei e che quindi può tenere sotto controllo o che può tenere d'occhio o per il quale possa realmente fare qualcosa piuttosto che un conflitto tra paesi o qualche azione politica fuori dalla propria portata e dalla propria sfera d'azione. Questo che dice lei è il reale motivo per cui si preferisce investire il proprio tempo in maniera diversa e ciò indica di lei quanto sia importante avere tutto sotto controllo, in ordine ed intervenire qualora ci fosse qualcosa che non segue i piani stabiliti. Dunque, non è tanto importante seguire o meno le notizie, perchè ciò è solo la punta dell'iceberg di qualcos altro legato al bisogno di controllo che si applica nella sua quotidianità. Se è curioso di saperne di più..provi ad interrogarsi e nel caso anche solo un piccolo percorso psicologico potrebbe aiutarla a trovare prima le risposte a queste domande.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io credo che, al di là degli stimoli che riceviamo dall'esterno, dobbiamo fare quello che ci sentiamo, e vivere la nostra vita in modo autentico. Alcuni stimoli possono essere utili e interessanti, e aprirci a nuove prospettive e nuovi modi di fare le cose, ma questo non significa che dobbiamo accogliere e ascoltare tutto quello che viene dall'esterno: se l'input che le arriva da questo filosofo non le piace o non lo sente vicino a sè non c'è niente di male, può semplicemente lasciarlo andare. Si ascolti e si comporti in modo coerente con quello che sente, senza paura di sbagliare. Spero di aver risposto alla sua domanda, se avesse bisogno di approfondire mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,

la sua riflessione è molto profonda e tocca un tema importante: il rapporto tra il proprio benessere interiore e ciò che accade nel mondo esterno. Non esiste una risposta valida per tutti — ogni persona trova un equilibrio diverso tra informarsi e proteggere la propria serenità. Tuttavia, quando si avverte confusione o conflitto interiore rispetto a questi temi, può essere utile approfondire insieme a uno specialista. Un percorso psicologico può aiutare a comprendere meglio i propri bisogni, i propri limiti e il modo più sano per restare in contatto con la realtà senza perdere equilibrio emotivo.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Gentile paziente credo che la cosa importante che lei abbia trovato la sua dimensione e non ascolti i nascenti guro che imperversano il rete
Unica cosa che magari dovrebbe chiarire a se stesso perché questo personaggio la fa sentire e mettere in discussione.. Si fida più di lui o di se stesso??
Bella domanda... Cerchi la risposta dentro di Sé la troverà
Altrinenti si faccia aiutare a sciogliere il nodo
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Carissimo, il mio orientamento è di tipo psicoanalitico e sono convinto che la psicoanalisi più di ogni altra cosa (ed in generale la psicologia) sia utile non solo nella clinica ma anche per comprendere il mondo in cui viviamo ed osservare i fenomeni anche da punti di osservazione meno usuali. La invito quindi a coltivare ancora questo sguardo, anche mediante il confronto, senza farsi travolgere dalla negatività. Cordiali saluti. Dottor Massimo Montanaro
Dr. Mauro Terracciano
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua situazione.
Dalla sua descrizione appare chiaro che attribuisce valore alla cura del vicino e alla serenità personale.
Il confronto con notizie di sofferenza globale mette in tensione due posizioni legittime: attenzione al mondo e tutela del proprio spazio di vita.
La scelta di concentrare energie su ciò che può influenzare direttamente riflette una responsabilità pratica e la volontà di preservare risorse interiori.
La sua domanda è anche esistenziale: quale rapporto desidera avere tra impegno verso il mondo e cura di sé?
Esplorare ciò che le costa e ciò che le dà senso in entrambe le scelte può aiutarla a decidere senza sensi di colpa.
Non esiste una risposta unica; conta il valore che attribuisce alla compassione attiva rispetto alla tutela del proprio equilibrio.
Se desidera, possiamo approfondire insieme questi interrogativi per chiarire quale postura sia più coerente con i suoi valori.
Può prenotare un appuntamento, anche online.
Per ogni eventuale approfondimento sono a sua disposizione, anche online, il primo colloquio è gratuito.
Un caro saluto,
Dott. Mauro Terracciano.
Dott.ssa Giulia Piccinini
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente, la sua ricerca di serenità, amore e positività è un'orientamento molto interessante e sono sicura che darà i suoi frutti vedere il bello e il buono della vita. Parlando del dolore e della sofferenza c'è ed è reale trovarla nel mondo. Che ci si voglia avvicinare o la si voglia allontanare può essere una nostra scelta strategica anche se non sempre si può scegliere e a volte la si deve attraversare. Le do un ulteriore spunto, provi a vedere il bene e la sofferenza della vita non come due facce opposte della stessa medaglia , due fattori che si escludono vicendevolmente, le veda più come due certezze che possono coesistere, coabitare nelle giornate e nelle vite di tutti noi. Un caro saluto!
Buongiorno,

Relativamente alla sua scarsa propensione a cercare informazioni di attualità quel che posso dirle è che questa è una scelta personale, né deprecabile né lodevole. Per i più svariati motivi informarsi è una scelta, così come lo è quanto informarsi. Sicuramente essere al corrente di ciò che accade nel mondo è importante, come è importante conoscere la storia passata, ma immergersi nei dettagli è un approfondimento che viene rimandato alla volontà ed alla necessità di ognuno.

Riguardo la figura da lei citata mi sento in dovere di ricordarle che la Psicologia non è qualcosa in cui credere o meno, è una scienza ed ha radici che affondano nel metodo scientifico; si può scegliere o meno di affidare l'analisi e la risoluzione dei propri disagi ad un professionista della salute mentale, e nemmeno questo è deprecabile o meno, ma non è comunque un atto di fede; direi, al massimo, che può essere un atto di fiducia iniziare un percorso con uno specialista in particolare, ma per aiutarsi in questo ci sono le referenze che si possono reperire online.

L'importante, tornando alla sua questione, è che lei instauri l'equilibrio che ritiene essere migliore per la sua vita, nel rispetto di Sè e dell'ambiente che la circonda, fintanto che non percepirà del disagio da questo mettere in atto dei cambiamenti dovrebbe essere solo una sua scelta personale; ognuno di noi è unico, e pertanto ha pensieri, emozioni ed esigenze propri, delle quali bisogna tener conto nella strutturazione di un proprio equilibrio.

Le consiglierei di seguire la sua strada, senza smettere di guardarsi intorno, come mi sembra che stia già facendo.

Spero di aver risposto alla sua domanda,
Resto a sua disposizione,

Dott. A. Trojse
Buonasera. Capisco la posizione della persona che le dice che è importante conoscere quello che succede nell'ambiente intorno a noi, nel mondo di cui facciamo parte, si sicuro per essere informati e capisco, però, anche la sua posizione. In realtà la sua, più che una posizione è una prospettiva altra, quella di chi sente l'angoscia solo ascoltando o leggendo, o guardando quello che le trasmette negatività. La psicologia, fatta bene, legge l'anima e ognuno può leggere e ascoltare la sua stessa anima. Se lei sente che, in questo momento della sua vita, certe notizie le trasmettono vibrazioni basse e piuttosto ha voglia serenità, allora può esserle utile leggere, ascoltare, guardare ciò che le piace davvero, senza giudizi.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Gentile utente,
il suo modo di concentrarsi su ciò che può controllare e sulle esperienze che la fanno stare bene è un approccio sano. Informarsi sugli eventi del mondo è una scelta personale: l’importante è trovare un equilibrio che non generi disagio. Se questo tema le suscita dubbi o riflessioni più profonde, potrebbe essere utile parlarne in un percorso di supporto psicologico.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Veronica Savio
Dott.ssa Cecilia Mancini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro Paziente Anonimo, quello che porti parla di un bisogno di coerenza profonda: da una parte senti il valore di coltivare serenità, amore e attenzione a ciò che puoi effettivamente influenzare nella tua vita; dall’altra, le parole di questa persona mettono in discussione questa scelta, come se non bastasse o non fosse “vera” se non passa anche attraverso il contatto con ciò che è doloroso e più grande di te.

Quella che porti avanti appare come una scelta consapevole di direzionare le tue energie dove hanno senso e impatto. Allo stesso tempo, il messaggio che hai incontrato ti ha toccato qualcosa: forse un dubbio su cosa significhi davvero essere presenti nel mondo, o su quale sia il confine tra prendersi cura di sé e “chiudersi” rispetto a ciò che accade fuori.

Anche la riflessione sulla psicologia e sull’“anima” sembra muoversi su questo confine: tra la fiducia negli strumenti che hai trovato utili e l’idea che esista una profondità “più vera” a cui non si arriva in questo modo.

Quello che emerge è un tentativo di dare un senso a due prospettive diverse senza perdere la tua direzione, cercando un equilibrio tra cura di sé e apertura al mondo.

Un passo alla volta, insieme. Dr.ssa Cecilia Mancini
Dott.ssa Elisa Fiora
Psicologo, Psicologo clinico
Busto Arsizio
Buongiorno,

porta una domanda e una riflessione molto profonda. Penso che sia difficile fornire una risposta univoca, forse la risposta migliore è quella che può trovare dentro di sé. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista per provare ad intraprendere questo viaggio insieme.

Cordialmente,
Dott.ssa Elisa Fiora
Dott.ssa Virginia Romita
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
la sua riflessione è estremamente interessante e dimostra una sensibilità profonda verso il proprio benessere e verso il modo in cui sceglie di vivere la quotidianità. La domanda che pone — se abbia senso o meno esporsi alla sofferenza del mondo quando si è già impegnati a coltivare uno stato interiore di serenità — è più comune e rilevante di quanto si pensi, soprattutto in un tempo come il nostro, dove le informazioni globali sono costantemente a portata di mano.

Proteggere il proprio spazio emotivo non è sinonimo di fuga. È spesso un atto di cura e discernimento, una scelta consapevole di dove investire le proprie energie. Il fatto che lei lo faccia non per paura, ma per una forma di selezione attiva, mostra una capacità di autoregolazione importante.

Allo stesso tempo, è interessante il suo desiderio di confrontarsi con un punto di vista diverso, senza aderirvi in modo acritico. Porsi domande come la sua è già un atto di libertà: significa mettersi in ascolto di sé, chiedersi se ci siano altri modi per stare nel mondo senza tradire ciò che si è. E questo è un processo prezioso.

Non esiste una risposta valida per tutti, ma esiste sicuramente uno spazio in cui è possibile esplorare queste domande con maggiore profondità, senza giudizio. A volte, in un percorso di ascolto e dialogo, ciò che sembrava un “aut aut” (o protezione o esposizione) può diventare un “et et” — uno spazio in cui si può imparare a reggere anche la complessità, restando però fedeli a ciò che ci fa stare bene.

Se sente che questo momento della sua vita le sta portando domande nuove o desiderio di maggiore chiarezza, potrebbe essere il tempo giusto per dedicarsi un percorso personale. Non per cambiare quello che è, ma per conoscerlo ancora meglio.

Resto a disposizione, se vorrà approfondire insieme.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

continui pure a coltivare quello che è di suo interesse se è quello che la fa stare bene e lasci perdere i tutorial dei guru in rete. La vita è sua e nessuno mai potrà sostituirsi a lei.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara

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