Salve dottori da un paio di mesi durante le giornate vengo sovrastato da tanti pensieri che si sovra

24 risposte
Salve dottori da un paio di mesi durante le giornate vengo sovrastato da tanti pensieri che si sovrappongono uno sopra all’altro creandomi una grande confusione e soprattutto paura, a parte nei momenti in cui sto facendo qualcosa che richiede un’attenzione specifica e mi canalizza un pensiero unico quindi non riesco neanche a concentrarmi come dovrei…
Questo mi arreca grande difficoltà a rilassarmi nei momenti vuoti, osservo l’ambiente circostante senza rendermi conto effettivamente di esserci fisicamente, ma in questo ultimo periodo mi sento paure su paure che non mi fanno vivere più tranquillamente, c’è ho paura di qualsiasi cosa come se da un momento a l’altro mi dovrebbe succedere qualcosa, tipo poco fa volevo riposare un po’ perché essendo che ero stanco da lavoro, dopo una mattinata, appena chiudevo gli occhi che stavo per prendere sonno, c'era qualcosa che mi svegliava come se il mio cervello si faceva film che mi stava succendo qualcosa, quindi come potete intuire non ho dormito nenache 1 minuto, oppure sono nella mia stanza anche se sono in compagnia mi assalgono paure, ma no paure su qualcosa ma paure immaginarie come se non so manco io da cosa devo avere paura… e questo tutti i giorni per tutto il giorno…. Sembra come se sto per impazzire o mi chiedo sto impazzendo? e questa la domanda che mi pongo… tutte queste paure immaginarie sto avendo un attacco psicotico, schizofrenia o cosa? Lo so che qui non si può fare una diagnosi ma almeno capire dove sto arrivando o dove sono arrivato… c’è pure un’altro fatto la sera mi metto a letto e mi guardo attorno tipo accanto al comodino, la porta, la finestra ecc come se prima o poi succede qualcosa e faccio fatica anche a prendere sonno o guardarmi un film, in poche parole sto sempre in allerta per quasiasi cosa tipo per esempio se passa qualcuno accanto a me mi viene la paura che mi possa fare del male, oppure se qualcuno mi offre qualcosa mi viene la paura che possa mettere qualcosa dentro… quindi quello che mi chiedo io essendo che queste paure che ho sembrano come reali posso rischiare di perdere la testa completamente? E questa la mia più grande paura che non mi da pace
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Caro utente,
grazie per aver condiviso un pezzo così intimo e complesso del suo vissuto. È evidente che sta attraversando un momento molto difficile, e già riuscire a scriverne con questa lucidità e apertura è un atto di grande forza.

Quello che descrive — i pensieri sovrapposti, la fatica a concentrarsi, la costante allerta, le paure immotivate ma intensamente reali — non indica necessariamente che lei stia “impazzendo” o vivendo un attacco psicotico. È importante dirlo subito: avere la consapevolezza e la preoccupazione per il proprio stato mentale è un forte indicatore di lucidità, non di perdita di contatto con la realtà.

I suoi sintomi somigliano piuttosto a una condizione di ansia generalizzata molto elevata, forse con tratti dissociativi (la sensazione di “non esserci”, di osservare da fuori, il corpo che non si rilassa mai), e pensieri intrusivi a contenuto persecutorio. In questi stati l’ansia è così intensa e pervasiva che la mente entra in una condizione di ipercontrollo e ipervigilanza per proteggersi da pericoli che non riesce a distinguere dal reale.

Se vuole, rimango a disposizione per un colloquio.
Dott.ssa Anna Bruti – Psicologa

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Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico per la gestione dell'ansia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Viviana Costa
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, ha probabilmente la sensazione di essere sempre in allerta, uno stato di ipervigilanza. Pensieri intrusivi diurni o notturni possono essere indice di uno stato ansiogeno, non faccia passare troppo tempo, ne parli con uno psicoterapeuta.
Un caro saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, nella sua mail non fa cenno al fatto di essere o meno seguito da un professionista della salute mentale, sia esso uno psichiatra o uno psicoterapeuta. Non dice da quando ha questi sintomi e sarebbe importante capire se sono insorti tutto ad un tratto o gradualmente. In ogni caso, sarebbe importante farsi seguire da un professionista per ritrovare un equilibrio. Queste paure potrebbero avere le loro radici nell'infanzia e in questo caso si dovrebbe procedere nell'elaborare i vissuti che le hanno fatte scaturire. Un saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buonasera! Posso solo provare ad immaginare quanto sia spaventato e capisco il bisogno di avere delle risposte, ma non ci sono solo i sintomi che così bene descrive. C’è lei con la sua storia, il rapporto con sé stesso e con gli altri, il senso che attribuisce al dolore. Spero comprenda che non è possibile rispondere alle sue domande. Nella speranza di essere utile, posso offrire qualche indicazione pratica. Poiché si tratta di vissuti e sensazioni che possono generalizzarsi, diventare invalidanti, compromettere la qualità della vita, credo sia indispensabile una prima visita psichiatrica. Nel caso in cui non disponesse delle risorse necessarie per un professionista di fiducia, può rivolgersi al Centro di Salute Mentale più vicino (è sufficiente l’impegnativa del medico di famiglia), troverà personale professionalmente preparato e umanamente dotato. Sarà lo stesso psichiatra a valutare con lei l’eventuale terapia farmacologica oppure l’opportunità di una psicoterapia e orientarla in tal senso. Non tergiversi e si prenda cura di sé stesso. La fragilità non è una malattia, ma un diritto. In bocca al lupo
 Gabriele Lungarella
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
la ringrazio per aver trovato il coraggio di raccontare in modo così sincero e dettagliato quello che sta vivendo. Le sue parole trasmettono con molta chiarezza quanto questa esperienza sia spossante e quanto le stia sottraendo serenità e senso di realtà.

Il modo in cui descrive la confusione mentale, le paure immaginarie ma percepite come reali, la sensazione di essere in allerta costante e il timore di “perdere la testa”, è compatibile con uno stato ansioso acuto, forse accompagnato da fenomeni dissociativi e da un forte iper-monitoraggio di sé e dell’ambiente. Sono solo ipotesi ovviamente e assolutamente non una diagnosi.

Tutto questo non significa che sta impazzendo, né che sta sviluppando un disturbo psicotico. Le persone che vivono un esordio psicotico, di norma, non si pongono con lucidità e consapevolezza il dubbio che lei esprime così chiaramente. Il fatto che si stia interrogando su ciò che sente, che riconosca i pensieri come “eccessivi” o “immaginari”, è un segnale prezioso: c’è una parte di sé che resta vigile, che cerca risposte e che vuole stare meglio.

Detto questo, non è giusto affrontare tutto questo da solo. Il suo stato ha bisogno di uno spazio di ascolto sicuro, dove questi vissuti possano essere accolti, compresi e accompagnati verso un equilibrio migliore. Le consiglio di rivolgersi quanto prima a uno psicologo psicoterapeuta di fiducia. Se lo desidera, sono disponibile per un primo confronto, anche solo per aiutarla a orientarsi e fare chiarezza.

Non è debole chiedere aiuto. È un segno di forza e cura per sé.
Un caro saluto
Gabriele
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver voluto condividere con così tanta precisione e onestà quello che sta attraversando. Le sue parole restituiscono chiaramente quanto le emozioni che sta provando siano intense e pervasive, e quanto impattino sul suo equilibrio quotidiano, sui momenti di riposo, sulla concentrazione e, più in generale, sul senso di sicurezza personale. Vorrei dirle subito che quello che sta descrivendo è una condizione che, pur nella sua complessità e nel forte disagio che comporta, è condivisa da molte persone che soffrono di disturbi d’ansia, in particolare di ansia generalizzata e fobie di tipo ossessivo. Quando la mente è costantemente sovrastata da pensieri intrusivi, catastrofici o irreali, e quando il corpo si mantiene in uno stato di continua allerta, è naturale che si possa arrivare a pensare di stare “impazzendo”. In realtà, in questi casi ciò che accade è un’attivazione molto elevata e continua del sistema di allarme del cervello, che interpreta anche stimoli neutri o innocui come potenzialmente pericolosi. Questo provoca una sensazione diffusa di minaccia, anche quando non si riesce a identificarne una causa specifica, generando quella paura “senza oggetto” che lei descrive con tanta lucidità. Nella prospettiva cognitivo-comportamentale, questi sintomi vengono affrontati non tanto con un’etichetta diagnostica rigida, quanto cercando di comprendere il funzionamento del pensiero e delle credenze sottostanti. Quando si vive con la paura costante che possa accadere qualcosa di grave, anche in assenza di segnali reali di pericolo, è come se la mente stesse continuamente scrivendo dei “film mentali” in cui lei è in pericolo, anche se la realtà non lo conferma. È comprensibile quindi che poi il corpo reagisca con tensione, insonnia, ipervigilanza, e che le emozioni si amplifichino al punto da far sentire tutto fuori controllo. Il punto cruciale non è se queste paure siano “reali” nel senso oggettivo, ma quanto sono reali nella percezione emotiva: ed è proprio qui che l’intervento psicologico può aiutare. Un percorso mirato può supportarla nel riconoscere e disinnescare questi automatismi mentali, imparando a osservare i pensieri senza lasciarsi travolgere da essi, a distinguere le sensazioni di pericolo dal reale pericolo, e a ritrovare un senso di padronanza e sicurezza. Non si tratta di cancellare le emozioni, ma di creare strumenti per viverle in modo più sostenibile e consapevole. Capisco la sua paura rispetto alla possibilità di sviluppare una condizione psicotica o schizofrenica, ma da quanto descrive, il tipo di consapevolezza e il livello di riflessione su ciò che le accade non sono tipici di questi disturbi. Chi soffre di un disturbo psicotico generalmente ha una rottura con la realtà che non è più percepita come dubbia o temuta, ma vissuta come assolutamente vera. Nel suo caso, invece, c’è un forte livello di coscienza e di controllo, anche se è messo a dura prova da pensieri molto invadenti e da un vissuto emotivo intenso. La sua mente si trova in uno stato di sovraccarico, ma non è rotta. È come un sistema di allarme troppo sensibile, che suona anche quando non ce n’è bisogno. Non significa che stia perdendo la testa, ma che ha bisogno di un supporto mirato per interrompere questo ciclo di paura, ipervigilanza e interpretazioni catastrofiche. In terapia, si lavorerebbe proprio su questo: ristrutturare i pensieri disfunzionali, utilizzare tecniche di rilassamento e regolazione emotiva, e introdurre gradualmente nuovi comportamenti che la aiutino a riprendere fiducia nelle sue percezioni e nella sua capacità di stare nel mondo con maggiore serenità. Le consiglio, se possibile, di rivolgersi a un professionista per iniziare un percorso psicoterapico che possa guidarla in questa fase. Ma già ora, sapere che non è solo in questa esperienza e che esistono strumenti concreti per affrontarla, può essere un primo passo per riacquistare fiducia e respiro. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,
grazie per aver condiviso il suo vissuto, che appare molto intenso e certamente difficile da sostenere nella quotidianità.

Quello che descrive – la presenza continua di pensieri intrusivi, la fatica a rilassarsi, l'ipercontrollo dell’ambiente, le sensazioni di distacco dalla realtà, le paure immotivate e persistenti, e la difficoltà nel dormire – sono segnali che meritano attenzione e che indicano un profondo stato di allarme del suo sistema nervoso. La mente, in questi casi, sembra quasi non riuscire più a "staccare la spina", restando sempre in una modalità di allerta che può diventare estremamente debilitante.

Non si tratta di “impazzire” nel senso che comunemente si intende. Sentirsi sopraffatti da pensieri e paure può essere sintomo di un disturbo d’ansia o di uno stato di stress molto elevato, ma non significa automaticamente essere di fronte a una patologia grave come la schizofrenia o un episodio psicotico. Tuttavia, solo una valutazione approfondita e personalizzata da parte di uno specialista può fornire chiarezza e aiutare a distinguere tra le varie possibilità cliniche.

Il fatto che lei sia consapevole di ciò che sta accadendo e che si stia ponendo delle domande è già un segnale importante: è un primo passo verso la comprensione e la possibilità di un cambiamento. È fondamentale non rimanere soli in questo percorso, perché questi sintomi possono migliorare, ma serve l’aiuto giusto.

Per questo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista della salute mentale, che possa accoglierla, ascoltarla e accompagnarla verso una maggiore serenità e comprensione di sé.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissimo,
è possibile che ci sia una condizione di tipo ansioso generalizzato che la porta ad essere in un continuo stato di apprensione, paura, interruzione del sonno.
Prima di pensare a uno stato psicotico o schizofrenico proverei a riflettere su questa ipotesi, le consiglio un consulto con uno psicoterapeuta per conoscere e approfondire il tutto.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la ringrazio per aver condiviso con tanta apertura ciò che sta attraversando. Le sue parole esprimono con chiarezza e profondità un vissuto che sta diventando sempre più difficile da gestire, segnato da pensieri ricorrenti, confusione mentale, paure che sembrano non avere un oggetto preciso ma che generano comunque un forte senso di minaccia, fino a toccare la paura di “perdere la testa”.

Ciò che sta descrivendo (il continuo affollarsi di pensieri, la fatica a rilassarsi, la sensazione di essere “fuori” dal proprio corpo, la costante ipervigilanza) rientra spesso in quadri legati all’ansia generalizzata e, in certi momenti, a quello che possiamo definire uno stato ansioso dissociativo. Quando la mente è molto stressata e sovraccaricata, può generare pensieri automatici, paure irrazionali o persino la sensazione di non sentirsi più presenti nel momento. Questi sintomi sono molto spaventosi e destabilizzanti, ma non rappresentano necessariamente un segnale di psicosi o schizofrenia.

La sua lucidità nel riconoscere e interrogarsi su ciò che prova, nel cercare un senso, nel distinguere ciò che è reale da ciò che sembra tale ma nasce dalla paura, è un elemento importante e rassicurante. Le persone che vivono un reale esordio psicotico di solito non si pongono queste domande con la stessa consapevolezza, perché perdono contatto con la realtà senza metterlo in discussione. Lei invece mostra una forte capacità di osservazione e una grande sensibilità nel cogliere le proprie reazioni interiori, anche quando queste sembrano incontrollabili.

È però altrettanto importante non sottovalutare quanto tutto ciò stia impattando sulla qualità della sua vita. Vivere con un’ansia costante, una paura indefinita e una mente continuamente in allerta porta a un grande dispendio di energie e a un circolo vizioso in cui il corpo non riesce più a trovare riposo, e la mente rimane intrappolata nella ricerca continua di minacce.

In questi casi, intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta esperto può fare una grande differenza. La psicoterapia basata sull’evidenza (ad esempio un approccio integrato che includa strategie cognitive, corporee e di regolazione emotiva) può aiutarla a rallentare il flusso dei pensieri, riconoscere i meccanismi dell’ansia e ripristinare un senso di sicurezza, dentro e fuori di sé.

Ciò che sta vivendo non è follia, ma sofferenza. E la sofferenza ha bisogno di uno spazio sicuro dove poter essere ascoltata, accolta e trasformata.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico per vedere meglio ciò che ha descritto.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Annamaria Grifò
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Salve, da quanto leggo vive in un perenne stato d'ansia, una paura dell'incerto che non le permette di vivere serenamente. In genere queste dinamiche derivano da traumi passati, che non si è riusciti a sanare. Potrebbe, con uno specialista, analizzare la sua Storia, per cercare di individuare queste esperienze antecedenti e cominciare a lavorare ad una graduale "pulizia e ricostruzione" cognitiva ed emotiva, quindi comportamentale.
Buon lavoro ; )
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera

Ciò che sta vivendo è molto intenso e merita grande attenzione. Le sensazioni che descrive – la confusione mentale, le paure persistenti, l’ipercontrollo dell’ambiente e il senso di allerta costante – sono segnali che il suo sistema nervoso è in uno stato di sovraccarico. Non è impazzito, e non sta “perdendo la testa”, anche se la mente può farle vivere queste emozioni come se fossero pericolose o fuori controllo.
Quando la paura diventa cronica e non legata a una minaccia reale, il cervello può reagire con una sorta di “allarme continuo”, portandoci a interpretare ogni stimolo come potenzialmente minaccioso. Questo può sfociare in sintomi ansiosi intensi, come quelli che descrive, compresa la difficoltà a dormire, l’irrequietezza, i pensieri catastrofici e la derealizzazione, ovvero la sensazione di essere distaccati dalla realtà. Non significa che lei abbia una malattia psicotica, ma è fondamentale non restare solo con tutto questo. Le sue paure sono alimentate dalla tensione costante e dal bisogno urgente di capire cosa le stia succedendo. È il momento giusto per chiedere aiuto: un colloquio con uno psicoterapeuta può fare chiarezza, ridurre il carico emotivo e aiutarla a ritrovare una base sicura dentro di sé. L’importante è non aspettare che tutto passi da solo, perché si merita di tornare a vivere con maggiore serenità. Le paure che sente sono reali nei loro effetti, ma non la definiscono e non segnano un punto di non ritorno. C’è la possibilità di tornare a sentirsi presente, lucido e in controllo, ma serve essere accompagnati in questo percorso, magari con una psicoterapia di tipo umanistico che la possa accompagnare, richieda comunque un colloquio psicologico.
Si prenda cura di sé. Non è solo, e non c’è nulla di cui vergognarsi.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Ciao,
quello che descrivi sembra legato a uno stato di iperattivazione mentale e ansiosa, dove i pensieri si accavallano e le paure sembrano non avere un oggetto preciso, ma si fanno sentire ovunque.
Il fatto che tu ti chieda continuamente se stai impazzendo o se stai sviluppando un disturbo grave è un segnale che sei consapevole, non che hai perso contatto con la realtà.
Nella vera psicosi, non si ha questo tipo di dubbio lucido.

In realtà, il meccanismo che ti tiene bloccato è proprio la paura di perdere il controllo, che ti fa restare in stato di allerta e ti impedisce di rilassarti e “lasciare andare”.
Più cerchi di capire, prevenire o tenere sotto controllo ciò che temi, più alimenti questo stato.

Non sei solo, e non sei senza strumenti. Con un intervento mirato si può rompere questo circolo e tornare a una vita più libera, anche in tempi brevi.

Un saluto.
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, Capisco quanto queste sensazioni possano essere spaventose e faticose da vivere ogni giorno.
La descrizione che fa trasmette quanto si senta in allerta costante, con pensieri e paure che sembrano prendere il sopravvento, rendendo difficile rilassarsi e godersi i momenti di tranquillità.

Questa condizione può essere molto logorante, soprattutto quando la mente interpreta situazioni comuni come potenzialmente pericolose. È importante non restare da solo ad affrontarla. Le consiglio di rivolgersi innanzitutto a un medico o a uno specialista per escludere eventuali cause fisiche e, in seguito, valutare insieme in un percorso psicologico l’origine di queste paure e come gestirle.

Se lo desidera, possiamo fissare un colloquio di approfondimento: potremo esplorare con calma quello che sta vivendo e trovare insieme delle strategie per aiutarla a ritrovare maggiore serenità.
Dottoressa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, mi dispiace molto per ciò che sta attraversando. Comprendo quando questa condizione possa preoccuparla e forse, il suggerimento più utile da darle, sarebbe quello di intraprendere un percorso terapeutico al fine di "mettere ordine tra questi pensieri" e cercando di capire cosa, in questo periodo la turba. A volte, soprattutto in periodi di maggiore stress, possiamo sentirci sopraffatti dalle cose o dagli eventi e questo può scaturire pensieri ricorrenti che alimentano ancor di più questa condizione. Avere uno spazio sicuro (quello della terapia) in cui poter dar voce a questi pensieri, sicuramente la farà sentire meglio. Se lo vorrà, sono a sua disposizione anche online per trovare insieme una soluzione. Cordialmente, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott.ssa Giulia Saso
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Roma
Gentile utente, penso che nella sua situazione possa essere molto prezioso per lei considerare la possibilità di cominciare un percorso di psicoterapia. Non solo per inquadrare meglio la natura diagnostica delle paure che descrive, ma soprattutto per concedersi uno spazio in cui poter esplorarne il significato.
Rimango a disposizione, saluti
Dott.ssa Giulia Saso
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Quello che descrivi – la confusione mentale, le paure che si accavallano senza un oggetto preciso, la sensazione costante di allerta, la derealizzazione (sentirti come “fuori” dalla realtà), la difficoltà a rilassarti e a dormire – è molto più vicino a un quadro di ansia intensa e ossessiva che non a un esordio psicotico.

Quando si entra in un circolo di ipervigilanza, il cervello resta sempre in allarme, come se dovesse prevedere un pericolo imminente. Questo fa nascere “paure senza oggetto”, cioè la sensazione che stia per succedere qualcosa di grave anche se non c’è un motivo reale. Non significa che stai impazzendo: significa che l’ansia sta prendendo il sopravvento.

La differenza importante con una psicosi è che tu sei consapevole di avere queste paure, ti chiedi se sono reali o meno, ti domandi se stai impazzendo. Nella psicosi manca questo dubbio: chi ha un delirio o un’allucinazione è convinto che siano veri. Il fatto che tu ti ponga la domanda e cerchi rassicurazioni è un segnale che sei lucido, anche se spaventato.

La derealizzazione che descrivi (“osservo l’ambiente senza sentirmi presente”) è un sintomo frequente dell’ansia cronica: non è schizofrenia, ma un effetto di un cervello sovraccarico che cerca di proteggersi.

Capisco che la tua paura più grande sia quella di “perdere la testa”. Ma non è quello che sta accadendo: sei in un circolo di ansia che si autoalimenta. Più temi di impazzire, più controlli, più ti osservi, più l’ansia cresce e ti dà sensazioni che sembrano “reali”.

Il passo fondamentale ora è non rimanere da solo con questo peso. Rivolgiti al tuo medico di base o a uno psichiatra per spiegare bene questi sintomi: può essere utile un supporto farmacologico per calmare il livello di allerta, e un percorso psicoterapeutico per imparare a gestire i pensieri intrusivi e la derealizzazione. Nel frattempo, cerca di non cercare continuamente conferme su internet: alimenta solo l’ossessione e l’ansia.

Non stai impazzendo, ma stai soffrendo molto e meriti un aiuto immediato per spezzare questo circolo.

Dott.ssa De Pretto
Dott.ssa Chiara Venitucci
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, comprendo la sua grande preoccupazione: ciò che descrive – pensieri intrusivi, paure irrazionali, sensazione di vivere sempre in allerta e timore di “impazzire” – può risultare molto spaventoso e rendere difficile vivere serenamente la quotidianità. È importante sottolineare che questi sintomi, seppur intensi, non significano necessariamente schizofrenia o psicosi: molto spesso si tratta di manifestazioni legate a stati di ansia elevata e persistente. Detto questo, non è possibile fare una diagnosi online: per capire meglio l’origine di questi vissuti è fondamentale rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psichiatra, che possano valutare in modo accurato la situazione e proporre un percorso mirato. Un sostegno psicologico, infatti, può aiutare a ridurre i pensieri ossessivi, le paure costanti e quella sensazione di perdere il controllo che tanto la spaventa.
Il fatto che lei abbia deciso di condividere la sua esperienza e cercare un chiarimento è già un passo molto importante verso il prendersi cura di sé. Le consiglio di considerare questo momento come l’occasione per chiedere aiuto: con un adeguato supporto si può ritrovare un equilibrio e maggiore serenità.
Dott. Amedeo Fonte
Psicologo, Psicologo clinico
Pescara
Buongiorno, quello che descrive sembra collegarsi più a un forte stato d’ansia che non a una perdita di contatto con la realtà, il fatto stesso che lei si interroghi sul senso di queste paure indica che mantiene comunque un grado di consapevolezza. "L'ansia" che lei descrive rimanda proprio alla sensazione di oppressione che lei racconta di vivere quando i pensieri si accavallano e le impediscono di rilassarsi. Le paure immaginarie, l’allerta continua e le difficoltà nel sonno sono espressioni di un sistema che si è sovraccaricato e che fatica a concedersi tregua, non significano necessariamente “impazzire” ma piuttosto trovarsi in una condizione che richiede ascolto e contenimento. Potrebbe esserle utile osservare quando compaiono più intensamente queste sensazioni e se ci sono situazioni o momenti particolari che le scatenano, questo può darle un primo orientamento. Non sempre è possibile gestire tutto da soli e pensare a un percorso di sostegno può rappresentare un’occasione per comprendere meglio ciò che accade e ridurre la sofferenza che oggi la accompagna, intanto può chiedersi se ci sono piccoli gesti o attività che le offrono sollievo, anche solo per pochi minuti, perché partire da lì può aprire uno spazio nuovo.
Dott.ssa Antonella Abate
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo la sua profonda angoscia e la ringrazio per aver condiviso una situazione così delicata. Le sensazioni che descrive sono un segnale di un disagio molto forte, e la sua paura di "perdere la testa" è la reazione più naturale a un vissuto tanto opprimente. Voglio rassicurarla su un punto cruciale: le paure che lei prova non sono un segno che sta impazzendo. Anzi, la sua capacità di mettere in discussione questi pensieri e di cercare risposte dimostra che è pienamente consapevole e lucido.
I sintomi che descrive non indicano un attacco psicotico o schizofrenia, ma sono la chiara manifestazione di un disturbo d'ansia generalizzata, che si sta esprimendo in modo molto intenso e pervasivo.
Le paure che sta provando, se non affrontate, possono consolidarsi e diventare sempre più invalidanti. Il suo bisogno di rassicurazioni e la paura di "perdere la testa" sono le prove che non può più rimandare un intervento professionale. Per questo Le consiglio vivamente di iniziare un percorso di terapia psicologica per affrontare questo stato di profonda sofferenza.
Dott.ssa Alessandra Motta
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
quando l’ansia è molto alta, la mente fa un trucco sottile: non solo teme un pericolo reale, ma comincia a temere qualsiasi pericolo immaginario, creando la sensazione di “sto per impazzire”. In realtà il fatto che lei si accorga di queste paure e se le domandi è proprio la prova che non sta perdendo la testa: chi delira non dubita, è convinto. Quello che sta vivendo è il classico circolo della “paura della paura”, che alimenta ipervigilanza, confusione e stanchezza.

Un caro saluto,
Dott.ssa Alessandra Motta – Psicologa Strategica
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
da quanto descrive, si trova in uno stato di ansia molto intenso e continuativo, che le provoca paura costante e difficoltà a sentirsi presente e rilassato. Tutto ciò che riporta — la confusione mentale, le immagini intrusive, la vigilanza costante e il timore di “impazzire” — sono sintomi tipici di una forte attivazione ansiosa, non di una perdita di contatto con la realtà.

La mente, quando è in allerta da troppo tempo, tende a reagire come se fosse sempre in pericolo, anche senza un motivo reale. È per questo che compaiono paure “immaginarie” che però sembrano concrete: il corpo risponde come se ciò che pensa stesse davvero accadendo. La lucidità con cui descrive la situazione e il fatto che si renda conto di avere paura senza sapere di cosa sono segnali chiari che non si tratta di psicosi, ma di un sistema nervoso sovraccarico e affaticato.

Non si “perde la testa” per l’ansia, ma è importante non restare da solo in questo stato. Un percorso psicologico le permetterebbe di comprendere meglio i meccanismi che mantengono attiva la paura e di apprendere tecniche di autoregolazione (come esercizi di grounding e respirazione) per ridurre la tensione costante.

Le consiglio di cercare un professionista al più presto: già condividere in uno spazio sicuro ciò che sta vivendo sarà un grande passo per ritrovare calma e fiducia.

Dott.ssa Sara Petroni

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