Salve a tutti, sono in una relazione con il mio ragazzo da 4 anni. (Io 24 e lui 26) Il mio ragazzo
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Salve a tutti, sono in una relazione con il mio ragazzo da 4 anni. (Io 24 e lui 26)
Il mio ragazzo è stato molto sincero nel dirmi che ha sempre fumato9 cannabis in compagnia degli amici, tuttavia per un periodo (quello in cui l'ho conosciuto e ci siamo messi insieme) ha smesso dato che stava partecipando a dei concorsi per entrare nelle forze dell'ordine e vigili del fuoco. Da un paio d'anni a questa parte ha ricominciato a fumare sia cannabis che sigarette, credo influenzato dalla convivenza con il fratello e la fidanzata che fumano, e dal fatto che ha iniziato l'università e la sigaretta è diventata per lui il momento di pausa con i colleghi. Ci siamo scontrati molte volte sull'argomento fumo, specialmente di cannabis, dato che io non lo condivido molto. Non ne capisco l'utilità, nè il piacere che se ne possa trarre, e sinceramente essendo io una tipa che non ha nessuna dipendenza mi risulta davvero difficile capirne le motivazioni. La mia paura principale risiede nella perdita di controllo e nell'esagerazione dell'uso di sostanze. Lui mi ha detto che sa benissimo controllarsi, che comunque va avanti con la sua vita e l'uso di cannabis non lo influenza nella quotidianità: frequenta abitualmente il tirocinio, va a lezione, studia ed ha degli ottimi voti. La sua carriera universitaria è di successo, dunque sotto questo punto di vista dovrei stare tranquilla. è una persona razionale e molto paziente con me, che soffro di ansia generalizzata e casualmente di attacchi di panico. Tendo ad essere una persona un po' egocentrica, me ne rendo conto, e sono anche andata in terapia per 3 anni; ho problemi, su cui sto ancora lavorando, di insicurezza e, temo, un po' di sindrome dell'abbandono, tuttavia mi impegno ogni giorno nel migliorare e soprattutto nel ricercare delle modalità che possano farmi stare bene nella vita quotidiana, nel lavoro e con gli affetti. Questa storia della cannabis, ed anche il fatto che da qualche anno ormai ha ricominciato a frequentare settimanalmente i suoi amici e quindi fuma con loro, un po' mi turba. Non so bene identificare se derivi da un problema etico oppure da altro (In merito a questo a volte mi ritrovo confusa su cosa sia giusto e cosa sbagliato; vengo da una famiglia che, soprattutto mia madre, mi ha "terrorizzato" riguardo alcune cose o attività. Mia madre è una persona molto ansiosa, e credo che purtroppo mi abbia trasmesso un po' della sua ansia.) Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Il mio ragazzo è stato molto sincero nel dirmi che ha sempre fumato9 cannabis in compagnia degli amici, tuttavia per un periodo (quello in cui l'ho conosciuto e ci siamo messi insieme) ha smesso dato che stava partecipando a dei concorsi per entrare nelle forze dell'ordine e vigili del fuoco. Da un paio d'anni a questa parte ha ricominciato a fumare sia cannabis che sigarette, credo influenzato dalla convivenza con il fratello e la fidanzata che fumano, e dal fatto che ha iniziato l'università e la sigaretta è diventata per lui il momento di pausa con i colleghi. Ci siamo scontrati molte volte sull'argomento fumo, specialmente di cannabis, dato che io non lo condivido molto. Non ne capisco l'utilità, nè il piacere che se ne possa trarre, e sinceramente essendo io una tipa che non ha nessuna dipendenza mi risulta davvero difficile capirne le motivazioni. La mia paura principale risiede nella perdita di controllo e nell'esagerazione dell'uso di sostanze. Lui mi ha detto che sa benissimo controllarsi, che comunque va avanti con la sua vita e l'uso di cannabis non lo influenza nella quotidianità: frequenta abitualmente il tirocinio, va a lezione, studia ed ha degli ottimi voti. La sua carriera universitaria è di successo, dunque sotto questo punto di vista dovrei stare tranquilla. è una persona razionale e molto paziente con me, che soffro di ansia generalizzata e casualmente di attacchi di panico. Tendo ad essere una persona un po' egocentrica, me ne rendo conto, e sono anche andata in terapia per 3 anni; ho problemi, su cui sto ancora lavorando, di insicurezza e, temo, un po' di sindrome dell'abbandono, tuttavia mi impegno ogni giorno nel migliorare e soprattutto nel ricercare delle modalità che possano farmi stare bene nella vita quotidiana, nel lavoro e con gli affetti. Questa storia della cannabis, ed anche il fatto che da qualche anno ormai ha ricominciato a frequentare settimanalmente i suoi amici e quindi fuma con loro, un po' mi turba. Non so bene identificare se derivi da un problema etico oppure da altro (In merito a questo a volte mi ritrovo confusa su cosa sia giusto e cosa sbagliato; vengo da una famiglia che, soprattutto mia madre, mi ha "terrorizzato" riguardo alcune cose o attività. Mia madre è una persona molto ansiosa, e credo che purtroppo mi abbia trasmesso un po' della sua ansia.) Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
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Gentile utente, dal suo racconto mi arriva una preoccupazione più profonda, come se l'argomento fumo fosse una possibilità di aggrapparsi a qualcosa di reale per placare un certo stato d'animo. Mi chiedo: prima del fumo come si manifestava questa paura dell'abbandono? ci sono stati episodi in cui ha sentito di riprendere il suo ragazzo per qualcosa che non funzionava? Se si sotto quali aspetti. Credo sia importante dare spazio alle paure sottostanti, individuare esattamente quando e come sono nate, che origini hanno , quali pensieri emergono quando quest'emozione prende il sopravvento e come stanno interferendo con la sua qualità di vita. Un primo passo per chiarire i suoi processi interni, e arrivare ad una decisione più vicina al suo vero sè. In bocca al lupo, rimango disponibile per un consulto anche online
La tua preoccupazione è assolutamente legittima, e da ciò che scrivi emerge una riflessione molto profonda sul tuo rapporto di coppia e sulle tue emozioni. Da un lato, il tuo ragazzo sembra essere una persona responsabile, in grado di gestire i propri impegni accademici e personali senza che l'uso di cannabis abbia ripercussioni evidenti sulla sua vita. D'altro canto, il tuo disagio rispetto a questa abitudine è reale e non deve essere sottovalutato.
È comprensibile che la tua storia familiare e la tua sensibilità influiscano sul tuo modo di percepire il problema. La paura della perdita di controllo, così come il timore di un uso eccessivo delle sostanze, potrebbe avere radici più profonde legate alla tua storia personale e alle esperienze vissute. Inoltre, il fatto che tu abbia già intrapreso un percorso di terapia dimostra la tua consapevolezza e il desiderio di lavorare su te stessa per comprendere meglio le tue emozioni.
In questi casi, il dialogo è fondamentale. Parlare con il tuo ragazzo apertamente, senza giudizio, ma esprimendo il tuo stato d'animo può aiutarti a trovare un punto di incontro. È importante distinguere tra ciò che è un valore personale e ciò che potrebbe effettivamente compromettere la relazione. Ti consiglieri di riflettere su quanto questa situazione indica sul vostro rapporto e sul vostro benessere, cercando di comprendere se il disagio che provi sia legato alla paura di perderlo, all'influenza della vostra educazione oa un reale problema di compatibilità tra voi due.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire queste dinamiche rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
È comprensibile che la tua storia familiare e la tua sensibilità influiscano sul tuo modo di percepire il problema. La paura della perdita di controllo, così come il timore di un uso eccessivo delle sostanze, potrebbe avere radici più profonde legate alla tua storia personale e alle esperienze vissute. Inoltre, il fatto che tu abbia già intrapreso un percorso di terapia dimostra la tua consapevolezza e il desiderio di lavorare su te stessa per comprendere meglio le tue emozioni.
In questi casi, il dialogo è fondamentale. Parlare con il tuo ragazzo apertamente, senza giudizio, ma esprimendo il tuo stato d'animo può aiutarti a trovare un punto di incontro. È importante distinguere tra ciò che è un valore personale e ciò che potrebbe effettivamente compromettere la relazione. Ti consiglieri di riflettere su quanto questa situazione indica sul vostro rapporto e sul vostro benessere, cercando di comprendere se il disagio che provi sia legato alla paura di perderlo, all'influenza della vostra educazione oa un reale problema di compatibilità tra voi due.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire queste dinamiche rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera, il dibattito sulle droghe leggere è giunto ad un punto di estenuante indeterminazione circa la loro effettiva distruttività, molto dipende infatti dalla cultura di riferimento. E' altresì ovvio che, se una persona non fa altro che fumare (qualsiasi cosa) e trascura ogni altro obiettivo, la deriva esistenziale è irrimediabile, ed in genere non certo a causa di questo vizio, che diventa solo un anestetico a fronte di altri problemi ben più gravi. Questo non è, evidentemente, il caso del suo fidanzato, il quale a parte fumare non fa altro che collezionare medaglie al merito in termini di "impegno verso la vita". Studi, tirocini, ottimi voti sono dimostrazioni evidenti che la barra del timone del suo fidanzato rimane saldamente nelle sue mani, ossia che non si fa distrarre nel conseguimento dei suoi scopi. Provi a concentrarsi maggiormente su questo. In moltissimi casi, soprattutto in quelli di "non abuso" come nel caso del suo fidanzato, gli effetti della cannabis sono miorilassanti (tolgono tensione muscolare) ed agiscono come analgesici a bassa intensità ed ampio spettro senza compromettere le funzioni primarie. Personalmente non vedo in questo una sufficiente ragione per avvelenare la vostra relazione, perché il suo ragazzo, finché vede il suo futuro con lo stesso senso di sacrificio che dimostra nel presente, presto o tardi abbandonerà questo vizio (della cannabis intendo) come un cartello che sbiadisce al sole. La sua lettera mi invita, semmai, a suggerirle quanto questo fatto possa essere, per lei, un pretesto per esercitare controllo ed influenza su di lui. Se questo le solleva dei dubbi, o le fa risuonare qualcosa dentro di sé, ha uno spunto su cui discutere con un esperto/a. Le auguro una buona serata
Ciao! È davvero importante che tu stia riflettendo su questi temi e che tu stia cercando di capire le tue emozioni e preoccupazioni. La tua relazione con il tuo ragazzo e il suo uso di cannabis possono sollevare molte domande, specialmente considerando il tuo background e le tue esperienze personali.
In una situazione come questa, è fondamentale distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non solo in base a norme sociali o familiari, ma anche in base a come queste scelte influenzano il tuo benessere e la tua relazione. È chiaro che hai delle preoccupazioni legittime riguardo alla salute mentale e al potenziale impatto dell'uso di sostanze. La tua ansia e le tue esperienze passate possono amplificare queste preoccupazioni, rendendo difficile per te vedere la situazione in modo obiettivo.
È importante anche considerare che la vera salute mentale implica la capacità di assumere punti di vista diversi. Potresti provare a esplorare con il tuo ragazzo come si sente riguardo al suo uso di cannabis e come questo si integra nella sua vita. Potrebbe essere utile avere una conversazione aperta e onesta, in cui entrambi possiate esprimere le vostre opinioni senza giudizio. Questo non solo aiuterà a chiarire le vostre posizioni, ma potrebbe anche rafforzare la vostra connessione.
Inoltre, potresti riflettere su come le tue esperienze familiari e le tue ansie influenzano il tuo modo di vedere la situazione. È normale sentirsi confusi quando si cerca di bilanciare le proprie convinzioni personali con le scelte degli altri. La terapia che hai fatto è un ottimo passo per lavorare su queste dinamiche e continuare a crescere.
Ricorda che ogni relazione richiede comunicazione e comprensione reciproca. È importante che tu ti senta a tuo agio e sicura nella tua relazione, quindi non esitare a esprimere le tue preoccupazioni e a cercare un dialogo costruttivo. Spero che queste riflessioni ti siano utili!
In una situazione come questa, è fondamentale distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, non solo in base a norme sociali o familiari, ma anche in base a come queste scelte influenzano il tuo benessere e la tua relazione. È chiaro che hai delle preoccupazioni legittime riguardo alla salute mentale e al potenziale impatto dell'uso di sostanze. La tua ansia e le tue esperienze passate possono amplificare queste preoccupazioni, rendendo difficile per te vedere la situazione in modo obiettivo.
È importante anche considerare che la vera salute mentale implica la capacità di assumere punti di vista diversi. Potresti provare a esplorare con il tuo ragazzo come si sente riguardo al suo uso di cannabis e come questo si integra nella sua vita. Potrebbe essere utile avere una conversazione aperta e onesta, in cui entrambi possiate esprimere le vostre opinioni senza giudizio. Questo non solo aiuterà a chiarire le vostre posizioni, ma potrebbe anche rafforzare la vostra connessione.
Inoltre, potresti riflettere su come le tue esperienze familiari e le tue ansie influenzano il tuo modo di vedere la situazione. È normale sentirsi confusi quando si cerca di bilanciare le proprie convinzioni personali con le scelte degli altri. La terapia che hai fatto è un ottimo passo per lavorare su queste dinamiche e continuare a crescere.
Ricorda che ogni relazione richiede comunicazione e comprensione reciproca. È importante che tu ti senta a tuo agio e sicura nella tua relazione, quindi non esitare a esprimere le tue preoccupazioni e a cercare un dialogo costruttivo. Spero che queste riflessioni ti siano utili!
Salve, colgo l'intensa preoccupazione emergente tra le righe del suo scritto, per questo rispetto ai potenziali pericoli derivati dall'uso della cannabis le risponderò dopo, prima mi interessa darle un feedback circa un implicito importante relativo alla sua domanda che esporrò di seguito.
Per quanto si possa amare il proprio partner, non è possibile in alcun modo (ne sarebbe sano se si potesse farlo) sostituirsi a lui rispetto a decisioni, stili di vita, preferenze, finanche dipendenze e abitudini eventualmente insane o dannose per la propria salute. Nel suo quesito mi sembra di cogliere forte ansia, paura, apprensione e sofferenza che animano il suo quasi disperato tentativo di fare in modo che a tutti i costi lui possa comprendere e incarnare la sua visione circa l'uso di sostanze, mollando certe abitudini e "salvandosi" da ciò che lei teme per lui. Purtroppo per quanto possa essere encomiabile il suo tentativo, non rientra però tra le sue prerogative. Un partner non è una madre, non è un padre, non è un salvatore, e se dovesse tentare di essere una di queste cose purtroppo potrebbe rischiare di passare tutta la vita intrappolato in un ruolo improprio, in uno stato di costante insoddisfazione, apprensione, sofferenza e delusione. Quando ci si renda conto che la visione relativa a qualcosa di importante sia molto diversa tra due persone, la scelta più saggia per entrambi dovrebbe essere quella di scegliere strade separate, a meno che non si riesca di buon grado ad accettare l'altro per quello che è, senza volerlo a tutti i costi cambiare (anche se quel cambiamento sarebbe obiettivamente più sano per l'altro).
Adesso per rispondere alla sua esplicita domanda, le riassumo i rischi relativi all'uso prolungato di cannabis. L’uso costante della cannabis può avere effetti significativi sul cervello, specialmente se il consumo si protrae nel tempo. Il THC, il principale principio attivo della pianta, agisce sui recettori cannabinoidi influenzando (in senso negativo e talvolta compromissivo) diverse funzioni cerebrali, tra cui memoria, attenzione e capacità di apprendimento. L’ippocampo, una regione fondamentale per la memoria, può subire alterazioni, rendendo più difficile la memorizzazione e il richiamo delle informazioni. Inoltre, la cannabis può compromettere le funzioni esecutive, rendendo più difficile pianificare, risolvere problemi complessi e prendere decisioni in modo efficace.
L’uso cronico è stato associato anche a una riduzione della motivazione e dell’interesse per attività quotidiane, fenomeno noto come sindrome amotivazionale. A lungo termine, studi di neuroimaging suggeriscono che il consumo regolare di cannabis possa portare a una riduzione del volume della materia grigia in alcune aree del cervello, tra cui la corteccia prefrontale e l’ippocampo. Inoltre, esiste una correlazione tra uso prolungato e una maggiore vulnerabilità a disturbi psichiatrici come ansia, depressione e psicosi, soprattutto in persone già predisposte geneticamente. Un altro rischio importante è lo sviluppo di tolleranza e dipendenza: con il tempo, i recettori cannabinoidi diventano meno sensibili, spingendo il consumatore ad aumentare le dosi per ottenere lo stesso effetto.
Un aspetto ancora più preoccupante riguarda la possibilità che la cannabis venga adulterata con sostanze chimiche dannose. Alcuni coltivatori utilizzano pesticidi e metalli pesanti che possono avere effetti neurotossici e compromettere ulteriormente le funzioni cognitive. Ancora più pericolosi sono i cannabinoidi sintetici, come lo "Spice" o il "K2", che hanno effetti molto più potenti del THC naturale e possono causare allucinazioni, paranoia estrema, convulsioni e persino la morte. Altre sostanze, come l’ammoniaca o alcuni solventi utilizzati nella produzione illegale, possono causare danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso centrale. Per riassumere in poche parole: si, l'uso della cannabis crea dipendenza psicologica e a lungo andare se assunta in maniera costante e prolungata può produrre alterazioni cerebrali.
Per quanto si possa amare il proprio partner, non è possibile in alcun modo (ne sarebbe sano se si potesse farlo) sostituirsi a lui rispetto a decisioni, stili di vita, preferenze, finanche dipendenze e abitudini eventualmente insane o dannose per la propria salute. Nel suo quesito mi sembra di cogliere forte ansia, paura, apprensione e sofferenza che animano il suo quasi disperato tentativo di fare in modo che a tutti i costi lui possa comprendere e incarnare la sua visione circa l'uso di sostanze, mollando certe abitudini e "salvandosi" da ciò che lei teme per lui. Purtroppo per quanto possa essere encomiabile il suo tentativo, non rientra però tra le sue prerogative. Un partner non è una madre, non è un padre, non è un salvatore, e se dovesse tentare di essere una di queste cose purtroppo potrebbe rischiare di passare tutta la vita intrappolato in un ruolo improprio, in uno stato di costante insoddisfazione, apprensione, sofferenza e delusione. Quando ci si renda conto che la visione relativa a qualcosa di importante sia molto diversa tra due persone, la scelta più saggia per entrambi dovrebbe essere quella di scegliere strade separate, a meno che non si riesca di buon grado ad accettare l'altro per quello che è, senza volerlo a tutti i costi cambiare (anche se quel cambiamento sarebbe obiettivamente più sano per l'altro).
Adesso per rispondere alla sua esplicita domanda, le riassumo i rischi relativi all'uso prolungato di cannabis. L’uso costante della cannabis può avere effetti significativi sul cervello, specialmente se il consumo si protrae nel tempo. Il THC, il principale principio attivo della pianta, agisce sui recettori cannabinoidi influenzando (in senso negativo e talvolta compromissivo) diverse funzioni cerebrali, tra cui memoria, attenzione e capacità di apprendimento. L’ippocampo, una regione fondamentale per la memoria, può subire alterazioni, rendendo più difficile la memorizzazione e il richiamo delle informazioni. Inoltre, la cannabis può compromettere le funzioni esecutive, rendendo più difficile pianificare, risolvere problemi complessi e prendere decisioni in modo efficace.
L’uso cronico è stato associato anche a una riduzione della motivazione e dell’interesse per attività quotidiane, fenomeno noto come sindrome amotivazionale. A lungo termine, studi di neuroimaging suggeriscono che il consumo regolare di cannabis possa portare a una riduzione del volume della materia grigia in alcune aree del cervello, tra cui la corteccia prefrontale e l’ippocampo. Inoltre, esiste una correlazione tra uso prolungato e una maggiore vulnerabilità a disturbi psichiatrici come ansia, depressione e psicosi, soprattutto in persone già predisposte geneticamente. Un altro rischio importante è lo sviluppo di tolleranza e dipendenza: con il tempo, i recettori cannabinoidi diventano meno sensibili, spingendo il consumatore ad aumentare le dosi per ottenere lo stesso effetto.
Un aspetto ancora più preoccupante riguarda la possibilità che la cannabis venga adulterata con sostanze chimiche dannose. Alcuni coltivatori utilizzano pesticidi e metalli pesanti che possono avere effetti neurotossici e compromettere ulteriormente le funzioni cognitive. Ancora più pericolosi sono i cannabinoidi sintetici, come lo "Spice" o il "K2", che hanno effetti molto più potenti del THC naturale e possono causare allucinazioni, paranoia estrema, convulsioni e persino la morte. Altre sostanze, come l’ammoniaca o alcuni solventi utilizzati nella produzione illegale, possono causare danni irreversibili al cervello e al sistema nervoso centrale. Per riassumere in poche parole: si, l'uso della cannabis crea dipendenza psicologica e a lungo andare se assunta in maniera costante e prolungata può produrre alterazioni cerebrali.
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così aperto e riflessivo. Dalle sue parole emerge chiaramente il suo impegno nel comprendere le proprie emozioni e dinamiche relazionali, oltre alla volontà di migliorarsi e trovare un equilibrio personale.
Il tema che solleva sembra toccare più livelli: da un lato, vi è la sua difficoltà nel comprendere l’uso di cannabis da parte del suo compagno e le preoccupazioni legate a questo comportamento; dall’altro, vi è un livello più profondo, che riguarda il suo rapporto con il controllo, la sicurezza e forse anche la paura di perdere un punto di riferimento importante nella sua vita.
È comprensibile che il suo vissuto familiare e l’educazione ricevuta abbiano influenzato il suo modo di percepire certe scelte e abitudini. Ciò che può aiutarla in questo momento è cercare di distinguere tra ciò che è un suo valore personale, ovvero un principio che sente autenticamente suo, e ciò che invece potrebbe derivare da influenze esterne, come la paura trasmessa dall’ambiente in cui è cresciuta. Questa distinzione potrebbe aiutarla a capire se la sua difficoltà nel tollerare il comportamento del suo compagno è legata a un’incompatibilità di valori o se, invece, è una reazione emotiva connessa alle sue insicurezze e paure.
Dal suo racconto, il suo compagno sembra gestire la propria vita in modo funzionale, senza segnali evidenti di dipendenza problematica. Tuttavia, il punto centrale resta il suo benessere emotivo: se questa situazione la turba, è importante che possa esprimere i suoi sentimenti con lui in un dialogo aperto e non conflittuale, cercando di far capire che il suo disagio non nasce dal volerlo controllare, ma dal bisogno di sentirsi serena nella relazione.
Forse potrebbe aiutarla chiedersi: Cosa rappresenta per me il fatto che lui fumi? Perché mi fa sentire insicura? Dare un nome più preciso alle sue emozioni potrebbe aiutarla a trovare una strada per affrontarle con maggiore consapevolezza.
Continui a lavorare su di sé con la stessa lucidità che traspare dalle sue parole, e si conceda il tempo di esplorare i suoi sentimenti senza giudicarsi troppo severamente.
Un caro saluto.
grazie per aver condiviso la sua esperienza in modo così aperto e riflessivo. Dalle sue parole emerge chiaramente il suo impegno nel comprendere le proprie emozioni e dinamiche relazionali, oltre alla volontà di migliorarsi e trovare un equilibrio personale.
Il tema che solleva sembra toccare più livelli: da un lato, vi è la sua difficoltà nel comprendere l’uso di cannabis da parte del suo compagno e le preoccupazioni legate a questo comportamento; dall’altro, vi è un livello più profondo, che riguarda il suo rapporto con il controllo, la sicurezza e forse anche la paura di perdere un punto di riferimento importante nella sua vita.
È comprensibile che il suo vissuto familiare e l’educazione ricevuta abbiano influenzato il suo modo di percepire certe scelte e abitudini. Ciò che può aiutarla in questo momento è cercare di distinguere tra ciò che è un suo valore personale, ovvero un principio che sente autenticamente suo, e ciò che invece potrebbe derivare da influenze esterne, come la paura trasmessa dall’ambiente in cui è cresciuta. Questa distinzione potrebbe aiutarla a capire se la sua difficoltà nel tollerare il comportamento del suo compagno è legata a un’incompatibilità di valori o se, invece, è una reazione emotiva connessa alle sue insicurezze e paure.
Dal suo racconto, il suo compagno sembra gestire la propria vita in modo funzionale, senza segnali evidenti di dipendenza problematica. Tuttavia, il punto centrale resta il suo benessere emotivo: se questa situazione la turba, è importante che possa esprimere i suoi sentimenti con lui in un dialogo aperto e non conflittuale, cercando di far capire che il suo disagio non nasce dal volerlo controllare, ma dal bisogno di sentirsi serena nella relazione.
Forse potrebbe aiutarla chiedersi: Cosa rappresenta per me il fatto che lui fumi? Perché mi fa sentire insicura? Dare un nome più preciso alle sue emozioni potrebbe aiutarla a trovare una strada per affrontarle con maggiore consapevolezza.
Continui a lavorare su di sé con la stessa lucidità che traspare dalle sue parole, e si conceda il tempo di esplorare i suoi sentimenti senza giudicarsi troppo severamente.
Un caro saluto.
Gentile utente, riguardo alla preoccupazione che l'uso della cannabis possa diventare una dipendenza pericolosa, questa eventualità dipende dalle caratteristiche della persona. L'uso della sostanza può essere fatto per diversi motivi. Se una persona ha delle difficoltà o un disagio importante possibile che l'uso delle sostanze possa avere una funzione necessaria all'equilibrio interno e può diventare patologica. Da quello che dice, il suo compagno va molto bene negli studi e vive positivamente le relazioni sociali. Per cui sembra che ci sia un buon equilibrio. Forse il motivo di questa liberta di uso del fumo dipende da una abitudine famigliare nella quale più persone fumano e il suo ragazzo ha fatto esperienza di questa attività come possibile e positiva. Un eventuale segnale di allarme lo si può riscontrare nel caso in cui l'uso della cannabis dovesse aumentare molto oppure dovesse assumere un ruolo importante nel tempo libero
Se posso aggiungere, lei si descrive come ansiosa e e con attacchi di panico. Afferma di essere terrorizzata riguardo ad alcune attività. Forse la preoccupazione riguardo al fumo è legato al timore di perdere il controllo. Il sintomo dell'ansia è un segnale di allarme riguardo a qualcosa che può sovrastarci, di cui non abbiamo il pieno controllo. La perdita del controllo può essere la sua preoccupazione principale riguardo al tema in oggetto. Se fosse così, immagino che questa sua risposta la ritrova anche in altre condizioni. Rifletta su questo. Nel caso volesse interagire con me si senta libera di scrivermi.
Buona domenica
Se posso aggiungere, lei si descrive come ansiosa e e con attacchi di panico. Afferma di essere terrorizzata riguardo ad alcune attività. Forse la preoccupazione riguardo al fumo è legato al timore di perdere il controllo. Il sintomo dell'ansia è un segnale di allarme riguardo a qualcosa che può sovrastarci, di cui non abbiamo il pieno controllo. La perdita del controllo può essere la sua preoccupazione principale riguardo al tema in oggetto. Se fosse così, immagino che questa sua risposta la ritrova anche in altre condizioni. Rifletta su questo. Nel caso volesse interagire con me si senta libera di scrivermi.
Buona domenica
Leggendo la sua esposizione pensavo quanto sia faticoso e complesso portare avanti una relazione, la qual cosa implica un confronto continuo ed inevitabile con l'altro, con la sua alterità, il suo modo di vivere, di percepire e di interagire con la realtà; vuol dire anche accettare le specifiche abitudini e stranezze dell'altro, che in questo caso si differenziano notevolmente da quello che è la nostra modalità di intendere la vita e stare nel mondo. Lei si sta comprensibilmente preoccupando per le possibili conseguenze che l'assunzione di cannabis potrebbe avere sulla salute del suo fidanzato e glielo ha fatto notare. A questo punto di più non può fare; può invece provvedere a se stessa per sentirsi più sicura e realizzata, vivendo con più fiducia i progetti che sta portando avanti. Si stabilizzi di più, questo la aiuterà ad avere più fiducia nel futuro e mantenere la speranza che le cose tra voi due continuino a funzionare per il meglio. Auguri!
Buonasera, la sua apprensione è giusta. Provi a immaginare che il bene che può dare al suo partner possa pian piano sostituire la tossicità del fumo, che è un piacere apparente. Si limiti a fare cose che possano farlo stare sereno, ad essere lei stessa serena per la serenità di lui. Non porti l'attenzione sulla sua dipendenza da fumo, altrimenti questa si rafforzerà. Si ricordi che il fumo serve a ridurre l'effetto che la propria ansia o quella di altri può avere su sé stessi, con l'inconveniente che dopo il cervello non saprà gestire questo stato d'animo senza di esso.
Resto a disposizione per le sue necessità.
Dott. Simone Festa
Resto a disposizione per le sue necessità.
Dott. Simone Festa
Cara utente, mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo e comprendo appieno la preoccupazione riguardo alla situazione con il tuo ragazzo. Cerca di capire se questo problema è un ostacolo insormontabile per la tua relazione, per questo ti consiglio di ricominciare un percorso di psicoterapia per aiutarti a sviluppare strategie per gestire le tue emozioni e valutare tutti i lati positivi della vostra relazione. Per qualsiasi dubbio o informazione, non esitare a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, Dott.ssa Cristina Sinno.
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo ragazzo, potrebbe esser una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con il suo ragazzo, potrebbe esser una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, al di là di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, che porterebbe ad una lunghissima discussione/trattazione e non sarebbe per nulla esaustiva, dovrebbe cercare di capire quanto rappresenta un problema per lei dal momento che lui utilizza questa sostanza. Se per lei è un problema, il problema poi divente della relazione.
Ciao, capisco le tue preoccupazioni, e sono completamente comprensibili considerando la tua esperienza con l'ansia e il tuo vissuto familiare. È importante distinguere tra il comportamento del tuo ragazzo e le tue paure, che potrebbero essere amplificate dalla tua sensibilità legata all'ansia e alla sindrome dell’abbandono.
Il fatto che lui ti stia comunicando apertamente e che, nonostante fumi, mantenga un buon equilibrio nella sua vita, potrebbe essere un segno che per lui non è un problema. Tuttavia, è giusto che tu esprima come ti senti e che le tue preoccupazioni siano ascoltate. Può essere utile parlarne serenamente con lui, spiegando le tue paure senza accusarlo, e riflettere su come queste preoccupazioni siano legate anche al tuo vissuto personale.
Alla fine, trovare un equilibrio tra il rispetto della sua libertà e il tuo bisogno di tranquillità è fondamentale per il benessere della relazione.
Il fatto che lui ti stia comunicando apertamente e che, nonostante fumi, mantenga un buon equilibrio nella sua vita, potrebbe essere un segno che per lui non è un problema. Tuttavia, è giusto che tu esprima come ti senti e che le tue preoccupazioni siano ascoltate. Può essere utile parlarne serenamente con lui, spiegando le tue paure senza accusarlo, e riflettere su come queste preoccupazioni siano legate anche al tuo vissuto personale.
Alla fine, trovare un equilibrio tra il rispetto della sua libertà e il tuo bisogno di tranquillità è fondamentale per il benessere della relazione.
Buonasera, comprendo la sua confusione nel cercare il punto di equilibrio fra ciò che a casa le hanno trasmesso e ciò che fa il suo ragazzo. Penso però che il tema delle dipendenze sia delicato e soggettivo, non si può saperne a priori l'evolversi, soprattutto non conoscendo né il suo ragazzo, né la sua storia personale. Il punto però è che non può cambiare il suo ragazzo né portarlo a fare in modo diverso. Sta a lei cercare di capire quanto può tollerare questo aspetto e quanto invece la allontana dalla relazione. Se potesse, forse le sarebbe utile qualche colloquio psicologico per focalizzare cosa la tiene legata a questa persona, a livello profondo e non solo razionale.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,
La ringrazio per aver condiviso apertamente le sue riflessioni e preoccupazioni. Dalla sua descrizione emerge quanto tenga alla sua relazione e al benessere di entrambi, ma anche quanto questa situazione susciti in lei dubbi e insicurezze.
L’uso di cannabis da parte del suo partner rappresenta per lei un tema sensibile, non solo per le possibili conseguenze pratiche, ma anche per i valori e le paure che tocca. È comprensibile che, venendo da un contesto familiare che l’ha sensibilizzata su certe tematiche, queste esperienze influenzino il suo modo di percepire il problema. Inoltre, le sue riflessioni sulla propria ansia e insicurezza mostrano una grande capacità di autoanalisi, e questo è sicuramente un punto di forza per affrontare le difficoltà.
Potrebbe essere utile, a mio avviso, esplorare insieme al suo partner un dialogo aperto e non giudicante, in cui entrambi possiate esprimere i vostri bisogni, paure e prospettive. In questo contesto, ad esempio, potrebbe spiegargli come il suo comportamento la faccia sentire e al contempo cercare di comprendere meglio il suo punto di vista, senza necessariamente arrivare a uno scontro.
Allo stesso tempo, potrebbe riflettere sull’origine delle sue reazioni emotive rispetto a questo argomento. Si chiede se il suo disagio sia più legato a un problema di valori o ad altre insicurezze personali: questo è un aspetto che potrebbe approfondire ulteriormente, magari anche attraverso un supporto psicologico.
In una relazione, le divergenze sono inevitabili, ma il modo in cui le si affronta può fare la differenza. Mantenere un approccio collaborativo e rispettoso dei rispettivi spazi potrebbe aiutarvi a navigare questa fase complessa.
Le auguro di trovare la chiarezza e la serenità di cui ha bisogno per affrontare al meglio questa situazione.
Cordiali saluti.
La ringrazio per aver condiviso apertamente le sue riflessioni e preoccupazioni. Dalla sua descrizione emerge quanto tenga alla sua relazione e al benessere di entrambi, ma anche quanto questa situazione susciti in lei dubbi e insicurezze.
L’uso di cannabis da parte del suo partner rappresenta per lei un tema sensibile, non solo per le possibili conseguenze pratiche, ma anche per i valori e le paure che tocca. È comprensibile che, venendo da un contesto familiare che l’ha sensibilizzata su certe tematiche, queste esperienze influenzino il suo modo di percepire il problema. Inoltre, le sue riflessioni sulla propria ansia e insicurezza mostrano una grande capacità di autoanalisi, e questo è sicuramente un punto di forza per affrontare le difficoltà.
Potrebbe essere utile, a mio avviso, esplorare insieme al suo partner un dialogo aperto e non giudicante, in cui entrambi possiate esprimere i vostri bisogni, paure e prospettive. In questo contesto, ad esempio, potrebbe spiegargli come il suo comportamento la faccia sentire e al contempo cercare di comprendere meglio il suo punto di vista, senza necessariamente arrivare a uno scontro.
Allo stesso tempo, potrebbe riflettere sull’origine delle sue reazioni emotive rispetto a questo argomento. Si chiede se il suo disagio sia più legato a un problema di valori o ad altre insicurezze personali: questo è un aspetto che potrebbe approfondire ulteriormente, magari anche attraverso un supporto psicologico.
In una relazione, le divergenze sono inevitabili, ma il modo in cui le si affronta può fare la differenza. Mantenere un approccio collaborativo e rispettoso dei rispettivi spazi potrebbe aiutarvi a navigare questa fase complessa.
Le auguro di trovare la chiarezza e la serenità di cui ha bisogno per affrontare al meglio questa situazione.
Cordiali saluti.
È comprensibile che questa situazione ti crei turbamento, soprattutto considerando la tua storia personale e il modo in cui sei cresciuta. Da quello che racconti, il tuo ragazzo sembra gestire bene la sua quotidianità e le sue responsabilità, ma il tuo disagio è reale e merita di essere ascoltato.
Forse potrebbe essere utile esplorare più a fondo cosa ti provoca questa inquietudine: è legata a un valore personale, a timori ereditati dalla tua famiglia o a un bisogno di sicurezza nella relazione? Capire meglio la radice di queste emozioni potrebbe aiutarti a comunicare con lui in modo più sereno e a trovare un equilibrio che rispetti entrambi.
Se senti il bisogno di approfondire queste sensazioni e trovare strategie per gestirle al meglio, un supporto professionale potrebbe essere uno spazio utile per farlo. Sei già stata in terapia e conosci il valore di questo percorso, quindi potresti valutare di esplorare ulteriormente questi aspetti.
Forse potrebbe essere utile esplorare più a fondo cosa ti provoca questa inquietudine: è legata a un valore personale, a timori ereditati dalla tua famiglia o a un bisogno di sicurezza nella relazione? Capire meglio la radice di queste emozioni potrebbe aiutarti a comunicare con lui in modo più sereno e a trovare un equilibrio che rispetti entrambi.
Se senti il bisogno di approfondire queste sensazioni e trovare strategie per gestirle al meglio, un supporto professionale potrebbe essere uno spazio utile per farlo. Sei già stata in terapia e conosci il valore di questo percorso, quindi potresti valutare di esplorare ulteriormente questi aspetti.
Carissima,
non mi è molto chiara la domanda. Se chiede una "spiegazione" rispetto a questo turbamento, credo sarebbe necessario approfondire maggiormente. Visto il percorso già svolto, potrebbe esserle utile riprendere alcune questioni?
A disposizione,
Dott.ssa Bertoncelli
non mi è molto chiara la domanda. Se chiede una "spiegazione" rispetto a questo turbamento, credo sarebbe necessario approfondire maggiormente. Visto il percorso già svolto, potrebbe esserle utile riprendere alcune questioni?
A disposizione,
Dott.ssa Bertoncelli
Salve, purtroppo non ho ben chiaro quale effettivamente sia il quesito, mi limito a dire che pur condividendo con lei il pensiero della non necessità di fumare sigarette o cannabis, questa è una valutazione che può fare solo il suo ragazzo. Per quanto la riguarda lei, può valutare se e quanto è disposta a tollerare questo suo comportamento e a valutare in caso come gestirlo.
Salve, ci sono diversi aspetti che andrebbero approfonditi o ripresi. Non possiamo controllare o decidere per gli altri e questo ci genera un forte senso di impotenza che va gestito. Riprendere la terapia potrebbe essere molto utile per uscire da questo dilemma. saluti
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