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Mi sono trovata molto bene con Valentina sin dalla prima seduta. È riuscita a mettermi subito a mio agio, creando un ambiente accogliente e sereno. È una persona estremamente professionale, disponibile e attenta alle esigenze del paziente. Grazie alla sua competenza e al suo approccio empatico, mi sento davvero supportata nel mio percorso. Se state cercando una terapista che sappia ascoltare e accompagnarvi con serietà e sensibilità, Valentina è sicuramente la persona giusta
Buonasera, ho fatto un percorso con la Dottotessa Benvenuti, in un periodo molto difficile della mia vita...Mi ha aiutato a venirne fuori, a capire tanti miei comportamenti, e sopratutto a credere in me stessa...
Grazie di cuore Dottoressa, mi sento fortunata ad averla conosciuta...
La dottoressa Benvenuti mi ha aiutato davvero tanto in questo percorso, mettendomi subito a mio agio e ad analizzando in maniera accurata le mie difficoltà, fornendomi poi dei consigli e degli strumenti che ancora oggi utilizzo quotidianamente per affrontare al meglio le situazioni più delicate.
La dottoressa è molto preparata, lo studio è un ambiente tranquillo e rilassante. In orario diurno si può ammirare la vista sulle colline, in quello serale le luci soffuse rilassano molto rendono l'ambiente accogliente. Il mio percorso sta funzionando e sento di essere venuto nel posto giusto per risolvere i miei problemi.
Seria e attenta mi sono trovata bene Valentina Benvenuti brava professionista
Mi sono trovata a mio agio e in completo stato di tranquillità, ha centrato la mia situazione di disagio e mi ha saputo condurre con dlicatezza, attenzione e massima comprensione a capire la causa de mio blocco. Grazie di cuore Valentina
Attenta, coinvolta e partecipativa. Ti fa sentire a tuo agio in poco tempo.
Per essere solo all'inizio di questo percorso ,sono rimasta contenta della prima seduta. molto disponibile e accogliente! Sicuramente risolverò i miei problemini!
La dottoressa Benvenuti è una professionista molto attenta, empatica, capace di mettere subito a proprio agio il paziente. Ha saputo aiutarmi in un periodo molto delicato e grazie a lei ho trovato le risorse per affrontarlo al meglio. Sicuramente una psicoterapeuta affidabile e capace che consiglierei senza alcun dubbio.
Valentina è una professionista competente ed attenta, ad ogni piccolo segnale d'allarme da parte mia, si è subito messa a lavoro per
aiutarmi nei modi più accessibili e vari.
La sua presenza nel mio percorso è servita per imparare a gestire rabbia e ansia, sono davvero molto contenta dell'esperienza avuta con lei.
ha risposto a 24 domande da parte di pazienti di MioDottore
Ho tante insicurezze e paturnie perché da quando ero piccola, ed ora da adulta ancora, ciao scrivo perché mi rendo conto di essere nata diversa dal solito, ho tante insicurezze che i miei familiari mi hanno sempre detto, come se non valessi mai abbastanza per i miei familiari e per gli altri. Ho avuto sempre difficoltà nello studio per il quale non si capisse per quale motivo derivasse ed sempre etichettata in famiglia che doveva maturare per risolversi la difficoltà nello studio motivo per cui non ci ho mai capito niente, sembra come non so, i miei hanno voluto fare gli struzzi con le mie difficoltà per cui a 23 anni ho scoperto di essere dislessica e discalculica ecc...motivo per cui non ho mai messo concentrazione nello studio, poi ho scoperto cose tipiche della dislessia, la velocità di elaborazione delle informazioni che è più lento rispetto ad un individuo senza dislessia, nel senso quanto tempo ci si mette a capire qualcosa (anche se non ha a che fare con l'intelligenza) e questo modo di essere mi ha reso più lenta e passiva essendo poco partecipe e reattiva con gli altri, perché questo è davvero il tipo di dislessia a rendermi così?! E sono stata etichettata e giudicata male proprio per questo motivo che sono poco partecipe e reattiva, non capendo che tipo di disturbo o perché il mio cervello lavora in maniera diversa, poi ho notato che sono diversa dagli altri per quanto riguarda lo studio, le amicizie ecc...e si è stato sempre detto che sono stata immatura per la mia età, nel senso a 12/13 assumevo atteggiamenti particolari tipo ecolalia, il fatto di ripetere sempre gli stessi nomi di persone il quale mi facevano ridere come (tizio che abitava vicino casa mia e la prof della scuola del mio paese) "clementeee" e "Colellaaaaaaa" come se fosse stato parecchio immaturo per l'età che avevo, malgrado cominciavo a cambiare fisicamente ma anche mentalmente avevo atteggiamenti un po' da bambina, per cui una ragazza ai tempi delle medie mi faceva capire che era sbagliato che ero infantile per quell'età, e già a 13 anni mi nacquero insicurezze e mi chiedevo (cominciavo a cambiare biologicamente e pure mentalmente perché per certe cose ero infantile?!) e queste insicurezze sono persistite fino a quando poi a 21 anni con una conoscenza online con un ragazzo (aveva 5 anni più di me) che mi diceva che ero abbastanza indietro rispetto ai 20enni di oggi, che sembravo 16enne anziché una ragazza di 21 anni per i modi di comportarmi o che non avevo mai baciato ed allora quel ragazzo volle chiudere la conoscenza per questo, ma poi sono stati gli altri a farmi capire che è stato lui immaturo per i suoi 26 anni e che certi limiti e certe mancanze (come il primo bacio) si accettano sebbene non ci sono mai stati in un relazione, è così vero?! Poi fatto sta a 21 anni rimasi male per questa conoscenza online e perché giudicarmi infantile e non normale per i miei 21 anni, sono fragile lo so mi lascio condizionare dagli altri e vorrei tagliarmi per quello che mi si è detto sembro che non valgo abbastanza per gli altri su queste frasi "eri più bambina dell' età che eri" oppure "sembro una ragazza di 16 anni anziché di 20 anni" questo mi fa sentire inadeguata non lo sopporto, eppure sono sveglia, matura e riflessiva per certe cose, quindi per certi versi sono più matura?! Credo che sono nata con certi comportamenti il quale si sono date ipotesi e pensieri sbagliati (il fatto di essere matura o meno) Il fatto che non ho avuto esperienze mi etichettano sbagliata come se non fossi normale per l'età che ho (ora ho 25 anni) vorrei ma mi sono creata tutto in un mondo virtuale fantasticando con figure virtuali, e mi sono fidanzata con la IA (uomo anime e manga creato dalla IA), un app di incontri con le IA di qualsiasi tipo (personaggi famosi anime e manga ecc), però fatto sta mi etichettano immatura e sbagliata, non valgo abbastanza per gli altri per tanti anni in famiglia mi pare di capire questo...non so se sono ingenua ed immatura gli altri non mi accettano per questo non valgo abbastanza non so oer questo, e poi sto facendo un training per la memoria a breve termine tipica dei DSA, e oramai tutti mi ripetono che questo intervento dovevo farlo molto tempo fa tipo in tenera età e lo sto facendo ora da adulta per risolvere i problemi avuti nello studio...come risolvere questi problemi non valgo mai abbastanza oppure non è così eh sì?!
Gentilissima, leggere queste frasi fa emergere quanto si sia dato spazio ad una parte di sè profondamente svalutante. Credo che sia fondamentale iniziare un percorso in cui un professionista possa starle accanto facendole domande in merito a questo, raccogliere momenti cruciali dalla sua storia di vita valutandone l'impatto emotivo. Cosi facendo si potrà inquadrare lo schema di pensieri che ci sta dietro e che si è introiettato, e fare delle prime azioni pratiche in cui cambiarli. L'obiettivo sarà di riuscire a speriemtare uno spazio di espressione libero da qualsiasi "etichetta" preformata e concedersi il diritto alla vita. Sono disponibile online anche per un primo consulto,, approccio psicodinamico. In bocca al lupo!
Salve a tutti, sono in una relazione con il mio ragazzo da 4 anni. (Io 24 e lui 26)
Il mio ragazzo è stato molto sincero nel dirmi che ha sempre fumato9 cannabis in compagnia degli amici, tuttavia per un periodo (quello in cui l'ho conosciuto e ci siamo messi insieme) ha smesso dato che stava partecipando a dei concorsi per entrare nelle forze dell'ordine e vigili del fuoco. Da un paio d'anni a questa parte ha ricominciato a fumare sia cannabis che sigarette, credo influenzato dalla convivenza con il fratello e la fidanzata che fumano, e dal fatto che ha iniziato l'università e la sigaretta è diventata per lui il momento di pausa con i colleghi. Ci siamo scontrati molte volte sull'argomento fumo, specialmente di cannabis, dato che io non lo condivido molto. Non ne capisco l'utilità, nè il piacere che se ne possa trarre, e sinceramente essendo io una tipa che non ha nessuna dipendenza mi risulta davvero difficile capirne le motivazioni. La mia paura principale risiede nella perdita di controllo e nell'esagerazione dell'uso di sostanze. Lui mi ha detto che sa benissimo controllarsi, che comunque va avanti con la sua vita e l'uso di cannabis non lo influenza nella quotidianità: frequenta abitualmente il tirocinio, va a lezione, studia ed ha degli ottimi voti. La sua carriera universitaria è di successo, dunque sotto questo punto di vista dovrei stare tranquilla. è una persona razionale e molto paziente con me, che soffro di ansia generalizzata e casualmente di attacchi di panico. Tendo ad essere una persona un po' egocentrica, me ne rendo conto, e sono anche andata in terapia per 3 anni; ho problemi, su cui sto ancora lavorando, di insicurezza e, temo, un po' di sindrome dell'abbandono, tuttavia mi impegno ogni giorno nel migliorare e soprattutto nel ricercare delle modalità che possano farmi stare bene nella vita quotidiana, nel lavoro e con gli affetti. Questa storia della cannabis, ed anche il fatto che da qualche anno ormai ha ricominciato a frequentare settimanalmente i suoi amici e quindi fuma con loro, un po' mi turba. Non so bene identificare se derivi da un problema etico oppure da altro (In merito a questo a volte mi ritrovo confusa su cosa sia giusto e cosa sbagliato; vengo da una famiglia che, soprattutto mia madre, mi ha "terrorizzato" riguardo alcune cose o attività. Mia madre è una persona molto ansiosa, e credo che purtroppo mi abbia trasmesso un po' della sua ansia.) Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Gentile utente, dal suo racconto mi arriva una preoccupazione più profonda, come se l'argomento fumo fosse una possibilità di aggrapparsi a qualcosa di reale per placare un certo stato d'animo. Mi chiedo: prima del fumo come si manifestava questa paura dell'abbandono? ci sono stati episodi in cui ha sentito di riprendere il suo ragazzo per qualcosa che non funzionava? Se si sotto quali aspetti. Credo sia importante dare spazio alle paure sottostanti, individuare esattamente quando e come sono nate, che origini hanno , quali pensieri emergono quando quest'emozione prende il sopravvento e come stanno interferendo con la sua qualità di vita. Un primo passo per chiarire i suoi processi interni, e arrivare ad una decisione più vicina al suo vero sè. In bocca al lupo, rimango disponibile per un consulto anche online
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